Buonasera, scrivo perché la mia bimba di quasi 4 mesi spesso sembra rifiutare il papà, la sera sopra
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Buonasera, scrivo perché la mia bimba di quasi 4 mesi spesso sembra rifiutare il papà, la sera soprattutto.
Da qualche settimana la sera prima di andare a dormire e’ molto irrequieta, si calma solo con me e in braccio…appena il papà la prende in braccio per darmi il cambio e un po’ di respiro sono pianti disperati. Abbiamo fatto diversi tentativi tra cui lasciarla piangere ma ho resistito poco e non so neanche se sia una buona idea così piccola.
Oltretutto, di addormentarsi senza il seno non ne vuole sapere.
Di giorno invece sembra stare volentieri con il papà, ma dura poco, mezz’ora o un’ora se va bene.
Sono molto stanca, anche perché questa situazione comporta contrasti tra me e il mio compagno, in quanto lui sostiene che siano capricci e che bisogna insistere sul lasciarla piangere…io sono d’accordo sul capriccio ma bisogna confortarla…ma come se non vuole stare con il papà?
E’ davvero così? Sono già capricci a quest’età’? Come posso fare affinché la bambina si tranquillizzi anche con il papà e soprattutto che si addormenti nel suo lettino senza il seno?
Grazie
Da qualche settimana la sera prima di andare a dormire e’ molto irrequieta, si calma solo con me e in braccio…appena il papà la prende in braccio per darmi il cambio e un po’ di respiro sono pianti disperati. Abbiamo fatto diversi tentativi tra cui lasciarla piangere ma ho resistito poco e non so neanche se sia una buona idea così piccola.
Oltretutto, di addormentarsi senza il seno non ne vuole sapere.
Di giorno invece sembra stare volentieri con il papà, ma dura poco, mezz’ora o un’ora se va bene.
Sono molto stanca, anche perché questa situazione comporta contrasti tra me e il mio compagno, in quanto lui sostiene che siano capricci e che bisogna insistere sul lasciarla piangere…io sono d’accordo sul capriccio ma bisogna confortarla…ma come se non vuole stare con il papà?
E’ davvero così? Sono già capricci a quest’età’? Come posso fare affinché la bambina si tranquillizzi anche con il papà e soprattutto che si addormenti nel suo lettino senza il seno?
Grazie
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Santa Maria Capua Vetere
Buonasera,
quello che descrive è una situazione molto comune nei primi mesi di vita e non rappresenta un segnale di rifiuto nei confronti del papà, bensì un'espressione del normale sviluppo emotivo e comportamentale del bambino. A quest'età, i neonati non fanno "capricci" come li intendiamo negli adulti o nei bambini più grandi. I loro comportamenti sono guidati da bisogni primari e dall'istinto di attaccamento, che spesso si esprime in una preferenza per la figura che associa al conforto, in questo caso lei, in quanto probabilmente è la principale fonte di nutrimento e rassicurazione.
La sera, i neonati tendono a essere più stanchi e sensibili, il che spiega la maggiore irrequietezza. Il seno non è solo una fonte di nutrimento, ma anche un potente calmante e una forma di connessione emotiva. Questo è normale, ma può essere faticoso per lei, specialmente se sta cercando di bilanciare i suoi bisogni con quelli della bambina e del suo compagno.
Lasciarla piangere potrebbe non essere l’approccio ideale a questa età, poiché i neonati non hanno ancora sviluppato la capacità di autoregolare le proprie emozioni. Ignorare i loro pianti può aumentare il senso di insicurezza e disagio, anziché aiutarli a calmarsi.
Per favorire un legame più sereno con il papà e aiutare la bambina a sentirsi più tranquilla con lui, potrebbero essere utili piccoli passi graduali. Il papà potrebbe provare a creare momenti di connessione durante il giorno, quando la bambina è più calma, ad esempio tenendola in braccio, giocando con lei o parlandole con dolcezza. In questo modo, lei assocerà la sua presenza a sentimenti positivi. Durante la sera, quando è più irrequieta, il papà potrebbe supportarla con gesti che riproducono il suo contatto rassicurante, come dondolarla dolcemente o parlarle con tono calmo.
Per il passaggio all’addormentamento senza il seno, potrebbe essere utile introdurre gradualmente un rituale serale che non coinvolga esclusivamente l’allattamento. Ad esempio, dopo la poppata, potrebbe tenerla in braccio mentre il papà racconta una storia o canta una ninna nanna. Questo potrebbe aiutarla ad associare il momento della nanna non solo al seno, ma anche ad altre esperienze rassicuranti.
Infine, è importante comunicare apertamente con il suo compagno, condividendo le informazioni sullo sviluppo infantile e i bisogni della bambina. Questo può aiutare a ridurre i contrasti e a lavorare insieme come squadra per gestire questa fase impegnativa.
Se la situazione dovesse persistere e diventare particolarmente stressante, non esiti a confrontarsi con un pediatra o con un professionista specializzato nel sostegno alla genitorialità. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o approfondimenti.
quello che descrive è una situazione molto comune nei primi mesi di vita e non rappresenta un segnale di rifiuto nei confronti del papà, bensì un'espressione del normale sviluppo emotivo e comportamentale del bambino. A quest'età, i neonati non fanno "capricci" come li intendiamo negli adulti o nei bambini più grandi. I loro comportamenti sono guidati da bisogni primari e dall'istinto di attaccamento, che spesso si esprime in una preferenza per la figura che associa al conforto, in questo caso lei, in quanto probabilmente è la principale fonte di nutrimento e rassicurazione.
La sera, i neonati tendono a essere più stanchi e sensibili, il che spiega la maggiore irrequietezza. Il seno non è solo una fonte di nutrimento, ma anche un potente calmante e una forma di connessione emotiva. Questo è normale, ma può essere faticoso per lei, specialmente se sta cercando di bilanciare i suoi bisogni con quelli della bambina e del suo compagno.
Lasciarla piangere potrebbe non essere l’approccio ideale a questa età, poiché i neonati non hanno ancora sviluppato la capacità di autoregolare le proprie emozioni. Ignorare i loro pianti può aumentare il senso di insicurezza e disagio, anziché aiutarli a calmarsi.
Per favorire un legame più sereno con il papà e aiutare la bambina a sentirsi più tranquilla con lui, potrebbero essere utili piccoli passi graduali. Il papà potrebbe provare a creare momenti di connessione durante il giorno, quando la bambina è più calma, ad esempio tenendola in braccio, giocando con lei o parlandole con dolcezza. In questo modo, lei assocerà la sua presenza a sentimenti positivi. Durante la sera, quando è più irrequieta, il papà potrebbe supportarla con gesti che riproducono il suo contatto rassicurante, come dondolarla dolcemente o parlarle con tono calmo.
Per il passaggio all’addormentamento senza il seno, potrebbe essere utile introdurre gradualmente un rituale serale che non coinvolga esclusivamente l’allattamento. Ad esempio, dopo la poppata, potrebbe tenerla in braccio mentre il papà racconta una storia o canta una ninna nanna. Questo potrebbe aiutarla ad associare il momento della nanna non solo al seno, ma anche ad altre esperienze rassicuranti.
Infine, è importante comunicare apertamente con il suo compagno, condividendo le informazioni sullo sviluppo infantile e i bisogni della bambina. Questo può aiutare a ridurre i contrasti e a lavorare insieme come squadra per gestire questa fase impegnativa.
Se la situazione dovesse persistere e diventare particolarmente stressante, non esiti a confrontarsi con un pediatra o con un professionista specializzato nel sostegno alla genitorialità. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o approfondimenti.
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Buonasera,
Capisco la sua stanchezza e il senso di frustrazione, ma è importante sapere che, a 4 mesi, i bambini non fanno "capricci" come li intendiamo noi adulti. A questa età non hanno ancora sviluppato la capacità cognitiva per manipolare o "sfidare" i genitori. Piuttosto, la bimba sta comunicando un bisogno: potrebbe essere che la sera, quando è più stanca o sovra-stimolata, cerchi la figura con cui si sente più sicura, che in questo momento sei tu. Questo non significa che il papà sia meno importante, ma semplicemente che la bimba potrebbe avere bisogno di tempo per abituarsi alla sua presenza in momenti così delicati.
