Buonasera, ho una bambina di quasi 6 anni affetta da adhd disturbo oppositivo provocatorio. Fa terap
53
risposte
Buonasera, ho una bambina di quasi 6 anni affetta da adhd disturbo oppositivo provocatorio. Fa terapia cognitivo comportamentale ma l attenzione non sembra migliorata, è sempre stanca, svolge i compiti (al massimo 2pagine) con fatica trovando sempre una scusa per sviare il compito. Faceva terapia multisistemica in acqua, attualmente fa nuoto con tutti gli altri bambini e proprio oggi c è stato un piccolo episodio di aggressività :due pizzicotti ad una bambina. Sono contraria all uso farmacologico, sto provando con l olio di vetiver e omega-3. Vorrei consultare un nutrizionista per una dieta alimentare. Non so come aiutare mia figlia ad essere sempre tranquilla, a concentrarsi, a non stancarsi facilmente, ad organizzarsi.. Come posso aiutarla? Cordiali saluti.
Buonasera. Signora, è fondamentale l'approccio integrato riabilitativo. Provi a trovare un centro di riferimento in zona o un'associazione (esempio AIDAI) o associazioni di familiari per bambini con Adhd. Non può essere lei madre, proprio perché fortemente coinvolta, a stabilire da sola il giusto percorso di cura. Si tratta di una situazione molto complessa, che richiede tante energie e unione nella parte pedagogica oltre che riabilitativa
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Salve, appoggio completamente la mia collega, non credo che lei può risolvere il problema della bimba da sola, o con integratori e nutrizionista . Lei dovrebbe portare la bimba in un centro specializzato per l' ADHD dove le faranno una giusta diagnosi e relativa cura. La saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli
Prenota subito una visita online: Primo colloquio individuale - 60 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Buongiorni,concordo con i colleghi riguardo al fatto che è importante una valutazione e un percorso fatti da professionisti che lavorino in team in un centro specializzato. Alcuni di questi offrono anche un parental training, per sostenere i genitori nella gestione di alcuni comportamenti problema. Detto questo,poiché si nota che lei è già una mamma molto attenta, la invito anche a non catastrofizzare alcuni piccoli eventi come quello che ci ha descritto e ad avere fiducia in chi si prenderà cura del suo bambino.
Cordiali saluti
Dott.Esposito Malara
Cordiali saluti
Dott.Esposito Malara
Buon giorno Signora,
Concordo coi colleghi : è più che comprensibile che un genitore attento, come lei pare, sia spaventato e preoccupato da una situazione simile.
È certamente necessario fare un lavoro integrato che dia sostegno anche a Lei/voi come madre e come famiglia per comprendere meglio ciò che succede e distinguere, spesso non è semplice, gli avvenimenti gravi e patologici da quelli più legati al consueto crescere di un bambino.
È inoltre importante porre attenzione al nostro contesto di vita familiare e non.
Oggi la vita ci porta dei ritmi così frenetici che il disturbo nell'attenzione nei bambini finisce per essere "la loro unica risposta possibile" a ritmi di vita che toccano noi e loro, spesso nostro malgrado.
Un cordiale saluto.
Andrea De Lorenzo Poz.
Concordo coi colleghi : è più che comprensibile che un genitore attento, come lei pare, sia spaventato e preoccupato da una situazione simile.
È certamente necessario fare un lavoro integrato che dia sostegno anche a Lei/voi come madre e come famiglia per comprendere meglio ciò che succede e distinguere, spesso non è semplice, gli avvenimenti gravi e patologici da quelli più legati al consueto crescere di un bambino.
È inoltre importante porre attenzione al nostro contesto di vita familiare e non.
Oggi la vita ci porta dei ritmi così frenetici che il disturbo nell'attenzione nei bambini finisce per essere "la loro unica risposta possibile" a ritmi di vita che toccano noi e loro, spesso nostro malgrado.
Un cordiale saluto.
Andrea De Lorenzo Poz.
Cara signora,
c'è tanta preoccupazione nelle sue parole, ma anche tanto impegno nella strada intrapresa:
- la diagnosi le è stata fatta, immagino da un neuropsichiatra infantile o da chi specializzato nell'ambito indicato
- è seguita da una psicoterapeuta che si occupa di comportamento, aspetto anche questo importante
- vuole integrare il sostegno a sua figlia con degli integratori e quindi contattare una nutrizionista, questo potrebbe essere un aiuto
Come suggerisce qualche collega potrebbe essere importante un'attenzione all'aspetto emotivo, suo, vostro in quanto famiglia e soprattutto di sua figlia.
L'ADHD, l'opposizione, così come tutto ciò che fa parte della vita, ha sempre una importante componente emotiva: bassa autostima, confusione, difficoltà ad entrare e stabilire relazioni con gli altri, paura del rifiuto, forte senso di disagio che si riversa nell'opposizione e nella difficoltà a "stare". Queste componenti dovrebbero essere parte integrante del percorso di terapia...
Buon percorso signora, piano piano...
Gilda Schiavoni
c'è tanta preoccupazione nelle sue parole, ma anche tanto impegno nella strada intrapresa:
- la diagnosi le è stata fatta, immagino da un neuropsichiatra infantile o da chi specializzato nell'ambito indicato
- è seguita da una psicoterapeuta che si occupa di comportamento, aspetto anche questo importante
- vuole integrare il sostegno a sua figlia con degli integratori e quindi contattare una nutrizionista, questo potrebbe essere un aiuto
Come suggerisce qualche collega potrebbe essere importante un'attenzione all'aspetto emotivo, suo, vostro in quanto famiglia e soprattutto di sua figlia.
L'ADHD, l'opposizione, così come tutto ciò che fa parte della vita, ha sempre una importante componente emotiva: bassa autostima, confusione, difficoltà ad entrare e stabilire relazioni con gli altri, paura del rifiuto, forte senso di disagio che si riversa nell'opposizione e nella difficoltà a "stare". Queste componenti dovrebbero essere parte integrante del percorso di terapia...
Buon percorso signora, piano piano...
Gilda Schiavoni
Gentile mamma,
Certi comportamenti dei bambini, che vengono chiamati con nomi altisonanti, sono spesso una reazione di protesta a condizioni di disagio che essendo piccoli non sanno raccontare se non attraverso l’azione.
Se per esempio ha iniziato ora la prima elementare, potrebbe avere difficoltà a rispettare la regola di rimanere seduta per tanto tempo. Il suo comportamento potrebbe essere anche una reazione a esperienze che le sono sembrate ingiuste. Provi a collegare le reazioni della bambina a quello che le succede e potrebbe trovare qualche risposta alla sua domanda. Consideri anche la possibilità che la bambina si senta sovraccarica e non ce la faccia a fare tutto o magari ha bisogno di più tempo per adattarsi.
Un cordiale saluto.
D.ssa Patrizia Mattioli
Certi comportamenti dei bambini, che vengono chiamati con nomi altisonanti, sono spesso una reazione di protesta a condizioni di disagio che essendo piccoli non sanno raccontare se non attraverso l’azione.
Se per esempio ha iniziato ora la prima elementare, potrebbe avere difficoltà a rispettare la regola di rimanere seduta per tanto tempo. Il suo comportamento potrebbe essere anche una reazione a esperienze che le sono sembrate ingiuste. Provi a collegare le reazioni della bambina a quello che le succede e potrebbe trovare qualche risposta alla sua domanda. Consideri anche la possibilità che la bambina si senta sovraccarica e non ce la faccia a fare tutto o magari ha bisogno di più tempo per adattarsi.
Un cordiale saluto.
D.ssa Patrizia Mattioli
Le suggerisco un percorso di parent training rivolto a Lei e suo marito,che ha l'obiettivo di informarvi in modo completo sulle caratteristiche e sul funzionamento dei bambini con ADHD,ma soprattutto di formarvi all'utilizzo di strategie utili per gestire i comportamenti problema di vostra figlia.Il parent training per i genitori è spesso utilizzato insieme al trattamento cognitivo-comportamentale per il bambino con ADHD.Si può rivolgere all'associazione AIFA (Associazione Italiana Famiglie Adhd) per avere informazioni relative al suo territorio,in slcuni casi tali percorsi per i genitori sono offerti gratuitamente.
Gentile signora, comprendo il suo stato di frustrazione, di fronte alla problematica che sua figlia propone, e sono particolarmente attento con la collega Mattioli, che le sottolinea quanto ci sia del bambino nelle modalità di comportamento "anomalo" dove la disattenzione e altro rappresentino dei segnali, delle manifestazioni del proprio disagio, anche per questo io propongo sempre affinchèé siano anche i genitori ad intraprendere un percorso di elaborazione dell'ansia.
Per questo se interessati proporrei un incontro conoscitivo dove stabilire quali strategie intraprendere, anche in funzione dei risultati attinenti a sua figlia.
Le proporrei quindi di prenotare un'incontro al sabato mattina che ci permette di avere del tempo sufficiente.
distinti saluti
Barbera Antonio
Per questo se interessati proporrei un incontro conoscitivo dove stabilire quali strategie intraprendere, anche in funzione dei risultati attinenti a sua figlia.
Le proporrei quindi di prenotare un'incontro al sabato mattina che ci permette di avere del tempo sufficiente.
distinti saluti
Barbera Antonio
Premesso che condivido con i miei colleghi ogni indicazione offerta, è importante signora un intervento integrato e soprattutto ottimale sarebbe essere "seguiti" e accolti da un unico centro specializzato in adhd o disturbi dello sviluppo.
