Buonasera, quella di cui sto per parlarvi adesso è una situazione davvero atipica e surreale. Sono

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Buonasera, quella di cui sto per parlarvi adesso è una situazione davvero atipica e surreale.
Sono un ragazzo di 18 anni che 6 mesi fa ha avuto una crisi maniacale dopo un periodo in cui non stavo bene e adesso sono in cura e frequento uno psichiatra privato con cui parlo 1 volta a settimana e una psichiatra dell’ ASL che mi dà i farmaci che si prendono per stabilizzare l’umore, tra l’altro i due psichiatri lavorano nello stesso studio e quindi si parlano.
Il problema è che si pensava che il problema fosse questo disturbo e che con il tempo sarei tornato alla vita di prima e avrei imparato a gestire il mio umore mentre io in questi mesi ho realizzato che niente della mia vita era normale, mi sono reso conto di avere una memoria assente, non ricordo quasi niente della mia vita, di non avere conoscenza, di sentire tutto e tutti estranei, come la vita mi fosse passata attraverso, mi sento vuoto, mi mancano dei pezzi fondamentali, problemi chiaramente anormali nel modo in cui li sto vivendo io.
Insomma dato che ho giocato parecchio tempo a calcio, ho fatto il classico senza mai prendere materie e adesso sono i quinto e ho qualche amico, sembrava tutto normale, il problema è che tutte queste cose non mi hanno lasciato niente, il calcio l’ho mollato perché mi sento come uno che non ci ha mai giocato, non mi ha lasciato ricordi e conoscenza sufficenti, di scuola non ricordo assolutamente niente e gli amici non li conosco come vorrei, niente lo conosco bene, c’è solo superficialità.
Adesso sono bloccato, a scuola non studio perché non ho un metodo, perché non mi rimane niente, perché ho un vuoto gigante di tutte le cose che non ho imparato nemmeno un po’.
Insomma sto disturbo dell’umore o disturbo bipolare non spiega tutto questo, è come mi fossi svegliato e mi fossi reso conto che non so niente, che mi manca tutto, mi sono fatto due domande e ho scoperto che non ho risposte
Sono senza identità, opinioni, interessi, passioni, mi manca tutto, non mi sono formato, non mi sento sicuro su niente e non sbaglio, non conosco davvero niente, mi mancano le basi per parlare coscientemente, non ho imparato niente, non ho sviluppato una personalità.
So che sembra folle ma è così, non riesco più a fare una parte, a fingere sia tutto ok quando dentro ho problemi assurdi che non voglio condividere, nessuno può capirmi o aiutarmi, mi sento senza speranze, non c’è scritto niente su questo, chi mi segue o prova a cercare di cambiare il mio pensiero o mi crede ma non sa bene che dirmi.
Qualcuno di voi ha qualche idea?
Buongiorno, grazie per aver condiviso la tua situazione. Comprendo che ciò che stai vivendo sembri surreale e sconvolgente. Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, quello che descrivi può essere visto attraverso il filtro dei pensieri e delle emozioni che influenzano il tuo stato attuale. Spesso quando viviamo situazioni di forte stress, come una crisi maniacale, la percezione di noi stessi e del mondo può cambiare drasticamente. Ciò che sembra accadere è che tu stia attraversando una profonda fase di riflessione e auto-osservazione. Descrivi un senso di vuoto, come se ti mancassero esperienze e ricordi che ti avrebbero permesso di sviluppare una solida identità. Questo potrebbe essere collegato a sentimenti di depersonalizzazione o derealizzazione, che sono spesso presenti in persone che hanno disturbi dell'umore. È come se ci fosse una frattura tra la tua esperienza passata e la tua esperienza attuale, che ti fa sentire disconnesso. Dal punto di vista cognitivo, la tua mente sembra aver attivato un processo di auto-valutazione. Hai iniziato a confrontarti con quello che pensi dovresti essere, fare, o sapere, rispetto alla realtà che stai vivendo. Questo processo può portare a conclusioni negative, alimentando un ciclo di pensieri del tipo "non sono all'altezza", "mi manca qualcosa", "non so niente". Questi pensieri automatici negativi possono rafforzare la sensazione di vuoto e incertezza. Tuttavia, è importante notare che il fatto stesso di riflettere su questi aspetti dimostra che hai una capacità di pensiero e un’identità, anche se in questo momento la percezione che hai di te stesso è oscurata dalla sofferenza. La tua capacità di formulare queste riflessioni indica che stai cercando di comprendere cosa ti sta succedendo e di dare un senso al tuo vissuto, il che è un segno di grande consapevolezza. Dal punto di vista terapeutico, lavorare con te per esaminare e ristrutturare questi pensieri potrebbe essere un passo importante. È possibile che tu stia applicando degli schemi di pensiero che tendono a generalizzare o a vedere la tua vita in modo troppo dicotomico: "o tutto o niente". Ti invito a esplorare, con il supporto dei tuoi terapeuti, la possibilità di suddividere questi pensieri in parti più gestibili e realistiche. Infine, tieni presente che la tua sensazione di "vuoto" o "mancanza" potrebbe essere temporanea e legata alla fase di transizione che stai attraversando. La terapia cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarti a identificare e modificare i pensieri distorti e le credenze che alimentano la tua percezione di disconnessione, permettendoti di riconnetterti a te stesso e di riscoprire interessi, passioni e capacità che magari sono solo oscurate in questo momento difficile. Ti auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero

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Salve,
Quello che stai vivendo sembra essere estremamente doloroso e confuso, e posso comprendere quanto possa essere difficile cercare risposte quando ti senti come se nulla avesse senso. La tua descrizione trasmette una sensazione profonda di vuoto, come se la tua vita finora fosse stata vissuta in modo distante e senza lasciare tracce significative. Questa dissociazione o disconnessione dalle esperienze passate potrebbe essere collegata a vari fattori, tra cui il tuo recente episodio di crisi maniacale e i sintomi legati a un disturbo dell'umore.

Quando parli di "non ricordare" e di "non aver imparato niente", sembra che tu stia vivendo una forma di vuoto esistenziale, dove tutto appare superficiale o privo di significato. Può darsi che questo stato di smarrimento sia amplificato dal disturbo che stai trattando, ma ci potrebbero essere anche altre dinamiche psicologiche in gioco, come una difficoltà a integrare le tue esperienze passate in un senso coerente di identità.

La sensazione di "non conoscere" o "non avere interessi e passioni" può essere un segnale di depressione o una conseguenza della crisi che hai affrontato, in cui potresti esserti disconnesso emotivamente da te stesso e dal mondo intorno a te. È come se ci fosse una frattura tra il tuo presente e il tuo passato, lasciandoti a interrogarti sulla tua identità e il tuo posto nel mondo.

Questa mancanza di identità che descrivi, insieme alla percezione di "non avere basi", può essere terribilmente angosciante. Tuttavia, il fatto che tu stia riconoscendo questi sentimenti e stia cercando risposte è un segnale che qualcosa dentro di te vuole e può cambiare. È importante continuare a esplorare queste domande con i tuoi psichiatri, magari introducendo anche un supporto psicoterapeutico mirato, come la terapia cognitivo-comportamentale o la psicoterapia psicodinamica, che può aiutarti a fare luce su questi vuoti e a costruire una narrativa più integrata della tua vita.

Anche se ora ti sembra di essere senza speranza e isolato nella tua esperienza, ricorda che ci sono percorsi per ricostruire e riscoprire te stesso, con il giusto supporto e gli strumenti adeguati. Non sei solo in questo cammino, e ogni passo che fai per comprendere meglio cosa sta accadendo dentro di te è un passo verso la tua guarigione e la tua crescita personale.

Se ti senti a tuo agio, potresti provare a condividere con i tuoi terapeuti queste sensazioni più profonde di vuoto e disconnessione, per aiutarli a comprendere meglio cosa stai attraversando e a trovare una strada più chiara verso la tua ricostruzione personale.
Buongiorno, grazie per questa condivisione. Credo che ci sia bisogno di capire e approfondire bene come si sia verificata questa situazione così spaventosa, come sia stato possibile che di punto in bianco si sia reso conto che la sua vita di prima non era normale. Sta invalidando tutto quello che ha provato fino a questo momento, sta svuotando tutto quello che ha vissuto, e sicuramente deve esserci un motivo: il mio suggerimento è di condividere approfonditamente tutto quello che pensa e che prova con i professionisti che la seguono, e di esplorare a fondo il significato di quello che sta accadendo. Non resti solo con questi pensieri e con questa sensazione di vuoto lacerante: la condivida, in primis con gli psichiatri e con la sua famiglia, con quelle persone che considerava vicine. Non resti solo, si faccia guidare nel comprendere il significato di quello che sta succedendo. Se crede che le terapie che sta seguendo non siano efficaci, lo faccia presente. è fondamentale che in questa fase così faticosa si senta supportato, che ha delle persone vicino che si prendano cura di lei. Se ha dubbi o domande resto a disposizione. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Gentile, i sentimenti di vuoto e la sensazione di mancanza di speranza verso il futuro possono rispecchiare una sintomatologia depressiva, che è frequentemente osservata nel contesto del disturbo bipolare. È importante riconoscere che ciò che sta vivendo non è isolato, ma può essere parte di una reazione più ampia legata al suo stato emotivo e al suo percorso di cura.

