Buonasera, scrivo perché sento come se il rapporto con mio padre influenzasse la mia vita, ma in mod
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Buonasera, scrivo perché sento come se il rapporto con mio padre influenzasse la mia vita, ma in modo particolare la mia vita sentimentale. Chiedo scusa se il tutto sarà un po’ lungo, ma non ho mai avuto modo di parlare di questo con nessuno. Io e mio padre non abbiamo mai avuto un bel rapporto sin da quando ero piccola, è sempre stato distante, mi sgridava in continuazione e ha sempre detto di preferire mia sorella a me; non mi ha mai incoraggiata, non mi è mai stato vicino emotivamente, aveva sempre dei modi per darmi contro ed è per questo motivo che io sono arrivata a maturare crescendo varie cose: l’idea che forse lui non mi abbia mai voluta sin dal momento in cui io sono nata, il fatto che se mio padre non mi ha mai voluta, amata e accettata allora nessun maschio lo farà perché non importa cosa io faccia, non sarò mai abbastanza per lui. Vorrei poter cambiare questi pensieri, ma penso che il dolore causato rimarrà per sempre e non so se mi trovo davanti a un caso di trauma infantile o meno perché questa situazione continua a influenzarmi , ne sono consapevole ma ho un atteggiamento di arresa perché credo che tutto ciò non possa andar via. Attualmente sono in una relazione, sono felice ma sento che questo “trauma” mi stia condizionando: non credo che una persona come me possa essere amata perché sono convinta di non essere abbastanza per il mio fidanzato, penso “sicuramente mi sostituirà con una ragazza migliore, non sarò mai abbastanza per lui”, faccio difficoltà a credergli (ma in generale a tutto il genere maschile) e a credere alle sue dimostrazioni amorose e se lui si mostra un minimo distaccato per motivi suoi, iniziò a pensare che lui si sia stancato di me e mi sento di nuovo bambina mentre supplicavo piangendo mio padre di amarmi e ciò mi arreca dei problemi severi di gelosia che mi porta ad assumere atteggiamenti molto possessivi e so che questo è un qualcosa di tossico per entrambi. Mi scuso ancora se il messaggio è troppo lungo, ma questo “trauma” mi logora dentro da quando sono piccola e non so come superarlo. Grazie in anticipo per la risposta.
Buonasera, la ringrazio per la condivisione. Non si scusi: ha molto ben chiarito la sua sofferenza e posizione e me ne dispiaccio molto, immagino quanto sia difficile sentirsi così. Sicuramente questa sofferenza c'è e sta condizionando la sua relazione e quindi la sua vita. Le proporrei un percorso di supporto per capire e conoscere queste emozioni ed i pensieri che ha ben espresso, rimango a disposizione. Un caro saluto, dott.ssa Giulia Remondini
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Buongiorno,
innanzitutto la ringrazio della condivisione. Immagino sia molto faticoso e anche doloroso portarsi dietro il "fantasma" di suo padre e di ciò che la vostra relazione ha rappresentato per Lei, ma lei non è destinata ad una convivenza forzare con il suo passato né Lei è solo la "somma" delle esperienze relazioni con i suoi genitori. Partendo già da una buona consapevolezza, le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico che potrebbe aiutarla a capire come mai si porti dietro ancora questo pesante (e doloroso) bagaglio. Non lasci inascoltate ora queste domande che si sta ponendo.
Un saluto, dott.ssa La Rocca
innanzitutto la ringrazio della condivisione. Immagino sia molto faticoso e anche doloroso portarsi dietro il "fantasma" di suo padre e di ciò che la vostra relazione ha rappresentato per Lei, ma lei non è destinata ad una convivenza forzare con il suo passato né Lei è solo la "somma" delle esperienze relazioni con i suoi genitori. Partendo già da una buona consapevolezza, le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico che potrebbe aiutarla a capire come mai si porti dietro ancora questo pesante (e doloroso) bagaglio. Non lasci inascoltate ora queste domande che si sta ponendo.
