buonasera sono stefano ho 57 anni il primo att. di panico nel 1997 dopo visita di rito( visita cardi

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buonasera sono stefano ho 57 anni il primo att. di panico nel 1997 dopo visita di rito( visita cardiologica) appurato che al cuore non avevo nulla, nel 2000 attacco di panico, corsa in ospedale.....rimandato poi a casa.... con puntura di calmante. finalmente vado in cura dallo psicologo, sembra che funzioni....ma non è così. finalmente nel 2004, psicoterapeuta, sedute settimanali, ma ho ancora 2-3 att. di panico. La dott.ssa non vuole vedermi deperire e mi prescrive daparox funziona alla grande, lo interrompo una 1 volta un anno dopo ancora ricaduta , lo riprendo e lo interrompo dopo 2 anni, nel 2011 forte att. di panico lo riprendo fino al inizio 2018. da circa una settimana , pensieri negativi. malessere....oggi mentre vado al lavoro stato d'ansia....adesso ho paura che tornino gli att. di panico.....ho tirato fuori di nuovo il daparox...non so se prenderlo( dal 2004 al 2013 sempre andato da psicoterapeuta). Secondo voi? grazie
Salve, la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione. Per i farmaci si rivolga ad un medico. Non li assuma solo perché li ha assunti in passato.
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, ogni sintomo è collegato e nasce all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. E' evidente che in questo momento qualcosa è cambiato in lei manifestandosi con sintomi che a lei sono familiari.
Quello che le posso suggerire è di fare una scelta su di sé, cioè prendersi cura di ciò che le accade. La direzione l'ha già intravista, ovvero quello di farsi accompagnare in questo momento difficile da uno psicologo/a, come ha già fatto in precedenza.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini

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Buongiorno,
Comprendo la difficoltà e anche la stanchezza per le varie terapie intraprese negli anni.
Interrompere o modificare il dosaggio di una cura farmacologica non è mai una buona idea.
L'iter ideale sarebbe quello di farsi seguire da uno psicotersoeuta e contestualmente da uno psichiatra che si conoscano e siano abituati a comunicare tra di loro e a lavorare in sinergia per proporle le strategie più valide per aiutarla a gestire l'ansia e gli attacchi di panico.
In bocca al lupo
Dott.ssa Federica Di Censi
Salve, i motivi per cui gli attacchi di panico e ansia si sono intensificati negli ultimi mesi è da analizzare con più attenzione. Per sua tranquillità le dico che può accadere durante periodi particolari della nostra vita. Tuttavia, non essendo un fan della cura farmacologica per gli attacchi di panico ed essendo io specializzato nella cura di questo disagio. le suggerisco di parlarne con lo psicologo che la cura e verificare i motivi. La informo che esistono terapie brevi e risolutive del problema quindi stia sereno. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, capisco lo stato di ansia in cui si trova. La paura che gli attacchi di panico possano ripresentarsi è uno degli aspetti più faticosi relativi a questa patologia.
Rispetto ai farmaci, credo sia necessario un consulto con un medico o uno psichiatra, in modo da ridefinire eventualmente il dosaggio e il tipo di farmaco stesso, in base alle sue condizioni attuali.
Inoltre, ha detto di aver già fatto un lungo percorso di psicoterapia. Come questo l'aveva aiutata rispetto agli attacchi di panico? Lei e il suo terapeuta eravate riusciti ad individuare una possibile causa rispetto al disagio di allora?
Sarebbe importante capire cosa le sta comunicando la sua ansia oggi...è qualcosa di nuovo,oppure riguarda aspetti del suo passato? Ovviamente un ulteriore consulto con un terapeuta potrebbe aiutarla a dar voce all'ansia che si sta ripresentando.

