Buonasera, sono una ragazza di 28 anni e ancora soffro per il rapporto con mia madre. Premetto che n
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Buonasera, sono una ragazza di 28 anni e ancora soffro per il rapporto con mia madre. Premetto che non sono ancora realizzata nella vita, ho fatto delle scelte che mi hanno rallentato. Ho un fidanzato da tanti anni con cui ho dei progetti.
Mia madre è una donna con conflitti irrisolti, che ha dato la sua vita al lavoro riuscendoci alla grande ( ha sempre guadagnato più di mio padre ), da bambina la temevo, c'è sempre stato un certo distacco. Ho una sorella maggiore che ha avuto un conflitto molto acceso con lei ma che ha adesso sembra averla perdonata, con il lavoro hanno un argomento di conversazione. Io non sono in grado di avere un rapporto con mia madre, perché ogni volta che apro bocca minimizza quello che dico, non ascolta o resta in silenzio, espone quello che pensa lei senza possibilità si instaurare uno scambio e si altera perché non le dò ragione o parlo in termini che non ha voglia di capire. Ho passato tutta la mia vita adolescente a cercare di sistemare la situazione, di provocare per ottenere una reazione o un punto di inizio per un cambiamento che non è mai avvenuto. Ho deposto le armi il giorno in cui piangendo in ginocchio davanti a lei dicendole che non avevamo un rapporto ed era una cosa che mi faceva soffrire mi ha detto quasi ridendo che non è vero e mi invento un sacco di cose. Ho un padre piuttosto succube e taciturno che non è mai intervenuto a sufficienza e oggi che mi ritrovo a vivere uno dei momenti più complessi della mia esistenza ( ho deciso di concludere una laurea lasciata in sospeso e non so cosa fare nella vita ) mi sento molto sola nel mio dolore. I miei amici, il mio fidanzato lo conoscono, ma i miei genitori sembra di no, esprimono solo preoccupazione e mai supporto emotivo. Non mi mettono pressione, ma neanche mi parlano come una persona adulta dovrebbe fare con un figlio/ un' altra persona adulta. Io di mio nel tempo ho tirato su un muro fatto di paura, vergogna e sensi di colpa. Mia madre spesso si arrabbia perché rispondo male o sto nel mio, se chiudo la porta della mia stanza ( a 28 anni... ) senza chiedersi mai di cosa ha bisogno mia figlia ? Percepisco impotenza, incapacità emotiva, la solita distanza. Vorrei avere un rapporto diverso ma so che non succederà mai, come posso metabolizzare e andare avanti con la mia vita ?
Mia madre è una donna con conflitti irrisolti, che ha dato la sua vita al lavoro riuscendoci alla grande ( ha sempre guadagnato più di mio padre ), da bambina la temevo, c'è sempre stato un certo distacco. Ho una sorella maggiore che ha avuto un conflitto molto acceso con lei ma che ha adesso sembra averla perdonata, con il lavoro hanno un argomento di conversazione. Io non sono in grado di avere un rapporto con mia madre, perché ogni volta che apro bocca minimizza quello che dico, non ascolta o resta in silenzio, espone quello che pensa lei senza possibilità si instaurare uno scambio e si altera perché non le dò ragione o parlo in termini che non ha voglia di capire. Ho passato tutta la mia vita adolescente a cercare di sistemare la situazione, di provocare per ottenere una reazione o un punto di inizio per un cambiamento che non è mai avvenuto. Ho deposto le armi il giorno in cui piangendo in ginocchio davanti a lei dicendole che non avevamo un rapporto ed era una cosa che mi faceva soffrire mi ha detto quasi ridendo che non è vero e mi invento un sacco di cose. Ho un padre piuttosto succube e taciturno che non è mai intervenuto a sufficienza e oggi che mi ritrovo a vivere uno dei momenti più complessi della mia esistenza ( ho deciso di concludere una laurea lasciata in sospeso e non so cosa fare nella vita ) mi sento molto sola nel mio dolore. I miei amici, il mio fidanzato lo conoscono, ma i miei genitori sembra di no, esprimono solo preoccupazione e mai supporto emotivo. Non mi mettono pressione, ma neanche mi parlano come una persona adulta dovrebbe fare con un figlio/ un' altra persona adulta. Io di mio nel tempo ho tirato su un muro fatto di paura, vergogna e sensi di colpa. Mia madre spesso si arrabbia perché rispondo male o sto nel mio, se chiudo la porta della mia stanza ( a 28 anni... ) senza chiedersi mai di cosa ha bisogno mia figlia ? Percepisco impotenza, incapacità emotiva, la solita distanza. Vorrei avere un rapporto diverso ma so che non succederà mai, come posso metabolizzare e andare avanti con la mia vita ?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
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Ho avuto il piacere di condividere esperienze analoghe alla tua con tanti ragazzi. Il rapporto coi genitori é importante e fai benissimo a non rinunciare ad averne uno. Parlane con uno Psicologo, vedrai che riuscirà a darti aiuto. Non aspettare oltre.
