Buonasera, Sono una ragazza di quasi 25 anni che si è trasferita all’estero un paio d’anni fa crede

19 risposte
Buonasera,
Sono una ragazza di quasi 25 anni che si è trasferita all’estero un paio d’anni fa credendo di lasciare i problemi indietro.
Purtroppo, i problemi sono tornati e sono persino più grandi di prima.
Sono anni ormai che mi sento persa, disperata, alla ricerca costante di una connessione che non penso potrò mai trovare. Negli ultimi anni ho imparato a mettere su una maschera e fingere di essere sempre sorridente perché ho scoperto che mi piace che la gente pensi questo di me. E indosso questa maschera quasi sempre, usandola anche come mezzo per raggiungere i miei scopi.
C’è solo un caso in cui, dopo del tempo, riesco a toglierla e sono le mie relazioni intime: peccato che ognuna di loro finisca nel peggiore dei modi.
Ho il terrore costante di essere narcisista, sento di essere una brutta persona che per lenire il vuoto che sente dentro cerca di compensarlo usando le persone.
Mi sento persa, disperata e condannata ad una vita di solitudine sia fisica che emotiva. Non mi è difficile instaurare nuove relazioni intime, ma so di farlo col solo motivo di non sentirmi sola. Ovviamente non prendo il primo che passa, devo sentire della complicità, ma comunque ritengo che il mio innamoramento sia facile e dettato dal desiderio di accettazione.
Penso al narcisismo quasi tutti i giorni e, quando non ritengo di esserlo io stessa, cerco di capire se non lo siano gli altri.
Ho appena chiuso una relazione con un uomo più grande di me che mi ha mancato così tanto di rispetto e così tante volte che davvero mi ha messa in limbo che mi porta a chiedermi continuamente se sia lui o sia io il mostro. E non c’è modo di capirlo. La nostra realtà era distorta… ad oggi sono riuscita a chiudere ma mi ritrovo con più punti di domanda di prima! E se avessi chiuso perché ho finito di prendere tutto quello che potevo da lui? E se invece fosse lui il narcisista ed io, che voglio solo amarlo, l’abbia lasciato così come hanno fatto tutte le altre persone della sua vita?
Sono bloccata, bloccata e triste.
Non so che aspettarmi dalla mia vita, spero non solo solitudine eterna e sconnessione….
Buongiorno,

Mi dispiace molto leggere del suo dolore e della sua confusione. È evidente che sta affrontando un periodo molto difficile e che sente il bisogno di chiarezza e supporto. La sua storia riflette un profondo senso di smarrimento e una lotta interiore con la propria identità e le relazioni interpersonali. Vorrei offrirle qualche riflessione e suggerimento che spero possano aiutarla.

1. Comprendere se stessa: Spesso, i sentimenti di smarrimento e disperazione derivano dalla mancanza di una chiara comprensione di sé. Potrebbe essere utile intraprendere un percorso di auto-esplorazione con l'aiuto di un terapeuta. Questo potrebbe aiutarla a comprendere meglio le sue emozioni, le sue paure e i suoi comportamenti.

2. La maschera che indossa: È comune cercare di nascondere il proprio dolore dietro una facciata di felicità. Tuttavia, indossare una maschera costantemente può essere estenuante e può impedire di stabilire connessioni autentiche con gli altri. Lavorare con un terapeuta potrebbe aiutarla a trovare il coraggio di essere se stessa, senza sentirsi giudicata.

3. Il timore del narcisismo: È evidente che si preoccupa molto di poter essere una persona narcisista. Tuttavia, il solo fatto che si pone questa domanda e che sente rimorso e preoccupazione per le sue azioni suggerisce una profondità di riflessione che spesso manca nei veri narcisisti. Il narcisismo è un disturbo complesso che richiede una diagnosi professionale. Parlare con un terapeuta può aiutarla a chiarire queste preoccupazioni.

