Buonasera,sono un ragazzo che ha sempre sofferto di ansia sin da piccolo a causa di traumi e morte d
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Buonasera,sono un ragazzo che ha sempre sofferto di ansia sin da piccolo a causa di traumi e morte di parenti,divento ipocondriaco sin da bambino,successivamente quando ho 15 anni sperimento nel bel mezzo di una passeggiata una sensazione di sentirsi fuori dalla realtà e non riconoscere niente come familiare,cioè capivo e tutto però mi sembra tutto strano,la normalità la realtà mi sembrava strana ed allora non esco più di casa per un anno,quando sotto consiglio di un amico inizio palestra da lì mi appassiono e senza che me ne accorgessi passa tutto quanto,torna la normalità mi appassiono sempre di più alla palestra tanto da diventare istruttore e fare anche gare di bodybuilding fino a quando per vari motivi la palestra comincia a non piacermi più e questa mia passione,e il mio scopk di vita svanisce,continuo a lavorare con mio padre però non c’è niente più che mi appassiona o che mi piace,ad un certo punto a marzo 2024 viene diagnosticato un tumore all intestino a mia madre,e qualche giorno dopo torna quella sensazione che era sparita per così tanto tempo ma dura solo qualche ora e poi passa,nel frattempo per rilassarmi siccome la situazione di mia madre mi aveva devastato nel mio inconscio,fumo di tanto in tanto erba o hashish(premetto che io non sono né bevitore di alcol né fumatore di sigarette),un giorno in cui ero turbato vado a ballare in discoteca ed allora per cercare di distrarre la testa dalla situazione fumo hashtag e bevo e praticamente nel giro di un ora mi viene un attacco di panico e sensazione fortissima di essere fuori da realtà e sensazione di panico immotivata,vado a dormire e il giorno dopo ero stordito e poi mi passo un pochino per qualche giorno,successivamente giorni dopo che per altri motivi non ho lavorato,li passo praticamente sul divano con lo smartphone e immerso nei pensieri tanto da cominciare a dubitare della realtà a chiedermi perché esisto chi mi ha creato,come è possibile che esistiamo,che c’è dopo la morte e che senso ha vivere per morire,insomma sviluppo questa ossessione per le domande esistenziali,e nel voler sapere se c’è vita al di fuori della terra,oppure guardo i video dello spazio e mi convinco sempre più che non possiamo essere soli,e vedere quei video mi impressiona molto pensare all’universo e tutto quello che dietro tanto da farmi venire attacchi di panico e tristezza solo al pensiero,sono bloccato in questo loop da 4 mesi sono andato da una psicologa ma non mi ha aiutato non so più cosa fare,la sensazione di derealizzazione e depersonalizzazione sta prendendo il sopravvento non vedo i motivi per cui l’umano vive,mi sembra strano tutto,rimurgino su ogni cosa voglio sempre sapere il perché di tutto anche di cose assurde mi chiedo il come e perché all’infinito,vorrei tornare alla mia vita normale all’essere un ragazzo spensierato e con tanta voglia di vivere come lo ero prima,vi prego ditemi un vostro parere ne ho tanto bisogn,ho paura che la mia vita rimarrà così per sempre.. che ne pensate?
Dalla sua condivisione emergono esperienze profondamente complesse e destabilizzanti. Le sensazioni di distacco dalla realtà e i pensieri ricorrenti sull'esistenza e sul significato della vita possono essere estremamente spaventosi, e comprendo quanto possa sentirsi smarrito in questo momento. È evidente che lei stia cercando di tornare a una vita più serena e stabile, e il fatto che stia riconoscendo questo bisogno è già un segno di grande consapevolezza. La ricerca di risposte a domande esistenziali è una parte naturale dell'esperienza umana, ma può diventare schiacciante se affrontata senza un adeguato supporto. Le sue sensazioni di distacco potrebbero essere una risposta a un carico emotivo eccessivo o a esperienze che, in questo momento, risultano difficili da gestire. In questo senso, potrebbe essere utile esplorare queste emozioni in un contesto sicuro e guidato, come una terapia, dove potrebbe sentirsi compreso e supportato senza il peso di dover trovare subito una risposta. Il suo desiderio di tornare alla "normalità" è comprensibile, ma tenga presente che non è necessario affrontare tutto questo da solo. Con l'aiuto adeguato, è possibile trovare gli strumenti per affrontare queste sfide e lavorare verso una maggiore serenità. Cordiali saluti
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Scrivere tutti i particolari della propria sofferenza, i lutti, le malattie, cercare di mettere in ordine pensieri e sentimenti sulla base di un semplice diario nel tempo, non è sufficiente per trovare pace. Il controllo, il ricordo, l'elencazione delle perdite ha sicuramente un senso ma deve essere fatto con la colorazione emotiva ed affettiva. Se manca questa, i ricordi rischiano di diventare una pesante zavorra che non aiuta a capire e a capirsi.
Maria Grazia Antinori, Roma
Maria Grazia Antinori, Roma
Mi dispiace molto per quello che sta attraversando, comprendo quanto possa essere difficile convivere con l'ansia, la derealizzazione e il peso di queste domande esistenziali. La sensazione di estraneità dalla realtà e i pensieri ossessivi possono essere davvero destabilizzanti, specialmente quando si è già vulnerabili a causa di eventi traumatici, come la malattia di una persona cara.
Dal suo racconto, sembra che la derealizzazione e depersonalizzazione siano state una reazione a periodi di forte stress e ansia, accentuati da eventi difficili nella sua vita personale. Questi sintomi spesso possono essere un meccanismo di difesa del cervello, una sorta di "distacco" dalla realtà per cercare di proteggersi dal dolore emotivo. Tuttavia, il continuo rimuginare e il desiderio di trovare risposte a domande esistenziali profonde sembrano alimentare questa sensazione di distacco, contribuendo a creare un circolo vizioso.
