Buonasera, ho una figlia di 29 anni, con la diagnosi di DBT da 2022, siccome la lista dei farmaci ch

16 risposte
Buonasera, ho una figlia di 29 anni, con la diagnosi di DBT da 2022, siccome la lista dei farmaci che le sono stati somministrari è molto lunga, chiedo sé il percorso in strutture doppia diagnosi possa guarire questo tipo di paziente? Comincio a pensare che mia figlia non si recupererà mai più perché è da 5 anni che assume psicofarmaci, sembra una cavia in mano dai medici che le hanno in cura! Ringrazio in anticipo per l'attenzione.
Buongiorno, "doppia diagnosi" fa riferimento alla coesistenza di un disturbo da uso di sostanze ed un altro disturbo psichiatrico. L'inserimento in strutture che si occupano di entrambi i disturbi può risultare beneficiario in alcuni pazienti; tuttavia, non esiste una regola fissa per cui qualunque percorso va discusso in accordo con lo specialista ed eventuale equipe di riferimento.

In ogni caso, è possibile che anche un disturbo complesso come il disturbo borderline di personalità vada incontro a remissione con le cure ed i trattamenti adeguati, non perda speranza ed abbia fiducia nello/negli specialista/i a cui vi siete rivolti.

Cordiali saluti

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Buongiorno,
comprendo la sua preoccupazione per la situazione di sua figlia.
Le strutture di doppia diagnosi possono offrire supporto significativo ma non esiste un'unica regola.
Rimane però estremamente importante mantenere una comunicazione aperta con i professionisti che la seguono e valutare insieme le strategie terapeutiche più adatte. Ogni percorso è unico e il recupero è possibile, anche se richiede tempo, fiducia e pazienza.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Diana Sala
Buongiorno. Il Disturbo Borderline di Personalità (DBT) è una condizione complessa e il percorso di cura può richiedere tempo, soprattutto quando ci sono difficoltà aggiuntive come la doppia diagnosi, che implica la presenza di più problematiche psicologiche o dipendenze. Le strutture specializzate in doppia diagnosi possono offrire un approccio più integrato e personalizzato, supportando sia con il disturbo della personalità che con altre condizioni associate

Oltre ai farmaci, che possono essere utilizzati per gestire i sintomi, percorsi di psicoterapia, come le metodologie attive e la terapia dialettico-comportamentale (TDC), sono fondamentali per un trattamento efficace e per migliorare la qualità della vita. È importante mantenere un dialogo costante con i medici ei terapeuti per rivedere il piano

Se sente che il percorso attuale non sta portando miglioramenti, potrebbe valere la pena valutare con i medici l'idea di un secondo parere o di un cambiamento di approccio terapeutico.

Infine, il supporto della famiglia è fondamentale, quindi il consiglio di mantenere un dialogo aperto con sua figlia, i suoi terapeuti e, se possibile, partecipare ad incontri di supporto per familiari di persone con disturbo borderline.

