Buonasera, sono ormai due mesi che sto vivendo un ritiro sociale (in due mesi sono uscito si e no ot

17 risposte
Buonasera, sono ormai due mesi che sto vivendo un ritiro sociale (in due mesi sono uscito si e no otto volte, accompagnato, per brevi tratti). Assumo una cura a base di psicofarmaci e sto facendo psicoterapia; psichiatra e psicoterapeuta dicono di star tranquillo, ma il solo pensiero di uscire mi angoscia. Il tutto è derivato ad un attacco di panico molto intenso che è avvenuto all'aperto due mesi fa, in cui mi è sembrato di morire (ero da solo). A gennaio di quest'anno ho smesso di guidare, ad aprile ho avuto questo attacco di panico e ad oggi non esco.
Cosa potrei fare?
Buonasera,
se è già in cura da uno Psichiatra ed uno Psicoterapeuta le suggerirei di proseguire il percorso che ha già iniziato, è possibile che ci voglia ancora un po' di tempo prima di poter apprezzare i benefici.
In alternativa potrebbe riportare le sue perplessità rispetto ai risultati che sta ottenendo ai professionisti stessi così da poter fugare i suoi dubbi.

Cordialmente
Dott. Giacomo Caiani

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Buonasera, concordo nel ritenere in prima istanza opportuno parlarne con chi s sta prendendo cura di lei, potrebbe essere in atto un cambiamento non percepito .
cordialmente , Dott.ssa Laura Bova
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione riguardo a ciò che sta vivendo. Non potersi sentire liberi di guidare, uscire di casa e vivere la propria vita serenamente genera una situazione pesante e difficile da sostenere. Tuttavia le suggerisco di parlare con i professionisti che la seguono delle sue paure e di eventuali perplessità rispetto al percorso che sta facendo, considerando comunque che i tempi per una “ripresa” sono, in alcuni casi, più lunghi di quanto ci si può aspettare. Le auguro di ritrovare presto un po’ di serenità, un caro saluto
Buongiorno continui a perseguire il percorso intrapreso con lo psichiatra e psicoterapeuta con cui è già in cura. Si confronti con loro sui suoi dubbi. Si dia il tempo per per comprendere ed affrontare il suo disagio. Non si perda d'animo e continui nel suo percorso di cura! Le auguro il meglio. Cordialmente Dott.ssa Valentina Biddau
Buongiorno, continui a seguire il percorso intrapreso con psicoterapeuta e psichiatra, i risultati spesso non sono immediati perché le cause il più delle volte arrivano da lontano e quindi scardinare il punto può risultare faticoso e doloroso. In ogni caso può porre questo dubbio nella stanza di terapia e lavorare su questa sua sensazione di sentirsi fermo nella terapia che poi forse è la stessa sensazione che prova nella sua vita.
Un Saluto
Dott.ssa Nicoletta Nonni
Buongiorno, comprendo la sua sofferenza e capisco il suo bisogno di uscirne il prima possibile, ma deve darsi del tempo per elaborare i suoi vissuti.
Non si perda d’animo e continui con fiducia il percorso intrapreso.
Cordiali saluti,