Capisco anche il suo desiderio di tornare a una vita più leggera e spensierata. Il primo passo potrebbe essere riconoscere che queste sensazioni, per quanto angoscianti, sono sintomi dell'ansia e della derealizzazione e non rappresentano una realtà immutabile. C'è speranza e ci sono molte strade che può percorrere per uscire da questo stato.
Può essere utile esplorare un percorso di terapia più mirato con qualche tecnica come la *mindfulness* o altre strategie di gestione dell'ansia che possono aiutarla a rimanere ancorato al presente, riducendo la sensazione di distacco dalla realtà.
Se sente che le esperienze passate di terapia non hanno dato i risultati sperati, non si scoraggi: a volte è necessario trovare il terapeuta o l'approccio giusto per sé. Se lo desidera, potrei anche offrirle il mio supporto come psicologa per lavorare insieme su queste difficoltà.
Dal suo racconto, sembra che la derealizzazione e depersonalizzazione siano state una reazione a periodi di forte stress e ansia, accentuati da eventi difficili nella sua vita personale. Questi sintomi spesso possono essere un meccanismo di difesa del cervello, una sorta di "distacco" dalla realtà per cercare di proteggersi dal dolore emotivo. Tuttavia, il continuo rimuginare e il desiderio di trovare risposte a domande esistenziali profonde sembrano alimentare questa sensazione di distacco, contribuendo a creare un circolo vizioso.
Capisco anche il suo desiderio di tornare a una vita più leggera e spensierata. Il primo passo potrebbe essere riconoscere che queste sensazioni, per quanto angoscianti, sono sintomi dell'ansia e della derealizzazione e non rappresentano una realtà immutabile. C'è speranza e ci sono molte strade che può percorrere per uscire da questo stato.
Può essere utile esplorare un percorso di terapia più mirato con qualche tecnica come la *mindfulness* o altre strategie di gestione dell'ansia che possono aiutarla a rimanere ancorato al presente, riducendo la sensazione di distacco dalla realtà.
Se sente che le esperienze passate di terapia non hanno dato i risultati sperati, non si scoraggi: a volte è necessario trovare il terapeuta o l'approccio giusto per sé. Se lo desidera, potrei anche offrirle il mio supporto come psicologa per lavorare insieme su queste difficoltà.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, mi dispiace molto di ciò che ha raccontato, immagino che siano situazioni molto complesse. È importante intraprendere un percorso di supporto psicologico per vedere meglio gli avvenimenti descritti.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
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Dott. Luca Rochdi
Buonasera,
La situazione che ha descritto è complessa e carica di sofferenza. Innanzitutto, desidero rassicurarla sul fatto che la derealizzazione e la depersonalizzazione possono spesso manifestarsi come sintomi di ansia e attacchi di panico. È comprensibile che eventi traumatici, come la perdita di cari e la diagnosi di una malattia grave della madre, possano scatenare nuovamente questi sintomi. In particolare, l'uso di sostanze come l'alcol e la marijuana, specialmente in momenti di elevato stress emotivo, può contribuire ad amplificare l'ansia e provocare attacchi di panico.
È naturale cercare di trovare risposte a domande esistenziali, specialmente in periodi di crisi. Tuttavia, è fondamentale affrontare queste fragilità in modo sano e costruttivo.
Le consiglio vivamente di intraprendere un percorso psicologico, possibilmente con un professionista che possa fornire supporto specifico per le sue esigenze. Un terapeuta esperto potrà aiutarla a esplorare e comprendere le radici della sua ansia e della derealizzazione, fornendo strumenti per affrontare e gestire questi sintomi. Potrebbe anche essere utile considerare un approccio farmacologico, se consigliato dal medico, per alleviare la sintomatologia e stabilizzare il suo stato d'animo.
Ricordi che non è solo in questo percorso. Ci sono risorse e professionisti pronti ad aiutarla a ritrovare un senso di normalità e di benessere. La sua vita può recuperare la spensieratezza e la gioia che ha vissuto in passato. È importante prendersi cura di sé e cercare il supporto di cui ha bisogno. Non esiti a contattare un professionista della salute mentale per iniziare questo viaggio verso il recupero.
Le auguro di cuore di trovare la serenità che merita. Un caro saluto
La situazione che ha descritto è complessa e carica di sofferenza. Innanzitutto, desidero rassicurarla sul fatto che la derealizzazione e la depersonalizzazione possono spesso manifestarsi come sintomi di ansia e attacchi di panico. È comprensibile che eventi traumatici, come la perdita di cari e la diagnosi di una malattia grave della madre, possano scatenare nuovamente questi sintomi. In particolare, l'uso di sostanze come l'alcol e la marijuana, specialmente in momenti di elevato stress emotivo, può contribuire ad amplificare l'ansia e provocare attacchi di panico.
È naturale cercare di trovare risposte a domande esistenziali, specialmente in periodi di crisi. Tuttavia, è fondamentale affrontare queste fragilità in modo sano e costruttivo.
Le consiglio vivamente di intraprendere un percorso psicologico, possibilmente con un professionista che possa fornire supporto specifico per le sue esigenze. Un terapeuta esperto potrà aiutarla a esplorare e comprendere le radici della sua ansia e della derealizzazione, fornendo strumenti per affrontare e gestire questi sintomi. Potrebbe anche essere utile considerare un approccio farmacologico, se consigliato dal medico, per alleviare la sintomatologia e stabilizzare il suo stato d'animo.
