Buonasera,sono una ragazza di 27 anni,da anni soffro di ansia,attacchi di panico,ho preso anni fa le
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Buonasera,sono una ragazza di 27 anni,da anni soffro di ansia,attacchi di panico,ho preso anni fa lexotan e Xanax insieme. da gennaio è fortemente aumentata con attacchi di panico forti,dolore braccio sinistro,dolore petto sinistro,in mezzo al torace,pugno allo stomaco,debolezza,a febbraio mi recai al pronto soccorso pensando fosse infarto,mi fanno l elettrocardiogramma tutto regolare,diagnosi un fortissimo attacco di panico mi prescrivono lexotan,poi a scalare. E mi passò. Qualche settimana dopo riprese "violentemente",forti attacchi di panico comprendendo braccio sinistro,debolezza,dolori torace, tachicardia,battito come se il cuore volesse uscire,mal di testa,fame d aria,difficoltà respiratorie, dolore scapolare sinistro,tutto ciò anche la notte,non facendomi chiudere occhio,ero sfinita,chiamai il medico mi prescrive lexotan 3 volte al dì. Non passa. Compro tisane,gocce fiori di Bach e niente non passa, anzi mi è preso come una morsa dall'ombelico una notte e me lo ha rifatto la notte successiva,come se stringessero l ombelico e tirassero,ho avuto un giorno di diarrea,gli altri stitichezza e aria. Ho l addome gonfio come se fossi incinta,mi sento un peso e fatico a respirare anche da ferma,e se faccio due passi mi stanco. Sensazione H24 di avere una tonnellata sul busto e riuscire a respirare poco,di essere bloccata. Sono una ragazza esile non c'entra neanche il peso. Mi passa poca aria nel respirare e la respirazione è limitata,piccoli respiri come affannosi,e mi spavento generando ancora più ansia. Leggendo su internet ci sono tante cause,tra cui il diaframma non funzionante correttamente e mi misi a piangere per i brutti articoli,ad esempio si muore soffocati o lo stomaco schiaccia il diaframma. Quando inspiro la bocca dello stomaco fino all'ombelico è gonfia ugualmente e un po' dura,quando butto fuori si dilata. Non so se quindi si tratta di diaframma o ernia iatale o stomaco gonfio. Sono stata sempre di buona forchetta,adesso non riesco a mangiare come prima,e mi demoralizza, mi basta poco per saziarmi e non digerire,delle volte mi capita che mi venga su il pranzo nel tardo pomeriggio. Non faccio molta attività fisica per via di problemi di schiena dove non posso fare sforzi fisici,faccio una camminata al dì di 30 minuti.
Vorrei chiedervi posso fare per rimediare a tutto ciò.
Sono davvero preoccupata,non faccio altro che pensare ai disturbi anche perché non riesco ad essere indifferente e non mi godo le giornate. Grazie anticipatamente.
Vorrei chiedervi posso fare per rimediare a tutto ciò.
Sono davvero preoccupata,non faccio altro che pensare ai disturbi anche perché non riesco ad essere indifferente e non mi godo le giornate. Grazie anticipatamente.
Gentile utente,
vedo che ha descritto i sintomi che la affliggono con molta precisione. Ora non mi è chiaro se lei ritenga siano attacchi di panico associati ad uno stato ansioso costante o siano sintomi di patologie, come ha letto da alcuni articoli. Ad ogni modo, le SCONSIGLIO vivamente di fare autodiagnosi, non fanno altro che aumentare lo stato ansioso. Se ritiene di avere patologie organiche non relate agli attacchi di panico, ne deve parlare con il suo medico e decidere assieme quali percorsi intraprendere. Questo potrebbe aiutarla a rasserenarla. Inoltre, poiché lei stessa si descrive come persona ansiosa le suggerisco di intraprendere un percorso psicoterapeutico. Questo la può aiutare sia nella gestione dell'ansia e degli attacchi di panico. Inoltre la può aiutare a gestire anche eventuali percorsi diagnostici. Ora,già si è rivolta a degli psicologi, la invito a sceglierne uno, valutando se preferisce la modalità on line o quella di persona.
