Buonasera , sono un ragazzo di 40 anni e da alcuni anni soffro di ansia , o meglio questo è quello c
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Buonasera , sono un ragazzo di 40 anni e da alcuni anni soffro di ansia , o meglio questo è quello che mi hanno detto gli specialisti .
Sono stato in cura da diversi specialisti del settore , ognuno dei quali ha dato la sua diagnosi :
Cefalea tensiva
Distorno di ansia generalizzato
Disturbo da panico
Distorno psicosomatico
Inutile dire che le diverse diagnosi hanno generato un po’ di confusione .
I sintomi da me percepiti comunque sono più o meno sempre gli stessi , ovvero avverto un costante stato di tensione ( come se questo fosse cronicizzato o fossi io ad alimentarlo visto che lo temo tantissimo ) questa tensione mi porta ad un senso di sbandamento o a volte di testa troppo “ piena “ come se volesse scoppiare ed anche lo stomaco si contrae e questo a volte dura anche per tutta la giornata , come se avessi uno sbalzo di adrenalina specialmente se sono a lavoro , con i miei figli o con la mia famiglia o quando siamo al ristorante o in luoghi chiusi e affollati .
La cosa strana è che non mi capita sempre e comunque non alla stessa intensità nelle medesime situazioni .
Le terapie seguite sono state ( non in ordine cronologico )
Lyrica
Cipralex
Zoloft
Laroxyl
Chiaramente una per volta e con i tempi di sospensione rispettati .
Nessuna delle quali però ha apportato grandi risultati , aggravati dalla mia resistenza e diffidenza verso i farmaci .
A questo punto però ho l’obbligo morale verso la mia famiglia e specialmente verso i miei figli , di risolvere il problema .
Ho effettuato anche diverse terapie psicologiche TCC .
Le analisi del sangue sono buone
La tiroide ok
Una piccola ernia crevicale ma non influente a detta del neurochirurgo .
Il cuore ok e la pressione ok
Faccio regolarmente sport
E la sera stranamente si allevia notevolmente con un sonno regolare ( figli permettendo ) .
Il medico curante mi ha consigliato di prender Xanax al bisogno oppure di iniziare di nuovo a basse dosi il laroxyl .
Sono leggermente sconfortato pur essendo una persona positiva che vede sempre il bicchiere mezzo pieno e vede questa situazione come un opportunità per crescere .
Passerà prima o poi ???
Sono stato in cura da diversi specialisti del settore , ognuno dei quali ha dato la sua diagnosi :
Cefalea tensiva
Distorno di ansia generalizzato
Disturbo da panico
Distorno psicosomatico
Inutile dire che le diverse diagnosi hanno generato un po’ di confusione .
I sintomi da me percepiti comunque sono più o meno sempre gli stessi , ovvero avverto un costante stato di tensione ( come se questo fosse cronicizzato o fossi io ad alimentarlo visto che lo temo tantissimo ) questa tensione mi porta ad un senso di sbandamento o a volte di testa troppo “ piena “ come se volesse scoppiare ed anche lo stomaco si contrae e questo a volte dura anche per tutta la giornata , come se avessi uno sbalzo di adrenalina specialmente se sono a lavoro , con i miei figli o con la mia famiglia o quando siamo al ristorante o in luoghi chiusi e affollati .
La cosa strana è che non mi capita sempre e comunque non alla stessa intensità nelle medesime situazioni .
Le terapie seguite sono state ( non in ordine cronologico )
Lyrica
Cipralex
Zoloft
Laroxyl
Chiaramente una per volta e con i tempi di sospensione rispettati .
Nessuna delle quali però ha apportato grandi risultati , aggravati dalla mia resistenza e diffidenza verso i farmaci .
A questo punto però ho l’obbligo morale verso la mia famiglia e specialmente verso i miei figli , di risolvere il problema .
Ho effettuato anche diverse terapie psicologiche TCC .
Le analisi del sangue sono buone
La tiroide ok
Una piccola ernia crevicale ma non influente a detta del neurochirurgo .
Il cuore ok e la pressione ok
Faccio regolarmente sport
E la sera stranamente si allevia notevolmente con un sonno regolare ( figli permettendo ) .
Il medico curante mi ha consigliato di prender Xanax al bisogno oppure di iniziare di nuovo a basse dosi il laroxyl .
Sono leggermente sconfortato pur essendo una persona positiva che vede sempre il bicchiere mezzo pieno e vede questa situazione come un opportunità per crescere .
Passerà prima o poi ???