4. Le relazioni intime: Le relazioni possono essere complicate e spesso riflettono il nostro stato emotivo interno. Se si sente di iniziare relazioni per riempire un vuoto interiore, potrebbe essere utile esplorare questo bisogno con un professionista. Capire perché cerca certe relazioni e quali sono le sue aspettative può aiutarla a costruire connessioni più sane e soddisfacenti.

5. La recente relazione: È difficile valutare una relazione dall'esterno, ma sembra che la sua esperienza con il suo ex partner sia stata particolarmente dolorosa. Il fatto che si chieda se ha chiuso la relazione per motivi egoistici o per proteggere se stessa è indicativo di una riflessione profonda. Parlando con un terapeuta, può esplorare queste dinamiche in modo più approfondito e arrivare a una maggiore comprensione di ciò che è accaduto.

6. Accettare il proprio percorso: La sua esperienza di sentirsi persa e disperata non è rara, soprattutto in una fase della vita in cui si stanno affrontando grandi cambiamenti. È importante accettare che è normale sentirsi così e che cercare aiuto è un segno di forza, non di debolezza.

7. Considerare la terapia: Un percorso terapeutico può offrirle uno spazio sicuro per esplorare i suoi sentimenti e le sue paure. Un terapeuta può aiutarla a sviluppare strategie per gestire l'ansia, la depressione e i problemi di autostima, e a costruire relazioni più soddisfacenti.

Le auguro di trovare la chiarezza e la serenità di cui ha bisogno. Non esiti a cercare il supporto di un professionista, perché merita di vivere una vita piena e appagante.

Cordiali saluti.

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Salve, condivido con lei alcuni spunti, sperando possano esserle utili in queste sue dolorose riflessioni.

Alcune dinamiche di cui lei scrive hanno più a che fare con un’intensa e severa messa in discussione di se stessa che non con il narcisismo; chiaramente non è possibile esprimere una diagnosi da un breve scritto anonimo, per cui proviamo a tradurre attraverso altri termini ciò che lei teme sia un grave disturbo di personalità.

Scrive in più punti che lei è alla ricerca di una connessione intima che sente non potrà mai trovare, teme una vita di solitudine e prova un profondo desiderio di accettazione. Forse è proprio a partire da quest’ultimo – il bisogno di sentirsi accettata – che potrebbe iniziare un nuovo modo di riflettere su di sé: da dove proviene questo bisogno? Sente che nel corso della sua vita c’è qualcuno che l’ha fatta sentire profondamente accettata? Oppure questo bisogno non ha mai trovato una sua espressione autentica?
Il bisogno dell’Altro, della sua accettazione e del suo amore, non ha a che fare con la psicopatologia, ma con la struttura dell’essere umano.

A quanto scrive, sembra però che questo bisogno la porti verso strade dolorose: un uomo che le ha mancato di rispetto per lungo tempo, le “maschere” che indossa per mostrare al mondo parti accettabili di se stessa, quelli che lei sente come “innamoramenti facili” e la sensazione di voler “prendere” dall’altro. Potrebbe chiedersi, ad esempio, se lei sente che deve “prendere” dall’altro al solo fine di usarlo a proprio vantaggio o se la sua finalità è quella di trovare un momento di sollievo a questa sua “fame” di sentirsi accettata e amata.

Ciò che lei descrive è un’immagine di sé tendente al mostruoso, ma questo “mostro” che lei sente di essere andrebbe accolto e ascoltato. L’auto-esplorazione che sta portando avanti da sola (forse da anni?) mi sembra la stia portando in territori dolorosi da cui lei potrebbe trovare una nuova conoscenza di se stessa, con le giuste domande. Le suggerirei di contattare un professionista nella città in cui risiede per trovare strade diverse per conoscersi e per intessere relazioni partendo da un equilibrio interiore da ricercare.

Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Buongiorno, capisco l'accaduto. La situazione che descrive comprende diversi aspetti che si intersecano fra loro. Arrivare a chiedersi "chi o cosa" siamo è spesso un passaggio doloroso, quasi un lutto, che però apre le porta ad una crescita importante. Questo ci mette poi in grado di criticare la realtà secondo le nostre lenti personali, ad esempio rendendosi conto di come funzioniamo e cosa vogliamo dagli altri. Come accennato, non è un passaggio affatto facile, ci sono dubbi, alti e bassi ed essendo una novità non si sa bene dove si sta andando veramente. Accanto all'aspetto personale c'è quello relazionale. Dopo la fine di una relazione c'è sempre un periodo di riassestamento, ancor di più se si è trattata (nel bene e nel male) di una relazione intensa. Può esserci il desiderio di avere risposte, risolvere e definire le cose che non hanno funzionato e cosi via. Di solito è difficile mettere subito in pratica queste cose. Anche questo è un lutto, ha le sue fasi e ci vuole del tempo a seconda del caso. In ultimo, non so se è il suo caso, ma l'essere lontano da casa in un momento di bisogno può essere un fattore di rischio da considerare. Semplicemente per ascoltarsi e capire come e dove stiamo. Prendersi dello spazio e del tempo può essere utile in queste circostanze. Parallelamente confrontarsi con i propri cari e mantenere il proprio assetto sociale fornisce un altra base su cui poggiarsi. Infine, chiedere una consulenza o iniziare un percorso terapeutico è la scelta forse per prendere in carico tali dinamiche, per elaborarle e gestirne le conseguenze, che ripresentandosi cronicamente possono farci soffrire molto.
A disposizione, dott. Lorenzo Scarpitti.
Buongiorno, sentirsi disperata e condannata ad una vita di solitudine sembra essere un destino senza scampo per lei. Le suggerisco di prendere in considerazione un percorso di psicoterapia per uscire da questo stato. Le emozioni che la accompagnano sono da analizzare attentamente per capire cosa mantiene questi pensieri ripetitivi sul suo essere o non essere una brava persona.
Resto a disposizione anche online
Dott.ssa Camilla Ballerini.
Buongiorno, le sue parole sono cariche di una grande fatica, immagino quanto sia stanca. Credo sinceramente che per poterla aiutare sia necessario un contatto diretto, poter ascoltare la sua storia e comprendere insieme quanto le accade. Le consiglio di prendere contatto con il suo medico di base per un eventuale invio a specialisti. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a fare chiarezza. Le auguro una Buona settimana, Laura Travaglini
Cara utente, grazie per aver condiviso questo momento difficile con noi.
Mettere una "maschera" e apparire sempre felice può essere un modo per proteggersi, ma è importante ricordare che è assolutamente accettabile mostrare le proprie vulnerabilità.
Potrebbe essere utile esplorare perché si sente così, considerando il suo passato e le sue esperienze di attaccamento nella prima infanzia che vanno a determinare il modo di percepire noi stessi, gli altri e le relazioni che instauriamo.

Vorrei offrirle il mio supporto per aiutarla a esplorare questi sentimenti più a fondo. Potremmo lavorare insieme per capire meglio se stessa, i suoi bisogni e come affrontare questo momento di difficoltà. Le propongo una consulenza online, che le permetterà di parlare apertamente in un ambiente sicuro e senza giudizi.

