Buonasera..sono un ragazzo di 26 anni omosessuale che sente il bisogno di iniziare un percorso psico

21 risposte
Buonasera..sono un ragazzo di 26 anni omosessuale che sente il bisogno di iniziare un percorso psicologico per dei problemi di autostima e sicurezza in me stesso che sento stanno impattando sempre di più la mia vita. Spesso questi problemi sono concentrati sul mio aspetto fisico, e sulla solitudine che provo nella ricerca, a volte ossessiva ed estremamente emotiva, di relazioni amorose con qualcuno, le quali a volte sento che vengono ostacolate proprio da questi stessi problemi, soprattutto in ambito sessuale. Ho paura dell'intimità nonostante sia tra le cose che voglio di più ottenere, così come vivere serenamente una relazione con qualcuno senza costanti dubbi su me stesso e l'altro, senza la paura di non piacere abbastanza. Sento anche una bassa autostima mentale in cui sento di non sapere che fare della mia vita e quindi la paura di non riuscire a fare niente e in generale di non essere abbastanza bravo a far niente. In tutto ciò ho una grande difficoltà a comunicare, a mostrare le mie vulnerabilità, ad aprirmi senza aver paura di venir giudicato o deriso, e in generale a tradurre tutti questi pensieri in un filo logico. Mi sento inondato da questi pensieri collegati alla radice ma allo stesso tempo singoli e indipendenti, e non so come fare a sbrogliarli, a metterci ordine. Ho timore che non riuscirei a tradurre dalla mia mente in parole le diverse cose che mi preoccupano e quindi ottenere il giusto aiuto.
Alterno momenti di relativa serenità, o forse distrazione, momenti in cui sono più calmo con me stesso e con gli altri, spesso purtroppo che coincidono con quando ricevo una validazione esterna (per esempio una frequentazione con qualcuno a cui sembro piacere), a momenti di tristezza e solitudine intensa, in cui mi odio, in cui mi sento bloccato, solo e arreso. Mi abbatto e sento di non valere niente.
Vorrei dunque chiedere qualche consiglio sulla mia situazione, il mio stato d'animo e come approcciare questi problemi, ma soprattutto che tipo di percorso psicologico sia più adatto da intraprendere, che cosa dovrei cercare che possa aiutarmi.
Grazie
Gentile utente,
Comprendo il tuo stato d'animo e quanto queste difficoltà influiscano sulla tua vita, sia emotiva che relazionale. Il fatto che riesci a descrivere così bene ciò che provi dimostra già una buona consapevolezza, che è una base preziosa per iniziare un percorso psicologico. Visto il quadro complesso di emozioni e pensieri che hai descritto, un approccio che potrebbe esserti particolarmente utile è la *terapia sistemico-relazionale*.

Questo tipo di terapia esplora come le nostre relazioni – con noi stessi, gli altri e la società – influiscano sul nostro modo di percepirci e di agire. Ti aiuterebbe a comprendere meglio in che modo le tue esperienze e i legami importanti della tua vita, passati e presenti, hanno contribuito a costruire la tua autostima e il tuo modo di vivere l’intimità. Potrebbe permetterti di affrontare le insicurezze legate all’immagine di te stesso, analizzando anche come si sono formate e come oggi influiscono sulla tua vita sociale e amorosa.

Un percorso sistemico-relazionale è molto indicato anche per chi, come te, vive difficoltà nell’aprirsi per paura del giudizio. Potresti lavorare per dare voce a quei bisogni e pensieri che temi di non riuscire a esprimere, creando uno spazio sicuro in cui imparare a tradurre meglio ciò che senti e comunicarlo agli altri con maggiore serenità. In questo modo, potresti anche migliorare la tua sicurezza e accrescere la fiducia nelle tue capacità di costruire relazioni.

Considerare questo percorso potrebbe darti quella guida e quella solidità interiore che ora stai cercando di ottenere anche dall'esterno, sviluppando una relazione più stabile e accogliente con te stesso. Se desideri iniziare questo cammino, sarò felice di accompagnarti.

