Buonasera sette anni fa mi sono trovato a vivere un lutto particolarmente forte che ha ridotto la mi

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Buonasera sette anni fa mi sono trovato a vivere un lutto particolarmente forte che ha ridotto la mia vita a pezzi: la morte di mia moglie e dei miei tre bambini. In questi anni ho seguito continuativamente una terapia di supporto e un percorso di uscita dallo shock post traumatico. Quando vivevo a Roma frequentavo un gruppo di ascolto in cui persone che avevano perso un caro ne parlavano agli altri. Credevo di essere guarito anche se a fatica ma negli ultimi mesi sento di essere tornato indietro. A volte mi viene da piangere ( vergognosamente in pubblico). Sento un dolore e una tristezza profonda quando guardo le foto di mia moglie e dei miei figli. Mi sento divorato dal senso di colpa per quello che è accaduto. Mia moglie si è suicidata insieme ai nostri figli senza che mi accorgessi della gravità e dell’orrore di quello che avevo tra le mura domestiche e questo mi fa sentire come un uomo sconfitto. A tratti mi rendo conto che è assurdo dopo sette anni ma quando parlo con gli altri Mi vedo non capito e la compagnia degli altri mi da fastidio. A volte inizio un discorso ma poi mi rendo conto che è inutile parlare e preferisco il silenzio. Vorrei tornare a vivere ma non riesco. Cosa mi consigliate?
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso questo prezioso racconto, su cui mi permetto di porle giusto qualche domanda.
Accogliendo la profonda tristezza che avverte, posso chiederle se negli ultimi mesi in cui sente di "essere tornato indietro", è accaduto qualcosa che possa averla fatta sprofondare nel dolore? Sembra che dopo essere riuscito a superare la tragica perdita, avvenuta sette anni fa, qualcosa di recente sia accaduto (per caso, la fine della terapia che stava seguendo?), tanto da farla nuovamente ripiegare su di sè in termini di tristezza e sofferenza. Le consiglio vivamente di intraprendere un percorso psicoterapeutico, che sia veramente efficace nel rispondere al suo legittimo diritto di tornare a vivere e pertanto di aprirsi a nuove possibilità. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa

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Gentile utente buonasera.
Il suo racconto è straziante e non si può neanche immaginare la sofferenza che ha vissuto in questi anni. Non sarebbe umano se non provasse ancora tanto dolore, se non avesse momenti di black-out in cui il ricordo della sua famiglia riemerge all'improvviso, e non sarebbe umano se non desiderasse costantemente di voler tornare indietro per cambiare le cose.
In lei c'è però tanto coraggio. Ha tanta voglia di ricominciare a vivere una vita degna di essere vissuta, e questo deve essere il suo motore. Forse ne avrà ascoltati fin troppi di psicologi, avrà sentito mille discorsi sull'elaborazione del lutto, sul disturbo da stress post-traumatico. Ma ogni persona è in continuo mutamento e cambiano le condizioni in cui un aiuto o un supporto possono essere più efficaci, magari rispetto a qualche anno fa. Consideri l'opportunità di vedere il supporto psicologico in funzione di una crescita personale, di una migliore gestione delle emozioni e dell'investire di nuovo sulle sue potenzialità.
Nulla potrà cambiare il passato, ma le più belle storie di resilienza nascono da sofferenze enormi come la sua. Forse ha bisogno solo di guardare avanti finalmente, di generare compassione per se stesso e di porsi un piccolo, ma giustificato, obiettivo di benessere interiore.
Le auguro davvero di trovare la sua strada per una vita nuovamente felice.
Se lo desidera sono a sua disposizione.
Un caro saluto,
Dott. Antonio Cortese
Salve, posso solo immaginare il dolore che hai provato per tutto questo tempo. È comprensibile che tu stia ancora lottando per superare questo trauma, anche dopo sette anni. È importante ricordare che non esiste un tempo prestabilito per il lutto. Ognuno elabora il dolore a modo suo e con i propri tempi. Non c'è vergogna nel piangere ancora. Il senso di colpa e la sensazione di essere un uomo sconfitto sono reazioni naturali di fronte a un evento così tragico.
