Buonasera, sono una mamma giovane di un ragazzo adolescente che ha vissuto da sempre solo con me. Il

19 risposte
Buonasera, sono una mamma giovane di un ragazzo adolescente che ha vissuto da sempre solo con me. Il padre vede il figlio, ma non è una figura centrale, spesso vi sono screzi tra padre e figlio. Sottolineo che mio figlio intrattiene regolari rapporti con nonni paterni e materni. I nonni materni hanno sempre un rapporto altalenante con me e nonostante mi sia cresciuta mio figlio da sola in tutto e per tutto, hanno sempre avanzato un comportamento autoritario sovrapponendosi alle mie scelte genitoriali. Ora, in seguito a litigare normali tra madre e figlio, lo stesso ha deciso di trovare rifugio presso i nonni materni che non perdono occasione di denigrare il mio operato. Ora lo stanno manipolando a non tornare più a casa proprio, e parla per voce loro. Sono molto preoccupata delle sorti che questa storia assurta sta prendendo. Aiutatemi vi prego, non voglio perdere mio figlio, è la mia vita.
Carissima, percepisco il tuo vissuto di sofferenza e mi spiace molto per quello che stai provando. Ovviamente sono certa tu sappia che non puoi modificare le scelte di tuo figlio, ma puoi sicuramente lavorare su come le sue decisioni, quando queste comportano un allontanamento da te, ti fanno sentire. Affidarti ad una/o psicologa/o che possa accompagnarti in questo momento molto difficile della tua vita potrebbe aiutarti a comprendere meglio i tuoi comportamenti e a capire in che modo tu possa eventualmente modificarli per riavvicinarti a lui. In ogni caso vorrei anche provare a rassicurarti, considerando la fase adolescenziale che sta attraversando tuo figlio, che di per sé è caratterizzata da una forte ambivalenza tra autonomia e dipendenza, e conseguente (spesso brusco) allontanamento dai genitori.
Qualora volessi, sono a disposizione online. Ti abbraccio caramente.

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, la ringrazio per la condivisione del suo vissuto, che sento molto doloroso.
L'adolescenza è un periodo burrascoso, in cui l'individuo da una parte è in continua lotta per ottenere l'indipendenza, ma dall'altro sente ancora viva la parte infantile che necessita di protezione. Questo emerge nel conflitto con il genitore, che alle volte può assumere, come nel suo caso, toni drammatici.
Credo sia fondamentale per lei poter avere un contenitore terapeutico in cui elaborare questi sentimenti nei confronti di suoi figlio e della famiglia del padre di suo figlio, ma che le possa anche dare delle strategie per gestire il conflitto in atto nel migliore dei modi per lei.
Sono a disposizione qualora volesse fissare un appuntamento.
Un caro saluto
Dott.ssa Laura Paulucci
Buongiorno e grazie per la sua dolora condivisione. Un servizio di assistenza sociale o consultorio, potrebbe inquadrare la situazione da più aspetti - medico, abitativo, legale, psicologico- e aiutarla a sciogliere la matassa e prendere le decisioni migliori per se stessa e suo figlio. Un caro saluto.
Salve, grazie per aver condiviso qua i suoi stati d'animo e la situazione attuale che sta vivendo; da come descrive, andrebbe sviscerato meglio nei dettagli il contesto per questo le consiglio un'appoggio nonché un supporto psicologico e genitoriale, al fine di far prendere alla situazione una piega diversa, laddove possibile. Resto a disposizione anche Online, Dott.ssa Gioia Picchianti.
Buonasera, posso comprendere quanto questa distanza soprattutto emotiva da suo figlio la faccia soffrire.
L'adolescenza è una fase di vita estremamente complessa. Gli stessi cambiamenti ormonali spesso influenzano i loro comportamenti e la capacità di gestire le proprie emozioni. Molti adolescenti ribaltano tutto (soprattutto dal punto di vista relazionale, mettono in crisi i rapporti con gli adulti significativi), per cercare di far ordine e trovare il loro posto nel mondo. Ricercano l'indipendenza dalle figure genitoriali, ma allo stesso tempo ne sono dipendenti e questo li porta spesso ad avere comportamenti disfunzionali e/o molto conflittuali. Spesso fanno fatica quindi a gestire le emozioni che derivano da queste spinte evolutive (indipendenza/dipendenza e individuazione di sè nel mondo). Questo perchè non hanno ancora sviluppato le risorse emotive e relazionali per far fronte ai forti vissuti che esperiscono nel ridimensionare la relazione con i genitori.
A volte hanno bisogno di fare queste esperienze di separazione per comprendere i comportamenti degli adulti significativi e valutare le proprie reazioni rispetto ad essi, quindi costruire il proprio sistema di valori e regole ma soprattutto sviluppare la capacità autoriflessiva.
Penso che un supporto genitoriale possa esserle utile non solo per poter avere uno spazio di ascolto rispetto alla sua sofferenza, ma anche per poter individuare e sperimentare delle strategie più efficaci per gestire il conflitto con suo figlio.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Buonasera,

