Buonasera, ho intrapreso da poco (ad oggi sono tre settimane) un percorso psicoterapeutico per il tr

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Buonasera, ho intrapreso da poco (ad oggi sono tre settimane) un percorso psicoterapeutico per il trattamento di sintomi dissociativi; in particolare sto vivendo uno stato di derealizzazione e depersonalizzazione costante da circa 6 mesi. Nonostante questi sintomi si manifestino ininterrottamente per tutto l'arco della giornata, sto iniziando a notare una leggera e graduale riduzione dell'intensità. Tuttavia, un elemento che gioca a mio sfavore è l'ansia che insorge nel momento in cui "controllo" se questa dissociazione sia ancora in atto: facendolo mi rendo conto che sia ancora così, e quindi la preoccupazione sale, a cui fanno seguito pensieri e dubbi angoscianti e catastrofici. Penso infatti "e se questo senso di disconnessione durasse per sempre? E se non tornassi mai più a vedere il mondo come prima?"; ad accentuare la mia ansia è il pensiero che, più passa il tempo (e quindi anche la terapia), più questa derealizzazione/depersonalizzazione dovrebbe scomparire, ma il fatto stesso di dover attendere una guarigione imminente provoca l'effetto opposto, come se fossi terrorizzato all'idea che in realtà non stia guarendo affatto, o comunque non nei tempi "standard". Ciò di cui ho veramente paura è che se ipoteticamente dovessi continuare a seguire scrupolosamente i consigli del mio terapeuta (accettare questi sintomi, non combatterli, non prestarci attenzione, così da diminuire l'ansia) per un mese intero, non provando più angoscia, e mi rendessi conto tra un mese di essere ancora derealizzato, allora temerei davvero di aver sviluppato un disturbo permanente e incurabile. Convivo infatti con un già diagnosticato disturbo ossessivo compulsivo, che è cronico... ecco, io spero vivamente che questa dissociazione non abbia lo stesso carattere cronico del DOC. Infine vi volevo chiedere dopo quanto tempo, in media, questo senso di derealizzazione/depersonalizzazione (con il contributo della terapia) tenda a scomparire; se settimane o anche mesi, a seconda del soggetto. Vi ringrazio e chiedo scusa per la lunghezza del messaggio
Gentile Utente, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza. È chiaro che sta affrontando un momento molto complesso e ricco di emozioni contrastanti. È normale sentirsi sopraffatti dalla paura e dall’incertezza quando si affrontano sintomi come la derealizzazione e la depersonalizzazione, specialmente in un contesto già segnato dal disturbo ossessivo compulsivo.

È incoraggiante sapere che sta notando una lieve riduzione dell’intensità dei sintomi. Ogni passo in avanti, anche se piccolo, merita di essere riconosciuto e celebrato. Il percorso terapeutico richiede tempo e pazienza, e ogni persona reagisce in modo diverso; non esistono "tempi standard" per la guarigione. Talvolta, la pressione di dover raggiungere un certo stato di benessere entro un periodo specifico può accentuare l’ansia, creando un circolo vizioso.

È comprensibile che la sua mente si attivi in modo catastrofico, soprattutto quando si confronta con il timore di una condizione cronica. Tuttavia, è importante ricordare che i sintomi dissociativi, in molti casi, possono migliorare significativamente con la terapia e il giusto supporto. La strategia di accettazione e non combattimento dei sintomi, come suggerito dal suo terapeuta, può essere difficile ma è spesso efficace.

La sua ansia di monitorare costantemente la derealizzazione è una reazione comune, ma può perpetuare il problema stesso. Potrebbe essere utile esplorare queste sensazioni e pensieri nel contesto della terapia, per trovare strategie più efficaci per affrontarli. Lavorare sulla consapevolezza e sull’accettazione può aiutarla a ridurre l’ansia legata a questo "controllo".

In media, i tempi di miglioramento possono variare: per alcune persone i sintomi possono ridursi in settimane, per altre possono richiedere mesi. Ogni percorso è unico e dipende da diversi fattori, inclusa la disponibilità a lavorare su di sé e le circostanze individuali.

Se sente che il suo percorso terapeutico non sta progredendo come sperato, la invito a parlarne apertamente con il suo terapeuta. Insieme potrete valutare se ci sono aggiustamenti da fare nel trattamento o se ci sono altre tecniche da esplorare.