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno gentile utente, mi dispiace molto per questa situazione da lei descritta che impatta sul suo benessere quotidiano. Le consiglierei di iniziare un percorso di psicoterapia individuale, preferibilmente ad indirizzo relazionale, per potersi conoscere meglio, ristabilire un buon rapporto con sé stesso ed andare a valutare insieme ad un esperto che cosa significa per lei una relazione e come approcciarsi al meglio in un potenziale rapporto di coppia. Le auguro il meglio per il suo futuro e rimango a disposizione, cordiali saluti Dott.ssa Arianna Magnani
Gentile utente buonasera.
Aver preso la decisione di affrontare un percorso psicologico è un passo molto importante, ed è quella di solito più difficile da prendere. Ha raggiunto, probabilmente, la consapevolezza di volere essere più felice e soddisfatto della sua vita, di superare difficoltà che quotidianamente la fanno sentire inadatto e a disagio.
Qualsiasi approccio sceglierà richiederà, comunque, uno sforzo da parte sua, un giusto sforzo basato su impegno e motivazione, senza fretta di ottenere risultati nel breve periodo e con mentalità aperta e curiosità.

L'approccio che le consiglio e che io utilizzo è quello basato sulla Psicologia Positiva. Un percorso di questo tipo le consentirebbe di lavorare su sé stesso non solo per diminuire i suoi disagi e superare le sue difficoltà, ma principalmente per avere strumenti e metodi efficaci con cui costruire senso di benessere psicologico e soddisfazione di vita.
Si tratta di invertire la prospettiva e imparare a osservare il lato pieno del bicchiere. L'approccio richiede l'utilizzo di esercizi e strategie che aumentano la consapevolezza dei processi interiori, sia cognitivi che emotivi, creando concrete opportunità di modificare abitudini e comportamenti disfunzionali e poco vantaggiosi, e costruendo un atteggiamento più ottimistico.
Il risultato sull'autostima è uno dei più importanti riscontrabili con l'approccio di Psicologia Positiva: esso è basato sulla valorizzazione delle potenzialità personali, sull'utilizzo strategico di sentimenti come la gratitudine e la compassione, formidabili mezzi per facilitare il benessere psicologico; inoltre, una maggiore autostima potrebbe liberarla gradualmente dal peso del giudizio altrui e dal condizionamento delle opinioni sociali.
Un intervento psicologico di questo tipo avrebbe una tematica importante nella comunicazione e nella capacità di interazione positiva con le altre persone. Attraverso l'utilizzo di pratiche basate sulla Mindfulness si migliora anche la gestione delle emozioni e si acquisiscono metodi per tenere a bada l'overthinking, la tendenza a chiudersi eccessivamente in pensieri ricorsivi e intrusivi troppo ancorati al passato o determinati dalla paura degli eventi futuri.

