Buonasera. Sono una ragazza abbastanza sportiva, ma il mio corpo non mi piace, vorrei fosse più magr
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Buonasera. Sono una ragazza abbastanza sportiva, ma il mio corpo non mi piace, vorrei fosse più magro (sono 56 kg per 170), capisco che tenere il controllo su questo mi fa stare bene e al sicuro. Nonostante però mi sforzi non riesco a calare..e probabilmente non mi accetto per come sono, mi sento sempre in difetto, e sicuramente controllare almeno il cibo mi fa sentire un potere che mi fa sentire forte. Ho però continui sbalzi di umore.. alto se sono riuscita a tenermi, digiunare, allenarmi..molto basso al contrario se non ho tenuto il controllo, sento il pantalone stretto etc. Come è possibile trovare un equilibrio? Mi dicono tutti che sono magra ma per me non è così. Non credo di avere un disturbo alimentare perché il mio peso non è assolutamente critico
Buona sera e grazie per la tua condivisione.
Ti consiglierei d’intraprendere, se te la senti, un percorso psicologico per poter lavorare su alcune tematiche che hai portato, come l’immagine corporea e il rapporto con il cibo.
Se avessi bisogno di informazioni o di porre delle domande rimango a disposizione.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,
Dott.ssa Claudia Tagliapietra
Ti consiglierei d’intraprendere, se te la senti, un percorso psicologico per poter lavorare su alcune tematiche che hai portato, come l’immagine corporea e il rapporto con il cibo.
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Buonasera, è difficile e anche poco consono fare diagnosi con così pochi dettagli o scartarne altre. Quello che si evince dalla sua richiesta è che lei non accetta il suo corpo per come è e altresì cerca di modellarlo attraverso lo sport. Se questo è un pensiero fisso che condiziona gran parte delle sue scelte e della sua giornata, si potrebbe configurare un disturbo, diversamente no. Non ci sono ricette veloci per uscire da questo pensiero disfunzionale, ma l'aiuterebbe un percorso di psicoterapia per capire le cause e poterle elaborare e apportare i cambiamenti. Rimango a disposizione per un eventuale colloquio. Cordiale saluti
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Cara ragazza,
Tanto si può fare per lavorare sulla consapevolezza e sul rapporto con il proprio corpo. Rifletta se se la sente di chiedere aiuto, e nel caso, mi contatti .
Le mando un abbraccio
Tanto si può fare per lavorare sulla consapevolezza e sul rapporto con il proprio corpo. Rifletta se se la sente di chiedere aiuto, e nel caso, mi contatti .
Le mando un abbraccio
Buonasera ragazza. Per rispondere alle sue domande la soluzione e" intraprendere un percorso di aiuto che la conduca ad una maggiore consapevolezza dei suoi pensieri problematici che rendono le sue giornate pesanti. Il rapporto con il suo corpo ed il rapporto con il cibo e lo sport saranno dei temi da cui partire ma anche le sue relazioni affettive importanti e fondanti. Provveda a cercare un supporto e in ogni caso rimango a disposizione
Buonasera, il punto non è trovare una categoria diagnostica ma essere consapevole che qualcosa, nel rapporto con il corpo, con la sua immagine e con il cibo è alterata. Io le suggerisco di intraprendere un percorso prima possibile, per evitare che certi pensieri si fortifichino o si trasformino in altro.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, il peso non è l'unico parametro per valutare se si ha un disturbo alimentare. Uno dei parametri da cui si può partire è la preoccupazione verso l'alimentazione. Se sente che questo interferisce nelle sua vita potrebbe essere il caso di valutarne l'entità e cosa mantiene attivo il suo disagio. Il "non mi piace il mio corpo" spesso ha altre cause che non sono solo quelle estetiche, ma sono di ordine emotivo.