Non è consigliabile lasciarla piangere senza rispondere, perché a quest’età i bambini non sono in grado di autoregolarsi emotivamente. Piuttosto, il papà potrebbe avvicinarsi a lei gradualmente, magari aiutandola nei momenti di gioco o accompagnandovi nella routine della nanna. Questo le permetterà di associare anche lui a esperienze positive e rilassanti.
Per quanto riguarda il sonno, è normale che il seno sia una grande fonte di conforto. Potreste iniziare a introdurre piccoli rituali che non dipendano solo dall’allattamento, come una luce soffusa o una copertina speciale, ma senza forzare troppo i tempi.
Infine, è importante che lei e il suo compagno vi confrontiate serenamente su come rispondere ai bisogni della bimba, magari con il supporto di un professionista, per trovare un approccio condiviso.
Un caro saluto!
Dott.ssa Silvia Conti
Capisco la sua stanchezza e il senso di frustrazione, ma è importante sapere che, a 4 mesi, i bambini non fanno "capricci" come li intendiamo noi adulti. A questa età non hanno ancora sviluppato la capacità cognitiva per manipolare o "sfidare" i genitori. Piuttosto, la bimba sta comunicando un bisogno: potrebbe essere che la sera, quando è più stanca o sovra-stimolata, cerchi la figura con cui si sente più sicura, che in questo momento sei tu. Questo non significa che il papà sia meno importante, ma semplicemente che la bimba potrebbe avere bisogno di tempo per abituarsi alla sua presenza in momenti così delicati.
Non è consigliabile lasciarla piangere senza rispondere, perché a quest’età i bambini non sono in grado di autoregolarsi emotivamente. Piuttosto, il papà potrebbe avvicinarsi a lei gradualmente, magari aiutandola nei momenti di gioco o accompagnandovi nella routine della nanna. Questo le permetterà di associare anche lui a esperienze positive e rilassanti.
Per quanto riguarda il sonno, è normale che il seno sia una grande fonte di conforto. Potreste iniziare a introdurre piccoli rituali che non dipendano solo dall’allattamento, come una luce soffusa o una copertina speciale, ma senza forzare troppo i tempi.
Infine, è importante che lei e il suo compagno vi confrontiate serenamente su come rispondere ai bisogni della bimba, magari con il supporto di un professionista, per trovare un approccio condiviso.
Un caro saluto!
Dott.ssa Silvia Conti
Ciao, ti ringrazio per la tua condivisione, che sicuramente rappresenta una situazione emotivamente e fisicamente molto faticosa per te. Posso immaginare quanto sia difficile affrontare l’irrequietezza della tua bimba, soprattutto in un momento delicato come il passaggio alla fase del sonno e delle separazioni, e allo stesso tempo sentirsi in contrasto con il tuo compagno. Quello che stai vivendo è una fase molto comune nello sviluppo dei bambini, anche se ogni bambino reagisce in modo diverso.
La situazione che descrivi, in cui la tua bambina sembra più tranquilla durante il giorno con il papà ma non riesce a calmarsi la sera se non sei tu a prenderla in braccio, non è un "capriccio" nel senso in cui comunemente intendiamo questa parola, e nemmeno un comportamento manipolativo. Piuttosto, è una reazione del tutto normale a una fase evolutiva tipica di questa età, che riguarda la sua costruzione di legami affettivi e il bisogno di sentirsi sicura e protetta, specialmente al momento della nanna.
A quattro mesi, la bimba sta sviluppando una forma di attaccamento molto forte verso te, che sei la sua principale figura di riferimento emotivo, specialmente perché il seno è associato a nutrimento, comfort e sicurezza. È del tutto naturale che, prima di addormentarsi, desideri la presenza di chi le dà più sicurezza: in questa fase, tu rappresenti ancora il suo punto di riferimento primario. Non c'è nulla di sbagliato in questo, è un comportamento evolutivo, e non significa che non ami il papà o che sia "irrequieta" senza motivo. La separazione da te, soprattutto la sera quando è stanca, può sembrare più difficile per lei perché sta attraversando una fase in cui le sue emozioni sono più intense e il suo senso di separazione sta cominciando a svilupparsi.
Lasciare piangere un bambino così piccolo può essere molto difficile, sia emotivamente per voi genitori, sia fisicamente per il bambino. A questa età, i neonati non sono ancora in grado di autoregolarsi e calmarsi senza l’aiuto di un adulto che risponda al loro bisogno di conforto. L'idea di "lasciarla piangere" può sembrare una soluzione, ma a quattro mesi, il pianto della bimba non è un capriccio, ma un modo per esprimere un bisogno profondo di sicurezza, contatto fisico, e protezione. E soprattutto, il fatto che lei si calmi solo quando la prendi in braccio dimostra che ha bisogno di questa vicinanza per ritrovare la tranquillità. Forzare il bambino a calarsi in un ritmo di "indipendenza" che non è pronto a raggiungere può aumentare il senso di frustrazione e insicurezza, sia per lei che per voi come genitori.
Il fatto che durante il giorno la bimba stia volentieri con il papà, anche se per brevi periodi, è positivo e un buon punto di partenza. La situazione serale può sembrare più problematica proprio perché, la sera, quando è stanca, è più difficile per lei affrontare una separazione anche temporanea. Tuttavia, questo non significa che la bambina stia "rifiutando" il papà. È possibile che lei abbia bisogno di una transizione più graduale o che il papà possa cercare di calmare la bimba in modi diversi, senza forzare la separazione, ma cercando, invece, di renderla più dolce.
Alcuni suggerimenti per favorire un legame più forte con il papà e per cercare di tranquillizzarla anche senza il seno:
-Iniziare a creare routine serali condivise: Se possibile, provate a introdurre una routine serale dove il papà possa essere coinvolto in momenti di coccole o di comfort, come il bagnetto, una canzoncina dolce o una storia. A questa età, anche una semplice attività di "cura" da parte del papà può contribuire a farla sentire più sicura con lui. Essere presenti insieme, in modo dolce e rassicurante, è un modo per costruire lentamente una relazione di fiducia anche in questi momenti più delicati.
-Abituarsi al cambio di figure di riferimento: Potreste provare a fare dei "piccoli tentativi" durante la giornata, quando lei è meno stanca, affinché il papà possa prenderla in braccio per periodi sempre più lunghi, mentre tu sei presente ma non interagisci direttamente. L’obiettivo non è forzarla, ma costruire gradualmente la consapevolezza che anche il papà è una figura che può offrirle sicurezza e affetto.
-Rendere più graduale la separazione al momento del sonno: Se la tua bimba ha bisogno di essere allattata per addormentarsi, potresti provare a ridurre gradualmente il tempo che trascorri nel momento della nanna. Per esempio, puoi cominciare a interrompere leggermente il contatto con il seno quando sta per addormentarsi, senza farla piangere, ma cercando altre modalità di consolarla, come cullarla, accarezzarla, o cantarle una canzone. Il passaggio graduale da "seno" a altre modalità di rassicurazione è molto importante, soprattutto per evitare che la bambina associ la sicurezza esclusivamente al seno.
-Riconoscere e parlare dei sentimenti: È fondamentale che tu e il papà siate uniti su questa situazione, cercando di parlare dei vostri sentimenti senza colpevolizzarvi reciprocamente. È possibile che il tuo compagno senta un po’ di frustrazione nel non riuscire a consolare la bimba, ma è importante che entrambi vi ascoltiate e comprendiate che non si tratta di un "rifiuto" della figura paterna, ma di una normale fase di sviluppo. Potrebbe essere utile un confronto aperto per evitare che le difficoltà diventino fonte di conflitto.