Se lo desidera può contattarmi per ulteriori informazioni e chiedere un supporto, anche tramite consulenza online.
Un caro saluto,
Dott. Antonio Cortese
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Buonasera. Grazie per aver condiviso con tanta apertura una parte così profonda e intima di te. Quello che descrivi è complesso e delicato, e ti assicuro che in questa complessità c’è un percorso possibile per ritrovare maggiore serenità, connessione e fiducia in te. Le difficoltà che hai espresso (la sensazione di inadeguatezza, i dubbi sull’intimità, la paura di non essere accettato, e quel bisogno di conferme esterne per sentirti apprezzato) sono temi che tanti vivono, e sono tutti legittimi. Mi rendo conto che, in questi momenti di introspezione, possa sembrare che i pensieri si affollino, come nodi intricati, e l’idea di iniziare un percorso psicologico possa far emergere la paura di non riuscire a esprimerli chiaramente o di essere frainteso. È una sensazione comprensibile, soprattutto per chi ha vissuto a lungo con l’abitudine a mantenere dentro di sé insicurezze e vulnerabilità. Ti assicuro però che uno spazio terapeutico accogliente e privo di giudizio è proprio il luogo adatto per esplorare tutto questo con calma e con il supporto di chi può aiutarti a mettere ordine nei pensieri, dando loro una voce che rispecchi davvero il tuo vissuto. Nel tuo caso, la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) può essere particolarmente utile, perché lavora in modo molto pratico e graduale sui pensieri e sulle convinzioni che, ripetendosi, finiscono per influenzare profondamente l’immagine di noi stessi e il modo in cui ci relazioniamo agli altri. Uno dei primi passi della TCC è l’esplorazione delle convinzioni di base che hai su di te, come quella di “non essere abbastanza”, o la sensazione che il tuo valore dipenda dalla validazione che ricevi dagli altri. Spesso queste convinzioni si formano per via di esperienze passate, influenzate anche dalle difficoltà e dalle sfide dell’accettazione e della costruzione della propria identità, specialmente quando si vive la propria sessualità in un contesto che può mettere a dura prova la sicurezza in sé stessi. La terapia può offrirti strumenti per riconoscere e “sfidare” questi pensieri critici, aiutandoti a costruire una percezione di te stesso che sia più equilibrata e gentile. Pian piano, con il lavoro terapeutico, puoi iniziare a sentire una sicurezza che non dipende dal giudizio esterno, ma da un accresciuto rispetto per te stesso e per i tuoi valori, una sicurezza che può restare stabile anche nei momenti in cui sei solo. Un altro aspetto che emerge dalla tua descrizione è la difficoltà con l’intimità e la ricerca di relazioni che, pur desiderandole, a volte senti di temere. Questa ambivalenza è comune e può essere fonte di grande frustrazione, poiché il desiderio di vicinanza si scontra con la paura del rifiuto o del giudizio. In terapia, sarebbe possibile esplorare il significato di questa paura, comprendendo come i tuoi desideri di connessione si intrecciano con le insicurezze e come affrontarle gradualmente. Spesso, la paura dell’intimità è legata alla convinzione che, una volta aperti, rischiamo di mostrare aspetti di noi stessi che potrebbero non piacere agli altri. Il lavoro terapeutico, in questo senso, mira ad aumentare la tua sicurezza interiore, in modo che tu possa entrare in relazione con l’altro senza la costante paura di “non essere abbastanza”. Infine, so che può sembrare difficile pensare di riuscire a parlare di tutto ciò in modo chiaro e lineare; ma ricorda, non devi farlo da solo. Un professionista saprà come aiutarti a mettere ordine, a rallentare, e a dare voce a ogni pensiero e sentimento, anche quando ti sembrano confusi o frammentati. Con il tempo, questo spazio terapeutico potrebbe diventare un luogo sicuro in cui esplorare, con la giusta distanza, anche i momenti di tristezza e autocommiserazione, permettendoti di sviluppare modi nuovi di rispondere a quei pensieri negativi, senza che abbiano più il potere di farti sentire “bloccato” o “arreso”. Il percorso che scegli dovrebbe consentirti di lavorare su questi aspetti con empatia e senza giudizio, permettendoti di costruire una visione di te stesso più autentica e sicura. Spero che troverai lo spazio e il supporto che cerchi, perché da come hai descritto il tuo vissuto, è evidente che hai una profonda voglia di trasformare questo stato d’animo e di trovare una versione di te stesso che possa vivere relazioni, intimità e solitudine in modo più sereno e completo. Resto a disposizione. Ti auguro ogni bene. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente, la sua lettera è estremamente chiara e precisa, esprime grande consapevolezza. Probabilmente lei è stato o è una persona molto sola ed ora è estremamente importante che stia valutando una psicoterapia. E' in quel contesto che potrà lavorare sulla sua autostima, le sue emozioni, potrà rivedere i nessi tra la sua storia e i suoi comportamenti e convinzioni. Nella scelta del/della terapeuta non si focalizzi troppo sul tipo di orientamento, quanto sul tipo di relazione che sente stabilirsi con il terapeuta Non è tanto l'orientamento che conta, quanto la persona che sceglie. Il nostro lavoro è fondato sulla relazione, è quindi fondamentale che al di là di tecniche e metodi, lei abbia di fronte una persona che l'ascolta con empatia, le ispiri fiducia e sappia sostenerla. Io le consiglio di individuare 2/3 psicoterapeuti di orientamento diverso, (non di più per non confondersi), fare un colloquio di conoscenza con ognuno e optare per quello con cui si è sentito meglio, accolto e non giudicato. Spero di esserle stata utile, sono a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Buonasera caro utente,
innanzitutto vorrei dirle che il fatto di condividere ciò che sta vivendo e le sue preoccupazioni è esso stesso un passo molto importante e, potremmo anche dire, il primo vero passo verso un percorso di cura di sé. È normale sentirsi sopraffatti da tutte queste emozioni e pensieri, e riconoscere di avere bisogno di aiuto è un grande atto di coraggio.