Un caro saluto
Dott.ssa De Magistris
Buongiorno, dalle sue parole mi arriva molto forte il dolore e la fatica che sta provando per superare questo suo stato di confusione. La maschera che dice di indossare potrebbe essere una difesa contro il mondo esterno che molto probabilmente la spaventa. Ha infatti detto che si è recata all'estero per una serie di problemi che però la stanno seguendo, ciò che forse potrebbe aiutarla è iniziare ad analizzare questi problemi prendendoli di petto e senza dover indossare quella maschera. La paura di doverli affrontare sento sia tanta ciò che le consiglio è di farlo quindi in uno spazio protetto come quello che offre la psicoterapia lasciandosi aiutare da un professionista che la possa aiutare a superare quel blocco di cui parla, leggendo e analizzando quei problemi che tanto la spaventano e costruendo insieme l'immagine di un futuro diverso da quello di tristezza che ora vede davanti a lei. Per qualsiasi chiarimento resto a sua disposizione. Dott.ssa Alessia Vanzi
Ciao,
purtroppo quello da cui stai sfuggendo è dentro di te ed è probabile che ci rimarrà finché non lo vorrai guardare in faccia e affrontare. Quel mostro di cui parli non è altro che il tuo dolore e la tua rabbia, che possono assumere sembianze diverse in te stessa (o al di fuori, come nel caso dell’uomo in questione). Tu cerchi di coprire queste emozioni, ma la maschera prima o poi cade e soprattutto ti costa un enorme dispendio di energia. Ma tutto questo già lo sai. Il fatto di essere una persona seduttiva non significa necessariamente che tu sia narcisista o qualunque altra etichetta ti voglia dare. Invece, è più probabile che tu abbia appreso questa modalità in tempi in cui non avevi altri strumenti per sentirti amata e accettata.
Parli di connessione e sconnessione, ma l’unica connessione importante che devi cercare è con te stessa, con quelle emozioni da cui fuggi, se vuoi che non ti perseguitino più.
Ti abbraccio forte.
Dott.ssa Simona Di Napoli
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno e grazie per aver condiviso la tua domanda con noi. Da ciò che leggo sembra che la maschera di cui parli sia in riferimento a un’immagine di positività e di felicità che desideri infondere negli altri, ma che tuttavia non senti fino in fondo. Per quanto riguarda le relazioni, risuona molto dolore dentro a partire dalle tue parole. Le relazioni hanno radici profonde che si inseriscono in modelli appresi in passato e che tendono a ripetersi nella vita adulta, in mancanza di un’approfondita conoscenza e consapevolezza di sè. Ciò che mi sento di suggerire è di non cercare etichette, ma piuttosto di concentrarti su ciò che desideri, che sembra essere donare amore. Donare amore è un atto che richiede una persona disponibile a riceverlo e qualcuno dall’alto lato che sia disponibile emotivamente a donare a sua volta. Ti auguro ogni felicità e resto a disposizione per eventuali approfondimenti. Un caro saluto,
Dott.ssa Claudia Cristiano.
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Buongiorno, intanto mi spiace molto di leggere che si sente persa e sola. La paura della solitudine e dell'altro mi sembrano le tematiche principali che esprime apertamente, emerge da ciò che scrive un forte sentimento di estraneità, le maschere di cui parla, che indossa lei e indossano anche gli altri con cui si relaziona (i narcisisti di cui parla e di cui è preoccupata). Sarebbe utile indagare e approfondire che tipo di relazioni ha avuto da piccola e che rapporto ha vissuto all'interno del suo nucleo familiare.
Cosa è per lei l'amore e l'interazione con gli altri, che sia di tipo sentimentale o amicale? Molte domande a cui le suggerisco di trovare risposta accompagnata da un supporto valido. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, un saluto.
Mi colpisce da quello che Lei scrive il Suo porsi tanti interrogativi. C'è un desiderio ardente in Lei di comprendere e di auto analizzarsi, ma nello stesso tempo è come se Lei finisse per girare intorno a dubbi continui che finiscono per tormentarla senza trovare uno sbocco, una via d'uscita. Le sarebbe utile una terapia psicologica per un confronto e per mettere ordine nei suoi pensieri e per ridarle fiducia nelle Sue qualità e nel Suo valore di giovane donna.
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Mi dispiace sentire che stai attraversando un periodo così difficile e che ti senti persa, disperata e condannata alla solitudine. È comprensibile che le tue esperienze passate abbiano influenzato la tua percezione di te stessa e delle relazioni intime.

È importante ricordare che la ricerca di connessione e accettazione è un bisogno umano fondamentale, ma è essenziale farlo in modo sano e reciproco. Potrebbe essere utile esplorare il tuo senso di autostima e lavorare per sviluppare una connessione più autentica con te stessa. Una terapia individuale potrebbe aiutarti ad affrontare questi pensieri e sentimenti, fornendoti uno spazio sicuro per esplorare e comprendere meglio i tuoi modelli relazionali.

