Buonasera, mi sento bloccato nella mia vita: sin da piccolo i miei genitori mi hanno sempre fatto se

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Buonasera, mi sento bloccato nella mia vita: sin da piccolo i miei genitori mi hanno sempre fatto sentire un incapace e la maggior parte mi ha sempre giudicato come un incapace. Alle scuole medie ho sofferto anhce di bullismo, e a a un certo punto, dai 14 anni finoa i 18 anni ho smesso proprio di uscire: tranne qualche partita di calcio che facevo qualche volta, passavo tutte le estate a casa, e compensavo studiando o stando al pc. All'età di 20 anni ho deciso che dovevo cambiare e ho cominciato, con scarsi risultati, a guidare la macchina e a cercare di conoscere ragazze: nel compenso però sono migliorato molto in entrambi gli ambiti, finché a 22 anni ho scoperto di avere una fibrosi al pene che mi impediva di avere rapporti e che per fortuna ho quasi curato del tutto. Ora che ho 25 anni mi trovo con la paura di vivere: ho fatto alcuni progressi nel senso che mentre prima ero considerato e mi consideravo incapace su tutti i livelli, i 5 anni di crescita personale iniziati a 20 anni mi hanno portato a fare tante cose meglio, ad esempio a guidare la macchina meglio, e a fare tante attività pratiche un po' meglio. Ho timore anche di fare sesso (l'ho fatto diverse volte, ma con un po' di timore di fare danni), perchè ho paura di avere di nuovo traumi al pene e rivivere l'incubo che ho vissuto e da cui sono uscito solo grazie all'aiuto di un professionista incredibile che ho avuto la fortuna di conoscere. Poi trovo dififcoltà a socializzare, cioè sto sempre a pensare a cosa fare, a cosa non fare, e questo mi blocca, mentre quando sono tranquillo e mi libero dalle preoccupazioni è come se fossi un'altra persona, capace di vivere la vita appieno. Il mio problema, insomma, è quello che ho timore di vivere, temo che cominciando a vivere e a buttarmi senza avere preoccupazioni possa correre pericoli dati dal non essere abbastanza bravo, anche se in questi 5 anni sono cresciuto molto e razionalmente sento di essere più preparato della maggior parte delle persone, è come se avessi un blocco che mi impedisce di provare a vivere pienamente e quindi tendo a uscire poco, a fare poco nuove esperienze, a essere insomma bloccato in me stesso. Quello che penso è: ma se io comincio a buttarmi senza pensarci tanto (ma sempre con accortezza), può comunque succedere una cosa da un momento all'altro che vanifica tutti i miei sforzi e questo sarebbe terribile. però al tempo stesso se continuo a non buttarmi di sicuro la situazione non migliorerà.
Gentile utente, le tue esperienze passate hanno creato un'idea di te radicata che ora non ti permette di affrontare le tue esperienze in modo sereno. Quando sperimentiamo esperienze traumatiche cominciamo a mettere un muro protettivo tra noi ed il mondo, che da un lato ci salvaguardia dal farci del male, dall'altro limita le nostre interazioni con l'altro.
Se ne hai la possibilità un percorso psicologico può aiutarti ad entrare in queste tematiche che ti affliggono e a maneggiarle in modo differente, per aumentare sempre più la tua relazione te con te.
Mi rendo disponibile per qualsiasi domanda.