È positivo che tu abbia seguito una terapia di supporto e un percorso di uscita dallo shock post traumatico. Questo ti ha sicuramente aiutato ad affrontare il dolore e a sviluppare delle strategie per gestire le tue emozioni. Il fatto che tu stia sentendo un regresso negli ultimi mesi potrebbe essere dovuto a diversi fattori. Potrebbe essere un periodo di stress o di stanchezza accumulata. Oppure, potrebbe essere che tu abbia bisogno di elaborare alcuni aspetti del lutto che non hai ancora affrontato completamente e che magari si stanno presentando o ripresentando solo adesso.
Per questo motivo è importante continuare la terapia di supporto. È importante avere un professionista che ti aiuti a gestire le tue emozioni e a elaborare il lutto. Continua con il gruppo di ascolto: parlare con altre persone che hanno vissuto esperienze simili, comprese le "ricadute" può essere di grande conforto e supporto.
Abbi pazienza e si gentile con te stesso. Il processo di guarigione è lungo e richiede tempo.
Gentilissimo. Complimenti per la forza con la quale condivide un vissuto tanto complesso e doloroso. Il consiglio principale che posso darle e di non isolarsi e cercare di non alienarsi dalla realtà. Non è assolutamente vergognoso piangere, anche in pubblico, e non è assurdo il dolore che ancora prova. Io le credo e per quanto impossibile, non avendo vissuto una situazione analoga, la comprendo e sento il suo sentimento nelle parole che ha scritto. Continui prima di tutto a cercare un gruppo reale ma non si senta in imbarazzo a cercare nello stesso momento un accompagnamento, anche a distanza, online, col filtro dello schermo e la protezione di un ambiente che sente suo. Se può essere utile, mi trova disponibile. Coraggio
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Gentile signore, leggo questa lettera e rimango molto colpito dalle sue parole. Non riesco a immaginare neanche che tipo di dolore possa sentire. Posso solo, nel tentativo di rispondere alla sua domanda, riflettere sull’effetto di “ritorno” emotivo che sta vivendo in questo periodo. Spesso le persone che hanno subito un grave shock possono proteggersi soltanto seppellendo nel profondo le loro emozioni incontrollabili e incontenibili. Ma nel tempo esse riemergono mettendo a dura prova la persona. Posso immaginare che forse si sta presentando l’occasione per ridare un “posto” anche a ciò che prima non era neanche pensabile. Sono convinto che potrà affrontarle con coraggio e superare questo momento, magari facendosi aiutare da un bravo professionista. Le auguro il meglio. Un saluto, Dott. Pieroni.
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi la sua storia e il suo dolore che è assolutamente inimaginabile.
È possibile che negli ultimi mesi sia accaduto qualcosa che abbia riattivato il dolore?
È possibile che nel corso della vita le nostre ferite tornino a fare molto male, non è segno di debolezza ma il segno che forse nel precedente percorso alcuni aspetti di quel dolore non erano emersi e ora chiedono di essere guardati.
Se lo volesse potrebbe riprendere col terapeuta che l’ha seguita per ricominciare un pezzo di strada e di vita insieme.
La saluto caramente.
Dott.ssa Emanuela Graziano
Buonasera.
Il dolore affiora dirompente e si manifesta incontenibile. Credo che sia comprensibile. Il tempo lenisce, ma con specificità soggettive, quindi se anche sono passati anni il dolore può tornare a manifestarsi.
E' necessario prendersi cura di sé, dopo una ferita tanto violenta. E continuare e continuare a prendersi cura di sé.
Le propongo un colloquio conoscitivo online, poi valuteremo insieme se e come continuare.