Essere in grado di esprimere queste sensazioni è già un passo importante. La mancanza di identità, di ricordi significativi e di connessione con la propria vita merita attenzione. È fondamentale che questi sentimenti vengano esaminati e compresi, e un percorso di psicoterapia potrebbe rivelarsi molto utile per aiutare a elaborare ciò che sta vivendo. La terapia offre uno spazio sicuro per esplorare le proprie emozioni, per comprendere meglio se stessi e per costruire strategie che possano facilitare la riappropriazione della propria vita e delle proprie esperienze.

Le consiglio di discutere apertamente con i suoi psichiatri riguardo ai sentimenti di profondo vuoto e confusione che sta vivendo. Essi possono lavorare con lei non solo per stabilizzare il suo umore, ma anche per aiutarla a trovare le risposte che cerca e il supporto necessario per affrontare questo periodo così difficile. Non è solo in questo cammino; ci sono professionisti che possono supportarla nell’orientarsi verso una maggiore consapevolezza di sé e delle sue esperienze.

Le auguro il meglio in questo percorso e la invito a non perdere la speranza. Con il giusto supporto, può iniziare a costruire un senso di identità e a ritrovare i pezzi fondamentali della sua vita.
Un caro saluto
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, mi dispiace molto che tu stia attraversando questo momento così difficile. Quello che descrivi deve essere davvero pesante da sopportare, e capisco quanto possa farti sentire smarrito e senza punti di riferimento.

Hai già fatto un passo significativo condividendo questi sentimenti. Potrebbe essere utile parlare apertamente di come ti senti con i tuoi psichiatri o con un terapeuta di fiducia. Esprimere queste sensazioni può aiutarli a comprendere meglio la tua situazione e a trovare insieme a te le strategie più adatte per affrontarla.