Infine, voglio sottolineare quanto sia importante che tu non trascuri il tuo benessere, soprattutto in una fase così impegnativa della tua maternità. Sei la principale fonte di sicurezza per la tua bimba, ma anche tu hai bisogno di spazio per ricaricarti. È giusto che tu abbia il sostegno di tuo marito, e trovare modi per alternarvi in modo che tu possa riposarti e prenderti cura di te stessa è fondamentale.
Spero che queste riflessioni possano esserti di aiuto e che possiate affrontare questa fase con pazienza e comprensione, sia per la tua piccola che per voi come coppia. Se hai bisogno di ulteriori suggerimenti, non esitare a chiedermi. In bocca al lupo per questo percorso così speciale e delicato!
Dott.ssa Marta Landolina
La situazione che descrivi, in cui la tua bambina sembra più tranquilla durante il giorno con il papà ma non riesce a calmarsi la sera se non sei tu a prenderla in braccio, non è un "capriccio" nel senso in cui comunemente intendiamo questa parola, e nemmeno un comportamento manipolativo. Piuttosto, è una reazione del tutto normale a una fase evolutiva tipica di questa età, che riguarda la sua costruzione di legami affettivi e il bisogno di sentirsi sicura e protetta, specialmente al momento della nanna.
A quattro mesi, la bimba sta sviluppando una forma di attaccamento molto forte verso te, che sei la sua principale figura di riferimento emotivo, specialmente perché il seno è associato a nutrimento, comfort e sicurezza. È del tutto naturale che, prima di addormentarsi, desideri la presenza di chi le dà più sicurezza: in questa fase, tu rappresenti ancora il suo punto di riferimento primario. Non c'è nulla di sbagliato in questo, è un comportamento evolutivo, e non significa che non ami il papà o che sia "irrequieta" senza motivo. La separazione da te, soprattutto la sera quando è stanca, può sembrare più difficile per lei perché sta attraversando una fase in cui le sue emozioni sono più intense e il suo senso di separazione sta cominciando a svilupparsi.
Lasciare piangere un bambino così piccolo può essere molto difficile, sia emotivamente per voi genitori, sia fisicamente per il bambino. A questa età, i neonati non sono ancora in grado di autoregolarsi e calmarsi senza l’aiuto di un adulto che risponda al loro bisogno di conforto. L'idea di "lasciarla piangere" può sembrare una soluzione, ma a quattro mesi, il pianto della bimba non è un capriccio, ma un modo per esprimere un bisogno profondo di sicurezza, contatto fisico, e protezione. E soprattutto, il fatto che lei si calmi solo quando la prendi in braccio dimostra che ha bisogno di questa vicinanza per ritrovare la tranquillità. Forzare il bambino a calarsi in un ritmo di "indipendenza" che non è pronto a raggiungere può aumentare il senso di frustrazione e insicurezza, sia per lei che per voi come genitori.
Il fatto che durante il giorno la bimba stia volentieri con il papà, anche se per brevi periodi, è positivo e un buon punto di partenza. La situazione serale può sembrare più problematica proprio perché, la sera, quando è stanca, è più difficile per lei affrontare una separazione anche temporanea. Tuttavia, questo non significa che la bambina stia "rifiutando" il papà. È possibile che lei abbia bisogno di una transizione più graduale o che il papà possa cercare di calmare la bimba in modi diversi, senza forzare la separazione, ma cercando, invece, di renderla più dolce.
Alcuni suggerimenti per favorire un legame più forte con il papà e per cercare di tranquillizzarla anche senza il seno:
-Iniziare a creare routine serali condivise: Se possibile, provate a introdurre una routine serale dove il papà possa essere coinvolto in momenti di coccole o di comfort, come il bagnetto, una canzoncina dolce o una storia. A questa età, anche una semplice attività di "cura" da parte del papà può contribuire a farla sentire più sicura con lui. Essere presenti insieme, in modo dolce e rassicurante, è un modo per costruire lentamente una relazione di fiducia anche in questi momenti più delicati.
-Abituarsi al cambio di figure di riferimento: Potreste provare a fare dei "piccoli tentativi" durante la giornata, quando lei è meno stanca, affinché il papà possa prenderla in braccio per periodi sempre più lunghi, mentre tu sei presente ma non interagisci direttamente. L’obiettivo non è forzarla, ma costruire gradualmente la consapevolezza che anche il papà è una figura che può offrirle sicurezza e affetto.
-Rendere più graduale la separazione al momento del sonno: Se la tua bimba ha bisogno di essere allattata per addormentarsi, potresti provare a ridurre gradualmente il tempo che trascorri nel momento della nanna. Per esempio, puoi cominciare a interrompere leggermente il contatto con il seno quando sta per addormentarsi, senza farla piangere, ma cercando altre modalità di consolarla, come cullarla, accarezzarla, o cantarle una canzone. Il passaggio graduale da "seno" a altre modalità di rassicurazione è molto importante, soprattutto per evitare che la bambina associ la sicurezza esclusivamente al seno.
-Riconoscere e parlare dei sentimenti: È fondamentale che tu e il papà siate uniti su questa situazione, cercando di parlare dei vostri sentimenti senza colpevolizzarvi reciprocamente. È possibile che il tuo compagno senta un po’ di frustrazione nel non riuscire a consolare la bimba, ma è importante che entrambi vi ascoltiate e comprendiate che non si tratta di un "rifiuto" della figura paterna, ma di una normale fase di sviluppo. Potrebbe essere utile un confronto aperto per evitare che le difficoltà diventino fonte di conflitto.
Infine, voglio sottolineare quanto sia importante che tu non trascuri il tuo benessere, soprattutto in una fase così impegnativa della tua maternità. Sei la principale fonte di sicurezza per la tua bimba, ma anche tu hai bisogno di spazio per ricaricarti. È giusto che tu abbia il sostegno di tuo marito, e trovare modi per alternarvi in modo che tu possa riposarti e prenderti cura di te stessa è fondamentale.
Spero che queste riflessioni possano esserti di aiuto e che possiate affrontare questa fase con pazienza e comprensione, sia per la tua piccola che per voi come coppia. Se hai bisogno di ulteriori suggerimenti, non esitare a chiedermi. In bocca al lupo per questo percorso così speciale e delicato!
Dott.ssa Marta Landolina
Gentile mamma,
grazie per aver condiviso ciò che stai vivendo, è comprensibile quanto possa essere faticosa la situazione.
Voglio innanzitutto rassicurarti: ciò che descrivi è del tutto normale nei primi mesi di vita. A 4 mesi, i piccoli non hanno ancora la capacità di fare "capricci", poiché i loro comportamenti sono dettati da bisogni primari come fame, stanchezza o desiderio di vicinanza. Il pianto è il loro modo principale (ma non l'unico) di comunicare, e quando la tua bambina si calma solo con te è perché trova in te una fonte di conforto e sicurezza, soprattutto se viene allattata.
Questa "preferenza" per te non significa che il papà non abbia un ruolo importante, anzi, è naturale che in questa fase la bambina si senta più rassicurata da chi trascorre più tempo con lei e le offre il conforto immediato che le è più familiare, come il tuo odore, il tuo calore e il ritmo del tuo cuore. Tuttavia, il legame con il papà può crescere gradualmente, a patto che lui trovi il suo modo personale di avvicinarsi a lei. Per esempio, potrebbe provare a calmarla cantando una ninna nanna, passeggiando con lei in braccio o semplicemente parlandole dolcemente. Anche se inizialmente la bambina sembra rifiutare questi tentativi, la costanza e la pazienza sono fondamentali per costruire un rapporto di fiducia.
Per quanto riguarda l’addormentamento, molti bambini di questa età si addormentano durante l’allattamento, ed è un’abitudine che si può modificare gradualmente senza forzature. Potresti provare a staccarla dal seno prima che sia completamente addormentata, cercando di metterla nel lettino quando è ancora semi-sveglia ma rilassata. Se piange, puoi consolarla accarezzandola o parlandole dolcemente, mantenendo una presenza rassicurante senza lasciarla sola. È un processo che richiede tempo, ma con delicatezza e continuità si possono ottenere progressi.