Per quanto riguarda il suo percorso psicologico, il consiglio è quello di rivolgersi a un/una professionista che senta possa essere vicinə alle sue esigenze, magari sulla base delle prestazioni fornite e dei temi e/o dei disturbi che maggiormente affronta e tratta. L'orientamento teorico di noi psicologə è una cornice, ciò che importa è la relazione terapeutica che viene a crearsi tra le parti coinvolte.
Quando inizierà la terapia, potrebbe sentirsi un po’ sopraffatto, ma ricordi che il/la suo/a psicoterapeuta è lì per aiutarla a esplorare questi sentimenti senza emettere alcun giudizio.
Non è raro avere difficoltà a esprimere ciò che si prova, ma lui/lei sarà lì a guidarla nel trovare il modo giusto per comunicare ciò che prova e sente, mettendo ordine ai pensieri e dando un nome alle emozioni.

Non dimentichi di provare ad essere gentile con se stesso. Avere alti e bassi fa parte della quotidianità di ciascunə di noi e riconoscere i momenti in cui si sente meglio è altrettanto importante quanto affrontare quelli difficili.

Spero che questi suggerimenti le siano utili. Non è da solo in questo percorso e ci sono risorse e supporto disponibili per aiutarla a (ri)costruire la vita e le relazioni che desidera.

Un grande augurio,
Dott.ssa Laura Buttacavoli
Buonasera, leggendo del suo malessere direi che potrebbe aiutarla un percorso di terapia EMDR per lavorare sull'autostima e su tutte le convinzioni che la portano a pensare di sé cose poco piacevoli. Integrerei una terapia sistemico relazionale per lavorare a fondo su ciò che la mette a disagio o in difficoltà nelle relazioni intime. Rimango a disposizione Dr.ssa Michela Campioli
Gentile utente, grazie per aver condiviso ciò che sta vivendo. Comprendo il suo disagio nel non riuscire ad esprimere liberamente la sua socialità e sessualità e di sentirsi "bloccato, solo e arreso". Un percorso psicologico, come già ha giustamente identificato lei, la aiuterebbe molto nel recupero dell'autostima e della sicurezza in se stesso. Cerchi un professionista che sente "vicino" a lei. E' importante che trovi uno psicologo/a con cui si senta a suo agio, che la faccia sentire ascoltato e capito. Come già scritto da altri colleghi più che l'orientamento è importante la relazione terapeutica che si instaura. Spero di esserle stato di aiuto. Resto a disposizione. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia
Buongiorno, immagino sia faticoso per lei cercare di gestire e comprendere queste interferenze su aspetti che mi sembrano molto importanti per la sua vita. Sarebbe utile e interessante approfondire tutti questi aspetti per capire da dove nascono, come farvi fronte e magari trovare nuove risorse e significati. In particolare sul tema del giudizio altrui che mi sembra molto presente e legato anche al resto, un approccio che potrebbe tornarle utile è quello costruttivista per concentrarci sulla sua esperienza soggettiva e cercare di ristrutturarla esplorando prospettive alternative da seguire anche in relazione a come gli altri la vedono in termini di validazioni e invalidazioni che pensa di poter ricevere. Se volesse approfondire insieme un percorso in quest'ottica resto a disposizione. Dott.ssa Ilaria Avallone
Salve, considerando i problemi di autostima e la difficoltà nell’intimità, le consiglio di intraprendere un percorso di terapia cognitivo-comportamentale (TCC). Questo approccio è efficace nel lavorare sui pensieri negativi che influenzano il suo benessere e le sue relazioni. La TCC può aiutarla a identificare e ristrutturare i pensieri disfunzionali legati all’autovalutazione e alla paura dell’intimità, oltre a fornire strumenti pratici per gestire l’ansia e migliorare la comunicazione.

È importante trovare un professionista con cui sentirsi a proprio agio, in modo da poter esplorare le sue vulnerabilità senza timori. Non esiti a chiedere supporto; il primo passo è già un grande segno di coraggio. Ricordi che non è solo e che ci sono persone pronte ad aiutarla, resto a sua disposizione qualora lo desiderasse. Un caro saluto
Buonasera, grazie per aver condiviso in modo così sincero il tuo vissuto. I temi che descrivi, come la difficoltà a valorizzarti, il timore dell’intimità e la fatica a esprimere ciò che provi, sono vissuti profondi e molto comuni.

Non esiste una terapia “più efficace” in assoluto; ciò che conta davvero è trovare uno spazio sicuro e una relazione terapeutica che possano aiutarti a esplorare e comprendere le tue esperienze. È proprio la qualità della relazione terapeutica a rappresentare spesso la principale fonte di cambiamento, perché permette di sentirsi ascoltati senza giudizio e di acquisire, gradualmente, una maggiore fiducia nel condividere e affrontare i propri pensieri e paure.