Poi in merito al suo racconto sull' attenzione e l'età di sua figlia si comprende che abbia iniziato un nuovo percorso scolastico che comporta la mobilitazione di emozioni e pertanto manifestazioni di "agitazione". Tenga conto che tutti i bambini sviluppano un'idea di sé (ad es. "Io sono capace" o "io non sono capace") che influenza e determina l'espressione di un comportamento o la gestione di una situazione. Pertanto è necessario innanzitutto che lei trovi un centro o studio esperto in disturbi dello sviluppo o evolutivo che vi aiuti ad affrontare e gestire le difficoltà che Si presentano.
Cordialmente dott.ssa Arcangela AnnaRita Savino
Poi in merito al suo racconto sull' attenzione e l'età di sua figlia si comprende che abbia iniziato un nuovo percorso scolastico che comporta la mobilitazione di emozioni e pertanto manifestazioni di "agitazione". Tenga conto che tutti i bambini sviluppano un'idea di sé (ad es. "Io sono capace" o "io non sono capace") che influenza e determina l'espressione di un comportamento o la gestione di una situazione. Pertanto è necessario innanzitutto che lei trovi un centro o studio esperto in disturbi dello sviluppo o evolutivo che vi aiuti ad affrontare e gestire le difficoltà che Si presentano.
Cordialmente dott.ssa Arcangela AnnaRita Savino
Salve. La diagnosi è stata fatta da un neuropsichiatra? Consideri che sicuramente la psicoterapia è molto utile alla bambina, ma può essere indispensabile il coinvolgimento dei genitori per garantire che l'ambiente sia più supportivo possibile e capire anche se la problematica abbia o meno origini all'interno delle relazioni familiari della piccola. Potrebbe risultare molto utile seguire i tempi della bimba non forzando la sua attenzione oltre le sue possibilità perché potrebbe portare ulteriore frustrazione. Cari saluti, dott.ssa Nausicaa Precenzano
Salve, si capisce come la situazione di sua figlia la stia molto preoccupando. Oltre alla terapia della bambina, lei (e il papà) siete supportati in qualche modo? In questi casi avere un sostegno alla genitorialità può essere molto utile per gestire le preoccupazioni, migliorare la comprensione delle difficoltà dei figli e creare nuove modalità comunicative che possono avere ripercussioni positive per tutta la famiglia. Non esiti a contattarmi se desiderasse ulteriori indicazioni. Saluti, Dott.ssa Aloisi
buonasera, non è chiaro da quanto tempo sua figlia sia seguita in maniera multidisciplinare, ad ogni modo il percorso di adattamento è lento e progressivo e le consiglio per ogni dubbio di consigliarsi e chiedere informazioni maggiori allo specialista che ha la sua bambina in cura. Non è da escludere inoltre un percorso di supporto per lei e suo marito per tranquillizzarvi e direzionarvi al meglio nella crescita di vostra figlia. Anche per questo rimando al consulto con il vostro psicoterapeuta in prima istanza.
Gentile signora, non posso che fare eco ai colleghi che consigliano un approccio multidisciplinare integrato per la situazione. Comprendo perfettamente la paura e la versione per un intervento farmacologico In una bimba piccola con la sua, ma l'omeopatia e la dieta non sono assolutamente interventi sufficienti in questo caso. Per comprendere come aiutare la Sua bimba deve affidarsi a personale specializzato. Sarà inoltre importante una psicoeducazione per tutti coloro che hanno a che fare con Sua figlia, Lei per prima, per imparare a gestire al meglio eventuali comportamenti problematici. Un supporto psicologico anche per Lei potrebbe essere indicato. Si affidi con fiducia a un centro specializzato, nel messaggio traspare chiaramente la preoccupazione e l'affetto nei confronti di sua figlia ed è evidente che voglia il suo benessere. La strada giusta è quella di farsi seguire. In bocca al lupo! Cordialità, DMP
Buonasera,
come del resto i miei colleghi prima di me, anche io mi sento di consigliarLe un percorso multidisciplinare integrato per meglio aiutare la sua bimba. Contatti il più vicino centro specializzato in ADHD della sua zona e provi a fissare un appuntamento di Valutazione della piccola.
Le auguro di trovare presto le risposte e l'aiuto che cerca da tempo.
Cordialmente
FS
come del resto i miei colleghi prima di me, anche io mi sento di consigliarLe un percorso multidisciplinare integrato per meglio aiutare la sua bimba. Contatti il più vicino centro specializzato in ADHD della sua zona e provi a fissare un appuntamento di Valutazione della piccola.
Le auguro di trovare presto le risposte e l'aiuto che cerca da tempo.
Cordialmente
FS
Concordo con un approccio multidisciplinare. Si faccia sostenere da una associazione che si occupa del trattamento del Adhd e del sostegno alle famiglie e segua scrupolosamente le loro indicazioni. Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Buongiorno signora,
quando i nostri bimbi sono in difficoltà inevitabilmente stiamo male anche noi e spesso è difficile capire da soli cosa è meglio fare.
D'altro canto come terapeuta posso dirle che con i bambini si ottengono i migliori risultati quando i genitori si mettono a disposizione in parallelo con una terapia di sostegno che vada di pari passo agli sviluppi di quella del bambino.
Le consiglio quindi di cercare un professionista che possa lavorare con voi genitori e che possa accogliere tutti i dubbi e le fatiche. Potreste farvi consigliare il nome di un collega dal terapeuta della vostra bambina, in modo che possano collaborare nel migliore dei modi.
Buona giornata.
Dott.ssa Luisa Sale
quando i nostri bimbi sono in difficoltà inevitabilmente stiamo male anche noi e spesso è difficile capire da soli cosa è meglio fare.
D'altro canto come terapeuta posso dirle che con i bambini si ottengono i migliori risultati quando i genitori si mettono a disposizione in parallelo con una terapia di sostegno che vada di pari passo agli sviluppi di quella del bambino.
Le consiglio quindi di cercare un professionista che possa lavorare con voi genitori e che possa accogliere tutti i dubbi e le fatiche. Potreste farvi consigliare il nome di un collega dal terapeuta della vostra bambina, in modo che possano collaborare nel migliore dei modi.
Buona giornata.
Dott.ssa Luisa Sale
salve, sarebbe opportuno contattare il suo medico curante ed il pediatra che potranno indirizzarla per una prima visita neuropsichiatrica e/o psicologica nell'ausl di riferimento al suo territorio. Cordialmente, Dr. Francesco della Gatta
Buonasera. Da 10 anni lavoro a stretto contatto con bambini e giovani adolescenti con disturbi dello spettro autistico, disturbi del comportamento e Adhd.
Concordo con i colleghi che non può essere la madre a prendersi carico di certe attività per il raggiungimento di determinati obiettivi.
E' necessario un percorso con degli specialisti che si attivino sulla bimba e credo sarebbe molto utile un supporto anche per voi genitori per chiarirvi e aiutarvi a delineare il vostro ruolo e come possiate essere di aiuto al 100% alla vostra bimba.
Io spesso svolgo quest'ultimo ruolo.
Per maggiori informazioni o un confronto non fatevi problemi a contattarmi.
Marco
Concordo con i colleghi che non può essere la madre a prendersi carico di certe attività per il raggiungimento di determinati obiettivi.
E' necessario un percorso con degli specialisti che si attivino sulla bimba e credo sarebbe molto utile un supporto anche per voi genitori per chiarirvi e aiutarvi a delineare il vostro ruolo e come possiate essere di aiuto al 100% alla vostra bimba.
Io spesso svolgo quest'ultimo ruolo.
Per maggiori informazioni o un confronto non fatevi problemi a contattarmi.
Marco
Salve, le consiglio di portare sua figlia in un centro specializzato per l' ADHD.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, mi spiace per il disagio manifestato dalla bambina. Ritengo essenziale continuare il percorso psicoterapico perchè prima si agisce e prima si ottengono risultati, anche se ci vuole del tempo. La bambina imparerà strategie per compensare le sue fatiche ed esprimere in maniera funzionale gli stati emotivi connessi al comportamento oppositivo e di rinuncia al compito. E' un lavoro che richiede paziente e collaborazione anche e soprattutto da parte dei genitori. Sottolineo l'importanza di qualche seduta di parent training anche in quanto i bambini che presentano questi disturbi esternalizzanti mettono a dura prova anche lo stile di parenting e il livello di stress genitoriale. Ciò innesca un circolo vizioso per il quale alle risposte oppositive e impulsive della bambina (tipiche del suo disturbo) possono arrivare risposte altrettanto oppositive e impulsive da parte vostra, sottoposti quotidianamente ad un importante stress.
In bocca al lupo, dott. FDL
Cordialmente, dott. FDL
In bocca al lupo, dott. FDL
Cordialmente, dott. FDL
Salve, le consiglio di rivolgersi a dei professionisti che sappiano consigliarle la terapia adatta a questo tipo di disturbi. La cosa migliore da fare è indagare e seguire un iter riabilitativo.
MMM
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Salve, capisco che per un genitore non è semplice vivere delle situazioni che espongono il proprio figlio a delle vulnerabilità. Immagino che dare a vostro figlio la possibilità di intraprendere diversi percorsi riabilitativi, sia una manifestazione della vostra premura e protezione nei suoi confronti.