Un saluto, dott.ssa La Rocca
Salve, leggo con dispiacere della sua condizione, ma, d'altra parte, mi viene da pensare che scrivere qui abbia potuto avere per lei una qualche utilità a liberarsi di questa valanga di pensieri ed emozioni che si teneva dentro da tanto e che evidentemente non ha potuto confidare a nessuno. Non so se la sua sia più una domanda o una richiesta più di aiuto; in ogni caso, meriterebbe il tempo e il lavoro necessario che non si può espletare in queste poche righe di risposta. I "traumi" hanno bisogno di "parole" per poter uscire fuori ed essere elaborati e il suo è stato un bel primo passo. Come psicologo posso cogliere la sua richiesta offrendole la mia disponibilità all'aiuto qualora se la sentisse. Nel frattempo le mando un caro saluto, Dott. Alessandro Arcioni
Car* utente, questi pensieri negativi stanno compromettendo molto la sua quotidianità. Sembra molto consapevole dei suoi meccanismi, e questo può senz'altro aiutarla a gestirli al meglio, le serve solo il supporto di una persona specializzata del settore che può aiutarla a fare chiarezza sulla situazione. Per questo ha fatto bene a contattarci! Le scrive "Vorrei poter cambiare questi pensieri, ma penso che il dolore causato rimarrà per sempre". Le dò una buona notizia, le tecniche cognitivo comportamentali servono proprio a questo, modificare i pensieri per far sì che la sofferenza emotiva sia sempre più lieve. Fortunamente non siamo predestinati al dolore, e possiamo scegliere di stare meglio. Per farlo, è necessario cambiare prospettiva, e possiamo farlo insieme, gradualmente. Se vuole sono disponibile a riceverla in un incontro per approfondire questa tematica e darle un prospetto del percorso che potremmo svolgere insieme. Saluti, dott.ssa Eleonora Galletti
Buonasera,
le relazioni con le figure genitoriali influenzano necessariamente “chi siamo” nelle relazioni intime con gli altri. Mi dispiace che lei veda tutto come “irreversibile “ perché è come se non si desse un’opportunità e si condannasse ad una “storia che si ripete”. Un po’ come nel mito di Sisifo che fu condannato a spingere un grande masso su per una montagna ed ogni volta che raggiungeva la cima il grande masso ricadeva giù costringendo Sisifo a ripetere perennemente la fatica. Se si percepisce condannata dalla sua relazione genitoriale, non dona a sé stessa la possibilità di non spingere più questo grande masso. Questi sono contenuti e storie evolutive che necessitano di essere sciolte tramite la psicoterapia, pertanto le consiglierei di iniziarla. In bocca al lupo e coraggio.
Dott.ssa Aurora Moriggi
le relazioni con le figure genitoriali influenzano necessariamente “chi siamo” nelle relazioni intime con gli altri. Mi dispiace che lei veda tutto come “irreversibile “ perché è come se non si desse un’opportunità e si condannasse ad una “storia che si ripete”. Un po’ come nel mito di Sisifo che fu condannato a spingere un grande masso su per una montagna ed ogni volta che raggiungeva la cima il grande masso ricadeva giù costringendo Sisifo a ripetere perennemente la fatica. Se si percepisce condannata dalla sua relazione genitoriale, non dona a sé stessa la possibilità di non spingere più questo grande masso. Questi sono contenuti e storie evolutive che necessitano di essere sciolte tramite la psicoterapia, pertanto le consiglierei di iniziarla. In bocca al lupo e coraggio.
Dott.ssa Aurora Moriggi
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno grazie per averci scritto.
Non si deve scusare, scriverci deve essere stato sicuramente non semplice e dalle sue parole si intuisce che aveva bisogno di "vuotare il sacco", magari per sentirsi un po' più leggera.
Nella sua descrizione ci parla solo di cose brutte che suo padre le ha rimandato ma sicuramente lei avrà anche delle parti belle che, mi pare di intuire, abbiano bisogno di essere viste e riconosciute.