Caro utente, posso solo immaginare quanto faticoso possa essere per lei vivere in queste condizioni. La prima cosa che mi sento di dirle e di consultare uno psichiatra che le possa dare la giusta terapia farmacologica per la gestione dei sintomi ansiosi, pure avendo letto le diverse terapie che ha seguito, sarebbe importante affiancare alla terapia farmacologica adatta anche un percorso psicoterapeutico, che vada a scavare profondamente nei pensieri che attivano i suoi stati ansiosi. Ogni emozione che proviamo arriva da un pensiero che l'attiva, capire cosa le genera ansia, quali sono i sui trigger emotivi e cognitivi sarà per lei molto utile per risolvere la sua sintomatologia. Lei per primo si rende conto che non in tutte le situazioni i sintomi sono uguali e in alcuni momenti della giornata va anche meglio; ciò significa che qualcosa nelle sua mente cambia i suoi pensieri sono più o meno intesi, qualitativamente più o meno dolorosi e faticosi. Si affidi a dei professionisti che la seguano sia dal punto di vista medico che psicoterapico. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
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Gentilissimo, per chi non è del settore la questione diagnostica può suscitare abbastanza confusione. Qui non posso dirle se passerà prima o poi, ma posso incoraggiarla ad intraprendere un percorso di psicoterapia con una certa continuità. Cordiali Saluti, Paolo Mirri
Buongiorno; come prima cosa la ringrazio per la minuzia nel dettagliare e rendere intelligibile la Sua situazione. Trovo molto interessanti alcuni dettagli del suo racconto, e mi piacerebbe poter approfondire con Lei la situazione. Vorrei provare a rassicurarla: sono sicura che con il giusto approccio ed eventualmente la giusta diagnosi si possa arrivare alla radice del disagio che la affligge. Non perda la positività, è un'arma potente!
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno! Trasmette molto bene le difficoltà e il dolore cui deve fare fronte. Il senso di responsabilità verso la famiglia, il desiderio di essere un solido punto di riferimento. I farmaci, dove necessari, sono preziosi e funzionano molto bene per alcune "cose", ma per altre occorrono strumenti diversi. Fa riferimento a percorsi di psicoterapia conclusi. Perché? Sembra quasi che "la diffidenza e la resistenza verso i farmaci" sia superabile, mentre quella per la dimensione dell'ascolto, del fidarsi, dell'affidarsi e della dipendenza dall'altro (temporanea e funzionale alla terapia) sia molto più radicata e meno digeribile. Forse, è una direzione, una possibilità da esplorare con un* collega che le offra un percorso un pochino diverso, ben strutturato, di più ampia prospettiva e profondità. Buon lavoro
Buongiorno, spesso la diagnosi non è così utile in quanto etichettare non sempre aiuta a risolvere il problema. Per questo molti di noi preferiscono un approccio alla diagnosi di tipo funzionale ed in questo senso poco cambia se sia ansia generalizzata, attacchi di panico o simili. Sembra invece utile rilevare un'angoscia di fondo che caratterizza tutte le situazioni descritte. Potrebbe non aver scelto il tipo di terapia più adatto a lei e di sicuro non è stato azzeccato il farmaco giusto. Le consiglierei un approccio terapeutico di tipo psicoanalitico per andare più in profondità dei suoi vissuti.
Gentile utente di mio dottore,
i disturbi d' ansia possono essere trattati con successo attraverso l' ausilio congiunto della farmacoterapia e della psicoterapia. Affianchi al trattamento farmacologico la psicoterapia, vedrà che riuscira ad uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
i disturbi d' ansia possono essere trattati con successo attraverso l' ausilio congiunto della farmacoterapia e della psicoterapia. Affianchi al trattamento farmacologico la psicoterapia, vedrà che riuscira ad uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente
Mi colpisce il modo dettagliato con cui descrive i suoi sintomi e soprattutto la sua preoccupazione intesa come dovere morale nei confronti della famiglia. Trasmette una motivazione profonda a guarire, che sicuramente l’aiuterà ad affrontare , superare meglio la sofferenza.Credo che sia importante capire le cause scatenanti dei suoi sintomi e il loro significato attraverso un approccio psicodinamico, che integri quello cognitivo comportamentale che lei ha già sperimentato.
Cordialmente
Sara Chiara Pompili
Mi colpisce il modo dettagliato con cui descrive i suoi sintomi e soprattutto la sua preoccupazione intesa come dovere morale nei confronti della famiglia. Trasmette una motivazione profonda a guarire, che sicuramente l’aiuterà ad affrontare , superare meglio la sofferenza.Credo che sia importante capire le cause scatenanti dei suoi sintomi e il loro significato attraverso un approccio psicodinamico, che integri quello cognitivo comportamentale che lei ha già sperimentato.
