Buonasera. Sono una studentessa di 22 anni che frequenta l'università. Scrivo in merito alla mia sit

19 risposte
Buonasera. Sono una studentessa di 22 anni che frequenta l'università. Scrivo in merito alla mia situazione familiare che non mi permette di vivere serenamente da tantissimo tempo.
Sono figlia unica, cresciuta in una famiglia della quale non mi sono mai sentita parte, né sulla quale ho mai potuto fare affidamento, per qualsiasi cosa. Mio padre ha problemi con l'alcol, attualmente è in pensione da svariati anni (già da prima del covid) e ha sempre avuto atteggiamenti controllanti in famiglia che sono andati peggiorando. A casa non mi è mai stato possibile fare niente: cucinare, invitare qualcuno a pranzo, stare con gli amici quando i miei andavano via al mare qualche giorno (il tutto con la scusa che non è casa mia e quando avrò la mia casa farò cosa voglio). Non mi è permesso svolgere liberamente le più comuni attività quotidiane senza dover chiedere permesso o rispettare orari prestabiliti (Si mangia sempre verso le 18.30 a cena, e quasi mai dei pasti caldi perché i miei non hanno voglia di cucinare e a me è vietato toccare i fornelli, nemmeno se chiedo permesso perché mi verrebbe negato). Mio padre ha atteggiamenti manipolatori, disturbanti e disturbati, ha delle ossessioni che lo portano a compiere gesti ripetitivi e coi quali deve tenere tutto sotto controllo ( la porta del bagno deve rimanere aperta e se è chiusa e se ne accorge va ad aprirla, la porta dell'ingresso invece deve stare aperta a metà, se qualcuno è andato in bagno anche se non ha usato il wc tira l'acqua e se non ha aperto il rubinetto lui lo apre di scatto e lo richiude). È sempre stato abbastanza assente nella mia vita anche se mia madre insiste nel ritenere che sia stato un buon padre e che io dovrei essergli grata, ma le uniche cose che ricordo sono violenze fisiche anche di una certa pesantezza, e violenze psicologiche (se facevo qualche marachella mi lasciava senza cena, in piedi davanti al tavolo, mentre lui mangiava, e se mi sedevo mi puniva). Mia madre è anche lei manipolatrice, ma talmente brava a fingere di non esserlo che nessuno mi crede quando c'è un litigio nel quale io e lei siamo coinvolte. Mia nonna, che è mancata l'anno scorso, le ha sempre dato retta e nonostante mi volesse molto bene e ci fossi legata mi diceva spesso di essere "più educata con la mamma perché se no la facevo piangere (mia nonna)" e con questo senso di colpa io non ho mai capito, da piccola, se la colpa fosse mia o meno. Qualsiasi persona pensa che mia madre sia una persona buona, empatica, onesta, di grande sensibilità e gran cuore quando lei usa questi escamotage (regalini in ogni occasione, regali di un certo costo a natale e compleanni di colleghi e amici sempre ben impacchettati ed eleganti) per far credere che sia una persona di classe, raffinata, per bene e molto generosa e brava. Ha sempre avuto questi atteggiamenti anche nei confronti delle mie amiche, per le quali ha poi sempre avuto brutte parole da spendere alle loro spalle, criticandole più per la loro condizione economica per un reale difetto o pericolo che potesse portarmi sulla cattiva strada come lei invece riteneva. Ha sempre qualcosa da dire sulla mia persona, quando esco con le amiche commenta come mi vesto perché se metto qualcosa di dozzinale sono "la scappata di casa, io non ti conosco se esci così", ma se mi vesto elegante sto sicuramente andando a qualche appuntamento di nascosto (sono fidanzata da più di un anno e nonostante questo spesso allude a frequentazioni e/o rapporti a sfondo sessuale con altri, in base a come mi vesto (sempre in modo decoroso, a parere mio, anche più della media delle mie coetanee)). Di recente ha commentato il mio aspetto fisico alludendo al fatto che non faccio attività fisica e che per tale motivo mi ritrovo ad avere "delle cosce di prosciutto" al posto delle gambe, quando in realtà risultò essere persino sottopeso per la mia altezza. C'è sempre qualcosa che non va del mio aspetto, che siano le mie gambe, che siano le mie sopracciglia, i miei capelli, la cellulite, I vestiti, i miei amici... però