Cordialmente
Dott.ssa Giorgia Tolio
vedo che ha descritto i sintomi che la affliggono con molta precisione. Ora non mi è chiaro se lei ritenga siano attacchi di panico associati ad uno stato ansioso costante o siano sintomi di patologie, come ha letto da alcuni articoli. Ad ogni modo, le SCONSIGLIO vivamente di fare autodiagnosi, non fanno altro che aumentare lo stato ansioso. Se ritiene di avere patologie organiche non relate agli attacchi di panico, ne deve parlare con il suo medico e decidere assieme quali percorsi intraprendere. Questo potrebbe aiutarla a rasserenarla. Inoltre, poiché lei stessa si descrive come persona ansiosa le suggerisco di intraprendere un percorso psicoterapeutico. Questo la può aiutare sia nella gestione dell'ansia e degli attacchi di panico. Inoltre la può aiutare a gestire anche eventuali percorsi diagnostici. Ora,già si è rivolta a degli psicologi, la invito a sceglierne uno, valutando se preferisce la modalità on line o quella di persona.
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Gentile utente, da quello che scrive sembrano proprio degli attacchi di panico, ha fatto bene a consultare il suo medico di base il quale le ha prescritto un farmaco. Ma le consiglierei di affiancare al farmaco anche una psicoterapia poiché il farmaco toglie il sintomo ma non la causa e quindi è molto probabile che il sintomo torni in situazioni particolari della sua vita. Avverto dalle sue parole come un macigno-peso che porta dentro, come se questo le impedisse di vivere una vita serena. Perché non provare a capire più a fondo cosa è questo peso che le gonfia lo stomaco, che le toglie il respiro al punto tale, giustamente di pensare al peggio e cercare possibili risposte su internet. Cominci magari da un primo video consulto gratuito così da avere la possibilità di approfondire il suo malessere. Un caro saluto
gentilissima, dal suo racconto emerge un forte vissuto di ansia, protratto negli anni, quindi una virata su sintomi prettamente fisici. Ogni persona reagisce diversamente agli stimoli inviati dal nostro corpo, ciò che bisogna attenzionare è l'intensità della reazione, come essa incide nella nostra vita e nelle nostre relazioni... se il percorso "dal corpo" al momento le è più congeniale, fa bene ad escludere, anche con l'aiuto del MMG che di solito ci conosce bene, una patologia fisica. Ogni diagnosi andrebbe fatta in modo scientifico e non attraverso altri canali come internet. Poiché però mente e corpo sono due entità interconnesse, ritengo che il percorso psicologico e psicoterapeutico andrebbe considerato per ripristinare l'equilibrio e comprendere come mai pensieri, stress, situazioni di vita abbiano intrapreso la via somatici senza poterli mentalizzare ed elaborare più costruttive e positive strategie di risposta. Resto disponibile per ulteriori chiarimenti, A. Pampaloni
Gentilissima utente la sua lunga lettera esprime differenti livelli di problematiche. Chiedere conferma al suo medico di base per indagare eventuale cause organiche al suo malessere mi sembra fondamentale, ma è il primo passo. Credo sia fondamentale indagare cosa rappresentano dentro di lei questi sintomi, capirne il significato per poter eleborare conflitti non risolti. Per questo è necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta in modo tale da prendersi cura di lei a 360 gradi. Resto a disposizione. Un caro saluto
Salve, esprime differenti livelli sofferenza. Deve rivolgersi al suo medico di base per indagare se ci sono cause organiche, questa è la prima cosa da fare e non faccia autodiagnosi. Sarebbe importante capire anche cosa c'è dietro questi suoi sintomi e quindi sarebbe corretto rivolgersi anche ad uno psicoterapeuta per avere una presa in carico totale. Resto a sua disposizione disposizione. SALUTI Dott.ssa Gizzi
Ogni sintomo ha una sua origine, e sebbene a prima lettura sembra descrivere una condizione ansiosa, sarebbe opportuno escludere ogni eventuale causa organica rivolgendosi al suo medico di base. Se poi volesse esplorare l'aspetto pensabile, psichico, dei suoi vissuti potrebbe rivolgersi a uno psicoterapeuta che la sostenga nell'indagine fisiologica e, escluse le cause organiche, la affianchi nel dare un senso al suo malessere. Un caro saluto Dott.ssa Elisa Galantini
Buonasera, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica per poter comprendere meglio questo suo stato di ansia.
Una buona psicoterapia le sarà molto utile per comprendere e superare al meglio questo suo periodo critico.
