Buonasera. Sono una ragazza di 17 anni e ieri ho fatto il mio primo incontro con una psicologa (scol
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Buonasera. Sono una ragazza di 17 anni e ieri ho fatto il mio primo incontro con una psicologa (scolastica).
Vivo nel disagio e nell'imbarazzo da ormai anni, la mia fobia è quella di essere al centro dell'attenzione, ho paura del giudizio degli altri soprattutto dei miei coetanei e ho paura di non piacere alla gente. Non mi piaccio ne esteticamente ne caratterialmente, mi sento nella gran parte delle situazioni "stupida" e continuamente fuori luogo. Con il tempo sono nettamente peggiorata.
Ci ho messo un po' prima di prendere la decisione di andare a parlare con uno specialista, però mi sono fatta forza e ho pensato che questa sarebbe stata la strada che mi avrebbe forse migliorato un po' l'esistenza. Ci credevo davvero.
Sono andata a parlare, lei è stata brava mi ha capito...ma alla fine dell'incontro mi ha detto che quello era uni sportello scolastico e che io avrei avuto bisogno di un percorso lungo. Mi ha consigliato di andare da uno psicologo fuori la scuola e di mettere al corrente i miei genitori. Mi sentivo bene finché non mi detto questo. Mi è crollato il mondo addosso, speravo davvero di poter ricavarene qualcosa da queste sedute... Dal momento in cui sono uscita da quella stanza e sono tornata in classe sto peggio di prima, ho mille pensieri per la testa e non riesco a non pensarci. Non mangio da due giorni e non riesco a dormire. Sento il bisogno di andare a parlarci di nuovo perché sono subentrate delle emozioni (se così posso chiamarle) nuove, ma allo stesso tempo ho paura di sviluppare una sorta di dipendenza per queste sedute, voglio dire sono passate poche ore e sento la necessità estrema di parlarci di nuovo. Ho paura di quello mi spetta, ho paura di sentirmi """""malata"""""" (so che non è una malattia ma mi sentirei così) e ho paura di affrontare l'argomento con i miei genitori. Sono sempre stata molto riservata nelle mie cose, nei miei pensieri e sentimenti. Non mi sento a mio agio ad aprirmi con loro perché non voglio che sappiano che io non stia bene.
Aiuto, cosa devo fare?
Vivo nel disagio e nell'imbarazzo da ormai anni, la mia fobia è quella di essere al centro dell'attenzione, ho paura del giudizio degli altri soprattutto dei miei coetanei e ho paura di non piacere alla gente. Non mi piaccio ne esteticamente ne caratterialmente, mi sento nella gran parte delle situazioni "stupida" e continuamente fuori luogo. Con il tempo sono nettamente peggiorata.
Ci ho messo un po' prima di prendere la decisione di andare a parlare con uno specialista, però mi sono fatta forza e ho pensato che questa sarebbe stata la strada che mi avrebbe forse migliorato un po' l'esistenza. Ci credevo davvero.
Sono andata a parlare, lei è stata brava mi ha capito...ma alla fine dell'incontro mi ha detto che quello era uni sportello scolastico e che io avrei avuto bisogno di un percorso lungo. Mi ha consigliato di andare da uno psicologo fuori la scuola e di mettere al corrente i miei genitori. Mi sentivo bene finché non mi detto questo. Mi è crollato il mondo addosso, speravo davvero di poter ricavarene qualcosa da queste sedute... Dal momento in cui sono uscita da quella stanza e sono tornata in classe sto peggio di prima, ho mille pensieri per la testa e non riesco a non pensarci. Non mangio da due giorni e non riesco a dormire. Sento il bisogno di andare a parlarci di nuovo perché sono subentrate delle emozioni (se così posso chiamarle) nuove, ma allo stesso tempo ho paura di sviluppare una sorta di dipendenza per queste sedute, voglio dire sono passate poche ore e sento la necessità estrema di parlarci di nuovo. Ho paura di quello mi spetta, ho paura di sentirmi """""malata"""""" (so che non è una malattia ma mi sentirei così) e ho paura di affrontare l'argomento con i miei genitori. Sono sempre stata molto riservata nelle mie cose, nei miei pensieri e sentimenti. Non mi sento a mio agio ad aprirmi con loro perché non voglio che sappiano che io non stia bene.
