Buonasera, se è possibile vorrei avere un parere di qualche psicologo/psichiatra su quanto mi è acca

18 risposte
Buonasera, se è possibile vorrei avere un parere di qualche psicologo/psichiatra su quanto mi è accaduto. Ho sviluppato una fobia che stava iniziando a limitare la qualità della mia vita, ne ho parlato con la mia dottoressa di base e lei mi ha consigliato di parlarne con uno psichiatra di sua conoscenza, aggiungendo che lui aveva guarito più persone con il mio stesso problema. Vado da questo dottore, si mostra molto disponibile ad ascoltarmi e dopo varie domande mi fa la diagnosi e prescrive dei farmaci aggiungendo che sarebbero state necessarie altre sedute psichiatriche. Qui arriva il bello: mi dice di contattare un altro dottore per fare le sedute e di tornare dopo un mese da lui per dirgli come evolve la situazione. Perché mandarmi da un altro dottore per fare le sedute? Non se lo spiega neanche la mia dottoressa. Domanda stupida: essendo il dottore quasi mio coetaneo, è possibile che provi attrazione per me (non è presunzione ma lo capisco quando qualcuno mi guarda con quegli occhi) e che mi abbia mandato da qualcun altro per non creare una situazione in cui anche lui era coinvolto? E se così non fosse, perché scaricare un paziente?
Buona sera,

Comprendo la sua preoccupazione e il desiderio di capire meglio la situazione che ha vissuto. Ecco alcune riflessioni che potrebbero aiutarla a fare chiarezza:

Specializzazione e competenza: Uno psichiatra potrebbe decidere di indirizzare un paziente a un altro professionista per diverse ragioni legate alla specializzazione e competenza. Ad esempio, lo psichiatra potrebbe ritenere che un determinato collega abbia competenze più specifiche o un approccio terapeutico che si adatta meglio alle sue necessità.

Approccio multidisciplinare: Spesso, il trattamento dei disturbi psicologici richiede un approccio multidisciplinare. Lo psichiatra potrebbe occuparsi della parte farmacologica, mentre un altro terapeuta (ad esempio uno psicologo o uno psicoterapeuta) si occupa della parte psicoterapeutica. Questo approccio è comune e permette di affrontare il problema da più angolazioni.

Conflitto di interessi: Se lo psichiatra percepiva una possibile attrazione o interesse personale nei suoi confronti, potrebbe aver ritenuto più professionale e etico indirizzarla a un altro terapeuta per evitare conflitti di interesse e garantire un ambiente terapeutico adeguato e privo di influenze personali.

Disponibilità e carico di lavoro: In alcuni casi, uno psichiatra potrebbe avere un carico di lavoro elevato e non essere in grado di offrire la frequenza di sedute necessarie per un trattamento efficace. Indirizzare il paziente a un altro terapeuta più disponibile potrebbe garantire una continuità di trattamento migliore.

È comprensibile che questa situazione possa averla confusa e che possa avere sollevato dubbi. La sua dottoressa di base potrebbe non essere a conoscenza di tutti i dettagli o delle ragioni specifiche dietro la decisione dello psichiatra, il che potrebbe spiegare la sua sorpresa.

Cosa può fare ora?

Chiarimenti con lo psichiatra: Potrebbe contattare nuovamente lo psichiatra e chiedere direttamente spiegazioni riguardo al motivo dell’indirizzamento ad un altro terapeuta. Essere chiari e trasparenti riguardo ai suoi dubbi e preoccupazioni può aiutarla a comprendere meglio la situazione.

Seconda opinione: Se ritiene che la situazione sia ambigua o non soddisfacente, potrebbe anche considerare di chiedere una seconda opinione da un altro psichiatra o terapeuta. Questo può darle una visione diversa e magari chiarire ulteriormente il percorso di trattamento più adatto per lei.

Proseguire con il trattamento: Se il nuovo terapeuta a cui è stata indirizzata sembra adeguato e competente, potrebbe comunque valere la pena continuare il percorso di trattamento con lui/lei, mantenendo una comunicazione aperta e costante con entrambi i professionisti coinvolti.

La sua attenzione verso il proprio benessere e il desiderio di chiarire le dinamiche terapeutiche dimostra un approccio attivo e responsabile verso la sua salute mentale. Le auguro di trovare presto la serenità e il supporto necessari per affrontare e superare le sue difficoltà.