Capisco che i risultati e i cambiamenti possono sembrare piccoli. Vorrei rassicurarla sul fatto che anche piccoli risultati possono essere visti come dei traguardi e rinforzare per questo il bambino. In modo parallelo è importante adottare le medesime strategie educative in tutti i contesti che frequenta il bambino per permettere una generalizzazione delle abilità acquisite.
Per fare ciò è molto utile che i genitori vengano informati dal professionista su alcuni accorgimenti che possono fare la differenza.
Rimango a disposizione per dubbi e domande
Buona serata
Capisco che i risultati e i cambiamenti possono sembrare piccoli. Vorrei rassicurarla sul fatto che anche piccoli risultati possono essere visti come dei traguardi e rinforzare per questo il bambino. In modo parallelo è importante adottare le medesime strategie educative in tutti i contesti che frequenta il bambino per permettere una generalizzazione delle abilità acquisite.
Per fare ciò è molto utile che i genitori vengano informati dal professionista su alcuni accorgimenti che possono fare la differenza.
Rimango a disposizione per dubbi e domande
Buona serata
Buongiorno, le consiglio di rivolgersi ad un psicologo con una formazione cognitivo- comportamentale per intraprendere un percorso riabilitativo in cui vengono messe in atto tecniche basate sulle evidenze scientifiche.
Saluti Dott.ssa Elisa Mariarita Catania
Saluti Dott.ssa Elisa Mariarita Catania
Buongiorno, è facile comprendere la sua preoccupazione e il desiderio di aiutare sua figlia nella gestione delle proprie difficoltà. Quando si parla di ADHD, generalmente l’intervento d’elezione coinvolge anche le figure genitoriali (ad esempio tramite percorsi di Parent Training), di modo da poter offrire loro uno spazio d’accoglienza e degli strumenti per la gestione delle specifiche difficoltà, utili per poter supportare al meglio il proprio figlio sia sul piano cognitivo e scolastico, ma anche – e soprattutto – sul piano emotivo e relazionale.
Il lavoro con i genitori è molto utile anche per far sì che quanto appreso e sperimentato dalla bambina nel corso dell’intervento cognitivo comportamentale possa essere applicato e generalizzato ad altri ambienti (e non solo alla stanza dove si svolge la terapia), perché le informazioni che arrivano dai diversi ambienti risulteranno tra loro coerenti, e di conseguenza maggiormente comprensibili e facili da gestire.
Un caro saluto,
dott.ssa Laura Marongiu
Il lavoro con i genitori è molto utile anche per far sì che quanto appreso e sperimentato dalla bambina nel corso dell’intervento cognitivo comportamentale possa essere applicato e generalizzato ad altri ambienti (e non solo alla stanza dove si svolge la terapia), perché le informazioni che arrivano dai diversi ambienti risulteranno tra loro coerenti, e di conseguenza maggiormente comprensibili e facili da gestire.
Un caro saluto,
dott.ssa Laura Marongiu
Buonasera signora, se si è accorta che il trattamento che sta svolgendo sua figlia non è efficace può provare a cambiarlo o provi a confrontarsi meglio con i professionisti che la seguono. Inoltre, sua figlia è una bimba di 6 anni difficile che riesca ad organizzarsi da sola, piuttosto l'ambiente e le figure di riferimento sono per lei un modello e possono scandire le routine giornaliere e impartire delle regole; nei casi di DOP solitamente è efficace una buona negoziazione attraverso il rinforzo e dei premi.
Buongiorno, non ritenendo efficace il trattamento in atto per sua figlia le consiglio di confrontarsi con i professionisti che la seguono in primis ed eventualmente discutere con loro la possibilità di cambiare team o approccio.
Ritengo fondamentale che un pz ADHD sia seguito da un equipe multidisciplinare che possa anche interfacciarsi con l'ambiente scuola e ritengo altresì molto importante l intervento di un neuopsicomotricista e una presa in carico familiare cosi da capire anche in ambiente domestico come affrontare le difficoltà della figlia
Resto a disposizione
Ritengo fondamentale che un pz ADHD sia seguito da un equipe multidisciplinare che possa anche interfacciarsi con l'ambiente scuola e ritengo altresì molto importante l intervento di un neuopsicomotricista e una presa in carico familiare cosi da capire anche in ambiente domestico come affrontare le difficoltà della figlia
Resto a disposizione
Prenota subito una visita online: Parent training - 70 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Salve, l
’ADHD è spesso associato, in età evolutiva così come negli adulti, ad una disregolazione emotiva che può portare a mettere in atto comportamenti aggressivi auto o eterodiretti. La risposta aggressiva può dunque essere intesa come una modalità di risposta necessaria alla sua piccola per far fronte a una situazione emotiva che non riesce a gestire, vuoi per le caratteristiche ambientali di quel dato momento, vuoi per gli specifici vissuti presenti in quel momento dentro di lei. La tenera età certo non aiuta a comprendere vissuti complessi come quelli emotivi, che possono essere percepiti come troppo forti, determinando l‘incapacità di rispondere con modalità più adeguate. Nella mia esperienza, ritengo che la terapia non possa prescindere dalla cura degli aspetti emotivi e affettivi non ancora giunti a maturazione.
Rispetto all’attenzione nello svolgimento dei compiti, ci sarebbe da comprendere quale motivazione viene utilizzata per far sì che la sua bambina possa portare a termine i compiti assegnati con serenità e interesse. Perché “interesse” è la parola-chiave che ci permette di aiutare i nostri piccoli a far uscire tutto il bello e il potenziale che c’è dentro!
In ultimo, vorrei aggiungere come il trattamento di un bambino sia intimamente connesso al benessere del nucleo familiare e dei caregivers: migliorare la qualità di vita di un bimbo è migliorare la qualità di vita della sua famiglia, e viceversa.
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Valeria Narzisi
’ADHD è spesso associato, in età evolutiva così come negli adulti, ad una disregolazione emotiva che può portare a mettere in atto comportamenti aggressivi auto o eterodiretti. La risposta aggressiva può dunque essere intesa come una modalità di risposta necessaria alla sua piccola per far fronte a una situazione emotiva che non riesce a gestire, vuoi per le caratteristiche ambientali di quel dato momento, vuoi per gli specifici vissuti presenti in quel momento dentro di lei. La tenera età certo non aiuta a comprendere vissuti complessi come quelli emotivi, che possono essere percepiti come troppo forti, determinando l‘incapacità di rispondere con modalità più adeguate. Nella mia esperienza, ritengo che la terapia non possa prescindere dalla cura degli aspetti emotivi e affettivi non ancora giunti a maturazione.
Rispetto all’attenzione nello svolgimento dei compiti, ci sarebbe da comprendere quale motivazione viene utilizzata per far sì che la sua bambina possa portare a termine i compiti assegnati con serenità e interesse. Perché “interesse” è la parola-chiave che ci permette di aiutare i nostri piccoli a far uscire tutto il bello e il potenziale che c’è dentro!
In ultimo, vorrei aggiungere come il trattamento di un bambino sia intimamente connesso al benessere del nucleo familiare e dei caregivers: migliorare la qualità di vita di un bimbo è migliorare la qualità di vita della sua famiglia, e viceversa.
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Valeria Narzisi
Buonasera,
mi fa piacere che stia cercando di comprendere e affrontare la situazione di sua figlia da una prospettiva amplia, considerate le varie sfaccettature che il disturbo dell'ADHD e il disturbo oppositivo possono presentare. Approcciare il comportamento di una bambina di quasi 6 anni richiede una visione sistemico-relazionale, che considera non solo il bambino, ma anche il contesto familiare, sociale e scolastico in cui vive.
1. Contesto Familiare e Dinamiche Relazionali: È fondamentale osservare come le dinamiche familiari possano influenzare il comportamento di sua figlia. Qual è il clima emotivo in casa? Ci sono momenti in cui la sua attenzione e il suo comportamento migliorano? Coinvolgere tutto il nucleo familiare nel sostegno alla bambina può essere molto efficace. Ad esempio, stabilire routine comuni per i compiti può aiutare a creare un ambiente più prevedibile e sicuro.
2. Strategie di Gestione del Comportamento: Anche se la terapia cognitivo-comportamentale è utile, potrebbe essere benefico implementare strategie di rinforzo positivo a casa. Premiare anche i piccoli progressi e mantenere una comunicazione aperta sui sentimenti di sua figlia possono migliorare la sua motivazione e autostima. È importante anche normalizzare le sue emozioni e comportamenti, facendole capire che è ok sentirsi sopraffatti talvolta.
3. Attività Fisica e Creatività: L'episodio di aggressività che ha menzionato potrebbe essere un segnale che sua figlia ha bisogno di ulteriori strumenti per gestire le proprie emozioni. L’attività fisica può essere un ottimo modo per canalizzare l’energia. Continuare con il nuoto e considerare altre attività che permettano di esprimere emozioni (come l’arte o la danza) può essere utile. In questo modo non solo si promuove il benessere fisico, ma si favorisce anche l’espressione e la regolazione emotiva.
4. Nutrizione e Salute Generale: L’idea di consultare un nutrizionista è molto valida. Un'alimentazione equilibrata può avere un impatto significativo sul comportamento e sull'attenzione. È importante anche considerare che gli omega-3 e l’olio di vetiver possono essere supporti validi, ma dovrebbero essere integrati in un contesto più ampio di salute e benessere complessivo.