Lei dice di aver usato troppe parole ma in realtà ne servirebbero molte di più per capire il rapporto tra lei e suo papà: lui è, infatti, solo uno degli attori presenti nella storia ma per comprendente ciò che è accaduto e come questo la influenzi nelle sue relazioni attuali, è necessario ricostruire tutta la trama familiare ( il rapporto tra lei e sua sorella, il rapporto tra i suoi genitori e le aspettative legate alla sua nascita ad esempio).
La invito a pensare ad un percorso di psicoterapia, innanzitutto per avere uno spazio sicuro in cui poter condividere la proprio sofferenze ma soprattutto, per valorizzare i suoi punti di forza, che sicuramente ha ma che fatica a vedere.
Rimango a disposizione in caso di dubbi.
Un caro saluto
D.ssa Simona Torrente -Torino
Non si deve scusare, scriverci deve essere stato sicuramente non semplice e dalle sue parole si intuisce che aveva bisogno di "vuotare il sacco", magari per sentirsi un po' più leggera.
Nella sua descrizione ci parla solo di cose brutte che suo padre le ha rimandato ma sicuramente lei avrà anche delle parti belle che, mi pare di intuire, abbiano bisogno di essere viste e riconosciute.
Lei dice di aver usato troppe parole ma in realtà ne servirebbero molte di più per capire il rapporto tra lei e suo papà: lui è, infatti, solo uno degli attori presenti nella storia ma per comprendente ciò che è accaduto e come questo la influenzi nelle sue relazioni attuali, è necessario ricostruire tutta la trama familiare ( il rapporto tra lei e sua sorella, il rapporto tra i suoi genitori e le aspettative legate alla sua nascita ad esempio).
La invito a pensare ad un percorso di psicoterapia, innanzitutto per avere uno spazio sicuro in cui poter condividere la proprio sofferenze ma soprattutto, per valorizzare i suoi punti di forza, che sicuramente ha ma che fatica a vedere.
Rimango a disposizione in caso di dubbi.
Un caro saluto
D.ssa Simona Torrente -Torino
Carissim* utente, grazie mille per aver condiviso la sua sofferenza con noi.
A volte pensiamo che il dolore ci accompagni per il resto della vita. Invece, le dico che è possibile affrontarlo e superarlo con i giusti tempi e il giusto supporto.
Non lasci che il dolore e il "trauma" condizionino la sua vita e le sue relazioni.
Non esiti a contattarmi per qualsiasi necessità
Abbia fiducia,
Un caro saluto, dott.ssa Federica Lanzafame
A volte pensiamo che il dolore ci accompagni per il resto della vita. Invece, le dico che è possibile affrontarlo e superarlo con i giusti tempi e il giusto supporto.
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Salve, grazie per essersi aperta ed essersi confidata. Dalla sua descrizione si evince un forte dolore e una grande sofferenza, che non hanno solo intaccato la sua infanzia, ma che si protraggono anche nell'età adulta. Sicuramente analizzare più approfonditamente ogni aspetto di questa sofferenza, "aprire tutti gli armadi e far uscire gli scheletri", e cercare delle basi su cui lavorare per affrontare con più serenità il suo futuro, potrebbe darle grande supporto e permetterle di godersi appieno se stessa, in primis, e la persona che ha al suo fianco.
Resto a completa disposizione se avesse voglia di intraprendere un percorso insieme.
Le rivolgo un caro saluto - Dott.ssa Petteni Cecilia
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Le rivolgo un caro saluto - Dott.ssa Petteni Cecilia
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Non deve scusarsi per la lunghezza del messaggio, questo comunica parte della sua volontà di capire cosa sta succedendo, e non ci sarà mai un messaggio troppo lungo per descrivere la situazione attuale di una persona. Percepisco il disagio che le causa questa situazione ed il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un professionista, psicologo/a o psicoterapeuta, per poter darsi la possibilità di lavorare su questo ipotetico trauma e su tutti gli aspetti ad esso collegato. Oltre a ciò non si possono fornire consigli molto più specifici circa la sua condizione proprio perché, come dicevo all'inizio, qualunque sintomatologia deve sempre far riferimento alla persona che la riferisce e di conseguenza possano variare molte cose come la diagnosi, la prognosi e il trattamento.