Mi rendo conto che la situazione che sta vivendo è estremamente complessa e dolorosa. È chiaro che ama profondamente suo figlio e che sta affrontando una serie di sfide che coinvolgono molteplici relazioni familiari. Vorrei offrirle alcune riflessioni generali che potrebbero essere utili, ma le raccomando vivamente di cercare il supporto di un professionista della salute mentale nella vostra area che possa offrirle assistenza personalizzata e sostenere lei e suo figlio attraverso questo difficile periodo.

Cercare Supporto Professionale: Consideri la possibilità di consultare un terapeuta familiare o un consulente specializzato in questioni familiari e adolescenziali. Un professionista può aiutarvi a navigare attraverso le complessità delle vostre dinamiche familiari e lavorare con voi e vostro figlio per costruire una comunicazione più sana e rispettosa.

Comunicazione Aperta: Fare un tentativo di parlare apertamente e sinceramente con suo figlio, ascoltando le sue preoccupazioni senza giudizio, potrebbe aiutare a comprendere meglio cosa lo spinge a cercare rifugio altrove. La comprensione reciproca può essere un primo passo per risolvere i conflitti.

Mediazione Familiare: Se i conflitti continuano a essere irrisolti, potrebbe essere utile coinvolgere un mediatore familiare. La mediazione può fornire un ambiente sicuro e strutturato per discutere le questioni in sospeso e lavorare verso una soluzione che rispetti le esigenze di tutti.

Stabilire Limiti Chiari: Se ritiene che ci sia una manipolazione in atto da parte dei nonni, potrebbe essere utile discutere e stabilire dei limiti chiari con loro, magari con l'assistenza di un professionista. La coerenza e la chiarezza nelle aspettative possono aiutare a prevenire ulteriori incomprensioni.

Auto-Cura: Questa situazione può essere emotivamente esaustiva, quindi è importante prendersi cura di sé stessa durante questo processo. Cerchi supporto dagli amici, dai gruppi di supporto o da un terapeuta che possa aiutarla a gestire lo stress.

Approccio Graduale: Ricordi che i cambiamenti non avvengono all'istante. Potrebbe essere necessario tempo, pazienza e sforzi concertati da tutte le parti coinvolte per risolvere questi problemi.

