Buonasera sono una donna di 39 anni che dopo tanti anni come contabile in una piccola realtà aziend

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Buonasera
sono una donna di 39 anni che dopo tanti anni come contabile in una piccola realtà aziendale dove ero stimata e soprattutto amata, spinta dal mio compagno, ho provato dei concorsi pubblici e sono riuscita a passarne uno (fatti 5 in neanche un anno, lavorando 46 ore alla settimana). Lavoro presso un ente pubblico da quasi due mesi, ma purtroppo la sensazione di disagio cresce ogni giorno di più. Il lavoro mi appare difficilissimo, sbaglio tanto. I colleghi e il responsabile non sono cattive persone, ma sono oberati di lavoro e i miei sbagli ricadono su tutti. Durante l'orario di lavoro mi si chiude lo stomaco e non mangio nulla se non uno yogurt in tutta la giornata, perchè non ho proprio voglia di mangiare. Non ho più voglia di fare nulla delle mille attività che facevo, lavoro fino alle 17.30 ogni giorno (pur avendo tre pomeriggi in cui dovrei finire alle 14), vado a casa in 10 minuti e non ho voglia di fare nulla, neppure di parlare. Mi sforzo di farlo con il mio compagno, ma ogni giorno è più difficile, perchè lui invece del suo nuovo lavoro è entusiasta. Faccio finta che vada tutto bene, anche con i miei genitori, perchè quelle volte che ho provato a lamentarmi mi è stato risposto che sono un'ingrata e che faccio stare male la gente che mi vuole bene perchè dico che sto male e mi lamento sempre. Non ho voglia di viaggiare, occuparmi della casa, vedere le persone, fare sport, nulla, mi pesa tutto. Seguo il mio compagno nella vita sociale con molta fatica, anche perchè da 6 mesi sto provando ad avere un bambino ma non riesco a rimanere incinta e vedere amici con figli o sua sorella coi figli (che lui decanta manco fossero figli suoi)mi fa male e cerco di evitarlo il più possibile. Ho prenotato una visita presso un centro di procreazione assistita per novembre, ma mi è passata la voglia di andare anche là. Mi sento molto sola.
Grazie a chi vorrà consigliarmi e rispondermi
Cara utente, posso solo immaginare quanto sia faticoso vivere così. Dalle sue parole emerge molto chiaramente il suo malessere e la sua sofferenza, che è degna di essere ascoltata ed accolta. Sarebbe tante le cose da chiederle rispetto al lavoro e a come lei si sente ed i pensieri che ha mentre è li a lavoro. Un'indagine approfondita dei suoi vissuti è fondamentale per poterla aiutare, per tanto ciò che mi sento di dirle e di prendere in considerazione la possibilità di ritagliarsi uno spazio per affrontare quanto le sta accadendo con uno psicologo che la possa aiutare a dare voce e forma a tutto ciò che accade dentro di lei. Rimango a sua disposizione Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo

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Salve gentile utente.
Grazie per aver condiviso il suo stato d'animo e, senza dubbio, questo è il primo passo verso una richiesta di aiuto più concreta. Rendersi conto del proprio disagio, di un vissuto di malessere, dell'assenza di felicità e di soddisfazione, è fondamentale per comprendere l'importanza che potrebbe avere un supporto psicologico adeguato e strategico.

Lei descrive un periodo di grande cambiamento che, come molte volte accade, porta con sé uno strascico di incertezze, sicurezze da ricostruire, rapporti interpersonali nuovi, responsabilità diverse. Insomma, la zona di comfort costituita dal suo precedente lavoro si è sgretolata, ed ora vive nel costante bisogno di ritrovare quella fiducia e quel controllo in un ambiente che percepisce come molto stressante ed esigente.

Questa situazione è identificabile come Burn-out, un fenomeno psicologico di esaurimento delle energie necessarie per svolgere un lavoro e affrontare lo stress che esso comporta. Il burn-out è caratterizzato da stanchezza psico-fisica, apatia, irritabilità, incapacità di ricercare fonti di benessere. Le ripercussioni sul piano familiare, sociale e della qualità di vita in generale, sono molteplici, come lei stessa ha notato e ben descritto.
Guarire da questa sindrome da stress cronico richiede tempo e lavoro su se stessi. La guida esperta di uno psicologo potrà aiutarla a comprendere le fonti ansiogene e stressanti, imparare ad anticiparle e ad affrontarle; inoltre, il supporto psicologico le consentirà di imparare a gestire le emozioni e a sviluppare strategie cognitive e comportamentali mirate ad attenuare i sintomi ansiogeni e creare ricompense e gratificazioni. Lavorando poi su autostima e motivazione, sarà in grado di rielaborare quanto sta vivendo ed essere più equilibrata nelle decisioni che vorrà prendere, sia sul fronte lavorativo che sul piano personale e familiare.

