Buonasera, sono una ragazza di 23 anni, da qualche tempo sto notando nei miei comportamenti qualcosa
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Buonasera, sono una ragazza di 23 anni, da qualche tempo sto notando nei miei comportamenti qualcosa di strano, o almeno, così mi vien detto.
Cerco di spiegarmi al meglio, in sostanza credo di avere spesso pensieri intrusivi riguardo specialmente la mia relazione, pensieri che mi fanno stare davvero male, o che addirittura, a volte, mi portano ad avere "delle crisi di rabbia".
Non sono pensieri solo circoscritti all'ambito relazionale poichè spesso li ho anche riguardo questioni tipo la porta di casa o le chiavi ed anche in questo caso spesso vivo male qualsiasi cosa per l'ansia costante di aver "sbagliato". Vorrei capire quanto questa cosa possa essere patologica, perchè, specialmente in ambito relazionale io sono convinta che i miei pensieri siano più che giustificati, di conseguenza non penso possa essere una questione patologica, mi sorge spontaneo il dubbio nel momento in cui mi rendo conto di averli anche in altre situazioni (tipo quella descritta prima).
Cerco di spiegarmi al meglio, in sostanza credo di avere spesso pensieri intrusivi riguardo specialmente la mia relazione, pensieri che mi fanno stare davvero male, o che addirittura, a volte, mi portano ad avere "delle crisi di rabbia".
Non sono pensieri solo circoscritti all'ambito relazionale poichè spesso li ho anche riguardo questioni tipo la porta di casa o le chiavi ed anche in questo caso spesso vivo male qualsiasi cosa per l'ansia costante di aver "sbagliato". Vorrei capire quanto questa cosa possa essere patologica, perchè, specialmente in ambito relazionale io sono convinta che i miei pensieri siano più che giustificati, di conseguenza non penso possa essere una questione patologica, mi sorge spontaneo il dubbio nel momento in cui mi rendo conto di averli anche in altre situazioni (tipo quella descritta prima).
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
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Gentilissima buongiorno, diventa difficile capire il significato di questi pensieri intrusivi non conoscendo nulla della sua storia personale, ma se la fanno soffrire allora penso che valga la pena indagare. La sua lettera sollecita alcune domande iniziali che aiuterebbero a inquadrare meglio la situazione; ci racconta, per esempio, che questi pensieri sono presenti solo da poco tempo: come mai solo ora, è cambiato qualcosa nella sua vita? Parla di crisi di rabbia, ma la rabbia è un'emozione funzionale al nostro benessere, serve a segnalare un bisogno rimasto insoddisfatto, quali bisogni insoddisfatti scatena la sua rabbia? ed essa è direzionata correttamente? Come vede il problema che descrive deve essere approfondito e non deve essere necessariamente patologico, probabilmente ci sono in lei nodi o ferite irrisolte che in questa fase della sua vita si sono trasformati in ostacolo al suo benessere. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a capire di quali ferite si tratta e di come affrontarle per risolvere la sofferenza. Resto disponibile se desidera approfondire e la saluto cordialmente, Dott.ssa Manuela Leonessa
Buongiorno, credo sia importante per lei rivolgersi ad un professionista per approfondire quello che le accade. Già il fatto che lei stessa riconosce come "intrusivi" i suoi pensieri, le da una traccia di "disfunzionalità" che credo sia opportuno affrontare in psicoterapia.
Un caro saluto
Dott.ssa Aurora Moriggi
Un caro saluto
Dott.ssa Aurora Moriggi
Buongiorno, comprendo il suo disorientamento e le suggerirei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla a comprendere cosa le accade, al di la' della disfunzione (se di disfunzione si tratta).
le auguro una buona giornata.
Dott.ssa Stefania Romanelli
le auguro una buona giornata.
Dott.ssa Stefania Romanelli
Gentilissima,
io uscirei dalla logica della "patologia" poiché è un termine che spesso ci fa sentire inadeguati, sentimento che peraltro lei sta già provando e mi concentrerei solo sul disagio che questi comportamenti le provocano. Se sente che questi pensieri la fanno sentire male o che ha dei riscontri che la fanno mettere in discussione, allora può valere la pena iniziare un percorso in cui si può dare un nome a tali pensieri.
