Buonasera, io e il mio ex compagno ci siamo separati prima che il bambino nascesse, adesso ha 22 mes

19 risposte
Buonasera, io e il mio ex compagno ci siamo separati prima che il bambino nascesse, adesso ha 22 mesi, è un bambino sereno e il rapporto fra noi è abbastanza sereno e collaborativo. Da un mesetto però abbiamo la sensazione che il bambino soffra la separazione. In questo mese la cosa che è cambiata è che mentre prima il tempo insieme papà e figlio lo trascorrevano a casa nostra (mia) anche in mia assenza adesso il tempo insieme lo trascorrono a casa di papà. Li sta bene, è rilassato, gioca, riposa tranquillo ma nel momento in cui vado a prenderlo soffre molto il distacco. Fino a poco tempo fa il rapporto con me era praticamente simbiotico adesso il rapporto con il papà è molto più intenso e questo credo sia un altro dei motivi. Non sappiamo quale sia il modo migliore per non farlo soffrire per una situazione che gli abbiamo causato fin dalla nascita. Cosa sia meglio per lui nella organizzazione del tempo con lui. Al momento io lo allatto ancora per cui non ha mai dormito senza di me e anche qui vorremmo evitare di fare confusione rimanendo a dormire io o lui a casa dell'altro. Non abbiamo stabilito dei giorni fissi in cui sta con il papà pensando che fosse una cosa fredda e triste quella di stabilire dei giorni fissi ma forse questo è un altro errore. Cosa è meglio per lui?
Gent.ma la ringrazio per la preziosità dei dettagli. E' normale che un bambino possa soffrire in seguito a una separazione, anche se i genitori hanno un rapporto collaborativo. Il modo migliore per evitare che il bambino soffra troppo e' creare una routine stabile e prevedibile per il bambino, stabilendo dei giorni fissi in cui passa del tempo con il papa' e con la mamma. In questo modo il bambino impara a prevedere e ad accettare la separazione. E' importante anche che entrambi i genitori siano presenti nella vita del bambino e che la transizione tra i due ambienti avvenga in modo graduale e senza fretta. Mi rendo disponibile per questo periodo di transizione come mediatrice familiare, in modo da darle consigli specifici per la vostra situazione.
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Salve, grazie mille per la condivisione e per l'attenzione ai dettagli. Quando avviene una separazione, la sofferenza di un figlio può subentrare anche se il rapporti risulta collaborativo. Dare dei punti di riferimento al piccolo, può aiutare a creare un ambiente prevedibile e meno spaventoso. Sopratutto risulta importante la presenza di entrambe le figure all'interno della vita del bambino, al fine di poter usufruire di tutto il supporto disponibile in un periodo di possibile sofferenza. In caso le servissero ulteriori consigli, resto a disposizione per fornirgli una mano.
Dott. Matteo De Nicolò
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Salve e grazie per la condivisione. Il bambino, nonostante la piccola età percepisce sicuramente la separazione, anche se i genitori hanno un atteggiamento collaborativo. È importante che il bambino non venga "spostato" come un pacchetto che a giorni alterni sta a casa di uno dei genitori, ma che ci sia una continuità e una graduale separazione tra gli adulti senza che ne risenta molto. Intraprendere un percorso psicologico potrebbe esserle utile per affrontare questo momento con maggiore consapevolezza. Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento sia online che in presenza Le auguro una serena giornata, cordialmente Dott.ssa Raffaella Lombardo
Salve cara, dal suo messaggio traspare complicità tra lei e il suo ex compagno nonostante la separazione; questo è sicuramente un importante punto di forza da cui partire. Comprendo le ragioni del suo disagio e ne sono dispiaciuto. Tuttavia qualsiasi ipotesi formulata sulla base delle sole informazioni presenti nel suo scritto sarebbe a mio avviso riduttivo a fronte di una situazione complessa come la sua (tutte quelle che riguardano il vissuto umano lo sono). La invito per questo a contattarmi in privato, anche con un semplice messaggio se vuole; mi limiterei a farle solo qualche ulteriore domanda in modo da offrirle una consulenza più accurata. Cordiali saluti Dott. Antonio Panza.