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Gentile Utente,
mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo e capisco quanto possa essere difficile come figlia gestire queste dinamiche. Dal suo racconto mi viene da riflettere sul fatto che forse non sia casuale che il suo dispiacere e malessere siano così cresciuti in questo ultimo periodo/anni. Si trova, infatti, in un momento molto particolare della sua vita, dove si sta facendo strada verso l'età adulta e sta definendo quali siano i suoi desideri e progetti di vita nei vari ambiti (personali, lavorativi, familiari etc.).
Scegliere il proprio percorso di crescita verso l'età adulta dovendo "fare i conti" con questo legame complesso che la lega alla madre e, più in generale, alla sua famiglia non è affatto semplice. E questo perché possono insorgere paure, si può sentire il peso di aspettative silenziose e implicite, si può desiderare cambiare le cose ma sentire che ogni piccolo sforzo fatto non produca alcun passo. Non riuscire a sciogliere dei nodi può far inciampare lungo il nostro cammino e creare tanti ostacoli dentro di noi. Per questo, il mio suggerimento è quello di - se le va e se la sente - iniziare un percorso psicologico personale che possa sostenerla nelle sue difficoltà e nell'approfondire, per poi sciogliere, questi nodi relazionali. Dato il contesto, credo che il percorso più adatto possa essere con uno psicologo sistemico relazionale che ha come focus della terapia proprio il cercare di trovare modi alternativi e più funzionali di relazionarsi con il sistema di appartenenza, sia esso familiare o amicale.
Se ne ha bisogno sono disponibile per iniziare un percorso insieme (a distanza o in studio) o per un confronto professionale.
Buona fortuna,
A presto
mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo e capisco quanto possa essere difficile come figlia gestire queste dinamiche. Dal suo racconto mi viene da riflettere sul fatto che forse non sia casuale che il suo dispiacere e malessere siano così cresciuti in questo ultimo periodo/anni. Si trova, infatti, in un momento molto particolare della sua vita, dove si sta facendo strada verso l'età adulta e sta definendo quali siano i suoi desideri e progetti di vita nei vari ambiti (personali, lavorativi, familiari etc.).
Scegliere il proprio percorso di crescita verso l'età adulta dovendo "fare i conti" con questo legame complesso che la lega alla madre e, più in generale, alla sua famiglia non è affatto semplice. E questo perché possono insorgere paure, si può sentire il peso di aspettative silenziose e implicite, si può desiderare cambiare le cose ma sentire che ogni piccolo sforzo fatto non produca alcun passo. Non riuscire a sciogliere dei nodi può far inciampare lungo il nostro cammino e creare tanti ostacoli dentro di noi. Per questo, il mio suggerimento è quello di - se le va e se la sente - iniziare un percorso psicologico personale che possa sostenerla nelle sue difficoltà e nell'approfondire, per poi sciogliere, questi nodi relazionali. Dato il contesto, credo che il percorso più adatto possa essere con uno psicologo sistemico relazionale che ha come focus della terapia proprio il cercare di trovare modi alternativi e più funzionali di relazionarsi con il sistema di appartenenza, sia esso familiare o amicale.
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Buona fortuna,
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Grazie per aver condiviso i suoi vissuti. Mi dispiace poiché comprendo il disagio che sta vivendo. Ritengo utile che lei possa approfondire il tema e dunque richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare e comprendere meglio la situazione. Un caro saluto.