poi fa la bella faccia con gli altri, facendo credere che sia una persona meravigliosa. Un paio di anni fa sono stata male per la fine di una relazione, la prima della mia vita, per la quale ho sofferto così tanto da non dormire la notte e avere attacchi di panico. Stavo così male che non sono riuscita a farmi forza da sola o farmi bastare qualche uscita di confronto con le amiche, che ho detto tutta la verità a mia madre. Errore più grande della mia vita. Se potessi tornare indietro giurerei a me stessa di voler soffrire ancora altri due anni per quella relazione pur di non farlo sapere a mia madre. Ancora oggi mi rinfaccia quella sofferenza,deridendomi e prendendosi tutti i meriti di esserci stata, e usando quell'episodio per manipolarmi e dirmi che "dovrei esserle grata perché lei c'era, anziché allontanarmi da lei e trattarla da sconosciuta". La mia vita è un inferno, e non so più cosa fare. L'idea di iniziare un percorso di psicoterapia non mi garba particolarmente perché l'avevo già fatto quando mi ero lasciata col mio primo ragazzo, mia madre l'aveva scoperto e mi aveva rinfacciato che la psicologa a sua detta mi aveva fatto il lavaggio del cervello e da che ero andata lì per il mio ex, ero finita a "sparlare dei tuoi stessi genitori che per te ci sono stati" (la psicologa aveva indagato molto sulle mie vicende familiari e da che effettivamente ero andata per il mio ex, avevo poi ragionato molto sul fatto che il reale problema era la famiglia e le dinamiche tossiche in cui ero cresciuta).
Sono poi tornata dallo psicologo qualche mese fa, con tempi di attesa lunghissimi, con uno psicologo che mi dà appuntamento, gli spiego i motivi e mi liquida dicendomi che non dovevo essere io lì ma i miei genitori e che non poteva fare nulla. Con la promessa di un nuovo appuntamento a distanza di un mese dopo le sue vacanze all'estero, non ho più ricevuto nessuna notizia e non l'ho più cercato. Adesso mi ritrovo sola, con solo il mio ragazzo, e la sorella di mia nonna che c'è e non c'è dato che ci vado d'accordo ma crede sempre sulla parola a mia madre, e quando provo ad accennarle cosa accada veramente in famiglia, taglia corto il discorso dicendo che la cosa la fa soffrire e preferisce non sapere nulla.
Non so più cosa fare, ho sulle spalle ancora più di 3 anni se non 4 di studio (sono a 3° anno di medicina con ancora tutti gli esami del 3° e la metà del 2° da dare), non riesco a studiare concentrata e per dare un esame ci ho messo un anno, mentre ora sono più di 4 mesi che sono sempre sullo stesso, e del quale ho studiato soltanto metà materiale (è l'esame di fisiologia da 18 crediti, probabilmente il più pesante del percorso, e mi spaventa rimanere bloccata in eterno). Vi prego aiutatemi.
Gentile utente,
mi spiace sentire che stia attraversando un momento di così grande sconforto e smarrimento, da cui trapela anche un pò di solitudine. La sua situazione familiare è certamente complessa; probabilmente l'interpretazione che le è sempre stata data da bambina, ora che è grande, non la convince più e riesce a vedere certi comportamenti per quello che sono e per gli strascichi che avverte. Staccarsi da delle logiche manipolatorie non è semplice, perchè si ha sempre il timore che in realtà i manipolatori abbiamo ragione (d'altronde glielo hanno insegnato fin da bambina) e con loro vicino è ancora più difficile. è ovvio che abbiamo cercato di contrastare il lavoro dello psicologo in quanto allontana dalla visione della realtà che vorrebbero indurre, ma lei faccia attenzione a dove vanno i benefici di quella visione della realtà, se a se stessa o agli altri.Questo può darle un metro di misura!
Per quanto riguarda il supporto psicologico io credo che sarebbe un bene; forse ha avuto una brutta esperienza, ma un professionista non va scambiato per l'intera professione. Un supporto professionale che abbia uno sguardo lontano e che le offra gli strumenti per una lettura autonoma della realtà credo sia un'utile strategia. e anche se venisse criticata, lei è adulta può scegliere per se, nel bene e nel male!
Spero di essere stata utile, resto a disposizione
Francesca Cilento