Non esitare a chiedere tutto il supporto di cui hai bisogno. La tua salute e il tuo benessere sono importanti, e con l'aiuto giusto è possibile fare dei cambiamenti positivi.
Un caro saluto
A 18 anni si viene messo al mondo. La persona è nuova, tutti è nuovo. La ipomaniacalità non accade per caso. Di solito arriva come una esplosione dopo una lunga repressione. Una forte eccitazione dopo un periodo di stress e di depressione. Un bambino può essere bloccato, inibito nel suo intimo, e invece apparire presente e vivo. Qualcosa ha generato una dissociazione tra mente e corpo... e a 18 anni può aver cancellato la memoria del prima senza lasciare tracce. Bisogna riscrivere la storia passata e creare la storia attuale, scoprire se stesso come si fa con un nuovo incontro. Abbia fiducia e curiosità, piano piano troverà il suo nuovo Sè, viva questa esperienza senza paura accogliendo tutto ciò che viene così com'è e si faccia accompagnare da un terapeuta empatico di cui si fida. Buon viaggio verso se stesso.
Gentile, mi dispiace molto per la sua situazione e la ringrazio per averla condivisa. Non riesco a darle una valutazione in uno spazio così ridotto e con informazioni così delicate e, per necessità, parziali. Le consiglio piuttosto di confrontarsi a fondo con lo psichiatra con cui - se ho ben inteso - ha intrapreso un percorso di psicoterapia (dunque è psichiatra e psicoterapeuta). Va benissimo che i due psichiatri possano di tanto in tanto confrontarsi sull'andamento della terapia, ma è importante che chiunque la segua riscuota la sua piena fiducia e dunque la esorto a non mollare e a esprimere tutte le sue perplessità (ivi compresi i dubbi sull'efficacia del trattamento che sono del tutto legittimi e spesso "fisiologici") agli psichiatri che la seguono. Saranno loro stessi, eventualmente, a suggerirle altri percorsi e ad indirizzarla eventualmente verso trattamenti che prevedano un orientamento più centrato sulla sua condizione (qualora questo non lo sia).
Miodottore è tuttavia anche uno spazio in cui è proficuo, talvolta, anche soltanto esprimere il proprio disagio, dunque spero che, da questo punto di vista, l'ascolto mio e dei colleghi possa averle dato conforto e le abbia soprattutto infuso fiducia sul fatto che ogni vuoto può essere colmato.
La ringrazio ancora e buona serata.
Dott.ssa Maria Greco
Caro utente, comprendo che il vissuto di questo momento sia davvero difficile, ma vorrei invitarti a valutare il fattore tempo. E' successo tutto molto in fretta, un capovolgimento totale. Ora sei seguito ed è necessaria la pazienza di reggere quello che senti per trasformarlo. A leggere la tua lettera, con descrizioni precise e circostanziate non si direbbe che sei la persona che descrivi. Prova a circondarti di persone che ti vogliono bene, frequenta la scuola anche se ti senti estraneo, affidati un poco all'ambiente e soprattutto datti fiducia, ascoltando il meno possibile i pensieri negativi. Le terapie che stai facendo, unite alla tua volontà ti aiuteranno. Ti faccio tanti auguri, dottor.ssa Silvia Ragni
Buonasera,
q
uello che descrivi è sicuramente molto complesso e doloroso: la sensazione di non avere ricordi, di non esserti formato, di essere distaccato dalla tua stessa vita può generare un profondo senso di smarrimento e sconforto.
Innanzitutto, è importante riconoscere che stai già facendo un grande passo nella giusta direzione: stai cercando aiuto e stai seguendo un percorso con professionisti. È comprensibile che tu possa sentirti frustrato dal fatto che il supporto attuale non sembri fornirti le risposte immediate di cui senti di avere bisogno. Tuttavia, è essenziale non perdere la fiducia nel percorso terapeutico, poiché la tua esperienza potrebbe essere più articolata e richiedere del tempo per essere compresa e affrontata a fondo.
La sensazione di vuoto e di mancanza di identità può essere il risultato di vari fattori, come ad esempio il disturbo dell'umore o una condizione sottostante legata alla tua storia di vita o al tuo stato psicologico. In molti casi, un disturbo dell'umore può portare a difficoltà di concentrazione, problemi di memoria e una percezione distorta della propria identità. È possibile che questa tua sensazione di "non esserti formato" sia legata al modo in cui il tuo stato emotivo influisce sulla tua capacità di vivere pienamente le esperienze e integrarle nella tua memoria e nella tua percezione di te stesso.
Ti invito a esplorare più a fondo questi vissuti con i tuoi terapeuti. Potresti beneficiare di un approccio che integri diverse tecniche, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale o terapie più focalizzate sul senso di identità e la costruzione del sé. Inoltre, potrebbe essere utile considerare un lavoro terapeutico più mirato su aspetti come la memoria, la costruzione dell’identità e la gestione delle emozioni, per aiutarti a riconnetterti con le tue esperienze passate e a sviluppare una visione più solida di te stesso.
Non sei solo in questo percorso: esprimere ciò che stai vivendo è già un passo importante verso la comprensione e la risoluzione del problema.
Resto a tua disposizione per qualsiasi chiarimento o supporto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Pinella Chionna
Gentile utente di mio dottore,
la invito a condividere i suoi dubbi ed il suo malessere con gli specialisti a cui si è rivolto. Potrebbero insieme individuare il miglior trattamento per lei, anche per il recupero della sua memoria.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile giovane utente, descrivi tanti sintomi nella tua lettera e un grande smarrimento. Non ho chiaro se dopo la crisi maniacale hai iniziato a sentirti così o anche prima c'era qualche germoglio di questo. Ad ogni modo vista la sofferenza che ovviamente ti provoca questa condizione, ritengo fondamentale che tu debba parlarne con chi ti segue. Se non hai fiducia, non ti senti compreso, non ti senti aiutato va segnalato, poiché tale scoraggiamento non va ignorato. Se ti ci fai sapere come procede. Un caro saluto, GDV
Sì. Ho un'idea.
A me capita talvolta di collaborare con psichiatri per persone che hanno bisogni complessi che richiedono interventi articolati. Lei addirittura è seguito da due psichiatri, e peraltro è un bene che i due si parlino e si confrontino.
L'idea è di rendere più complesso e coerente il lavoro che lei sta facendo su di sé, aggiungendo colloqui psicologici che diventino contenitore in cui lei può portare i vissuti di cui ha scritto.
Le Sue parole manifestano una crisi profonda in cui tutto sembra vacillare intorno a Lei. Tutto perde significato, però mi viene da aggiungere il significato dell'ovvio. Lei sta cercando una verità per sé stesso che superi l'ipocrisia e la finzione di situazioni e persone. Vorrei aggiungere, non si scoraggi, parli con i professionisti che la stanno seguendo e trovi anche altre persone significative con cui esprimere il Suo disagio. A volte si è meno soli di quello che si pensa e intorno ci possono essere persone pronte a porgerle una mano. Sarà banale ma ricordi che dopo la burrasca e la tempesta esce sempre il sole. Sia certo che il sole sorgerà anche per Lei.
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Buonasera, la situazione che descrive è senza dubbio complessa e richiede un’attenzione approfondita. È comprensibile sentirsi sopraffatti e confusi di fronte a esperienze così intense. Quello che sta vivendo, come la sensazione di vuoto, la difficoltà a ricordare e il senso di estraneità, può essere estremamente frustrante e spaventoso.