Mi dispiace molto per il dolore che stai vivendo. È difficile affrontare un rapporto complesso con un genitore, specialmente quando si desidera una connessione più profonda e comprensione. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti a gestire questa situazione e a trovare un modo per andare avanti:
1. Accettazione e Realismo
Accettare la Situazione: Riconosci che tua madre potrebbe non essere in grado di offrire il tipo di supporto emotivo che desideri. Accettare questa realtà può essere doloroso, ma è un primo passo importante verso la guarigione.
Realismo sulle Aspettative: Ridimensiona le tue aspettative nei confronti di tua madre. Aspettarti che cambi radicalmente potrebbe portare a ulteriori delusioni.
2. Autocompassione e Autostima
Pratica l’Autocompassione: Trattati con la stessa gentilezza e comprensione che riserveresti a un amico che sta attraversando una situazione difficile. Non colpevolizzarti per i problemi nella tua relazione con tua madre.
Rafforza l’Autostima: Concentrati sui tuoi successi e sulle tue qualità. Ricorda a te stessa che sei una persona di valore indipendentemente dal riconoscimento dei tuoi genitori.
3. Supporto Psicologico
Terapeuta: Considera di parlare con un terapeuta. La terapia può aiutarti a elaborare i tuoi sentimenti, a costruire la tua autostima e a sviluppare strategie per gestire il dolore e la frustrazione.
Gruppi di Supporto: Unirsi a gruppi di supporto per persone che affrontano dinamiche familiari difficili può offrire un luogo sicuro per condividere esperienze e ricevere consigli.
4. Stabilire Confini Sani
Confini Emotivi: Impara a stabilire e mantenere confini emotivi con tua madre. Questo può significare limitare le conversazioni a argomenti neutrali o ridurre il tempo passato insieme se questo ti causa stress.
Comunicazione Assertiva: Pratica la comunicazione assertiva. Esprimi i tuoi bisogni e sentimenti in modo chiaro e rispettoso, senza aspettarti necessariamente un cambiamento da parte sua.
5. Costruire una Rete di Supporto Alternativa
Amici e Partner: Appoggiati sui tuoi amici e sul tuo fidanzato per il supporto emotivo. Costruisci relazioni solide e di sostegno con persone che ti comprendono e ti apprezzano.
Attività e Comunità: Partecipa a attività o gruppi che ti interessano. Questo può aiutarti a costruire una rete di supporto al di fuori della famiglia.
6. Cura di Sé e Resilienza
Pratica l’Auto-cura: Dedica del tempo a te stessa e alle attività che ti fanno sentire bene. La cura di sé può aiutare a ridurre lo stress e a migliorare il tuo benessere emotivo.
Resilienza: Lavora sulla tua resilienza emotiva. La resilienza ti aiuterà a gestire meglio le difficoltà e a trovare forza nei momenti di crisi.
7. Progetto di Vita
Fissare Obiettivi: Stabilisci obiettivi realistici per il tuo futuro, sia a breve che a lungo termine. Concludere la tua laurea è un passo importante. Pianifica cosa vorresti fare successivamente e lavora verso questi obiettivi.
Focalizzarsi sul Proprio Percorso: Ricorda che il tuo percorso è unico. Non paragonarti agli altri e riconosci che ognuno ha i propri tempi e sfide.
Conclusione
Affrontare un rapporto difficile con un genitore richiede tempo e pazienza. Concentrati su te stessa, sul tuo benessere e sulle tue aspirazioni. Con il giusto supporto e le strategie adeguate, puoi costruire una vita appagante e serena nonostante le difficoltà familiari.
1. Accettazione e Realismo
Accettare la Situazione: Riconosci che tua madre potrebbe non essere in grado di offrire il tipo di supporto emotivo che desideri. Accettare questa realtà può essere doloroso, ma è un primo passo importante verso la guarigione.
Realismo sulle Aspettative: Ridimensiona le tue aspettative nei confronti di tua madre. Aspettarti che cambi radicalmente potrebbe portare a ulteriori delusioni.
2. Autocompassione e Autostima
Pratica l’Autocompassione: Trattati con la stessa gentilezza e comprensione che riserveresti a un amico che sta attraversando una situazione difficile. Non colpevolizzarti per i problemi nella tua relazione con tua madre.
Rafforza l’Autostima: Concentrati sui tuoi successi e sulle tue qualità. Ricorda a te stessa che sei una persona di valore indipendentemente dal riconoscimento dei tuoi genitori.