Non si scusi per la lunghezza del messaggio; esprimere le proprie paure e riflessioni è un passo importante e prezioso. È un percorso difficile, ma avere il coraggio di affrontarlo è già un grande passo. Un carissmo saluto, dott. Daniele D'Amico.

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Gentile Paziente, la sua domanda sembra essere una richiesta di rassicurazione "guarirò o dovrò stare così per sempre?".. Guarirà, anzi lo sta già facendo, si legge questo dal suo messaggio.
Chieda al suo terapeuta di spiegarle cosa sia la dissociazione, in modo tale che possa tranquillizzarsi. La sensazione è spiacevole, sicuramente, i sintomi dissociativi passeranno quando né avrà compreso il senso e quando avrà trovato un modo per sentirsi al sicuro. Nessuno può definire un tempo, insista con la terapia. L'unica cosa che può fare in questo momento è portare questi suoi dubbi in terapia, vedrà che il suo terapeuta apprezzerà molto... portare i suoi dubbi in terapia, corrisponde a trovare un modo per sentirsi più al sicuro...almeno in terapia! Coraggio!
Gentile paziente,
ha intrapreso un percorso di cura che sta già attuando dei cambiamenti rispetto al problema che riporta. Ciò che descrive racconta di una preoccupazione naturale che può essere estinta parlandone apertamente con la sua terapeuta che sono certa sarà disponibile a dedicare un momento del vostro colloquio per parlare di queste sue riflessioni. Continui così che è sulla giusta strada.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Salve, comprendo a fondo le sue preoccupazioni e il disagio che sta vivendo, e voglio rassicurarla sul fatto che i sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione che descrive non sono necessariamente permanenti. Anzi, una cosa molto importante da ricordare è che questi stati possono migliorare significativamente, se non scomparire del tutto, con il giusto approccio terapeutico. È normale che, in presenza di disturbi d'ansia o del DOC, la sua mente possa alimentare pensieri catastrofici e dubbi costanti riguardo alla possibilità di una guarigione. Ma è proprio qui che entra in gioco l'approccio che sta seguendo: accettare i sintomi senza combatterli è una strategia fondamentale, perché è l'ansia stessa che può mantenere attivi e più intensi questi sintomi. Più cerca di monitorare costantemente se la derealizzazione è ancora presente, più alimenta il circolo vizioso dell'ansia. Il fatto che stia iniziando a notare una leggera riduzione dell'intensità è già un segnale incoraggiante. Per quanto riguarda la sua preoccupazione che questi sintomi possano diventare cronici come il DOC, voglio chiarire una distinzione importante. Nel disturbo ossessivo-compulsivo non significa che i suoi sintomi siano immutabili o permanenti. Molte persone con DOC vivono lunghi periodi di remissione o comunque vedono una riduzione significativa dei sintomi con la giusta terapia. Lo stesso vale per la derealizzazione e depersonalizzazione, che non hanno un carattere necessariamente cronico e possono essere trattati efficacemente. Un’altra cosa da considerare è che la sua ansia riguardo alla guarigione "nei tempi standard" potrebbe essere un riflesso del DOC, che spesso porta a un controllo eccessivo e all'idea di dover seguire certi tempi o regole per stare bene. La guarigione è un processo personale, che varia da persona a persona, e non segue sempre una linea temporale fissa. A volte ci possono volere settimane, altre volte qualche mese, ma il miglioramento avviene con costanza e senza forzature. L’uso dei farmaci, in combinazione con la terapia, potrebbe essere utile, proprio per alleggerire il carico d'ansia e permetterle di affrontare i sintomi con più serenità. Se non l’ha già fatto, potrebbe valutare insieme al suo terapeuta o a un medico l’opportunità di introdurre una terapia farmacologica, anche solo temporaneamente. In sintesi, il suo stato attuale non è permanente, e sta già notando dei piccoli segnali di miglioramento, che sono importanti. La strada che sta percorrendo è quella giusta, anche se richiede pazienza. Con il tempo, l’accettazione e la diminuzione dell’ansia, è molto probabile che vedrà un ulteriore alleggerimento dei sintomi. L'importante è fidarsi del processo e del suo terapeuta, sapendo che non esiste una "scadenza" precisa per il miglioramento. Non è solo in questo percorso, e ci sono strumenti efficaci per affrontare e ridurre questi sintomi. Dott. Andrea Boggero
Salve, metta in sospensione tutti i se e si affidi alla terapia. tollerare l'incertezza, sospendere il giudizio. Se accettando i suoi sintomi potesse attraversali, e andare avanti. Riponga fiducia in se stesso e nel suo terapeuta. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
Salve e grazie per la condivisione.
È assolutamente normale sentirsi sopraffatti dalla paura e dall’ansia quando si affrontano sintomi come la derealizzazione e la depersonalizzazione.
L' ansia di monitorare costantemente la derealizzazione può consolidare il problema stesso.
Io lavorerei sulla consapevolezza e sull’accettazione da una parte, e sui piccoli cambiamenti è in grado di fare dall'altra.
Questo potrebbe aiutarla a ridurre l’ansia legata a questo "controllo".
Mi faccia sapere come va.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Monia Michelini
Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso in modo così dettagliato la sua esperienza e comprendo quanto possa essere angosciante affrontare i sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione, specialmente quando si combinano con l'ansia legata al controllo di questi ultimi. Il percorso terapeutico che ha intrapreso è cruciale proprio per iniziare a dare voce a ciò che la mente non riesce a esprimere attraverso altri canali. Talvolta, il sintomo persiste proprio perché rappresenta un messaggio che cerca di comunicare. La sua preoccupazione legata alla durata della dissociazione è comprensibile, ma è essenziale non fissarsi troppo su un "tempo standard" di guarigione. Ogni percorso è unico e dipende da molteplici fattori: non solo dalla natura del sintomo, ma anche ciò che esso rappresenta per lei e come si sta sviluppando il suo lavoro terapeutico. In molti casi, il tempo necessario per superare "questi sintomi" varia sensibilmente, e potrebbe richiedere settimane o anche mesi. È fondamentale che il processo venga affrontato senza fretta, permettendo alla terapia di fare il suo corso. Inoltre, accettare i sintomi senza combatterli, come suggerito dal suo terapeuta, è una strategia importante per ridurre l'ansia e iniziare a spostare l'attenzione verso altri aspetti della sua vita interiore. È comprensibile che lei tema una cronicizzazione del disturbo, ma occorre ricordare che, anche se per lei il Disturbo Ossessivo Compulsivo ha una natura, diciamo, "più stabile", non significa che ogni altro sintomo debba seguire lo stesso corso. La invito a continuare il suo percorso con fiducia, lasciando che il tempo e il lavoro interiore possano portarla verso una maggiore consapevolezza e guarigione. Le auguro il meglio nel proseguimento della terapia!
Buongiorno,
dalle sue parole si comprende che lei è alla ricerca di rassicurazioni. In realtà credo che le risposte lei le abbia già. Da quanto scrive, sta già beneficando di miglioramenti. Ogni percorso è unico, quello che è certo è che è sulla strada giusta. Parli dei suoi timori alla sua psicoterapeuta, sarà certamente materiale utile per il proseguo del vostro lavoro e si sentirà maggiormente al sicuro. Non demorda. Un saluto.
Buonasera Gentile Utente, mi dispiace per il momento che sta attraversando. Questi pensieri, dubbi relativi all'esito della terapia e alla guarigione sono normali. Il fatto che poi emergano in un contesto dove è presente anche un doc non fa altro che riflettere il suo funzionamento. Tipici del doc infatti sono pensieri intrusivi che ingombrano la mente e da cui diventa molto difficile sganciarsi. Se il tema dei sintomi dissociativi si lega a questa modalità di funzionamento, ne esce un circolo vizioso da cui pare impossibile uscirne. Porti questi dubbi al suo terapeuta e, se necessario, valutate insieme anche un supporto farmacologico: non sarà risolutivo, ma potrebbe aiutarla a gestire meglio questo momento di difficoltà. Cordialmente, dott. Simeoni
Buonasera e grazie per aver condiviso la sua esperienza. È comprensibile sentirsi sopraffatti dalla derealizzazione e dalla depersonalizzazione, soprattutto quando si è in un percorso terapeutico.
Innanzitutto, è positivo sapere che ha iniziato un trattamento e che sta notando una leggera riduzione dell'intensità dei sintomi. Questo è un segnale incoraggiante, anche se il processo di recupero può sembrare lento e frustrante.
In psicoterapia, è comune che i progressi avvengano in modo graduale e che ci possano essere momenti di alti e bassi.
È importante ricordare che ogni individuo è unico e reagisce alla terapia in modi diversi; quindi, non esiste una tempistica "standard" per la scomparsa dei sintomi dissociativi.
La sua preoccupazione riguardo al "controllo" dei sintomi è molto comune. Questo comportamento è spesso collegato all'ansia e può diventare un circolo vizioso: più si controlla, più si sente ansioso, e più l'ansia alimenta i sintomi dissociativi. Lavorare con il suo terapeuta sulla gestione dell'ansia e sull'accettazione dei sintomi è fondamentale. La terapia può aiutarla a trovare strategie efficaci per affrontare queste preoccupazioni senza ricorrere al controllo.
Per quanto riguarda la durata dei sintomi, alcune persone possono notare miglioramenti in settimane, mentre per altre può richiedere mesi o più a lungo. La chiave è la pazienza e la fiducia nel processo terapeutico. Non valuti i suoi progressi in base alla velocità, ma si concentri sui piccoli miglioramenti che sta facendo.
Inoltre, è importante affrontare i pensieri catastrofici che ha menzionato. Potrebbe essere utile esplorare questi pensieri insieme al suo terapeuta, identificando il modo in cui influenzano il suo stato emotivo e come può iniziare a modificarli.
Infine, sappia che la dissociazione non è necessariamente un disturbo permanente. Con il giusto supporto e le strategie appropriate, molti trovano un modo per gestire i sintomi e migliorare la loro qualità della vita. Continui a lavorare con il suo terapeuta, esplorando le sue paure e le strategie di coping. Non è solo in questo percorso e ci sono risorse e supporto disponibili per aiutarla.
Le auguro il meglio nel suo cammino verso il benessere e rimango a sua completa disposizione.
Dott. Michele Basigli
Salve, il suo percorso sta portando dei frutti interessanti, si ricordi che quello che tenta di controllare diventerà ancora più presente nella sua vita irrigidendo così la dinamica.
Le consiglio di trattare la componente ansiosa con la mindfulness modulo MBSR.
Cerchi un gruppo in partenza e partecipi,la potrà senz’altro aiutare.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buonasera gentile Utente, comprendo come la sua esperienza con i sintomi dissociativi, in particolare derealizzazione e depersonalizzazione, possa essere molto angosciante e alimentare pensieri preoccupanti. Il suo messaggio rivela chiaramente quanto sia impegnato nel percorso terapeutico e nel comprendere ciò che sta vivendo, il che è un elemento molto positivo.