Buonasera. Posso solo immaginare lo strazio e il dolore che prova. Ci sono ferite che hanno bisogno di tanta Cura, quella con la C maiuscola; di un prendersi cura che, forse, dura tutta la vita. Con questo, voglio dirle che la sua ferita sembra essere una di queste. Una ferita che ha il diritto di essere Curata con tutto l'amore, la compassione e l'accettazione che c'è. Non ho ben capito se ha interrotto il percorso di supporto. Se fosse, lo ricominci affinché possa offrire nuova espressione e narrazione al dolore. Se non fosse, continui. Lady Macbeth, disse: "Date voce al vostro dolore, altrimenti il vostro cuore si spezza". Ecco: si prenda Cura di sé, affinché il suo cuore continui a battere. Non so se sia un lettore ma, se lo fosse, le suggerisco di lenire, almeno un po', della sofferenza che prova con libri. Scelga ciò che le suggerisce il suo cuore. Dal mio canto, Viktor Frankl è un autore che le consiglio.
Buona vita
Dottoressa Francesca Carubbi
Gentile Signore, parlare non è inutile ed evidentemente ha ancora qualcosa da dire riguardo a quanto è successo. Dunque ,trovi uno professionista, con cui affrontare i pezzi che sono ancora sospesi e hanno bisogno di una collocazione. È naturale che crescendo è cambiando si abbia una nuova disponibilità ad elaborare cio' che in precedenza, per svariate ragioni, non si poteva o non era il momento di affrontare. Elaborare significa vivere,poter sentire, lavorare. Oggi qualcosa ha bisogno di essere rivisto, perché si fa rivedere.
Daniela Bianchi
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente di mio dottore,
ci sono ferite alle volte che è difficile rimarginare del tutto, che basta un nulla affinché tornino a sanguinare.
Lei ha vissuto una situazione drammatica alla quale è comprensibile si associ una sofferenza così forte. Continui nei suoi percorsi di aiuto, vedrà che con il tempo la morsa del suo malessere potrà ulteriormente ridimensionarsi.
Cordialmente
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno,
Probabilmente si sta trovando nuovamente in un momento di difficoltà... E' normale che, dopo un trauma come il suo, esso possa ripresentarsi in momenti di particolare stress.
Le consiglio di valutare l'opportunità di riprendere a farsi seguire da un collega.
Dott. Marco Cenci
Buongiorno, grazie della preziosa condivisione e della richiesta di aiuto. Sarebbe importante analizzare cosa le ha fatto percepire di essere tornato indietro e collegarlo, a mio parere, ad una ferita che è ancora aperta. I lutti sono cicatrici che meritano tempo e dedizione e ritengo che per lei sia importante riprendere un percorso individuale. Le suggerisco questo perché i sentimenti che lei ha descritto possono ascriversi ad un quadro di lutto non risolto e perché mi pare che quelle lacrime, che versa nei momenti più disparati, non siano vissute in modo adeguato. Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta con il quale si senta a suo agio e che sia esperto in terapia del lutto. Le auguro il meglio, di cuore.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Carissimo, il lutto che ha vissuto immagino sia devastante e, per quel poco che possa servire, le sono umanamente vicino. Io credo che una psicoterapia di supporto possa essere utile ad avere un appuntamento fisso dove portare i contenuti che desidera, fossero anche il silenzio di un particolare momento; credo che associare una terapia di gruppo o un gruppo di auto mutuo aiuto possa inoltre aiutarla a stabilire relazioni di prossimità con persone che, per la loro personale biografia, possano comprendere o anche solo condividere una parte del suo dolore. Resto ovviamente a disposizione anche io, qualora lo ritenesse opportuno, anche da remoto. Un abbraccio forte! Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Buonasera, piangere non è mai vergognoso mi creda, si piange solo per le cose importanti e la sua lo è.