Ricordi che non è solo in questo percorso. Ci sono risorse e professionisti pronti ad aiutarla a ritrovare un senso di normalità e di benessere. La sua vita può recuperare la spensieratezza e la gioia che ha vissuto in passato. È importante prendersi cura di sé e cercare il supporto di cui ha bisogno. Non esiti a contattare un professionista della salute mentale per iniziare questo viaggio verso il recupero.
Le auguro di cuore di trovare la serenità che merita. Un caro saluto
Gentile utente di mio dottore,
aver vissuto negli anni così tante esperienze di dolore può aver contribuito all' evolversi del suo malessere. I disturbi di natura ansiosa in genere sono trattabili con successo attraverso l' ausilio integrato di farmacoterapia e psicoterapia. Contatti uno specialista e riprenda un percorso psicologico, vedrà che con il tempo potrà uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
aver vissuto negli anni così tante esperienze di dolore può aver contribuito all' evolversi del suo malessere. I disturbi di natura ansiosa in genere sono trattabili con successo attraverso l' ausilio integrato di farmacoterapia e psicoterapia. Contatti uno specialista e riprenda un percorso psicologico, vedrà che con il tempo potrà uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera gentilissimo, l'ansia e l'angoscia che descrive con così meticolosità e precisione sono senza dubbio consequenziali all'esposizione a situazioni di forte impatto emotivo, come la diagnosi di carcinoma fatta a sua madre e il lutto di parenti. Spesso davanti agli eventi non abbiamo controllo alcuno da esercitare ed è proprio per questo che oggi soffre d'ansia -come anche nei periodi precedenti descritti. L'abbassamento dei suoi livelli di controllo su ciò che le sta attorno, perfino controllo su risposte sull'esistenza e sull'universo, le stanno causando l'ansia, lo sconforto e l'angoscia depersonalizzante. L'ansia ci mette di fronte alla necessità di sentire la vita sulla pelle infatti ci attiva da un punto di vista vegetativo perché predomina l'attivazione del sistema parasimpatico, anche detto sistema di attacco-fuga. L'attività sportiva l'aiutava a star meglio perché l'aiutava a riavvicinarsi alle sue sensazioni corporee che, ad un certo punto della sua vita, probabilmente ha voluto annichilire per paura di sentire. Siamo nati per essere interi quindi per sentire ogni sorta di sfumatura emotiva: benessere, tristezzza, rabbia, odio, oppositività, frustrazione, rammarico.
L'ansia è una risposta assolutamente congruente quando ci chiudiamo a bozzolo, quando vorremmo che ogni cosa fosse sotto il nostro controllo. Sentirsi ingabbiato e senza via di scampo è anche un pensiero veicolato dall'angoscia.
Molto sano è chiedere aiuto, come sta facendo. Spero per lei di riuscire a intercettare il giusto professionista.
Cordialmente,
dott.ssa Flavia Furnari.
L'ansia è una risposta assolutamente congruente quando ci chiudiamo a bozzolo, quando vorremmo che ogni cosa fosse sotto il nostro controllo. Sentirsi ingabbiato e senza via di scampo è anche un pensiero veicolato dall'angoscia.
Molto sano è chiedere aiuto, come sta facendo. Spero per lei di riuscire a intercettare il giusto professionista.
Cordialmente,
dott.ssa Flavia Furnari.
Gentile utente, mi dispiace per il periodo che sta vivendo e per la portata dei sintomi che ha descritto. Dal suo racconto è possibile riscontrare un collegamento tra sintomi ed eventi, pertanto mi verrebbe da dire che l'ansia, la depersonalizzazione e la derealizzazione sono lo strumento che lei utilizza per far fronte a questi eventi. Le consiglio di iniziare un percorso psicoterapeutico al fine di analizzare, oltre al sintomo, anche cosa hanno significato per lei questi eventi traumatici. So che il desiderio di ogni paziente è quello di trovare una soluzione immediata ma al fine di trovare un effettivo giovamento nella terapia è necessario che questa richieda il giusto tempo, abbia pazienza e soprattutto non perda la motivazione. Spero di esserle stata utile e resto a sua disposizione.
Cordiali saluti, dott.ssa Syria Ciccone
Cordiali saluti, dott.ssa Syria Ciccone
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Buonasera, vorrei rassicurarla rispetto alla sua paura che la vita possa rimanere nello stesso stato per sempre. Lei che si trova in fase di intensa contemplazione dell'esistenza potrà certamente osservare come i nostri stati cambino di momento in momento, di stagione in stagione. Anche quando siamo felici, non lo siamo per sempre. Lo stesso vale per i momenti in cui siamo sofferenti o impauriti come lo è Lei. Nello stesso tempo non volgio sottovalutare ciò che sta attraversando e immagino quanto possa essere difficile il periodo che sta vivendo. L'uso di stupefacenti spesso peggiora i sintomi di ansia e panico. Le situazioni familiari di malattia e morte che ha vissuto possono aver contribuito ad alimentare i suoi stati di ansia e a trovare un modo per prendere la distanza da tali eventi dolorosi attraverso la derealizzazione e la depersonalizzazione. Nonostante la sua esperienza con uno Psicologo non sia stata soddisfacente, è necessario cercare una strada per ricominciare a prendersi cura di se stesso, dei suoi penseiri e delle sue paure. Inizialmente la farmacoterapia potrebbe essere necessaria per avviare al meglio il percorso di psicoterapia. Anche se in questo momento prevale la paura, non significa che nella sua vita manchi il coraggio, entrambi coesisitono in Lei. Non indugi.