Buona serata

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Gentilissimo, la sua richiesta è più che legittima e ha fatto bene a formularla qui. Direi che il problema sia di comunicazione. Lo psichiatra avrebbe dovuto motivarle come mai procedeva così. Magari è una sua prassi e non è abituato a dare ulteriori spiegazioni oltre le indicazioni che le ha dato. A lei non è venuto in mente di chiederlo? Comunque può provare le sedute con lo psichiatra indicato e vedere come si trova, altrimenti può cercarsi un altro psichiatra e vedere come va.L'importante è che non si precluda alcuna strada. Al controllo con il primo psichiatra può chiedergli spiegazioni. Se poi il motivo è un'attrazione per lei, è stato serio ad inviarlo ad un collega. Anche se in questo caso l'invio doveva essere definitivo. Le auguro di poter lavorare bene sulla sua problematica, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve. Comprendo la sua richiesta lecita ed è giusto che lei chieda chiarimenti circa ciò che le è accaduto. Quello che di solito accade tra professionisti è una collaborazione verso un obiettivo comune. Credo che lo psichiatra sia il suo supervisore, e che abbia ritenuto opportuno indirizzarla verso un professionista che può dedicarle sicuramente più attenzione e più preparazione per la tipologia di problematica presentata. Questo non vuol dire che l'abbia scaricata per un qualsivoglia motivo ad altri, ma che le stia offrendo la possibilità di essere seguito a doppio in un modo sicuramente più specifico e più mirato. Entrambi i professionisti valuteranno sicuramente insieme il suo percorso e hanno a cuore il suo benessere. Per qualsiasi altro chiarimento non esiti a contattarmi. Dott.ssa Lorena Assunta De Pari
Salve, comprendo la sua perplessità e non posso sapere con certezza le motivazioni dello psichiatra. Ritengo tuttavia che si riferiscano alla necessità -che taluni professionisti ritengono importante - di mantenere separati il discorso della terapia farmacologica (di esclusiva pertinenza dello psichiatra) dalla psicoterapia. Al di là del fatto che lo psichiatra da lei consultato potrebbe non essere anche psicoterapeuta, molti ritengono buona norma tenere separati i due ambiti, per evitare confusioni, manipolazioni e altre possibili complicazioni dovuta alla commistione dei ruoli. Credo che questa possa essere la spiegazione più semplice e plausibile. le auguro buone cose e buon cammino.
Salve, non tutti gli psichiatri sono psicoterapeuti, quindi le sedute potrebbero farle fare ad un collega disponibile. Altra casistica possibile, lo psichiatra magari aveva disponibilità unicamente mensile e quindi non adeguata per garantire le sedute.
Gentile paziente, in effetti capisco che si possa sentire basita rispetto a ciò che non le è stato spiegato in modo esaustivo. Credo che sarebbe opportuno chiedere un confronto con lo psichiatria che la segue , ma può anche decidere di seguire il suo istinto e rivolgersi altrove, e questa ultima
mia afferma è dovuta al fatto che credo sia essenziale sentirsi a proprio agio. CIò non
vuol dire mettere in discussione il
professionista, ma semplicemente fidarsi
delle proproe percezioni. Come dico spesso ai miei primi pazienti: io posso essere la
migliore terapeuta e non andare bene per lei, e una terapeuta tutto sommato, nella
norma e trovarsi molto bene con me. Un
percorso terapeutico di qualunque genere deve avere come base un'alleanza tra chi chiede aiuto e chi cerca di dare aiuto. Spero riesca a fare chiarezza. Un caro saluto
Gentile Amica o Amico,
ci sono molti motivi per cui inviare un paziente ad un collega, e solo uno di questi è una "fortissima" attrazione. Ad esempio: eccessivo carico di lavoro (troppi pazienti), difficoltà a gestire la patologia (ci sono alcune patologie con cui siamo più competenti, altre in cui lo siamo meno - e non intendo dal punto di vista teorico, ma di abilità nel trattarle), incompatibilità caratteriale (siamo esseri umani, alcuni pazienti possono essere troppo difficili da trattare per noi).

