Buonasera sono una mamma di una bimba di 9 mesi . Da un po’ di tempo la mia bimba ha difficoltà nell

12 risposte
Buonasera sono una mamma di una bimba di 9 mesi . Da un po’ di tempo la mia bimba ha difficoltà nell addormentarsi sia di giorno che di notte . Ha sonno ma non riesce a prendere sonno . È stata sempre abituata a dormire nel suo lettino , gli mettevo il ciuccio e si addormentava . Ora invece appena la metto giù sono pianti . Poi quando si addormenta i risvegli notturni sono Max 1/2 a notte solo perché perde il ciuccio .
Non è cambiato nulla da prima.
Stavo leggendo delle gocce di melatonina o sostanze naturali per favorire il sonno , lei che mi consiglia?
Grazie
Buongiorno,
la melatonina può essere molto utile per regolarizzare il ritmo sonno-veglia, soprattutto come ipnoinducente (favorisce l'addormentamento). Il dosaggio è di 1 mg la sera 30 minuti prima di coricarsi.
Detto ciò, è opportuno che ne discuta con il suo Pediatra così da escludere altre cause che giustifichino l'irrequietezza.
Cordiali saluti

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Buongiorno, la difficoltà nel dormire che alcuni bimbi sperimentano a un certo momento della loro crescita, se non ha cause fisiologiche che noi non comprendiamo, spesso è legato alla sfera emotiva del bimbo e del connubio genitore-bimbo. Nulla di allarmante, è più frequente di quanto si creda. Le consiglierei di rivolgersi al suo pediatra per escludere cause fisiologiche, se queste sono escluse, faccia un paio di sedute da un comportamentista per capire le dinamiche causa- effetto che si possono essere create. Rinforzi, bisogni, percezioni.
L'uso del farmaco, anche fosse omeopatico, va benissimo, ma come coadiuvante, non insegna nulla. Serve solo a tamponare, sperando che sia solo un momento e che passi in fretta. Capire il perchè e risolvere la situazione è assunzione di responsabilità!
Cara signora, immagino la sua preoccupazione.
Parli bene col suo pediatra per approfondire la parte "fisica" di questa difficoltà a dormire.
A volte, quando i bimbi sono così piccoli, usano il sonno (altre volte per esempio il cibo) per comunicare un bisogno che sentono forte in quel momento ma che nn sanno come esprimere... bisogno di maggiore vicinanza, accudimento, forse una paura. Provi a sintonizzarsi emotivamente con quel bisogno, come solo una mamma sa fare, e provi ad accoglierlo... magari può essere un aiuto!
In bocca al lupo, Gilda Schiavoni