5. Supporto Professionale: Continuare un dialogo aperto con i professionisti che seguono sua figlia è fondamentale. Se la terapia attuale non sembra portare ai risultati sperati, potrebbe essere utile rivedere gli obiettivi terapeutici o esplorare altre forme di intervento, come le terapie con approcci più familiari o sistemici. La collaborazione tra terapeuti e famiglia può rafforzare le strategie utilizzate.
6. Pazienza e Comprensione: Infine, ricordi che il percorso di ogni bambino con ADHD è unico e richiede tempo e pazienza. Essere presenti e ascoltare le esigenze di sua figlia, senza fretta, può aiutarla a sentirsi più sicura e supportata.
Affrontare queste sfide può essere complesso, ma con un approccio integrato e relazionale, è possibile fare progressi significativi. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti o per discutere più a fondo altri aspetti. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
Cordiali saluti.
mi fa piacere che stia cercando di comprendere e affrontare la situazione di sua figlia da una prospettiva amplia, considerate le varie sfaccettature che il disturbo dell'ADHD e il disturbo oppositivo possono presentare. Approcciare il comportamento di una bambina di quasi 6 anni richiede una visione sistemico-relazionale, che considera non solo il bambino, ma anche il contesto familiare, sociale e scolastico in cui vive.
1. Contesto Familiare e Dinamiche Relazionali: È fondamentale osservare come le dinamiche familiari possano influenzare il comportamento di sua figlia. Qual è il clima emotivo in casa? Ci sono momenti in cui la sua attenzione e il suo comportamento migliorano? Coinvolgere tutto il nucleo familiare nel sostegno alla bambina può essere molto efficace. Ad esempio, stabilire routine comuni per i compiti può aiutare a creare un ambiente più prevedibile e sicuro.
2. Strategie di Gestione del Comportamento: Anche se la terapia cognitivo-comportamentale è utile, potrebbe essere benefico implementare strategie di rinforzo positivo a casa. Premiare anche i piccoli progressi e mantenere una comunicazione aperta sui sentimenti di sua figlia possono migliorare la sua motivazione e autostima. È importante anche normalizzare le sue emozioni e comportamenti, facendole capire che è ok sentirsi sopraffatti talvolta.
3. Attività Fisica e Creatività: L'episodio di aggressività che ha menzionato potrebbe essere un segnale che sua figlia ha bisogno di ulteriori strumenti per gestire le proprie emozioni. L’attività fisica può essere un ottimo modo per canalizzare l’energia. Continuare con il nuoto e considerare altre attività che permettano di esprimere emozioni (come l’arte o la danza) può essere utile. In questo modo non solo si promuove il benessere fisico, ma si favorisce anche l’espressione e la regolazione emotiva.
4. Nutrizione e Salute Generale: L’idea di consultare un nutrizionista è molto valida. Un'alimentazione equilibrata può avere un impatto significativo sul comportamento e sull'attenzione. È importante anche considerare che gli omega-3 e l’olio di vetiver possono essere supporti validi, ma dovrebbero essere integrati in un contesto più ampio di salute e benessere complessivo.
5. Supporto Professionale: Continuare un dialogo aperto con i professionisti che seguono sua figlia è fondamentale. Se la terapia attuale non sembra portare ai risultati sperati, potrebbe essere utile rivedere gli obiettivi terapeutici o esplorare altre forme di intervento, come le terapie con approcci più familiari o sistemici. La collaborazione tra terapeuti e famiglia può rafforzare le strategie utilizzate.
6. Pazienza e Comprensione: Infine, ricordi che il percorso di ogni bambino con ADHD è unico e richiede tempo e pazienza. Essere presenti e ascoltare le esigenze di sua figlia, senza fretta, può aiutarla a sentirsi più sicura e supportata.
Affrontare queste sfide può essere complesso, ma con un approccio integrato e relazionale, è possibile fare progressi significativi. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti o per discutere più a fondo altri aspetti. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
Cordiali saluti.
Prenota subito una visita online: Prima visita - 50 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Salve, avendo 6 anni potrebbero in futuro aprirsi delle possibilità di maturazione di alcune aree cerebrali che andrebbero a sostenere quelle ad oggi non congrue al compito.
Per cui deve insistere con le terapie, dovrebbero in futuro poter permettere un miglioramento. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Per cui deve insistere con le terapie, dovrebbero in futuro poter permettere un miglioramento. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buonasera, mi dispiace molto per la sua bambina. Quando l'età del paziente è cosi bassa è auspicabile intraprendere una terapia familiare per comprendere come tutto il nucleo familiare può aiutare il bambino/a. La famiglia è un sistema con un delicato equilibrio e lavorare anche da un punto di vista sistemico, a mio avviso, è la strada vincente per far stare meglio i figli e anche i genitori, le auguro il meglio! Buona serata
Salve, oltre alla terapia comportamentale potrebbe essere utile affiancare il potenziamento cognitivo per aiutare con il miglioramento dell'attenzione e delle funzioni esecutive. Cognizione e comportamenti sono tra loro correlati, perciò è importante prendersi cura di entrambi gli aspetti. Resto a disposizione per qualsiasi dubbio. Cordiali saluti ed un grande in bocca al lupo a lei e la piccola.
Dott.ssa Lucrezia Marletta
Dott.ssa Lucrezia Marletta
Gentile utente,
condivido in larga parte quanto espresso dai colleghi, poiché le loro osservazioni riflettono un approccio rispettoso e professionale verso il tema da lei sollevato.
Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu
condivido in larga parte quanto espresso dai colleghi, poiché le loro osservazioni riflettono un approccio rispettoso e professionale verso il tema da lei sollevato.
Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu
Cara mamma, le difficoltà di attenzione, concentrazione, organizzazione e l'iperattività sono caratteristiche della sua bimba, come indicato dalle diagnosi di ADHD e DOP, dunque piuttosto che aspettarci che sia "sempre tranquilla", possiamo imparare ad approcciarci alle sue caratteristiche di funzionamento nei modi più adatti a lei per poter rispondere al meglio ai suoi bisogni. Un percorso di Parent Training (rivolto ai genitori) potrebbe esserle d'aiuto per imparare a fronteggiare al meglio le situazioni quotidiane più complesse e apprendere le strategie comportamentali più efficaci e adeguate alle necessità della sua bambina. Rimango a disposizione online e in presenza.
Cordiali saluti
Dott.ssa Concetta Maccarrone
Cordiali saluti
Dott.ssa Concetta Maccarrone
Buonasera. Sicuramente la psicoterapia è un buon punto di partenza ma non basta per questa tipologia di disturbo. Solitamente dopo una diagnosi di ADHD sarebbe opportuno agire secondo un approccio integrato attraverso interventi psicoeducativi (rivolti alla bambina, ai genitori e alla scuola) e intervento farmacologico (far riferimento alla neuropsichiatra infantile che segue sua figlia).
Con la bambina bisognerebbe intraprendere un lavoro di intervento per potenziare l'attenzione, l'impulsività e l'autocontrollo attraverso degli esercizi e attività mirate.
Per voi genitori, invece, sarebbe opportuno intraprendere un percorso di Parent Training, che vi permetta di conoscere meglio il disturbo e allo stesso tempo di ricevere gli strumenti adeguati per gestire il comportamento problema di vostra figlia e approcciarvi a lei in maniera funzionale.
Infine intervenire con le insegnanti di sua figlia attraverso un percorso di Teacher Training, in modo tale da agire contemporaneamente su più fronti seguendo la stessa linea. Le consiglio di rivolgersi presso un centro specializzato della sua zona che abbia questo approccio integrato.
Saluti
Dott. Francesco Cancellara
Con la bambina bisognerebbe intraprendere un lavoro di intervento per potenziare l'attenzione, l'impulsività e l'autocontrollo attraverso degli esercizi e attività mirate.
Per voi genitori, invece, sarebbe opportuno intraprendere un percorso di Parent Training, che vi permetta di conoscere meglio il disturbo e allo stesso tempo di ricevere gli strumenti adeguati per gestire il comportamento problema di vostra figlia e approcciarvi a lei in maniera funzionale.
Infine intervenire con le insegnanti di sua figlia attraverso un percorso di Teacher Training, in modo tale da agire contemporaneamente su più fronti seguendo la stessa linea. Le consiglio di rivolgersi presso un centro specializzato della sua zona che abbia questo approccio integrato.
Saluti
Dott. Francesco Cancellara
la domanda necessita di ulteriori approfondimenti
Buongiorno, sono una psicologa specializzata in disturbi del neurosviluppo e comprendo quanto questa situazione possa essere impegnativa per lei. La domanda che pone è molto comune e spiega il desiderio di offrire il miglior supporto possibile a sua figlia.
Le suggerisco di considerare un percorso di parent training, un intervento psicoeducativo che coinvolge entrambi i genitori e che ha l’obiettivo di approfondire la comprensione del funzionamento dell’ADHD e del DOP. Questo percorso permette di riconoscere sia le risorse che le difficoltà dei propri figli, migliorando la sintonia con loro e favorendo una gestione più efficace in ambito familiare.
Comprendere a fondo il funzionamento di sua figlia è fondamentale per supportarla al meglio e aiutarla a ridurre le frustrazioni che può incontrare nella quotidianità, soprattutto in situazioni di gruppo con altri bambini, come quella che ha descritto. Inoltre, considerando che si trova in una fase di transizione importante, con l’ingresso alla scuola primaria, un lavoro con mamma e papà potrebbe essere particolarmente utile per accompagnarla con maggiore consapevolezza e serenità. Se desidera un supporto o ulteriori informazioni, non esiti a contattarmi.
