Buonasera, siamo due genitori della provincia Pisa e abbiamo un figlio di 10anni a cui è stata diagn

17 risposte
Buonasera, siamo due genitori della provincia Pisa e abbiamo un figlio di 10anni a cui è stata diagnosticata ARFID.
Purtroppo presso questo istituto trattano solo casi gravi e, fortunatamente, nostro figlio non presenta problemi di peso, ed i suoi esami del sangue sono ok.
Il problema è che nessuno è stato in grado di darci indicazioni su uno specialista, che potrebbe curarlo nella nostra zona.
Vorremo evitare che nostro figlio possa peggiorare e soprattutto vorremmo potergli dare la possibilità di superare il problema con serenità.
Confidiamo che possano arrivarci indicazioni utili.
Grazie.
Per ARFID si intendono rifiuti di cibi, a volte selettivi, a volte generalizzati. Frequentemente esprimono situazioni di disagio di origine diversa, generalmente superabili, anche considerando l’età del bambino; ma occorre un incontro con la coppia genitoriale per valutare la problematica, evitando l'instaurarsi di bracci ferro, e il tipo di intervento necessario.
Dr.Alessandro Bianchi.
Istituto di Psicologia Funzionale di Firenze.

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Buongiorno,

la cura per il disturbo selettivo della alimentazione richiede una serie di interventi tra essi integrati, tra questi anche quello della psicoterapia familiare.
Provi a trovare un altro centro specializzato sempre all'interno della sua regione, vedrà che suo figlio potrà con il tempo star meglio.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, una psicoterapia familiare potrebbe aiutarvi,in bocca al lupo
Buongiorno, se ben comprendo siete alla ricerca di indicazioni per individuare unǝ specialista. Condivido con lз colleghз l'utilità di un intervento/consulenza che coinvolga anche i familiari. Per quanto riguarda la scelta dello specialista, a differenza di quanto succede in medicina in cui le specializzazioni orientano in maniera significativi e talora esclusiva l'intervento in specifici ambiti di pertinenza per cui non ci si rivolge a un cardiologo per una carie, in psicoterapia i confini sono più sfumati. Si potrebbe dire che in psicoterapia l'etichetta non serve ad orientarsi come succede per le specializzazioni in medicina. Vi invito a rivolgervi a unǝ collega con esperienza nell'ambito delle problematiche legate all'ambito dell'alimentazione e con esperienza in interventi familiari che coinvolgano minori. Orientarsi nel mondo dello psicoterapie non è semplice, per una breve consulenza gratuita di orientamento alle diverse scuole potete fissare un appuntamento telefonico sula mia pagina. Vi auguro di attraversare con successo e nel breve tempo questo tempo complicato.
Gentili Genitori,

Grazie per aver condiviso la vostra preoccupazione. Comprendo la vostra situazione e l'importanza di trovare un supporto adeguato per vostro figlio. L'ARFID può essere complesso da gestire, ma è positivo che vostro figlio non presenti problemi di peso o anomalie negli esami del sangue.

Posso suggerirvi di contattare l'Ordine degli Psicologi della Toscana, che potrebbe fornirvi un elenco di specialisti nella vostra zona con esperienza in disturbi alimentari. Inoltre, vi consiglio di cercare centri di psicoterapia infantile o cliniche specializzate in disturbi dell'alimentazione nei dintorni. Un approccio psicodinamico può essere molto utile per comprendere le cause profonde del disturbo di vostro figlio e lavorare su di esse in un contesto sicuro e di supporto.
Nel frattempo, continuate a offrire a vostro figlio un ambiente sereno e comprensivo. La vostra vicinanza e il vostro sostegno sono fondamentali per il suo benessere emotivo.
Buongiorno, il mio consiglio, ma sono di parte, è di provare a incontrare uno specialista di orientamento dinamico, possibilmente uno psicoanalista infantile. Oggi spesso si abusa di tutta una serie di neologismi diagnostici che poi rimangono incollati alla persona. Penso che il punto non sia il nome ARFID, ma che avete notato un rapporto col cibo da parte di vostro figlio che denota una qualche difficoltà, la quale, però, va ricercata altrove. Il cibo ha una serie enorme di significati, che vanno dal rapporto col materno, col nutrimento, con la relazione con l'altro, con la crescita, ecc. Mi preoccuperei pertanto di sondare più come si sente suo figlio, quali sono le cose che lo preoccupano nella sua vita, come vanno le relazioni tra di voi genitori, con lui e in generale a casa, che clima si respira e in generale se c'è qualcosa che può angosciare o preoccupare suo figlio. Si può inoltre provare a ricostruire la storia di vostro figlio in generale con il cibo. Difficile dire di più qui non conoscendo la situazione, ma senz'altro contattare uno specialista può aiutare a far stare tutti più sereni. Dott. Alessio Antonucci
Salve, sarebbe utile poter iniziare con un parent training ( orientamento cognitivo comportamentale) per acquisire strumenti per gestire la problematica che il bambino riporta.
Resto a disposizione per un consulto anche online.
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Gentile utente, come già accennato da alcuni colleghi, la problematica in oggetto richiede più interventi integrati, al fine di una corretta gestione del fenomeno, che sembra riguardi l'intero nucleo familiare. Pertanto, un* Psicolog* Psicoterapeuta specializzat* nell'età evolutiva (indipendentemente dall'orientamento) sarebbe indicat* per approfondire l'ARFID e il senso che ha per vostro figlio la limitazione nell'assunzione di cibo; parallelamente, sarebbe opportuno intraprendere un percorso di terapia di coppia e/o familiare, per comprendere il contesto di vita e le relative esperienze da cui ha avuto origine il disturbo. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Buona sera,
sono la dott.ssa Letizia Muzi e lavoro a Firenze e sono una psicoterapeuta. Ho seguito delle persone adulte che avevano sviluppato una restrizione alimentare in seguito ad eventi traumatici correlati al cibo e lavorando insieme sulla paura, sulla fobia e sull'immagine di sè siamo riusciti a migliorare la qualità della loro vita ed iniziare a riacquisire fiducia e serenità nel rapporto con il cibo. Le riporto quanto ho trovato in merito al trattamento in forma molto breve e spero chiara : "Il trattamento cognitivo comportamentale che si basa su tale modello (CBT-AR) messo a punto da Thomas JJ and Eddy KT (2018), si basa principalmente su interventi comportamentali come la desensibilizzazione sistematica. Recentemente, Calugi e Dalle Grave (2018) hanno proposto un modello alternativo a quello tridimensionale di Thomas, che vede come nucleo psicopatologico l’eccessiva valutazione del controllo dell’alimentazione e/o le preoccupazioni per le conseguenze avverse dell’alimentazione. Il trattamento CBT-E adattata per l’ARFID, da loro proposto, utilizza una serie di strategie e tecniche specifiche che puntano ad affrontare il nucleo psicopatologico.
Ad oggi, comunque, nessun modello terapeutico cognitivo comportamentale ha evidenza scientifica o è stato testato dalla ricerca clinica."

