Buonasera, vi scrivo perchè mi sento così diversa dal mondo e non so come sentirmi, non mi sento. i

19 risposte
Buonasera, vi scrivo perchè mi sento così diversa dal mondo e non so come sentirmi, non mi sento.
il mio problema è il sess*, le relazioni, gli uomini, o il problema semplicemente sono io.
Quando ero piccola ho avuto una """"relazione"""" con mio zio, che tutt'ora vedo settimanalmente. Passatemi il termine, ma alla fine dei conti come dovrei chiamarla se dopo anni siamo quì?( senza più fare certe cose) (io ho 23 anni lui 58)
Nell'arco della mia vita ho avuto tante frequentazioni, tanto sess*, tanti uomini adulti, qualche volta ho detto di no e non sono stata ascoltata (l'ho detto piano?), vorrei dire anche tanto piacere... ma non c'è mai il piacere. Ho avuto anche dei morosi che puntualmente lasciavo quando la relazione diventava seria, oppure trovavo qualcun'altro nel frattempo.
Da quando ho memoria non sono mai stata single, non c'è stata credo più di una settimana in cui non ho avuto qualcuno.
non ho amici, non so farmi degli amici perchè poi le cose finiscono sempre a letto. non so stare in un posto di lavoro per lo stesso motivo. Non so stare al mondo.
i miei genitori sono stati assenti per lavoro e non solo.
Poco tempo fa è successa una cosa ""brutta"" perchè mi caccio in brutte situazioni, eppure io non mi sento male.
Sento le ragazzine in palestra infastidite dai commenti degli uomini dall'auto. Perchè per me quello che mi è successo è nulla? Mi sono risposta dicendo che è la mia normalità. Non sono triste, ma non sono felice, mi sembra di aver perso tutta la mia vita e non so cosa farmene.
Le persone mi guardano e pensano che io abbia una vita perfetta, sono bella e sorridente, bella e sorridente, sempre bella e sorridente, io vorrei solo morire anche se non mi sento triste
Gentile utente, credo che il modo migliore per tornare a vivere le relazioni sentimentali in modo positivo sia quello di intraprendere un percorso di supporto psicologico per vedere bene ciò che ha raccontato e le cause che sono alla base di quello che ha scritto.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi

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Cara utente, leggendo mi è arrivata la tua sofferenza e quindi ti ringrazio per aver condiviso qualcosa di così tanto forte. Sicuramente dal tuo racconto emerge una modalità di legarsi all'altro che non ti fa stare bene, ma capire il perchè richiederebbe un'analisi profonda delle tue varie relazioni e delle loro unicità e peculiarità. Quello che mi arriva è che più che gli altri a non ascoltare te, forse tu non ti sei mai ascoltata davvero, chiesta chi fossi, cosa volessi e soprattutto NON volessi per te e per la tua vita. Prima scrivi di non essere triste, ma poi di voler morire, qualcosa che evidenzia un malessere silente ma importante. Credo che questo dolore e le difficoltà che ne derivano meritino decisamente di essere affrontati, preferibilmente con uno psicologo che possa aiutarti a districare i vari nodi che ne sono all'origine e che ancora fai fatica a definire ma che evidentemente c'è e compromettono la tua quotidianità (relazionale, lavorativa ecc).
Qualora volessi prenotare un primo colloquio conoscitivo per capire se possa ritenere utile un percorso di supporto psicologico, ti propongo un colloquio online che puoi prenotare cliccando su "consulenza online" e scegliendo la fascia oraria che preferisci. Resto a tua disposizione per qualsiasi cosa, cordialmente, Dott.ssa Sara Torregrossa
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Carissima, provo molto dispiacere nel leggerti e sicuramente desiderio di esserti d'aiuto. Il fatto che abbia scritto qui, senza pudori, è un buon segno. Nella nebbia, nel non essere, nella rassegnazione si intravede il desiderio di comunicare. Che cosa? Questo è veramente difficile da dire, e non può essere questo lo spazio. Si sente tanta solitudine e abbandono, come quello dei genitori. Tuo zio che si insinua nella tua vita di bambina. Un'esperienza che tuttora ti accompagna. Anestesia, vivere come viene, divorando storie di sesso continue. Del resto c'è una iniziazione quando si dovrebbe giocare in cortile. Non voglio creare romanzi, ti ho passato le mie impressioni, senza giudizi. Ti invito molto caldamente a cominciare a prenderti cura di te. Okay, non sai come si fa, affidati. Ad un/una professionista, che ha con te un rapporto di lavoro e nessuna pendenza. Hai 23 anni e una vita davanti a te. Attraverso la relazione psicoterapeutica puoi imparare cose che ti sono state precluse al momento giusto. Sei una persona intelligente, capace e che sa descriversi. Non sarà un cammino facile, ma neanche la tua vita lo è stata. Bella e sorridente, quella è la maschera. E' ora di trovare la persona autentica dentro di te. Rimango a disposizione, ti saluto molto affettuosamente. dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno.