Un caro saluto., Dott.ssa Laura Celestini
Le suggerisco di considerare un percorso di parent training, un intervento psicoeducativo che coinvolge entrambi i genitori e che ha l’obiettivo di approfondire la comprensione del funzionamento dell’ADHD e del DOP. Questo percorso permette di riconoscere sia le risorse che le difficoltà dei propri figli, migliorando la sintonia con loro e favorendo una gestione più efficace in ambito familiare.
Comprendere a fondo il funzionamento di sua figlia è fondamentale per supportarla al meglio e aiutarla a ridurre le frustrazioni che può incontrare nella quotidianità, soprattutto in situazioni di gruppo con altri bambini, come quella che ha descritto. Inoltre, considerando che si trova in una fase di transizione importante, con l’ingresso alla scuola primaria, un lavoro con mamma e papà potrebbe essere particolarmente utile per accompagnarla con maggiore consapevolezza e serenità. Se desidera un supporto o ulteriori informazioni, non esiti a contattarmi.
Un caro saluto., Dott.ssa Laura Celestini
Salve, ha provato a parlarne con lo/la psicolog*che la segue?
Per i compiti a casa potrebbe essere seguita da un tutor dell'apprendimento che la aiuti a imparare un metodo e che vi aiuti anche nella gestione familiare dei compiti. Con adhd e dop serve tempo e pazienza...soprattutto è fondamentale che il lavoro svolto in terapia continui anche a casa, il professionista che vi segue saprà darvi delle strategie ad hoc, gliene parli. Un caro saluto.
Per i compiti a casa potrebbe essere seguita da un tutor dell'apprendimento che la aiuti a imparare un metodo e che vi aiuti anche nella gestione familiare dei compiti. Con adhd e dop serve tempo e pazienza...soprattutto è fondamentale che il lavoro svolto in terapia continui anche a casa, il professionista che vi segue saprà darvi delle strategie ad hoc, gliene parli. Un caro saluto.
Gentile utente, quanto descrive è un comportamento tipico di soggetti affetti da tali condizioni che spesso come ha evidenziato vanno in commorbidità. La sola terapia cognitivo-comportamentale non funziona se quest'ultima viene rilegata alla responsabilità del solo terapeuta, così come ogni terapia che si rispetti per ottenere dei risultati vi è la necessità di un impegno da parte del paziente. Ora è chiaro che la bambina da sola per ragioni piuttosto evidenti non è capace di dimostrare tale impegno, ragion per cui dovrebbe essere lei assieme al/alla terapeuta a trovare una soluzione per lavorare in coppia con la bambina. Per quanto riguarda l'assunzione di olio di vetiver e omega-3 non so chi glie l'abbia consigliata, ma le posso garantire che nessuno dei due prodotti abbia una qualche scientificità in termini d'azione o di risultato sulla condizione descritta. In termini strettamente farmacologici sia sintetici che fitoterapici hanno un'efficacia decisamente maggiore i cosìdetti Nootropi. La prima categoria ovvero quella farmacologica offre molecole valide, ma alla lunga invasive, ma talvolta allo stess tempo necessarie in taluni casi, come il metilfenidato noto in Italia con il nome di Ritalin, o in alternativa esiste anche la cosìdetta moderna "micoterapia" ovvero dei nootropi di ultima generazione del tutto naturali che hanno la funzione di regolare il SNC. quest'ultimi son composti da mix di funghi scientificamente testati. Ovviamente quanto descritto non presenta in alcun impegno o consiglio, ma solo una descrizione, o meglio una risposta alla sua domanda e alle sue perplessità. Per ogni eventualità è opportuno che lei rivolga il suo parere ad un medico esperto in questo ad un neuropsichiatra infantile. Laddove invece necessitasse di un percorso di neuro-potenziamento cognitivo potrebbe rivolgersi tranquillamente anche ad un neuropsicologo. Cordialità Dott. M.M.
Salve, per il disturbo oppositivo provocatorio è necessario intervenire sul piano della regolazione emotiva e relazionale.
Io tratto questi disturbi sia a scuola che privatamente da anni, utilizzando la musicoterapia come canale relazionale.
Inoltre, in casi come questo è necessario coinvolgere l'intero sistema familiare, fornendo supporto. I genitori devono cercare di essere basi sicure, rispondendo con la calma all'irruenza e all'aggressività.
Se è interessata, mi contatti per fissare un primo colloquio.
Buona serata
Dott.ssa Roberta Fidone, Psicologa.
Io tratto questi disturbi sia a scuola che privatamente da anni, utilizzando la musicoterapia come canale relazionale.
Inoltre, in casi come questo è necessario coinvolgere l'intero sistema familiare, fornendo supporto. I genitori devono cercare di essere basi sicure, rispondendo con la calma all'irruenza e all'aggressività.
Se è interessata, mi contatti per fissare un primo colloquio.
Buona serata
Dott.ssa Roberta Fidone, Psicologa.
Buonasera, è comprensibile che lei si senta preoccupata per la situazione di sua figlia, considerando la complessità dell'ADHD e del disturbo oppositivo provocatorio, ed è positivo che sua figlia stia già seguendo la terapia di tipo cognitivo comportamentale.
Per quanto riguarda la difficoltà a concentrarsi, la stanchezza e il comportamento oppositivo, ci sono alcune strategie che potrebbero essere utili, come suddividere lo svolgimento dei compiti e permetterle di fare delle brevi pause tra una parte e l'altra. Può essere utile anche l'utilizzo del timer per permettere alla bambina di avere una stima concreta del tempo che scorre e di quello che manca alla pausa. Inoltre, strutturare delle routine e comunicare in maniera chiara, aiuta i bambini con ADHD e DOP. Infine, oltre la terapia cognitivo-comportamentale, un lavoro sulle emozioni può favorire l'autocontrollo, e per i genitori, è possibile seguire percorsi di parent training, se non li ha già fatti, che hanno l'obiettivo di aiutare proprio i genitori nella gestione quotidiana del comportamento dei bambini con tali difficoltà.
Cordiali saluti.
Per quanto riguarda la difficoltà a concentrarsi, la stanchezza e il comportamento oppositivo, ci sono alcune strategie che potrebbero essere utili, come suddividere lo svolgimento dei compiti e permetterle di fare delle brevi pause tra una parte e l'altra. Può essere utile anche l'utilizzo del timer per permettere alla bambina di avere una stima concreta del tempo che scorre e di quello che manca alla pausa. Inoltre, strutturare delle routine e comunicare in maniera chiara, aiuta i bambini con ADHD e DOP. Infine, oltre la terapia cognitivo-comportamentale, un lavoro sulle emozioni può favorire l'autocontrollo, e per i genitori, è possibile seguire percorsi di parent training, se non li ha già fatti, che hanno l'obiettivo di aiutare proprio i genitori nella gestione quotidiana del comportamento dei bambini con tali difficoltà.
Cordiali saluti.
Salve signora,
mi sembra che già stia facendo molto per la sua bambina. Le suggerirei comunque un percorso di parent training per l'ADHD che potrebbe aiutarla a comprendere meglio e, di conseguenza, ad affrontare le difficoltà che la bambina può sperimentare nei vari contesti. Tra l'altro, da quello che scrive, sembrerebbe che la bambina abbia iniziato il percorso nella scuola primaria e questo potrebbe essere fonte di particolare stress, dovendo stare nei tempi e nelle regole imposti dalla scuola. Le consiglierei anche, se non è già stato fatto, di effettuare un colloquio con la scuola e il/la collega che sta seguendo sua figlia, così da concordare le strategie più funzionali per alleggerire la mattinata scolastica della bambina.
La saluto cordialmente
Dott.ssa Claudia Radicchi
mi sembra che già stia facendo molto per la sua bambina. Le suggerirei comunque un percorso di parent training per l'ADHD che potrebbe aiutarla a comprendere meglio e, di conseguenza, ad affrontare le difficoltà che la bambina può sperimentare nei vari contesti. Tra l'altro, da quello che scrive, sembrerebbe che la bambina abbia iniziato il percorso nella scuola primaria e questo potrebbe essere fonte di particolare stress, dovendo stare nei tempi e nelle regole imposti dalla scuola. Le consiglierei anche, se non è già stato fatto, di effettuare un colloquio con la scuola e il/la collega che sta seguendo sua figlia, così da concordare le strategie più funzionali per alleggerire la mattinata scolastica della bambina.
La saluto cordialmente
Dott.ssa Claudia Radicchi
Gentile mamma,
la sua preoccupazione è assolutamente comprensibile, e già il fatto che stia cercando con tanta attenzione diverse strade per sostenere sua figlia è indice di una grande cura e presenza.
L’ADHD, soprattutto se associato a un Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP), può influenzare non solo l’attenzione, ma anche la regolazione emotiva, la tolleranza alla frustrazione e la capacità di mantenere l’autocontrollo in contesti sociali. È importante considerare questo quadro nella sua complessità.
