Buonasera, sono una ragazza di 19 anni. A settembre ho iniziato l’università a Torino, in ingegneria

19 risposte
Buonasera, sono una ragazza di 19 anni. A settembre ho iniziato l’università a Torino, in ingegneria, ho sbagliato, non mi sono impegnata da subito e ora mi ritrovo notevolmente indietro. Mi sento sola, mi manca la mia casa (in Sicilia), non riesco a confrontarmi con nessuno perché troppo più bravi di me, non trovo la voglia di studiare, non voglio parlarne con i miei genitori perché ho paura. Ho insistito molto per venire a Torino, loro ci hanno creduto e io li deluderei solamente. Non riesco a studiare ma allo stesso tempo ci tengo a passare gli esami soltanto che mi sembra tutto perduto ho paura di non farcela dato che dovrei recuperare un mese di lezione. Allo stesso tempo sento le pressioni addosso da parte dei miei( loro tengono molto ai voti). Lo so che nessuno mi rincorre e che ognuno ha i suoi tempi ma vorrei proprio riuscire in quello che faccio ma mi sento troppo bloccata, leggo e non capisco quello che leggo. Piango tutti i giorni a volte è come se non riuscissi a calmarmi , mi sento costantemente in ansia. che fare?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buon pomeriggio, innanzitutto la ringrazio di aver condiviso questa esperienza e mi dispiace molto del disagio che ha espresso. Posso solo provare ad immaginare quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione. A volte capire come agire e identificare la scelta giusta da fare, può non essere affatto semplice, per questo scoprire le nostre modalità di agire e comprendere da dove deriva questo "blocco" che le impedisce di andare avanti. Un obbiettivo di un percorso psicologico, può essere quello di chiarire questa confusione e cercare di trasformarla in benessere. Una terapia psicologica potrebbe permettergli di conoscersi meglio e di sviluppare delle strategie utili per poter vivere al meglio il presente, costruendo delle basi solide al fine di affrontare in maniera efficace il futuro che tanto la preoccupa. Sarebbe uno spazio solo per lei alla scoperta di se stessi. In caso volesse, io sono a completa disposizione, in presenza ma anche Online. Dott. Matteo De Nicolò
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Buona sera, mi dispiace molto per la situazione che sta affrontando. La sua ansia è legittima, data l'importanza del passo che ha fatto. Cominciare un percorso così impegnativo, lontani da casa, porta con se un'enorme dose di emozioni e di aspettative che non sono sempre facilmente gestibili, ma non c'è nulla di sbagliato in questo. L'università e la vita da soli sono delle novità che non sempre sono come le si aspetta. La cosa migliore per lei potrebbe essere rivolgersi ad un professionista per capire da dove nasce la sua difficoltà e se lo desiderasse, comunicare con i suoi genitori. Se lo desidera, resto a sua disposizione.
Buonasera, servirebbero altre informazioni per essere in grado di esprimere un parere o fornirle un consiglio.
Tuttavia sarebbe consigliato un percorso di psicoterapia sistemico relazionale al fine di prendere in considerazione anche il contesto familiare dove probabilmente il suo disagio ha un ruolo ben preciso
Buona serata
Dott. Raffaello Di Monte
Dott.sa Luisa Anibaldi
Buonasera, il suo disagio arriva forte leggendo le sue parole. La sua difficoltà a impegnarsi nello studio è certamente legata alla sua ansia e al malessere. La capacità di apprendimento richiede un buon terreno emotivo per dare i suoi frutti. Difficile studiare e apprendere se si sta male. Sarebbe utile per lei comprendere che cosa la blocca. Recuperare il tempo perso è possibile se prima recupera un poco di serenità. Desiderare allontanarsi da casa e cavarsela da soli con il percorso universitario non esclude che ci si possa sentire soli o disorientati... Inoltre le pressioni familiari non sono facili da gestire.
Se desidera approfondire con più calma può richiedere una consultazione.
Sono a sua disposizione, a Torino.
Dott.ssa Franca Vocaturi
Gentile Ragazza, dici di sapere che nessuno ti corre dietro, ma poi senti una grande pressione a produrre risultati per giustificare la tua permanenza a Torino e perchè i tuoi genitori tengono ai buoni voti: in entrambi i casi, ciò che ti tiene per la gola è il timore di scontentarli, di sentirli insoddisfatti, posizioni che sembrano aprire una finestra su un sentimento che covi, quello di non essere all'altezza. Se a tutto ciò aggiungiamo che ti manca casa, e trasferirsi comporta perdere i propri punti di riferiemento, è facile capire che senti un blocco. Nelle tue condizioni, credo sarebbe lo stesso per chiunque. Forse quello che stai vivendo non è tutto da buttare, perché ti offre l'occasione per accorgerti che questi temi sono dentro di te, e sanno schiacciarti, e puoi finalmente occupartene, con l'aiuto della psicoterapia. Purtroppo l'alternativa che stai adottando, costringerti a studiare, e leggere, e capire, ha solo l'effetto di rinforzare il blocco. In bocca al lupo!