Buongiorno, penso che la situazione sia da approfondire maggiormente perché mancano troppe informazioni. Più che la separazione credo che vostro figlio possa magari soffrire la minor presenza del padre, che però è differente.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista per una consulenza genitoriale, magari insieme al suo ex compagno. Qualora volesse, sono a disposizione.
Un saluto,
Dott. Alessandro D'Agostini
Salve, grazie per la condivisione e la dovizia di dettagli. Sicuramente il vostro è un bambino fortunato perchè ha due genitori che riescono a collaborare, nonostante la separazione, preoccupandosi di cosa sia meglio per lui. Una routine, dove ci sono dei giorni definiti in cui sta con la mamma o con il papà, potrebbe aiutare il bambino a farsi un'idea su quando vedrà ciascuno e poter così essere pronto sia al riabbracciarsi che al salutarsi. Avere degli oggetti che lo aspettano nel suo spazio nelle case di ciascun genitore, sicuramente sarà rassicurante, come poter portare un gioco che è da papà dalla mamma o viceversa: insomma, le transizioni vanno accompagnate con calma e anticipandogli quando verranno fatte.
Ciascuna situazione però è a sè e, per poter trovare ciò che può essere più adatto a voi, vi consiglierei di pensare ad un percorso di supporto genitoriale, ad esempio con dei colloqui psicologici.
Se aveste bisogno, rimango a disposizione.
Coridalmente, Dott.ssa Giulia Pastorino
Gentile utente, La separazione per i figli è sempre un evento critico, ma se affrontata bene non è per forza traumatica. La legge stabilisce il diritto del bambino ad avere un rapporto continuativo ed equilibrato con ciascun genitore, non dà indicazioni sulla divisone del tempo e, soprattutto, mette al centro i diritti e bisogni del bambino, non quelli dei genitori. Partendo dai bisogni di un bambino molto piccolo, c’è il bisogno fondamentale di avere regolarità e costanza nella presenza della figura principale di riferimento. Un bambino di due anni, ad esempio, difficilmente regge una separazione dalla madre (o chi per lei) superiore a una giornata e lo possiamo osservare dai pianti disperati o da altri comportamenti che possono essere interpretati come “capricci”. In realtà il piccolo ci sta manifestando la disperazione per un “abbandono” che non riesce a comprendere come solo temporaneo. Verso l’anno di età (per i bambini precoci già verso i 9 mesi) il piccolo comincia a capire che la mamma o il papà continuano ad esistere da un’altra parte anche quando se ne vanno. Rimane comunque difficile sopportare l’attesa del ritorno e le emozioni negative associate. Molti bambini piccoli, a cui è stato imposto un distacco prolungato dalla mamma troppo precocemente, al ritorno a casa sono intrattabili, manifestano rabbia contro di lei perché si sono sentiti abbandonati. Tutto ciò può essere superato con gradualità, aumentando poco per volta il tempo del distacco dalla mamma (o altra figura primaria) e soprattutto se l’allontanamento non viene vissuto come un abbandono grazie alle capacità di entrambi i genitori di aiutare il piccolo a mantenere un legame con chi se ne va (con le parole, con le coccole, lasciando che l’altro genitore chiami al telefono il piccolo, con la presenza del giocattolo preferito o di una copertina anche nell'abitazione dell'altro genitore piuttosto di un giocattolo preferito da portare da una casa all'altra). Non esistono ricette preconfezionate, ma è saggio nel caso di bambini piccoli prevedere separazioni all’inizio di poche ore dalla madre (o figura primaria) e aumentarle gradualmente, osservando le reazioni del bambino. Cordiali saluti, dr Germi Psicologa, Pedagogista e Mediatore Familiare
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso la vostra situazione familiare. Sarebbe importante per voi fare un percorso di genitorialità affinché possiate accordarvi al meglio su quali decisioni sono più opportune per vostro figlio. Sicuramente una stabilità nel tempo gli permetterà di acquisire più certezze e sicurezza, anche rispetto alla qualità del tempo che passerà con voi. Cordialmente dott.ssa Raffaella Gagliano
Gentilissima, grazie per l'intima e dettagliata condivisione della vostra vita familiare. Capisco le preoccupazioni che state riscontrando voi genitori, soprattutto perchè credo che la vostra collaborazione sia molto preziosa. Credo che potrebbero aiutarvi dei colloqui con un terapeuta infantile, in modo da individuare insieme delle strategie per affrontare la separazione.