La terapia cognitivo comportamentale è una delle strategie più validate, ma spesso ha bisogno di essere integrata con:
- **un lavoro psicoeducativo con la famiglia**, per fornire strumenti concreti su come gestire comportamenti oppositivi e migliorare la comunicazione con la bambina;
- **strategie di rinforzo positivo**, molto strutturate e quotidiane, per sostenere motivazione, autostima e senso di efficacia;
- **supporto alla regolazione emotiva**, magari con tecniche corporee o creative (es. attività espressive, mindfulness per bambini);
- **valutazione neuropsicologica aggiornata**, per escludere che la stanchezza o la difficoltà di attenzione non siano legate anche a un profilo di apprendimento o a eventuali comorbidità (come disturbi del sonno o disprassie).
Riguardo l’alimentazione e gli integratori: l’olio essenziale di vetiver e gli omega-3 sono utilizzati da alcuni genitori come coadiuvanti, ma al momento non sostituiscono approcci con evidenza clinica robusta. Una consulenza con un nutrizionista esperto in neuropsichiatria infantile potrebbe essere utile, soprattutto per verificare che il suo stile alimentare supporti energia e concentrazione.
Infine, non si senta sola. Il supporto genitoriale è fondamentale in questi casi: anche attraverso incontri brevi con uno psicologo dell’età evolutiva può ricevere strumenti pratici per affrontare le sfide quotidiane e riconoscere i piccoli ma importanti progressi che spesso si faticano a vedere nel caos del giorno per giorno.
Resto a disposizione per qualsiasi approfondimento.
Un caro saluto,
Dott.ssa Paola Vitale – Psicologa
la sua preoccupazione è assolutamente comprensibile, e già il fatto che stia cercando con tanta attenzione diverse strade per sostenere sua figlia è indice di una grande cura e presenza.
L’ADHD, soprattutto se associato a un Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP), può influenzare non solo l’attenzione, ma anche la regolazione emotiva, la tolleranza alla frustrazione e la capacità di mantenere l’autocontrollo in contesti sociali. È importante considerare questo quadro nella sua complessità.
La terapia cognitivo comportamentale è una delle strategie più validate, ma spesso ha bisogno di essere integrata con:
- **un lavoro psicoeducativo con la famiglia**, per fornire strumenti concreti su come gestire comportamenti oppositivi e migliorare la comunicazione con la bambina;
- **strategie di rinforzo positivo**, molto strutturate e quotidiane, per sostenere motivazione, autostima e senso di efficacia;
- **supporto alla regolazione emotiva**, magari con tecniche corporee o creative (es. attività espressive, mindfulness per bambini);
- **valutazione neuropsicologica aggiornata**, per escludere che la stanchezza o la difficoltà di attenzione non siano legate anche a un profilo di apprendimento o a eventuali comorbidità (come disturbi del sonno o disprassie).
Riguardo l’alimentazione e gli integratori: l’olio essenziale di vetiver e gli omega-3 sono utilizzati da alcuni genitori come coadiuvanti, ma al momento non sostituiscono approcci con evidenza clinica robusta. Una consulenza con un nutrizionista esperto in neuropsichiatria infantile potrebbe essere utile, soprattutto per verificare che il suo stile alimentare supporti energia e concentrazione.
Infine, non si senta sola. Il supporto genitoriale è fondamentale in questi casi: anche attraverso incontri brevi con uno psicologo dell’età evolutiva può ricevere strumenti pratici per affrontare le sfide quotidiane e riconoscere i piccoli ma importanti progressi che spesso si faticano a vedere nel caos del giorno per giorno.
Resto a disposizione per qualsiasi approfondimento.
Un caro saluto,
Dott.ssa Paola Vitale – Psicologa
Buongiorno, Grazie per aver condiviso la sua esperienza, si percepisce chiaramente quanto lei sia presente e attenta nel cercare di comprendere e sostenere sua figlia nel modo migliore e leggere questi messaggi è sempre bellissimo.
Ecco qui alcune riflessioni in merito alla situazione che descrive:
Il quadro che descrive – ADHD con tratti oppositivi, affaticabilità, difficoltà attentive e autoregolative – richiede un approccio integrato, ma soprattutto personalizzato, perché ogni bambino con queste caratteristiche ha un funzionamento unico.
Ha già messo in campo diversi strumenti utili (TCC, sport, integrazione), ma il fatto che sua figlia mostri ancora segni di fatica e disregolazione indica che potrebbe essere il momento giusto per ricalibrare l’intervento. L'obiettivo non è “fare di più”, ma fare meglio, comprendere quindi la specificità della situazione. Creare una routine regolativa su misura può dare ottimi risultati: i bambini con ADHD e tratti oppositivi hanno bisogno di una routine che li aiuti a sentire sicurezza e controllo, potenziare le risorse, lavorare su strategie quotidiane di autoregolazione sensoriale e cognitiva, come pause attive, strumenti visivi, rinforzi coerenti, micro-obiettivi e micro-rinforzi. Il consiglio che posso dare è quello di procedere passo per passo: scomporre le difficoltà osservabili e provare a trovare delle soluzioni concrete e delle strategie step by step.
Un saluto,
A presto,
Francesca
Ecco qui alcune riflessioni in merito alla situazione che descrive:
Il quadro che descrive – ADHD con tratti oppositivi, affaticabilità, difficoltà attentive e autoregolative – richiede un approccio integrato, ma soprattutto personalizzato, perché ogni bambino con queste caratteristiche ha un funzionamento unico.
Ha già messo in campo diversi strumenti utili (TCC, sport, integrazione), ma il fatto che sua figlia mostri ancora segni di fatica e disregolazione indica che potrebbe essere il momento giusto per ricalibrare l’intervento. L'obiettivo non è “fare di più”, ma fare meglio, comprendere quindi la specificità della situazione. Creare una routine regolativa su misura può dare ottimi risultati: i bambini con ADHD e tratti oppositivi hanno bisogno di una routine che li aiuti a sentire sicurezza e controllo, potenziare le risorse, lavorare su strategie quotidiane di autoregolazione sensoriale e cognitiva, come pause attive, strumenti visivi, rinforzi coerenti, micro-obiettivi e micro-rinforzi. Il consiglio che posso dare è quello di procedere passo per passo: scomporre le difficoltà osservabili e provare a trovare delle soluzioni concrete e delle strategie step by step.
Un saluto,
A presto,
Francesca
Salve, grazie per aver condiviso con tanto cuore e attenzione la situazione di sua figlia. È evidente che lei stia facendo moltissimo per supportarla, ed è comprensibile sentirsi a volte disorientati, soprattutto quando non si vedono subito risultati.
La combinazione di ADHD e Disturbo Oppositivo Provocatorio, può risultare particolarmente impegnativa, soprattutto in età prescolare o scolare, quando si richiedono molte capacità di autoregolazione, attenzione e controllo degli impulsi.
Sicuramente consultare un/a nutrizionista può essere un valore aggiunto.
Può risultare funzionale aiutarla: coordinando meglio gli interventi (terapeuta, pediatra, nutrizionista e scuola dovrebbero lavorare insieme); strutturare le sue giornate, usando immagini, routine, premi e pause; valutare bene sonno, alimentazione e carichi di stimolazione; essere pazienti, ma decisi (sua figlia ha bisogno di contenimento affettivo e regole stabili).
Resto a disposizione per qualunque approfondimento.
Un caro saluto a lei e alla sua bambina.
Dott.ssa Melita Boselli
La combinazione di ADHD e Disturbo Oppositivo Provocatorio, può risultare particolarmente impegnativa, soprattutto in età prescolare o scolare, quando si richiedono molte capacità di autoregolazione, attenzione e controllo degli impulsi.
Sicuramente consultare un/a nutrizionista può essere un valore aggiunto.
Può risultare funzionale aiutarla: coordinando meglio gli interventi (terapeuta, pediatra, nutrizionista e scuola dovrebbero lavorare insieme); strutturare le sue giornate, usando immagini, routine, premi e pause; valutare bene sonno, alimentazione e carichi di stimolazione; essere pazienti, ma decisi (sua figlia ha bisogno di contenimento affettivo e regole stabili).
Resto a disposizione per qualunque approfondimento.
Un caro saluto a lei e alla sua bambina.
Dott.ssa Melita Boselli
Salve, potrebbe essere utile un percorso psicoterapeutico. Saluti
Salve, capisco bene la sua preoccupazione e la fatica quotidiana che descrive. Io personalmente lavoro molto con bambini/ragazzi con disturbi del neurosviluppo. L’ADHD e il disturbo oppositivo-provocatorio richiedono un approccio multifattoriale e costante, e non sempre i miglioramenti si vedono subito. È importante che il percorso sia condiviso con la scuola e, se possibile, con specialisti che lavorino anche sul versante familiare, per dare strumenti concreti ai genitori nella gestione dei comportamenti oppositivi. Sul piano alimentare e degli integratori, le consiglio di contattare uno specialista in nutrizione. Per quanto riguarda i farmaci, le consiglio sinceramente di mantenere un dialogo aperto con gli specialisti: l’obiettivo non è “medicalizzare” sua figlia, ma trovare la combinazione di strumenti che le permetta di crescere serena, imparando a gestire energie ed emozioni. Spero vivamente di esserle stato d’aiuto.
Buongiorno,
in situazioni come queste sarebbe utile, al fine di apportare maggiori benefici, unire alle terapie della bambina anche delle sedute di Parent Training per i genitori. Con questo tipo di sostegno, i genitori imparano tecniche utili a supportare e gestire i propri figli nelle loro difficoltà.
