Buonasera,vorrei avere un parere esterno da quello del mio psichiatra che conosco da poco tempo...pr

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Buonasera,vorrei avere un parere esterno da quello del mio psichiatra che conosco da poco tempo...prendevo ³volte al giorno venaflaxina 75mg e lysanzia(credo sia en)30 goccie ³volte al giorno ma mi alzavo e tremavo dopo cmq 3mesi di terapia....da 4 giorni e da un giorno all altro mi hanno prescritto brintellix 10mg e continuo con lysanzia....nel frattempo ho avuto varie difficoltà molto stressanti tra lavoro e il dover cambiare casa ma sembra diventato impossibile(vivo in francia da ²anni),detto ciò ho sbandamenti capogiri dissenteria nausea e stanchezza tanta al punto di nn riuscire a camminare possibile che da venaflaxina a brillentix ho sti sintomi e devo tenere duro per far sì che si abitui il mio corpo al nuovo farmaco...io da che lavoravo 12ore nella ristorazione in 4 giorni mi sn dovuta mettere in mutua xk nn riesco nemmeno ad alzarmi dal letto?aiuto !?!?cosa ne pensate devo sospendere e riprendere venaflaxina dato che ho fatto solo 4 giorni di brintellix???nn posso perdere il lavoro ma voglio capire se è normale e devo aspettare che faccia effetto io ho solo problemi di ansia e panico e sempre triste ma mai pensieri brutti grazie in anticipo
Buongiorno, le consiglio di non modificare la terapia farmacologica di propria iniziativa benché conosca i farmaci che sta assumendo. Si rivolga piuttosto privatamente ad un altro psichiatra se non è pienamente convinta dell'approccio utilizzato da quello attuale. Per quanto riguarda problemi di ansia e panico potrebbe rivolgersi ad uno psicologo che possa sostenerla ed aiutarla meglio a comprendersi poiché la combinazione farmaco+sostegno psicologico può aver un risultato migliore sul suo benessere. Nel caso mi contatti senza problemi. Un saluto

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Solitamente gli effetti benefici degli psicofarmaci si manifestano dopo tre quattro settimane dalla prima assunzione. In fase iniziale è molto frequente avere effetti collaterali non positivi. Le consiglio di rivolgersi allo specialista che le ha prescritto la cura, facendo presente il suo malessere e lw sue difficoltà per modulare o cambiare la cura. Considerando il momento così complesso che invalida la sua quotidianità e mina il senso di efficacia e produttività potrebbe avvalersi anche di un sostegno psicologico. Cari saluti
Buongiorno, ha provato a chiedere allo psichiatra l'effetto che questi farmaci possono avere sul suo corpo? È possibile instaurare con lo specialista un dialogo e un confronto sull'andamento della terapia? Indipendentemente da queste domande, le consiglio di non modificare autonomamente la cura ma di recarsi dallo specialista che la ha prescritto i farmaci per far presente il suo disagio o di consultare un altro psichiatra, riportando anche il quadro appena descritto. Gli attacchi di panico, l'ansia e la tristezza possono essere tratti attraverso un supporto di tipo psicologico: nei casi citati, un percorso psicologico è risultato efficace sia come unico trattamento sia come intervento da integrare a una cura farmacologica. Resto a disposizione per ulteriori domande o delucidazioni. Un saluto Dott.ssa Alessandra D'Antonio
Gentile Utente, la sua preoccupazione è angoscia sono più che comprensibili. Le consiglio di non modificare in autonomia la terapia, non va mai fatto.
Consulti nuovamente il suo psichiatra facendogli presente tutti gli effetti collaterali o i disturbi che sta riscontrando. Questo tipo di terapia farmacologica, come scrive sopra la collega, richiede del tempo prima di mostrare i suoi effetti benefici, al contrario gli effetti collaterali o eventuali disturbi si verificano più rapidamente per poi scomparire gradualmente.
Per cui, consulti il suo psichiatra e valutate insieme come proseguire. È necessario che ci sia una buona fiducia tra lei e il medico, solo in questo modo potrete cooperare assumendo lo stesso obiettivo.
Le auguro una pronta ripresa.
Dr Simone Tirelli
Buonasera, le sue preoccupazioni e le difficoltà dovute al grande cambiamento cui si è dovuta abituare sono più che comprensibili. Però per ogni modifica nella terapia farmacologica, sia di tipologia di farmaco sia di dosaggi, è sempre necessario consultare lo psichiatra. Sarebbe utile prendere in esame anche l’ipotesi di avvalersi di un sostegno psicoterapeutico oltre che farmacologico, che possa aiutarla anche a dare un senso all’ansia, al panico e alla tristezza che faticosamente trascina. Un caro saluto Dottsa Elisa Galantini

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