Resto a disposizione!
AV
Gentile utente, il suo bambino sta crescendo ed è in quella fase in cui si rende conto in modo più chiaro di quello che gli succede. Questa fase evolutiva, inoltre, è caratterizzata da un bisogno di imporsi che prima non c'era. E' questa spesso anche la fase dei capricci.
Il cambiamento emerso nel comportamento di suo figlio non coincide necessariamente con un nuovo problema, ma con una fase evolutiva.
Questi scatti di crescita possono mettere in crisi i genitori che si sentono responsabili di far soffrire il loro piccolo, in questo modo rischiano di iperproteggerlo, ostacolando la normale crescita .
Per un accompagnamento alla genitorialità, che vi indirizzi sulle modalità più opportune di gestire la crescita del vostro bambino e chiarisca ogni dubbio, sarebbe utile rivolgervi ad uno specialista.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Salve, non posso darle una risposta accurata perché avrei bisogno di molte altre informazioni. Tuttavia in via del tutto generale le consiglio di trovare il modo per dare al bambino la sensazione di massima stabilità , una routine senza grandi distacchi improvvisi , una normale vita quotdiiana per quanto vi sarà possibile nella vostra situazione. Sono certo che riuscirete visto il vostro intelligente approccio alla separazione per il bene del bambino. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buonasera, sento anche io di suggerirle la massima stabilità per il bambino con una routine che sia costante. Trovo che sia anche normale che il vs. bambino oggi stia soffrendo della separazione dal padre e in precedenza no. I bambini crescono e ogni età richiede attenzioni particolari e i bambini sono più o meno spaventati e incuriositi dall'altro, dalle esplorazioni, ecc. Probabilmente in questo momento di vita comprende maggiormente la figura paterna e il distacco che ogni volta deve vivere e ne sta soffrendo. Non esiste a mio avviso LA soluzione, ma voi come state facendo cercate di trovare la vs. migliore possibilità di dar sicurezza e stabilità al vs. bambino. Se avesse desiderio di condividere sono a sua disposizione. Cordiali saluti. Dott.ssa Alessandra Domigno
Salve signora, dal suo racconto la vostra sembra una separazione il più sereno possibile. Può essere naturale che un bambino a questa età abbia difficoltà a separarsi dal genitore di riferimento, ma quali sono gli indicatori che la portano a pensare che il bambino stia soffrendo?
Per i bambini è importante avere stabilità, sapere cosa accadrà e con chi trascorrerà il suo tempo, potete prepararlo a come si svolge ognuna delle sue giornate
Potrebbe inoltre essere utile, per lui, riconoscersi all'interno di una storia, mediante la quale gli si spiega che, seppure la mamma ed il papà non vivono più nella stessa casa, continueranno ad essere i suoi genitori e a volergli bene.
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Buongiorno,
La prima cosa che mi sento di dirle è che, dalle sue parole, emerge un livello di collaborazione tra lei e il suo ex compagno davvero ammirevole e per nulla scontato. Il fatto che riusciate a confrontarvi e ad avere una buona sintonia per il bene del vostro bambino è davvero molto importante.
Comprendo che ci possano essere dei sensi di colpa per non poter offrire a vostro figlio una coppia genitoriale “classica”, che si ama e vive sotto lo stesso tetto senza problemi di giorni o case diverse in cui stare, ma su questo potete stare tranquilli, il vostro amore e la vostra attenzione verso i sentimenti del bambino sono tutto ciò che gli serve per crescere bene.
Consideri che vostro figlio sta crescendo e diventa sempre più consapevole del tempo, dei luoghi, dei distacchi ecc, quindi è normale che in questa fase faccia un po’ più di difficoltà ad adattarsi alla situazione.
Io mi prenderei un po’ di tempo per valutare come evolvono le cose, ovviamente prestando sempre molta attenzione a non forzare il bambino e mostrandovi comprensivi di fronte alle sue reazioni.