È importante considerare che questi sintomi possono derivare da una serie di fattori, inclusi effetti collaterali dei farmaci, lo stress accumulato e le esperienze vissute durante la crisi maniacale. Potrebbe essere utile parlarne apertamente con i suoi psichiatri, in modo che possano valutare il suo stato attuale e adattare la terapia di conseguenza.

Inoltre, esplorare terapie complementari, come la terapia psicologica, può fornire un ulteriore supporto per affrontare queste sensazioni di vuoto e disconnessione. Tecniche di mindfulness e di consapevolezza potrebbero aiutarla a connettersi di più con se stesso e con le proprie emozioni.

È fondamentale che lei non si senta solo in questo percorso. Anche se può sembrare che nessuno capisca esattamente ciò che sta vivendo, è importante continuare a cercare supporto e condivisione. A disposizione per ulteriori approfondimenti anche online, dott.ssa Camilla Persico.
By18 grazie per aver condiviso quello che sta vivendo, mi chiedo quanto dolore ci sia dietro queste sue consapevolezze. Spesso, quando ci troviamo di fronte a esperienze che sembrano così opprimenti e inspiegabili, sembra che non ci sia una via d’uscita, che non ci siano risposte o spiegazioni. Ci si può sentire incredibilmente soli, soprattutto quando ci sembra che nessuno possa comprendere veramente come ci sentiamo, tutto può sembrare senza speranza.
Il percorso che sta attraversando non ha risposte immediate o semplici, il processo è lungo e complesso. Spesso, ciò che oggi ci appare immutabile o insormontabile però, col tempo, può cambiare forma. Questo non significa per forza tornare “come prima” ma conoscere nuove forme di sé e potenzialità nuove da esprimere. Anche se in questo momento le sembra di non avere una direzione, la tua stessa capacità di riflettere su tutto questo è già un segnale importante di consapevolezza. Non ci sono risposte facili, non posso dirle che tutto cambierà dall’oggi al domani, ma il saper chiedere aiuto e la capacità di rendersi vulnerabile come lei ha fatto sono risorse fondamentali per un lavoro profondo e importante. Quando la nostra casa viene abbattuta da un terremoto, possiamo accontentarci di osservare le macerie oppure metterci a ricostruire.
Ciao ! Concordo con le possibili letture e suggerimenti che i miei colleghi ti hanno dato della tua situazione. E posso solo immaginare lo smarrimento che questa sensazione che descrivi crea in te …
Inoltre sei già seguito da due psichiatri che certamente piano piano lavoreranno
insieme a te in modo sempre più accurato man mano che vi conoscerete meglio.