Buonasera gentile utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Dalle sue parole emerge uno stato d'ansia che sembra essere causato dal timore di deludere i suoi genitori e dal timore di non riuscire a fare gli esami perchè non all'altezza. Tuttavia, in questo stato d'ansia è normale non riuscire a studiare e concertarsi. Inoltre, l'evitamento di certe situazioni nel breve termine seppur funzionale perchè riduce l'ansia, nel lungo termine non le permette di disconfermare le sue credenze (sono tutti più bravi di me, non ce la farò) andandole a rafforzare. Potrebbe valutare di iniziare un percorso terapeutico cognitivo comportamentale, questo potrebbe aiutarla ad individuare e ristrutturare i suoi pensieri disfunzionali che influenzano le sue emozioni e comportamenti. Rimango a disposizione Dott.ssa Correggia Angela
Gentile utente, molto spesso la lontananza dalla propria città, dalla prorpa casa e dalla propria famiglia possono far sperimentare un forte senso solitudine e di conseguenza farla sentire come se 'non potesse farcela da sola'; anche l'inizio dell'università è un grosso cambiamento per una giovane adulta che sta inizando a muovere i primi passi nel campo delle repsonsabilità. La esorto a pensare con un nuovo punto di vista: e se questi cambiamenti, seppur spaventosi, fossero delle belle opportunità?
Il disagio che provi e le tue ansie sono molto comuni, per alleviare questo stato di sofferenza ti consiglio di condividre queste tue paure con uno specialista, che possa sostenerti e supportarti in questo cammino verso l'adultità.
Gentile Utente, dal tuo racconto emerge chiaramente il disagio che stai vivendo in questo momento.
Il passaggio all'università è un evento molto importante e nonostante la voglia di impegnarsi e andare lontano da casa, le difficoltà sono tante anche perchè è un percorso di studi completamente diverso dai precedenti.
Abituarsi a un nuovo contesto e fare affidamento su se stessi non è facile e scontato.
Ti consiglio di richiedere un colloquio psicologico con un professionista per elaborare il blocco che stai vivendo e per aumentare la tua autostima imparando a fare affidamento sulle risorse che hai a disposizione.
Un caro saluto, Dott.ssa Marina Colangelo
Salve, comprendo quello che riporta ma tante volte a bloccarci è la pretesa di dover riuscire a tutti i costi e le aspettative genitoriali sembrano crearle molto pressing.
Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a lavorare sui contenuti che riporta, a prendere distanza da tutto quello che il mondo esterno le richiede.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Un saluto
Dott.ssa Daniela Chieppa
Salve, mi dispiace per il momento complesso che sta passando ma trovo sia importante che sia riuscito a condividerlo. Io penso che dei cambiamenti grandi come il trasferirsi in un'altra città ed iniziare l'università possano far emergere delle difficoltà che a volte ci sembrano insuperabili. Penso sia importante non dimenticare che arrivare ad iscriversi all'università vuol dire avere già superato tante sfide. Questa possibilità di superare le difficoltà, di sentirsi in grado di portare avanti ciò che è importante, oggi forse sembra offuscata ma non è scomparsa e si può recuperare, andando a comprendere perché proprio oggi proviamo questo "blocco". Spero che riesca a superare questo momento complesso e a trovare le risposte che cerca. Un saluto!
Gentilissima, grazie per la condivisione. Credo che potrebbe aiutarti parlare con un terapeuta, in modo da esplorare ed elaborare quelle che sono le motivazioni sottostanti il disagio riportato, soprattutto per ridurre la sintomatologia ansiosa riferita che meriterebbe approfondimenti
resto a disposizione!
AV
Salve buongiorno, durante un percorso di studi può capitare a chiunque un momento di difficoltà per il quale si fa un’enorme fatica a studiare e a rimanere concentrati; quello che comunemente viene definito ‘blocco dello studente’ è una condizione piuttosto ricorrente, nella quale chiunque può ritrovarsi, a prescindere dal grado di diligenza e dal livello di difficoltà del percorso di studi.
A livello psicologico la principale causa del blocco è legata al tempo.
