Buonasera, vi scrivo poiché da 2 anni sto soffrendo le pene dell’inferno con il dente incisivo 21, p
5
risposte
Buonasera, vi scrivo poiché da 2 anni sto soffrendo le pene dell’inferno con il dente incisivo 21, poiché in passato devitalizzato e a seguito di un trauma stava iniziando a manifestare cedimento ( il dente dondolava nel vero senso della parola).
Di concerto con il mio attuale dentista, si era deciso nel 2022 di ovviare a questa potenziale perdita del dente con un trattamento paradontale con lembo chirurgico a quadrante su dente 21 e successivo splintaggio dell’incisivo in questione attraverso un mezzo di sintesi.
A distanza di un anno dal sopracitato intervento, si decideva di rimuovere lo splintaggio e a distanza di appena 24 ore - a seguito di un tozzo di pane addentato - il trauma si rimanifestava.
Si decideva nuovamente di intervenire chirurgicamente, ma stavolta anche per via palatale ( durante l’intervento, il dente 21 mi è stato tolto, sciacquato in soluzione e riattaccato alla radice per poter essere nuovamente inserito). Si tornava ad applicare splintaggio che, a oggi, continuo ad avere.
Sono trascorsi due mesi da questo fatidico intervento e le gengive non si sono ancora rigenerate. Soprattutto a livello del retro gengiva ( credo si dica “palatale” in termini medici) avverto la presenza di una sorta di solco/fossetta su cui ristagna salivazione e non mi consente di avere un buon dialogo con il mio interlocutore ( purtroppo, tendo a sputacchiare). Finanche a livello della gengiva frontale vi sono ancora oggi dei solchi tipici da intervento con bisturi che mi creano non pochi disagi sia da un punto di vista fonetico che estetico.
A tal proposito, sto utilizzando Aminogam per provare a favorire la ricrescita dei tessuti grazie alla presenza di acido ialuronico, ma i risultati tendono a non arrivare.
Vi chiedo: i tessuti si ripristineranno ( soprattutto a livello palatale) o devo iniziare a contemplare l’ipotesi di un innesto gengivale? Vi inviterei volentieri le foto, ma penso che il programma non lo consenta.
PS da esame radiografico, sembra che l’iter di calcificazione ossea stia andando a buon fine, ma persiste questo mio disagio fonetico ed estetico
Di concerto con il mio attuale dentista, si era deciso nel 2022 di ovviare a questa potenziale perdita del dente con un trattamento paradontale con lembo chirurgico a quadrante su dente 21 e successivo splintaggio dell’incisivo in questione attraverso un mezzo di sintesi.
A distanza di un anno dal sopracitato intervento, si decideva di rimuovere lo splintaggio e a distanza di appena 24 ore - a seguito di un tozzo di pane addentato - il trauma si rimanifestava.
Si decideva nuovamente di intervenire chirurgicamente, ma stavolta anche per via palatale ( durante l’intervento, il dente 21 mi è stato tolto, sciacquato in soluzione e riattaccato alla radice per poter essere nuovamente inserito). Si tornava ad applicare splintaggio che, a oggi, continuo ad avere.
Sono trascorsi due mesi da questo fatidico intervento e le gengive non si sono ancora rigenerate. Soprattutto a livello del retro gengiva ( credo si dica “palatale” in termini medici) avverto la presenza di una sorta di solco/fossetta su cui ristagna salivazione e non mi consente di avere un buon dialogo con il mio interlocutore ( purtroppo, tendo a sputacchiare). Finanche a livello della gengiva frontale vi sono ancora oggi dei solchi tipici da intervento con bisturi che mi creano non pochi disagi sia da un punto di vista fonetico che estetico.
A tal proposito, sto utilizzando Aminogam per provare a favorire la ricrescita dei tessuti grazie alla presenza di acido ialuronico, ma i risultati tendono a non arrivare.
Vi chiedo: i tessuti si ripristineranno ( soprattutto a livello palatale) o devo iniziare a contemplare l’ipotesi di un innesto gengivale? Vi inviterei volentieri le foto, ma penso che il programma non lo consenta.
PS da esame radiografico, sembra che l’iter di calcificazione ossea stia andando a buon fine, ma persiste questo mio disagio fonetico ed estetico
Il caso è complesso. Francamente senza visita ed Rx è molto difficile esprimersi.
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Personalmente ,più che ad un innesto gengivale, penserei ad un impianto .
L'iter chirurgico quì descritto è palesemente fallimentare ed un reinpianto (qualora attecchisse ma non credo) in ogni caso avrebbe una vita breve ( il dilemma più grande è quanto osso si sta perdendo con questi tentativi).
L'iter chirurgico quì descritto è palesemente fallimentare ed un reinpianto (qualora attecchisse ma non credo) in ogni caso avrebbe una vita breve ( il dilemma più grande è quanto osso si sta perdendo con questi tentativi).
Le ha risposto alla perfezione il collega..sicuramente intervenire con un impianto,i tentativi purtroppo sicuramente hanno provocato perdita di osso e questo non è davvero positivo.
Effettuare subito una cone beam e pianificare l'intervento di implantologia
Effettuare subito una cone beam e pianificare l'intervento di implantologia
Va sicuramente valutata la situazione ossea con indagini radiografiche e poi presa una decisione veloce per evitare che un'ulteriore perdita di osso possa vanificare un eventuale impianto.
Mi spiace molto per il suo disagio ma per dirle qualcosa di concreto devo poterla necessariamente visitare in studio e visionare le sue radiografie. Da quello che racconta non mi sembra che questo tipo di intervento sia stato di successo. personalmente estrazione pulizia e reimpianto dello stesso dente, in area frontale per giunta, mi sembra un pochino troppo azzardato. Valuterei la possibilità di sostituire il dente con impianto, insieme a rigenerazione dei tessuti ossei e gengivali.
A disposizione a Milano. AS
A disposizione a Milano. AS
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.