3. Supporto Psicologico
Terapeuta: Considera di parlare con un terapeuta. La terapia può aiutarti a elaborare i tuoi sentimenti, a costruire la tua autostima e a sviluppare strategie per gestire il dolore e la frustrazione.
Gruppi di Supporto: Unirsi a gruppi di supporto per persone che affrontano dinamiche familiari difficili può offrire un luogo sicuro per condividere esperienze e ricevere consigli.
4. Stabilire Confini Sani
Confini Emotivi: Impara a stabilire e mantenere confini emotivi con tua madre. Questo può significare limitare le conversazioni a argomenti neutrali o ridurre il tempo passato insieme se questo ti causa stress.
Comunicazione Assertiva: Pratica la comunicazione assertiva. Esprimi i tuoi bisogni e sentimenti in modo chiaro e rispettoso, senza aspettarti necessariamente un cambiamento da parte sua.
5. Costruire una Rete di Supporto Alternativa
Amici e Partner: Appoggiati sui tuoi amici e sul tuo fidanzato per il supporto emotivo. Costruisci relazioni solide e di sostegno con persone che ti comprendono e ti apprezzano.
Attività e Comunità: Partecipa a attività o gruppi che ti interessano. Questo può aiutarti a costruire una rete di supporto al di fuori della famiglia.
6. Cura di Sé e Resilienza
Pratica l’Auto-cura: Dedica del tempo a te stessa e alle attività che ti fanno sentire bene. La cura di sé può aiutare a ridurre lo stress e a migliorare il tuo benessere emotivo.
Resilienza: Lavora sulla tua resilienza emotiva. La resilienza ti aiuterà a gestire meglio le difficoltà e a trovare forza nei momenti di crisi.
7. Progetto di Vita
Fissare Obiettivi: Stabilisci obiettivi realistici per il tuo futuro, sia a breve che a lungo termine. Concludere la tua laurea è un passo importante. Pianifica cosa vorresti fare successivamente e lavora verso questi obiettivi.
Focalizzarsi sul Proprio Percorso: Ricorda che il tuo percorso è unico. Non paragonarti agli altri e riconosci che ognuno ha i propri tempi e sfide.
Conclusione
Affrontare un rapporto difficile con un genitore richiede tempo e pazienza. Concentrati su te stessa, sul tuo benessere e sulle tue aspirazioni. Con il giusto supporto e le strategie adeguate, puoi costruire una vita appagante e serena nonostante le difficoltà familiari.
Buongiorno, mi spiace per la situazione perchè comprendo come sia difficile e faticoso non avere un rapporto con la propria madre e non riuscire ad instaurarlo. Un aspetto positivo da cui partire per il cambiamento che desidera è la sua importante consapevolezza che la situazione da parte della mamma non cambierà. Sembra una cosa piccola, ma è importante per poter orientare il proprio sguardo solo su di sè e su quello che Lei può fare in questa situazione.Come poter cambiare e metabolizzare questo? In un percorso psicologico sarà possibile comprendere bene quali sono i suoi bisogni relativi alla relazione con la mamma, come potersi relazionare con lei in modo più produttivo, come affrontare le emozioni che vive al riguardo.
Se desidera sono disponibile, anche online.
Un caro saluto
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Un caro saluto
Gentile regazza,
comprendo bene la situazione e le emozioni difficili che sta provando. Credo che sia una questione da provare a risolvere il uno spazio di supporto psicologico, spazio in cui potrà comprendere meglio le dinamiche alla base della relazione con sua madre e anche come costruire con lei un rapporto migliore più adeguato alla sua età e bisogni.
Resto a disposizione anche online per seguirla in questo percorso.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
comprendo bene la situazione e le emozioni difficili che sta provando. Credo che sia una questione da provare a risolvere il uno spazio di supporto psicologico, spazio in cui potrà comprendere meglio le dinamiche alla base della relazione con sua madre e anche come costruire con lei un rapporto migliore più adeguato alla sua età e bisogni.
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Un caro saluto
Dott.ssa Vita
Deve assolutamente fare una terapia, non trovo altro modo da conigliarle, forza.