Aiuto, cosa devo fare?
Ciao, mi permetto di darti del tu vista la tua giovane età. Mi dispiace molto per ciò che ti sta succedendo. La psicologa scolastica ha detto una cosa sensata: purtroppo gli sportelli scolastici non sono pensati per percorsi lunghi. Tu però hai avuto il coraggio di farti avanti e di parlarne con qualcuno e questo è un primo passo. Sicuramente quel colloquio ha smosso qualcosa dentro di te, probabilmente senti il bisogno di capire di qualcosa di più. Capisco la preoccupazione di parlare coi tuoi genitori, non è facile! Potresti tornare dalla psicologa scolastica per chiederle se può aiutarti a fare questo passaggio. Oppure puoi provare tu stessa ad esprimere questo bisogno ai tuoi genitori. Dagli psicologi non ci vanno "i matti" d'altronde, ma chi nella propria vita incontra dei momenti di sofferenza, vuole capirsi un po' di più, non sa come reagire alle difficoltà.. ci sono tanti motivi possibili e tu non sei obbligata a dirli ai tuoi genitori, se non vuoi. Altrimenti puoi aspettare di avere 18 anni e andarci senza comunicarglielo, anche se immagino possa essere difficile per te pagarti la terapia. Prova però ad aprirti alle possibilità. Ci sono, basta saperle cogliere. Cordialmente, dott. Simeoni.
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Buonasera. Ho letto con attenzione quello che ha scritto. Quali sono le emozioni che ha provato? E quali sono i pensieri che le affollano la mente? Sicuramente un percorso psicologico le farebbe bene, come farebbe bene a tutte le persone. Non si deve vedere come "malata", ma come una ragazza in una foresta buia che deve trovare il modo di fare un po' di luce per capire dove andare. Uno psicologo potrebbe essere quel passante che le porge una torcia e che le indica le varie vie che può percorrere. Se ha bisogno, resto a disposizione
Cara utente, prima di tutto credo che ciò che stai provando è normale, nel momento in cui ci apriamo con qualcuno che ci capisce, supporta, ascolta attivamente questo ci da un immediato sollievo. Così com'è normale che lei senta delle cose nuove "emozioni" e "pensieri".
E' però importante che lei ne parli con i suoi genitori, che condivida con loro almeno in piccola parte al sua fatica e sofferenza, al fine di poter trovare una figura che la possa accompagnare in un percorso di comprensione di ciò che sta provando e vivendo.
Inoltre mi sento di dirle, per quanto possa sembrare scontato che se lei andrà dallo psicologo, ciò non fa di lei una "matta", ma è una persona che in questo momento sta affrontando un momento di grande fatica che le porta un malessere evidente.
Rimango a sua disposizione per qualsiasi necessità
Dott.ssa Alessia D'Angelo
E' però importante che lei ne parli con i suoi genitori, che condivida con loro almeno in piccola parte al sua fatica e sofferenza, al fine di poter trovare una figura che la possa accompagnare in un percorso di comprensione di ciò che sta provando e vivendo.
Inoltre mi sento di dirle, per quanto possa sembrare scontato che se lei andrà dallo psicologo, ciò non fa di lei una "matta", ma è una persona che in questo momento sta affrontando un momento di grande fatica che le porta un malessere evidente.
