Buonasera sono una ragazza di 21 anni, scrivo perché sono un po' abbattuta ultimamente sulla mia rel

18 risposte
Buonasera sono una ragazza di 21 anni, scrivo perché sono un po' abbattuta ultimamente sulla mia relazione. Io e il mio ragazzo conviviamo e da poco abbiamo preso anche un cucciolo di cane insieme. La nostra relazione è molto altalenante e fin da subito lui si è mostrato super innamorato di me cosa che al tempo a me faceva molto strano ma in un certo modo ho apprezzato anche perché il mio sentimento poi col tempo è cresciuto di molto fino ad ora che siamo arrivati a vivere insieme e con me che sono davvero molto innamorata e ho un grande affetto per lui al di là della relazione in sé. Lui però è molto instabile almeno emotivamente, si arrabbia molto facilmente ed è pesante. Io da poco ho perso il lavoro e sto lavorando qua e là ma non guadagno moltissimo e si è offerto lui di pagare affitto e bollette e lasciare a me le spese alimentari e del cane (il cane in realtà ora ci pensiamo un po' tutti e due) la sua richiesta principale però è quella di pensare alla casa. Dal cibo, alle pulizie, al lavaggio dei vestiti ecc. E al cane. Io tutte queste cose le faccio e cerco di impegnarmi, specialmente sul cibo..facendogli trovare ogni giorno qualcosa di nuovo anche perché mi piace molto come attività per rilassarmi. La casa non viene pulita come vorrebbe, un po' perché magari non è mai stata la mia attività preferita un po' perché abbiamo due modi di pulire completamente diversi. Quello che lui non capisce è che sono cose impegnative, che anche io posso essere stanca, perché un cane non è semplice da gestire specialmente se piccolo e iperattivo. Anche io lavoro, non è un lavoro che mi prende tutti i giorni p tutte le ore come lui, non è un lavoro faticoso come il suo ma comunque è sempre un lavoro. Mi attacca pesantemente su questi aspetti specialmente appunto per la casa e non ho nemmeno modo di ribattere perché vuole che io stia solo zitta, mi addossa molte colpe dicendo che non sono una buona compagna e una donna. Io ci rimango molto male, essendo sensibile spesso piango e quando succede lui perde ancora di più la pazienza dicendo che è stanco di me. Vorrei precisare che è da tempo che io sto praticamente sempre in casa col cane e che sento solo telefonicamente le mie amiche e amici anche perché a lui la maggior parte delle mie amicizie non piace. Lui lavora, esce con gli amici, gioca a calcetto e dice di essere stanco, sembra che tutto gli sia dovuto. Quando siamo tranquilli tutto fila liscio ma queste cose a me fanno stare veramente male, perché mi sembrano piccolezze che lui fa diventare giganti e non c'è modo di farglielo capire. Non so cosa fare perché comunque stiamo bene insieme ma quando entrano queste discussioni diventa tutto così pesante che riesco solo a vedere nero e addossarmi colpe che lui mi dà facendomi sentire veramente una donna che non conta. Non mi sento molto apprezzata ecco. Cosa suggerite?
La psicoterapia è un percorso attraverso il quale decidiamo di ri-narrare la nostra storia mettendo in luce i vincoli e le risorse.
Se è già seguita da un/una collega problematizzi la sua sofferenza in seduta. Se sente che invece sia il momento per riprovare la invito a prenotare dalla mia agenda un primo colloquio conoscitivo gratuito.
Saluti, VD