La invito a considerare questa possibilità per prendersi cura di sè nel modo più completo possibile.
Resto a disposizione, un caro saluto
Buongiorno Stefano,
Le consiglio innanzitutto di non iniziare a prendere il farmaco senza averne parlato prima con un medico. La sua storia di ricadute probabilmente è legata ad alcune situazioni contingenti che creano in un disequilibrio e conseguentemente, la paura che ricompaiano gli attacchi di panico funge un pò da stimolatore. Più ha paura che compaiono e maggiore è la probabilità che ciò accada. Purtroppo l'ansia che porta al panico si autoalimenta quindi è un circolo vizioso. Le possibilità sono due o continua con la terapia farmacologica, seguita ovviamente da un medico, e accetta che ogni tanto possa capitare se smette la terapia, oppure inizia un percorso per individuare i vissuti che stimolano in Lei queste sensazioni. Oltre a questo aspetto potrebbe intraprendere un percorso nuovo attraverso tecniche di rilassamento e consapevolezza come la Mindfulness che potrebbe insegnarle anche come gestire e controllare questi vissuti emotivi così improvvisi e destabilizzanti. Per qualsiasi dubbio rimango a disposizione
Cordialmente
Dott.ssa Loredana Luise
Buongiorno, dietro agli attacchi di panico c'è sempre una causa che spesso ha bisogno di tempo per essere capita e sbloccata a livello emotivo. Non bastano solo i farmaci, ma serve un'attenta psicoterapia individuale.
Si faccia aiutare e non abbia paura di andare a fondo in merito al suo disagio che dura da anni.
Cordiali saluti
Buongiorno, Posso capire il suo forte disagio psicologico generato anche dalle cure farmacologiche che ha seguito e che vedo descrive minuziosamente. L'importante è rivolgersi sempre al medico curante per richiedere la modifica del dosaggio e per spiegare quali sintomi sono associati ad esso. Potrebbe intraprendere un percorso con uno psicoterapeuta e contestualmente farsi supportare da uno psichiatra al fine di essere seguito da due esperti che possono aiutarla a capire e gestire i momenti di ansia e gli attacchi di panico. Cordialmente. Dott.ssa Debora Manoni
Grazie per la Sua condivisione, Sig. Stefano. Anzitutto, in merito alla terapia farmacologica, è sempre bene ascoltare e seguire le indicazioni del medico che ha prescritto il farmaco stesso relativamente al dosaggio ed allo scalaggio nella farmacoterapia. Unitamente a ciò, come Lei ha già intrapreso da tempo, è utile seguire un percorso psicoterapeutico che possa aiutare a comprendere come gli attacchi di panico, in realtà, siano l'espressione di difficoltà legate ad altri livelli della vita, magari a momenti di vita che accentuano un passaggio e l'abbandono di talune appartenenze e sicurezze consolidate verso l'autonomia; passaggio per cui non si hanno ancora sufficienti risorse. Se ha necessità di approfondimento, resto a Sua disposizione. Non esiti a contattarmi o scrivermi. Sono a disposizione anche online.
Cordiali saluti.
Buonasera, sarebbe interessante conoscere altri aspetti della sua vita, ad esempio il suo contesto familiare, con chi vive, se è impegnato in una relazione affettiva stabile e altro ancora.
In ogni caso sarebbe utile un percorso di psicoterapia sistemico relazionale al fine di capire anche cosa faccia da sfondo ai suoi attacchi di panico.
Buona serata
Dott. Raffaello Di Monte
Dott.sa Luisa Anibaldi
L’attacco di panico rappresenta un sintomo estremamente indicatore, che costruisce una chance di dialogo con il mondo interno. Fino a che le risposte (interne, intime…) all’attacco non sono realizzate, il sintomo viene riproposto; cercare soluzioni evitanti ahimé non serve.
Spero che abbia compreso il mio messaggio…
Un caro saluto
Buongiorno
Credo che il reinserimento del farmaco vada valutato da una visita psichiatrica poiché è lo psichiatra che, può valutare e prescrivere, eventualmente, il farmaco. Questo potrebbe aiutarla un po' a tranquillizzarsi ma, allo stesso tempo credo sia importante essere seguito da un punto di vista psicoterapeutico sia per comprendere quali emozioni ci sono, sia per imparare a distinguerle dall'ansia.
In bocca al lupo
Buongiorno Stefano, come prima cosa mi sento di consigliarle di rivedere il suo medico curante, lo psicoterapeuta o un professionista nuovo. L'attacco di panico purtroppo è infimo se non si sa controllare e/o gestire e non sparisce col passare del tempo ma rimane latente, soprattutto se non si scava sulle cause. Le consiglio di rivolgersi ad uno specialista in quanto potrà aiutarla a capire più nel profondo cosa sta succedendo, a confrontarsi con le sue paure ed ansie, cosicchè la potrà aiutare e sostenere nel percorso, anche senza l'uso del medicinale dato che questo lavora sul sintomo, non sulla causa.
Spero di esserle stata d'aiuto e rimango a disposizione.
GDM
Salve, capisco che non è piacevole avere gli attacchi di panico. Per la cura farmacologica non posso esprimermi in quanto psicologa/psicoterapeuta (in supervisione). Capisco che la paura di poterli riavere non la fa stare tranquillo. Proprio per questo un percorso cognitivo-comportamentale le sarà d'aiuto per superare l'ansia e il panico associato. Tale approccio psicoterapeutico permette alla persona di acquisire delle abilità di fronteggiamento e di sviluppare buone capacità di resilienza. Si apprendono specifiche tecniche cognitive, emotive e comportamentali tali da utilizzare in casi di stress, ansia o quando si sta attraversando un periodo di vulnerabilità (che ahimè non si può sempre evitare nel corso della vita).
Spero che starà bene, in bocca al lupo!
Per domande o dubbi sarà mia premura rispondere.
Buona serata
Buongiorno Stefano, la ringrazio per averci contattato. Per quanto riguarda il daparox le consiglierei di contattare il medico che gliel'ha prescritto e di evitare in futuro di interrompere la terapia farmacologica senza avvertire il medico; l'interruzione, infatti, tendenzialmente va fatta in modo graduale. Nel frattempo le consiglio di proseguire con la psicoterapia insieme al farmaco. Resto a disposizione eventualmente per un consulto, un caro saluto.
Salve, evidentemente ciò che è stato elaborato nelle prime terapie non ha prodotto effetti risolutivi, oppure qualche cambiamento delle condizioni di vita potrebbe aver nuovamente sbilanciato una dimensione psichica precaria.
Torni in terapia e valuti insieme allo psichiatra la possibilità di intraprendere una diversa terapia farmacologica. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buonasera Stefano. Sente dei miglioramenti nella terapia? Mi colpisce molto il fatto che abbia cambiato e vissuto tanti percorsi diversi senza avvertire miglioramenti. Ha compreso il senso ed il significato di questa ansia? Il farmaco cura il sintomo, ma poi bisogna comprenderne il senso per un effettivo cambiamento ed agire nell'esistenza. Rimango a disposizione, un caro saluto.

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