Ti auguro di trovare un percorso che ti permetta di entrare in contatto con ciò che provi e di costruire, poco a poco, una base più solida di autostima e serenità.

Un caro saluto
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Buongiorno, iniziare un percorso psicoterapico non è facile in quanto richiede di condividere il proprio vissuto emotivo ad una persona nuova e sconosciuta. La domanda che pone è appropriata e adeguata al passo che sta per compiere: "che tipo di percorso psicologico sia più adatto da intraprendere?"
Diversi sono gli interventi che potrebbero essere adatti a lei e alla sua situazione e uno dei pochi modi che abbiamo a disposizione per rispondere a questa importante domande è la valutazione psicodiagnostica. Tramite una buona valutazione è possibile capire bene il suo problema, i fattori che l'hanno scatenato e che lo stanno mantenendo nel tempo. In base a quello che emergerà sarà possibile capire quale terapia fa al caso suo. Le suggerisco di rivolgersi a un collega che le ispira fiducia e chiedere di poter fare una valutazione per capire meglio il suo problema. Questo sarà un primo passo importante per diventare consapevole e capire come iniziare ad affrontare il suo disagio.
Buongiorno! Sembra attraversare un momento molto doloroso. Nonostante i limiti del contesto, proverò a darle un piccolo contributo di pensiero. Ho avuto l’impressione che a fare da filo rosso ci sia un profondo senso di inadeguatezza, di solitudine, di incertezza. “Chi sono io e chi sarò domani?” potrebbe essere la traccia identitaria che sta cercando di sviluppare, con comprensibile fatica. Chissà che non sia stato e che non sia ancora terribilmente solo di fronte ad un compito tanto arduo quanto necessario per una vita serena. Sentirsi pienamente sé stesso. Finalmente sente di essere pronto a fidarsi ed affidarsi a qualcuno. È giovane, non esiti. Dalle poche e sentite righe, immagino che un percorso molto ben strutturato e di lungo respiro possa fare al suo caso. Mi rivolgerei ad uno psicoanalista oppure ad uno psicoterapeuta con un solido orientamento psicoanalitico. In bocca al lupo
Buonasera gentile Utente, le sue parole descrivono con chiarezza e profondità una situazione interiore che, comprensibilmente, risulta complessa e carica di significati. La sensazione di non riuscire a esprimere tutto ciò che vive, insieme al timore di non essere compreso, è condivisa da molte persone che iniziano un percorso psicologico. Tuttavia, va detto che proprio uno spazio terapeutico rappresenta un contesto sicuro e protetto dove poter dare voce a queste difficoltà senza giudizio, e la sua capacità di descrivere ciò che prova indica già una base significativa da cui partire.

Date le aree che ha individuato (autostima, immagine di sé, difficoltà nelle relazioni intime e difficoltà a trovare una direzione di vita) potrebbe trarre beneficio da un approccio integrato, che offre strumenti pratici per affrontare pensieri negativi e migliorare la gestione dell'ansia sociale, e si adatta bene alla valorizzazione delle sue potenzialità e sulla comprensione delle sue emozioni in modo empatico e non giudicante. Così come può aiutarla nell'esplorare le radici emotive più profonde di queste insicurezze, permettendo di comprenderne l’origine e il legame con il presente.

Per quanto riguarda la difficoltà a esprimere le proprie vulnerabilità, proprio il contesto terapeutico è uno spazio in cui può imparare gradualmente ad aprirsi, anche rispetto alla paura di essere giudicato. Iniziare è spesso il passo più difficile, e in questo percorso non è necessario “fare tutto” in fretta: al contrario, il percorso terapeutico è costruito per permettere un’evoluzione lenta e rispettosa dei suoi tempi, garantendo che ogni aspetto venga affrontato secondo il suo ritmo personale.