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Buonasera,

Mi dispiace molto per la sua difficile situazione familiare. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarla a gestirla e a trovare una via d'uscita:

**1. Stabilire confini emotivi:**
Protegga se stessa limitando le conversazioni su argomenti personali con i suoi genitori e cercando di non condividere informazioni che potrebbero essere usate contro di lei.

**2. Cercare supporto esterno:**
Trovi un terapeuta con cui si senta a suo agio, specializzato in dinamiche familiari tossiche. La terapia può offrire uno spazio sicuro per esplorare e gestire i suoi sentimenti.

**3. Gruppi di supporto:**
Partecipare a gruppi di supporto può offrire conforto e nuove prospettive da persone che hanno vissuto esperienze simili.

**4. Concentrarsi sui suoi obiettivi:**
Cerchi di mantenere il focus sul suo percorso universitario. Creare un piano di studio strutturato con piccoli obiettivi giornalieri potrebbe aiutarla a ritrovare la motivazione.

**5. Esplorare risorse universitarie:**
Contatti i servizi di consulenza e supporto psicologico offerti dalla sua università.

**6. Pianificare l'indipendenza:**
Valuti la possibilità di rendersi indipendente dai suoi genitori attraverso lavoro part-time, borse di studio o assistenza finanziaria.

**7. Rivolgersi a organizzazioni di supporto:**
Cerca assistenza legale o consulenza per capire i suoi diritti e le opzioni disponibili attraverso enti di beneficenza.

**8. Sostenere il proprio benessere:**
Trovi attività che le portano gioia e sollievo, come hobby, sport o meditazione.

Ricordi che merita una vita serena e soddisfacente. Ci sono risorse e persone che possono aiutarla. Non esiti a cercare il supporto di cui ha bisogno.