Federica Di Lauro
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Buongiorno, leggo con molto interesse il suo racconto, dal quale emerge che ha già fatto molto lavoro di riflessione ed introspezione. Mi verrebbe da risponderle che non si tratta di paura "di vivere", anzi, sembra che lei sia affamato di vita. Sembra piuttosto che la sua paura sia quella di vedere confermata una storica convinzione su sé stesso, ovvero che lei sia un "incapace". Per chiunque buttarsi in qualcosa di nuovo comporta preoccupazioni e aspettative, tuttavia il peso emotivo di queste situazioni dipende in gran parte dal significato che si da ad un eventuale successo o fallimento. Nel suo caso, appunto, sembra viva in una costante lotta tra il confermare/disconfermare che lei sia quello che, stando alle sue parole, i suoi genitori le hanno trasmesso riguardo alla sua immagine di sé, e che tutto ciò che le accade, che prova, che desidera, assuma significato entro questa griglia. Una psicoterapia sarebbe ideale per andare a mettere mano a questi significati storici ed impliciti, considerando anche che lei ha già messo a fuoco diverse tematiche salienti. Sono a disposizione qualora volesse chiarimenti, nel frattempo la saluto. Dott. Luca Belotti
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera.
Ti ringrazio per aver condiviso la tua storia, che è profondamente toccante e sicuramente porta con sé molte emozioni. È chiaro che hai attraversato molte difficoltà, ma è altrettanto evidente che hai fatto progressi significativi nel tuo percorso di crescita personale.
Il fatto che tu abbia affrontato bullismo, paura di vivere e difficoltà relazionali mostra una grande resilienza. Riconoscere le proprie paure è il primo passo per affrontarle. Dato quello che hai descritto, potrebbe essere utile riconsiderare il modo in cui percepisci le tue esperienze e la tua autoefficacia.
È normale avere paura di vivere e di sperimentare nuove esperienze, soprattutto dopo aver affrontato situazioni difficili. Accetta queste emozioni come parte del tuo percorso senza giudicarti troppo severamente. Dare spazio a queste emozioni può aiutarti a ridurne l'intensità.
Inizia con piccoli passi. Non è necessario buttarsi a capofitto in attività che ti spaventano. Inizia con situazioni che ti mettono in zona di comfort ma che ti spingono lievemente oltre i tuoi limiti. Ogni piccolo successo ti darà fiducia.
Pratiche come la meditazione, la respirazione profonda e il mindfulness possono aiutarti a gestire l'ansia, permettendoti di essere più presente e di ridurre il pensiero eccessivo.
Cerca di identificare i pensieri negativi che emergono nei momenti di insicurezza e provate a sostituirli con pensieri più positivi e costruttivi. Ad esempio, invece di pensare "Non sono abbastanza bravo", prova a dirti "Ho fatto progressi e sto migliorando ogni giorno".
richiedi un supporto professionale: continuare a lavorare con un professionista può essere molto utile. Un terapeuta può aiutarti a esplorare le tue paure più a fondo e a sviluppare strategie per affrontarle.
Prova a impegnarti in socializzazioni in contesti dove ti senti più a tuo agio, come con amici fidati o in gruppi con interessi comuni. Questo può rendere più facile rompere il ghiaccio.
Quando si tratta di sesso, la comunicazione è fondamentale. Parlarne apertamente con il partner può alleviare parte dell’ansia. Ricorda che è normale avere timori, e una comunicazione sincera può aiutare a costruire una relazione di fiducia.
Non dimenticare di riconoscere i tuoi successi, anche i più piccoli. Ogni passo avanti conta e merita di essere celebrato.
Ricorda, il percorso di crescita personale è un viaggio continuo. È normale avere alti e bassi, ma ciò che conta è continuare a muoversi in avanti. Sii gentile con te stesso e abbi fiducia che con il tempo e il lavoro su di te potrai vivere la vita che desideri. Resto a tua disposizione. Un saluto, Dott.ssa Graziella Bauleo
Caro utente, quella di cui parla è una vita avvolta in costanti preoccupazioni, perlopiù prestazionali, che sicuramente vanno a compromettere la qualità delle sue giornate. Sicuramente la cosa più complessa per ognuno di noi è accettare l'imprevedibilità dell'esistenza e il fatto che il mondo che ci viene incontro cambia e ci cambia proprio all'interno di quell'incontro. Quello di cui siamo certi tuttavia, è che in assenza di un qualsiasi incontro, niente cambierà. Il perchè questa imprevedibilità sia per lei così immobilizzante parla sicuramente di una storia che merita di essere approfondita e d meccanismi che andrebbero sviscerati, analizzati e "significati". Per questo le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che possa accompagnarla in questo percorso. Qualora volesse può prenotare con me un primo colloquio online, così da poter approfondire il tutto. Cordialmente, Dott.ssa Sara Torregrossa
Gentile utente,
è comprensibile come questi pensieri da lei descritti, portino a sensazioni di malessere e sofferenza. La situazione di blocco in cui si trova, sembra derivare da una sua specifica sensibilità al giudizio da parte degli altri, che potrebbe derivare da esperienze passate.
Come ha osservato anche lei, nei momenti di maggiore spensieratezza, è riuscito a relazionarsi con gli altri senza partcolari difficoltà, riscoprendo anche il piacere dello stare con gli altri. Tuttavia, quando concentrato su pensieri negativi, si sente sopraffatto dalle paure e fatica a uscire e relazionarsi con altre persone.
Trovo quindi utile la sua idea riguardo al provare a “buttarsi”, con accortezza: piccole attività piacevoli potrebbero aiutarla a riscoprire emozioni positive, e ridurre la percezione di tristezza, pericolo e paura.
Ricordi sempre, comunque, che è importante chiedere supporto nel caso di bisogno, se ha preoccupazioni ulteriori, sono disponibile ad aiutarla.
Un saluto, Dott.ssa Michela Menghini
Gentile utente, rispetto a ciò che ha riportato sono comprensibili i suoi timori e la sua sofferenza attuale.
Le esperienze che ha vissuto in passato, come da lei descritte, sembrano averle causato una vulnerabilità rispetto all' "essere capace e/o essere bravo".
Come ha descritto anche lei, le situazioni in cui si blocca sembrano essere quelle in cui investe molto tempo a preoccuparsi e a pensare di non essere abbastanza bravo. D'altra parte, invece, in circostanze in cui i suoi pensieri sono diversi (es. "sono capace"), non si evidenziano tali difficoltà. Condivido e comprendo la sua idea di "buttarsi e vivere le relazioni senza troppe preoccupazioni". Vivere le situazioni, però, implica anche accettare e tollerare che qualcosa può andare diversamente da quello che ci aspettiamo. Questo non significa necessariamente che sia terribile, ma accettabile anche se con fatica. Ricordi sempre, che è importante chiedere aiuto e supporto nel caso di necessità (come ha già fatto in passato); se ha preoccupazioni o dubbi ulteriori, sono disponibile ad aiutarla.
Un saluto, Dott.ssa Margherita Raffaelli
Buonasera gentile Utente, capisco il senso di blocco e le difficoltà che sta attraversando. La sua storia riflette un percorso di vita complesso e pieno di sfide, ma è anche evidente la sua grande capacità di reagire e crescere. A partire dall'infanzia segnata dal giudizio e dal bullismo, fino alla fibrosi e alla paura di vivere pienamente, è riuscito a fare importanti progressi. Tuttavia, la paura sembra ancora giocare un ruolo centrale, impedendole di vivere come vorrebbe.