Aggiungo però solo una domanda-stimolo:
Immaginiamo che davvero ci sia una sorta di “vuoto”, che comprende gli anni trascorsi. Immaginiamola come una stanza vuota. Se tu volessi e potessi iniziare a riempirla da domani, da cosa cominceresti ? Come inizieresti ad “arredare” lo spazio libero della tua vita ? Che ricordi vorresti poter costruire a partire da domani, da poter raccontare o anche solo richiamare alla mente tra 5 anni? Inizia da qualcosa di semplice e portaci l’attenzione … e se ti va facci poi sapere come procede
Un grande in bocca al lupo,
Dott.sa A. Labanca



Salve, deve essere terribile la sensazione di sentire che nessuno riesce a comprendere come ci si senta "vuoto dentro", in effetti senza emozioni, e passioni e scopi è impossibile pensare di condurre una vita piena, come sicuramente vorrebbe.
Mi colpisce il passaggio in cui scrive "...mi mancano le basi per parlare coscientemente..." forse perchè non è cosciente di ciò che le accaduto ed accade.
Si potrebbe pensare a sessioni di ipnosi clinica mirata al recupero di ricordi e al contempo di emozioni, al fine di recuperare ( o trovare) le sue risorse e capacità lì dove sono...nel suo inconscio.
Ci sono tante opportunità di intervento tecnico/clinico da parte di specialisti. Non si arrenda.
Ciao, grazie per aver condiviso quello che stai vivendo. La situazione che descrivi è complessa e dolorosa, e il senso di vuoto, smarrimento e mancanza di identità che stai provando deve essere davvero spaventoso. È chiaro che stai cercando risposte a domande molto profonde su chi sei e su cosa ti è successo, e posso solo immaginare quanto tutto questo ti faccia sentire perso e frustrato.

Vorrei provare a offrirti alcune riflessioni che potrebbero aiutarti a fare chiarezza o almeno a sentirti meno solo in questo percorso.

1. Disconnessione emotiva e dissociazione
Quello che descrivi, in particolare il senso di estraneità verso la tua stessa vita, la sensazione di non avere ricordi chiari, di non riconoscere le esperienze che hai vissuto, potrebbe essere collegato a una forma di dissociazione. La dissociazione è una risposta del cervello a situazioni di stress o trauma, e può manifestarsi come una difficoltà a connettersi con le proprie emozioni, esperienze o ricordi. Non è una cosa "folle" o rara, anche se è molto invalidante. A volte, il cervello usa meccanismi di difesa per proteggersi da un dolore o una sofferenza che non siamo pronti a gestire in quel momento.

Ti senti come se avessi vissuto la tua vita "superficialmente", senza costruire radici profonde, ed è una sensazione che può verificarsi quando, per qualche motivo, la mente blocca l’elaborazione delle esperienze. Questo potrebbe essere una reazione a un disagio che hai vissuto per tanto tempo, anche prima della crisi maniacale. È possibile che la dissociazione sia stata un modo per proteggerti, anche se adesso ti sta facendo sentire vuoto e distaccato.

2. Disturbi dell’umore e percezione di sé
Anche se il disturbo bipolare o il disturbo dell’umore potrebbero non spiegare del tutto quello che provi, possono comunque avere un impatto profondo sulla percezione di te stesso e della realtà. Quando attraversi periodi di depressione o mania, la tua percezione del mondo può cambiare in modi drammatici, facendo sembrare tutto distorto o irreale. La crisi maniacale che hai vissuto può aver alterato ulteriormente il modo in cui percepisci le tue esperienze passate e il modo in cui ti relazioni con la tua identità.

A volte, quando affrontiamo una crisi così forte, è come se una parte di noi venisse messa in pausa o si rompesse. Riprendersi da questo richiede tempo e pazienza, e ci possono essere periodi in cui ti sembra di non riconoscerti, di non avere una base solida su cui appoggiarti. Ma è importante capire che questa è una fase, anche se ti sembra che durerà per sempre.

3. Blocco cognitivo e difficoltà di apprendimento
La difficoltà che stai sperimentando nel ricordare, apprendere o creare connessioni profonde con ciò che hai studiato o vissuto potrebbe essere collegata a diversi fattori. Potrebbe essere dovuta al modo in cui il disturbo dell’umore ha influenzato la tua capacità di concentrarti e immagazzinare informazioni. Inoltre, i periodi di stress intenso o di crisi emotive possono compromettere le funzioni cognitive, come la memoria e l’apprendimento. Non significa che non sei capace di imparare o che non hai talento, ma piuttosto che in questo momento stai lottando con qualcosa che limita il modo in cui il tuo cervello elabora le informazioni.