Lei scrive di un'esperienza che è talmente delicata da richiedere uno spazio privato per approfondire ciò che prova e i pensieri che le arrivano.
Prendersi cura di sé è un atto di grande rispetto, lei ha già iniziato a farlo scrivendo qui. E' molto importante andare avanti su questa strada.
Carissima, mi dispiace molto per la sua sofferenza; credo davvero che gli elementi del suo racconto suggeriscano l'opportunità di contattare un professionista per avviare un percorso psicoterapeutico finalizzato a meglio comprendere quanto occorso in passato e verificare se esistono (sembra probabile) correlazioni con quanto avviene nel presente e le impedisce di avere relazioni durature e soddisfacenti. Resto a disposizione per qualsiasi cosa, anche da remoto, qualora lei lo ritenesse utile. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Gentile utente, grazie per la condivisione. Percepisco molto lo stato di sofferenza di cui narra. Tuttavia, trattandosi di elementi estremamente delicati, hanno bisogno di un proprio spazio per poter essere affrontati. Consideri l'idea di intraprendere un percorso con uno specialista. Un caro saluto
Grazie, innanzitutto. Ciò che racconti è estremamente delicato, in un solo messaggio traspare un vissuto emotivo davvero "pieno" e probabilmente incompreso, a partire dalla relazione con tuo zio (mi permetto di darti del tu).
Quello che sta accadendo dentro te in questo momento è un principio di consapevolezza, vuoi capirti, scoprirti. Ed è giusto che sia cosi, non vuoi vivere la tua vita in superficie. Probabilmente vorresti che i tuoi sorrisi fossero reali, sopratutto per te stessa.
Se avessi piacere a condividere qualcosa in più sarei felice di ascoltarti. Insieme potremmo provare a comprendere il perchè di alcune scelte e a definire una nuova realtà.
Buongiorno, mi spiace per l'accaduto con suo zio, sicuramente questo evento traumatico ha inevitabilmente condizionato il suo modo di vivere aspetti romantici, sessuali, le relazioni e gli uomini in generale. Mi dispiace per come lo sta vivendo e che si dia responsabilità della """""""relazione"""""""" (che io non chiamerei così tuttavia) con suo zio, e immagino la difficoltà di vivere tutto ciò e come l'ha condizionata, ma ci si può lavorare sopra affrontandolo psicoterapeuticamente, cercando di vivere un rapporto diverso con gli altri ma in primis sé stessa. Spero vivamente ci lavori, nel mentre le auguro il meglio e rimango disponibile a tale scopo.
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Buongiorno,
Dal suo racconto mi sembra emergere una modalità distorta di percepire le relazioni e, di conseguenza, anche di viverle. Le consiglio di affidarsi ad un collega.
Dott. Marco Cenci
Salve, Lei è giovanissima. Ha ancora molte cose belle da fare e da vivere. Non si scoraggi per esperienze passate che non Le corrispondono più. Bella e sorridente è una maschera per coprire un profondo dolore che la abita. Ne parli con una psicologa. Si apra al Suo mondo interiore senza paura e vedrà che troverà una persona vitale e gioiosa senza di bisogno di indossare maschere. Il Suo è un cammino da fare verso se stessa e i suoi desideri più autentici. Lo faccia e starà molto meglio. Le faccio tanti tanti cari auguri!
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Mi dispiace molto per il dolore che sta vivendo. Il suo racconto trasmette una sofferenza profonda e complessa, che merita di essere ascoltata e compresa. È importante che lei possa trovare uno spazio sicuro dove esplorare questi sentimenti e le esperienze passate che potrebbero influenzare il suo presente.
Le suggerisco di considerare un percorso psicoterapeutico, che potrebbe aiutarla a fare chiarezza e a trovare nuove modalità per vivere le relazioni in modo più sereno e soddisfacente.
Un caro saluto e tanti auguri per il suo cammino, Dott. Andrea Boggero
Salve cara utente, grazie per la sua condivisione, da quanto scrive comprendo la difficoltà della sua situazione, per tale motivo la inviterei a consultare uno specialista, già dopo ferragosto. Sfrutti questo momento dove una parte di se ha chiesto aiuto tramite questo post, è il momento giusto per lavorare su di sé. Non abbia fretta di arrivare ad una risposta/risoluzione! La soddisfazione, il piacere nella vita che sta ricercando lo può trovare, è una cosa raggiungibile per lei! Piano piano assieme allo specialista vedrà che riuscirà a ricostruire i pezzettini della sua vita.