Le auguro il meglio per il percorso di sua figlia e per il suo benessere.
d.ssa Raileanu
Salve, la situazione è molto complessa, a fianco dell'intervento farmacologico, necessario, giova una psicoterapia e il supporto alla famiglia. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
Buona sera signora, la capisco e mi dispiace, per quanto mi riguarda, dell'ennesimo caso di mala-psichiatria. Purtroppo queste pratiche e prolungate per così tanto tempo non possono sortire altro effetto di convincere i pazienti stessi e le loro famiglie che non ci sia nulla da fare.
Ma non è così. Se ne può uscire. Mi scriva, ne parleremo senza impegno.
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Buongiorno, comprendo che la situazione sia difficile e possa scoraggiare, ma continuare le cure e ascoltare i professionisti che hanno in carico sua figlia ritengo che sia comunque la scelta migliore. Consiglio inoltre di affidarsi ad un professionista per un supporto familiare. Il ruolo del genitori in queste situazioni è molto complesso e ha bisogno di un supporto personalizzato.
Dott. Marenco
Buongiorno,
il disturbo borderline di personalità richiede il trattamento integrato di psicoterapia e farmacoterapia. I pazienti doppia diagnosi sono affetti da un disturbo psichiatrico e sono accompagnati da una dipendenza patologica quale può essere quella dall' alcool o da sostanze stupefacenti. In questi ultimi casi tal volta può essere necessario ricovero in strutture adeguate. Non credo sia il caso di sua figlia. Ad ogni modo la valutazione ed il relativo piano terapeutico di un paziente può essere pianificato solo ed esclusivamente a seguito di colloqui conoscitivi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, le consiglio di non considerare il Disturbo Borderline come una "malattia" da curare/incurabile: è un disturbo complesso che può essere tenuto sotto controllo e gestito con psicofarmaci unitamente ad un valido e costante percorso di psicoterapia. Potrebbe rivolgersi allo/a psichiatra per valutare l'inizio di un percorso terapeutico, se ancora non lo sta percorrendo. Quando si parla di "doppia diagnosi", come hanno già sottolineato i colleghi, ci si riferisce ad abuso di sostanze e disturbo psichiatrico: quando è presente un DBP, vi potrebbe essere la comorbilità con l'abuso di sostanze, ma anche con diversi disturbi dell'umore.
Se ha bisogno di ulteriori informazioni, resto a Sua disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
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Cara utente, sicuramente fare un percorso in una struttura in cui è possibile seguire un “trattamento integrato” è una buona opportunità in quanto è
la stessa équipe di clinici ad occuparsi di entrambi i
disturbi del paziente, coordinando i programmi specifici.
Gli obiettivi sono il recupero del soggetto e il
miglioramento di entrambe le problematiche. Per
“recupero” si intende che il soggetto a doppia diagnosi
impari a gestire entrambi i disturbi e migliori la propria
qualità di vita. Come lei ha potuto constatare, è una situazione complessa che richiede tempo, pazienza e fiducia nell'equipe che ha in cura sua figlia. Bisogna trovare la strada giusta per riportarla all'autonomia, non è semplice perchè ne esistono tante e diverse! Spero che presto possa intraprendere la sua, sperando lo abbia già fatto.
Forza!
Dott.ssa Chiara Caprarelli
Buonasera. Comprendo quanto possa essere difficile e frustrante vedere una persona amata affrontare una sfida così complessa e duratura come il disturbo borderline di personalità (DBT). È naturale sentirsi impotenti e preoccupati per il futuro.
È importante ricordare che il percorso di trattamento per il DBT e le condizioni co-occorrenti, come le dipendenze, può essere lungo e variegato. Ogni persona è unica, e i percorsi di guarigione possono differire notevolmente da individuo a individuo. Per molte persone, i trattamenti in strutture a doppia diagnosi possono essere molto efficaci. Queste strutture sono progettate per affrontare sia i disturbi mentali che le problematiche legate all'uso di sostanze, offrendo un approccio integrato che può portare a risultati positivi.
È comprensibile sentirsi frustrati dalla lunga lista di farmaci e dalla sensazione di non vedere progressi. A volte, il processo di trovare il giusto equilibrio di trattamento può richiedere tempo, e può essere necessario lavorare con diversi professionisti per trovare le giuste combinazioni terapeutiche. È fondamentale mantenere una comunicazione aperta con il team di cura di tua figlia, per esprimere le tue preoccupazioni e discutere eventuali alternative o aggiustamenti nel piano di trattamento.
È essenziale avere pazienza e sostenere tua figlia in questo percorso, facendo attenzione anche al tuo benessere emotivo. Se possibile, considera di cercare supporto anche per te stesso, che può aiutarti a gestire meglio le tue preoccupazioni e le tue emozioni.
Grazie ancora per aver condiviso il tuo punto di vista. Se hai altre domande o desideri approfondire ulteriormente, sono qui per aiutarti. Cordiali Saluti, Dott.ssa Carolina Giangrandi
Cara utente, ha mai pensato ad un percorso di sostegno per lei? In qualità di madre rappresenta una delle più importanti risorse a cui sua figlia può attingere. Anche un lavoro approfondito sul sistema-famiglia può dare siti soddisfacenti, soprattutto per far sì che le modalità in cui il DBT è gestito e vissuto possano cambiare, rendendo tutti più liberi.
Non mi pronuncio sulla terapia farmacologica, ma so che in combinazione con la psicoterapia spesso rivela un'ottima efficacia. un caro saluto. B.C.
Gentile utente, grazie per la sua condivisione.
Posso immaginare che si senta sfiduciata.
Sentire i proprio figli in difficoltà è un'esperienza faticosa e dolorosa.
Mi sento di suggerirle di confrontarsi con l'equipe che ha in carico sua figlia e di cercare uno spazio terapeutico familiare per supportare tutto il sistema familiare in questo momento delicato della crescita di sua figlia.