Gli stati di derealizzazione e depersonalizzazione spesso si verificano in risposta a livelli elevati di ansia e stress. È naturale che il suo disturbo ossessivo-compulsivo possa amplificare il desiderio di controllare o monitorare costantemente la presenza dei sintomi dissociativi, portando a un circolo vizioso: più tenta di controllarli, più l’ansia aumenta, prolungando la dissociazione.

È importante riconoscere che il tempo necessario per superare questi sintomi varia molto da persona a persona. Alcuni possono vedere miglioramenti in poche settimane, mentre per altri potrebbero volerci mesi. Il progresso può essere graduale e non sempre lineare. Ciò che è fondamentale è continuare a seguire il percorso terapeutico e non cadere nella tentazione di "monitorare" costantemente i sintomi. Questo controllo costante può, come lei stesso ha descritto, rafforzare l'ansia e mantenere attivi i sintomi.

Uno degli approcci più efficaci nella gestione della derealizzazione e depersonalizzazione è, come probabilmente le ha spiegato il suo terapeuta, smettere di lottare contro questi sintomi, accettandoli come una risposta temporanea allo stress. Il cervello può, in un certo senso, "disconnettersi" in momenti di difficoltà emotiva, ma col tempo, e riducendo il controllo ossessivo, è possibile che questi stati diminuiscano gradualmente di intensità.