Sarei lieto di fornirle maggiori informazioni su un'intervento psicologico di questo tipo e affiancarla nel superamento dei suoi disagi attuali. Mi contatti pure senza impegno per una consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Gentile utente, può succedere nella vita di oguno di sentirsi improvvisamente smarriti. Un detto africano dice:" Se ti sei perso e non sai dove andare, fermati e osserva da dove vieni."
Forse fermarsi è quello di cui ha bisogno in questo momento, per fare silenzio e dare spazio a ciò che davvero conta per lei adesso.
Un caro saluto
Salve mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.

Tenga conto che questa situazione potrebbe rappresentare il sintomo di un disagio interiore che evidentemente lei si porta dentro e che richiede sicuramente di essere attenzionato.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, da ciò che ha scritto emerge molta sofferenza e sembra che l'evento scatenante di questo malessere sia stato il suo cambiamento lavorativo. Sarebbe utile indagare cosa accade a lavoro, quali sono i suoi pensieri e le emozioni, soprattutto nei momenti in cui il lavoro le appare molto difficile e in cui sbaglia. Trovare uno spazio, come quello terapeutico, non giudicante e accogliente potrebbe aiutarla ad esplorare cosa le sta accadendo. Rimango a disposizione. Saluti Dott.ssa Angela Correggia
Gentilissima, il tema principale che emerge è la sua reazione di adattamento a un cambiamento significativo della sua vita, ovvero il nuovo lavoro. Lei era una professionista stimata e apprezzata e ha avuto il coraggio e l’ intraprendenza di rimettersi in gioco oltre che la competenza di vincere un concorso pubblico. Questa è la base di partenza che la connota nella sua dimensione lavorativa. Le difficoltà di adattamento che sta affrontando nel presente sono un normale prodotto di un altrettanto normale processo di riconfigurazione della realtà lavorativo. È assolutamente legittimo che le difficoltà che sta vivendo impattino anche nel suo privato. Un percorso di psicoterapia le potrebbe permettere di mettere “una diga” che possa contenere questa inondazione di malessere (sopratutto per salvaguardare la sua vita privata e i suoi interessi extra lavorativi) e al tempo stesso far riemergere le indiscutibili capacità che ha fatto emergere in altri contesti. Si dia del tempo e condivida questo disagio con un professionista! Resto a disposizione, cordialmente
Gentile utente, capisco la sua sofferenza e la sua difficoltà ad affrontare la nuova realtà professionale in cui si è ritrovata; inoltre, posso solo immaginare quanto possa essere frustrante il fatto di non essere ascoltata dalle persone vicine.
Il primo consiglio che posso darle riguarda la comunicazione: quando tenta di far passare il messaggio della sua sofferenza, provi a iniziare il discorso con i suoi cari dicendo loro che ciò che sta per comunicare non ha uno scopo di risoluzione del problema, bensì che sente la necessità emotiva di poter comunicare con loro il suo disagio e di poter trovare un canale d'ascolto in loro. Sostanzialmente, deve passare il messaggio che non è una lamentela fine a se stessa la sua, bensì un vero e proprio vissuto emotivo che, per lei in questo momento, è importante e difficile da affrontare da sola. Non è detto che la strategia funzioni: potrebbero emergere delle resistenze da parte dei suoi cari in merito all'ascolto. Ma un tentativo penso possa provare a farlo.
Per ciò che concerne il discorso gravidanza, le posso dire (non solo da psicologo ma anche e soprattutto da esperienza personale, seppur dall'altro lato della medaglia) che se non sente di fare certi percorsi allora forse potrebbe essere saggio evitare di percorrerli. In questo momento ha già sulle spalle un bagaglio emotivo difficile da sostenere, aggiungerne un altro molto forte come una possibile gravidanza e/o un percorso di gravidanza assistita (che, ripeto, non è facile soprattutto per una donna) non le farebbe bene. Prioritariamente credo possa essere la strada giusta per lei quello di riuscire a risolvere il problema legato alle difficoltà lavorative trovando supporto nei cari. Nel caso in cui questa cosa non avvenisse, vista anche la sintomatologia che riporta, allora sarebbe consigliabile nel breve tempo un percorso da uno psicologo/psicoterapeuta che possa aiutarla e (almeno lui/lei) ascoltarla.
Immagino che ora per lei sia estremamente difficile trovare le risorse emotive, mentali e fisiche per fare alcunché; quelle rimanenti, cerchi di investirle in un percorso che possa aiutarla, un percorso in definitiva per il suo unico bene.