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Buongiorno,
una relazione in cui non vengono rispettate le libertà dell'altro, in cui ci si sente attaccati e non apprezzati per quello che si fa e per quello che si è, una relazione in cui non esiste il dialogo, non può essere sana e non può farla stare bene. Sento di dover essere diretta nel dirle che ci sono tutti i presupposti affinché si possa creare una situazione abusante, pericolosa per lei e per il suo benessere emotivo. Cerchi di parlare della situazione con qualcuno a lei vicino e la invito a rivolgersi ad un terapeuta, la aiuterà.
Buonasera, in una relazione servono spazi personali, coltivare le proprie amicizie, non solo quelle di coppia. Il suo bisogno di apprezzamento da parte del suo ragazzo è importante, da portare in un percorso individuale con uno psicoterapeutta o di coppia, per migliorare la comunicazione e la qualità della relazione. Un caro saluto. Dr.ssa Lorena Ferrero
Salve, lei vive una situazione impari di grande comprensibile disagio, con una persona che non sa rispettare la sua individualità e anziché aiutarla a crescere e vivere una vita soddisfacente la opprime e la soffoca. Che il suo compagno sia narcisista è evidente, che il rapporto sbilanciato altrettanto. Le consiglio un percorso psicoterapeutico perché possa mettere a fuoco i suoi innegabili diritti dentro la relazione. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buongiorno,
la situazione che presenta ha più elementi di riflessione. Francamente Le consiglio un percorso per confrontarsi nello specifico con uno specialista.
Saluti
Buongiorno, per la situazione particolare che sta vivendo il consiglio è di non basarsi esclusivamente su quello che lei prova ma anche di pensare a come vuole o non vuole essere trattata. Più in generale potrebbe beneficiare di un supporto psicologico per riflettere sulle sue caratteristiche ed approfondire le dinamiche relazionali.
Salve, il suo racconto porta molti spunti di riflessione che andrebbero esplorati meglio in un percorso psicoterapeutico. E' molto importante che lei conservi una sana autostima per trovare le energie per affrontare le difficoltà della vita. Resto a sua disposizione per approfondire meglio e la saluto cordialmente, PF
Bisogna prestare attenzione a questi vissuti quotidiani di squalifica, soprattutto se sono accompagnati da chiusura o da mancanza di dialogo. Le consiglio di farsi aiutare per comprendere a fondo al situazione prima che diventi pericolosa per lei. Eventualmente disponibile anche online
ciao...l' amore deve essere un valore agiuntto, un qualcosa che ci riempie e anche se problemi o crisi intoppano il momento, insieme e nel dialogo, nella libertà dell' altro di poter essere se stessi si può trovare un ponte di comunicazione
Buongiorno, la sua richiesta di aiuto è un importante segnale per uscire dalla trappola relazionale in cui si trova, che ha le caratteristiche della violenza psicologica, che non è meno grave della violenza fisica.

Le suggerisco:
1. di rivolgersi al centro anti-violenza più vicino a lei: ci sono volontarie capaci di ascoltarla e indirizzarla, dandole un sostegno concreto
2. di raccontare senza timore a persone di fiducia quello che vive, superando la vergogna che sempre compare in queste situazioni
3. di farsi supportare da un punto di vista psicologico, spesso i centri antiviolenza offrono questo servizio gratuito. Personalmente offro percorsi a tariffe calmierate in queste situazioni.

Si ricordi che non è sola e che ci sono migliaia di altre donne che vivono situazioni analoghe nel silenzio e nell'isolamento credendo sia colpa loro. E' questa la prima trappola da riconoscere e da cui uscire.
Capisco che stai attraversando un periodo difficile e ti senti sopraffatta dalle responsabilità e dalle aspettative del tuo partner. È importante ricordare che una relazione sana si basa sul rispetto reciproco, sulla comprensione e sulla comunicazione aperta.

Il tuo partner sembra avere aspettative molto alte su di te, che possono essere difficili da soddisfare. È importante che tu gli esprima i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni in un modo che lui possa comprendere. Potrebbe essere utile cercare un momento tranquillo per parlare con lui di come ti senti, spiegandogli che anche se apprezzi il suo sostegno finanziario, hai bisogno di più comprensione e rispetto per il tuo tempo e il tuo lavoro.

Inoltre, potrebbe essere utile cercare un equilibrio tra le responsabilità domestiche. Ad esempio, potreste provare a dividere le mansioni in modo più equo o a trovare un sistema che funzioni per entrambi.