Rimango a sua disposizione per qualsiasi necessità
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera ,credo che sia umano chiedere un aiuto psicologico,questo non è sintomo di malattia e non devi vergognartene. Sei molto insicura e questo ti blocca e ti fa soffrire.Parla con i tuoi e chiedi un aiuto psicologico.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Cara utente mi spiace per la situazione che hai riportato, ritengo che sia abbastanza normale che tu senta ancora la necessità di parlare ancora con la psicologa della scuola,perché ti sei sentita accolta e compresa rispetto alle difficoltà che stai vivendo in questo momento, ricordati perà che questi problemi fanno parte della tua crescita
Per quanto riguarda i tuoi genitori ti consiglio di cercare appoggio in loro e di parlare di quelle che sono le tue difficoltà
Andando dalla psicologa scolastica hai già fatto un primo passo importantissimo ma un percorso sicuramente ti può essere di grande aiuto per superare questo momento difficile. Rispetto alle sensazioni che stai provando queste sono molto comuni nei ragazzi-e della tua età, fa parte della fase di crescita che stai attraversando.
Per quanto riguarda i tuoi genitori ti consiglio di cercare appoggio in loro e di parlare di quelle che sono le tue difficoltà in questo momento. Resto a disposizione per dei colloqui online nel caso in cui vuoi intraprendere un percorso col consenso dei tuoi genitori.
Dott. Michele Arnaboldi.
Per quanto riguarda i tuoi genitori ti consiglio di cercare appoggio in loro e di parlare di quelle che sono le tue difficoltà
Andando dalla psicologa scolastica hai già fatto un primo passo importantissimo ma un percorso sicuramente ti può essere di grande aiuto per superare questo momento difficile. Rispetto alle sensazioni che stai provando queste sono molto comuni nei ragazzi-e della tua età, fa parte della fase di crescita che stai attraversando.
Per quanto riguarda i tuoi genitori ti consiglio di cercare appoggio in loro e di parlare di quelle che sono le tue difficoltà in questo momento. Resto a disposizione per dei colloqui online nel caso in cui vuoi intraprendere un percorso col consenso dei tuoi genitori.
Dott. Michele Arnaboldi.
Ciao, mi spiace molto leggere parole di paura ma ricordati che le paure se affrontate possono venir meno anche in tempi molto brevi. Parlane con i tuoi e fatti aiutare da un bravo psicologo. Vedrai che le paure verranno meno di seduta in seduta. Rimango a tua disposizione. Chiamami pure se desideri avere qualche informazione o vuoi qualche chiarimento. Sarò lieto di rispondere alle tue perplessità.
Ciao,
mi permetto di darti del tu perché siamo entrambi giovani. Credo che sia stato un atto di coraggio da riconoscersi l’idea di aver fatto richiesta a scuola per un consulto psicologico. La mia collega deve avere l’idea di una necessità di intervento più lungo che richiede dunque una presa in carico diversa, fuori dal contesto scolastico. Se i tuoi genitori sono disponibili e ti autorizzano puoi rivolgerti anche a me per un percorso psicologico. Rimango a disposizione. Buona serata. Riccardo.
Dott. Riccardo Scalcinati
mi permetto di darti del tu perché siamo entrambi giovani. Credo che sia stato un atto di coraggio da riconoscersi l’idea di aver fatto richiesta a scuola per un consulto psicologico. La mia collega deve avere l’idea di una necessità di intervento più lungo che richiede dunque una presa in carico diversa, fuori dal contesto scolastico. Se i tuoi genitori sono disponibili e ti autorizzano puoi rivolgerti anche a me per un percorso psicologico. Rimango a disposizione. Buona serata. Riccardo.
Dott. Riccardo Scalcinati
Ciao, mi permetto di darti del tu vista la tua giovane età.
mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per te convivere con questa situazione riportata.
Ritengo che tu abbia fatto bene a richiedere un aiuto psicologico perché meriti di stare meglio: Non ti vergognare delle tue difficoltà Perché, credimi, la tua situazione è molto più diffusa di quello che credi, Ci sono molte più persone di quelle che immagini che richiedono un aiuto psicologico.