Questa situazione può generare tensioni nella coppia ed è importante che tu e il tuo compagno troviate un modo per confrontarvi senza giudizio. Entrambi state cercando di fare del vostro meglio in un momento impegnativo. Potreste provare a lavorare insieme su una routine serale prevedibile, magari coinvolgendo il papà nei momenti in cui la bimba è più tranquilla, durante il giorno, così che il loro legame possa rafforzarsi gradualmente. È importante che tu riesca a trovare anche qualche momento di riposo per te stessa, perché la tua serenità è preziosa per affrontare tutto questo.
Se hai bisogno di ulteriore supporto, considera la possibilità di confrontarti con un professionista, come un consulente per il sonno per la vostra bimba o uno psicologo, che possa accompagnarti in questo percorso. Spero che queste indicazioni possano esserti utili e resto a disposizione per qualsiasi altro dubbio o necessità.
Un caro saluto
grazie per aver condiviso ciò che stai vivendo, è comprensibile quanto possa essere faticosa la situazione.
Voglio innanzitutto rassicurarti: ciò che descrivi è del tutto normale nei primi mesi di vita. A 4 mesi, i piccoli non hanno ancora la capacità di fare "capricci", poiché i loro comportamenti sono dettati da bisogni primari come fame, stanchezza o desiderio di vicinanza. Il pianto è il loro modo principale (ma non l'unico) di comunicare, e quando la tua bambina si calma solo con te è perché trova in te una fonte di conforto e sicurezza, soprattutto se viene allattata.
Questa "preferenza" per te non significa che il papà non abbia un ruolo importante, anzi, è naturale che in questa fase la bambina si senta più rassicurata da chi trascorre più tempo con lei e le offre il conforto immediato che le è più familiare, come il tuo odore, il tuo calore e il ritmo del tuo cuore. Tuttavia, il legame con il papà può crescere gradualmente, a patto che lui trovi il suo modo personale di avvicinarsi a lei. Per esempio, potrebbe provare a calmarla cantando una ninna nanna, passeggiando con lei in braccio o semplicemente parlandole dolcemente. Anche se inizialmente la bambina sembra rifiutare questi tentativi, la costanza e la pazienza sono fondamentali per costruire un rapporto di fiducia.
Per quanto riguarda l’addormentamento, molti bambini di questa età si addormentano durante l’allattamento, ed è un’abitudine che si può modificare gradualmente senza forzature. Potresti provare a staccarla dal seno prima che sia completamente addormentata, cercando di metterla nel lettino quando è ancora semi-sveglia ma rilassata. Se piange, puoi consolarla accarezzandola o parlandole dolcemente, mantenendo una presenza rassicurante senza lasciarla sola. È un processo che richiede tempo, ma con delicatezza e continuità si possono ottenere progressi.
Questa situazione può generare tensioni nella coppia ed è importante che tu e il tuo compagno troviate un modo per confrontarvi senza giudizio. Entrambi state cercando di fare del vostro meglio in un momento impegnativo. Potreste provare a lavorare insieme su una routine serale prevedibile, magari coinvolgendo il papà nei momenti in cui la bimba è più tranquilla, durante il giorno, così che il loro legame possa rafforzarsi gradualmente. È importante che tu riesca a trovare anche qualche momento di riposo per te stessa, perché la tua serenità è preziosa per affrontare tutto questo.
Se hai bisogno di ulteriore supporto, considera la possibilità di confrontarti con un professionista, come un consulente per il sonno per la vostra bimba o uno psicologo, che possa accompagnarti in questo percorso. Spero che queste indicazioni possano esserti utili e resto a disposizione per qualsiasi altro dubbio o necessità.
Un caro saluto
Buongiorno, grazie per aver condiviso questa situazione, che capisco possa essere emotivamente e fisicamente molto impegnativa. È del tutto comprensibile che lei si senta stanca e preoccupata, sia per la difficoltà di gestione della bambina che per i contrasti con il suo compagno. Vorrei rassicurarla sul fatto che il comportamento della sua bambina è assolutamente normale per la sua età. A quasi quattro mesi, i bambini non fanno "capricci" come li intendiamo noi adulti. Non hanno ancora la capacità cognitiva di manipolare o scegliere di comportarsi in un certo modo per ottenere qualcosa. Le loro reazioni sono istintive e dettate dal bisogno di sentirsi al sicuro e protetti. Il fatto che la sua bambina si calmi più facilmente con lei è probabilmente legato al forte legame che avete costruito nei primi mesi di vita. Lei rappresenta la sua base di sicurezza, e questo legame è naturale e importante per il suo sviluppo emotivo. Non significa che non voglia bene al papà, ma che sta ancora costruendo la sua relazione con lui. Per quanto riguarda il papà, è importante che continui a essere coinvolto, anche se inizialmente la bambina sembra rifiutarlo. Potrebbe essere utile creare momenti di interazione positiva durante il giorno, quando la bambina è più tranquilla. Per esempio, il papà potrebbe prendersi cura di lei nei momenti di gioco o durante il bagnetto, in modo che si abitui gradualmente alla sua presenza in un contesto di piacere e serenità. Per quanto riguarda l’addormentamento senza il seno, è normale che a questa età i bambini si affidino a ciò che conoscono e che dà loro conforto. Il seno, per sua figlia, è probabilmente più di una fonte di nutrimento: è anche un momento di vicinanza e rassicurazione. Potrebbe essere utile introdurre gradualmente altre associazioni di conforto, come una routine della nanna che coinvolga anche il papà. Ad esempio, il papà potrebbe cantare una ninna nanna, leggere una storia o semplicemente tenere la bambina vicina in un momento di calma prima della nanna. Lasciare piangere la bambina potrebbe non essere la strategia migliore a questa età. Piuttosto, è importante rispondere ai suoi bisogni con sensibilità, mostrando che entrambi siete presenti per lei. Questo non solo la aiuterà a sentirsi sicura, ma favorirà anche il legame con il papà nel tempo. Infine, vorrei incoraggiarla a parlarne apertamente con il suo compagno, magari spiegando che la bambina sta semplicemente seguendo un percorso naturale di sviluppo. Coinvolgerlo nel processo, anche con piccoli passi, può aiutarlo a sentirsi più sicuro nel suo ruolo e a non vivere i pianti come un rifiuto personale. Le auguro di trovare un equilibrio che possa aiutare sia lei che il suo compagno a sentirvi più sereni in questa fase impegnativa ma ricca di significato. Non esiti a chiedere supporto, perché ogni famiglia è unica e a volte un aiuto esterno può fare la differenza. Un caro saluto, la sostengo con empatia e comprensione, Dott. Andrea Boggero
Buongiorno signora, nei primi mesi di vita il bambino instaura un legame esclusivo con quello che viene chiamato caregiver primario, in questo caso lei mamma. E' nella seconda metà del primo anno di vita che la diade madre-bambino si apre anche al papà. Quindi, non si preoccupi. Costruite piano piano il rapporto con il papà: se di giorno la bambina sta volentieri con il padre favorite questi momenti aumentando gradualmente i tempi partendo dalla mezz'ora e aumentando di pochi minuti per giorno, in modo tale da creare dei momenti positivi. Non sforzate la bambina a starci di più e non lasciatela piangere. Capisco che il papà possa sentirsi rifiutato, ma in questo momento il suo è un ruolo principalmente di supporto alla mamma.
Buonasera,
Capisco quanto possa essere difficile e stancante questa situazione. È importante sapere che, a 4 mesi, i bambini non fanno capricci nel senso in cui li intendiamo da adulti. A questa età, il loro comportamento è regolato dai bisogni primari (fama, sonno, contatto, sicurezza). La sera è spesso il momento più delicato perché i bambini accumulano stanchezza e stimoli, e cercano conforto attraverso figure di riferimento primarie, che solitamente sono la mamma.