Buongiorno, dalla sua descrizione emerge con chiarezza una situazione - presente da anni - di sofferenza. Questa impatta in maniera significativa sulla sua vita di tutti i giorni, tanto che racconta con chiarezza di stati emotivi quali vergogna ed impotenza. Questa consapevolezza in merito agli stati emotivi e alle dinamiche familiari ritengono che siano una buona risorsa da poter sfruttare in un percorso psicologico che possa aiutarla a trovare una condizione di benessere che andrà ad impattare nei diversi ambiti di vita, migliorandone la qualità della vita stessa. Il rapporto coi genitori è alla base della costruzione dell'identità personale, per cui lavorarci per tempo le permetterà di trovare il suo benessere.
Resto a disposizione, Dott.ssa Elisa Rocco
Resto a disposizione, Dott.ssa Elisa Rocco
Cara, innanzitutto sia fiera della sua consapevolezza e del suo coraggio, raccontare a se stessi e poi a noi il suo dolore è un grande segno di forza e sicuramente non c'è cosa più difficile di non sentirsi emotivamente accolti da una figura importante come quella materna. Sà, una delle sfide più difficili nel passaggio dall'adolescenza al mondo adulto consiste proprio nel ricostruire un'immagine realistica e funzionale delle figure genitoriali. Più che pensare ad un eventuale percorso di sostegno psicologico finalizzato al ricongiungimento con sua madre, lo penserei come un percorso per distanziarsi dall'idea di sua madre che porta con sè dalla prima infanzia e che le comporta anche un bagaglio di esigenze e bisogni emotivi insoddisfatti, per vederla in tutta la sua umanità fallibile e come lei con un bagaglio di vita che l'ha portata a porsi anche con lei in un determinato modo..questo non per giustificare il suo modo di porsi, ma al fine di accettarla dopo tutti questi anni per come è realmente e non per come lei vorrebbe che fosse, seppur sia normale e giusto che lei voglia da parte sua un determinato modo di stare nella relazione con lei..Ma sà, nella vita alcuni muri possiamo abbatterli, altri scavalcarli, altri ancora solo decorarli..e se un genitore non si rende disposto a mettersi in discussione, l'unica cosa che è in nostro potere è accettarlo e poi capire cosa poter trarre di positivo da ciò che rimane e dal nostro atteggiamento nei suoi confronti, che dopo l'accettazione cambia di solito radicalmente. Potrebbe trovare, attraverso un percorso psicologico, le risorse e gli strumenti adatti per creare con sua madre un legame basato su qualcosa che ora non vede ma che vi accomuna , seppur minimo. Abbiamo molte più risorse di quelle che di solito pensiamo di avere, serve però spesso qualcuno che ce le mostri.
Buongiorno, grazie per la condivisione di questa tua situazione. Mi dispiace molto per la situazione difficile che stai affrontando con tua madre. È importante accettare che potresti non essere in grado di cambiare il comportamento o le reazioni di tua madre. Accetta che il suo modo di agire potrebbe non cambiare e concentra la tua energia su te stessa e sulle tue reazioni alla situazione. Se non puoi trovare il sostegno emotivo di cui hai bisogno da tua madre, cerca di ottenere supporto da altre fonti. Parla con amici fidati, il tuo fidanzato o considera di cercare il supporto di un terapeuta che possa aiutarti a elaborare i tuoi sentimenti e a trovare modi per affrontare la situazione. Potrebbe essere utile stabilire confini chiari con tua madre per proteggere il tuo benessere emotivo. Questo potrebbe includere limitare il tempo trascorso insieme o evitare determinati argomenti di conversazione che tendono a causare conflitti. Concentrati su te stessa e sulle tue aspirazioni nella vita. Cerca di trovare soddisfazione e realizzazione attraverso i tuoi obiettivi personali e professionali, indipendentemente dal sostegno emotivo che ricevi da tua madre. Anche se può essere difficile, cerca di praticare la compassione verso tua madre e verso te stessa. Ricorda che ogni persona ha le proprie battaglie e che potrebbe esserci una ragione dietro il comportamento di tua madre che tu non conosci. Considera di lavorare sul perdono, sia per tua madre che per te stessa. Il perdono non significa necessariamente accettare o giustificare il comportamento di tua madre, ma può aiutarti a liberarti dal peso emotivo che potresti portare con te. Cerca il sostegno all'interno di te stessa, attraverso la tua forza interiore e la tua resilienza. Ricorda che sei una persona degna di amore e rispetto, indipendentemente da come gli altri possano trattarti. Spero che questi suggerimenti possano esserti utili mentre cerchi di affrontare questa difficile situazione. Ricorda che sei forte e che hai la capacità di superare le sfide che incontri nella vita. Un caro saluto, Dr. Vittorio Penzo.