Può contattarmi in caso di necessità,
Cordialmente
D.ssa Simona Torrente -Torino
io uscirei dalla logica della "patologia" poiché è un termine che spesso ci fa sentire inadeguati, sentimento che peraltro lei sta già provando e mi concentrerei solo sul disagio che questi comportamenti le provocano. Se sente che questi pensieri la fanno sentire male o che ha dei riscontri che la fanno mettere in discussione, allora può valere la pena iniziare un percorso in cui si può dare un nome a tali pensieri.
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D.ssa Simona Torrente -Torino
Buongiorno, mi dispiace per la situazione che descrive che capisco possa provocare un notevole disagio. Quello che le posso dire è che per valutare se si tratta di una patologia è necessario affidarsi a un professionista per una diagnosi. Tendenzialmente, nel momento in cui un sintomo influisce sulla nostra quotidianità, è importante prendersene cura. Rimango a disposizione se ha altre domande o se vuole intraprendere un approfondimento diagnostico o una consulenza. Le auguro il meglio! Dott.ssa Rota
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Gentile utente, il mio primo consiglio è di non identificarsi con i suoi pensieri negativi e con le sue reazione emotive esagerate. Sicuramente ci sono aspetti della sua vita che, come lei stessa racconta, le causano una situazione di disagio e di malessere. Non credo si tratti di una patologia, e non deve crederlo neanche lei. Piuttosto cerchi di controllare la sua tendenza a rimuginare continuamente sui pensieri negativi e li osservi per quello che sono, cioè frutto della sua mente. Così come le emozioni forti e gli scatti d'ira che compaiono nelle sue attività giornaliere: provi a tracciare questi comportamenti, a prenderne nota e poi analizzarli con più lucidità. Un altro consiglio è lavorare sull'intervallo di tempo che intercorre tra stimolo scatenante (pensieri "intrusivi" come li chiama lei) e abitudine sbagliata (comportamento rabbioso), provi a dilatare questo tempo, prendendosi qualche secondo in più per capire la natura effimera di quei pensieri e l'opportunità o meno di mettere effettivamente in atto un comportamento così emotivamente esasperato. Se riuscirà a fare questo tracciamento delle abitudini ne troverà grande giovamento. Tutto quello che le ho descritto può essere più efficace se svolto con l'aiuto di uno Psicologo. Le consiglio, inoltre, di avvicinarsi alle pratiche della Mindfulness, molto efficaci nel controllare l'emotività e i pensieri negativi. Resto a sua disposizione, anche online, per ulteriori informazioni e chiarimenti. Dott. Antonio Cortese
Gentile utente, riuscire a gestire i pensieri intrusivi è molto complicato senza il sostegno di un professionista che possa consigliarla, sulla base di una diagnosi. E' possibile che effettivamente a livello relazionale ci sia un fondamento valido che li giustifichi, ma quando diventano pervasivi (cioè "contaminano") tutti i nostri ambiti di vita, è meglio procedere con una diagnosi ed eventualmente un percorso terapeutico; è importante esplorare quale potrebbe essere l'origine di questi pensieri e quali bisogni nascondono. Resto a sua disposizione per chiarire ulteriori dubbi e per un'eventuale valutazione. Dott.ssa Pisu.
Buongiorno, il punto essenziale da cui partirei è la tua stessa percezione che ci possa essere qualcosa di disfunzionale e dal fatto che sembra che stesso tu non li riconosci come qualcosa di esterno, che si intrufola. E qualsiasi cosa nella nostra vita ci crea disagio, merita di essere approfondito.