Spero di esserle stato d'aiuto con la mia franchezza e le auguro un imbocca al lupo per il futuro.
Rimango a disposizione per qualsiasi cosa e la saluto; dottor Moraschini.
Spero di esserle stato d'aiuto con la mia franchezza e le auguro un imbocca al lupo per il futuro.
Rimango a disposizione per qualsiasi cosa e la saluto; dottor Moraschini.
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso la sua sofferenza. Ho notato che ha una grande voglia di comprendere cosa le sta succedendo, soprattutto in virtù del suo dolore che ha caratterizzato la sua infanzia e come a volte accade influenza anche la sua vita adulta. A causa della difficoltà che sta vivendo, le consiglio di iniziare una consulenza psicologica, anche online, per poter comprendere il suo vissuto e iniziare a lavorare in virtù del suo benessere. Dare una risposta specifica sulla sua condizione è estremamente difficile, in quanto è importante conoscere il vissuto della persona, in modo specifico, è importante anche la relazione che s'instaura con il paziente, come anche i ragionamenti che ne scaturiscono dal lavoro di consulenza psicologica. Per questo le consiglio caldamente un percorso psicologico, anche online. Ne potrà trarre giovamento e comprendere diversi aspetti di sè stessa. Rimango a disposizione, anche online. Dott.ssa Pizzinato Erika
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Gentile utente,
grazie per la sua apertura e non si scusi, non c'è un minimo o un massimo quando ci si racconta. Sicuramente la figura di suo padre è centrale, ha avuto ed ha ancora una grande influenza nella sua vita. Aver riconosciuto questo è già un grande passo, ma un percorso psicologico potrebbe aiutarla ad affrontare per la prima volta questa situazione, a metterci delle parole per pian piano elaborare e vivere in maniera più serena la sua vita e le sue relazioni.
Qualora volesse, sono assolutamente disponibile.
Un caro saluto,
Dott.ssa Simona Bruno
grazie per la sua apertura e non si scusi, non c'è un minimo o un massimo quando ci si racconta. Sicuramente la figura di suo padre è centrale, ha avuto ed ha ancora una grande influenza nella sua vita. Aver riconosciuto questo è già un grande passo, ma un percorso psicologico potrebbe aiutarla ad affrontare per la prima volta questa situazione, a metterci delle parole per pian piano elaborare e vivere in maniera più serena la sua vita e le sue relazioni.
Qualora volesse, sono assolutamente disponibile.
Un caro saluto,
Dott.ssa Simona Bruno
Sono consapevole che la sua relazione con suo padre le abbia causato molto dolore e che stia ancora influenzando la sua vita sentimentale. È importante capire che il modo in cui suo padre si è comportato con lei non è colpa sua e non significa che lei non sia abbastanza. Sono i suoi problemi che lo hanno portato a comportarsi in quel modo, e lei non devs portare il suo peso sulle sue spalle.
È comprensibile che lei abbia difficoltà a credere alle dimostrazioni d’affetto del tuo fidanzato, ma dovrebbe cercare di lavorare su questi pensieri negativi e non dar loro troppo potere. La vorrei aiutare a capire meglio come il suo rapporto con suo padre stia influenzando la sua vita e a trovare modi per superare queste difficoltà.
Inoltre, vorrei coinvolgere il suo fidanzato e spiegargli i suoi pensieri e paure, in modo che possiate lavorare insieme per superare questi problemi. È importante anche che lei riconosca che i comportamenti possessivi possono essere dannosi per la sua relazione e per se stessa, e cerchi di lavorare su di essi.