Le vorrei far notare come sia normale avere timore di fronte a situazioni nuove o che richiedono un cambiamento significativo. Tuttavia, il fatto che lei sia consapevole dei suoi progressi è un segnale positivo. La paura di sbagliare o di non essere all'altezza è un pensiero che molte persone affrontano, ma è importante riconoscere che è proprio buttandosi nelle esperienze, anche con una certa dose di timore, che si cresce.

La preoccupazione di vivere senza accortezza è comprensibile, ma "buttarsi" non significa agire in modo avventato. Può scegliere di avvicinarsi gradualmente alle esperienze che teme di più, imparando a riconoscere i limiti e prendendosi il tempo necessario per affrontarle con consapevolezza. Evitare del tutto le esperienze, però, potrebbe alimentare ulteriormente la paura.

Uno dei temi ricorrenti che emerge dalla sua descrizione è la paura di non essere “abbastanza bravo”. Questo perfezionismo può bloccarla, impedendole di agire per timore di fallire. Accettare che nessuno è perfetto e che gli errori sono parte integrante del processo di crescita può aiutarla a ridurre l’ansia legata all’idea di non riuscire. Ogni errore è un'opportunità per imparare e migliorare.

Ha notato che quando si libera dalle preoccupazioni, riesce a vivere la vita con più serenità. Questo è un segnale importante: è come se la sua vera natura emergesse quando riesce a ridurre l’autocontrollo eccessivo. Potrebbe essere utile trovare strategie o pratiche che la aiutino a sviluppare una maggiore fiducia in se stesso, come la mindfulness o la terapia cognitivo-comportamentale, che la aiutano a gestire meglio pensieri intrusivi e paure.

Ha menzionato l’aiuto di un professionista in passato, che le è stato di grande sostegno per superare la fibrosi. Continuare a lavorare con un terapeuta potrebbe aiutarla ulteriormente a esplorare queste paure profonde e trovare il modo di affrontarle in modo efficace. La terapia può aiutarla a scoprire le cause del suo blocco e a trovare strumenti pratici per superarlo.