Non posso dirle che comprendo ciò che abbia passato o che stia passando ad oggi, ma le dico che intuisco quanto dolore lei possa provare, che misto al senso di colpa le sembra insormontabile. Mi fa piacere sentire che ha avuto un supporto psicologico in passato. Per ciò che riguarda i "gruppi" sono di auto-aiuto, nulla a che fare con la terapia come avrà avuto modo di capire. Se ultimamente le sembra di essere "tornato indietro" sarebbe molto importante andare a capire magari insieme, cosa le stia accadendo.
Un caro saluto
Lavinia
Buonasera, la gravità dei traumi come quello che lei descrive (e la ringrazio per averlo voluto condividere con noi) lascia un segno indelebile e profondo che solo il tempo può - forse - in qualche modo mitigare. La incoraggio a proseguire con la terapia di supporto, è importante che lei si riservi uno spazio in cui poter tirare fuori l'angoscia che la attanaglia e lavorare sui sensi di colpa. Purtroppo non esistono parole, consigli o terapie in grado di guarire dolori così profondi, parlare con uno psicologo però può essere utile per trovare delle modalità che la aiutino a convivere con vissuti così dolorosi. Le mando un caro saluto
Buongiorno, un lutto così devastante lascia cicatrici profonde, dove a volte la sofferenza della perdita dei suoi familiari si riacutizza, non è assurdo che riemergano questi vissuti dolorosi anche a distanza di sette anni. In questo momento di difficoltà può essere utile riprendere il percorso con uno psicoterapeuta per trovare uno spazio dove esprimersi e nel contempo continuare a vivere. Un caro saluto. Dr.ssa Lorena Ferrero
Gentile utente, grazie davvero per la condivisione. Quello che racconta è sicuramente molto intenso e la prima cosa che mi sento di dirle è che non c'è vergogna né sconfitta nel ritrovarsi a piangere ancora dopo 7 anni, oppure a vivere una fase di riacutizzazione del dolore. Ognuno ha i suoi tempi e un'esperienza del genere lascia una vita a pezzi da dover affrontare e rimettere insieme. Ci vuole tempo e tanto lavoro per poterlo fare. Il gruppo di supporto è sicuramente un sostegno valido, in cui condividere quello che sta provando con persone che hanno vissuto esperienze simili alla sua. Potrebbe essere utile anche prendere in considerazione l'idea di chiedere nuovamente aiuto a uno psicoterapeuta che l'aiuti a individuare meglio il disagio connesso a questo periodo e a sviluppare nuove risorse per affrontarlo. Le auguro di riuscire a ritrovarsi e resto a disposizione.
Buongiorno, ha vissuto un evento estremamente traumatico e doloroso, non è una malattia da cui si può guarire, ma un ricordo da rielaborare, soprattutto rispetto al senso di colpa. Consiglio di proseguire (o ricominciare) un percorso di psicoterapia che le dia modo di approfondire i suoi vissuti a riguardo. Perdoni i suoi amici/conoscenti ma non possiedono gli strumenti adatti per trattare (al netto di possibili eccezioni) un contenuto così doloroso e devastante, dovrebbe cercare la loro compagnia solo per distrazione e non per parlare di questo argomento (sempre al netto di possibili eccezioni). Se ha sintomi di disturbo post traumatico è possibile ricorrere ad un trattamento con EMDR focalizzato sui ricordi traumatici, non in sostituzione ma in aggiunta alla psicoterapia.
Buongiorno, Lei ha attraversato un dolore indicibile e il suo percorso è stato complesso. Potrebbe essere utile continuare la terapia individuale focalizzata sul suo dolore, senso di colpa e difficoltà nelle relazioni sociali. Esplorare tecniche di gestione dello stress e del dolore emotivo potrebbe aiutarla a superare questa fase difficile. Ti consiglierei di considerare anche l'opzione di terapie complementari come la terapia cognitivo-comportamentale per affrontare questi sentimenti in modo più approfondito e trovare modalità pratiche per tornare a vivere appieno.






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