Ricordi che lei è una persona valida e degna di essere amata, e che la sua storia con suo padre non deve definirla come persona o influenzare negativamente la sua vita sentimentale. Spero che lei possa trovare la forza e il supporto necessari per superare queste difficoltà, resto a disposizione per valutare strategie efficaci.
È comprensibile che lei abbia difficoltà a credere alle dimostrazioni d’affetto del tuo fidanzato, ma dovrebbe cercare di lavorare su questi pensieri negativi e non dar loro troppo potere. La vorrei aiutare a capire meglio come il suo rapporto con suo padre stia influenzando la sua vita e a trovare modi per superare queste difficoltà.
Inoltre, vorrei coinvolgere il suo fidanzato e spiegargli i suoi pensieri e paure, in modo che possiate lavorare insieme per superare questi problemi. È importante anche che lei riconosca che i comportamenti possessivi possono essere dannosi per la sua relazione e per se stessa, e cerchi di lavorare su di essi.
Ricordi che lei è una persona valida e degna di essere amata, e che la sua storia con suo padre non deve definirla come persona o influenzare negativamente la sua vita sentimentale. Spero che lei possa trovare la forza e il supporto necessari per superare queste difficoltà, resto a disposizione per valutare strategie efficaci.
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Buongiorno, grazie per aver condiviso con noi questo grande dolore. Tutto ciò che racconta è in linea con ciò che ha vissuto. Noi impariamo a relazionarci e a crearci delle aspettative sull'altro/a sulla base delle relazioni con i nostri genitori. Per questo motivo, se quello che ho recepito è di non essere abbastanza per mio padre, allora probabilmente sarà la stessa sensazione che sentirò con le altre persone con cui mi relaziono. La psicoterapia permette una vera e propria esperienza emotiva correttiva che ci aiuta a modificare questi preconcetti sulle reazioni degli altri. Penso che sia molto importante per lei valutare di iniziare un percorso. Rimango a disposizione nel caso in cui abbia bisogno o abbia dei dubbi. Le auguro il meglio! Dott.ssa Rota
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Gentile utente, mi dispiace per la sua sofferenza . Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo con cui intraprendere un percorso di supporto psicologico al fine di poter approfondire determinate dinamiche e trovare nuove strategie per fronteggiarle. Resto a disposizione, anche online.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Alessandra Barbera
Cordiali saluti,
Dott.ssa Alessandra Barbera
Gentilissima, ho seguito tanti pazienti che presentavano un rapporto genitore figlio simile al suo. Trovo che lei sia abbastanza lucida nella sua analisi e quindi capace di affrontare un percorso che la porterà a liberarsi da certe dinamiche e a vivere i suoi raporti con più leggerezza. Un lavoro sull'autostima è quello che io le propongo. Se è interessata non le resta che fissare un colloquio on line. Buona giornata!
Buongiorno. Il dolore che lei esprime e il racconto dei suoi legami affettivi sono un valido punto di partenza per un percorso di approfondimento psicologico. E' tempo che lei si prenda cura di sé.
Se può esserle utile, possiamo fissare un appuntamento per un colloquio orientativo online.
Se può esserle utile, possiamo fissare un appuntamento per un colloquio orientativo online.
Buonasera, le sue parole trasmettono tante emozioni negative e mi dispiace per la sua sofferenza.
Le esperienze infantili ripetute generano in noi degli schemi che da adulti utilizziamo poi come "guida" nel soddisfacimento dei nostri bisogni (come quello di avere una relazione amorosa).
Quando siamo bambini cerchiamo, tramite le figure parentali, di soddisfare i nostri bisogni (di cura, di conforto di essere amati, di essere accettati). Quando però le risposte che riceviamo sono negative questo può generare oltre che un mancato soddisfacimento di un bisogno importante anche il generarsi di idee su di sè (per esempio "non sono degna di essere amata" "non sono abbastanza per avere l'amore degli altri"). Tali schemi, se ripetuti nel tempo, si solidificano e generano delle aspettative sugli altri che di solito sono negative che ci portano poi alla conferma delle stesse. Come lei ha sottolineato l'idea di "non sarò mai abbastanza per lui" rimane sempre presente e nonostante tutte le possibili conferme dell'altro tale dubbio rimarrà e ci porterà a mettere in atto dei comportamenti non adeguati (in maniera inconsapevole) per confermare lo schema.