Un caro saluto. Dr.ssa Claudia Quaglieri
Un caro saluto. Dr.ssa Claudia Quaglieri
Salve, la sua condivisione trasmette molta sofferenza e nello stesso tempo cambiamenti di vita che lei ha attuato, anche con successo nel caso della palestra. Lei si "muove" per alleviare il suo malessere, non sempre in modo funzionale, come nel caso dell'hashish. Se una terapia non ha funzionato non vuol dire che la psicoterapia non funzioni. Provi con un'altra persona, si dia questa possibilità. Con lei poi valuterete se può essere utile una consulenza farmacologica per sbloccare la situazione. Non si fermi! Auguri e saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Buonasera gentile Utente, capisco quanto sia difficile per lei vivere con queste sensazioni di derealizzazione e depersonalizzazione, soprattutto considerando le esperienze traumatiche e le perdite che ha subito fin da giovane. La combinazione di ansia, ipocondria e il recente peggioramento della salute di sua madre può aver riacceso quelle sensazioni che lei aveva già sperimentato in passato, rendendole ancora più difficili da gestire.
È importante riconoscere che la derealizzazione e la depersonalizzazione sono risposte comuni allo stress intenso e all'ansia cronica. Questi stati mentali, sebbene molto disturbanti, spesso rappresentano il tentativo del cervello di proteggersi da un sovraccarico emotivo. Quando le nostre emozioni diventano troppo difficili da affrontare, la mente può "disconnettersi" dalla realtà come meccanismo di difesa.
Lei ha già mostrato una grande capacità di resilienza in passato, ad esempio quando, attraverso la palestra, è riuscito a recuperare un senso di normalità. Questo dimostra che ha dentro di sé le risorse per affrontare situazioni difficili, anche se ora può sentirsi bloccato o senza vie d'uscita.
È importante comprendere che la derealizzazione e la depersonalizzazione, per quanto sgradevoli, non rappresentano un danno permanente o un segno che sta "impazzendo". Sono piuttosto sintomi di uno stato di stress molto elevato e sono trattabili. Iniziare a considerare questi stati come una risposta temporanea piuttosto che come una condizione permanente può alleviare parte della sua preoccupazione.
Le domande esistenziali che si pone, anche se intense e angoscianti, sono comuni a molte persone in momenti di crisi. Il nostro cervello cerca di dare un senso a ciò che non capisce, e in situazioni di incertezza o paura (come la malattia di sua madre), è naturale che emergano queste riflessioni profonde. Un lavoro psicoterapeutico più mirato, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o la terapia esistenziale, potrebbe aiutarla a rielaborare queste domande senza lasciarsi sopraffare.
Lei menziona l'uso occasionale di cannabis per rilassarsi. Tuttavia, per molte persone, specialmente quelle con ansia preesistente, l'uso di sostanze psicoattive può amplificare i sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione. Evitare l'uso di queste sostanze, soprattutto in momenti di stress, potrebbe essere un primo passo verso la stabilizzazione dei suoi sintomi.
Sebbene la sua passione per la palestra sia diminuita, potrebbe essere utile cercare altre attività che possano riportarla a una routine più strutturata. L'inattività e il rimuginio costante possono alimentare ulteriormente i sintomi. Provare a riscoprire interessi che possano darle un senso di realizzazione, o anche riprendere l'attività fisica gradualmente, potrebbe contribuire a migliorare il suo stato emotivo.
Anche se la prima esperienza con una psicologa non è stata utile, non significa che non ci siano altre vie di supporto. Potrebbe valutare l'opzione di lavorare con un terapeuta specializzato in ansia, disturbi dissociativi e terapia esistenziale. A volte può essere necessario un certo tempo per trovare il professionista giusto, ma non si scoraggi.
Quando si trova in uno stato di derealizzazione o depersonalizzazione, può essere utile applicare tecniche di "grounding", che aiutano a tornare al momento presente. Un semplice esercizio è quello di concentrarsi su cinque cose che può vedere, quattro che può toccare, tre che può sentire, due che può odorare e una che può gustare. Questi esercizi possono aiutarla a ritrovare un senso di connessione con la realtà.
Non sottovaluti il potere della sua resilienza e della sua capacità di guarire. Anche se ora si trova in un momento molto difficile, con il giusto supporto e alcune strategie pratiche, può ritrovare un equilibrio e tornare a vivere con maggiore serenità. Le consiglio di non affrontare tutto questo da solo e di cercare aiuto da un professionista specializzato, che potrà accompagnarla in questo percorso di guarigione.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di intraprendere una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
È importante riconoscere che la derealizzazione e la depersonalizzazione sono risposte comuni allo stress intenso e all'ansia cronica. Questi stati mentali, sebbene molto disturbanti, spesso rappresentano il tentativo del cervello di proteggersi da un sovraccarico emotivo. Quando le nostre emozioni diventano troppo difficili da affrontare, la mente può "disconnettersi" dalla realtà come meccanismo di difesa.
Lei ha già mostrato una grande capacità di resilienza in passato, ad esempio quando, attraverso la palestra, è riuscito a recuperare un senso di normalità. Questo dimostra che ha dentro di sé le risorse per affrontare situazioni difficili, anche se ora può sentirsi bloccato o senza vie d'uscita.
È importante comprendere che la derealizzazione e la depersonalizzazione, per quanto sgradevoli, non rappresentano un danno permanente o un segno che sta "impazzendo". Sono piuttosto sintomi di uno stato di stress molto elevato e sono trattabili. Iniziare a considerare questi stati come una risposta temporanea piuttosto che come una condizione permanente può alleviare parte della sua preoccupazione.
Le domande esistenziali che si pone, anche se intense e angoscianti, sono comuni a molte persone in momenti di crisi. Il nostro cervello cerca di dare un senso a ciò che non capisce, e in situazioni di incertezza o paura (come la malattia di sua madre), è naturale che emergano queste riflessioni profonde. Un lavoro psicoterapeutico più mirato, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o la terapia esistenziale, potrebbe aiutarla a rielaborare queste domande senza lasciarsi sopraffare.