In bocca al lupo per tutto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per te convivere con questa situazione riportata.
Ritengo che tu abbia fatto bene a richiedere un aiuto psicologico perché meriti di stare meglio: Non ti vergognare delle tue difficoltà Perché, credimi, la tua situazione è molto più diffusa di quello che credi, Ci sono molte più persone di quelle che immagini che richiedono un aiuto psicologico.
In bocca al lupo per tutto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, complimenti per il coraggio di avere parlato per la prima volta delle tue difficoltà con uno specialista, immagino da ciò che scrivi che sia stato davvero faticoso, anche per le tue peculiarità caratteriali. Non temere la voglia di continuare a parlarne, è normale per chi sente che "il vaso è colmo". Più che l'aspetto temuto di dipendenza, dovresti cercare di contattare il bisogno che c'è dietro di mettersi in gioco ed affrontare ciò che descrivi. Per l'età che hai puoi semplicemente richiedere aiuto ai tuoi genitori dicendo che l'adolescenza è un momento davvero particolare di vita e hai bisogno di farti aiutare. Il pregiudizio di essere per questo "malati" è un retaggio culturale che non ha motivo di essere, tutti hanno i propri momenti "no" e i più "attrezzati" li affrontano.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, capisco tutti i tuoi dubbi ma ciò che ti ha detto la psicologa scolastica è giusto. Non sentirti "malata" perché devi fare un percorso, la maggior parte dei miei pazienti cerca aiuto per capire da dove viene il disagio. Vedrai che ti sarà di grande beneficio e ti accompagnerà in questa fase di crescita molto difficile.
Chiedere aiuto è un segno di forza non di debolezza. Per qualsiasi chiarimento puoi anche scrivermi.
Dott.ssa milvia verginelli
Chiedere aiuto è un segno di forza non di debolezza. Per qualsiasi chiarimento puoi anche scrivermi.
Dott.ssa milvia verginelli
Buongiorno cara,
credo che il fatto di esserti sentita libera di parlare con la psicologa scolastica e di aver potuto esprimere le tue emozioni senza sentirti giudicata ti abbia aiutato, ma, come ti ha fatto presente lei, hai bisogno di iniziare un percorso che ti permetta di esprimere e gestire queste tue preoccupazioni sociali e la sensazione di non essere "adatta". Chiedere aiuto per poter essere aiutati a superare un periodo critico è un punto di forza e sicuramente, se spiegherai ai tuoi genitori di averne bisogno, ti capiranno e verranno incontro in modo che tu possa stare meglio. Se hai bisogno di anche online resto a disposizione. Buona giornata, Dott..ssa De Matteis
credo che il fatto di esserti sentita libera di parlare con la psicologa scolastica e di aver potuto esprimere le tue emozioni senza sentirti giudicata ti abbia aiutato, ma, come ti ha fatto presente lei, hai bisogno di iniziare un percorso che ti permetta di esprimere e gestire queste tue preoccupazioni sociali e la sensazione di non essere "adatta". Chiedere aiuto per poter essere aiutati a superare un periodo critico è un punto di forza e sicuramente, se spiegherai ai tuoi genitori di averne bisogno, ti capiranno e verranno incontro in modo che tu possa stare meglio. Se hai bisogno di anche online resto a disposizione. Buona giornata, Dott..ssa De Matteis
Salve,
è comprensibile la preoccupazione per la sua paura ma come già le suggerivano alcuni colleghi le paure se affrontate possono ridimensionarsi anche in tempi molto brevi. Ne parli con i suoi, e si faccia aiutare da uno specialista. Vedrà che potrà divenire col tempo padrona della sua vita.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
è comprensibile la preoccupazione per la sua paura ma come già le suggerivano alcuni colleghi le paure se affrontate possono ridimensionarsi anche in tempi molto brevi. Ne parli con i suoi, e si faccia aiutare da uno specialista. Vedrà che potrà divenire col tempo padrona della sua vita.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve. Concordo con quanto osservato dalla maggior parte dei colleghi. Le sarà sicuramente utile e di grande sollievo iniziare un percorso psicologico. Ne parki con i suoi genitori che saranno pronti ad aiutarla. Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli Psicologo e Psicoterapeuta
Buongiorno, io ti suggerisco di incontrare nuovamente la psicologa della scuola, proprio per confrontarti con lei su ciò che ora stai pensando e ti preoccupa.