Sono consapevole che queste soluzioni non sono semplici e che ogni famiglia è unica. Il supporto di un professionista specializzato nella terapia familiare sarà fondamentale per una risoluzione efficace e sostenibile di questi problemi.
Gentile Signora, dalle sue parole sembra emergere un senso di profondo smarrimento in relazione al comportamento di suo figlio, tenuto conto sopratutto dei notevoli sforzi che avrà profuso per crescerlo "da sola", come ha sottolineato. Adesso, da sola, si trova a fare i conti con il comportamento del ragazzo che avrà sicuramente una sua ragion d'essere, sempre tenendo conto della sua particolare età e della sua storia personale e famigliare. Come già sottolineato dai colleghi, la invito a riflettere sull'opportunità di un aiuto specialistico che le permetta di fare ordine nei pensieri e dare un significato più profondo a ciò che sta accadendo, allo scopo di percepirsi più risoluta e capace di sostenere emotivamente la situazione, tutelando e preservando il legame con suo figlio. Cordiali saluti
Buonasera, già le precedenti colleghe le hanno rappresentato la complessità della fase adolescenziale, caratterizzata da forti attaccamenti e separazioni e processi di individuazione, processi che spesso non sono indolori. Detto ciò, condivido pure il suggerimento di rivolgersi ad un professionista (competente in materia di minori, oltre che nell'area clinica), sia per essere supportata psicologicamente in questo periodo particolarmente doloroso, sia per ricevere gli opportuni suggerimenti relativamente a quali atteggiamenti adottare. Purtroppo, infatti, l'esperienza m'insegna, che il dolore talvolta non è un buon consigliere e spesso spinge le persone sofferenti ad agire in modo maldestro, da cui gli aggressori possono trarre dei vantaggi. Uso apposta il termine aggressori, perché, a meno che non sia una madre snaturata o scriteriata, lei è sottoposta, da quel che leggo, ad una sistematica aggressione psicologica relativamente alle sue competenze genitoriali e relativamente alla sua responsabilità genitoriale (ex potestà genitoriale). A tal proposito, soprattutto se suo figlio è minorenne, condividerei pure il suggerimento di una consulenza legale, nel senso che se probabilmente non ci sono ancora gli estremi di un'azione legale, che potrebbe irrigidire suo figlio nel suo allinearsi ai nonni materni, è importante ad esempio sapere che, finché la sua responsabilità genitoriale non viene sospesa o fatta decadere da un giudice, se lei non condivide il collocamento di suo figlio presso i nonni, questi ultimi si pongono oltre la legge.. (e il sapere, rappresenta un potere, spesso un potere debole rispetto ad esempio a quello economico, ma pur sempre un potere..). Nel frattempo, forse lo sta già facendo, perdoni la banalità, non demorda e, senza "stalkerarlo", continui a cercare suo figlio, con regolari sms o telefonate e, per quanto demotivata possa essere, non molli! Mantenere un contatto ed un canale comunicativo con suo figlio, gli permetterà prima o poi di riavvicinarsi a lei, come spesso accade in queste situazioni, soprattutto una volta compresi e/o svelati gli atteggiamenti strumentali e manipolatori degli aggressori, atteggiamenti, a leggerla, francamente incresciosi, perché se è errato svalutare o denigrare un genitore da parte dell'altro genitore, come talvolta capita tra genitori separati, è altrettanto errato e disdicevole se agito dai nonni, al di là di fisiologiche diversità di vedute.
Ciò detto, lei potrebbe valutare pure il supporto di un Consultorio familiare, come già suggeritole, purché non le fissino il primo appuntamento tra otto mesi o purché una volta vista dopo un primo incontro gli operatori del consultorio non spariscano, senza ricontattarla nel breve termine (non sto inventando nulla, sono dati esperienziali), poiché, se le cose stessero cosi, a costo di fare debiti, dovrebbe rivolgersi al privato.
Pertanto, mi ripeto, non molli, anche perché il rapporto genitori-figli è il più rimediabile e il più riparabile dei rapporti.
Con vicinanza,
M.M.
Buon pomeriggio,
mi dispiace molto per la sua situazione, posso solo immaginare il suo dolore. Il consiglio che mi sento di darle è quello di rivolgersi ad uno psicologo dell'età evolutiva per intraprendere un percorso di supporto alla genitorialità. Un professionista potrebbe aiutarla nella ricerca dei corretti strumenti da adoperare nel dialogo con suo figlio. Inoltre, se suo figlio al momento è andato via di casa e ritiene che i nonni lo stiano "manipolando", credo debba rivolgersi ad un avvocato. Suo figlio è minorenne, la responsabilità genitoriale è sua (e di suo marito), perciò credo che un parere legale le sia utile per affrontare senza troppi traumi questo momento.
Le auguro di recuperare il rapporto con suo figlio.
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Veronica Savio
Gentile utente, mi dispiace molto per il vissuto che ci racconta, molto complesso e doloroso! Quello che mi sento di consigliarle è di rivolgersi ad un Consultorio, o in ogni caso ad uno psicologo che le possa fornire supporto in un momento così delicato, che la aiuti ad affrontare le sue personali difficoltà e a reagire nel modo che possa essere il più possibile di aiuto a suo figlio di fronte alle decisioni di lui. La rassicurerei anche sul fatto che questo brusco allontanamento da parte del ragazzo, per quanto doloroso per lei, soprattutto considerando che ha fatto sempre tutto da sola, può essere del tutto normale e non necessariamente esitare in un rapporto definitivamente interrotto: abbia fiducia nel "lavoro" che ha fatto fino ad ora con lui. Rimango a disposizione. Un caro saluto
Buongiorno è comprensibile la sua paura, è fondamentale a parer mio cercare di parlare a suo figlio di quello che sente, senza pressione, e lasciargli soprattutto il suo tempo per comprendere quello che vuole da solo, per quanto non sia assolutamente facile.
Gentile utente buongiorno.
La fase adolescenziale, come già evidenziato da miei colleghi precedenti prevede delle fasi di cambiamento e soprattutto di “separazione individuazione” importanti e soprattutto dalla figura genitoriale.
Quello che le posso consigliare è di non mollare e se vede che la situazione si fa molto molto critica dovrà procedere per vie legali, so che è molto dispendioso, ma ad esempio l’avvocato potrà avvalersi di effettuare una consulenza di parte che verrà effettuata da uno specialista della salute mentale, in modo tale che il giudice si renda conto che lei madre ha tutte le piene facoltà ad esercitare la patria potestà su suo figlio.
Inoltre risulta importante cercare un consulto individuale e anche familiare potrebbe, in quanto si andrebbero a sradicare delle dinamiche al quanto tossiche anche tra lei e i suoi genitori.
Vedrà che una soluzione la troverà
Io sono a disposizione
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Buongiorno gentile utente, la ringrazio per la sua condivisione. L’adolescenza è sicuramente una fase delicata e particolare caratterizzata da allontanamenti e riavvicinamenti al genitore.
Le consiglio di contattare uno psicoterapeuta specializzato in adolescenza cosi da poter creare insieme delle strategie per mantenere un solido legame madre-figlio.
Rimango a disposizione e le auguro una buona giornata
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Gentile utente, comprendo il momento delicato che sta vivendo.
Provi a valutare la possibilità di cercare supporto in un professionista.
Un caro saluto.
Dott.ssa Clarissa Russo.
Mi dispiace sentire che stai affrontando una situazione difficile. È importante mantenere la comunicazione aperta con tuo figlio e cercare di comprendere le sue ragioni per voler rimanere con i nonni materni. Potresti considerare di coinvolgere un mediatore familiare o un consulente per aiutare a risolvere i conflitti tra te, tuo figlio e i nonni materni. Ricorda di concentrarti sul benessere di tuo figlio e di cercare di mantenere un dialogo rispettoso con tutte le parti coinvolte.