Le suggerisco di iniziare gradualmente, facendo piccoli passi verso esperienze che desidera vivere. Ogni piccolo successo può aiutarla a costruire fiducia. Non è necessario cambiare tutto subito, ma ogni progresso conta.

Infine, è importante ricordarsi che il percorso di crescita non è lineare. Lei ha già dimostrato una grande forza e resilienza, e con il giusto supporto e una progressiva esposizione alle esperienze di vita, potrà continuare a migliorare e a vivere con meno paure e più soddisfazione.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Salve,
Capisco profondamente il senso di blocco e la frustrazione che stai vivendo. Le esperienze che hai vissuto, dai giudizi negativi dei tuoi genitori al bullismo, fino alle difficoltà di salute, hanno contribuito a costruire una realtà interiore fatta di insicurezze e paure. Nonostante ciò, hai fatto già dei passi importanti verso il cambiamento, e questo è un grande segno di forza e determinazione.

Il timore di vivere pienamente, accompagnato dalla paura che accadano cose fuori dal tuo controllo, è una condizione che spesso affonda le radici nelle esperienze passate. Quello che è accaduto in passato, come la fibrosi che hai dovuto affrontare, ha inevitabilmente rafforzato l’idea che ci sia sempre un pericolo all’orizzonte, qualcosa che possa sabotare i tuoi progressi. Questo ti porta a vivere con l'ansia di fare "danni", sia fisici che emotivi.

Il punto cruciale che hai già toccato è che evitare di esporsi alla vita e alle esperienze per paura che qualcosa vada storto non farà che prolungare questo stato di incertezza. Vivere comporta sempre dei rischi, ma il rischio più grande, come hai intuito, è quello di restare bloccati, lasciando che la paura continui a dominare. Tuttavia, buttarsi nella vita senza pensarci troppo non significa farlo in modo impulsivo o avventato, ma piuttosto con consapevolezza, accettando che alcune cose possono sfuggire al controllo ma che questo non le rende insormontabili.

Riguardo al tuo timore di rivivere traumi, come quelli legati alla salute, è importante riconoscere il progresso che hai già fatto. La tua capacità di superare un momento così difficile, con l'aiuto di un professionista, dimostra che hai le risorse necessarie per affrontare le sfide, anche quando sembrano insormontabili.

Potrebbe essere utile continuare a lavorare su questi aspetti attraverso un percorso terapeutico, magari esplorando un approccio che tenga conto delle tue relazioni e del modo in cui queste influenzano la tua percezione di te stesso. La **terapia sistemico-relazionale** potrebbe aiutarti a comprendere meglio le dinamiche familiari che hanno contribuito alla costruzione delle tue insicurezze, e a lavorare su come queste influenzano le tue relazioni attuali e la tua autostima.