Quindi su cosa intenda esattamente con percorso lungo, come più nello specifico abbia a che fare le difficoltà che può aver ipotizzato, e sul modo in cui vivi la necessità di parlarne ai tuoi genitori. Ogni cosa può rimanere un mistero finchè non se ne parla, e quindi spaventare.
Il bisogno di relazione che provi verso la psicologa scolastica può essere invece davvero positivo. Capisco possano preoccuparti gli aspetti di dipendenza, ma su questo si interviene proprio attraverso la relazione terapeutica, dunque parlandone. Fra gli obiettivi comuni di ogni percorso c'è il rendere la persona autonoma e funzionale nel più breve tempo possibile. Dall'altro lato però tutto questo ti dice anche della tua fiducia in una relazione di supporto professionale, e della tua motivazione ad affrontare le difficoltà che al momento ti limitano.
E' lì per questo, usa quello spazio per te stessa. Anche solo pochi altri incontri ti aiuteranno a prendere le decisioni di cui hai bisogno.
Quindi su cosa intenda esattamente con percorso lungo, come più nello specifico abbia a che fare le difficoltà che può aver ipotizzato, e sul modo in cui vivi la necessità di parlarne ai tuoi genitori. Ogni cosa può rimanere un mistero finchè non se ne parla, e quindi spaventare.
Il bisogno di relazione che provi verso la psicologa scolastica può essere invece davvero positivo. Capisco possano preoccuparti gli aspetti di dipendenza, ma su questo si interviene proprio attraverso la relazione terapeutica, dunque parlandone. Fra gli obiettivi comuni di ogni percorso c'è il rendere la persona autonoma e funzionale nel più breve tempo possibile. Dall'altro lato però tutto questo ti dice anche della tua fiducia in una relazione di supporto professionale, e della tua motivazione ad affrontare le difficoltà che al momento ti limitano.
E' lì per questo, usa quello spazio per te stessa. Anche solo pochi altri incontri ti aiuteranno a prendere le decisioni di cui hai bisogno.
Salve. La psicoterapia non è una cura ma è un percorso per iniziare a prendersi cura di sé e delle proprie fragilità, per chiarire cosa blocca la crescita armonica, cosa mette a disagio e impedisce di far crescere la fiducia in sé. Chi inizia un percorso non è malato ma è una persona che decide con coraggio di affrontare le fragilità e le difficoltà che impediscono di vivere pienamente. È percorso finalizzato all'individuazione di sé e all'autonomia, non deve creare dipendenza, anche se all'inizio si sente il bisogno di essere compresi e sostenuti dal terapeuta. Ma, man mano che cresce e si individua, che cresce la fiducia in sé stessa, sentirà meno il bisogno di quello spazio condiviso, perché quel sostegno che riceve, potrà trovarlo sempre di più in se stessa. Ci vuole tempo, anche un bel pó di tempo ma lei mi sembra pronta e, quando si è pronti, i risultati arrivano. Ne parli con i suoi genitori, non si vergogni e, soprattutto, non si consideri malata ma una ragazza coraggiosa. Trovi una persona che la faccia sentire a suo agio. Distinti saluti
Carissima,
è una grande opportunità aver compreso alla tu giovane età quali siano gli aspetti da rinforzare, il sentirsi inadeguati, il timore del giudizio, l’autosvalutazione. Sai su cosa devi lavorare, sei in una fase in cui la tua identità’ si sta formando e devi ancora imparare a ‘vederti’completamente anche nelle tue risorse. Potresti farti indicare dalla psicologa scolastica il consultorio giovani più vicino in modo tu possa fare un percorso….ma ancora meglio sarebbe parlare con i tuoi e cercare con il loro contributo un aiuto.sarebbe questo già’ un pezzettino importante nelle tua maturazione e nel ‘volerti bene’. Ivi un disagio, non c,e’ nulla di imbarazzante, anzi una tale presa di coscienza indica maturità’. Sulla dipendenza dai colloqui…..fa parte del percorso ma è una fase temporanea. Quando si inizia a lavorare su questi aspetti si ha la necessità di risolvere, di stare meglio.Si passa attraverso la dipendenza per diventare autonomi! Per cui questo aspetto non ti deve spaventare. Cari saluti