Giada Bruni
Buongiorno,
mi sembra che lei stia facendo i passi giusti, terapia farmacologica e psicoterapia, due mesi sono pochi per vedere l'efficacia dell'intervento, siete solo agli inizi, ma se ha dei dubbi ne parli con i suoi curanti che sapranno darle una risposta più precisa poichè la conoscono.
Cordiali saluti.
Michela Romano
Buongiorno! Il consiglio è di affidarsi sinceramente alle cure dello psichiatra e dello psicoterapeuta che già la seguono e vedrà che i risultati arriveranno. Non abbia ritrosie nel manifestare loro eventuali richieste di chiarimento sul percorso che ha intrapreso perché una solida alleanza con i citati professionisti sono alla base del buon esito del trattamento. Buona vita!
Complimenti, è riuscito ad affidarsi e a richiedere supporto a dei professionisti e, con il tempo, i risultati non tarderanno a farsi sentire. Porti pazienza e segua le indicazioni fornitele. Fossi in lei, non rinuncerei a sperimentarmi seguendo l'approccio dei "piccoli passi": perseguire piccoli e graduali obiettivi. A volte, anche concedersi qualche minuto di rilassamento, specialmente all'aperto e con una persona di cui si fida, o fare attività piacevoli e accessibili per lei, potrebbe rappresentare un grande traguardo, aprendo progressivamente a cambiamenti più sostanziali.
Buon cammino.
Liza Bottacin
Buonasera, il primo passo per stare meglio è capire di aver bisogno di aiuto. Per questo è una buona cosa che ha cercato dei specialisti.
La strada per valutare le Sue emozioni come la paura, è ancora lunga. Quindi si dia il tempo necessario per indagare sulla causa del Suo funzionamento e vedere come una reazione più adatta a quello che la turba La faccia stare meglio. Per questo è importante che Lei si affidi allo psicoterapeuta.
Un caro saluto
Dott.ssa Monika Elisabeth Ronge
Le segnalo 2 miei articoli sul trattamento degli Attacchi di panico che può trovare sul sito a mio nome, su internet. Anche se la sua sintomatologia sembra grave, di solito la cura del Disturbo da Attacchi di Panico va a buon fine. Gli approcci che utilizzo e consiglio sono la Strategica Breve e la Gestalt
Buonasera e grazie per la domanda. In base alla mia esperienza professionale (dal 2009 ricevo regolarmente in studio come psicologo e psicoterapeuta) ogni volta che diciamo "è più forte di me" è perché una parte della nostra psiche sta facendo cose per noi sgradevoli per il semplice fatto che non siamo ancora stati iniziati al suo funzionamento. Per esempio, se non ho ricevuto l'iniziazione alle emozioni, potrei scambiare un'emozione per un mal di pancia dovuto ad un cibo che ho mangiato. La parte della psiche che noi chiamiamo "inconscio" ha il potere di ostacolarci o aiutarci a ottenere i benefici di cui sentiamo di avere bisogno. Credo che per risolvere definitivamente lei abbia bisogno di lavorare in questa direzione. La invito a contattarmi per ulteriori informazioni e per fissare un appuntamento senza impegno da parte sua. Grazie. Saluti, dott. Alessandro Gambugiati
Salve, continui il suo percorso di terapia e sia completamente sincero con i suoi curanti. A volte le terapie richiedono tempi lunghi e può essere che lei non abbia ancora i benefici attesi. Non perda la fiducia e si rassicuri perché sta facendo il possibile
Buonasera,

Capisco che stai attraversando un periodo molto difficile. Da una prospettiva interazionista, è importante considerare come le tue relazioni e le tue esperienze di vita influenzano i tuoi sentimenti e comportamenti.

È normale provare ansia dopo un attacco di panico intenso, specialmente se è avvenuto in un luogo pubblico. Questa ansia può portare a evitare situazioni o luoghi che potrebbero scatenare un altro attacco. Tuttavia, l’evitamento può rafforzare la paura e l’ansia nel lungo termine.

Continuare a lavorare con il tuo psicoterapeuta e il tuo psichiatra è fondamentale. Potrebbe essere utile esplorare strategie per gestire l’ansia quando pensi di uscire, come tecniche di rilassamento o di mindfulness. Inoltre, potrebbe essere utile fare piccoli passi per affrontare la tua paura, come uscire per brevi periodi di tempo in luoghi dove ti senti sicuro.

Ricorda, non sei solo in questo viaggio. È importante prendersi cura di te stesso e cercare il supporto di cui hai bisogno.

Cordiali saluti, Dr. Marco Di Campli
Buon pomeriggio,
spiacente per quanto descrive. L'attacco di panico è un'esperienza "tsunami" che manda in tilt t la persona. Considerato quanto scrive Le posso dire che la nostra vita si restringe (o allarga) inversamente a quanto la paura dilaga. Nella mia esperienza professionale chi è vittima della paura cerca, nel tentativo di stare meglio, aiuti, ne parla, evita ciò che spaventa, ha delle accortezze che se in un primo momento sembrano tamponare, nel lungo periodo peggiorano l'insicurezza personale (perchè confermano l'esistenza di un problema debilitante).
Spero Le possa essere utile una riflessione in questi termini.
Buon lavoro
Saluti
Gentile utente, da quello che scrive si sta impegnando su più fronti per superare questo difficile momento della sua vita; si dia tempo e si senta libero di condividere apertamente con i professionisti che la stanno seguendo i suoi timori.
saluti
Salve, a quanto dice ha già delle figure che si occupano della sua salute.
Parli di queste paure in terapia.
In questo modo potrà elaborarle con il corretto supporto. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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