Per quanto riguarda la durata, è difficile stabilire un tempo esatto. La guarigione può dipendere da diversi fattori, inclusa la gravità dei sintomi, il livello di ansia associato e il grado di impegno nella terapia. Tuttavia, il fatto che lei stia già notando una leggera riduzione dell’intensità è un segnale incoraggiante. Continuare a lavorare sul distacco dal bisogno di controllo e sull’accettazione del sintomo, come le ha suggerito il terapeuta, sarà cruciale per proseguire verso un miglioramento stabile.

Se ha dubbi sulla cronologia del recupero, ne parli apertamente con il suo terapeuta, poiché sarà in grado di adattare l'approccio alle sue esigenze specifiche.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Gentile utente, ha intrapreso un percorso di cura che sta già attuando dei cambiamenti rispetto alla situazione che riporta. Ciò che descrive racconta di una preoccupazione naturale di cui può parlare apertamente con la sua terapeuta che sono certa sarà disponibile a dedicare un momento del vostro colloquio per parlare di queste sue riflessioni.
Dott.ssa Martina Panzeri
Buonasera, la sua preoccupazione è legittima e comprensibile, ma è importante ricordare che il percorso che ha intrapreso è già positivo verso il miglioramento.

Come ha notato, è incoraggiante il fatto che stia iniziando a vedere una riduzione, anche se leggera, dell'intensità dei sintomi. Spesso, in situazioni come la sua, il tentativo di monitorare costantemente i sintomi può in realtà peggiorare l'ansia, mantenendo attivi i sintomi stessi. Questo tipo di controllo è una reazione comprensibile, ma potrebbe innescare un circolo vizioso che alimenta il problema anziché risolverlo.

Le strategie che il suo terapeuta le sta proponendo, come l'accettazione dei sintomi e la diminuzione dell'attenzione ossessiva verso di essi, sono strumenti utili per spezzare questo ciclo. Il miglioramento è spesso graduale e soggettivo, non esistono "tempi standard" per una guarigione completa, e ogni persona reagisce al trattamento in maniera diversa. Ciò che conta è continuare a lavorare su questi sintomi senza la pressione di "dover" guarire in un certo arco di tempo.

Le suggerirei di continuare a portare questi pensieri e preoccupazioni al suo terapeuta, affinché possiate esplorare insieme nuove strategie e strumenti per gestire l'ansia e il bisogno di controllo. Il fatto che stia già osservando dei cambiamenti è un segnale positivo e le conferma che sta andando nella direzione giusta.

Le auguro di proseguire con fiducia nel suo percorso terapeutico e di affrontare questa fase con pazienza e attenzione a se stesso.

Dott.ssa Cipriano Alessia
Buongiorno.
È importante sottolineare che il percorso terapeutico per affrontare sintomi dissociativi richiede tempo e pazienza. La leggera e graduale riduzione dell'intensità che ha già notato è un segnale positivo e indica che il suo corpo e la sua mente stanno iniziando ad adattarsi al lavoro terapeutico. Questo è un passo importante, anche se non è immediatamente la "scomparsa" completa dei sintomi.

L’ansia che si genera quando controlla se la dissociazione sia ancora presente è una reazione comprensibile, ma fa parte di quel ciclo di pensieri ossessivi che, come lei sa, tende a mantenere in vita il problema. Più si cerca di verificare se un sintomo sia presente, più è probabile che l’ansia aumenti e che il sintomo sembri più evidente. La strategia che il suo terapeuta le ha suggerito — accettare i sintomi e cercare di non combatterli o prestarvi troppa attenzione — è volta proprio a interrompere questo ciclo. So che può sembrare difficile e controintuitivo, ma spesso accettare l'esperienza per come si presenta, senza tentare di controllarla, è la chiave per ridurre l'intensità del sintomo.

Per quanto riguarda la durata dei sintomi, essa varia molto da persona a persona. Per alcuni, la riduzione della derealizzazione e depersonalizzazione può richiedere alcune settimane, per altri mesi. Dipende da vari fattori, tra cui l'intensità dei sintomi iniziali, il livello di ansia associata, e il tipo di supporto che si sta ricevendo. La cosa più importante è non porsi aspettative troppo rigide sui tempi di "guarigione", perché questo stesso pensiero può incrementare l’ansia e ostacolare il processo di miglioramento.