Cordiali Saluti
in situazioni come queste sarebbe utile, al fine di apportare maggiori benefici, unire alle terapie della bambina anche delle sedute di Parent Training per i genitori. Con questo tipo di sostegno, i genitori imparano tecniche utili a supportare e gestire i propri figli nelle loro difficoltà.
Cordiali Saluti
Gentile Signora,
la ringrazio per aver condiviso con tanta cura e attenzione la situazione di sua figlia. Comprendo quanto possa essere difficile e a volte frustrante affrontare le sfide legate all’ADHD e al Disturbo Oppositivo Provocatorio, soprattutto in età così delicata come i primi anni della scuola primaria.
La terapia cognitivo-comportamentale rappresenta uno degli approcci più efficaci per supportare i bambini con queste difficoltà, ma è importante ricordare che il percorso terapeutico richiede tempo, costanza e un lavoro multidisciplinare, che coinvolga anche la famiglia e la scuola. L’attenzione, la gestione delle emozioni e dei comportamenti oppositivi sono aspetti che si migliorano gradualmente, e ogni bambino ha i suoi tempi.
L’attività motoria, come il nuoto che sta praticando, è un ottimo strumento per favorire il benessere globale, la regolazione emotiva e la socializzazione, ma talvolta possono emergere momenti di difficoltà o di impulsività, come l’episodio che ha descritto. Questi episodi vanno accolti come parte del percorso, senza colpevolizzazioni, ma con strategie mirate di gestione e prevenzione.
Il suo interesse verso un approccio naturale e integrato, con l’olio di vetiver, omega-3 e la valutazione di una dieta personalizzata tramite un nutrizionista, può essere un valido supporto complementare, sempre in accordo con il percorso terapeutico psicologico.
Per aiutare sua figlia a migliorare la concentrazione, la gestione della fatica e l’organizzazione, sarebbe utile valutare insieme uno spazio di confronto con il team terapeutico che la segue, coinvolgendo anche insegnanti e altri professionisti, per definire obiettivi chiari e strategie condivise.
Inoltre, può essere di grande aiuto un percorso di parent training, che supporti voi genitori nell’acquisire strumenti pratici e comprensione per gestire al meglio le situazioni quotidiane e favorire lo sviluppo di competenze adattive in sua figlia.
Resto a disposizione per approfondire insieme queste tematiche e supportarvi nel trovare il miglior percorso possibile per il benessere di sua figlia e della famiglia.
Cordiali saluti,
Aurora
la ringrazio per aver condiviso con tanta cura e attenzione la situazione di sua figlia. Comprendo quanto possa essere difficile e a volte frustrante affrontare le sfide legate all’ADHD e al Disturbo Oppositivo Provocatorio, soprattutto in età così delicata come i primi anni della scuola primaria.
La terapia cognitivo-comportamentale rappresenta uno degli approcci più efficaci per supportare i bambini con queste difficoltà, ma è importante ricordare che il percorso terapeutico richiede tempo, costanza e un lavoro multidisciplinare, che coinvolga anche la famiglia e la scuola. L’attenzione, la gestione delle emozioni e dei comportamenti oppositivi sono aspetti che si migliorano gradualmente, e ogni bambino ha i suoi tempi.
L’attività motoria, come il nuoto che sta praticando, è un ottimo strumento per favorire il benessere globale, la regolazione emotiva e la socializzazione, ma talvolta possono emergere momenti di difficoltà o di impulsività, come l’episodio che ha descritto. Questi episodi vanno accolti come parte del percorso, senza colpevolizzazioni, ma con strategie mirate di gestione e prevenzione.
Il suo interesse verso un approccio naturale e integrato, con l’olio di vetiver, omega-3 e la valutazione di una dieta personalizzata tramite un nutrizionista, può essere un valido supporto complementare, sempre in accordo con il percorso terapeutico psicologico.
Per aiutare sua figlia a migliorare la concentrazione, la gestione della fatica e l’organizzazione, sarebbe utile valutare insieme uno spazio di confronto con il team terapeutico che la segue, coinvolgendo anche insegnanti e altri professionisti, per definire obiettivi chiari e strategie condivise.
Inoltre, può essere di grande aiuto un percorso di parent training, che supporti voi genitori nell’acquisire strumenti pratici e comprensione per gestire al meglio le situazioni quotidiane e favorire lo sviluppo di competenze adattive in sua figlia.
Resto a disposizione per approfondire insieme queste tematiche e supportarvi nel trovare il miglior percorso possibile per il benessere di sua figlia e della famiglia.
Cordiali saluti,
Aurora
Buonasera, innanzitutto la vorrei rassicurare dicendole che, essendo sua figlia così piccola, con un buon intervento si possono promuovere le abilità che concorrono alla competenza sociale, all'autoregolazione e ad una migliore consapevolezza circa il proprio funzionamento, migliorando notevolmente la qualità della vita della bambina e di chi la circonda. Le linee guida suggeriscono di lavorare su tre livelli: sul bambino, sulla scuola e sulla famiglia (parent training). L'intervento sulla famiglia è fondamentale poiché esistono alcune variabili educative e modalità di funzionamento della famiglia che possono appesantire la gestione di un bambino adhd, e aggravarne il quadro. Viceversa, un ambiente accogliente, non giudicante e che tenga conto delle sue caratteristiche può notevolmente alleggerire (non azzerare) alcuni sintomi. Le consiglio di iniziare proponendo un'agenda visiva con il dettaglio dei compiti che dovrà eseguire, opportunamente suddivisi in piccole parti e non presentati tutti insieme. Potrebbe utilizzare un planner per la preparazione dello zaino, che farete insieme, o con l'elenco delle attività della giornata; non proponga attività impegnative quando è stanca e la sostenga con molte gratificazioni. Le ho fatto solo alcuni esempi, non conoscendo la bambina non riesco ad essere più specifica, ma resto a disposizione per eventuali chiarimenti. Capisco che sia difficile ma attuando le giuste strategie le cose miglioreranno.
Buongiorno, la bambina da quanto tempo è seguita dallo psicoterapeuta cognitivo-comportamentale? Il quadro che descrive è coerente con ciò che concerne gli aspetti clinici del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (da quello che descrive, sembra predominare una componente attentiva deficitaria) e del DOP (disturbo oppositivo provocatorio). L'integrazione alimentare non la ritengo utile in riferimento alle problematiche raccontate. Per quanto riguarda il nuoto può essere utile ai fini di socializzazione, ma non è funzionale per quanto riguarda il deficit di Attenzione e il quadro comportamentale oppositivo.
Suggerirei di contattare un Terapeuta analista del comportamento per prendere contezza della natura dei comportamenti disfunzionali. e comprendere eventuali fattori trigger, di mantenimento e rinforzo, e lavorerei su quelli. Inoltre per la componente attentiva in riferimento alla scuola e ai compiti scolastici resi difficoltosi dall'ADHD, suggerisco la strutturazione di un percorso con un Tutor ADHD. Un caro saluto.
Suggerirei di contattare un Terapeuta analista del comportamento per prendere contezza della natura dei comportamenti disfunzionali. e comprendere eventuali fattori trigger, di mantenimento e rinforzo, e lavorerei su quelli. Inoltre per la componente attentiva in riferimento alla scuola e ai compiti scolastici resi difficoltosi dall'ADHD, suggerisco la strutturazione di un percorso con un Tutor ADHD. Un caro saluto.
Buongiorno
si metta acconto a sua figlia, ascolti ciò che ha da dire anche col corpo.
Non importa se è oppositiva oppure iperattiva e particolarmente irrequieta, lei stia li accanto a lei, le faccia sentire che lei c'è anche se le cose non vanno molto bene. Sta usando un canali di comunicazione disfunzionale per prima verso se stessa, vuole comunicare le sue difficoltà e non sa come. L'importare per la bambina è sapere che viene amata comunque anche se fa degli errori. Deve sentire il vostro amore, la vostra indiscussa presenza. Poi successivamente se la situazione continua può dare delle regole, o meglio dare delle indicazioni sui tempi, su come organizzare il suo tempo, la sua giornata.
Cercare di permettere alla bambina di sapere cosa succede durante il giorno, parlare con lei, comunicarle i programmi giornalieri, informarla su cosa farete in senso ampio.
Deve parlare con lei di lei.
si metta acconto a sua figlia, ascolti ciò che ha da dire anche col corpo.
Non importa se è oppositiva oppure iperattiva e particolarmente irrequieta, lei stia li accanto a lei, le faccia sentire che lei c'è anche se le cose non vanno molto bene. Sta usando un canali di comunicazione disfunzionale per prima verso se stessa, vuole comunicare le sue difficoltà e non sa come. L'importare per la bambina è sapere che viene amata comunque anche se fa degli errori. Deve sentire il vostro amore, la vostra indiscussa presenza. Poi successivamente se la situazione continua può dare delle regole, o meglio dare delle indicazioni sui tempi, su come organizzare il suo tempo, la sua giornata.
Cercare di permettere alla bambina di sapere cosa succede durante il giorno, parlare con lei, comunicarle i programmi giornalieri, informarla su cosa farete in senso ampio.
Deve parlare con lei di lei.
Buonasera, comprendo molto bene la sua fatica e il senso di impotenza che può nascere quando si fa tanto per aiutare una figlia e i risultati sembrano lenti o poco visibili. È importante partire da un presupposto fondamentale: ADHD e disturbo oppositivo provocatorio non si affrontano con un’unica strada, né con un solo intervento. Proprio per questo è necessario un approccio realmente multidisciplinare, che tenga insieme più livelli e non si concentri solo sul comportamento o sull’attenzione.