Dott.ssa Francesca Gottofredi
Buonasera cara signora. La situazione che lei descrive è carica di angoscia, soprattutto verso l'eventuale perdita di suo figlio. Ricoprire il ruolo di genitore non è semplice e non è esente da problemi relazionali. Essere genitori single può essere ancora più faticoso. Il padre è al corrente di questa situazione? Come mai suo figlio ha deciso di andare dai nonni materni? In qualche modo probabilmente lui percepisce i nonni come più rispondenti ai suoi bisogni. Cara signora, la percezione che ho leggendo le sue parole è di fortissimo dolore, ma non permetta al dolore di annebbiarla. Mantenga un contatto con suo figlio, provi a creare uno spazio, solo vostro, dove vedere suo figlio, dove poter parlare con lui. Cerchi per quanto doloroso, di rispettare questa sua scelta, probabilmente momentanea.
Resto a sua disposizione, anche per una consulenza online.
Un caro saluto
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso su questa piattaforma le sue difficoltà e sono vicina alla sua sofferenza.
Aldilà di tutte le considerazioni già fatte dai miei colleghi...la inviterei a riflettere con uno psicologo sulla sua identità di madre, su come lei abbia anche esposto questa figura ai suoi di genitori, separandola da quella di figlia precedente, su come lei abbia costruito dei confini. I nostri ruoli all'interno di un sistema familiare variano nel corso del ciclo di vita ed è opportuno saper riconoscere i nuovi, rispetto ai vecchi, e sapersi riposizionare rispetto ad essi.
Questo processo di esplorazione, accompagnata da uno psicologo professionista, la aiuterà sicuramente ad affrontare questa situazione con maggiore serenità.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Dott.ssa Anna Asia Forino
Gentile utente,
capisco la sua preoccupazione per la situazione con suo figlio e i nonni materni. Le consiglio di considerare un consulto con un terapeuta o un consulente familiare. Un professionista può aiutarvi a gestire le dinamiche familiari e a facilitare la comunicazione. È importante proteggere il legame con suo figlio.
Cordiali saluti.
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