Le auguro tutto il meglio per il suo futuro.
Cara, ti capisco profondamente.
Non è facile reggere una situazione così pesante e credo che un piccolo spazio da dedicare a te stessa possa esserti davvero molto utile.
Io sono la dottoressa Laura Tonda, psicologa clinica ad indirizzo sistemico relazionale. Lavoro spesso con giovani adulti come te, in cerca delle proprie risorse interne. Il mio intento è quello di aiutare a trovarle per liberare energie generative di senso e di autonomia.
Se vuoi, possiamo sentirci per un percorso in presenza, se sei a Roma, o a distanza se questo devesse risultarti più comodo.
Non esitare a contattarmi per un primo colloquio gratuito se pensi che il mio supporto possa esserti utile.
Un caro abbraccio
Dott.ssa Laura Tonda
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Carissima utente, comprendo la sua situazione e mi affligge sapere del suo dolore. Le dinamiche familiari che ha descritto sono estremamente invalidanti e certamente avranno influito su diversi aspetti della sua vita nel corso degli anni. Dev'essere stato molto difficile per lei vivere in un contesto del genere, sentendo di non poter fare affidamento sui suoi genitori nei momenti di necessità. Penso che il fatto che abbia saputo riconoscere i suoi stati di ansia e insoddisfazione per poi elaborarli e chiedere aiuto sia indice di grande auto consapevolezza, una risorsa che non va assolutamente sottovalutata. Mi dispiace molto che abbia avuto a che fare con colleghi che non hanno saputo o voluto intraprendere un percorso di psicoterapia. Sono convinta che, a discapito di quello che le è stato detto, questo possa aiutarla a migliorare il modo in cui affronta e gestisce le problematiche che ha descritto. Un percorso con un professionista potrebbe aiutarla non solo a indagare meglio la sua relazione con i suoi genitori e il modo in cui questa influisce nel suo quotidiano, ma anche a trovare strategie per gestire le sue emozioni nei momenti di difficoltà e trovare la motivazione per tornare a studiare con più costanza e vivere più serenamente. Il percorso potrà essere impegnativo e sicuramente non semplice, ma sono fermamente convinta che potrà esserle d'aiuto. Nel frattempo le faccio i miei migliori auguri, spero davvero che riesca ad affrontare questa situazione nel migliore dei modi.
Cara Utente, da queste sue righe si comprende la profonda sofferenza che sta provando, e si comprende la forte complessità di questa sofferenza. La sua è una condizione dovuta ad un effetto domino dove la matrice potrebbe essere non solo nel suo ambiente familiare ma anche in altri contesti, posto che la nostra famiglia o l'ambiente nel quale siamo cresciuti influenza enormemente sia noi stessi, sia i nostri schemi mentali, sia il nostro modo di rapportarci con gli altri.
Senza ombra di dubbio l'ideale per lei sarebbe cominciare un percorso di psicoterapia individuale ad indirizzo sistemico-relazionale o psicoanalitico per poter iniziare a mettere a in ordine uno ad uno i cassetti della sua vita. Spero per lei che la sua situazione possa andare ogni girono a migliorare.
Cordiali saluti
Dott. Edoardo Ciancaglini
Buongiorno studentessa universitaria demotivata,
leggendoti mi pare di capire che tu in quel sistema familiare non ti senti riconosciuta ed appartenente. La strada che hai intrappreso, ti permetterà, gradualmente, ti prendere maggior distanza. Penso che per farlo dovrai risolvere alcuni enigmi ...
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Sellini
Carissima, grazie per aver trovato la forza di condividere il suo vissuto.
Mi dispiace molto che la sua situazione familiare sia così complessa, mi è arrivata molto chiaramente la sua sofferenza.
Vivere in ambienti controllanti e in presenza di atteggiamenti manipolatori non è per niente semplice ed è più che comprensibile sentirsi inermi. Spesso e volentieri chi ha atteggiamenti manipolatori tende a plasmare la realtà a proprio piacimento, trasformando e modificando la propria immagine di sé anche agli occhi degli altri. Per poter essere efficaci, la tendenza è proprio quella di usare le debolezze altrui e fare leva su di esse, scatenando sensi di colpa molto intensi nell’altro.
È più che comprensibile che lei abbia definito tutto questo un “inferno”, purtroppo quando non ci si sente all’interno di un nucleo supportivo e si cresce all’interno di dinamiche così complesse, ci si sente disarmati e soli.
Per quanto riguarda lo studio, potrebbe crearsi un piano di studi organizzato in sotto obiettivi, distribuendo la mole di lavoro giorno per giorno. Inoltre, potrebbe sfruttare la biblioteca dell’università oppure del suo paese, passando del tempo fuori casa per poter essere all’interno di ambienti neutrali. In alternativa, potrebbe organizzare gruppi di studio in presenza o virtuali. Certo l’online lo consideri solo se avesse la possibilità di usare una camera in totale tranquillità. Non so se lei preferisca studiare in gruppo oppure individualmente, a volte però essere circondata da altre persone, in un ambiente consono, aiuta a tenere più alta la motivazione e la concentrazione nello studio.