Se le cose non dovessero migliorare, potete sempre valutare una consulenza psicologica per il vostro piccolo.
Un saluto cordiale,
Dott.ssa Federica Casale
Salve. Nelle sue parole é evidenziato il momento esatto in cui il bambino manifesta disagio, ovvero il momento del distacco, ma anche che nel prima e nel dopo é sereno. Dovete occuparvi a mio parere solo di questo, del passaggio da un genitore all'altro, per fare in modo di lenire il normale sforzo di adattamento che vostro figlio ogni volta deve compiere.
Da ciò che scrive si deduce inoltre che siete due genitori uniti nel vostro compito, anche se vi siete lasciati. Poi ci sono i temi della separazione dal seno, del senso di colpa che nutre o nutrite per il fatto di aver imposto la separazione a vostro figlio e forse altro da poter approfondire in uno studio di psicoterapia. Ma pensateci bene, sarebbe stato forse meglio imporre a vostro figlio l'unione forzata di due genitori infelici?!
Cercate di affrontare il compito della genitorialità con più tolleranza verso voi stessi e verso il disagio che esprime vostro figlio e se avete difficoltà nel farlo non esitate a chiedere un aiuto.
Un cordiale saluto.
Gentile signora,
nei primi tre anni di vita di un bambino è naturale piangere e soffrire per un distacco, credo che voi genitori state agendo nel modo più idoneo, mediante la collaborazione e garantendo la serenità. E' necessario avere maggiori informazioni sulla vostra organizzazione e sulle specificità emotive e comportamentali del bambino.
Concordo che garantite la flessibilità negli incontri del padre con il figlio, ma allo stesso tempo è opportuno predisporre una scansione più definita dei tempi in cui il bambino sta con uno e l'altro genitore, una stabilità e una continuità delle attività. Organizzare anche gli spazi del bambino nelle entrambe abitazioni, ad esempio la sua cameretta, i suoi giocattoli. Se Lei si sente preoccupata e vorrebbe ricevere un supporto per sentirsi più sicura nella sua funzione genitoriale può contattarmi anche online. Saluti Dott.ssa Maria Luisa Strano
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Buonasera grazie per la condivisione della sua storia. Il bambino è cresciuto rispetto alla separazione per questo si accorge delle assenze. È importante dargli punti fissi, abitudini che possano aiutare il suo equilibrio interno. Una presenza costante di entrambi e continuità. Parlare del papà quando non è fisicamente presente e viceversa. Dr.ssa Aida Francomacaro
Gentile utente, grazie per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e preoccupazioni, e mi dispiace molto per i vissuti negativi che da queste scaturiscono. Se dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso online, utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori modo ssa trovare una strada percorribile verso la serenità.
Qualora dovesse avere altre domande, o desiderasse ricevere ulteriori informazioni, non esiti a contattarmi. Un caro saluto, dott.ssa Anastasia Giangrande.
Buonasera,
Posso dirle che è del tutto naturale sentirsi in difficoltà quando si tratta di trovare la soluzione migliore per il benessere del proprio bambino, soprattutto in seguito a una separazione.
I bambini di questa età hanno bisogno di stabilità e prevedibilità per sentirsi al sicuro, per quanto possa sembrare restrittivo o troppo rigido stabilire dei giorni fissi per trascorrere il tempo con il papà, avere una routine prevedibile potrebbe aiutarlo a comprendere e gestire meglio i momenti di separazione.
Sapere cosa aspettarsi e quando rivedere i genitori può garantirgli un maggiore senso di controllo e sicurezza.

Il fatto che ora trascorra il tempo a casa del papà e che abbia un rapporto più intenso con lui è un segno positivo di adattamento, ma è anche normale che soffra un po’ il distacco quando lei lo va a prendere, significa che sta sviluppando legami affettivi con entrambi i genitori, il che è importante per il suo equilibrio emotivo.

Riguardo al sonno e all'allattamento, dato che non ha mai dormito senza di lei, potrebbe essere utile avvicinarsi gradualmente alla transizione, magari cominciando con piccoli periodi di distacco, senza forzare un cambiamento improvviso. È importante che entrambi i genitori cerchino di mantenere coerenza nella gestione di questi momenti per evitare confusione.

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