Il fattore temporale genera parecchie ansie negli studenti universitari, costretti a confrontarsi quotidianamente con la preparazione degli esami, con le relative scadenze e con la paura di non riuscire a superarli. Alla percezione personale di sconfitta si aggiunge la sensazione di fallimento nei confronti delle aspettative sociali, nel suo caso con la sua famiglia.
La psicoterapia, purché gestita attraverso un approccio professionale ed estremamente personalizzato, consente di risalire alle reali cause del problema, che spesso si nascondono nel profondo dell’inconscio.
Qualora volesse accettare delle strategie che le permetterebbero di superare questo periodo di crisi non esiti a contattarmi anche on-line. Dott.ssa Bachiorri Sara
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Buongiorno giovane utente. Grazie per aver condiviso i sui dubbi. Purtroppo o per fortuna, non si può essere sempre performanti e sarebbe rilevante se riuscisse a trovare uno spazio per sé in cui portare le preoccupazioni, lo stress e la colpa, per prendersene cura ed imparare a gestirli per emergere da questa condizione così statica. Proprio le sue paure, legittime, tra cui quella grande di fallire, portano a reazioni bloccanti, delusione senza apprendimento, ecc ecc...
Per calmare l'ansia e i pianti continui potrebbe avere bisogno di parlare con un professionista psicologo/a o psicoterapeuta che possano valutare meglio la sua situazione e magari consigliare, tra le altre cose, anche tecniche di rilassamento.
Rimango a disposizione, anche online. Cordialmente, Dott.ssa Marina C.
Buongiorno.
Il percorso universitario è spesso faticoso sia mentalmente che fisicamente. Essendo di Torino conosco il carico di studi e gli standard prestazionali richiesti dalla facoltà di ingegneria. Ad ogni modo, può succedere soprattutto nei primi anni di università di vivere dei momenti in cui c'è un importante calo della motivazione e dell'autostima. Inoltre, la lontananza dalla terra in cui si è cresciuti e dagli affetti può avere un ruolo importante.
Le aspettative sociali, soprattutto quelle dei propri genitori, riportano sempre ad una performatività che spesso si scontra con i propri bisogni, il proprio modo di vivere una determinata situazione, e i propri tempi. In queste situazioni di difficoltà la tendenza a confrontarsi con le prestazioni dei compagni crea terreno fertile per autocritica e autosabotaggio. Ciò determina credenze su se stessi disfunzionali che non portano a niente di buono. Il critico interiore non ci muove a far di meglio, anzi ci blocca nel sentirci efficaci nel perseguire i propri obiettivi.
Cosa succede quando siamo i peggiori giudici di noi stessi? possiamo sperimentare rabbia, frustrazione, tristezza, blocco, impotenza, vergogna, senso di colpa nel deludere le aspettative proprie e altrui etc.
E' importante imparare a sostituire l'autocritica e il confronto con gli altri con l'autoincoraggiamento. L'essere gentili verso se stessi aiuta a non rimuginare sulle proprie difficoltà, ad accettare le proprie capacità, ad ascoltare ciò di cui abbiamo bisogno e capire come mettere in campo delle risorse.
Può esserle utile un supporto psicologico per affrontare i vissuti emotivi legati alla difficile situazione che sta vivendo.
Viviamo in un mondo che impone un'elevata performatività e che ogni giorno ci fa sentire sempre più a disagio quindi è importante anche concedersi di essere vulnerabili in alcuni momenti di vita per poter ascoltare ciò che per noi ha davvero valore e rispecchia la persona che si vuole essere, ciò che si vuole conoscere etc.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto. Dott.ssa Martina Orzi
Gentile utente, volevo innanzitutto rassicurarla: non è vero che tutto è perduto! Chiaramente nella situazione che sta vivendo tutto le può sembrare una montagna insormontabile, ma è possibile trovare una soluzione. Innanzitutto si riconosca il fatto di avere affrontato un cambiamento importante negli ultimi mesi della sua vita: ha iniziato la carriera universitaria, si è trasferita lontana da casa, in una regione che non è la sua. E' diverso sognare un cambiamento dal viverlo! Penso che qualche colloquio con un professionista col quale condividere i suoi timori e le sue fatiche le potrebbe essere d'aiuto. Rimango a disposizione. Un caro saluto
Mi dispiace molto sentire della situazione difficile che stai vivendo. Affrontare una nuova vita universitaria lontano da casa può essere una sfida notevole, soprattutto quando ci si sente sopraffatti dagli studi e dalla pressione. Ecco alcuni consigli che potrebbero esserti d'aiuto:

Parla con Qualcuno: Anche se ti senti esitante, condividere i tuoi sentimenti con qualcuno di fiducia, che sia un familiare, un amico, o un consigliere universitario, può essere un grande sollievo. A volte, esternare ciò che si prova può aiutare a vedere le cose da una prospettiva diversa e a trovare possibili soluzioni.