Con la psicoterapia si possono affrontare tali tematiche, modificare tali pensieri e fare in modo che questi schemi non guidino più il nostro comportamento. Questo consente poi di trovare un nuovo equilibrio e strutturare dei comportamento più funzionali per ottenere il soddisfacimento dei nostri bisogni.
Essere consapevoli rappresenta il primo passo e lei ha saputo portare in modo maturo cosa sottostà a questi comportamenti di gelosia.
Se vuole approfondire questi aspetti sono disponibile ad accoglierla e supportarla in questo viaggio.
In ogni caso le auguro buona fortuna e di trovare la strada per poter stare meglio.
dott. Simone Feriti
Le esperienze infantili ripetute generano in noi degli schemi che da adulti utilizziamo poi come "guida" nel soddisfacimento dei nostri bisogni (come quello di avere una relazione amorosa).
Quando siamo bambini cerchiamo, tramite le figure parentali, di soddisfare i nostri bisogni (di cura, di conforto di essere amati, di essere accettati). Quando però le risposte che riceviamo sono negative questo può generare oltre che un mancato soddisfacimento di un bisogno importante anche il generarsi di idee su di sè (per esempio "non sono degna di essere amata" "non sono abbastanza per avere l'amore degli altri"). Tali schemi, se ripetuti nel tempo, si solidificano e generano delle aspettative sugli altri che di solito sono negative che ci portano poi alla conferma delle stesse. Come lei ha sottolineato l'idea di "non sarò mai abbastanza per lui" rimane sempre presente e nonostante tutte le possibili conferme dell'altro tale dubbio rimarrà e ci porterà a mettere in atto dei comportamenti non adeguati (in maniera inconsapevole) per confermare lo schema.
Con la psicoterapia si possono affrontare tali tematiche, modificare tali pensieri e fare in modo che questi schemi non guidino più il nostro comportamento. Questo consente poi di trovare un nuovo equilibrio e strutturare dei comportamento più funzionali per ottenere il soddisfacimento dei nostri bisogni.
Essere consapevoli rappresenta il primo passo e lei ha saputo portare in modo maturo cosa sottostà a questi comportamenti di gelosia.
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In ogni caso le auguro buona fortuna e di trovare la strada per poter stare meglio.
dott. Simone Feriti
Gentilissima utente, grazie per aver condiviso la tua storia con così tanta sincerità. È chiaro che la tua relazione con tuo padre ha avuto un impatto profondo non solo sulla tua identità, ma anche sulle tue relazioni sentimentali. Da una prospettiva psicologica sistemico-relazionale, possiamo esaminare come le dinamiche familiari influenzano il tuo modo di relazionarti con gli altri e con te stessa.
1. Il contesto familiare e le relazioni: Le relazioni familiari sono spesso il fondamento su cui costruiamo le nostre aspettative e credenze circa l'amore e l'accettazione. Il modo in cui tuo padre ha interagito con te può aver contribuito a formare un modello relazionale disfunzionale, in cui l'amore è percepito come condizionato e difficile da raggiungere. Questo modello può portarti a proiettare le tue esperienze passate nelle nuove relazioni, creando un circolo vizioso di incertezze e paure.
2. Le credenze limitanti: Le convinzioni che hai sviluppato – come l'idea di non essere abbastanza – sono radicate in esperienze infantili. Spesso, queste credenze ci accompagnano nell'età adulta, influenzando il nostro comportamento e le nostre reazioni emotive. È importante riconoscere che questi pensieri, sebbene comprensibili, non riflettono la realtà attuale ma piuttosto un'interpretazione basata su esperienze passate.