Lei menziona l'uso occasionale di cannabis per rilassarsi. Tuttavia, per molte persone, specialmente quelle con ansia preesistente, l'uso di sostanze psicoattive può amplificare i sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione. Evitare l'uso di queste sostanze, soprattutto in momenti di stress, potrebbe essere un primo passo verso la stabilizzazione dei suoi sintomi.
Sebbene la sua passione per la palestra sia diminuita, potrebbe essere utile cercare altre attività che possano riportarla a una routine più strutturata. L'inattività e il rimuginio costante possono alimentare ulteriormente i sintomi. Provare a riscoprire interessi che possano darle un senso di realizzazione, o anche riprendere l'attività fisica gradualmente, potrebbe contribuire a migliorare il suo stato emotivo.
Anche se la prima esperienza con una psicologa non è stata utile, non significa che non ci siano altre vie di supporto. Potrebbe valutare l'opzione di lavorare con un terapeuta specializzato in ansia, disturbi dissociativi e terapia esistenziale. A volte può essere necessario un certo tempo per trovare il professionista giusto, ma non si scoraggi.
Quando si trova in uno stato di derealizzazione o depersonalizzazione, può essere utile applicare tecniche di "grounding", che aiutano a tornare al momento presente. Un semplice esercizio è quello di concentrarsi su cinque cose che può vedere, quattro che può toccare, tre che può sentire, due che può odorare e una che può gustare. Questi esercizi possono aiutarla a ritrovare un senso di connessione con la realtà.
Non sottovaluti il potere della sua resilienza e della sua capacità di guarire. Anche se ora si trova in un momento molto difficile, con il giusto supporto e alcune strategie pratiche, può ritrovare un equilibrio e tornare a vivere con maggiore serenità. Le consiglio di non affrontare tutto questo da solo e di cercare aiuto da un professionista specializzato, che potrà accompagnarla in questo percorso di guarigione.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di intraprendere una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
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Salve, grazie per aver condiviso la tua esperienza in modo così sincero. Mi rendo conto di quanto possa essere difficile convivere con l’ansia, la derealizzazione e i pensieri esistenziali che sembrano prendere il sopravvento. Queste sensazioni, soprattutto quando persistono nel tempo, possono far sentire bloccati e disorientati, ma voglio rassicurarti: non sei solo in questo percorso e ci sono modi per affrontare e superare ciò che stai vivendo.
È comprensibile che la perdita di punti di riferimento nella tua vita – come la passione per la palestra o l’impatto emotivo legato alla salute di tua madre – abbia contribuito a riattivare la tua ansia e a scatenare quei pensieri profondi e inquietanti che ti causano disagio. È importante riconoscere che queste domande esistenziali sono normali, ma quando diventano opprimenti è fondamentale trovare uno spazio sicuro dove poterle esplorare con calma.
Il lavoro con un professionista può aiutare a mettere ordine tra queste sensazioni di panico, derealizzazione e rimuginio continuo, accompagnandoti verso una maggiore comprensione di te stesso e di ciò che ti sta accadendo. Imparare a gestire le emozioni e i pensieri in modo diverso può darti sollievo e riportarti a vivere con maggiore serenità e fiducia in te stesso.
Se pensi che possa esserti utile parlarne più a fondo con uno specialista, considera l’opportunità di affrontare insieme questi aspetti. Un percorso mirato potrebbe aiutarti a riconquistare quella leggerezza che senti di aver perso e a ritrovare un nuovo equilibrio emotivo. Ricorda che chiedere supporto è un gesto di cura verso te stesso e il primo passo per stare meglio. Sono qui se senti il bisogno di confrontarti in modo più approfondito.
È comprensibile che la perdita di punti di riferimento nella tua vita – come la passione per la palestra o l’impatto emotivo legato alla salute di tua madre – abbia contribuito a riattivare la tua ansia e a scatenare quei pensieri profondi e inquietanti che ti causano disagio. È importante riconoscere che queste domande esistenziali sono normali, ma quando diventano opprimenti è fondamentale trovare uno spazio sicuro dove poterle esplorare con calma.
Il lavoro con un professionista può aiutare a mettere ordine tra queste sensazioni di panico, derealizzazione e rimuginio continuo, accompagnandoti verso una maggiore comprensione di te stesso e di ciò che ti sta accadendo. Imparare a gestire le emozioni e i pensieri in modo diverso può darti sollievo e riportarti a vivere con maggiore serenità e fiducia in te stesso.
Se pensi che possa esserti utile parlarne più a fondo con uno specialista, considera l’opportunità di affrontare insieme questi aspetti. Un percorso mirato potrebbe aiutarti a riconquistare quella leggerezza che senti di aver perso e a ritrovare un nuovo equilibrio emotivo. Ricorda che chiedere supporto è un gesto di cura verso te stesso e il primo passo per stare meglio. Sono qui se senti il bisogno di confrontarti in modo più approfondito.
Carissimo, mi dispiace per la sua sofferenza; è piuttosto comune che l'uso di hashish possa slatentizzare paure inconsce perché aggira i nostri aspetti razionali che prima mantenevano il controllo; io credo sia molto importante riprendere la psicoterapia, piuttosto cambiando terapeuta se non si trova bene con quella attuale; occorre accogliere queste sue angosce e sofferenze chiedendosi anche se non debba essere valutato un supporto farmacologico; non deve perdersi d'animo, da queste situazioni si può uscire ma occorre affidarsi. Resto a disposizione per qualsiasi cosa, anche da remoto, qualora lei lo ritenesse opportuno. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Salve gentile utente. Quello che emerge più distintamente dal suo racconto è il fatto che lei si sia fatto sempre molte domande importanti da solo sul senso della vita e che, si sia dato anche risposte che non l’hanno aiutato. Tra l’altro il consumo di hashtag è Marijuana a può in certe condizioni psicologiche non dare sollievo ma approfondire l’angoscia .