Se ti senti pronto a esplorare queste dinamiche e a liberarti gradualmente di quel "blocco" che ti trattiene, possiamo farlo insieme. Con il tempo e il giusto supporto, potresti imparare a vivere con maggiore serenità, accettando che qualche imprevisto possa accadere, ma che hai le capacità per affrontarlo senza rinunciare a vivere pienamente. Sono qui per aiutarti in questo percorso.
Gentile utente, è davvero coraggioso da parte tua condividere tutto ciò che stai vivendo. Quello che hai descritto è un percorso complesso, ma è chiaro che hai fatto progressi significativi e hai una consapevolezza profonda di te stesso. La paura di vivere e di affrontare nuove esperienze è qualcosa che molte persone sperimentano, specialmente dopo aver passato periodi difficili. È normale avere timori, soprattutto dopo aver affrontato sfide come quelle che hai descritto. Tuttavia, il fatto che tu stia riconoscendo questi sentimenti è un passo importante verso il cambiamento. È fondamentale accettare le tue paure. È normale averne, e anziché cercare di eliminarle, prova ad accettarle come parte del tuo viaggio. Ogni volta che affronti una paura, anche piccola, ti dai l'opportunità di crescere. Inoltre, inizia a vivere pienamente con piccoli passi. Non è necessario buttarsi in situazioni estreme; potresti iniziare con esperienze che ti mettono a tuo agio, come incontrare un amico o partecipare a un'attività che ti interessa. La pratica della mindfulness può essere molto utile. Tecniche come la meditazione o la respirazione consapevole possono aiutarti a rimanere presente e a ridurre l'ansia, rendendo più facile affrontare le situazioni sociali. Prendi in considerazione di parlarne anche con un professionista che possa aiutarti a esplorare le tue paure e a trovare strategie per affrontarle; avere qualcuno con cui parlare può fare una grande differenza. Infine, ricorda di riconoscere i tuoi successi. Fai un elenco dei progressi che hai fatto negli ultimi anni, poiché riconoscere i tuoi successi può darti la motivazione per affrontare nuove sfide. Sii gentile con te stesso, perché la crescita personale è un processo e non c'è bisogno di avere fretta di “dover” vivere tutto in un colpo solo. Ogni passo che fai è significativo. Ricorda che il cambiamento richiede tempo e che è normale avere alti e bassi lungo il percorso. La chiave è continuare a muoverti nella direzione dei tuoi obiettivi, anche quando le paure si fanno sentire. Sei già sulla strada giusta, e ogni piccolo passo conta! Per qualsiasi cosa, resto a disposizione. Dott.ssa Anna Consalvo
Salve, grazie della condivisione. Una situazione complessa, sofferta, con tanto lavoro personale che ha portato ad un livello più evoluto il suo modo di vivere. Ma giustamente ora a 25 anni ha voglia di vivere a pieno, ma c'è una parte che trattiene, trasmettendo paura. Lei ha una capacità introspettiva e una consapevolezza che le permette di vedere la situazione conflittuale dentro di lei.Mi sento di suggerirle di completare il lavoro su di sè con un professionista che l'aiuti a lavorare sulle sue ferite, le convinzioni limitanti che ha introiettato, a promuovere l'assertività e la fiducia in se stesso. Sono temi molto importanti e poterli affrontare in questa fase della vita le sarà utile per il presente e il futuro. Rimango a disposizione, cordiali saluti, dott.ssa Silvia Ragni
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Gentilissimo, racconta di un percorso di crescita e di evoluzione veramente magnifico, seppur non privo di importanti difficoltà emotive e relazionali. Ha cercato di mettersi in gioco, di ascoltarsi, e di migliorare a poco a poco, riuscendoci. Adesso, parla di questo "blocco" che ha molto senso, alla luce delle esperienze relazionali potenzialmente traumatizzanti che ha vissuto e che riferisce nel suo quesito: "i suoi genitori l'hanno fatta sentire un incapace" e le relazioni esterne le hanno fatto credere che fosse davvero così. Credo che il timore, la paura, di confrontarsi con il mondo trovi delle chiare e ragionevoli corrispondenze nella sua storia di vita. Ha già potuto sperimentare, per quanto riguarda il suo problema intimo, che l'aiuto e il supporto di qualcuno può davvero fare la differenza. Un percorso con un professionista potrebbe aiutarla a gestire queste emozioni difficili che la tengono in allarme e le impediscono di vivere la vita come desidererebbe. Lo stato di allerta costante, in fondo, la protegge da ulteriore sofferenza e, probabilmente, ascoltandosi a fondo (più di quanto non sia già estremamente capace) e accogliendo questa "paura", avrebbe l'opportunità di divorare la vita di cui ha, comprensibilmente, estremamente fame. Un caro saluto