Nonostante la tua parte razionale, riconosce loro una funzione valida e li giustifichi a livello relazionale, rischiano però di intaccare altri ambiti della tua vita. Quindi sarebbe opportuno un consulto con un professionista per indagare le origini e opportuni modi di gestirli. Resto a tua disposizione per ulteriori dubbi o chiarimenti. Dott.ssa Sagliocco
Nonostante la tua parte razionale, riconosce loro una funzione valida e li giustifichi a livello relazionale, rischiano però di intaccare altri ambiti della tua vita. Quindi sarebbe opportuno un consulto con un professionista per indagare le origini e opportuni modi di gestirli. Resto a tua disposizione per ulteriori dubbi o chiarimenti. Dott.ssa Sagliocco
Gentilissima, sono dispiaciuta per il turbamento che queste reazioni provocano in lei. E' importante affidarsi a un professionista per un'eventuale diagnosi e il trattamento. Molto spesso non è la situazione o il fatto che stiamo affrontando nel momento a suscitare sentimenti ed emozioni che provocano reazioni importanti, ma qualcosa che viene "da lontano" e che va indagato e rimesso in una prospettiva adattiva e funzionale per l'oggi, in modo che diventi utile e non fonte di disagio. Dott.ssa Manzali
Gentile utente,
la ringrazio per la condivisione. Andrebbero indagati meglio quelli che lei definisce "pensieri intrusivi" per capire quanto li sente suoi e quanto invece sia l'altro a notarli, come descrive. Cosa la spaventa di questi pensieri?
Se vuole approfondire meglio queste questioni, sono a sua disposizione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Simona Bruno
la ringrazio per la condivisione. Andrebbero indagati meglio quelli che lei definisce "pensieri intrusivi" per capire quanto li sente suoi e quanto invece sia l'altro a notarli, come descrive. Cosa la spaventa di questi pensieri?
Se vuole approfondire meglio queste questioni, sono a sua disposizione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Simona Bruno
ciao buonasera, grazie per aver condiviso qua i tuoi pensieri, non è semplice dare una risposta di aiuto e concreta rispetto a ciò che porti , sarebbe necessario cercare di capire cosa intendi per ''pensieri intrusivi'' e conoscere la tua storia, mi sento di suggerirti almeno un primo colloquio psicologico per ottenere risposte più soddisfacenti alla tua richiesta. Resto a disposizione anche online. Dott.ssa Gioia Picchianti.
Buongiorno gentilissima utente, e grazie per la sua condivisone. Bisognerebbe approfondire ulteriormente questi “pensieri intrusivi” oltre che i suoi contesti di vita principali, tra cui ovviamente quello relazionale. Le suggerisco di intraprendere un percorso di psicoterapia al fine di far chiarezza su queste tematiche ed aiutarla a raggiungere un miglior stato di benessere.
A disposizione, dott.ssa Giulia Maltauro
A disposizione, dott.ssa Giulia Maltauro
Carissima, buongiorno.
Ho letto con attenzione la descrizione della sua situazione e mi sento di dirle che sarebbe bene se procedesse con una consulenza psicologica.
Darle risposte, o ipotizzare delle eventuali diagnosi in questo contesto non è possibile. Tuttavia, mi sento di sconsigliarle di concentrarsi sulla dicotomia "patologia vs normalità"; non è l'etichetta a determinare se sia il caso di richiedere un supporto professionale, ma il modo in cui lei si sente e se e come gestisce la presenza di questi pensieri.
Se sente che la situazione sta avendo un'influenza negativa sul suo benessere le consiglio di intraprendere un percorso.
Un caro saluto
Dott.ssa Ilenia Caggiu
Ho letto con attenzione la descrizione della sua situazione e mi sento di dirle che sarebbe bene se procedesse con una consulenza psicologica.
Darle risposte, o ipotizzare delle eventuali diagnosi in questo contesto non è possibile. Tuttavia, mi sento di sconsigliarle di concentrarsi sulla dicotomia "patologia vs normalità"; non è l'etichetta a determinare se sia il caso di richiedere un supporto professionale, ma il modo in cui lei si sente e se e come gestisce la presenza di questi pensieri.
Se sente che la situazione sta avendo un'influenza negativa sul suo benessere le consiglio di intraprendere un percorso.