Cara ragazza,
grazie per aver esposto in questa sede la tua sofferenza, argomenti molto delicati i tuoi che necessitano di risposte attraverso un’attenta analisi e un percorso psicologico di colloquio individuale in quanto rientrano tra le relazioni traumatiche. Ti chiedi come mai le tue amiche stanno male anche solo per degli apprezzamenti che ricevono da uomini che passano con le macchine mentre tu non provi sofferenza, in apparenza, per quanto hai subito, la risposta stà nel congelamento delle emozioni “io non mi sento”. Il congelamento è un meccanismo di difesa che si attiva sin da bambini quando ci si traova in situazioni dolorose e traumatiche, avviene una disconnessione neuronale tra il sistema limbico addetto alle emozioni e il sistema pre frontale addetto alla parte cognitiva e alla percezione, ciò non ti consente di provare nè dolore né il piacere, quindi sei viva ma senza vivere pienamente le emozioni. Molte sono le tue frasi da cui si evince il congelamento e che esprimono una lotta interiore dovuta ad una disorganizzazione interna “Non sono triste, ma non sono felice, mi sembra di aver perso tutta la mia vita e non so cosa farmene. io vorrei solo morire anche se non mi sento triste” . Il mio suggerimento è di elaborare il suo vissuto con l’aiuto di un professionista, scegli uno psicologo o uno psicoterapeuta con cui creare un’alleanza terapeutica basata sulla fiducia per poter parlare di queste situazioni definite da te “bruttissime” che si presentano regolarmente nella sua vita. Cara ragazza è importante riconoscere e affrontare le emozioni negative, la rabbia, la delusione, l’impotenza, il senso d’abbandono, se non scopriamo dove si trova quel fuoco che ci logora dentro sarà il nostro corpo ad esprimere il dolore. Se vuoi sono a disposizione per ascoltarti attraverso un colloquio on line, non perdere l’occasione di vivere la sua vita attraverso i colori del caleidoscopio delle emozioni.
Un caro saluto e un grande in bocca al lupo.
Dott.ssa Maria Graziano
Buongiorno, dal suo messaggio ci sono diverse cose che mi colpiscono e che mi fanno capire la sua sofferenza.
In primis la relazione avuta con lo zio che per chi muove i primi passi verso il mondo della sessualità pone le basi per una difficoltà a stabilire confini tanto che successivamente si ritrova a non riuscire a stabilire dei limiti con le persone che frequenta e non riesce ad andare oltre ad certo tipo di rapporto aprendosi emotivamente. Questo comportamento annesso al fatto che sembra non provare emozioni è un atteggiamento di difesa rispetto alla possibilità di esprimere i propri sentimenti e i propri bisogni dal momento che probabilmente in passato non sono stati ascoltati.
Sono molto dispiaciuta per ciò che le accade ed il migliore consiglio che posso darle è quello di rivolgersi ad un professionista che in quanto esterno la possa aiutare sia a sperimentare una nuova forma di relazione ed uscire dallo schema attuale ed approfondire i suoi vissuti ed emozioni.
Resto a disposizione, anche online. Dott.ssa Giulia Siri
Buongiorno carissima, fra le righe che lei ha scritto, mi arriva molta paura, non tanto rispetto alle esperienze vissute ma quanto rispetto al suo modo di non riuscire a comprendersi (e forse ad accettarsi). Forse non c'è stata la possibilità di conoscersi, forse non le è mai stato dato lo spazio adatto... questo comporta molto spesso il mettere in atto dei comportamenti difensivi che magari non riteniamo giusti per noi stessi ma che allo stesso tempo sono diventati talmente tanto quotidiani e conosciuti che alla fine ci fanno sentire sicuri.
Ritengo che intraprendere un percorso psicologico sia necessario per sostenerla, per aiutarla a darsi delle risposte e anche ad imparare alcune cose su se stessa.
Per qualsiasi cosa, rimango a disposizione.

dott.ssa Ludovica Artuso
Carissima, vorrei innanzitutto complimentarmi con lei per aver avuto il coraggio di esprimere chiaramente i suoi sentimenti ed i tormenti interiori conseguenti ad una esperienza precoce di intimità con suo zio. Quello che è accaduto lo ha ben delineato partendo da genitori assenti ed uno zio presente in modo abusante. Quello che ci accade in infanzia ed adolescenza influisce sulla nostra identità e pertanto condiziona nel bene e nel male la nostra vita adulta. La sua vita è stata complicata da azioni irrimediabili ma chi come lei ha subito abusi sessuali può tentare di sanare le ferite attraverso un percorso di psicoterapia. Non è un percorso facile ma probabilmente per la prima volta nella sua vita non sarà sola perchè un esperto la aiuterà a scoprire se stessa e ritrovare un pò di serenità nella sua vita violata. Sono a disposizione per qualsiasi necessità. Le auguro il meglio. Un caloroso abbraccio. Dott.ssa Anna Verrino
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Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Buongiorno, dalle sue parole sento tutta la sua sofferenza. La ringrazio per aver condiviso con noi un pezzo della sua storia. A tal proposito, da questo suo gesto non posso far altro che dedurre una richiesta di aiuto. Perciò le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo a cui potrà raccontare le sue emozioni e le sue esperienze, ricevendo il supporto che merita. Le auguro con tutto il cuore di trovare la serenità. Un caro saluto. Rimango a disposizione per qualunque chiarimento. Dott.ssa Veronica Savio

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