Cordialmente,
Buonasera, ho letto con attenzione la sua testimonianza e comprendo il malessere che può provare dal sentirsi come svuotata .
Le sue energie cognitive ed emotive sono state messe a dura prova durante un anno in cui ha svolto diverse prove concorsuali preparandosi e sostenendole nonostante stesse lavorando. A questo elemento si aggiunge il fattore stress derivante dall'inserimento in un ambiente nuovo e dalla nostalgia che avverte per il contesto che ha lasciato. Vista la mia esperienza negli ambiti del lavoro posso dirle che sbagliare è fisiologico quando si svolgono nuove attività e che vi è spesso bisogno di un opportuno supporto per gestire al meglio questa fase così delicata. Io sono a disposizione qualora lo volesse. Un caro saluto. Maria Teresa Fiorentino
Cara utente, dalle sue parole sembra che più sfere di vita in questo momento stiano subendo dei cambiamenti ed è inevitabile attraversare momenti di assestamento che possono portare anche a non essere compresi da chi ci sta vicino.
Mi arriva il bisogno di far chiarezza e ordine per ritrovare anche pezzettini della sua vita (come le attività che ha citato) che in questo momento sono stati lasciati un pò in sospeso.
Un sostegno psicologico può aiutarla a separare le varie tematiche e ad affrontarle nel modo per lei più funzionale, dandole gli strumenti per gestire poi i vari cambiamenti anche futuri.
Resto a disposizione, un saluto. Federica Di Lauro
Tra le cose che più mi hanno colpita, oltre al vissuto di sofferenza che traspare nelle tue parole, c'è stata la frase "Sto provando ad avere un bambino", come se fossi sola anche in quello. Credo che sia importante prendere in considerazione uno spazio in cui possa sentire legittime le tue paure, senza preoccuparti di "essere ingrata" o di non far preoccupare gli altri. Affidarti a qualcuno e finalmente ascoltarti è il regalo più grande che al momento tu possa farti. E se crederai di non averne forza o motivazione, ripensa a ciò che ti ha portato a scrivere qui: c'è una silente spinta interiore che ti invita alla vita. Dalle ascolto; datti ascolto. Un caro abbraccio.
Gentilissima, dalle sue parole emerge un forte vissuto di solitudine e sofferenza. Sa, a volte rispondere alle richieste delle altre persone è faticoso. Soprattutto quando poi ci si dimentica di ascoltare se stessæ e le proprie richieste. Come ha scritto una collega "ripensa a ciò che ti ha portato a scrivere qui: c'è una silente spinta interiore che ti invita alla vita". Le sue dita hanno colto il messaggio, e lei cosa vuole fare per se? Un abbraccio forte
Buongiorno! Descrive una situazione molto triste. Sembra che non si senta in nessun modo legittimata a esprimere ciò che prova, come se nessuno possa davvero essere interessato a Lei. Ci sono anche eventi esterni che paiono rendere tutto più difficile. Il lavoro e soprattutto il desiderio frustrato di maternità. Prima aveva "una piccola realtà aziendale dove ero stimata e soprattutto amata" che la proteggeva. Doveva significare davvero molto per Lei. Ha pensato alla possibilità di rivolgersi a un* psicoterapeuta che possa accompagnarla in questo modo momento così faticoso?! In bocca al lupo per tutto
Gentile utente, ha messo tante cose in questa sua richiesta, sicuramente è un periodo in cui è molto stressata, proviene da un periodo altrettanto stressante se non di più in cui si è dedicata al lavoro e allo studio in contemporanea …In tutto ciò sta cercando anche un figlio…Io le suggerisco…se può di spostare l’appuntamento di qualche mese al centro di procreazione assistita perché anche quel percorso le aumenterà l’ansia e lo stress…che non le manca…Ha avuto tanti cambiamenti e deve ancora avere il tempo per imparare un lavoro nuovo e che all’inizio è difficile da apprendere a pieno, specie se si arriva da una “mentalità del settore privato”. Le consiglio di parlarne con uno psicologo che l’aiuterà a trovare un po’ di ordine dentro a questo “caos interiore” che la blocca. Buona fortuna