Frequenti persone che sente dalla sua parte e con cui si sente bene, come le sue amiche, il suo ragazzo e cerchi di svolgere attività che le diano sollievo.
Anche se per gli altri i comportamenti manipolatori e controllanti potrebbero essere visti come esagerati, oppure sue interpretazioni sbagliate o proprio non essere evidenti, non abbia paura di condividere e comunicare con il suo ragazzo o con una sua amica più stretta, così da poter avere un supporto sempre attivo. Il suo vissuto è importante ed ha tutto il diritto di avere una voce!
Devo dire però che le sue considerazioni, le sue consapevolezze, il suo essere stata in grado di resistere e aver trovato dentro di sé degli strumenti per fronteggiare tutto questo, è indice di grandi risorse interne. Mi dispiace molto che abbia avuto una brutta esperienza con i professionisti precedenti, è molto importante trovare una figura con cui sentirsi a proprio agio, sentirsi ascoltati ed accettati. Quando e se in futuro dovesse sentirsi di riprovare, le auguro di trovare una persona con cui sentirsi al sicuro, per potersi aprire con i suoi ritmi e ritrovare il suo benessere, i suoi confini ed il suo equilibrio.
Le auguro il meglio, un caro saluto!
Ciao, ti ho letta di un fiato e con molta attenzione. Il tuo dolore è palpabile e mi dispiace tanto, anche che tu abbia trovato un collega così assente. Ovviamente in terapia si vanno a cercare le situazioni che ti portano a stare così oggi, bloccata e "all'inferno" come tu dici, e sicuramente si parla della famiglia, ma certamente non colpevolizzare i genitori, ma solo per andare a capire.
Se vuoi sono a disposizione per andare a comprendere meglio e cercare insieme una via di cambiamento.
Un caro saluto
Lavinia
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Cara, mi rendo conto da ciò che scrive che si trova a vivere una grande sofferenza. Si sente probabilmente costretta in un rapporto che non le sembra reale, non c'è possibilità di svelare all'esterno il dolore che vive dentro le mura domestiche. Possibilità invece ce ne sono, per aiutarla, intanto cercare insieme ad un/una professionista le strategie migliori per potersi adattare e vivere la situazione che descrive. Come lei stessa dice, il percorso per terminare l'università è ancora lungo, non ha possibilità di rendersi autonoma a livello abitativo e quindi di "uscire" dalle dinamiche familiari, mi sembra quindi consigliabile cercare di affrontare le stesse dinamiche che descrive per renderle sopportabili o quantomeno contenibili. Come già sa i suoi genitori purtroppo non potranno cambiare a meno che non affrontino loro stessi una terapia che li aiuti (magari anche una terapia familiare?), può però modificare lei le modalità con cui interagisce con loro, con cui affronta e gestisce le "punizioni" e "manipolazioni" di cui racconta nel suo scritto. Io sono a disposizione per ulteriori chiarimenti, anche online.
Ciao,
mentre leggevo con interesse la tua storia, pensavo alla lucidità e alla chiarezza con la quale sei riuscita a narrare il tuo vissuto e soprattutto a scindere la realtà delle situazioni e dei fatti per come li percepisci tu dalla visione più “manipolata” dei tuoi genitori. Mi sembrava quasi di leggere una narrazione fatta da una terza persona e credo che questo potrebbe dipendere sia dal fatto che la precedente terapia ti ha resa consapevole di quello che stavi vivendo sia da una sorta di distacco che ti sei creata nel tempo per difenderti e sopravvivere ad una situazione che ti faceva soffrire troppo.
In ogni caso, questo mi fa ben pensare che tu abbia talmente tante risorse dentro di te a cui attingere che ti permettono di non soccombere alle dinamiche familiari che, da come le descrivi, appaiono piuttosto disfunzionali.
Parli di un vissuto molto censurante, dove niente è permesso e dove prevale la punizione, la violenza e l’umiliazione. E nonostante questo sei riuscita ad arrivare dove sei ora, a diplomarti, a studiare medicina (ovviamente con qualche rallentamento) e ad avere un compagno. Pensa quanto ancora riusciresti a fare se decidessi di affrontare un percorso psicologico più costante e a lavorare con più determinazione su te stessa per renderti più forte di quello che già sei.
Ti auguro con tutto il cuore di trovare la tua strada e sono sicura che ci riuscirai!
Un caro saluto
Dott.ssa Simona Di Napoli
Mi dispiace molto sentire della tua difficile situazione familiare e di come ciò stia influenzando la tua vita quotidiana e gli studi universitari. Le dinamiche tossiche e i comportamenti manipolatori dei tuoi genitori possono avere un impatto significativo sulla tua salute mentale, l'autostima e la tua capacità di concentrarti sugli obiettivi che hai.