Resto a sua disposizione.
Dott. Andrea De simone
Una buona psicoterapia le sarà molto utile per comprendere e superare al meglio questo suo periodo critico.
Resto a sua disposizione.
Dott. Andrea De simone
Buongiorno, come prima cosa mi viene da chiederle se ha mai fatto riferimento ad uno psicoterapeuta o psichiatra. Xanax e lexotan le sono stati prescritti da uno specialista o dal medico di base? Nel suo caso procederei affiancando in parallelo un'idagine sulle possibili cause organiche, con approfondimenti diagnostici consigliati dal medico e un'indagine sul quadro emotivo e di funzionamento difensivo con uno psicoterapeuta. Credo sia prezioso che lei possa indagare le origini della sintomatologia anche a livello emotivo, in modo da poter migliorare la qualità della vita e acquisire uno stato di benessere duraturo. Le sconsiglio di fare autodiagnosi e di cercare le possibili cause online; rischia infatti di aumentare ulteriormente il livello di allarme. Sul mio profilo se desidera trova due video con tecniche per la gestione dell'ansia. Sono efficaci se accompagnati da un lavoro con un terapeuta. Rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti o confronti, cordiali saluti dr.ssa Federica D'Avanzo
Buonasera. Non ci sono molti aspetti da aggiungere, se non alcune riflessioni: quando lei descrive tutti i suoi sintomi, percepisce quale parte di sé? Valuti che secondo le neuroscienze ogni parte, anche quella "lamentosa " ha un suo significato. Possibile che ad oggi lei riesca a esprimersi senza utilizzare anche emozioni come la rabbia e quindi l'attacco/ l'energia attiva? Possibile che si stia devitalizzando e quindi con aspetti soltanto passivi cerchi di stare in piedi e andare avanti comunque nella vita quotidiana ?
Cara utente, è comprensibile e palpabile l'angoscia che questa sintomatologia Le provoca. Innanzitutto è necessario che Lei escluda radicalmente e una volta per tutte la componente organica: faccia una visita medica dedicata. Ottenuto il responso negativo, si potrà concentrare sui verosimili motivi psicologici che causano il problema. Ad oggi Lei sta vivendo un circolo vizioso che, a causa dell'iper-attenzione viscerale che Lei aumenta ad ogni singolo sintomo, comporta una crescita esponenziale e auto-alimentante dell'ansia, dell'angoscia e del controllo fisico. Più questo aumenta, più Lei si sgancia dalla situazione che ha provocato l'ansia e meno è in grado di riportare ciò che sente fisicamente al significato e al contesto corretti. Ecco perché Lei ha attacchi di panico: non riconfigura correttamente una sensazione, non ne trova un significato, e l'unico attribuibile è un malore fisico (con sensazione di incontrollabili e ineluttabilità: sto morendo/impazzendo). La situazione prosegue da anni e necessita di un sostegno psicoterapeutico, perché il solo farmaco ha il compito di sedare la sintomatologia fisica ma non ne risolve il motivo sottostante. Può essere un valido aiuto in fase iniziale (Le consente di lavorare con più tranquillità e di muoversi un pò nel mondo, condizione necessaria per una psicoterapia che ha proprio lo scopo di permetterLe di fare esperienza in modo differente) ma non può essere l'unica stampella. Lei stessa si accorge che non è sufficiente. Contatti uno psicoterapeuta, riprenda in mano la Sua vita e si conceda la possibilità di riprogettarsi in un futuro che ad oggi, complici tutti questi fastidi, Le è parzialmente precluso. A disposizione, cordialità. DP
Buongiorno, da quello che lei ha descritto mi sembra di capire che soffre di ansia e attacchi di panico da qualche tempo.
Le consiglierei, una volta esclusa ogni causa organica, di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per poter approfondire le cause che sottendono tali sintomi.
Resto a disposizione per qualsiasi domanda in merito.
Le consiglierei, una volta esclusa ogni causa organica, di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per poter approfondire le cause che sottendono tali sintomi.
Resto a disposizione per qualsiasi domanda in merito.