È normale interrogarsi sulle dinamiche delle relazioni passate, ma ricorda che non spetta a te determinare se tu o gli altri siete "mostri" o narcisisti. Il processo di comprensione e guarigione richiede tempo e supporto professionale. Concentrati sulla tua crescita personale e sulla costruzione di relazioni basate sulla fiducia reciproca e sulla comunicazione aperta.

Non lasciare che le tue esperienze passate definiscano il tuo futuro. Con il tempo, la consapevolezza e il sostegno adeguato, puoi lavorare per guarire le ferite emotive e creare una vita più soddisfacente. Non esitare a cercare l'aiuto di uno psicologo o di un terapeuta per affrontare questi problemi in modo più approfondito.

Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti o dettagli. Dott.ssa Francesca Gottofredi
Buongiorno, dalle sue parole ciò che ho notato maggiormente è la paura di essere narcisista. Comprendo questo sentimento, mi va di dirle però che un livello di narcisismo sano è in ognuno di noi: mantiene l'autostima e ci aiuta a raggiungere gli obiettivi. Va distinto dal disturbo narcisistico di personalità. Oggigiorno si trovano svariate definizioni del termine, il più delle volte utilizzate allo scopo di far spaventare la persona. Le consiglio di rivolgersi ad un professionista in modo tale che possa darle uno spazio in cui esprimere questa paura e chiarire il significato del termine. Nessuno è un mostro, ma tutti hanno le proprie sofferenze, il mio augurio è di prendersene cura.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Stefania Rubiero
Gentile utente, comprendo e mi dispiace moltissimo per le emozioni forti che sta vivendo in questo momento e per tale motivo sarebbe consigliabile iniziare un percorso psicologico per poterla aiutare ad esplorare le cause dei suoi stati emotivi, sviluppando strategie per affrontarli e imparare modi sani per gestire le sue emozioni. Resto a sua disposizione Dott.ssa Valentina Pisciotta.
Buongiorno, grazie per il quesito. L'essere umano è mosso nella sua ricerca esistenziale da una necessità di socialità che lo spinge ad intrecciare relazioni attraverso cui trova - o meno - una sua realizzazione. Le questioni che riporta nel suo messaggio sono molteplici e necessiterebbero di un approfondimento per una maggiore comprensione. Cordiali saluti,
Buonasera, comprendo che la sua esperienza di smarrimento, disperazione e inautenticità la stia mettendo a dura prova e, a quanto dice, da ormai parecchio tempo. E' stata coraggiosa a provare a stravolgere radicalmente la sua vita per cercare di tirarsi fuori da questa brutta situazione, tuttavia spesse volte le questioni da cui si cerca di fuggire stanno all'interno e non nell'ambiente e necessitano di essere viste e rielaborate più che evitate. Le consiglierei caldamente di provare a intraprendere un percorso psicologico così da poter mettere mano a ciò che la fa soffrire e potersi liberare della maschera di successo che sente di voler/dover indossare per stare con gli altri.
Resto a disposizione qualora volesse fare questo percorso con me.
Un caro saluto,

Dott.ssa Giulia Campana
Buongiorno Cara, nel leggere il suo racconto ho sentito i sensi di colpa e la paura di essere "un mostro", una persona "narcisista", una "brutta persona". Si sente l'angoscia ed il terrore ma soprattutto il giudizio punitivo che la blocca e la rende triste. Le suggerirei di parlarne con qualcuno che può capirla ed aiutarla a liberarsi dei sensi dei colpa per vivere serenamente la sua vita. Un caro saluto ed un abbraccio. Dott.ssa Anna Verrino
Mi colpisce quanto sia presente il tema del narcisismo e quanto questo dubbia sembri logorarti. Mi chiedo: e se fosse amor proprio? Se non desiderassi, poi, nient'altro che essere amata? Spero tu voglia considerare di dedicarti uno spazio tuo, in cui poter riconoscere e vedere riconosciuti i tuoi bisogni. Un abbraccio.

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