Il fatto che la sua bimba cerchi prevalentemente lei non significa che rifiuti il papà, ma che in quel momento ha bisogno di una figura che associa maggiormente al nutrimento e al conforto. Questo è normale e fa parte dello sviluppo emotivo del bambino.
Lasciarla piangere a questa età non è consigliabile, perché potrebbe aumentare il senso di frustrazione e insicurezza. È più utile cercare di introdurre gradualmente il papà nei momenti di comfort, per esempio facendo in modo che lui la tenga in braccio mentre lei è ancora con lei, così da creare un passaggio più dolce. Anche le piccole routine condivise tra il papà e la bambina durante il giorno possono rafforzare il loro legame.
L'addormentamento al seno è un'abitudine comune a questa età, ma si può iniziare con dolcezza a introdurre piccole modifiche, come creare rituali rilassanti (letture, ninne nanne) che coinvolgano entrambi i genitori.
Per affrontare questa fase con serenità e migliorare la dinamica familiare, potrebbe essere utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarvi a trovare strategie personalizzate e adatte alla vostra situazione.
DOTTORESSA SILVIA PARISI
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Capisco quanto possa essere difficile e stancante questa situazione. È importante sapere che, a 4 mesi, i bambini non fanno capricci nel senso in cui li intendiamo da adulti. A questa età, il loro comportamento è regolato dai bisogni primari (fama, sonno, contatto, sicurezza). La sera è spesso il momento più delicato perché i bambini accumulano stanchezza e stimoli, e cercano conforto attraverso figure di riferimento primarie, che solitamente sono la mamma.
Il fatto che la sua bimba cerchi prevalentemente lei non significa che rifiuti il papà, ma che in quel momento ha bisogno di una figura che associa maggiormente al nutrimento e al conforto. Questo è normale e fa parte dello sviluppo emotivo del bambino.
Lasciarla piangere a questa età non è consigliabile, perché potrebbe aumentare il senso di frustrazione e insicurezza. È più utile cercare di introdurre gradualmente il papà nei momenti di comfort, per esempio facendo in modo che lui la tenga in braccio mentre lei è ancora con lei, così da creare un passaggio più dolce. Anche le piccole routine condivise tra il papà e la bambina durante il giorno possono rafforzare il loro legame.
L'addormentamento al seno è un'abitudine comune a questa età, ma si può iniziare con dolcezza a introdurre piccole modifiche, come creare rituali rilassanti (letture, ninne nanne) che coinvolgano entrambi i genitori.
Per affrontare questa fase con serenità e migliorare la dinamica familiare, potrebbe essere utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarvi a trovare strategie personalizzate e adatte alla vostra situazione.
DOTTORESSA SILVIA PARISI
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentile utente, l'arrivo din un bambino in una coppia, stravolge le dinamiche e ora il vostro sistema familiare è fatto due tre parti che devono imparare a stare assieme. La bambina se pur così piccola riporta un disagio, fatica a rilassarsi con il papà. Avete provato ad affidarvi ad una puericultrice che vi possa dare sostegno e supporto nella gestione della piccola? Altra opzione potrebbe essere chiedere un consulto ad un specialisti del sonno esperto in bambini così piccoli. Queste due figure potrebbero aiutarvi sia dal punto di vista della gestione dell'addormentamento e del legame padre-bambina.
Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, comprendo il suo momento di frustrazione e difficoltá, ma mi sento di rassicurarla dicendole che é del tutto normale che una bimba di soli 4 mesi pianga. Quello che posso affermare con certezza é che i capricci non esistono, specialmente a pochi mesi. Deve essere chiaro il concetto che se un bimbo piange é perché ha bisogno di qualcosa: essere accudito, anche emotivamente; essere sfamato; essere cambiato; o semplicemente sentire il contatto con la mamma. E' possibile che sopratutto nel momento di addormentarsi la bimba sente il bisogno del contatto materno. Il mio consiglio é quello di non lasciar piangere la bimba, perché ricordiamo che non si tratta assolutamente di un capriccio, anzi mi sento di aggiungere che i bimbi che vengono ignorati durante il pianto svilupperanno un'attaccamento insicuro ció significa che anche in futuro il bambino sentirá di non poter contare sul supporto emotivo dei genitori. Ricordo inoltre che lo stress dei genitori (del tutto comprensibile in questo delicato periodo) viene percepito dalla bambina, per cui il pianto potrebbe essere una sua risposta. Il periodo post partum non é facile per tutti, ed é normale sentirsi sopraffatti e frustrati difronte a una bimba che piange spesso, per cui il mio consiglio é di rivolgersi a un professionista qualora ritenesse di essere in difficoltá nella gestione della piccola.
Spero di esserle stata d'aiuto e resto disponibile online per un eventuale consulto.
Un caro saluto Dott.ssa Paola Lugaro
Spero di esserle stata d'aiuto e resto disponibile online per un eventuale consulto.
Un caro saluto Dott.ssa Paola Lugaro
Buonasera, la situazione che descrivi è piuttosto comune nei bambini piccoli. A questa età, i neonati sviluppano un forte attaccamento alla figura materna, che è anche quella che nutre il loro bisogno di comfort e sicurezza. Il rifiuto del papà, specialmente nelle fasi della sera e del sonno, potrebbe essere legato a un momento di maggiore bisogno di sicurezza e rassicurazione, che viene soddisfatto principalmente dalla mamma in questi primi mesi di vita.
Il fatto che la tua bimba si tranquillizzi con te e abbia difficoltà ad addormentarsi senza il seno è completamente normale e fa parte dello sviluppo dell’attaccamento. Questo non significa che la bambina non ami il papà o che stia facendo dei “capricci”, ma piuttosto che sta cercando il conforto che le è più familiare in quel momento.
Per quanto riguarda l’approccio con il papà, è importante lavorare sulla gradualità. Il papà può iniziare a prendere il ruolo di coccolarla, calmarla e farla addormentare, ma facendo attenzione a non forzarla. È utile che il papà si avvicini a lei in momenti di tranquillità, senza cercare di sostituire bruscamente la mamma, ma cominciando a costruire un legame di affetto che sia tanto sicuro quanto quello con te.
Per quanto riguarda l’addormentamento senza il seno, un approccio graduale potrebbe essere più efficace che lasciare piangere la bambina. Potresti iniziare ad allentare il legame al seno, facendola addormentare in modo più dolce, ad esempio facendola sdraiare nel lettino, ma continuando a coccolarla o a cullarla con la presenza del papà. Pian piano, la bimba si abituerà a conciliare il sonno senza il seno, ma sarà importante farlo in modo rassicurante, non forzato.
Infine, ricordati che ogni bambino è diverso e non esiste un approccio universale. Se la situazione diventa troppo difficile da gestire o se i conflitti tra te e il tuo compagno aumentano, potrebbe essere utile un supporto psicologico o una consulenza con un esperto in sviluppo infantile, che possa aiutare ad armonizzare i vari approcci alla gestione del sonno e della relazione padre-figlia.
Il fatto che la tua bimba si tranquillizzi con te e abbia difficoltà ad addormentarsi senza il seno è completamente normale e fa parte dello sviluppo dell’attaccamento. Questo non significa che la bambina non ami il papà o che stia facendo dei “capricci”, ma piuttosto che sta cercando il conforto che le è più familiare in quel momento.
Per quanto riguarda l’approccio con il papà, è importante lavorare sulla gradualità. Il papà può iniziare a prendere il ruolo di coccolarla, calmarla e farla addormentare, ma facendo attenzione a non forzarla. È utile che il papà si avvicini a lei in momenti di tranquillità, senza cercare di sostituire bruscamente la mamma, ma cominciando a costruire un legame di affetto che sia tanto sicuro quanto quello con te.