È importante ricordare che non sei responsabile per le azioni dei tuoi genitori e che meriti di vivere una vita serena e appagante. Considerando la tua storia e le difficoltà che stai affrontando, potrebbe essere utile cercare un sostegno professionale da parte di uno psicologo o di un terapeuta esperto nel trattamento delle dinamiche familiari disfunzionali.

Uno psicologo può aiutarti a sviluppare strategie per affrontare lo stress familiare, migliorare la tua autostima e trovare modi per gestire le tue emozioni. Inoltre, potrebbe essere utile esplorare opzioni alternative per affrontare la tua situazione abitativa in futuro, come trovare un luogo indipendente dove vivere.

Non sottovalutare l'importanza di avere un sistema di supporto sociale. Se hai amici fidati o altri membri della famiglia con cui ti senti a tuo agio, cerca di condividere le tue esperienze e cercare il loro sostegno. Potrebbe essere utile anche cercare gruppi di supporto o risorse online per connetterti con altre persone che hanno vissuto situazioni simili.

Ricorda che sei una persona preziosa e che meriti di essere trattata con rispetto e amore. Non esitare a cercare aiuto professionale e a prenderti cura di te stessa. Il percorso verso il benessere può richiedere tempo, ma è possibile trovare una via d'uscita e costruire una vita migliore per te stessa.

Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti o dettagli.

Dott.ssa Francesca Gottofredi
Salve! La situazione che vive in casa è veramente difficile, si legge l'ansia e l'angoscia dalle sue parole, vivere in costante allerta giornaliera, ove non si è liberi di esprimersi e tantomeno di svolgere le attività in serenità risulta molto stressante, i comportamenti attuati in famiglia sono invalidanti, per cui è importante che in questo momento si possa prendere cura di sè stessa cercando di non colpevolizzarsi, sarebbe importante attuare un percorso per poter riportare un equilibrio nella sua vita.
Cordialmente Dott.ssa Raffaella Sorrentino.
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Cara utente, ho letto la tua esperienza e sono davvero molto dispiaciuta. Immagino la difficoltà a vivere e crescere in un contesto simile, che oltre a creare un clima estremamente pesante, limita molto la tua spinta all'indipendenza e all'espressione di sè. Purtroppo la famiglia è l'unica cosa che non possiamo scegliere. Ma quello che puoi scegliere sono i modelli che vuoi seguire e nulla ti vieta di trovare risorse al di fuori del tuo ambiente famigliare! Pertanto quello che puoi provare a fare "in autonomia" potrebbe essere individuare risorse fuori dal tuo sistema-famiglia (fidanzato, amici, università, altri adulti di riferimento per dirne alcuni) e lavorare su di te, sulla tua indipendenza e i tuoi obbiettivi. Perchè se è vero che loro non li puoi cambiare se non vogliono, questo non deve impedirti di "salvare" te stessa! Sicuramente un percorso psicologico potrebbe essere utile, non tanto per la tua famiglia, quanto per te e per il tuo futuro. Ti auguro di ritrovare al più presto una strada e un po' di sollievo da questa situazione. Naturalmente sono a disposizione se ne sentissi il bisogno.
Buona fortuna e un abbraccio!
Buongiorno,
Grazie per aver condiviso con noi questa storia per lei così dolorosa. Sono parzialmente d'accordo con quanto le ha detto il collega che ha menzionato: lei non è la sola ad avere bisogno di un percorso ma ne avrebbero bisogno anche i suoi genitori. Detto questo non possiamo costringerli, per cui un lavoro su noi stessi sarebbe già un passo molto importante. Spesso ci rechiamo da uno psicologo con una questione precisa (es. la fine di una relazione) e finiamo per lavorare soprattutto altri aspetti personali. E guarda caso quando la psicoterapia funziona i nostri famigliari e persone più vicine ci fanno notare che stiamo cambiando (in negativo secondo il loro punto di vista dato che stiamo spostando gli equilibri precedenti). Le consiglio caldamente di intraprendere un suo percorso con un collega, anche per il fatto che ha deciso di fare una professione che implica il contatto con le persone e nella quale entrano in gioco i nostri vissuti e la nostra interiorità.
Dott. Marco Cenci
Buonasera,

Grazie per aver condiviso la tua storia così profondamente e sinceramente. Quello che stai vivendo è estremamente complesso e doloroso, e dimostra una grande forza da parte tua nell'affrontarlo e nel cercare un aiuto. La tua situazione familiare, come descritta, sembra essere caratterizzata da dinamiche manipolative e controllanti, che possono avere un impatto significativo sul tuo benessere emotivo e psicologico.