Un caro saluto
Dott.ssa Ilenia Caggiu
Ammiro il suo tentativo di capire cosa sta succedendo. Quello che descrive sembra essere correlato all'ansia e potrebbe essere utile parlare insieme per esplorare ulteriormente questi pensieri intrusivi e capire se potrebbero essere il risultato di una condizione patologica, come ad esempio un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Vorrei aiutarla a gestire questi pensieri e a trovare modi per affrontarli in modo più efficace. Ricordi che cercare aiuto non significa che ci sia qualcosa di sbagliato con lei, ma è un modo per prendersi cura della sua salute mentale e benessere. Attendo un suo messaggio in chat privata qualora volesse approfondire con più dettagli.
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Gentile utente,
Mi dispiace per la situazione che descrive.
Al di là del fatto che la situazione possa essere patologica o meno, penso che sia importante sapere che è possibile gestire la rabbia e le preoccupazioni in modo funzionale, aumentando il suo senso di benessere percepito.
Questo risultato potrebbe essere raggiungibile anche attraverso brevi percorsi di supporto psicologico.
Cordiali saluti
Mi dispiace per la situazione che descrive.
Al di là del fatto che la situazione possa essere patologica o meno, penso che sia importante sapere che è possibile gestire la rabbia e le preoccupazioni in modo funzionale, aumentando il suo senso di benessere percepito.
Questo risultato potrebbe essere raggiungibile anche attraverso brevi percorsi di supporto psicologico.
Cordiali saluti
Quello che stai descrivendo sembra avere delle somiglianze con l'esperienza delle ossessioni e dei compulsioni, che sono tipiche di un disturbo d'ansia noto come Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). Nel DOC, le persone hanno pensieri intrusivi, chiamati ossessioni, che sono persistenti, indesiderati e causano ansia. Per alleviare questa ansia, le persone possono compiere azioni rituali o comportamenti ripetitivi, chiamati compulsioni. Le ossessioni possono riguardare vari aspetti della vita, tra cui relazioni, igiene, simmetria, ordine, e altro.
È importante sottolineare che le ossessioni possono essere molto angoscianti, indipendentemente dalla loro specifica natura. Anche se ritieni che i tuoi pensieri siano giustificati in alcune situazioni, se ti causano ansia significativa e interferiscono con il tuo benessere quotidiano, potrebbe essere utile considerare la possibilità di consultare uno psicologo o uno psichiatra per una valutazione più approfondita.
Un professionista della salute mentale può aiutarti a comprendere meglio la natura dei tuoi pensieri, a valutare se soddisfano i criteri di un disturbo d'ansia come il DOC o se sono correlati a un altro problema, e a sviluppare strategie per affrontarli in modo più efficace. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è spesso utilizzata per trattare il DOC e può essere altamente efficace nell'aiutare le persone a gestire le loro ossessioni e compulsioni. Inoltre, è importante ricordare che cercare aiuto professionale è un passo importante verso il miglioramento della tua salute mentale e del tuo benessere generale.
È importante sottolineare che le ossessioni possono essere molto angoscianti, indipendentemente dalla loro specifica natura. Anche se ritieni che i tuoi pensieri siano giustificati in alcune situazioni, se ti causano ansia significativa e interferiscono con il tuo benessere quotidiano, potrebbe essere utile considerare la possibilità di consultare uno psicologo o uno psichiatra per una valutazione più approfondita.
Un professionista della salute mentale può aiutarti a comprendere meglio la natura dei tuoi pensieri, a valutare se soddisfano i criteri di un disturbo d'ansia come il DOC o se sono correlati a un altro problema, e a sviluppare strategie per affrontarli in modo più efficace. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è spesso utilizzata per trattare il DOC e può essere altamente efficace nell'aiutare le persone a gestire le loro ossessioni e compulsioni. Inoltre, è importante ricordare che cercare aiuto professionale è un passo importante verso il miglioramento della tua salute mentale e del tuo benessere generale.