La stanchezza che descrive, la difficoltà a mantenere l’attenzione e la tendenza a sviare il compito non vanno lette come mancanza di volontà, ma come segnali di un sistema che fatica ad autoregolarsi. Per sua figlia mantenere la concentrazione richiede uno sforzo molto maggiore rispetto ai coetanei, e questo può portare rapidamente a esaurimento delle energie, frustrazione e oppositività.
Ha fatto bene a osservare con attenzione anche il piano corporeo e sensoriale, come dimostra l’esperienza in acqua. Il piccolo episodio di aggressività non è un fallimento, ma un indicatore di una difficoltà nella regolazione emotiva in un contesto più stimolante. Anche l’attenzione all’alimentazione e il desiderio di consultare un nutrizionista vanno nella direzione giusta, perché corpo, emozioni e comportamento sono profondamente interconnessi.
Quello che può davvero fare la differenza è abbracciare la situazione a 360 gradi, senza cercare una soluzione unica o immediata. È proprio questo il senso del progetto che sto portando avanti con i Poliambulatori Prikors Acireale ,questo progetto nasce dall’idea che le difficoltà evolutive dei bambini non possano essere comprese né trattate in modo frammentato. Il bambino viene visto nella sua globalità, all’interno del proprio corpo, delle sue emozioni, delle sue competenze cognitive e, soprattutto, delle sue relazioni familiari. L’obiettivo è offrire uno spazio clinico e riabilitativo in cui bambino e famiglia siano presi in carico insieme, attraverso un lavoro coordinato tra diverse figure professionali.
Il cuore del progetto è l’integrazione tra psicomotricità, logopedia, psicoterapia sistemico-relazionale, neuropsicologia e fisioterapia. Ogni intervento non procede in modo isolato, ma dialoga con gli altri, così da costruire percorsi su misura, cuciti sul funzionamento specifico del bambino e sulle dinamiche familiari in cui è inserito.
Dal punto di vista del bambino, il progetto mira a sostenere lo sviluppo psicomotorio, linguistico, emotivo e cognitivo, a prevenire o ridurre difficoltà evolutive e scolastiche e a favorire l’autonomia, la regolazione emotiva e le competenze sociali. Parallelamente, grande attenzione è rivolta alla famiglia, che viene accompagnata con una presa in carico chiara e continuativa. I genitori non sono semplici “spettatori” del percorso, ma parte attiva del processo di comprensione e cambiamento, in un’ottica sistemico-relazionale.
La presa in carico inizia con un primo contatto informativo e prosegue con una valutazione multidisciplinare, svolta nell’arco di alcune settimane. Questa fase permette di raccogliere una visione completa del bambino attraverso colloqui con i genitori, osservazioni cliniche e, quando necessario, valutazioni specifiche. L’équipe si riunisce poi per restituire alla famiglia un profilo integrato del bambino e un Piano di Intervento Integrato, che definisce obiettivi, strumenti e ruoli dei diversi professionisti coinvolti.
Il team lavora in modo coordinato e strutturato, con riunioni periodiche, cartella clinica condivisa e momenti di supervisione. Questo garantisce coerenza negli interventi e continuità nel tempo, evitando sovrapposizioni o messaggi contrastanti per il bambino e la famiglia.
I servizi offerti comprendono valutazioni, interventi riabilitativi e psicoterapeutici, parent training, laboratori per bambini e momenti formativi per genitori e scuole. Il progetto è pensato anche per aprirsi al territorio, attraverso collaborazioni e convenzioni, con la possibilità di sviluppi futuri in ambito istituzionale.
In sintesi, “Percorsi Integrati per la Crescita” è un modello che propone di abbracciare la complessità dell’età evolutiva a 360 gradi, superando la logica dell’intervento singolo e puntando su una rete di cura che tenga insieme bambino, famiglia e contesto. È un progetto che mette al centro la relazione, il significato e il funzionamento globale, più che il singolo sintomo.
La stanchezza che descrive, la difficoltà a mantenere l’attenzione e la tendenza a sviare il compito non vanno lette come mancanza di volontà, ma come segnali di un sistema che fatica ad autoregolarsi. Per sua figlia mantenere la concentrazione richiede uno sforzo molto maggiore rispetto ai coetanei, e questo può portare rapidamente a esaurimento delle energie, frustrazione e oppositività.
Ha fatto bene a osservare con attenzione anche il piano corporeo e sensoriale, come dimostra l’esperienza in acqua. Il piccolo episodio di aggressività non è un fallimento, ma un indicatore di una difficoltà nella regolazione emotiva in un contesto più stimolante. Anche l’attenzione all’alimentazione e il desiderio di consultare un nutrizionista vanno nella direzione giusta, perché corpo, emozioni e comportamento sono profondamente interconnessi.
Quello che può davvero fare la differenza è abbracciare la situazione a 360 gradi, senza cercare una soluzione unica o immediata. È proprio questo il senso del progetto che sto portando avanti con i Poliambulatori Prikors Acireale ,questo progetto nasce dall’idea che le difficoltà evolutive dei bambini non possano essere comprese né trattate in modo frammentato. Il bambino viene visto nella sua globalità, all’interno del proprio corpo, delle sue emozioni, delle sue competenze cognitive e, soprattutto, delle sue relazioni familiari. L’obiettivo è offrire uno spazio clinico e riabilitativo in cui bambino e famiglia siano presi in carico insieme, attraverso un lavoro coordinato tra diverse figure professionali.
Il cuore del progetto è l’integrazione tra psicomotricità, logopedia, psicoterapia sistemico-relazionale, neuropsicologia e fisioterapia. Ogni intervento non procede in modo isolato, ma dialoga con gli altri, così da costruire percorsi su misura, cuciti sul funzionamento specifico del bambino e sulle dinamiche familiari in cui è inserito.
Dal punto di vista del bambino, il progetto mira a sostenere lo sviluppo psicomotorio, linguistico, emotivo e cognitivo, a prevenire o ridurre difficoltà evolutive e scolastiche e a favorire l’autonomia, la regolazione emotiva e le competenze sociali. Parallelamente, grande attenzione è rivolta alla famiglia, che viene accompagnata con una presa in carico chiara e continuativa. I genitori non sono semplici “spettatori” del percorso, ma parte attiva del processo di comprensione e cambiamento, in un’ottica sistemico-relazionale.
La presa in carico inizia con un primo contatto informativo e prosegue con una valutazione multidisciplinare, svolta nell’arco di alcune settimane. Questa fase permette di raccogliere una visione completa del bambino attraverso colloqui con i genitori, osservazioni cliniche e, quando necessario, valutazioni specifiche. L’équipe si riunisce poi per restituire alla famiglia un profilo integrato del bambino e un Piano di Intervento Integrato, che definisce obiettivi, strumenti e ruoli dei diversi professionisti coinvolti.
Il team lavora in modo coordinato e strutturato, con riunioni periodiche, cartella clinica condivisa e momenti di supervisione. Questo garantisce coerenza negli interventi e continuità nel tempo, evitando sovrapposizioni o messaggi contrastanti per il bambino e la famiglia.
I servizi offerti comprendono valutazioni, interventi riabilitativi e psicoterapeutici, parent training, laboratori per bambini e momenti formativi per genitori e scuole. Il progetto è pensato anche per aprirsi al territorio, attraverso collaborazioni e convenzioni, con la possibilità di sviluppi futuri in ambito istituzionale.
In sintesi, “Percorsi Integrati per la Crescita” è un modello che propone di abbracciare la complessità dell’età evolutiva a 360 gradi, superando la logica dell’intervento singolo e puntando su una rete di cura che tenga insieme bambino, famiglia e contesto. È un progetto che mette al centro la relazione, il significato e il funzionamento globale, più che il singolo sintomo.
Esperti
Domande correlate
- Buongiorno, mia madre ha avuto un grave incidente circa due anni fa durante la quale ha subito un trauma cranico. Inizialmente, dopo aversi svegliato dalla coma, i progressi erano visibili e importanti, ma ultimamente (l'ultimo anno), stiamo notando sempre piu' problemi di comportamento e depressione.…
- Buongiorno. Io sono Ucraina, mio marito italiano. abbiamo la figlia di 8 anni, che da piccola sempre si opponeva alle regole. ora e migliorata tanto, ma comunque in terza elementare, piange spesso durante la lezione di matematica, perche non vuole fare il compito che gli sembra difficile. Discalcula…
- Mia figlia frequenta un centro a Siracusa da anni, hanno cambiato spesso terapisti, così ho portato mia figlia privatamente da una terapista cognitivo comportamentale, figura che tra l altro alla stella di Maris di Pisa ci avevano sconsigliato perché la bambina è piccola e ci si può lavorare facendo…
- Buonasera, sono la mamma di un bimbo di 5 anni appena compiuti. Ultimamente, anche confrontandovi con la maestra ci siamo resi conto che il bambino a volte è come preso dei suoi pensieri e si fatica a richiamare la sua attenzione. È sempre l’utimo ad andare in bagno o a mettersi in fila... le educatrici…
Vuoi inviare una domanda?
I nostri esperti hanno risposto a 5 domande su Disturbi del Comportamento
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.