Un caro saluto,
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Buonasera, concordo con quanto suggeritole, sia per quanto riguarda una comunicazione aperta con chi segue sua figlia, sia per quanto concerne un intervento psicologico/psicoterapico rivolto non solo a sua figlia, sia sul concetto di doppia diagnosi, cioè compresenza ad esempio di una problematica mentale e una situazione di abuso o dipendenza da sostanze. A leggerla però parrebbe di capire che non sia stata considerata una psicoterapia per sua figlia (e nemmeno un supporto/consulenza psicologici ai familiari coinvolti) e qualora non abbia frainteso, francamente mi lascia basito il fatto che in un caso di DBT, a maggior ragione vista l'età di sua figlia, non sia stato considerato pure un approccio psicoterapico, che non garantisce il 100% di successo ma ne aumenta sicuramente le probabilità, sia a livello ambulatoriale, sia a livello di struttura comunitaria.
Cordialmente,
M.M.
Salve, la ringrazio per aver scritto.
La cura farmacologica può accompagnare il paziente a lungo dato che va periodicamente rivista in base alla risposta della persona al trattamento e in base alle variabili di vita che possono mutare.
Un temporaneo ricovero in struttura può talvolta facilitare un inquadramento preciso, favorito proprio dal tempo di permanenza e di osservazione in struttura.
In ogni caso, è importante sempre far riferimento ai curanti che hanno in carico la cura per valutare l’affiancamento di altri interventi, anche di tipo psicoterapico.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Di Costanzo
Capisco bene la sua preoccupazione per sua figlia e la frustrazione che può derivare dal vedere una persona amata in cura da anni, senza sentirsi ancora vicini a una soluzione. La diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità (DBP) può essere difficile da affrontare, sia per chi ne soffre che per i familiari, e comprendo i suoi dubbi sull’efficacia dei farmaci, soprattutto quando il percorso sembra lungo e complesso.

È importante sottolineare che il trattamento del DBP, così come di altri disturbi psichiatrici, non si basa solo sui farmaci, ma su un approccio integrato. La psicoterapia è uno strumento fondamentale in questo processo, e la scelta di uno psicoterapeuta molto esperto e formato può fare la differenza per sviluppare un percorso terapeutico mirato e personalizzato. Le strutture per doppia diagnosi, qualora siano indicate nel caso specifico di sua figlia, potrebbero offrire un supporto adeguato se ci sono anche problematiche legate alle dipendenze.

È comprensibile sentirsi sfiduciati quando si ha l’impressione che le cure stiano procedendo senza miglioramenti evidenti, ma trattamenti complessi come questi richiedono tempo e spesso aggiustamenti continui. È sempre una buona idea parlare apertamente con i medici curanti per chiarire i dubbi, e non esitare a richiedere una seconda opinione se lo ritiene opportuno.

Infine, ci tengo a ricordarle che il Servizio Sanitario Nazionale offre spazi di supporto psicologico e psicoterapeutico nel pubblico, accessibili con il pagamento di un ticket, che possono essere un’opportunità per valutare un percorso terapeutico multidisciplinare.

Le auguro il meglio e spero che sua figlia possa trovare il supporto necessario per il suo percorso di cura.
Sono disponibile anche online
Cordialmente
Dott. Tiziana Vecchiarini
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Leggo tanta sofferenza nelle cose che mi scrive. Sembra descriversi come la pecora nera della sua famiglia. Non demorda e continui a credere che la sua vita potrebbe cambiare e ritrovare il benessere psicologico che si merita. Il mio approccio consiste in una prima call gratuita telefonica dove delimitare la problematica che la affligge a cui far seguire un percorso terapeutico online oppure in presenza. Cordialità dott. Gaetano Marino

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