Gent. Sign. siamo fatti di corpo, energia e parola, mente, a prescindere dal consiglio di passare da un medico che le possa fare una visita per escludere eventuali problemi aggiuntivi di carattere medico, mi sembra evidente dalle sue descrizioni, che non ha un buon rapporto con il corpo e senza di quello non può andare molto lontano, prima dei farmaci o insieme ad essi deve imparare a respirare e riprendere confidenza e amore con il corpo e soprattutto, con il respiro, la mente è come un cavaliere zoppo in groppa ad un cavallo cieco (il corpo), il cavaliere può guidare il cavallo (il corpo) con le briglie, (il respiro) . Corpo e mente sono indissolubili. Certo, lo psicologo è necessario per capire ed aiutare a sciogliere questa esclusione e quale funzione ha avuto ed ha ancora nella sua vita, difficilmente risolverà solo con i farmaci questa sua angoscia. Per aiuto può chiamarmi in pomeriggio. In tutti i casi mantenga un atteggiamento prudente e fiducioso nelle sue risorse
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Buongiorno. Vista la descrizione che fa dei sintomi le consiglio vivamente un percorso di psicoterapia da affiancare ai farmaci. La sola terapia farmacologica non è sufficiente a eliminare il problema degli attacchi di panico alla radice. Può diminuire la sintomatologia ma come vede solo per un breve periodo. Fare dei colloqui di psicoterapia invece potrebbe aiutarla a comprendere le cause del problema e intervenire su di esse. Spero di esserle stato d'aiuto
Buongiorno signorina. Comprendo bene dal suo racconto lo stato di profonda sofferenza che sta attraversando ed anche il senso di disorientamento e di confusione in cui si sente in questo momento. Credo che lei si sia già accorta che i farmaci l'hanno aiutata in passato ma in modo illusorio e di come dunque la strada da percorrere sia quella dell'introspezione psicologica. Le suggerirei caldamente di scegliere uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e con il quale intraprendere un percorso per andare a scoprire le vere cause del suo malessere. Sono sicuro che sia questa la strada giusta. Una buona giornata
Buongiorno, faccia subito accertamenti medici che il suo medico di base le consiglia!
G.ma 27enne, Lei descrive una serie di sintomi psicosomatici tipici di un carico di stress cronico ed elevato. Una psicoterapia in grado di a) far emergere le Sue Risorse b) entrare in contatto con probabile conflitto inconscio fra conservazione e crescita, potrebbe avere senso. Non aspetti, i segnali di sofferenza sono potenti!
Gentilissima, rispetto alla condizione medica consigliabile un consulto dal suo medico, che potrà valutare ed indirizzarla qualora ravvisasse problematiche per cui approfondire con accertamenti. Certamente alcuni sintomi fisici (es: dolori gastrointestinali, cefalea, dolori articolari, dermatiti,ecc.) a volte non trovano una spiegazione organica né un riscontro negli accertamenti medici approfonditi, nonostante causino una sofferenza soggettiva spiacevole e dolorosa, che spesso può sfociare in attacchi di panico e conseguente sensazione di essere sul punto di morire.
Dentro a una cornice che supera il dualismo mente e corpo, lo psicologo psicoterapeuta può sostenere nel trovare nuove modalità di espressione e di relazione, dando parola al sintomo e analizzando con diverse prospettive le malattie psicosomatiche.
Dentro a una cornice che supera il dualismo mente e corpo, lo psicologo psicoterapeuta può sostenere nel trovare nuove modalità di espressione e di relazione, dando parola al sintomo e analizzando con diverse prospettive le malattie psicosomatiche.
Buonasera gentile utente, per l 'aspetto medico si rivolga al suo medico di fiducia anche rispetto all' uso di farmaci anche naturali o omeopatici. Dalla sua storia emergono tutta una serie di sintomi curabili anche attraverso una psicoterapia. Si affidi al nostro servizio e scelgo lo psicoterapeuta più adatto a lei. Buona notte dott. Ssa allocca Annalisa
Salve. Nel suo fitto racconto delle sue peripezie colgo di certo una richiesta forte di aiuto.
Se i farmaci non le hanno portato beneficio non esiti a chiedere aiuto allo psicologo. Non può che migliorare.
Non si scoraggi.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli Psicologo e Psicoterapeuta.
Se i farmaci non le hanno portato beneficio non esiti a chiedere aiuto allo psicologo. Non può che migliorare.
Non si scoraggi.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli Psicologo e Psicoterapeuta.
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