Cerca Supporto nell'Università: Molte università offrono servizi di supporto agli studenti, inclusa la consulenza per problemi di natura accademica o personale. Potrebbe esserci un ufficio di supporto allo studente o un servizio di counseling a cui puoi rivolgerti.
Organizza il Tuo Studio: Prova a creare un piano di studio realistico per recuperare ciò che hai perso, senza sovraccaricarti. Stabilisci obiettivi giornalieri o settimanali raggiungibili e fai pause regolari per non sentirti sopraffatta.
Metodi di Studio Efficaci: Esplora diversi metodi di studio per vedere quale funziona meglio per te. A volte, cambiare approccio può fare una grande differenza nella comprensione della materia.
Mantieni un Equilibrio: Assicurati di dedicare tempo anche ad attività che ti piacciono e ti rilassano. Trovare un equilibrio tra studio e tempo libero è essenziale per il tuo benessere mentale.
Partecipa a Gruppi di Studio: Unirsi a gruppi di studio o partecipare a sessioni di tutoraggio può essere molto utile. Studiare con altri può aumentare la motivazione e aiutarti a comprendere meglio gli argomenti che trovi difficili.
Gestisci l'Ansia: Pratiche come la meditazione, la respirazione profonda, lo yoga, o anche solo fare passeggiate possono aiutare a gestire l'ansia. Prova a trovare tecniche di rilassamento che funzionano per te.
Rifletti sul Tuo Percorso Accademico: Se continui a sentire che ingegneria non è la scelta giusta per te, potrebbe essere utile riflettere su altre opzioni. A volte, un cambio di corso può portare a una maggiore soddisfazione e motivazione.
Sii Gentile con Te Stessa: Ricorda che è normale incontrare difficoltà e che non sei da sola in questa esperienza. Essere troppo duri con se stessi può aumentare lo stress e l'ansia.
Valuta la Possibilità di Chiedere Aiuto Professionale: Se senti che l'ansia e la tristezza stanno diventando troppo opprimenti, potrebbe essere utile parlare con un professionista della salute mentale.
Ricorda, l'università è un percorso di crescita personale e accademica, e ci sono sempre persone e risorse disponibili per aiutarti. Prenderti cura di te stessa è la cosa più importante.
Buongiorno,
mi dispiace molto per ciò che stai affrontando (mi permetto di usare il "tu" per la tua giovane età). Il trasferimento e il passaggio all'università sono entrambi cambiamenti molto significativi e può non essere stato e non essere ancora semplice capire come affrontarli. Penso però che la tua attuale ansia e il fatto che ti capiti tutti i giorni di piangere sia un aspetto di cui prendersi cura, così come sarebbe prezioso poter approfondire con qualcuno questo bisogno di non deludere i genitori.
Comprendo la tua fatica e se lo desidererai potremo cercare di esplorarla meglio insieme per farti stare meglio.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Giulia Campana
Gentilissima, traspare in modo lampante la grande angoscia che la accompagna in questo periodo particolarmente denso di sfide che sembrano sollecitare in lei temi importanti, tra cui la solitudine, la separazione dal nucleo familiare, la motivazione, il confronto con gli altri, il senso di inadeguatezza, le aspettative proprie e altrui, il senso di colpa, l'impotenza... Quando le energie psichiche sono bloccate da contenuti angoscianti come questi, anche le performance cognitive e l'umore in generale ne risentono fortemente. Comprendo bene che possa sentirsi come davanti ad una montagna insormontabile, ma spesso riuscire a trovare un modo per parlarne è il primo passo per ridimensionare tale timore. Per questo motivo, direi che la questione principale e che merita attenzione e delicatezza è proprio lei stessa come persona. Indipendentemente da ciò che deciderà di fare, se continuare nel suo percorso, fermarsi, modificarlo, parlarne con i suoi oppure no, ritengo appropriato a questo punto consigliarle di cercare uno spazio personale all'interno del quale poter ascoltare e dare voce a questi vissuti, comprensibili e degni di esistere e di essere considerati. Potrebbe ad esempio iniziare provando ad interrogarsi insieme ad un professionista sul motivo per cui teme così tanto di rendere partecipi i suoi genitori di queste sue legittime difficoltà. Resto a sua disposizione se volesse approfondire. Un saluto. Dott.ssa E.B.

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