Infine, è importante che tu prenda cura di te stessa. Se ti senti sopraffatta, potrebbe essere utile cercare il supporto di un professionista, come un terapeuta o un consulente. Essi possono fornirti strumenti e strategie per gestire lo stress e migliorare la tua autostima.

Ricorda, sei una persona di valore e meriti rispetto e considerazione.

Cordialmente, Dr. Marco Di Campli, Psicoterapeuta
Buongiorno, mi spiace molto per ciò che sta vivendo.
E' importante capire che se lei si ama, si ritiene una persona valida, efficace e capace, i commenti negativi dell'altra persona non possono intaccare la sua essenza, la propria identità personale. E' importante essere sempre consapevoli che la stima che ha verso se stessa non deve dipendere dall'altro, oltre al fatto che in una relazione i bisogni di entrambi (di affetto, di cura, ma anche di indipendenza) devono essere soddisfatti. Provi a soddisfare, ad esempio, il bisogno di esplorazione e indipendenza (bisogno intrinseco degli esseri umani) svolgendo un'attività che le piace o semplicemente prendendosi cura di sè, senza dover rendicontare al suo compagno ciò che ha fatto o non ha fatto!
Se i problemi dovessero persistere, potrebbe essere utile una terapia di coppia.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
Consulenze online
Buongiorno, la situazione, come Lei la descrive, appare abbastanza problematica sul piano del rapporto di potere decisionale, che vi è naturalmente in una coppia. Sembra che Lei si trovi in una posizione subalterna rispetto a quella del suo compagno, sulla base di un potere che si è venuto a creare in un modo fortemente squilibrato sul piano economico. L'aspetto economico agisce praticamente, ma anche in modo simbolico sulla coppia, nel senso che tende a deteriorare il rapporto ed a trasformare una relazione sentimentale in un rapporto patologico di prevaricazione, cioè non più un rapporto alla pari basato sul confronto reciproco, ma un rapporto di possesso e di potere unilaterale da parte del suo "ragazzo" nei suoi confronti. Questo è ciò che Lei obiettivamente descrive. In questi casi, l'approccio più indicato è una consulenza psicologica di tipo sistemico-relazionale, dove si valuta se ci sono possibilità per una terapia di coppia. Altrimenti non resta che il lavoro psicologico sulla coppia attraverso una modalità terapeutica individuale.
Buongiorno,
lei è portatrice di una istanza di coppia ed è in un percorso di coppia che andrebbero affrontate le problematiche qui riportate. Ne parli anche con il suo ragazzo, sarebbe una occasione di crescita per entrambi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve,
dal racconto partito con delle premesse interessanti la sua descrizione alla fine fa emergere un quadro di insoddisfazione.
Quando una relazione non è bilanciata ed intervengono restrizioni personali all'interno della relazione, allora è doveroso iniziare a porsi domande sostanziali.
Lei è felice, si sente realizzata,amata e sostenuta?
Se così non è le consiglio un percorsobpersonale che la riporti in una dimensione vitale ed efficace per la fua stessa esistenza.
Ognuno merita si dare rispetto a sé stesso al di là di ciò che gli altri fanno con noi.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Sandra petralli
Buongiorno, quello che lei descrive è la situazione nelle quali si sono trovate le nostre nonne e le nostre mamme. Ma come sappiamo sono situazioni universali, al di là del tempo e dello spazio. Non è una vita per una ventunenne.Se il suo compagno la tratta così, c'è qualcosa in lei che glielo permette. Prima di tutto lavorerei su me stessa e poi affronterei la questione con lui, se ne vale la pena. Le suggerisco un percorso psicoterapeutico . é un investimento per lei, così giovane e con tutto il diritto di essere felice. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Cara ragazza, a leggerla direi che con molta probabilità lei si trova in una situazione di maltrattamento per lo meno psicologico o, come già rappresentatole in precedenza, in una situazione abusante (anche se ad intermittenza; molti aggressori, anche quelli solamente verbali, alternano momenti di serenità a momenti rancorosi e di esplosioni rabbiose). Va bene chiedere un aiuto psicologico ad un professionista, per separarsi ed individuarsi mentalmente (e probabilmente non solo mentalmente), partendo però dal presupposto che lei non merita il trattamento che sta ricevendo. Come ho già avuto occasione di scrivere su questo sito, in questi casi mi vengono in mente le parole di una collega "veterana", che già diversi anni fa mi diceva: "col passare del tempo in una coppia possono esaurirsi molte cose ma non la stima reciproca", al di là di frequenti fisiologici "brontolii", che talvolta caratterizzano soprattutto alcune coppie di lunga data. Lei è molto giovane, ha la vita davanti e da come scrive, merita di essere rispettata e trattata meglio, e quando si sente "una donna che non conta", respinga questi pensieri (o simili) come assolutamente disfunzionali e da rigettare fermamente.
Cordialmente,
M.M.
Buongiorno, la descrizione che fa della sua dinamica relazionale fa pensare a tematiche di instabilità affettiva, impulsività, e disturbo narcisistico da un lato, e di ansia, angoscia di abbandono, tendenza depressiva e dipendenza affettiva dall'altra; le quali possono essere segnali di scivolamento in una relazione tossica.
Seduzione e abbandono da parte di lui: abbandono minacciato ma non reale si intende, ossia una grande svalutazione su di lei, negazione del suo impegno e degli sforzi, insoddisfazione e attacchi continui, che sviliscono la relazione e la persona di lei.
Lei che si ritrova a rinunciare a molti spazi ed ambiti di vita (un lavoro stabile, amicizie, hobby, ecc.) perché privata, depauperata di quelle energie personali, fatte anche di stima di sé e riconoscimenti, che sono necessari.
La dipendenza affettiva si verifica quando il nostro umore, le nostre emozioni, il nostro valore anche, sono totalmente influenzate da umore, emozioni e comportamenti di un altro, dal quale abbiamo bisogno di affetto o approvazione o vicinanza.
Il pensiero dell'altra persona è sempre presente e spesso invasivo; al centro della nostra quotidianità c'è l'altro più che noi stessi. La dipendenza affettiva può manifestarsi in varie forme e comportamenti: possiamo arrivare a non accorgerci che l'altro usa la nostra fragilità, non ci rispetta, ci manipola o ci svaluta continuamente; possiamo assumere come priorità il ricevere approvazione e affetto e arrivare a ogni tipo di azione che consente questo.
Lavorare sulla dipendenza affettiva significa far tornare se stessi al centro della propria vita e a contatto con le emozioni che si provano e che l'altro ci fa provare. Significa porsi la domanda sul come mai è così vitale l'affetto o l'approvazione di un altro? Cosa, dentro di noi, fa nascere questo bisogno?
Solitamente si tratta di un'insicurezza molto profonda che ha un'origine e una causa da poter affrontare e lavorare.
E soprattutto significa tornare ad avere la possibilità di coltivare relazioni autentiche, in cui si può essere se stessi senza il bisogno (insicurezza) di mettere l'altro al centro e di annullare se stessi per lui.
Le relazioni sane sono quelle in cui ognuno può essere autentico e non dover negoziare l'affetto dell'altro.
Se l'altro in questione ha atteggiamenti narcisistici può favorire la messa in discussione e in insicurezza del partner (critiche, svalutazioni, esagerazioni, rabbia incontrollata, denigrazioni, insoddisfazione, ecc.), gettando le basi per lo sviluppo di dipendenza affettiva.
Un percorso di psicoterapia che faccia leva sui punti descritti e che promuova per primo una relazione autentica e sana è di certo il modo più sicuro ed efficace per risolvere la dipendenza affettiva ed altre forme di relazione problematica.

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