È anche possibile che tu stia vivendo una sorta di blocco emotivo e mentale, una sorta di "paralisi" che ti impedisce di costruire la tua identità e di riconoscere chi sei davvero. Spesso, quando ci sentiamo così bloccati, è perché c’è una parte di noi che ha paura di affrontare alcune verità o di prendere certe decisioni su di noi stessi.

4. Sviluppare una nuova identità
La sensazione di "non avere identità", di non sapere chi sei, è incredibilmente angosciante, ma è anche una fase che molte persone attraversano, soprattutto durante periodi di crisi o di cambiamento. Anche se sembra che ti manchi tutto, potresti essere in un momento di ricostruzione. Non significa che sei "vuoto", ma che stai cercando di capire cosa costruire su quello che percepisci come vuoto.

Non avere risposte adesso è comprensibile. Non puoi aspettarti di risolvere tutto in un colpo solo, soprattutto quando stai affrontando una situazione così complessa. L’identità si costruisce nel tempo, attraverso l’esperienza e la riflessione, e sei ancora giovane per esplorare chi sei veramente e cosa vuoi dalla vita.

5. Affidarsi ai professionisti
È molto positivo che tu abbia già un supporto da parte di due psichiatri. Anche se adesso ti sembra che nessuno sappia come aiutarti, continua a parlare apertamente con loro di come ti senti. A volte, i professionisti della salute mentale devono adattare il loro approccio in base a come evolve la situazione, e potrebbe essere necessario esplorare insieme altre possibilità, come un cambiamento di terapia, una revisione dei farmaci o altre tecniche psicoterapeutiche più specifiche (come la terapia cognitivo-comportamentale o la terapia centrata sul trauma).

Potresti chiedere ai tuoi psichiatri di approfondire il tema della dissociazione o esplorare ulteriormente ciò che senti mancare, per vedere se c’è un legame tra il disturbo dell’umore e il tuo vissuto di vuoto e smarrimento.


Quello che stai vivendo non è una situazione facile e, anche se sembra atipica e surreale, non sei solo. Ci sono persone che attraversano crisi simili, in cui la loro identità sembra frantumarsi o diventare irraggiungibile. È un processo doloroso, ma non significa che non ci sia speranza o che tu non possa trovare risposte nel tempo.

Continua a cercare aiuto e a condividere quello che provi con chi ti segue, anche se sembra che non ci siano soluzioni immediate. Prenditi il tempo necessario per ricostruire la tua identità e la tua vita, e sappi che non sei folle o sbagliato per quello che stai vivendo. Con il giusto supporto, c'è la possibilità di ritrovare una connessione con te stesso e di costruire qualcosa di nuovo, anche se adesso sembra impossibile.






La sua esperienza è estremamente profonda e complessa, e la ringrazio per la sua apertura nel condividerla. È chiaro che si trova in una fase di grande confusione e vulnerabilità, in cui la crisi che ha vissuto ha sollevato interrogativi fondamentali sulla sua identità e sulla sua vita. La sensazione di vuoto e di disconnessione che descrive può essere un segnale di come l'esperienza emotiva e la propria storia vissuta siano state compromesse in vari modi. La memoria assente e la mancanza di conoscenze e legami significativi suggeriscono che ci sia una difficoltà nel costruire un senso chiaro di sé e del proprio posto nel mondo. Questo fenomeno, noto in psicologia, può manifestarsi quando si sperimenta una frattura tra il sé che si percepisce e il sé ideale, causando una crisi identitaria. È comprensibile sentirsi bloccato in queste circostanze; l'apprendimento e l'assimilazione di esperienze importanti sono i fondamenti su cui costruiamo la nostra personalità e le nostre relazioni. È fondamentale continuare il percorso con i suoi professionisti, comunicando apertamente di queste sensazioni e di questi vissuti, poiché la terapia può fornire uno spazio sicuro in cui esplorare questi temi. La ricerca di un'identità richiede tempo e pazienza, e ogni piccolo passo nella comprensione di sé può contribuire a un senso di speranza e direzione.
Non esiti a contattarmi se desidera approfondire ulteriormente o se ha bisogno di supporto. Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita

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