Per quanto riguarda l’addormentamento senza il seno, un approccio graduale potrebbe essere più efficace che lasciare piangere la bambina. Potresti iniziare ad allentare il legame al seno, facendola addormentare in modo più dolce, ad esempio facendola sdraiare nel lettino, ma continuando a coccolarla o a cullarla con la presenza del papà. Pian piano, la bimba si abituerà a conciliare il sonno senza il seno, ma sarà importante farlo in modo rassicurante, non forzato.
Infine, ricordati che ogni bambino è diverso e non esiste un approccio universale. Se la situazione diventa troppo difficile da gestire o se i conflitti tra te e il tuo compagno aumentano, potrebbe essere utile un supporto psicologico o una consulenza con un esperto in sviluppo infantile, che possa aiutare ad armonizzare i vari approcci alla gestione del sonno e della relazione padre-figlia.
Buonasera, a riguardo non ci sono risposte giuste o sbagliate. Ogni bambino è unico e unico è il rapporto che instaura giorno dopo giorno con i propri genitori. Ci sono tuttavia molti metodi e il vostro modo di agire dipende anche dal tipo di alimentazione che date alla neonata, o dal ritmo del sonno che seguite.
Una bambina che per esempio è allattata a richiesta, richiederà con costanza il seno e ogni suo risveglio lo pretenderà, se lei è abituata ad allattarla per consolarla. Nel caso la bambina prenda il latte artificiale potrebbe darlo il padre con il biberon o potrebbe usare quando non è in casa il biberon col suo latte (se riesce a toglierlo prima.. ci sono tecniche in cui può metterne da parte in freezer delle sacchette e scongelarle al bisogno), in questo caso anche il papà entra in una funzione nutritiva e potrebbe essere un elemento di maggior contatto tra loro.
Una cosa difficile è cambiare le abitudini, in certi momenti bisogna stare nel pianto che è faticoso per un genitore (soprattutto per una mamma), ma questo senza toglierle mai il contatto e continuando a consolarla con carezze e parole dolci, anche se siete seduti accanto e lei è nel suo lettino. A volte si può prendere in braccio e fare dei piccoli tentativi per metterla nuovamente giù una volta che si è calmata. Inoltre, sottolineerei che la bambina è oggettivamente molto piccola, il pianto può essere anche collegato a uno stato di malessere generalizzato (i neonati sono molto sensibili anche a piccoli cambi di abitudini o dal tipo di ambiente).
Come le dicevo non ci sono dei prontuari specifici su come agire, ci sono moltissimi approcci e insieme come genitori potreste informarvi e capire quello che è più congeniale alla bambina e alla vostra coppia. La cosa fondamentale è il vostro benessere che la bambina respira e capire i pro e contro di ogni strategia educativa, associata alle vostre disponibilità energetiche per attuarle. Vedrete che anche col passare dei mesi la situazione migliorerà, anche in merito alle ore di sonno.
Un condivisione che mi viene da darle se necessita di un "cambio" è quello di uscire di casa e fare una commissione o qualcosa di rilassante per lei. Lasciando la bambina col padre, con il latte e tutto quello di cui ha bisogno e non vedendola o sentendola magari si calmerà di più se coccolata, e anche lei tornerà a casa sempre più rilassata. Il lasciar piangere i bambini a priori per abituarli senza alcun tipo di contenimento non fa altro che alzare i livelli di cortisolo e di stress.
Una bambina che per esempio è allattata a richiesta, richiederà con costanza il seno e ogni suo risveglio lo pretenderà, se lei è abituata ad allattarla per consolarla. Nel caso la bambina prenda il latte artificiale potrebbe darlo il padre con il biberon o potrebbe usare quando non è in casa il biberon col suo latte (se riesce a toglierlo prima.. ci sono tecniche in cui può metterne da parte in freezer delle sacchette e scongelarle al bisogno), in questo caso anche il papà entra in una funzione nutritiva e potrebbe essere un elemento di maggior contatto tra loro.
Una cosa difficile è cambiare le abitudini, in certi momenti bisogna stare nel pianto che è faticoso per un genitore (soprattutto per una mamma), ma questo senza toglierle mai il contatto e continuando a consolarla con carezze e parole dolci, anche se siete seduti accanto e lei è nel suo lettino. A volte si può prendere in braccio e fare dei piccoli tentativi per metterla nuovamente giù una volta che si è calmata. Inoltre, sottolineerei che la bambina è oggettivamente molto piccola, il pianto può essere anche collegato a uno stato di malessere generalizzato (i neonati sono molto sensibili anche a piccoli cambi di abitudini o dal tipo di ambiente).
Come le dicevo non ci sono dei prontuari specifici su come agire, ci sono moltissimi approcci e insieme come genitori potreste informarvi e capire quello che è più congeniale alla bambina e alla vostra coppia. La cosa fondamentale è il vostro benessere che la bambina respira e capire i pro e contro di ogni strategia educativa, associata alle vostre disponibilità energetiche per attuarle. Vedrete che anche col passare dei mesi la situazione migliorerà, anche in merito alle ore di sonno.
Un condivisione che mi viene da darle se necessita di un "cambio" è quello di uscire di casa e fare una commissione o qualcosa di rilassante per lei. Lasciando la bambina col padre, con il latte e tutto quello di cui ha bisogno e non vedendola o sentendola magari si calmerà di più se coccolata, e anche lei tornerà a casa sempre più rilassata. Il lasciar piangere i bambini a priori per abituarli senza alcun tipo di contenimento non fa altro che alzare i livelli di cortisolo e di stress.
Gentilissima utente, dalle sue parole si percepisce la stanchezza che state vivendo in questo momento. Diventare genitori è una sfida in cui si vivono sia gioie e che difficoltà, soprattutto nei primi mesi di vita del neonato quando la dimensione di coppia si sta trasformando e adattando gradualmente a quella genitoriale. Alla tenere età di quattro mesi, è comune che i bambini siano più irrequieti e agitati durante le ore serali, spesso hanno bisogno di scaricare la "tensione" dopo aver accumulato le nuove esperienze vissute durante la giornata. Quello che sta manifestando la sua bambina attualmente è un puro bisogno fisiologico e come tale è importante che venga accolto e compreso, soprattutto perché, nei primi anni di vita, i bambini imparano ad ascoltare i propri bisogni e poi a regolare il proprio comportamento dalla co-regolazione con le figure di riferimento, quindi dall'aiuto che i genitori offrono per confortarli e per far ritrovare loro l'equilibrio. Per quanto riguarda l'addormentamento con il papà, mi sembra che già stiate tentando i turni per la nanna, nonostante risulti difficile per la sua bambina addormentarsi senza il seno, può essere utile continuare e non interrompere la routine di darvi il cambio, magari sperimentare anche altre strategie di rilassamento prima dell'addormentamento, sia durante il giorno che la sera, che possano essere utilizzate anche dal papà.
Spero di avere chiarito alcuni dubbi, se avesse bisogno di chiarimenti o di un consulto, mi contatti pure, sono disponibile anche online.
Cordialmente,
Dott.ssa Miriana Pipia
Spero di avere chiarito alcuni dubbi, se avesse bisogno di chiarimenti o di un consulto, mi contatti pure, sono disponibile anche online.
Cordialmente,
Dott.ssa Miriana Pipia
Buonasera, la vostra piccola è davvero piccolissima, è normale incontrare delle difficoltà e cercare di trovare un nuovo equilibrio come triade. Da come ne parla, potrebbe essere una bambina ad alto contatto, ovvero che ha un bisogno estremo del contatto fisico, in particolare materno. La inviterei a documentarsi su questo, in modo da tale da poter leggere quelli che da adulti si chiamano "capricci" ma che in realtà sono manifestazioni intense di bisogni dei piccoli da capire e accogliere. Potrebbero crearsi altre situazioni in cui stare con il papà, in modo graduale, e con la sua presenza in modo tale che la piccola si abitui a poco a poco e che anche il papà possa trovare dei momenti piacevoli con lei. Per quanto riguarda il momento dell'addormentamento, intorno ai 4 mesi, è importante iniziare a disgiungerlo da quello da quello della poppata. Si può pensare di introdurre un cambiamento graduale creando un routine dell'addormentamento, un bagnetto caldo, una ninnna nanna, delle carezzine, la maglia con l'odore della mamma vicino., fino a trovare una soluzione soddisfacente per la sua bimba.