Approfondire potrebbe esserle di aiuto.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Approfondire potrebbe esserle di aiuto.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buongiorno. All’interno della sua condivisone mi colpiscono diversi aspetti, in modo particolare una sua consapevolezza: il controllo, o meno, del proprio corpo e del cibo rappresenta per lei una fonte di sicurezza, benessere e potere, ma è contemporaneamente anche motivo di continui sbalzi d’umore. Ciò potrebbe significare che il controllo continuo del proprio corpo e del cibo, o la sensazione di perderlo, potrebbe rappresentare per lei in questo momento la fonte principale della sua soddisfazione o insoddisfazione, determinando in modo significativo il suo equilibrio psicologico, che quindi diviene particolarmente soggetto e sensibile alla propria capacità di controllo di alcuni aspetti di sé. Il mio suggerimento è di considerare la possibilità di rivolgersi ad un/a professionista per esplorare e comprendere più a fondo la propria esperienza e valutare l’inizio di un percorso attraverso il quale poter promuovere e costruire un equilibrio psicologico maggiormente flessibile e benefico per lei. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Disturbo alimentare e peso n on sono le facce della stessamedaglia anzi, inizi una terapia , non temporeggi per favore, bisogna alimentare il suo sè e diminuire il controllo sbagliato che ha con il suo corpo.
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso il suo racconto, su cui mi permetto di fare alcune riflessioni.
La focalizzazione su di sè in termini corporei, mediante il controllo su cibo e peso, altro non è che un modo di padroneggiare ciò che nella vita (e quindi soprattutto il relativo impatto emotivo) non riesce a controllare. Pertanto, nel trovare difficoltà a gestire ciò che nella vita le accade e il relativo impatto emotivo, ne deriva che avere un controllo su peso e cibo la fa "sentire bene e al sicuro", proprio perchè è l'unica cosa su cui ha il potere e sente effettivamente di averlo. Ne consegue un circolo vizioso, che altro non fa che acuire il senso di inadeguatezza che descrive. Qualora sentisse di non riuscire a reggere questa condizione, le suggerisco vivamente di rivolgersi ad un* Psicolog* Psicoterapeuta.
La focalizzazione su di sè in termini corporei, mediante il controllo su cibo e peso, altro non è che un modo di padroneggiare ciò che nella vita (e quindi soprattutto il relativo impatto emotivo) non riesce a controllare. Pertanto, nel trovare difficoltà a gestire ciò che nella vita le accade e il relativo impatto emotivo, ne deriva che avere un controllo su peso e cibo la fa "sentire bene e al sicuro", proprio perchè è l'unica cosa su cui ha il potere e sente effettivamente di averlo. Ne consegue un circolo vizioso, che altro non fa che acuire il senso di inadeguatezza che descrive. Qualora sentisse di non riuscire a reggere questa condizione, le suggerisco vivamente di rivolgersi ad un* Psicolog* Psicoterapeuta.
Buongiorno. I disturbi alimentari rappresentano patologie complesse in cui è alterato il rapporto e il pensiero riguardo al cibo, al corpo ecc. anche in presenza di un normopeso. Sono disturbi che generalmente sottendono conflitti e dinamiche interiori profonde che in origine hanno poco a che fare con il cibo concreto. Le suggerisco di rivolgersi ad un centro specializzato dove il problema possa essere trattato da più professionisti contemporaneamente (almeno psicoterapeuta e nutrizionista)
Buonasera gentile utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo, è difficile vivere con un corpo che non sentiamo risponda ai nostri parametri, ha consultato degli specialisti a riguardo? Nel frattempo penso che debba darsi la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia per gestire questo controllo sul cibo senza avere sbalzi di umore e soprattutto senza sentirsi giudicati dagli altri. Se lo ritiene opportuno, può prenotare una visita con me attraverso questa piattaforma, resto comunque a disposizione per qualsiasi informazione e per terapie online. Un caro saluto, D.ssa Cristina Sinno
Buonasera, ha fatto un'analisi consapevole del funzionamento psicologico che le provoca sofferenza: "non mi accetto per come sono, mi sento sempre in difetto, e sicuramente controllare almeno il cibo mi fa sentire un potere che mi fa sentire forte.". Partendo da quanto riporta occorre lavorare per sganciare la sua autostima e il benessere emotivo dal meccanismo del controllo. Le consiglio un percorso psicoterapeutico che l'aiuti a rinforzare l'autostima e a vivere serenamente il suo corpo. Un caro saluto. Dr.ssa Lorena Ferrero
Salve. Immagino che in qualche riga non sia completamente descritto la sua situazione e come nel tempo ha vissuto e sta vivendo il malessere. Qualche riflessione la vorrei comunque condividere.