Spero di esserle stato di chiarimento.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno,
i professionisti collaborano generalmente per poter fornire il miglior aiuto-servizio, per cui ci possono essere varie motivazioni in sostegno ad un invio (miglior specializzazione, minor attesa, tecniche differenti ecc). Se il Suo dubbio persiste Le consiglio di confrontarsi con un professionista in modo da poter sciogliere la questione e proseguire nella cura alla prima difficoltà a cui accennava.
Saluti
Buongiorno, potrebbe darsi che il suo psichiatra reputi il collega più adatto per la gestione del caso. L'importante è che lei si trovi bene con l'altro terapeuta e riesca a stare meglio. Cordiali saluti
Dott. ssa Alessandra Albanese
Buongiorno,
Se è uno psichiatra e non è psicoterapeuta ha proceduto correttamente. Ha indicato di seguire un percorso psicologico parallelamente ad un trattamento farmacologico. Per qualsiasi suo dubbio le consiglio di parlarne direttamente allo psichiatra, anche relativamente ai suoi sospetti di un' attrazione perché il dottore saprà come risponderle e chiarire qualsiasi sua perplessità. Le auguro di risolvere presto il suo problema della fobia, per qualsiasi necessità mi può contattare. Saluti Dott.ssa Maria Luisa Strano
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Salve,
è comprensibile il suo dubbio e legittimo il bisogno di risposte.
Può chiedere allo psichiatra cui si è riferito che probabilmente non ha le competenze per seguirlo anche in un percorso di psicoterapia.

Cordiali saluti,
Giada Bruni
Buongiorno,
la sua perplessità è più che legittima e meriterebbe una confrontazione diretta con lo psichiatra che ha fatto l'invio al collega; le motivazione per l'indirizzamento ad un altro collega possono essere molteplici e vanno indagate direttamente, come le anticipavo, con il curante, evitando di fare erronee interpretazioni.
Ringrazio
Saluti
Gentile utente,
La ringrazio per la sua domanda, che sicuramente potrà essere utile ad altri, poiché può accadere che un professionista suggerisca di recarsi da un collega. I suoi dubbi sono legittimi e la solleciterei a rivolgerli direttamente al dottore. Spesso, come hanno già scritto i colleghi, i medici psichiatri decidono di occuparsi del trattamento farmacologico e inviano a un collega con cui collaborano che si occupa del supporto psicoterapico. In alrri casi si invia a colleghi specializzati nel trattamento del problema portato in consultazione o perché altre motivazioni possono essere di ostacolo alla cura.
Sperando di esserle stata di aiuto, le faccio inmiei più sentiti auguri!

Camilla
Buongiorno, è normale che uno psichiatra invii ad un collega psicoterapeuta e lui si occupi solo della terapia farmacologica. La sua domanda è lecita, anche perché lei ha avuto la percezione di essere guardata in modo particolare, in ogni caso e per qualsiasi motivo se l'ha inviata a fare la terapia con uno psicoterapeuta lei è libera di scegliere qualunque collega con cui riesce a trovarsi bene e ad affrontare le sue difficoltà e fobie.
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Buongiorno, capisco che voglia comprendere le motivazioni dell'invio e che con il passo che ha fatto di chiedere la consulenza dallo psichiatra su consiglio della sua dottoressa di medicina generale si aspettasse di continuare con lui tutta la terapia. La specificità della diagnosi può richiedere una psicoterapia mirata o integrata tra più figure. Il dubbio sullo sguardo su di lei può essere chiarito se oggetto di confronto con il medico che la può aiutare. Le auguro un fruttuoso percorso di terapia.
Buonasera gentile utente,
Capisco la sua perplessità e o preoccupazione, le consiglio di parlare con il suo psichiatra per capire il perché di questo spostamento
Nn abbia timori.
La saluto e la ringrazio per averci scritto
Gentilissima, come mai non ha chiarito le motivazioni della scelta direttamente chiedendo spiegazioni al suo psichiatra?
Lo psichiatria si occupa della somministrazione dei farmaci, mentre lo psicoterapeuta la aiuterà ad individuare risorse e strategie per superare il suo disagio, lavorando sugli aspetti emotivi, comportamentali e relazionali coinvolti. Come vede è possibile realizzare un percorso parallelo. Mi soffermerei comunque ad analizzare insieme al/ la suo a psicoterapeuta ( quello consigliatole o altro professionista che sceglierà) queste sue INTERPRETAZIONI sugli sguardi, su " quando qualcuno la guarda con quegli occhi" ... Che significato hanno nel suo mondo interno, quali immagini, pensieri e sensazioni Le evocano ?
Provi a scoprirlo... Forse anche le fobie si ridurranno significativamente.

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