Buona sera, io non forzerei troppo la bambina, considerata l'età, lasciandola piangere ma indagherei i motivi per i quali ha queste reazioni. Capisco la sua stanchezza ma precederei per gradi, in modo da abituare la bimba a poco a poco a stare con il papà. Mi sento di farle queste domande: 1) vi è stato qualche evento stressante in questi mesi per la bambina stessa, legato al papà o a lei stessa? (un vostro allontanamento, uno stress improvviso, un lutto , una malattia, o altro?). 2) vi sono delle modalità del padre nell'approccio che potrebbero essere migliorate? (a volte i genitori possono non essere consapevoli, anche con le migliori intenzioni, del proprio approccio comunicativo). 3) come si comporta la bambina con altre persone? Dopo aver provato a ragionare su questi aspetti, ho un consiglio di tipo pratico. Rispettate una routine (prima di giorno, poi alla sera), attraverso la creazione di un ambiente molto rilassato, con una musica, ad esempio, ricercando un luogo specifico della casa privo di rumori e di altri stimoli specifici. La bimba viene posizionata in una carrozzina e il papà può delicatamente fare dei messaggi ai piedi, o nelle braccia o nel viso o nelle mani (rilevando quali siano le azioni che la bimba preferisce) prima di prenderla in braccio; eviterei di fare passare la bambina dalle sue mani a quelle del papà, perchè la bambina potrebbe viverlo come un abbandono dalla madre, quindi come un momento sgradevole; poi cercherei di allungare temporalmente un pò alla volta i momenti nei quali è la bambina resta in compagnia del papà. Vi consiglio comunque di rivolgersi al pediatra per avere un parere su questo. Fatemi sapere se vi sono stata utile, Buon 2025!
La situazione che descrive è molto comune tra i neonati e molte coppie vivono come lei il disagio e la stanchezza che prova. Innanzitutto, è importante sapere che a questa età i neonati non fanno veri e propri “capricci”. Le loro reazioni sono manifestazioni naturali di bisogni primari, come conforto, sicurezza e vicinanza, che si esprimono in modo istintivo.
Il legame con la figura materna, in particolare, è molto forte nei primi mesi, poiché il bambino associa la mamma non solo all'accudimento ma anche al senso di sicurezza. È normale che la sua bimba cerchi principalmente lei, soprattutto in momenti di stanchezza o irrequietezza, come la sera. Questo non significa che rifiuti il papà, ma semplicemente che sta ancora imparando a costruire una relazione sicura e confortevole anche con lui.
Per favorire il coinvolgimento del papà, potrebbe essere utile introdurre gradualmente momenti di cura condivisa, come il bagnetto o la lettura di una storia, in momenti più tranquilli della giornata, creando occasioni per rafforzare la loro connessione. Rassicurare la bambina quando è con il papà, magari rimanendo inizialmente vicina mentre lui la tiene in braccio, può aiutarla a sentirsi al sicuro. Per quanto riguarda il sonno, è naturale che la bimba si addormenti al seno a questa età. Pian piano, potrà introdurre nuove routine serali, come una ninna nanna o un abbraccio con il papà, che la aiutino a rilassarsi senza sentirsi forzata.
Lasciarla piangere per lunghi periodi potrebbe aumentare il suo disagio, soprattutto se percepisce che non c'è una risposta ai suoi segnali di bisogno. Piuttosto, un approccio graduale e paziente sarà più efficace nel lungo periodo.
Se la situazione dovesse rimanere complicata o creare troppa tensione, potrebbe essere utile confrontarsi con un pediatra o un professionista dell'infanzia, che potrà offrirle supporto personalizzato e rassicurazioni specifiche per la vostra famiglia.
Un caro saluto.
Il legame con la figura materna, in particolare, è molto forte nei primi mesi, poiché il bambino associa la mamma non solo all'accudimento ma anche al senso di sicurezza. È normale che la sua bimba cerchi principalmente lei, soprattutto in momenti di stanchezza o irrequietezza, come la sera. Questo non significa che rifiuti il papà, ma semplicemente che sta ancora imparando a costruire una relazione sicura e confortevole anche con lui.
Per favorire il coinvolgimento del papà, potrebbe essere utile introdurre gradualmente momenti di cura condivisa, come il bagnetto o la lettura di una storia, in momenti più tranquilli della giornata, creando occasioni per rafforzare la loro connessione. Rassicurare la bambina quando è con il papà, magari rimanendo inizialmente vicina mentre lui la tiene in braccio, può aiutarla a sentirsi al sicuro. Per quanto riguarda il sonno, è naturale che la bimba si addormenti al seno a questa età. Pian piano, potrà introdurre nuove routine serali, come una ninna nanna o un abbraccio con il papà, che la aiutino a rilassarsi senza sentirsi forzata.
Lasciarla piangere per lunghi periodi potrebbe aumentare il suo disagio, soprattutto se percepisce che non c'è una risposta ai suoi segnali di bisogno. Piuttosto, un approccio graduale e paziente sarà più efficace nel lungo periodo.
Se la situazione dovesse rimanere complicata o creare troppa tensione, potrebbe essere utile confrontarsi con un pediatra o un professionista dell'infanzia, che potrà offrirle supporto personalizzato e rassicurazioni specifiche per la vostra famiglia.
Un caro saluto.
Buonasera, capisco la vostra stanchezza perché i primi mesi possono diventare molto stressanti per la mamma, per il papà ed anche per il bambino. Bisogna tenere conto che nei primi mesi il neonato si adatta ai ritmi sonno veglia e durante le ore serali tende a piangere di più perché è in questo modo che comunica i suoi bisogni. Durante il crepuscolo il neonato aumenta il livello di allerta perché, non sa di essere al sicuro tra le braccia dei suoi cari e sta iniziando a percepire i messaggi che arrivano dal mondo esterno attraverso l’uso dei sensi. In questo l'allattamento al seno è un grande conforto. Un consiglio che posso dare alla mamma e al papà è quello di rassicurare il piccolo e mantenersi più calmi e rilassati possibile. A tal fine per la mamma è importante poter chiedere aiuto per la cura del bambino, magari a persone care ad esempio ai nonni, che durante il giorno possono prendersi cura di lui in modo tale che lei stessa possa avere la possibilità di riposare, uscire e dedicarsi a cose che le piacciono anche solo per qualche ora della giornata. Per una neomamma avere la possibilità di delegare, alcune incombenze può dimostrarsi una pratica molto utile. Per rispondere a un’altra vostra domanda: attraverso il pianto un bambino così piccolo non esprime un “capriccio”, ma piuttosto comunica un bisogno.
Buongiorno sig.ra, la cosa che mi sento di scriverle è che a 4 mesi, una bambina non è ancora in grado di fare veri e propri "capricci" perchè questa fase della vita è dominata dai bisogni primari come la fame, il sonno, il desiderio di contatto e di sicurezza. Quando un neonato piange, sta cercando di comunicare un disagio o un bisogno, e non sta "manipolando" gli adulti; il pianto è la modalità principale che ha il bambino per comunicare con l'adulto. Il fatto che sua figlia si calmi solo con lei è legato al naturale legame di attaccamento che ha sviluppato nei suoi confronti, soprattutto se è la sua principale fonte di cura e contenimento durante tutta la giornata; questo è assolutamente normale e non significa che "rifiuti" il papà che ha un ruolo fondamentale nella vita della piccola e può costruire un legame altrettanto forte, anche se la costruzione di questo legame potrebbe richiedere un po’ di tempo e pazienza. Fondamentale è la presenza del papà costante e calma che possa rassicurare la bambina e permetterle di abituarsi gradualmente a lui.