Quando si parla in modo generale di controllo il rischio è che si vuol dire tanto ma si dice poco. Con controllo cognitivo si possono indicare i processi di pensieri con l’obiettivo di mettere in atto un comportamento flessibile e orientato allo scopo. Il controllo inteso come la capacità di inibire comportamenti che si vivono come non voluti, col fine di perseguire obiettivi a lungo termine, possiamo definirlo autocontrollo. La variabile fondamentale per un sano controllo è la capacità di spostarsi all’interno di questo continuum, esercitando un controllo più o meno intenso a seconda delle situazioni. Un pattern di tendenza ipercontrollante tenderà a ricercare struttura e ordine e ad evitare condizioni incerte, Ci può essere anche una difficoltà a tollerare le critiche, un alto livello di perfezionismo, la tendenza a pianificare rigidamente ed infine la propensione ad abbracciare rigide regole morali. Quando questo è molto legato all'ambito del cibo e dell'alimentazione è possibile suppore una vulnerabilità per un disturbo del comportamento alimentare che si badi bene non significa solo mangiare tanto/poco, pesare tanto/poco. Ma è un vissuto di disagio legato al tema dell'alimentazione
Quando si parla in modo generale di controllo il rischio è che si vuol dire tanto ma si dice poco. Con controllo cognitivo si possono indicare i processi di pensieri con l’obiettivo di mettere in atto un comportamento flessibile e orientato allo scopo. Il controllo inteso come la capacità di inibire comportamenti che si vivono come non voluti, col fine di perseguire obiettivi a lungo termine, possiamo definirlo autocontrollo. La variabile fondamentale per un sano controllo è la capacità di spostarsi all’interno di questo continuum, esercitando un controllo più o meno intenso a seconda delle situazioni. Un pattern di tendenza ipercontrollante tenderà a ricercare struttura e ordine e ad evitare condizioni incerte, Ci può essere anche una difficoltà a tollerare le critiche, un alto livello di perfezionismo, la tendenza a pianificare rigidamente ed infine la propensione ad abbracciare rigide regole morali. Quando questo è molto legato all'ambito del cibo e dell'alimentazione è possibile suppore una vulnerabilità per un disturbo del comportamento alimentare che si badi bene non significa solo mangiare tanto/poco, pesare tanto/poco. Ma è un vissuto di disagio legato al tema dell'alimentazione
Buon giorno.
L'atteggiamento che lei ha nei confronti del suo corpo e del cibo, peso compreso, andrebbe valutato da un nutrizionista e da un terapeuta. Da sola potrebbe cadere in uno schema di idee, sentimenti e comportamenti disfunzionali.
Un caro saluto, dottoressa Teresita Forlano
L'atteggiamento che lei ha nei confronti del suo corpo e del cibo, peso compreso, andrebbe valutato da un nutrizionista e da un terapeuta. Da sola potrebbe cadere in uno schema di idee, sentimenti e comportamenti disfunzionali.
Un caro saluto, dottoressa Teresita Forlano
Buongiorno,
lei porta temi importantissimi che hanno a che fare con l' autostima, l'accettazione di sé, la percezione del proprio corpo che meriterebbero un approfondimento all' interno di uno spazio più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Inizi un percorso psicologico, si prenda cura di tali aspetti, vedrà che potrà con il tempo acquisire un maggior senso di sé e raggiungere un maggior equilibrio interiore.
Nel caso, resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto, ricevo anche on-line.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
lei porta temi importantissimi che hanno a che fare con l' autostima, l'accettazione di sé, la percezione del proprio corpo che meriterebbero un approfondimento all' interno di uno spazio più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Inizi un percorso psicologico, si prenda cura di tali aspetti, vedrà che potrà con il tempo acquisire un maggior senso di sé e raggiungere un maggior equilibrio interiore.
Nel caso, resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto, ricevo anche on-line.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, il disturbo alimentare si instaura prima che il peso diventi critico e poi lo diventa. Lei ha già usato le parole magiche che, anche se non sufficienti a far diagnosi sono molto indicative, cibo-controllo-potere-emozioni. Le consiglierei innanzi tutto di iniziare a mettersi in discussione, altrimenti non c'è terapia che tenga, e successivamente intraprendere un percorso che la aiuti a gestire in modo più sano l'alimentazione ed il suo corpo.
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