Le suggerisco di confrontarsi con un altro psicologo se con quello attuale non si trova bene affinché la aiuti a darsi risposte diverse ed a costruire una immagine di sé più coerente ed affidabile. Troverà certamente sollievo . La saluto cordialmente
Le suggerisco di confrontarsi con un altro psicologo se con quello attuale non si trova bene affinché la aiuti a darsi risposte diverse ed a costruire una immagine di sé più coerente ed affidabile. Troverà certamente sollievo . La saluto cordialmente
Gentile utente il suo è un racconto che parla di una situazione pesante. Come se lei quando raggiunge risultati importanti, tipo quando diventa istruttore di body building molla tutto e va a fare altro. Non demorda e continui a pensare di seguire un percorso terapeutico che sicuramente le gioverà e le potrà far riacquisire quella gioiosita persa, perché penso sia solo persa e che lei possa riconquistarla. Cordialità dott. Gaetano Marino
Buonasera, capisco quanto possa essere difficile affrontare la situazione che descrive, e il suo malessere è comprensibile considerando i traumi e le difficoltà che ha vissuto. Quello che descrive – derealizzazione, depersonalizzazione e le domande esistenziali ossessive – sono sintomi spesso legati all'ansia intensa e ai traumi non elaborati. La sensazione di estraneità, come se la realtà fosse "strana" o distante, è un meccanismo di difesa che la mente può adottare per gestire lo stress e le emozioni insopportabili. La perdita di sua madre, l'attacco di panico in discoteca, e la mancanza di uno scopo dopo aver perso l'interesse per la palestra sono tutte esperienze destabilizzanti che possono aver innescato questi sintomi. È importante sapere che questi sintomi, anche se molto spaventosi, sono un modo della mente di rispondere a situazioni di grande stress e non significano che la sua vita rimarrà così per sempre. Molte persone che sperimentano derealizzazione o depersonalizzazione, soprattutto quando sono legate a un evento traumatico, trovano miglioramenti significativi attraverso la giusta terapia. Le suggerirei di cercare uno psicoterapeuta con esperienza specifica nella gestione dell'ansia e dei traumi, preferibilmente con un approccio basato sulle metodologie attive o su tecniche che aiutano a esplorare ed elaborare le emozioni in un contesto sicuro. L'obiettivo sarebbe quello di affrontare le radici dell'ansia e dei traumi e di trovare un modo più sano per gestire questi sentimenti. Nel frattempo, potrebbe essere utile cercare di limitare l'uso di alcol e sostanze come l'erba, poiché questi possono aggravare i sintomi di depersonalizzazione e derealizzazione, come ha sperimentato. Invece, potrebbe provare attività che possano riportarla al momento presente, come il movimento fisico (anche diverso dalla palestra, come yoga o passeggiate), la respirazione profonda o tecniche di mindfulness. Non è solo in questo percorso e, con il giusto supporto, ha tutte le possibilità di migliorare e ritrovare il suo equilibrio. Il fatto che desideri tornare a essere quel ragazzo con tanta voglia di vivere è un segnale positivo e un'ottima motivazione per continuare a cercare aiuto e lavorare su di sé. d.ssa Raileanu
Gentile ragazzo, la tua situazione è complessa e necessita di un consulto approfondito. Penso che il nocciolo del problema, il bandolo della matassa si sia perso in una rete ingarbugliata di fili che ti hanno portato questo senso di non senso. Ti sei semplicemente un po' perso lungo la strada, anche perché sono passati parecchi anni dall'esordio del tuo problema.
Potresti per prima cosa partire dal sintomo predominante che mi sembra di comprendere che sia un'ansia generalizzata forse accompagnata da vissuti depressivi. Se è molto forte sarebbe consigliabile fare un consulto da uno psichiatra. La soluzione migliore sarebbe uno psichiatra anche psicoterapeuta che ti potrebbe seguire anche con una psicoterapia.
L'ansia forte, infatti, ti sta dicendo che è successo qualcosa che ti ha destabilizzato a tal punto da farti vivere in un costante stato di allerta.
Quindi, piano piano devi dipanare i fili risalendo al momento in cui si è creato tutto. Potresti partire analizzando il presente per risalire al passato. Con calma, con tanta pazienza e amore per te stesso e per la tua spiccata sensibilità esistenziale. In bocca al lupo, dott.ssa Barbara Merciari
Potresti per prima cosa partire dal sintomo predominante che mi sembra di comprendere che sia un'ansia generalizzata forse accompagnata da vissuti depressivi. Se è molto forte sarebbe consigliabile fare un consulto da uno psichiatra. La soluzione migliore sarebbe uno psichiatra anche psicoterapeuta che ti potrebbe seguire anche con una psicoterapia.
L'ansia forte, infatti, ti sta dicendo che è successo qualcosa che ti ha destabilizzato a tal punto da farti vivere in un costante stato di allerta.
Quindi, piano piano devi dipanare i fili risalendo al momento in cui si è creato tutto. Potresti partire analizzando il presente per risalire al passato. Con calma, con tanta pazienza e amore per te stesso e per la tua spiccata sensibilità esistenziale. In bocca al lupo, dott.ssa Barbara Merciari
Ciao, e grazie per aver condiviso la tua storia così apertamente. Capisco che stai attraversando un periodo molto difficile, e la tua esperienza è complessa e profondamente emotiva. Vorrei cercare di darti qualche riflessione che possa aiutarti a capire meglio quello che stai vivendo e, possibilmente, darti qualche spunto per ritrovare la tua strada.