Cordialmente
Sara Chiara Pompili
Buonasera le etichette diagnostiche non esauriscono la complessità della singola persona. I farmaci possono essere utilissimi per i sintomi ma ritengo che sia opportuno affiancare un percorso di psicoterapia. Non specifica se nei precedenti percorsi abbia interrotto o abbia avuto qualche miglioramento. Se il tipo di approccio che ha utilizzato non le ha dato risultati, forse sarebbe il caso di cambiare tipo di terapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente, la sintomatologia che consegna rende comprensibile il malessere e la fatica che la accompagnano nella quotidianità. Il suo racconto è interessante , il mio invito è quello di approfondire con un* psicoterapeuta i significati del suo soffrire. La psicoterapia le consentirà di progettarsi in un senso per lei più autentico. Si dia tempo...
Ne parli con il medico di riferimento. A disposizione, un caro saluto
Ne parli con il medico di riferimento. A disposizione, un caro saluto
Caro utente, mi dispiace per il suo disagio e nel contempo ammiro la sua tenacia e determinazione nel voler risolvere il suo problema, oltre alle terapia farmacologiche ritengo che sia fondamentale per lei continuare con la psicoterapia, esistono tanti approcci e metodologie, ma soprattutto conta anche trovarsi bene con il proprio terapeuta ( quel fattore aspecifico che fa funzionare di base tutte le metodologie ). Non demorda nella ricerca della relazione terapeutica più adatta a lei in questo momento. Sono a disposizione per ulteriori approfondimenti e chiarimenti più specifici.
Buonasera a te!
I disturbi di cui parli, sono sicuramente legati a situazioni vissute non ancora rielaborate.
E' necessario comprendere la causa di questi disturbi d'ansia e solo in quel caso, la terapia arche sia farmacologica e/o psicologica, darà i suoi risultati. Sarebbe importante anche eseguire tecniche di rilassamento che consentono la totale gestione dell'ansia .
Sono a disposizione per qualsiasi chiarimento
I disturbi di cui parli, sono sicuramente legati a situazioni vissute non ancora rielaborate.
E' necessario comprendere la causa di questi disturbi d'ansia e solo in quel caso, la terapia arche sia farmacologica e/o psicologica, darà i suoi risultati. Sarebbe importante anche eseguire tecniche di rilassamento che consentono la totale gestione dell'ansia .
Sono a disposizione per qualsiasi chiarimento
Buongiorno, sicuramente una terapia farmacologica che la supporti nell'acuzie dei sintomi è importante ed in questo caso la figura che può aiutarla è uno psichiatra. Accanto alla terapia farmacologica un percorso terapeutico può aiutarla ad affrontare i sintomi in termini di cambiamento, non solo per capirne le cause ma per cambiare quelli che sono gli inneschi emotivi. Quindi si, il cambiamento è possibile, soprattutto quando alla base c'è una motivazione profonda, come sembra essere il suo caso. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
Buonasera,
sulla base dei farmaci che le sono stati prescritti sembra che Lei soffra di una sindrome ansioso depressiva.
Se ha fatto una terapia cognitivo comportamentale senza successo, ritengo che i suoi sintomi, anche quelli di carattere psicosomatico, ( sono un medico psicoterapeuta specializzata anche i terapia psicosomatica), abbiano una radice profonda che una psicoterapia psicanalitica può metter in luce in modo da superare aspetti inconsci che, scissi dalla sua coscienza, danno luogo ai sintomi che sono la punta dell'iceberg di qualcosa di più profondo di cui Lei non è consapevole.
Se vuole intraprendere un percorso psicoterapeutico di questo tipo si rivolga a specialisti che facciano al suo caso.
Cordialmente
Vittoria Finzi
sulla base dei farmaci che le sono stati prescritti sembra che Lei soffra di una sindrome ansioso depressiva.
Se ha fatto una terapia cognitivo comportamentale senza successo, ritengo che i suoi sintomi, anche quelli di carattere psicosomatico, ( sono un medico psicoterapeuta specializzata anche i terapia psicosomatica), abbiano una radice profonda che una psicoterapia psicanalitica può metter in luce in modo da superare aspetti inconsci che, scissi dalla sua coscienza, danno luogo ai sintomi che sono la punta dell'iceberg di qualcosa di più profondo di cui Lei non è consapevole.
Se vuole intraprendere un percorso psicoterapeutico di questo tipo si rivolga a specialisti che facciano al suo caso.
Cordialmente
Vittoria Finzi
E' alla ricerca di diagnosi? Il rischio è che ne possa trovare sempre di nuove, perchè alcuni sintomi possono variare, se invece con un professionista di cui si fida farà un lungo percorso (di qualche anno) allora potrete focalizzarvi sul suo funzionamento piuttosto che su che nome dare a come si sente. E' interessante infatti, che la sera, quando tutto si quieta li sta meglio.
