buonasera mia figlia 18 anni sta prendendo da 3 mesi citolopram perché aveva manifestato sintomi dep

17 risposte
buonasera mia figlia 18 anni sta prendendo da 3 mesi citolopram perché aveva manifestato sintomi depressivi e crisi d ansia.
Sta un po’ meglio ma ha costantemente tanta stanchezza mal di testa e dolori muscolari.
non riesco a capire se questo suo stato dipenda dalla depressione o a qualcos’altro.
Buonasera, la depressione comporta alcuni sintomi che variano da persona a persona (oltre che dall'intensità del disturbo, se diagnosticato come tale, o episodio depressivo). Gli psicofarmaci, ugualmente, possono presentare effetti collaterali che, anche in questo caso, variano da persona a persona. Per quanto riguarda il farmaco è sempre importante rivolgersi allo psichiatra che li ha prescritti. Oltre a ciò, sua figlia è seguita anche da uno psicoterapeuta? Se si tratta di sintomi depressivi e crisi di ansia, questo pezzo è molto importante. Un saluto

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Buonasera,
ha mai pensato sua figlia di prendere in considerazione un percorso di psicoterapia? La maggior parte delle volte affiancare un percorso psicologico ad una terapia farmacologica già in atto, può essere molto più funzionale.
Io lavoro con un approccio sistemico relazionale, che vede il disagio della persona all'interno dell'ambito familiare e delle relazioni (lavoro con strumenti quali il genogramma che vede il trigenerazionale e il ciclo di vita).
A disposizione per ulteriori chiarimenti. Un caro saluto.
Dott.ssa Eleonora Errante

Salve, chiedete al medico per sicurezza ma cercate di associare, se potete, anche un percorso di psicoterapia: la ragazza è troppo giovane per fare affidamento già da ora solo ed esclusivamente ai farmaci.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, sarebbe opportuno far visitare sua figlia da un professionista ed accompagnare il farmaco ad una psicoterapia
Gentile utente, lo stato depressivo origina da un marcato sentimento di tristezza (per accadimenti vissuti e percepiti come significative esperienza di perdita), che porta ad una focalizzazione dell' attenzione sui proprio stati interni, tanto da poter avvertire una vera e propria sofferenza fisica. Tanto è vero che sofferenza fisica e sofferenza affettiva condividono l'attivazione delle stesse aree del cervello. Mi sembra di capire che sia cambiata la manifestazione del sintomo, quindi suggerirei di parlarne con la/o psichiatra che ha prescritto il farmaco e valutare anche un possibile percorso psicoterapeutico.
Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Buongiorno, consilti il medico che ha prescritto il farmaco, ma mi associo ai colleghi nel consigliarle anche un percorso di psicoterapia.
Ha tutta la vita davanti, ridurre la cura al solo farmaco è davvero riduttivo e un peccato.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Buonasera, condivido quello che hanno scritto i colleghi: consulti il suo medico e rifletta sulla possibilità di unire alla terapia farmacologica una psicoterapia.
Un caro saluto, O.D.T.
Buonasera, condivido ciò che è stato scritto dai colleghi: è importante che la cura farmacologica venga costantemente monitorata dallo psichiatra, associata, auspicabilmente, a un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti
Francesca Carubbi
Buongiorno, sarebbe importante confrontarsi con il medico che l'ha dato la terapia farmacologica, e condivido, con i miei colleghi, che potrebbe essere conveniente iniziare un percorso psicoterapeutico.
Un abbraccio.
Buongiorno, informi il medico che ha in carico sua figlia riguardo i sintomi che descrive e valuti la possibilità di affiancare la cura farmacologica ad un percorso psicoterapeutico che coinvolga anche voi familiari e vi aiuti a sostenere vostra figlia in questo momento delicato.

Un caro saluto dott.ssa Daniela Trenta
Salve. Credo sia importante in questo caso rivolgersi al medico che gli ha prescritto i farmaci, per poter capire insieme a lui cosa stia succedendo. Inoltre ansia e depressione (molto spesso compaiono insieme) possono avere sintomatologia diversa che varia da persona a persona. Sarebbe opportuno approfondire la questione in uno spazio adeguato, con un professionista che possa accompagnarla nella risoluzione dei sintomi. Soprattutto per disturbi d'ansia e sintomi depressivi è importante intraprendere un percorso psicoterapico che fornisca strategie adeguate per affrontare la situazione
Gentile utente, se sua figlia ha fastidiosi sintomi fisici. La cosa migliore che potete fare e rivolgervi al vostro medico curante, che saprà darvi tutte le spiegazioni e risposte di cui avete bisogno. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno,
le sindromi ansioso-depressive possono esser trattate con successo attraverso l'ausilio combinato di farmacoterapia e psicoterapia. Sua figlia dovrebbe affiancare al trattamento farmacologico la psicoterapia. Attraverso l'aiuto di quest'ultima riuscirebbe a guardare ad un benessere più a lungo termine.
Nel caso, resto disponibile ad accogliere la vostra richiesta di aiuto, ricevo anche on-line tramite video consulti.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentilissima, per quanto riguarda gli effetti e la posologia del farmaco le consiglio di riferirsi direttamente al medico prescrivente, il quale potrà darle delle risposte corrette ed esaustive. Se ancora non lo facesse, forse intraprendere un percorso di psicoterapia unito al trattamento farmacologico potrebbe aiutare sua figlia in questo percorso di cura.
cordialmente,
AV
Buonasera, sicuramente per prima cosa è meglio sentire il medico o lo specialista che le ha consigliato il farmaco. Successivamente sono disponibile per un colloquio conoscitivo .
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Salve e grazie per la sua condivisione. Le consiglierei di aggiornare lo specialista che ha prescritto il farmaco. Inoltre, le consiglierei di affiancare alla terapia farmacologica, una percorso di psicoterapia . Cordiali saluti
Salve, dal momento che è in cura da uno psichiatra si rivolga a lui per l’aggiustamento della terapia. Inoltre sarebbe una buona cosa se sua figlia unitamente alla terapia farmacologica potesse iniziare un buon percorso di psicoterapia.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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