Il consiglio è dunque di rivolgersi a un professionista con cui sente affinità, anche attraverso una prima consulenza, per capire quale approccio possa sembrarle più adatto e le risuoni di più. Con un accompagnamento sicuro, potrà lavorare su questi aspetti, sviluppando progressivamente una maggiore sicurezza e un’accettazione di sé che le permettano di vivere le sue relazioni in modo più sereno e soddisfacente.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Gent.mo, provi a contattare uno psicoterapeuta: se durante l’incontro si sente almeno un po’ compreso e sente di potersi affidare, ascolti la proposta terapeutica che le verrà offerta valutando direttamente da sé come proseguire e tenendo presente sin da ora che un lavoro psicoterapeutico richiede anche una disponibilità di tempo, oltre che continuità. Per come scrive, una psicoterapia individuale potrebbe aiutarla a sciogliere i nodi e ad affrontare meglio i conflitti personali che qui accenna, accompagnandola verso un modo più soddisfacente nel vivere la sua vita. SG
Buongiorno, la situazione che descrive risulta complessa. Per rispondere ad una sua domanda circa una possibile terapia, la TCC (Terapia Cognitivo Comportamentale) potrebbe fare al caso suo, anche se è altrettanto importante trovare un terapeuta che la possa far sentire a suo agio. La TCC le permetterebbe di "ristrutturare" i pensieri svalutanti e, più in generale, di lavorare sul concetto di intimità e sulle relazioni.
Rimanendo a disposizione, le auguro di trovare una soluzione a tutte le sue difficoltà.
Dottor Stefano Ferraris
Buongiorno,
Mi sembra un’ottima idea che voglia intraprendere un percorso.
Con quale tipo di approccio, e soprattutto con chi, dipende da lei, dagli obiettivi che sente di voler raggiungere.
Cordiali saluti e buona fortuna,
Giada Bruni
Gentile Utente, grazie per questa condivisione così profonda e sentita del suo mondo interiore. Comprendo che possa sentirsi invaso da tanti pensieri relativi a sé, alle sue relazioni e alla sua vita, e che i dubbi e le preoccupazioni stiano cominciando ad avere un impatto sul suo benessere. Ciò che riporta sono vissuti dolorosi, che fanno trapelare da una parte il desiderio di tranquillità e spensieratezza nell’approcciarsi al mondo e agli altri e dall’altra una profonda paura e timore di lasciarsi andare, di mostrarsi e di aprirsi. Dalle sue parole emerge una forte motivazione a mettere i suoi dubbi e i suoi timori in discussione e una chiara volontà a superare e gestire le sue difficoltà. Vorrei rassicurarla su quanto il senso di confusione e di sopraffazione davanti a tanti pensieri e tanti temi sia assolutamente normale, e certamente intraprendere un percorso psicologico potrà aiutarla a fare chiarezza e ordine sui suoi vissuti interiori. Vedrà che analizzando quelle che sente ,al momento, essere questioni diverse, poi si riveleranno parte di un unico meccanismo, di un unico e personale modo di guardare agli eventi che condiziona più aree della sua vita. Comprendere il “paio di occhiali” che indossa per guardare a sé, agli altri e al mondo sarà fondamentale per trovare la chiave di lettura per poter leggere le sue emozioni, i suoi comportamenti e le sue difficoltà. Le consiglio di rivolgersi a un/a psicologo/a di orientamento cognitivo –comportamentale in quanto questo tipo di approccio favorisce l’insegnamento di tecniche utili per esplorare, descrivere e gestire i propri vissuti emotivi e cognitivi. Resto a disposizione qualora decidesse di intraprendere questo percorso online. Sarei ben felice di accompagnarla nel processo di conoscenza di sé. Un caro saluto, dott.ssa Ambra Marzoli.
Buongiorno. Ho letto attentamente la tua richiesta, che contrariamente a quanto scrivi è molto precisa e formulata chiaramente. Ti consiglierei un percorso di psicoterapia individuale . Sarebbe importante partire dall'individuazione dei tuoi punti di forza e da una serie di altri elementi che potrebbero supportarti nella scelta dei tuoi obiettivi futuri, partendo da una profonda conoscenza di te che ti permetta di riconoscerti validarti e rafforzare la tua autostima. In questo modo non avrai bisogno di dipendere dalle conferme di chi ti sta intorno, ma potrai definire tu che cosa ti aspetti da una relazione affettiva e in generale nei rapporti sociali, la relazione terapeutica stessa é' una matrice dello stare nella relazione potrebbe esserti utile un approccio self-compassion e/o integrato con la psicologia positiva. Se lo desideri rimango a disposizione. Un caro saluto. Dott.ssa Baldo Paola.
Il percorso psicologico che Le suggerisco è quello che la conduca ad avere fiducia in se stesso e a non far dipendere la Sua autostima dal giudizio degli altri, soprattutto a non far dipendere il Suo valore dall'approvazione degli altri. Una terapia psicologica Le gioverà sicuramente per iniziare ad apprezzarsi per quello che Lei è con pregi, difetti e....talenti...forse ora nascosti o non conosciuti e non espressi. Cordiali saluti.

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