Gentilissimo, queste dettagliate diagnosi spaccano il capello, ma poi contribuiscono veramente al suo bene? Avrà fatto visite e controlli a non finire. Ha preso tanti farmaci diversi ma i sintomi sono più o meno sempre gli stessi e diurni. La sera si spengono e la notte lei riposa bene. Curioso no? Lei dice che l'esordio è stato "alcuni anni fa". si ricorda che è successo in quel periodo a lei o ai suoi cari? Le suggerisco un percorso di psicoterapia esistenziale, molto basato sulle esperienze emotive. Un dimensione che l'allontana da test, chimica, risonanze e che facendo leva sulla sua positività, le fa contattare il suo mondo interno. Per maggiori informazionisono disponibile, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Buonasera, comprendo profondamente il suo stato di sconforto e il percorso complesso che ha affrontato nel tentativo di gestire questa sofferenza. La varietà delle diagnosi può certamente confondere, ma potrebbe anche riflettere la natura complessa della sua esperienza soggettiva, dove mente e corpo sono strettamente intrecciati.
Da un punto di vista psicodinamico, i sintomi che descrive – tensione costante, senso di sbandamento, testa "piena" e contrazione allo stomaco – possono essere visti come espressioni di un conflitto emotivo profondo. Il corpo potrebbe diventare il teatro dove si manifestano tensioni inconsce, che non trovano spazio nella consapevolezza. Spesso, i sintomi somatici di questo tipo emergono quando emozioni represse, desideri o conflitti che non si riescono a esprimere apertamente si incanalano attraverso il corpo, producendo ansia e tensione.
La sua resistenza e diffidenza verso i farmaci potrebbero rivelare un bisogno profondo di mantenere il controllo su ciò che sente, una difficoltà a lasciarsi andare completamente, il che può essere visto come una risposta difensiva a qualche paura inconscia. Il fatto che i sintomi si manifestino soprattutto in contesti relazionali o sociali – al lavoro, con la famiglia o in luoghi affollati – potrebbe indicare una difficoltà nascosta nel gestire le aspettative, i ruoli e le dinamiche che questi contesti richiedono.
Il miglioramento serale potrebbe suggerire che, una volta calate le richieste esterne, la mente e il corpo riescano finalmente a rilassarsi, segnalando che l'ansia non deriva da un malfunzionamento biologico o fisico, ma piuttosto da qualcosa legato alla sua vita emotiva e relazionale.
È importante esplorare più a fondo queste dinamiche, e il consulto con un terapeuta che lavori in un'ottica psicodinamica potrebbe aiutarla a dare un senso più profondo ai suoi sintomi, cercando di comprendere cosa la sua psiche sta cercando di comunicarle attraverso il corpo.
L'invito è di considerare questa situazione come un'opportunità, non solo per "risolvere" il problema, ma per esplorare più a fondo i suoi vissuti, il suo rapporto con le emozioni e con se stesso. Un percorso di questo tipo potrebbe offrirle nuove chiavi di lettura e portarla a una trasformazione più profonda e duratura.
M.G.
Da un punto di vista psicodinamico, i sintomi che descrive – tensione costante, senso di sbandamento, testa "piena" e contrazione allo stomaco – possono essere visti come espressioni di un conflitto emotivo profondo. Il corpo potrebbe diventare il teatro dove si manifestano tensioni inconsce, che non trovano spazio nella consapevolezza. Spesso, i sintomi somatici di questo tipo emergono quando emozioni represse, desideri o conflitti che non si riescono a esprimere apertamente si incanalano attraverso il corpo, producendo ansia e tensione.
La sua resistenza e diffidenza verso i farmaci potrebbero rivelare un bisogno profondo di mantenere il controllo su ciò che sente, una difficoltà a lasciarsi andare completamente, il che può essere visto come una risposta difensiva a qualche paura inconscia. Il fatto che i sintomi si manifestino soprattutto in contesti relazionali o sociali – al lavoro, con la famiglia o in luoghi affollati – potrebbe indicare una difficoltà nascosta nel gestire le aspettative, i ruoli e le dinamiche che questi contesti richiedono.
Il miglioramento serale potrebbe suggerire che, una volta calate le richieste esterne, la mente e il corpo riescano finalmente a rilassarsi, segnalando che l'ansia non deriva da un malfunzionamento biologico o fisico, ma piuttosto da qualcosa legato alla sua vita emotiva e relazionale.
È importante esplorare più a fondo queste dinamiche, e il consulto con un terapeuta che lavori in un'ottica psicodinamica potrebbe aiutarla a dare un senso più profondo ai suoi sintomi, cercando di comprendere cosa la sua psiche sta cercando di comunicarle attraverso il corpo.
L'invito è di considerare questa situazione come un'opportunità, non solo per "risolvere" il problema, ma per esplorare più a fondo i suoi vissuti, il suo rapporto con le emozioni e con se stesso. Un percorso di questo tipo potrebbe offrirle nuove chiavi di lettura e portarla a una trasformazione più profonda e duratura.
M.G.
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