Cara ragazza, la rabbia, così come la gioia, la tristezza, la paura, il disgusto, la sorpresa, è un'emozione primaria, innata e universale che accompagna e colora la vita umana. Prima del suo manifestarsi, la rabbia è anticipata da una serie di segnali fisici importanti da riconoscere se si vuole provare a contenerla. Ogni individuo, negli eventi e nelle relazionali interpersonali, sperimenta la rabbia con un'intensità variabile che dipende dalla personalità, dalla situazione contestuale e dell'investimento emotivo. Se dall'esperienza vissuta emergono sentimenti di irritabilità e inquietudine difficili da gestire e il disagio è avvertito come continuo e persistente, le suggerisco di rivolgersi ad uno professionista della salute mentale per un percorso psicologico. L'occasione poterebbe essere utile per fronteggiare le criticità nonché imparare ad esprimere la rabbia in modo più funzionale e con un proprio stile. Ci tengo a salutarla con un pensiero del filosofo Epitteto: "Ciò che disturba la mente delle persone non sono gli eventi, ma i giudizi che esse formulano sugli eventi".
Mi rendo, inoltre, disponibile per qualsiasi chiarimento.
Dott.ssa Chiara Lagi.
Mi rendo, inoltre, disponibile per qualsiasi chiarimento.
Dott.ssa Chiara Lagi.
Buonasera, capisco la tua preoccupazione e il disagio che stai vivendo. Da quello che descrivi, sembra che tu stia facendo esperienza di pensieri intrusivi, cioè pensieri ricorrenti e involontari che possono causare ansia o disagio. Questo è qualcosa di comune e può accadere a molte persone in determinati momenti della vita. Tuttavia, quando questi pensieri diventano frequenti e influenzano in modo significativo il tuo benessere o le tue relazioni, potrebbe essere utile esplorare più a fondo cosa sta accadendo. Nell’approccio cognitivo-comportamentale (CBT), ci concentriamo sul rapporto tra pensieri, emozioni e comportamenti. I pensieri intrusivi possono innescare ansia e portare a reazioni emotive intense, come la rabbia o il senso di colpa. Questo ciclo può alimentarsi da solo, poiché più presti attenzione ai pensieri intrusivi, più questi possono aumentare il tuo disagio. Un aspetto importante che hai menzionato riguarda la giustificazione dei tuoi pensieri in ambito relazionale, poiché li percepisci come realistici. È comprensibile che in situazioni emotivamente coinvolgenti, come una relazione, i pensieri possano sembrare giustificati. Tuttavia, il fatto che riconosci che lo stesso tipo di pensieri si presenta anche in altri contesti, come la porta di casa o le chiavi, suggerisce che potrebbe esserci un meccanismo cognitivo sottostante che amplifica il tuo stato di allerta e ansia. Spesso in questi casi, potremmo parlare di un bias cognitivo, un processo mentale che porta a interpretare le situazioni in modo più negativo o minaccioso di quanto lo siano realmente. Potrebbe trattarsi di un modello di pensiero legato al dubbio costante, che ti spinge a mettere in discussione le tue azioni e a temere di aver commesso degli errori. Questa tendenza può portare a un senso di inadeguatezza o ansia, alimentando le emozioni negative e i comportamenti, come le "crisi di rabbia". Non è raro che questi pensieri siano accompagnati da una sensazione di perdita di controllo e da un tentativo di evitare errori o situazioni incerte, spesso riscontrabile in persone che vivono stati d’ansia o forme più specifiche di disagio, come il disturbo ossessivo-compulsivo. Tuttavia, per determinare se ci sia una condizione clinica specifica, sarebbe necessario esplorare più a fondo la frequenza e l'intensità dei tuoi pensieri e delle tue reazioni. Un buon primo passo potrebbe essere iniziare a monitorare quando e come si presentano questi pensieri, cercando di osservare quali emozioni e comportamenti ne derivano. La terapia può aiutarti a identificare questi modelli di pensiero automatici e a sviluppare strategie per ridurre l'impatto che hanno sul tuo benessere. Impareresti a ristrutturare i pensieri disfunzionali e a gestire meglio le emozioni associate; è comprensibile che tu possa sentire i tuoi pensieri giustificati in alcuni ambiti, ma il fatto che questi si presentino anche in situazioni non legate alla relazione potrebbe suggerire che c'è un tema più ampio da esplorare. La terapia potrebbe aiutarti a chiarire questi aspetti e a migliorare il tuo stato di benessere generale. Dott. Andrea Boggero
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