Gentile Signora,
i problemi di addormentamento e insonnia possono essere determinati da fattori fisici, comportamentali e/o psicologici relazionali.
Esclusi i fattori fisici con la sua pediatra, si può passare poi alla valutazione dei possibili fattori comportamentali e/o psicologici relazionali (nella diade bimba - figura di accudimento) con uno psicologo esperto sul trattamento dell'insonnia dei bambini.
La melatonina o altri rimedi naturali possono aiutare ma più efficace e risolutivo sarebbe andare all'origine del sintomo. Da quello che descrive, la difficoltà ad addormentarsi potrebbe dipendere dal fatto che la bambina arriva troppo stanca al momento di andare a nanna; un po' come succede a noi adulti, se siamo troppo stanchi impieghiamo più tempo a rilassarci e ad addormentarci, perché abbiamo un sovraccarico di tensione da smaltire prima di abbandonarci al sonno. Questa è solo una delle possibili ipotesi che andrebbe verificata attraverso una valutazione completa delle abitudini, credenze, bisogni, orari e fattori psico emotivi in gioco in questo periodo. Cordialmente Anna O. Reina
Cara mamma, le abitudini dei bambini cambiano molto spesso e anche molto velocemente.
Non è raro che i neonati, soprattutto dell’eta di sua figlia, nonostante abbiano sonno, non riescano ad addormentarsi con facilità. Tutto ció per i genitori può essere un’esperienza faticosa e frustrante.
Ha provato ad addormentarla con altre strategie? Molto spesso i bambini hanno solo bisogno di sentire il contatto fisico, per raggiungere una maggiore rilassatezza.
Esistono anche strategie nella fase dell’addormentamento, cose ad esempio da evitare nel periodo che precede l’ora del sonno.
Le sostanze naturali che favoriscono il sonno possono essere efficaci, ma non sono, a mio parere, LA soluzione da dover proporre quotidianamente e ripetutamente.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Michela Masucci
Buonasera,
Escludendo possibili cause fisiologiche, una possibile spiegazione sulla fatica di sua figlia durante l’addormentamento potrebbe essere legata allo sviluppo in questa fase del legame di attaccamento.
All’incirca intorno al nono mese, infatti, il bambino riconosce nel genitore la sua principale figura di accudimento, costituendo con essa un forte legame di attaccamento. La figura di attaccamento funge da base sicura per esplorare e come fonte di rassicurazione e protezione. Il bisogno di vicinanza dalla figura di attaccamento si accentua in alcuni momenti cruciali quali ad esempio la separazione. l’addormentamento, in particolare, rappresenta un importante forma di distacco e separazione ed è probabile che sua figlia stia vivendo questo momento con un po’ più di fatica, che è una fatica fisiologica da un punto di vista dello sviluppo emotivo, psicologico e delle relazioni familiari.
Sintonizzarsi con lei e con questo suo bisogno di vicinanza e di protezione durante la nanna è il punto di partenza per affrontare al meglio questo momento delicato che, se vissuto serenamente, permetterà il consolidarsi di un legame sicuro.
Spero di esserle stata di aiuto.
Un cordiale saluto.
Dr.ssa Irene Tesoro
Buongiorno,
non esiste nulla di meccanico soprattutto a livello delle relazioni, e in special modo le relazioni madre-bambino. il nono mese per il bambino è una tappa molto importante soprattutto per le abilità motorie e la crescita cognitiva: inizia anche la fase del 'linguaggio'. L'interazione in questa fase è molto importante. Parli con il suo pediatra di fiducia sia della situazione del bambino sia della sua personale esperienza con il bambino che cresce (ansia, stati apprensivi...). In caso emergano difficoltà relazionali può consultare uno psicologo/psicoterapeuta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Arpaia
Gentile Signora,
come le hanno già consigliato altre colleghe prima di me, il primo passo è sicuramente quello di rivolgersi al suo Pediatra di fiducia per escludere la presenza di cause organiche.
Intorno agli 8-9 mesi di età, in realtà, è fisiologico nei bambini il verificarsi di un aumento dei problemi relativi al sonno (fase di addormentamento, risvegli notturni). In questo periodo di vita, infatti, il piccolo sviluppa una angoscia di separazione dalla figura di accudimento: piange e si dispera quando la madre è distante da lui e cerca di continuo il contatto visivo.
Oltre ad una visita con uno Psicologo formato sui problemi legati al sonno e sulle tecniche di igiene del sonno, può iniziare a mettere in pratica questo piccolo accorgimento: dopo il solito rituale legato al momento dell’andare e letto e dell’addormentamento, provi a lasciare la stanza del bambino e a tornare a controllarlo ogni 2-3 minuti, anche se non sta piangendo o non sta sollecitando il suo ritorno; quando entra nella stanza gli parli dolcemente e lo tranquillizzi, e poi esca di nuovo dalla stanza senza aspettare che si sia riaddormentato. Adotti la stessa tecnica anche durante i risvegli notturni.
Spero che questi piccoli consigli e gli approfondimenti suggeriti le possano essere utili per una migliore gestione del sonno del suo bambino. Un caro saluto
Gentile Signora,
Come le hanno già riferito le colleghe ne parli con il pediatra per escludere cause organiche.
Tuttavia mi sento di dirle che ci sono fasi delle crescita in cui i bambini hanno bisogno di maggiori rassicurazioni in quanto inizia in loro la consapevolezza Di essere “separati” dalla mamma. Questo può portare a una normale e SANA paura, che si manifesta proprio nelle fasi delicate come nel passaggio sonno-veglia. Per questo è giusto rassicurarli, coccolarli e insegnare loro che possono crescere sicuri e felici anche se non sono più in un legame simbiotico con le figure di riferimento. Più i bambini vengono rassicurati più un giorno saranno persone autonome e sicure. Il fatto che dorma serenamente tutta la notte è un buon segno.
A meno che nella vostra vita famigliare non sia successo qualcosa di “importante”, che possa aver turbato la bambina, io le consiglio di attendere pazientemente e amorevolmente che la bimba cresca un po’.
La saluto cordialmente
Dott.ssa De Simone
Gentile signora, concordo con le colleghe affinché ne parli con il pediatra soprattutto prima di dare farmaci quali l'ormone melatonina..
Per il resto, con il pediatra (escludendo cause fisiologiche), potrà anche valutare la necessità di un eventuale orientamento di psico-educaizone genitoriale. Detto ciò, la sua richiesta richiama alle mie memorie la letteratura scientifica storica, la quale ha da sempre descritto una normale fase di crescita detta da alcuni "l'angoscia dell'ottavo mese" o angoscia dell'estraneo (vd. Spitz) che avviene appunto attorno all'età della sua bambina.. Le colleghe le hanno già detto che i bambini crescono e cambiano (per cui il genitore deve capire nuovi bisogni e talvolta adattarvisi con nuovi repertori di comportamenti). Intorno all'ottavo mese il bambino fatica perché deve ancora imparare ad avere una immagine di madre interna (immagine mentale stabile) e "perde la madre" ogni volta che essa si allontana da lui o che resta solo (il ciuccio in qualche modo può consolarlo perché richiama il contatto materno rassicurante).
Spero che presto possa ristabilirsi l'equilibrio del sonno della sua bambina.
Resto a disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento.
Cordialmente, Federica Guerrini
Salve, come le hanno già suggerito le mie colleghe, la sua bambina sta attraversando una fase in cui si intreccia
la costruzione di importanti meccanismi fisiologici psicologici e comportamentali. La presenza è la consultazione del Pediatra è di obbligo. Si rassicuri poiché probabilmente si tratta di un fenomeno transitorio. Mi tenga comunque al corrente dello sviluppo della situazione con sua figlia. Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli
Cara Signora, i bambini così piccoli sono in un costante processo di trasformazione e cambiamento. Prima di pensare a un"rimedio", ad un farmaco che intervenga biochimicamente, la invito a domandarsi come sta vivendo questo cambiamento improvviso del rapporto con il sonno di sua figlia. A volte vista la profonda interconnessione tra bambino e caregiver il modo in cui questi ultimi reagiscono, determina a sua volta una certa reazione nei piccoli. Il primo consiglio che mi sento di darle quindi è quello di prendersi il tempo e dare il tempo alla piccola di fronteggiare e superare questa fase di cambiamento e trasformazione, semplicemente facendole sentire che lei c'è. Il tema del tempo e del ritmo della relazione sono importantissimi. Sicuramente la frenesia delle nostre vite ci porta a soluzione più immediate, ma ogni forma di accudimento è di per se un atto educativo, ed in questo modo lei sta già insegnando qualcosa a sua figlia, imparandolo a sua volta. L'ossservare, l'accompagnare e il rispettare i vissuti . un abbraccio

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