Carissima, si percepisce il suo carico di sofferenza; mi sembra evidente che le scelte recenti, nelle quali si è sentita spinta, non la rendono felice e che una situazione simile è difficilmente sostenibile a lungo. Le suggerisco di avviare un percorso psicologico con un professionista che possa aiutarla a comprendere cosa sta accadendo e affiancarla nella ricerca di risoluzioni. Sono ovviamente disponibile, qualora lei lo volesse, anche da remoto. Cordiali saluti! Dottor Montanaro
Premetto che, non conoscendo approfonditamente la sua storia, le mie sono soltanto ipotesi formulate sulla base dei pochi elementi che ho a disposizione. Ipotizzo che lei possa provare disappunto nei confronti del suo compagno per una scelta da lui sostenuta che non si è poi rivelata positiva per lei. In generale, quando la rabbia non viene diretta all'esterno, verso coloro che ce la suscitano, viene rivolta all'interno, determinando vissuti di profondo malessere e sconforto. Un altro problema sul quale potrebbe essere importante riflettere sono le sue aspettative nei confronti di se stessa, della sua professionalità e nei confronti delle persone che le stanno attorno. Quanto più alte sono le aspettative tanto più il confronto con la realtà risulta deludente e doloroso nel caso in cui tali aspettative non vengano soddisfatte. Per farle un esempio, avere l'aspettativa di essere già bravi dopo soli due mesi dall'assunzione per un nuovo lavoro, può rivelarsi alta come aspettativa. Nel suo caso, potrebbe essere più comprensiva verso le sue fatiche e darsi il tempo di imparare e di adattarsi al nuovo ambiente. Ribadisco che non conoscendola le mie sono solo delle ipotesi che sarebbe opportuno verificare e indagare nel contesto di un sostegno psicologico. Le auguro il meglio e resto a disposizione. Dott.ssa Savastio
Cara utente, immagino che una situazione del genere possa far sentire veramente molto soli e incomprensi. Dalle sue parole la prima cosa che mi sento di consigliarle è sicuramente quella di provare a intraprendere un percorso psicologico. Credo che potrebbe fornirle uno spazio in cui sentirsi al sicuro, compresa e non giudicata, e che possa aiutarla a prendersi cura di sé stessa e a vedersi come una persona con i propri bisogni, le proprie incertezze e paure, e non soltanto come qualcuno che deve necessariamente soddisfare le aspettative di tutte le persone che ha intorno, e le proprie, per essere validata come persona. Per il resto, l'unico altro consiglio che sento di darle è quello di prendersi tempo, tempo per migliorare a lavoro, tempo per provare a capire se questo è il lavoro che desidera, tempo per decidere quando sia il momento in cui si sente pronta a diventare madre, e tempo per rimettere in ordine tutte queste emozioni. Tempo per lei.
Le auguro veramente il meglio, dott.ssa Chiara Cuoco
Gentile Utente, grazie per aver condiviso qua la sua problematica; la situazione che lei descrive sembra essere molto angosciante nonché sembra ad andare ad intaccare le principali aree della sua vita tanto da impedire una quotidianità serena. Ha mai pensato di rivolgere queste sue parole ad uno specialista ed intraprendere un percorso di supporto psicologico?
Resto a disposizione anche online. Dott.ssa Gioia Picchianti
Salve.
La ringrazio innanzitutto per aver condiviso la sua storia. E' un passo già di per sé molto importante e coraggioso. Dalle parole che ha scritto, sento tutta la sua angoscia per una situazione al limite. Dato l'interessamento a numerose aree e contesti svariati della sua vita, potrebbe essere molto utile per lei, intraprendere un percorso psicoterapeutico, che le permetta di ritrovarsi, di riascoltarsi e di parlare in uno spazio neutro e suo di tutto ciò che la affligge. Mi auguro che possa trovare la strada migliore per lei. Un saluto.
Dottor Lorenzo Biagioni
Buongiorno. Mi spiace per ciò che sta passando. Dalle sue parole sento tutta la sua solitudine. Lei descrive una situazione in cui si sente molto angosciata. Le consiglio di prendere in considerazione la possibilità di intraprendere un percorso di sostegno psicologico o di psicoterapia. Entrambi i percorsi le saranno di grande aiuto per poter affrontare questi grandi cambiamenti.
Dott. Iacopo Curzi

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