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Buongiorno, grazie per aver condiviso con noi questa delicata esperienza. I genitori sono delle figure affettive molto importanti nella nostra vita, perciò comprendo appieno il dolore che descrivi. Perdonare un genitore può essere più semplice nel momento in cui ci si rende consapevoli del fatto che i suoi comportamenti, non sono necessariamente un riflesso dell’amore per te, ma piuttosto delle sue lotte personali. Un riflesso di dinamiche che il genitore ha imparato a far fronte con i soli strumenti che aveva e che ha fatto del suo meglio con questi strumenti, riflesso di un tentativo di gestire le sue ferite personali. Ti mando un caloroso saluto per la situazione che stai vivendo e resto a disposizione se vorrai approfondire,
Dott.ssa Claudia Cristiano.
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Salve, Lei si definisce una ragazza di 28 anni ed è sicuramente molto giovane ma la Sua è già un'età adulta. Lei è una donna. Il rapporto con Sua mamma è complicato e sarebbe utile un confronto con un esperto per esprimere al meglio il Suo malessere e per prendere in mano le redini della Sua vita. Riprendere gli studi e concluderli mi sembra un buon inizio per pensare a se stessa e al proprio avvenire. Si faccia accompagnare in questo periodo delicato da una terapia psicologica al fine di contenere il Suo disagio emotivo in modo che non Le procuri ulteriori blocchi per la Sua progettualità e il Suo benessere. Sua mamma la sua vita l'ha già impostata e la sta vivendo a suo modo. Trovi il modo, indipendentemente da sua mamma, di vivere la Sua di vita da protagonista. Dott.ssa Rosa Genovese
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Cara ragazza, comprendo che sia stato e sia ancora difficile per lei non trovare nel rapporto con sua madre conferme sul piano emotivo e affettivo. Questo le lascia un senso di solitudine e vulnerabilità, che si acutizza nei momenti critici, anche quando, come accade oggi, ci sono per lei importanti opportunità di crescita personale, come confermano la progettualità nella relazione con il suo ragazzo e una laurea all'orizzonte. Sono convinta che un percorso psicologico le sarebbe di grande aiuto per "metabolizzare", come scrive lei, questa esperienza e elaborare le diverse emozioni bloccanti (paura, vergogna, senso di colpa) che derivano dall'essere agganciata a dinamiche disfunzionali nella relazione con i suoi genitori e soprattutto con sua madre. La invito a intraprendere questo percorso per poter esprimere le sue potenzialità e vivere al meglio le opportunità che la vita le offre.
Un caro saluto.
Dott.ssa Marisa Zaninotto
Un caro saluto.
Dott.ssa Marisa Zaninotto
La relazione genitore-figlio è una delle dinamiche più complesse e determinanti per il nostro sviluppo emotivo e psicologico. Vorrei offrirle alcune riflessioni e suggerimenti che potrebbero aiutarla a comprendere meglio la situazione e a trovare un modo per andare avanti.
La dinamica che descrive con sua madre è caratterizzata da una mancanza di comunicazione emotiva e di riconoscimento. È comune che genitori con conflitti irrisolti o che si sono dedicati completamente alla carriera possano avere difficoltà a stabilire una connessione emotiva con i propri figli. Sua madre sembra avere sviluppato un atteggiamento difensivo e un bisogno di controllo che si manifestano attraverso la minimizzazione e l'invalidazione delle sue esperienze e sentimenti.
Il suo padre, essendo taciturno e non intervenendo, contribuisce a perpetuare questa dinamica disfunzionale. La sua mancanza di intervento può essere vista come una forma di consenso passivo, che lascia sua madre libera di dominare le interazioni familiari.
Lei ha sviluppato una serie di emozioni (paura, vergogna, sensi di colpa) e comportamenti (chiudere la porta, rispondere male) che sono reazioni comprensibili al suo bisogno insoddisfatto di essere riconosciuta e accettata.
È importante riconoscere e accettare che il cambiamento nel rapporto con sua madre potrebbe non avvenire. Spesso, il cambiamento deve partire da noi stessi e dalla nostra capacità di accettare le persone per quello che sono, con i loro limiti.