Rimango a disposizione per ogni vostro chiarimento ed ulteriore spiegazione.

dott.ssa Letizia Muzi

Salve,già sono state date tutte le indicazioni fondamentali
Aggiungo che un doppio percorso, quindi personale del bambino (effettuato con uno psicoterapeuta dell’infanzia) e quindi familiare( allo stesso modo con uno psicoterapeuta dedicato) effettuati in parallelo, siano entrambi necessari.
Saluti.
Salve, mi occupo di disturbi alimentari da anni insieme ad una nutrizionista. Spesso queste difficoltà alimentari possono segnalare disagio relazionale, richiesta di essere "visti" dalle persone importanti per il bambino ma questo è possibile saperlo solo se si affronta un percorso magari sistemico - relazionale.
Grazie per la Sua condivisione.
Dott.ssa Imma Cerciello psicologa - psicoterapeuta esperta in Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione.
Buonasera signora, in tali situazioni sono utili la psicoterapia genitoriale, ovvero un supporto alla mamma e al papà che vi aiuti a gestire il sintomo e a comprendere la natura. E importante per i figli chr anche il sistema famigliare modifichi alcuni comportamenti di cui spesso, del tutto inconsapevolmente, non si è a conoscenza delle criticità. Accanto alla psicoterapia genitoriale, quella individuale per il vostro piccolo, per permettergli di poter esternare le sue difficoltà che hanno portato al sintomo. Un caro saluto e un affettuoso in bocca a lupo. Immagino su Pisa possa trovare gli specialisti necessari.
Buonasera, al di là dei sintomi sarebbe opportuno rivolgersi ad uno psicoterapeuta che, periodicamente, veda anche voi genitori. Dietro ad ogni sintomatologia ci sono dei fattori psicologici che vanno affrontati e nel caso dei più piccoli è necessario valutare la storia familiare che si intreccia con la coppia genitoriale e con il bambino. Potete contattare uno psicoterapeuta dell'ordine della vostra regione che si occupi di disturbi dell'alimentazione. Tenete però presente la visione sopra descritta. Essendo ancora piccolo si possono ottenere buoni risultati in un tempo relativamente breve, con la vostra collaborazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera gentili genitori.
Mi allego a quanto detto fin ora dai miei illustri colleghi.
Le consiglio un terapeuta per suo figlio uno psicologo infantile e anche un terapeuta per voi genitori.
Si possono effettuare anche delle video call ... l importante è iniziare.
Cordiali saluti
Una psicoterapia familiare può essere d'aiuto nel vostro caso, dove il sintomo non sembra essere invalidante. Analizzare con onestà le dinamiche familiari può aiutarvi a individuare quelle zone critiche alle quali il sintomo può cercare di dare parola.
La ringrazio per aver condiviso le sue difficoltà, immagino possa non essere sempre un passo semplice. 
Riconosco che sta attraversando un momento molto difficile e voglio che sappia che non è sol* in questo percorso. Il disagio che sta sperimentando è significativo e merita tutta l'attenzione e la cura possibili.
La sua domanda è importante, ha un contenuto rilevante, prezioso per amplificare delle riflessioni. Rispondere in questa modalità rischierebbe di semplificare troppo o banalizzare una preziosa opportunità di conoscenza di sé.

La incoraggio vivamente a considerare l'opportunità di iniziare un percorso psicologico. Un professionista qualificato può offrirle supporto e strumenti preziosi per affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. Fare questo passo può rappresentare un importante atto di amore e cura verso se stesso e il suo benessere.

Le invio un caro saluto.
E' stato detto già molto. Confermo l'importanza della terapia familiare e una individuale per il bambino

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