Il fatto che sua figlia alla sera diventi più irrequieta è normalissimo e può essere legato a diversi fattori: stanchezza accumulata durante il giorno, difficoltà a rilassarsi, sovrastimolazione o semplicemente il bisogno di maggiore conforto ed è normalissimo anche che cerchi il seno o il contatto fisico con la persona che identifica come la sua "base sicura" (di solito la mamma). I neonati beneficiano del conforto e della presenza degli adulti, poiché questo li aiuta a regolare le loro emozioni e a sviluppare una maggiore sicurezza nel tempo. Sarebbe una buona cosa lasciare che il papà si occupi di alcune attività quotidiane come il cambio del pannolino, il bagnetto o una passeggiata perchè questi momenti potrebbero essere delle opportunità che aiutano a creare una connessione positiva con la bimba; come anche introdurre una routine serale in cui entrambi siete coinvolti, ad esempio fare un massaggio delicato o cantare una ninna nanna. Questo permette alla bambina di associare la presenza del papà a momenti di tranquillità che sono fondamentali. Quando la bambina è agitata, il papà può iniziare con brevi momenti in cui la tiene in braccio mentre lei mamma è vicina, in modo che la piccola percepisca la sua presenza come rassicurazione, ma impari gradualmente a rilassarsi anche con il papà.
È importante che lei e il suo compagno troviate un terreno comune e che vi sosteniate a vicenda in questo periodo impegnativo. La nascita di un figlio è un evento bellissimo ma molto impattante a livello di equilibri di coppia ed imparare ad avere un dialogo aperto e rispettoso può aiutarvi a lavorare come squadra.
Cosa fondamentale è non dimenticare di prendersi cura di se stessa. La stanchezza e il senso di responsabilità continuo possono essere molto pesanti quindi se sente che tutto sta diventando "troppo" chieda supporto quando ne ha bisogno, che sia da parte del suo compagno, di un familiare o di un amico fidato o di una/o psicologa/o; è normale sentirsi in difficoltà, affaticati e in confusione in questa nuova esperienza genitoriale e chiedere aiuto è il modo migliore per prendersi cura di lei, della sua bimba e della vostra famiglia.
Il fatto che sua figlia alla sera diventi più irrequieta è normalissimo e può essere legato a diversi fattori: stanchezza accumulata durante il giorno, difficoltà a rilassarsi, sovrastimolazione o semplicemente il bisogno di maggiore conforto ed è normalissimo anche che cerchi il seno o il contatto fisico con la persona che identifica come la sua "base sicura" (di solito la mamma). I neonati beneficiano del conforto e della presenza degli adulti, poiché questo li aiuta a regolare le loro emozioni e a sviluppare una maggiore sicurezza nel tempo. Sarebbe una buona cosa lasciare che il papà si occupi di alcune attività quotidiane come il cambio del pannolino, il bagnetto o una passeggiata perchè questi momenti potrebbero essere delle opportunità che aiutano a creare una connessione positiva con la bimba; come anche introdurre una routine serale in cui entrambi siete coinvolti, ad esempio fare un massaggio delicato o cantare una ninna nanna. Questo permette alla bambina di associare la presenza del papà a momenti di tranquillità che sono fondamentali. Quando la bambina è agitata, il papà può iniziare con brevi momenti in cui la tiene in braccio mentre lei mamma è vicina, in modo che la piccola percepisca la sua presenza come rassicurazione, ma impari gradualmente a rilassarsi anche con il papà.
È importante che lei e il suo compagno troviate un terreno comune e che vi sosteniate a vicenda in questo periodo impegnativo. La nascita di un figlio è un evento bellissimo ma molto impattante a livello di equilibri di coppia ed imparare ad avere un dialogo aperto e rispettoso può aiutarvi a lavorare come squadra.
Cosa fondamentale è non dimenticare di prendersi cura di se stessa. La stanchezza e il senso di responsabilità continuo possono essere molto pesanti quindi se sente che tutto sta diventando "troppo" chieda supporto quando ne ha bisogno, che sia da parte del suo compagno, di un familiare o di un amico fidato o di una/o psicologa/o; è normale sentirsi in difficoltà, affaticati e in confusione in questa nuova esperienza genitoriale e chiedere aiuto è il modo migliore per prendersi cura di lei, della sua bimba e della vostra famiglia.
Buonasera, la situazione che descrive potrebbe essere legata alla fase di attaccamento tipica di questa età, in cui i bambini sviluppano una preferenza per il genitore con cui si sentono più sicuri, in questo caso lei. Non si tratta di "capricci", ma di un comportamento naturale legato alla crescita e alla ricerca di comfort. È importante che entrambi i genitori lavorino insieme, cercando di non forzare la situazione ma di favorire momenti di legame anche con il papà, magari con attività più calme e rassicuranti, come il gioco o il contatto fisico gentile.
Le consiglio di intraprendere un percorso di sostegno alla genitorialità o un percorso di coppia, dove potete esplorare insieme le strategie più adatte, trovare un equilibrio nelle vostre modalità educative e gestire lo stress legato alla situazione. Un esperto in psicologia infantile potrebbe aiutarvi a capire come sostenere il processo di attaccamento in modo armonioso per tutti. Un caro saluto
Le consiglio di intraprendere un percorso di sostegno alla genitorialità o un percorso di coppia, dove potete esplorare insieme le strategie più adatte, trovare un equilibrio nelle vostre modalità educative e gestire lo stress legato alla situazione. Un esperto in psicologia infantile potrebbe aiutarvi a capire come sostenere il processo di attaccamento in modo armonioso per tutti. Un caro saluto
Buonasera, arriva tutta la sua stanchezza e la sua richiesta di aiuto. Intanto è da tenere in considerazione la bambina ha 4 mesi, vive naturalmente un legame simbiotico con lei: fonte di sicurezza e sostentamento. E' normale, è fisiologico! La sera poi è un momento particolare. E' da comprendere pure il papà ed il suo vissuto di esclusione, provate a confrontarvi e a trovare strategie comuni per tentare un approccio diverso con la bimba: per esempio magari in cui entrambi giocate con lei, o la coccolate. La bambina piano piano riconoscerà anche il papà come fonte di sicurezza. Capisco sia un momento pieno di incertezze e pesante dal punto di vista fisico ed emotivo, quello che può aiutarvi è agire come una piccola squadra !
Buongiorno, penso che la sua bimba è solo molto piccola e quindi cerca il continuo conforto della madre. In questo tipo di atteggiamento rientrano anche le risposte comportamentali dovute agli ormoni ,per la madre ad esempio potremmo parlare dell'ossitocina , ormoni che aiutano l'istaurarsi della relazione madre bambino, aiutano la madre ad accorrere dal suo cucciolo e ad essere attenta ad ogni cambiamento del respiro, del sonno. Ma gli ormoni non si rendono conto della stanchezza della madre. Sono pochi mesi che ha partorito e vorrebbe un po di sollievo affidando momentaneamente la piccola al padre. Ma le ripeto, non è un problema di capriccio, ma solo che è molto piccola, ha bisogno della sicurezza della mamma, ha bisogno del calore del suo seno, oltre per il nutrimento, per sentirsi sicura. Metta la culletta di fianco al suo letto cosi da mantenerle la manina. Le parli, le canti la ninna nanna, le faccia capire che lei c'e .Il rapporto con il padre ci sarà sicuramente, ma ci vuole un pò di tempo e un pò di pazienza. Non so se il suo primo figlio, ma la vera difficoltà, non e partorire, non è crescerlo, ma imparare che i figli vengono sempre prima di noi, nei nostri pensieri, delle nostre esigenze. Ci vuole tempo per entrambe, per creare la relazione e i confini. Sicuramente ce la farà. Non pensi mai che sia l'unica ad avere queste difficoltà, è una problematica comune, potremmo dire un connubio poco riuscito di stanchezza e prestazioni illimitate. Forza vedrà che tutto si sistemerà.
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