Marianna Pasello
è una grande opportunità aver compreso alla tu giovane età quali siano gli aspetti da rinforzare, il sentirsi inadeguati, il timore del giudizio, l’autosvalutazione. Sai su cosa devi lavorare, sei in una fase in cui la tua identità’ si sta formando e devi ancora imparare a ‘vederti’completamente anche nelle tue risorse. Potresti farti indicare dalla psicologa scolastica il consultorio giovani più vicino in modo tu possa fare un percorso….ma ancora meglio sarebbe parlare con i tuoi e cercare con il loro contributo un aiuto.sarebbe questo già’ un pezzettino importante nelle tua maturazione e nel ‘volerti bene’. Ivi un disagio, non c,e’ nulla di imbarazzante, anzi una tale presa di coscienza indica maturità’. Sulla dipendenza dai colloqui…..fa parte del percorso ma è una fase temporanea. Quando si inizia a lavorare su questi aspetti si ha la necessità di risolvere, di stare meglio.Si passa attraverso la dipendenza per diventare autonomi! Per cui questo aspetto non ti deve spaventare. Cari saluti
Marianna Pasello
Mi dispiace di quelle che le è successo… Caspita! Aveva finalmente trovato uno spazio dove poteva parlare liberamente, senza imbarazzo! Mi chiedo se non sia possibile continuare con la collega in un modo alternativo… Magari nel suo studio privato… le auguro il meglio! È sulla buona strada!
Buonasera. Mi sembra che si trova dinnanzi alla scelta di prendersi cura di sé stessa in modo diverso dal suo solito, ovvero condividere (anziché tenere per sé), nella misura in cui lo ritiene più opportuno, i suoi vissuti e le sue difficoltà con un'altra persona, che può essere nella situazione che descrive la psicologa scolastica con cui ha parlato o i suo genitori. Il mio suggerimento è di riflettere sull'importanza ed il beneficio che può avere per lei la possibilità di aprirsi gradualmente e condividere sè stessa con l'altro: in tal senso potrebbe pensare di richiedere, se possibile, un altro o altri colloqui con la psicologa scolastica, per esprimere vissuti, sentimenti, pensieri ecc. emersi in lei dopo il colloquio ed approfondire e chiarire ulteriormente ciò che ha condiviso durante l'incontro, oppure potrebbe prendere in considerazione la possibilità di aprirsi con i suoi genitori rispetto alla possibilità di intraprendere un percorso psicologico. In bocca al lupo e un saluto, Dott. Felice Schettini
Ciao, innanzitutto vorrei riconoscere e valorizzare la tua forza: hai trovato il coraggio di chiedere aiuto e hai fatto un primo e grande passo verso il benessere. Parlare dei propri timori, delle proprie insicurezze e delle emozioni che ti stanno accompagnando non è mai facile, soprattutto quando ci si sente, come hai descritto, a disagio e fuori luogo. Sappi che provare queste sensazioni è più comune di quanto sembri e, anche se può sembrare che nessuno le noti o le capisca, molte persone hanno vissuto situazioni simili e sono riuscite a trovare un modo per stare meglio. Il tuo timore di essere giudicata o di non piacere agli altri è qualcosa che spesso ci fa sentire "bloccati" e soli, specialmente alla tua età, quando i rapporti sociali hanno un ruolo centrale nella nostra identità. Sentirsi come se fossi "invisibile" o "fuori posto" può essere logorante, e