1. Ansia e derealizzazione/depersonalizzazione
Le sensazioni che descrivi — sentirsi "fuori dalla realtà", la derealizzazione e la depersonalizzazione — sono spesso legate a stati d'ansia intensi e possono essere sintomi di un trauma emotivo. Questi episodi sono spesso scatenati da eventi di grande stress, come la malattia di tua madre, che ha riattivato un trauma emotivo del passato e amplificato il tuo stato mentale già vulnerabile.
La sensazione di essere "estraniato" dalla realtà può essere il modo in cui la tua mente cerca di proteggerti dal dolore e dallo stress emotivo. È un meccanismo di difesa, anche se in questo caso sembra peggiorare la situazione. Il fatto che tu abbia già superato una fase simile in passato, grazie alla palestra e al bodybuilding, dimostra che è possibile uscirne, anche se adesso sembra molto difficile.
2. L'importanza della gestione dell'ansia
L'uso di hashish o erba, in particolar modo in momenti di grande stress emotivo, può aumentare il rischio di attacchi di panico, ansia acuta e stati di derealizzazione. Alcune persone sono particolarmente sensibili agli effetti della cannabis, soprattutto se c'è già una predisposizione all'ansia o a problemi legati alla percezione della realtà.
Gli attacchi di panico che hai descritto e la confusione esistenziale che stai vivendo possono essere amplificati proprio da questo uso. Anche se può sembrare un modo per “staccare” e rilassarsi, a lungo andare potrebbe peggiorare la tua situazione.
3. La perdita di senso e le domande esistenziali
È normale, in certi momenti della vita, farsi domande esistenziali profonde, specialmente quando si affrontano eventi traumatici come la malattia di una persona cara. Tuttavia, quando queste domande diventano ossessioni e creano ansia, è importante riconoscere che sono probabilmente il riflesso di uno stato mentale alterato dalla paura e dall'ansia.
Il fatto che ti stai chiedendo continuamente “perché esistiamo?”, “qual è lo scopo della vita?” può essere il risultato di un tentativo del tuo cervello di cercare un senso in mezzo al caos e alla sofferenza. Queste domande, pur essendo importanti, non hanno risposte definitive e universali, e il fatto che ti ci stai fissando potrebbe peggiorare il tuo stato di confusione e ansia.
4. Il loop di pensieri ossessivi
Quando il cervello entra in un ciclo di pensieri ossessivi, è molto difficile spezzarlo. Continuare a cercare risposte a domande esistenziali, soprattutto in un momento in cui ti senti così vulnerabile, potrebbe alimentare ulteriormente questo ciclo. Potresti considerare delle tecniche per gestire i pensieri ossessivi, come la mindfulness o altre tecniche di cognitive behavioral therapy (CBT), che ti aiutano a prendere consapevolezza dei pensieri senza farti travolgere da loro.
5. Un parere professionale
Capisco che la psicologa con cui hai parlato non ti abbia aiutato molto, ma è importante non arrendersi. Non tutte le terapie funzionano allo stesso modo per tutte le persone. Potresti considerare di consultare uno specialista in disturbi d’ansia o in psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), che è molto efficace per i disturbi legati all’ansia, agli attacchi di panico e ai pensieri ossessivi.
In certi casi, potrebbe essere utile anche esplorare l’opzione di una terapia farmacologica temporanea, sotto la supervisione di uno psichiatra, per aiutarti a gestire i sintomi più acuti. Questo non significa che dovresti necessariamente assumere farmaci a lungo termine, ma potrebbe aiutarti a stabilizzare il tuo stato mentale mentre lavori sulla parte psicologica.
6. La ripresa di attività significative
Come hai sperimentato in passato, il ritorno a una routine strutturata e ad attività che ti appassionano può avere un enorme impatto positivo sulla tua vita. Anche se al momento ti sembra difficile ritrovare la passione che avevi per la palestra, potrebbe valere la pena sperimentare nuove attività o riprendere con calma quelle che ti davano soddisfazione. L’obiettivo è cercare di riconnetterti con il mondo reale e con te stesso, riducendo il tempo che passi immerso nei tuoi pensieri.
7. Non sei solo
Tantissime persone, in momenti di grande stress, ansia o traumi, hanno vissuto esperienze simili alle tue, e molte di loro hanno trovato il modo di uscirne, anche se in momenti come questo può sembrare impossibile. Parlare con persone che hanno affrontato situazioni simili potrebbe darti conforto e una prospettiva diversa. Anche il supporto sociale — amici, familiari, o gruppi di supporto — può fare una grande differenza.
Ti incoraggio a non perdere la speranza. Questo stato di derealizzazione e ansia non è permanente, e con il giusto supporto e trattamento, puoi riprendere in mano la tua vita. È importante che tu cerchi di non affrontare tutto questo da solo. La tua vita può tornare a essere serena e piena di significato, anche se ora sembra tutto confuso e spaventoso.
Se hai altre domande o vuoi parlare di qualsiasi cosa, sono qui.
1. Ansia e derealizzazione/depersonalizzazione
Le sensazioni che descrivi — sentirsi "fuori dalla realtà", la derealizzazione e la depersonalizzazione — sono spesso legate a stati d'ansia intensi e possono essere sintomi di un trauma emotivo. Questi episodi sono spesso scatenati da eventi di grande stress, come la malattia di tua madre, che ha riattivato un trauma emotivo del passato e amplificato il tuo stato mentale già vulnerabile.
La sensazione di essere "estraniato" dalla realtà può essere il modo in cui la tua mente cerca di proteggerti dal dolore e dallo stress emotivo. È un meccanismo di difesa, anche se in questo caso sembra peggiorare la situazione. Il fatto che tu abbia già superato una fase simile in passato, grazie alla palestra e al bodybuilding, dimostra che è possibile uscirne, anche se adesso sembra molto difficile.