Riconosco il percorso difficile che hai affrontato e il coraggio che hai dimostrato nel cercare di superare le sfide della tua vita. È normale, dopo esperienze traumatiche, avere timore di vivere pienamente e di buttarsi nelle nuove esperienze, soprattutto quando c'è la paura di ricadere nei vecchi traumi. Tuttavia, è evidente che hai fatto molti progressi in questi 5 anni, migliorando su vari fronti.
Il timore di fallire è comprensibile, ma come hai detto tu stesso, non provare affatto ti terrà bloccato. Buttarsi con accortezza può essere la strada per continuare a crescere, riconoscendo che ogni passo, anche piccolo, è un segno di miglioramento. Prova a fare un passo alla volta, senza aspettarti la perfezione subito, e vedrai che i progressi continueranno.
Gentile utente, dalle sue parole arriva il senso di inadeguatezza e confusione che lei vive. Mi sembra di capire che non crede nella validità dei suoi pensieri, delle sue azioni e delle sue decisioni. Visto che, da quanto dice, si è sempre sentito squalificato, a cominciare dai suoi genitori, può essere comprensibile il suo modo di percepirsi. Sarebbe bene iniziare un percorso con un professionista che la possa aiutare a comprendere quali sono le sue risorse ed il suo vero potenziale, dato che ancora non li riconosce. Si renderà conto di averne più di quanto immagina. Cordiali saluti, Marco Casella.
Gentile utente, prima di tutto ti ringrazio per aver condiviso il tuo vissuto e mi congratulo per l'impegno e il coraggio con cui ti sei interrogato sulla tua situazione e stai cercando una soluzione. Mi pare di capire che la tua storia di vita sia segnata da molti episodi di invalidazione, dalla svalutazione al bullismo. È quindi comprensibile che una parte di te abbia appreso ad avere paura nell'esporsi a certe situazioni vissute come minacciose. Non è certo facile, ma col tempo si può maturare una maggiore fiducia in se stessi e, soprattutto, apprendere ad accettare le insicurezze come parte normale della vita e ad agire nonostante esse. È altrettanto importante avere rispetto delle proprie difficoltà e dei propri limiti e, conseguentemente, agire un passo per volta a partire da ciò che ci risulta abbastanza fuori dalla nostra zona di comfort da sfidarci ma non troppo da terrorizzarci. Spero di averti dato una risposta utile e rimango a disposizione se desideri pormi ulteriori domande o prenotare un primo colloquio gratuito. Un caro saluto, Dott. Alessandro Pittari
Buongiorno,
dal suo raccondo sembra emergere un grande senso di insicurezza che caratterizza la sua esistenza. Nessuno nasce bravo ma bravi in qualcosa lo si diventa con l'impegno e la costanza. Dal mio punto di vista ci sono buoni presupposti, visti i cambiamenti degli ultimi 5 anni che ci racconta, per poter fare con lei un lavoro di sostegno psicologico per poter affrontare e cambiare il senso di inadeguatezza che sente di avere.
A disposizione per rispondere ad altre domande.
Cordialmente
Dott.ssa Chantal Danna
Buonasera! Grazie per aver condiviso la tua storia e le tue riflessioni. È evidente che hai affrontato e stai affrontando delle sfide significative nella tua vita, e il fatto che tu stia cercando di lavorare su di esse è già un passo molto importante.
Da quanto scrivi, sembra che tu stia navigando in una serie di paure e blocchi che influenzano il tuo modo di vivere. È comprensibile sentirsi spaventati dopo avere vissuto esperienze difficili, come il bullismo e le difficoltà legate alla tua salute. Il tuo desiderio di migliorare e di uscire da questo stato di blocco è un segno di resilienza e di determinazione.
Un punto importante è riconoscere i progressi che hai già fatto. La crescita personale che hai iniziato a 20 anni e i miglioramenti nelle tue abilità pratiche sono un segno che stai andando nella giusta direzione. Non dimenticare di celebrare queste piccole vittorie; ogni passo avanti è significativo.
La paura di "buttarsi" e di vivere pienamente è normale, soprattutto dopo esperienze traumatiche. Potresti trovare utile iniziare con piccoli passi. Sperimenta situazioni nuove in un ambiente sicuro e gradualmente espandi il tuo comfort zone. Ad esempio, potresti iniziare a socializzare con persone di cui ti fidi, oppure partecipare a eventi o attività che ti interessano, ma dove puoi sentirti a tuo agio.
I pensieri e le preoccupazioni che ti bloccano sono parte di un meccanismo di difesa. Uno psicologo o un terapeuta possono aiutarti a esplorare queste paure più a fondo e a identificarne l'origine. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è un approccio che potrebbe rivelarsi utile per affrontare questi schemi di pensiero.
Pratiche come la meditazione, la respirazione profonda e l'attività fisica possono aiutarti a gestire l'ansia. Durante queste pratiche, cerca di lasciar andare i pensieri negativi e di concentrarti sul momento presente.