Capisco anche la sua paura che questa condizione possa diventare cronica, simile al Disturbo Ossessivo-Compulsivo. È una preoccupazione comprensibile, ma tenga presente che i sintomi dissociativi spesso rispondono bene alla terapia, specialmente se affrontati con pazienza e fiducia nel processo. Ogni percorso terapeutico è unico, e il miglioramento può avvenire gradualmente, spesso senza che se ne accorga immediatamente.

La invito a continuare a lavorare con il suo terapeuta e a darsi il tempo necessario per vedere i cambiamenti. Spesso, i miglioramenti arrivano quando si riesce a smettere di cercare costantemente conferme di "star meglio". Non esiti a parlare delle sue preoccupazioni e di questi pensieri angoscianti, così che possa ricevere il supporto di cui ha bisogno.

Le auguro il meglio nel suo percorso, e sono qui per qualsiasi ulteriore domanda.
D.ssa Violeta Raileanu

Buongiorno,
Questo tipo di sintomatologia è estremamente variabile da persona a persona... È impossibile ipotizzare quando scompariranno. Le consiglio di confrontarsi con il suo terapeuta riguardo a queste domande.
Dott. Marco Cenci
La ringrazio per aver condiviso con tanta apertura e sincerità la sua esperienza. Comprendo pienamente le sue preoccupazioni riguardo ai sintomi dissociativi che sta vivendo e l'ansia che emerge quando cerca di monitorare il suo stato. È importante notare che la focalizzazione dell'attenzione sui sintomi, così come il tentativo di controllarli, possono effettivamente alimentare e mantenere il disagio significativo, generando un circolo vizioso di ansia e preoccupazione.
La leggera e graduale riduzione dell'intensità dei sintomi che sta notando è un segnale positivo e testimonia il valore del percorso terapeutico che ha intrapreso. Affrontare e accettare i sintomi, piuttosto che combatterli, può contribuire a una maggiore serenità e, nel lungo termine, a una migliore gestione del suo stato emotivo.
La paura di sviluppare una condizione permanente è comprensibile, soprattutto tenendo conto delle preoccupazioni legate al disturbo ossessivo compulsivo. Tuttavia, è fondamentale ricordare che i sintomi dissociativi possono variare notevolmente da persona a persona e, in genere, con un adeguato supporto terapeutico, tendono a migliorare nel tempo. Non esiste, però, una tempistica standard: per alcuni, i miglioramenti possono manifestarsi in poche settimane, mentre per altri potrebbero richiedere mesi.
Il suo impegno e la sua partecipazione attiva nella terapia sono elementi essenziali per il suo processo di guarigione. La invito a continuare a condividere le sue preoccupazioni con il suo terapeuta, che potrà guidarla e supportarla in questo percorso.
Le auguro di trovare sempre più sollievo e chiarezza, un caro saluto
Buongiorno, mi dispiace per questa sua condizione di sofferenza anche se tra le sue tante preoccupazioni ho trovato confortante sentirle dire che avverte dei miglioramenti; significa che con il suo terapeuta sta lavorando bene. Credo che la fiducia rappresenti un aspetto decisivo di ogni trattamento, per questa ragione la invito a non avere fretta e condividere con il suo terapeuta le stesse preoccupazioni espresse qui. Le tempistiche sono soggettive e dipendono da numerose variabili; il doc è probabilmente un modo attraverso il quale lei cerca di agire un controllo delle angosce, questo mi fa pensare che sia proprio importante lavorare bene in terapia perché sono convinto che alla lunga anche su quel versante potrà ottenere benefici. Resto a disposizione per qualsiasi cosa, anche da remoto, qualora lei lo ritenesse opportuno. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Buongiorno, grazie per il suo quesito. Non è possibile rispondere in maniera netta alle domande che riporta perchè la mente umana non è prevedibile, così come gli esiti delle cure cliniche che ha intrapreso. Quello che emerge è un grande bisogno di rassicurazione che il percorso intrapreso sia fruttoso e oppportuno, una reazione assolutamente comprensibile che le consiglio di portare in seduta con la sua terapeuta, in modo da sviscerare e affrontare tutti gli eventuali dubbi. Cordiali saluti,

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