Consideri di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale. Questo potrebbe aiutarla a elaborare il dolore e la frustrazione accumulati e a sviluppare nuove strategie per gestire le sue emozioni e relazioni.
Per approfondire e trovare ulteriori spunti di riflessione, le consiglio alcuni libri che trattano le dinamiche familiari. "Figli adulti di genitori emotivamente immaturi" di Lindsay C. Gibson fornisce strumenti per riconoscere e superare l'influenza di genitori che non sono in grado di fornire supporto emotivo. Infine, "Il coraggio di non piacere" di Ichiro Kishimi e Fumitake Koga affronta il tema dell'indipendenza emotiva e del vivere secondo i propri valori, indipendentemente dalle aspettative altrui.
Spero che queste riflessioni e suggerimenti possano esserle di aiuto nel suo percorso. Ricordi che il cambiamento e la guarigione richiedono tempo e pazienza, ma ogni passo avanti è un importante progresso verso una vita più serena e soddisfacente.
Un caro saluto
Dr.ssa Montefusco
La dinamica che descrive con sua madre è caratterizzata da una mancanza di comunicazione emotiva e di riconoscimento. È comune che genitori con conflitti irrisolti o che si sono dedicati completamente alla carriera possano avere difficoltà a stabilire una connessione emotiva con i propri figli. Sua madre sembra avere sviluppato un atteggiamento difensivo e un bisogno di controllo che si manifestano attraverso la minimizzazione e l'invalidazione delle sue esperienze e sentimenti.
Il suo padre, essendo taciturno e non intervenendo, contribuisce a perpetuare questa dinamica disfunzionale. La sua mancanza di intervento può essere vista come una forma di consenso passivo, che lascia sua madre libera di dominare le interazioni familiari.
Lei ha sviluppato una serie di emozioni (paura, vergogna, sensi di colpa) e comportamenti (chiudere la porta, rispondere male) che sono reazioni comprensibili al suo bisogno insoddisfatto di essere riconosciuta e accettata.
È importante riconoscere e accettare che il cambiamento nel rapporto con sua madre potrebbe non avvenire. Spesso, il cambiamento deve partire da noi stessi e dalla nostra capacità di accettare le persone per quello che sono, con i loro limiti.
Consideri di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale. Questo potrebbe aiutarla a elaborare il dolore e la frustrazione accumulati e a sviluppare nuove strategie per gestire le sue emozioni e relazioni.
Per approfondire e trovare ulteriori spunti di riflessione, le consiglio alcuni libri che trattano le dinamiche familiari. "Figli adulti di genitori emotivamente immaturi" di Lindsay C. Gibson fornisce strumenti per riconoscere e superare l'influenza di genitori che non sono in grado di fornire supporto emotivo. Infine, "Il coraggio di non piacere" di Ichiro Kishimi e Fumitake Koga affronta il tema dell'indipendenza emotiva e del vivere secondo i propri valori, indipendentemente dalle aspettative altrui.
Spero che queste riflessioni e suggerimenti possano esserle di aiuto nel suo percorso. Ricordi che il cambiamento e la guarigione richiedono tempo e pazienza, ma ogni passo avanti è un importante progresso verso una vita più serena e soddisfacente.
Un caro saluto
Dr.ssa Montefusco
Cara utente, la ringrazio per aver condiviso in modo così aperto e sincero il suo dolore. Immagino sia molto doloroso non sentirsi visti, compresi e accolti dalla propria famiglia, ma anzi sentire di essere quasi derisi e respinti. Credo sarebbe importante per lei poter esplorare con un professionista questi vissuti di grande sofferenza e solitudine, così da poter trovare una propria strada in cui sentirsi risolta e in cui poter trovare soddisfazioni e gioie, e rileggere il passato con nuove lenti.
Le mando un caro saluto e resto a disposizione. Cordialmente, dott.ssa Giulia Ciaudano
Le mando un caro saluto e resto a disposizione. Cordialmente, dott.ssa Giulia Ciaudano
Gentilissima, il tipo di rapporto che abbiamo con i genitori, ci da forma poi di come saremo da adulti. Ecco perché le consiglio una consulenza psicologica, così da fare chiarezza dentro di sé e capire come ritrovare la sua serenità. Comprendendo il suo passato, potrà vivere serenamente il presente, costruendo un nuovo futuro.