La vita è imprevedibile, e ci saranno sempre rischi, ma il tuo stato attuale non ti offre la soddisfazione che desideri. Accetta l’idea di poter avere un certo grado di rischio e imperfezione nelle esperienze che intraprendi. Ricorda che anche gli errori sono importanti per crescere.
Circondati di persone che ti supportano e ti incoraggiano. Avere una rete di amici fidati può fare molto per mitigare l'ansia sociale e darti una spinta in più per uscire dalla tua zona di comfort.
Potresti considerare di creare un piano personale che preveda piccoli obiettivi da raggiungere ogni settimana. Questo non solo ti darà una sensazione di realizzazione, ma ti aiuterà anche a costruire la tua fiducia più lentamente.
Infine, ricorda che non sei solo in questo viaggio. Ci sarà chiaramente da lavorare su queste problematiche, ma con pazienza e il giusto supporto, puoi continuare a fare progressi. Non esitare a contattare un professionista se non lo hai già fatto; potrebbe fare una grande differenza nel tuo cammino verso una vita più soddisfacente e appagante.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Buongiorno, percepisco tanta ansia e preoccupazione ma allo stesso tempo tanta voglia di vivere e di superare le sue paure. Buttarsi non è facile quando si hanno queste ansie che ti bloccano. Ma è qualcosa che si può imparare giorno per giorno acquisendo sempre maggiore sicurezza e fiducia in se stessi. Ha dimostrato molta forza durante gli anni della sua adolescenza nel cercare di migliorarsi giorno dopo giorno, ma adesso è arrivato il momento di farsi dare una mano. Mi rendo disponibile sia online che in studio e nel frattempo le auguro il meglio. Dr.ssa Laura Raco
Gentile utente,
comprendo quanto possa essere difficile trovarsi bloccato in una situazione di questo tipo, dove l'insicurezza, alimentata da esperienze passate dolorose, ha radicato in lei la paura di vivere pienamente. Ciò che descrive è una lotta interna che molte persone sperimentano, specialmente quando il passato ha lasciato cicatrici profonde legate all'autostima e alla paura di fallire o subire ulteriori traumi.
È significativo notare come, nonostante tutte le difficoltà, lei abbia compiuto dei progressi negli ultimi anni. Ha già dimostrato di poter affrontare sfide importanti e di aver sviluppato capacità e competenze in vari ambiti della sua vita, come la guida e le relazioni sociali. Tuttavia, il blocco che percepisce sembra legato più alla paura di ciò che potrebbe accadere se si "buttasse" nella vita senza riserve, piuttosto che a una reale mancanza di abilità.
Il suo desiderio di voler vivere appieno è un segno positivo, ma è altrettanto comprensibile che abbia paura di perdere i progressi fatti o di subire nuovi insuccessi. Questo conflitto interno tra il desiderio di fare esperienze e il timore di commettere errori può risultare molto paralizzante, e spesso la mente tende a creare scenari catastrofici che ci impediscono di agire.
Una strada utile potrebbe essere iniziare a sperimentare, gradualmente, l'esposizione a situazioni nuove senza cercare la perfezione o la totale sicurezza. Non si tratta di "buttarsi" senza pensarci, ma di trovare un equilibrio tra il rischio e la cautela. Ogni piccolo passo che decide di compiere, anche se sembra insignificante, può contribuire a costruire la sua fiducia nel tempo. Avere delle aspettative realistiche e accettare che ogni percorso è fatto di tentativi, errori e successi può aiutarla a ridurre il peso delle preoccupazioni.
Infine, potrebbe essere utile continuare un percorso di crescita personale, magari con l'aiuto di un professionista, per lavorare su queste paure profonde e imparare a gestire meglio l'ansia che le provoca questo senso di blocco. Le ricordo che il coraggio non sta nell'assenza di paura, ma nella capacità di andare avanti anche con essa.
Sono a sua disposizione se desidera approfondire ulteriormente,
Un caro saluto
Dott.ssa Pinella Chionna
Carissimo mi complimento con te per essere stato capace di affrontare un cambiamento così importante. In questi 5 anni hai dimostrato a te stesso ed agli altri che puoi riuscire in ciò che vuoi a dispetto di chi non crede in te. Ora a mio avviso dovesti concederti uno spazio di riflessione per accettare le tue debolezze e difficoltà relazionali senza tentare di nasconderle e sopprimerle. So che è difficile ma la condizione di rilassatezza e serenità che descrivi quando dici di essere "libero da preoccupazioni" puoi coltivarla accettandoti ed amandoti. Con l'aiuto di uno psicologo sono certa che riuscirai a compiere anche questo percorso di crescita. Ti auguro il meglio. Spero di esserti stata d'aiuto. Dott.ssa Anna Verrino

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