2. L'importanza della gestione dell'ansia
L'uso di hashish o erba, in particolar modo in momenti di grande stress emotivo, può aumentare il rischio di attacchi di panico, ansia acuta e stati di derealizzazione. Alcune persone sono particolarmente sensibili agli effetti della cannabis, soprattutto se c'è già una predisposizione all'ansia o a problemi legati alla percezione della realtà.
Gli attacchi di panico che hai descritto e la confusione esistenziale che stai vivendo possono essere amplificati proprio da questo uso. Anche se può sembrare un modo per “staccare” e rilassarsi, a lungo andare potrebbe peggiorare la tua situazione.
3. La perdita di senso e le domande esistenziali
È normale, in certi momenti della vita, farsi domande esistenziali profonde, specialmente quando si affrontano eventi traumatici come la malattia di una persona cara. Tuttavia, quando queste domande diventano ossessioni e creano ansia, è importante riconoscere che sono probabilmente il riflesso di uno stato mentale alterato dalla paura e dall'ansia.
Il fatto che ti stai chiedendo continuamente “perché esistiamo?”, “qual è lo scopo della vita?” può essere il risultato di un tentativo del tuo cervello di cercare un senso in mezzo al caos e alla sofferenza. Queste domande, pur essendo importanti, non hanno risposte definitive e universali, e il fatto che ti ci stai fissando potrebbe peggiorare il tuo stato di confusione e ansia.
4. Il loop di pensieri ossessivi
Quando il cervello entra in un ciclo di pensieri ossessivi, è molto difficile spezzarlo. Continuare a cercare risposte a domande esistenziali, soprattutto in un momento in cui ti senti così vulnerabile, potrebbe alimentare ulteriormente questo ciclo. Potresti considerare delle tecniche per gestire i pensieri ossessivi, come la mindfulness o altre tecniche di cognitive behavioral therapy (CBT), che ti aiutano a prendere consapevolezza dei pensieri senza farti travolgere da loro.
5. Un parere professionale
Capisco che la psicologa con cui hai parlato non ti abbia aiutato molto, ma è importante non arrendersi. Non tutte le terapie funzionano allo stesso modo per tutte le persone. Potresti considerare di consultare uno specialista in disturbi d’ansia o in psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), che è molto efficace per i disturbi legati all’ansia, agli attacchi di panico e ai pensieri ossessivi.
In certi casi, potrebbe essere utile anche esplorare l’opzione di una terapia farmacologica temporanea, sotto la supervisione di uno psichiatra, per aiutarti a gestire i sintomi più acuti. Questo non significa che dovresti necessariamente assumere farmaci a lungo termine, ma potrebbe aiutarti a stabilizzare il tuo stato mentale mentre lavori sulla parte psicologica.
6. La ripresa di attività significative
Come hai sperimentato in passato, il ritorno a una routine strutturata e ad attività che ti appassionano può avere un enorme impatto positivo sulla tua vita. Anche se al momento ti sembra difficile ritrovare la passione che avevi per la palestra, potrebbe valere la pena sperimentare nuove attività o riprendere con calma quelle che ti davano soddisfazione. L’obiettivo è cercare di riconnetterti con il mondo reale e con te stesso, riducendo il tempo che passi immerso nei tuoi pensieri.
7. Non sei solo
Tantissime persone, in momenti di grande stress, ansia o traumi, hanno vissuto esperienze simili alle tue, e molte di loro hanno trovato il modo di uscirne, anche se in momenti come questo può sembrare impossibile. Parlare con persone che hanno affrontato situazioni simili potrebbe darti conforto e una prospettiva diversa. Anche il supporto sociale — amici, familiari, o gruppi di supporto — può fare una grande differenza.
Ti incoraggio a non perdere la speranza. Questo stato di derealizzazione e ansia non è permanente, e con il giusto supporto e trattamento, puoi riprendere in mano la tua vita. È importante che tu cerchi di non affrontare tutto questo da solo. La tua vita può tornare a essere serena e piena di significato, anche se ora sembra tutto confuso e spaventoso.
Se hai altre domande o vuoi parlare di qualsiasi cosa, sono qui.
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua esperienza in modo così dettagliato e autentico. È evidente che stia attraversando un periodo molto difficile, caratterizzato da angoscia e profonde riflessioni esistenziali. Le sensazioni di derealizzazione e depersonalizzazione che descrive possono essere reazioni a stress intenso, traumi passati e alla paura per la salute di sua madre. Quando ci si confronta con situazioni di grande vulnerabilità, il nostro modo di percepire la realtà può subire un cambiamento significativo, portandoci a mettere in discussione il senso della vita stessa. È comprensibile sentirsi bloccati in un loop di pensieri e ossessioni in un momento come questo. Spesso, la curiosità per le domande esistenziali può essere un modo per affrontare l'incertezza e il dolore, ma questo può anche intensificare l'ansia e il senso di disorientamento. È importante permettere a se stessi di sentire queste emozioni e considerare che esprimere i propri timori e vulnerabilità è un tratto umano e naturale. La sua esperienza con la psicologa potrebbe non aver portato i risultati desiderati, ma non è insolito che siano necessari percorsi diversi o più tempo per trovare il professionista giusto che soddisfi le sue esigenze specifiche. Consideri di continuare la ricerca del supporto e di esplorare modalità che possano affrontare le sue paure e la sua ansia. Inoltre, potrebbe essere utile cercare attività che offrano un senso di connessione e significato, anche piccole cose che possono contribuire a stabilire una routine e a ritrovare un equilibrio.
Non esiti a contattarmi se desidera ulteriori chiarimenti o supporto in questo periodo complesso. Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita
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