Dal punto di vista psicodinamico, le dinamiche familiari e le esperienze dell'infanzia giocano un ruolo cruciale nella formazione del nostro sé e dei nostri schemi di comportamento. Le esperienze che hai descritto, come il controllo e le manipolazioni di tuo padre, le critiche e la doppia faccia di tua madre, possono avere radici profonde nei loro conflitti interiori e nei modelli appresi nelle loro famiglie d'origine. Questi comportamenti possono aver influito sul modo in cui percepisci te stessa e le tue relazioni con gli altri.

È comprensibile che tu possa sentirti intrappolata e senza speranza, specialmente avendo già avuto esperienze negative con il supporto psicologico in passato. Tuttavia, è importante ricordare che non tutti i terapeuti sono uguali e che trovare il giusto professionista può fare una grande differenza. Il percorso terapeutico potrebbe aiutarti a esplorare e comprendere meglio le dinamiche che hanno plasmato la tua vita, a rafforzare la tua autostima e a sviluppare strategie per gestire le difficoltà quotidiane e migliorare il tuo benessere.

Ti incoraggio caldamente a considerare di iniziare un nuovo percorso con uno psicologo. Potrebbe essere utile cercare un terapeuta specializzato in dinamiche familiari e traumi, che possa offrirti un ambiente sicuro e non giudicante per esplorare i tuoi sentimenti e le tue esperienze. Capisco che possa sembrare un passo difficile da fare, ma la tua salute mentale e il tuo benessere sono estremamente importanti.

Ricorda, non sei sola. Ci sono professionisti pronti ad ascoltarti e a supportarti in questo percorso di crescita e guarigione. Ti incoraggio a dare un'altra possibilità alla terapia, magari con l'aiuto di un terapeuta diverso che possa meglio rispondere alle tue esigenze.

Un abbraccio virtuale e tanto coraggio,

Dott. Matteo Guariso
Buongiorno, la ringrazio per la sua condivisione. Ciò che sta attraversando è certamente complesso e molto doloroso. Concordo con i colleghi nel consigliarle di intraprendere un percorso psicologico: uno spazio protetto in cui costruire una relazione di fiducia, elaborare quanto vive, avere la possibilità di essere sostenuta nelle sue risorse e ricevere un supporto nella costruzione di confini tra sè e i suoi familiari. Stabilire dei confini nel riconoscimento di ciò che è buono/non buono per sè può aiutarla nella costruzione della sua identità adulta e nel suo benessere.
Buonasera, grazie per il suo quesito. Nel lungo messaggio che ha scritto ha riportato una situazione complessa, in cui alcuni elementi possono sembrare immutabili e fonte di dolore. Non le posso dire che la situazione cambierà, ma sicuramente lei può cambiare se stessa e il modo in cui si approccia alle persone della sua vita e alle circostanze esterne. Per fare questo esiste la psicoterapia che è un percorso di cura ma anche un percorso di crescita e di conoscenza profonda di sé. Le porgo i miei migliori auguri. Cordiali saluti,
Gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso la sua storia che le ha recato tanta sofferenza e continua ad essere fonte di un profondo malessere. Dalle sue parole è emersa una forte determinazione e perseveranza: è riuscita a rialzarsi ogni volta, nonostante la situazione spiacevole in casa, la fine di una relazione, le costanti critiche di sua madre e i comportamenti di suo padre. Data la solitudine e l'incomprensione in cui si trova, la sua richiesta di aiuto è più che comprensibile.
Mi dispiace molto se non ha avuto buone esperienze con percorsi di psicoterapia in passato, ma spero che ciò non le impedisca di chiedere supporto a un professionista per aiutarla a trovare nuove risorse e un maggior benessere, perché si merita di concedersi l'opportunità di non dover continuare a definire la propria vita "un inferno".
Rimango a disposizione, un cordiale saluto. Dott.ssa Chiara Puddu

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