Buonasera , mi presento sono un ragazzo di 25 anni , purtroppo ormai da due anni soffro costantement

17 risposte
Buonasera , mi presento sono un ragazzo di 25 anni , purtroppo ormai da due anni soffro costantemente di ansia perenne , rabbia verso gli altri, permalosità a non finire ,attacchi di panico e depressione , purtroppo non riesco ad uscirne , non riesco a prendere nuovamente in mano la vita mia , mi sveglio la mattina e vado a dormire senza obbiettivi durante la giornata , nella vita , vivo costantemente nell'angoscia tutti i santi giorni , sono in cura tutt'ora da una psicoterapeuta che conosceva la storia della mia famiglia da due anni purtroppo non riesco a stare meglio , ho passato periodi in cui prendevo anche degli stabilizzatori dell'umore e una volta smesso speravo di poter ricominciare ad avere una vita tranquilla ma purtroppo era sempre li che andavo nuovamente a ricadere . Ho indecisione perenne su tutte le cose che dovrei fare e affrontare nella vita quotidiana e futura , a partire dallo sport fino al lavoro o allo studio .
Ora mi ritrovo a 25 anni che purtroppo la mia paura piu' grande è non saper veramente cosa fare , non so sa dove cominciare e il pensare tutto il giorno non mi porta a nulla se non ad avere una continua ansia e non avere degli obbiettivi quotidiani , sono sempre stato un ragazzo che aveva tante cose da fare purtroppo da quando gli esami all'università non sono andati bene ho vissuto questa situazione come un secondo fallimento dopo la scuola , tutt'ora sono iscritto anche all'università ma non ho voglia di studiare in quanto non ho degli stimoli e ho paura continuamente di fallire e di stare male ancora , allo stesso tempo se la situazione con la dottoressa con la quale mi confronto purtroppo non sembra avere dei benefici visto che una volta eliminati ricominciava tutto da capo .
Dentro casa purtoppo non sto bene in quanto anche mia madre non mi sa capire non sto bene dentro casa con lei , ho perso mio papà anni fa e con gli amici e le relazioni esterne altrettanto , mi sto isolando sempre di piu' credendo che questa sia la situazione migliore per evitare di sentirmi a disagio con le persone , vorrei avere un confronto e un aiuto da parte vostra perchè vorrei veramente stare bene e ritrovare me stesso. Potreste darmi quindi un vostro parere?

Vi ringrazio a tutti
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa proseguire il percorso di terapia al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL

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Buonasera, il mio primo consiglio è quello di riportare alla sua terapeuta il suo dubbio sull'efficacia della terapia. Due anni sono sicuramente un periodo lungo e la sua terapeuta conoscerà a fondo le sue problematiche e anche la ciclicità con cui i sintomi riemergono. Durante la terapia è auspicabile che si tenti di mettere in pratica quello che emerge in terapia, ovvero se ci sono alcune condizioni di vita che generano e mantengono uno stato emotivo non equilibrato può essere molto utile tentare di modificarle. Lo stato emotivo non può cambiare se l'esperienza concreta che facciamo di noi stessi e del mondo rimane la stessa.
Se ha bisogno rimango a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buonasera ,credo sia utile affrontare le sue insoddisfazioni alla sua terapeuta.Mi sembra ancora attraversato da una condizione depressiva che si allarga a tutte le sfere della sua vita Sarebbe anche utile un supporto farmacologico .Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Buonasera, si faccia coraggio e ne parli in terapia. Se ha bisogno di un ulteriore supporto, eccomi...sono a disposizione! Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Buonasera. Il mio suggerimento è quello di continuare a confrontarsi ed a lavorare con la sua psicoterapeuta, condividendo con lei sia i sentimenti che prova per il fatto di non sentirsi meglio in questo periodo nonostante la terapia, sia il bisogno che ha sentito di rivolgersi ad altri professionisti per avere ulteriori feedback professionali in riferimento a ciò che sta attraversando; condividere questi aspetti con la dott.ssa con cui sta lavorando potrebbe essere molto importante per il percorso che state costruendo insieme. Mi permetto inoltre di dirle che forse per lei è importante permettersi il tempo necessario per poter ritrovare il proprio benessere, facendo un piccolo passo alla volta, dando valore e significato ad ognuno dei piccoli passi che sceglie di fare. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Salve. Sta lavorando sul sentimento di rabbia? Se la rabbia non viene elaborata in modo costruttivo è un sentimento che può scatenare sensi di colpa, sentendosi sbagliati. Nella mia esperienza, sensi di colpa, rabbia repressa e poi espressa in modo esplosivo, spesso possono essere la causa dei disturbi che descrive, perché tolgono energie positive, amplificano pensieri negativi e bloccano la vitalità. Con un buon lavoro d'integrazione psicocorporea con i vissuti emotivi ritenuti negativi, l'esplorazione delle fragilità più profonde, si stimola la fiducia in sé che ridimensiona i sensi di colpa e il sentirsi sbagliati, sbloccando il processo circolare in cui ci si sente ingabbiati. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Gentile utente di mio dottore,

le sindromi ansioso-depressive vanno trattate sia da un punto di vista farmacologico che da un punto di vista psicoterapeutico. Ha già intrapreso una psicoterapia ed inoltre leggo che già si è affidato ad uno specialista per il trattamento farmacologico. Continui il percorso iniziato e porti in terapia le sue perplessità e le preoccupazioni espresse qui, potrebbero esser uno spunto interessante per il lavoro terapeutico già iniziato.

Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Se dopo due anni di terapia non sente alcun beneficio deve parlarne con la sua terapeuta. Non è detto che basti cambiare terapeuta dipende dal problema. Se è lei che non capitalizza l'aiuto non ci sarà terapeuta che tenga ed occorre lavorare sulle resistenze al cambiamento. Se invece non si sente sufficientemente capito/compreso potrebbe aver senso il cambio. Temo però che in questo ultimo caso se ne sarebbe accorto prima...
Buongiorno, di fronte a situazioni complesse e vissuti di grande sofferenza, il tempo è indispensabile per poter andare affondo e toccare temi tanto difficili quando basilari per andare avanti. Le consiglio di condividere con il suo terapeuta i suoi dubbi e le sue paure rispetto al vostro percorso in modo da trovare insieme la via più opportuna che vi consenta di continuare.
Buonasera, le consiglio di esprimere i suoi dubbi, e i suoi timori alla dott.sa che lo segue.
Sarebbe inoltre consigliato un percorso di psicoterapia sistemico relazionale al fine di comprendere anche le dinamiche che fanno da sfondo ai suoi disturbi
Buona serata
Dott.Sa Luisa Anibaldi
Dott. Raffaello Di Monte
Salve, da ciò che scrive sembra che ci siano due zone su cui lavorare ovvero il problema dell'ansia, degli attacchi di panico e tutto ciò che ne consegue e un problema di organizzazione della vita e di obbiettivi da conseguire. Sono certo che la collega che la segue la sta aiutando con tutti gli strumenti necessari e spesso la " collaborazione" del paziente è fondamentale per uscire dal problema. In merito ai problemi legati al conseguimento di risultati nel lavoro e nella professione e nello sport, bisogna lavorare sulla autodisciplina, sull'impegno, su obbiettivi da aver ben chiari e questo è un percorso diverso da quello dell'ansia. Tuttavia riuscire ad avere risultati positivi nella vita di tutti i giorni può contribuire fortemente nella risoluzione dei problemi legati all'ansia. La sua psicologa saprà bene come aiutarla se lei le parlerà chiaramente. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve a lei,
intanto ritengo sia importante che continui il suo percorso con una terapeuta ma da quanto leggo mi sorge una domanda sul come mai ha deciso di concludere la terapia farmacologia. Non le dava beneficio? Penso che il primo passo sia quello di fare riferimento alla professionista che la sta seguendo per farsi consigliare da chi già la conosce .
Per ulteriori dubbi resto a disposizione.
Grazie
Dott.ssa Porcelli
Buongiorno,
non sempre la relazione terapeutica funziona. Le suggerisco di darsi un tempo e valutare in relazione ai suoi obiettivi se riesce a raggiungere quanto desidera, diversamente è un suo diritto cambiare strada.
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
Gentile utente, penso che se ha scritto qui e sta seguendo un percorso di psicoterapia è sulla strada giusta. Da quanto espone, la depressione si potrebbe considerare una reazione al disagio accompagnata dall'impulso di evitare il "rischio". Sicuramente sta lavorando insieme al suo terapeuta sulle cause del suo malessere che, presumibilmente, potrebbero essere i vissuti, eventuali traumi e altro. Pertanto, necessitano l'applicazione di tecniche e strategie terapeutiche adeguate e ben specifiche. La incoraggio vivamente a continuare il suo percorso. Resto disponibile per eventuali chiarimenti Dott.ssa S. Zito
Buongiorno... Mi dispiace! La situazione che racconta non è facile... C'è però margine di crescita e bisogno di un cambiamento radicale della situazione. Può essere utile un colloquio con uno psicologo, che però non abbia alcun legame con la sua famiglia di origine. Mi sembra infatti che questo cambiamento radicale possa partire da uno spazio di riflessione che sia totalmente suo, autonomamente gestito e personale, intimo!
Buongiorno,
sembra che lei stia scivolando verso un funzionamento di tipo depressivo.
Se sente di non riuscire a star meglio, è utile che si confronti con la sua terapeuta su questo al fine di poterlo elaborare, soprattutto se si hanno difficoltà a mettere in pratica il lavoro che si fa in seduta.
Cordialmente, EP
Buongiorno, valuti con la sua psicoterapeuta i dubbi, i traguardi raggiunti e le prospettive di cura. A volte si tende a vedere con lenti precedenti la situazione che magari, dopo due anni, ha raggiunto qualche cambiamento. Se così non fosse, valutate insieme l'idea di cambiare terapeuta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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