Cordialità
Dott. Maurizio Di Benedetto
Cordialità
Dott. Maurizio Di Benedetto
Buongiorno a te, immagino sia davvero difficile questo tipo di rapporto con tua mamma. Mi sembra di capire che non riesci ad instaurare un dialogo fatto di confronto con lei, è corretto? In aggiunta a questo, come dici, ti senti davvero sola in questa situazione. Hai mai condiviso questa sofferenza con tua sorella o tuo padre per esempio? Questo potrebbe fornirti un sostegno momentaneo da parte di coloro che condividono con te la situazione, aiutandoti nel sentirti meno sola. Inoltre, da cosa derivano quella vergogna, paura e sensi di colpa che descrivi? Per comprendere meglio, bisognerebbe approfondire conoscendo la tua storia. Solo procedendo in questa direzione, potresti trovare la giusta direzione per “andare avanti con la tua vita”, collocando questo dolore e capendo come gestirlo al meglio. Sono a disposizione, anche online, qualora volessi intraprendere un percorso di sostegno psicologico. Un caro saluto, dott.ssa Giorgia Signorini
Carissima,
mi spiace sentire questa ricerca di comprensione che non arriva nel suo rapporto con i genitori. L'infanzia è quel periodo in cui i nostri genitori ci insegnano "come pensare a noi stessi" e la scarsa vicinanza e il distacco emotivo insegna che non siamo importanti, che non c'è possibilità di essere compresi e ci spinge a fare per ottenere quel "sei brava e amorevole e amata" che invece dovrebbe essere gratuito.
Mi spiace doverle dire che forse da fuori questa comprensione non è detto che arrivi, ma non a causa di qualcosa che a lei manca, ma perchè non è nello stile dei suoi genitori. é una ferita che se resta aperta porta a tante fragilità, ma che con fatica (ma tanta soddisfazione alla fine) può essere elaborata per quello che è: uno stile genitoriale che non definisce lei, bensì i suoi genitori. Forse adesso a 28 anni è giunto il momento di lasciare quel bisogno di essere compresa da loro per sentirsi legittimata come individuo indipendente che vede se stessa bambina con gli occhi di un adulto amorevole (i tuoi stessi occhi) e che crei lei quella fiducia che le è stata negata.
Resto a disposizione!
dott.ssa Francesca Cilento
mi spiace sentire questa ricerca di comprensione che non arriva nel suo rapporto con i genitori. L'infanzia è quel periodo in cui i nostri genitori ci insegnano "come pensare a noi stessi" e la scarsa vicinanza e il distacco emotivo insegna che non siamo importanti, che non c'è possibilità di essere compresi e ci spinge a fare per ottenere quel "sei brava e amorevole e amata" che invece dovrebbe essere gratuito.
Mi spiace doverle dire che forse da fuori questa comprensione non è detto che arrivi, ma non a causa di qualcosa che a lei manca, ma perchè non è nello stile dei suoi genitori. é una ferita che se resta aperta porta a tante fragilità, ma che con fatica (ma tanta soddisfazione alla fine) può essere elaborata per quello che è: uno stile genitoriale che non definisce lei, bensì i suoi genitori. Forse adesso a 28 anni è giunto il momento di lasciare quel bisogno di essere compresa da loro per sentirsi legittimata come individuo indipendente che vede se stessa bambina con gli occhi di un adulto amorevole (i tuoi stessi occhi) e che crei lei quella fiducia che le è stata negata.
Resto a disposizione!
dott.ssa Francesca Cilento
Genrile utente, la ringrazio per aver condiviso su questa piattaforma le sue difficoltà. Comprendo il suo dolore in merito all'assenza di un legame e di un supporto emotivo da parte di sua madre. Partendo dalla consapevolezza da lei maturata, potrebbe essere importante intraprendere un percorso con un professionista al fine di elaborare l'esperienza di assenza della figura materna e il vissuto emotivo che tale situazione ha provocato in lei. In questo momento della sua vita, in cui si appresta ad entrare nella vita adulta e ad intraprendere una serie di decisioni importanti, potrebbe essere fondamentale liberarsi da giudizi interiorizzati, vergogna, paura e senso di colpa. Chissà, potrebbe finire con il comprendere che sono proprio questi ultimi e non consentirle di imboccare delle decisioni adulte che sente adatte per lei.
Dott. ssa Anna Asia Forino
Dott. ssa Anna Asia Forino
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