3. Il legame con il partner: La tua relazione attuale sembra essere fonte di felicità, ma è influenzata dalla tua storia di dolore. Le reazioni di gelosia e le paure di essere rifiutata possono mettere a dura prova la relazione. È fondamentale che il tuo partner comprenda questo complesso background, e che ci sia uno spazio per la comunicazione aperta e il sostegno reciproco.
4. Rielaborazione del trauma: La rielaborazione del trauma è un processo che può richiedere tempo e spesso è utile parlarne con un professionista. La terapia sistemico-relazionale può aiutarti a esplorare queste dinamiche familiari e il loro impatto sulle tue relazioni attuali. Attraverso la terapia, puoi lavorare per modificare le tue credenze e costruire una nuova narrativa che non sia definita dalla tua infanzia.
5. Strumenti pratici: Può essere utile iniziare a identificare e mettere in discussione i pensieri negativi che sorgono. Prendere consapevolezza delle proprie emozioni è fondamentale; eventualmente, tenere un diario o utilizzare tecniche di mindfulness possono aiutarti a gestire l'ansia e la paura. Lavorare sulla fiducia in te stessa e sulla tua autostima, accettando che ogni persona è diversa e che l’amore può manifestarsi in modi variabili, è un passo importante.
Infine, la tua storia è una testimonianza della resilienza umana. Anche se il percorso può sembrare difficile, ci sono spazi di crescita e guarigione. È possibile costruire relazioni più sane e positive, liberandoti gradualmente dal peso del passato. Grazie ancora per aver condiviso con noi; è un passo importante verso la tua guarigione. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
1. Il contesto familiare e le relazioni: Le relazioni familiari sono spesso il fondamento su cui costruiamo le nostre aspettative e credenze circa l'amore e l'accettazione. Il modo in cui tuo padre ha interagito con te può aver contribuito a formare un modello relazionale disfunzionale, in cui l'amore è percepito come condizionato e difficile da raggiungere. Questo modello può portarti a proiettare le tue esperienze passate nelle nuove relazioni, creando un circolo vizioso di incertezze e paure.
2. Le credenze limitanti: Le convinzioni che hai sviluppato – come l'idea di non essere abbastanza – sono radicate in esperienze infantili. Spesso, queste credenze ci accompagnano nell'età adulta, influenzando il nostro comportamento e le nostre reazioni emotive. È importante riconoscere che questi pensieri, sebbene comprensibili, non riflettono la realtà attuale ma piuttosto un'interpretazione basata su esperienze passate.
3. Il legame con il partner: La tua relazione attuale sembra essere fonte di felicità, ma è influenzata dalla tua storia di dolore. Le reazioni di gelosia e le paure di essere rifiutata possono mettere a dura prova la relazione. È fondamentale che il tuo partner comprenda questo complesso background, e che ci sia uno spazio per la comunicazione aperta e il sostegno reciproco.
4. Rielaborazione del trauma: La rielaborazione del trauma è un processo che può richiedere tempo e spesso è utile parlarne con un professionista. La terapia sistemico-relazionale può aiutarti a esplorare queste dinamiche familiari e il loro impatto sulle tue relazioni attuali. Attraverso la terapia, puoi lavorare per modificare le tue credenze e costruire una nuova narrativa che non sia definita dalla tua infanzia.
5. Strumenti pratici: Può essere utile iniziare a identificare e mettere in discussione i pensieri negativi che sorgono. Prendere consapevolezza delle proprie emozioni è fondamentale; eventualmente, tenere un diario o utilizzare tecniche di mindfulness possono aiutarti a gestire l'ansia e la paura. Lavorare sulla fiducia in te stessa e sulla tua autostima, accettando che ogni persona è diversa e che l’amore può manifestarsi in modi variabili, è un passo importante.
Infine, la tua storia è una testimonianza della resilienza umana. Anche se il percorso può sembrare difficile, ci sono spazi di crescita e guarigione. È possibile costruire relazioni più sane e positive, liberandoti gradualmente dal peso del passato. Grazie ancora per aver condiviso con noi; è un passo importante verso la tua guarigione. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
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