capisco perché tu senta di vivere questa situazione con così tanto disagio. Il fatto che questo disagio ti accompagni da anni dimostra quanto possa essere difficile e sfibrante cercare di andare avanti ogni giorno senza un supporto adeguato. La tua delusione, dopo il colloquio con la psicologa scolastica, è comprensibilissima. Avevi investito speranze in questo incontro, e pensare che fosse solo un appuntamento iniziale per te è stato un colpo duro. La tua reazione è normale, e quella sensazione di crollo che descrivi, quel "mondo che ti cade addosso", mostra quanto fossi pronta e desiderosa di ricevere un aiuto che sentivi ormai indispensabile. In questo momento, potresti sentirti smarrita e sovraccaricata dall’idea di dover parlarne con i tuoi genitori. La riservatezza nei confronti dei propri pensieri e sentimenti è qualcosa di naturale, soprattutto quando si teme che gli altri non capiscano o non reagiscano nel modo sperato. Tuttavia, questa può essere una buona occasione per provare ad avvicinarti a loro su questo tema: potrebbe sorprendere scoprire come siano disposti a comprendere e a sostenerti. In ogni caso, questa apertura verso i tuoi genitori non deve dipendere solo da te. Se le dai il consenso, la psicologa scolastica potrebbe essere in una posizione più adatta per aiutarti in questo momento, proprio accompagnandoti a spiegare ai tuoi genitori che questo percorso è importante per te e che meriti l’opportunità di intraprenderlo. Una sua mediazione può essere un passaggio molto utile, specialmente in una fase delicata come questa. Parlare con un insegnante di fiducia, se ne hai uno, potrebbe essere altrettanto d'aiuto; sapere di poter contare su adulti che ti sostengano all'interno della scuola può darti sicurezza e farti sentire meno sola. Capisco anche la paura di sviluppare una "dipendenza" dalle sedute: a volte, soprattutto quando si inizia a parlare con qualcuno, si può avere un grande sollievo, quasi un senso di liberazione, che fa venire il desiderio di continuare. Questo bisogno è una reazione del tutto comprensibile e non significa sviluppare una dipendenza, bensì l'inizio di un percorso di cura verso di te. La terapia, anzi, serve proprio a costruire pian piano la capacità di affrontare le emozioni e i pensieri difficili con più serenità, senza sentirsi sopraffatti. Spero che queste parole possano darti un po' di conforto e di chiarezza. Non c'è nulla di "sbagliato" in te o in quello che stai provando. Sei in un momento della vita complesso e delicato, ma con il giusto supporto puoi imparare a gestire il giudizio degli altri e a guardarti con occhi più benevoli. La strada che hai scelto di percorrere è segno di grande coraggio e di desiderio di vivere meglio; sei sulla strada giusta, e questo percorso può davvero aiutarti a trovare sollievo. Resto a disposizione. Ti auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero
Ciao, chiedere aiuto alla psicologa della scuola è stato un atto di coraggio e di cura verso te stessa. Se hai sentito l'impellenza di rivederla è certamente per il bisogno di essere accolta e contenuta nei tuoi vissuti d'angoscia.
Credo che la collega potrebbe aiutarti nel provare a dire insieme a te come ti senti ai tuoi genitori. Non è sempre facile parlare intimamente con le persone che amiamo, tanto più delle nostre fragilità, ma si può riuscire.
Credo che la collega potrebbe aiutarti nel provare a dire insieme a te come ti senti ai tuoi genitori. Non è sempre facile parlare intimamente con le persone che amiamo, tanto più delle nostre fragilità, ma si può riuscire.
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