Buonasera ho 45 anni, non sono mai stata sposata e non ho figli. Dopo una convivenza durata 10 anni

19 risposte
Buonasera ho 45 anni, non sono mai stata sposata e non ho figli. Dopo una convivenza durata 10 anni con una persona con la quale non è stato possibile proseguire un rapporto di coppia sano, ho incontrato un ciarlatano che voleva solo sesso (storia durata pochi mesi), fino a credere in uomo di 55 anni. Con quest'ultimo, che conoscevo da ragazzina e pur non avendolo mai frequentato credevo fosse una persona "per bene", ho trascorso gli ultimi tre anni della mia vita. Sembrava tutto perfetto. Lui, come me, era completamente libero...tante cose in comune. Credevo non mi potesse mai far del male e di poter costruire qualcosa di serio e concreto, ma si è rivelato tutto un bluff. Lui vive con la sorella maggiore (anch'essa single) e di fatto non si è mai impegnato con me, mettendo in atto tutta una serie di comportamenti decisamente infantili e che mi hanno fatta molto soffrire. Tantisdimo. Spesso mi faceva credere in un possibile futuro insieme, ad asempio quando mi invitava a trascorrere le feste con la sua famiglia (visto che non aveva mai portato una donna in casa).La cosa che mi addolora di più è che con lui ho provato con amore ad avere un figlio, peraltro dietro suo desiderio, cosa mai fatta prima in vita mia alla quale ho dato un'importanza grandissima. Una vera contraddizione a pensarci...visto che mi diceva di non essere pronto per una convivenza, che lo privavo della libertà e che non vedeva piùi suoi amici per stare con me. Io, invece, avrei voluto sposarmi. Rendendomi conto di non valere nulla per questa persona, dopo l'ennesimo furibondo litigio, non l'ho più cercato. Lui ha fatto altrettanto.

Sono passati tre mesi. Adesso sto malissimo perché sento di essere stata sfruttata, umiliata, un elemento d'arredo ...ma soprattutto non credo che io possa più incontrare qualcuno che mi ami davvero. I consigli classici sull'aprirmi alla vita, uscire con gli amici, fare sport, "amarmi" e bla bla bla non servono a nulla perché queste sono tutte cose che faccio già. Io so solo che basta un alito di vento per farmi piangere a dirotto. L'amore che ho dato a questa persona non ha lasciato un segno positivo, nulla di buono. In mente ho solo brutti ricordi, come quando dopo aver subito una fattura lui è partito con gli amici a sciare come se niente fosse o la sua risposta :"se vuoi posso aggiunger un altro giorno a settimana ". (La domanda era :"perché dormi da me solo venerdì e sabato? E se io avessi voglia di stare con te lunedì, martedì o qualsiasi altro giorno come mai non stabiliamo insieme?").

Io sento di essere una fallita. Una pagliaccia e che l'amore non esiste. Di contro sono terrorizzata al fatto di vivere una vita intera senza amore. Come si fa ad accettare questo? Tutti sminuiscono la mia situazione ma io mi sento la persona più triste del mondo. A volte penso che forse avrei dovuto accettarlo così com'è...tanto prima stavo male con quelle briciole ma ora è pure peggio. Grazie a chi vorrà rispondermi.
Cara utente, grazie della condivisione di un dolore evidente. Quello che mi arriva da questo racconto è una donna che, nell'incontrare un uomo, ha incontrato tutte delle possibilità di vita (relazione di coppia, maternità, futuro) che sono state confuse con il volto stesso di quell'uomo. Sicuramente i brutti pensieri relativi a "nessuno mi amerà più" non sono correlati ad una precedente esperienza di cui, quell'eventuale "nessuno" non saprebbe niente. Quello che forse merita di essere indagato è come si configura una relazione amorosa nella sua vita, quali sono le sue aspettative rispetto ad una relazione e ad un uomo, aspetti relati ma non corrispondenti. Inoltre, meriterebbe un approfondimento il come lei si sente all'interno delle relazioni, di come queste si costruiscono nella sua vita e di come questa vita si è costruita a sua volta. Per fare questo potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicologico, nel quale poter indagare questi aspetti. Qualora lo desiderasse può prenotare un colloquio online con me e insieme possiamo intraprendere questa strada. Resto a disposizione, cordialmente, Dott.ssa Sara Torregrossa

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Buongiorno, grazie della sua condivisione molto amara e dolente, che rispecchia pienamente come lei si sente in questo momento. Ho come un'immagine: un fiume in piena che ha bisogno di scorrere violentemente, portandosi dietro i detriti di un paesaggio vissuto e sofferto. Quando sarà passato il fiume in piena, potrà affrontare quello che c'è e ricostruire. Ora è presto, c'è tanta rabbia, delusione, rimpianto, rimproveri, di tutto. Ma questo momento doloroso può diventare una opportunità di fare qualcosa per se stessa. Si è adattata a situazioni scomode, probabilmente per non rimanere sola, con l'illusione che la situazione sarebbe cambiata.Non è giusto che si accontenti di briciole, non se lo merita. Mi sento di suggerirle quando se la sente, un percorso psicologico, incentrato su una domanda di fondo: come mai ho permesso tutto questo? analizzando le varie situazioni, la sua storia personale, la sua personalità. Un lavoro che la mette al centro del suo interesse, un lavoro molto profondo ed emozionante. Poi potrà ragionare se vivere con o senza amore e semmai con che tipo di amore, non briciole. Ora è presto per porsi domande, ora è il momento del conforto, di curare le ferite e anche questo si fa in psicoterapia. Rimango a disposizione, un caro saluto dott.ssa Silvia Ragni
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Gentile utente, la ringrazio per la sua condivisione. Capisco quanto dolore e confusione abbiano caratterizzato questi ultimi anni, e quanto sia stato difficile accettare la mancanza di quell’amore che aveva sperato di costruire. È del tutto comprensibile che si senta disillusa e ferita, soprattutto dopo aver messo tutto il suo cuore in qualcosa che sembrava promettente ma che poi si è rivelato deludente.
Il dolore che ha espresso è reale e non va minimizzato; sentirsi sfruttata o, come ha detto lei, "un elemento d'arredo", è una ferita profonda alla sua autostima e alla fiducia negli altri. La sensazione di "fallimento" di cui parla è molto severa con se stessa. Il valore di una persona, e anche nelle relazioni, non si misura dal successo o dall’insuccesso di un singolo legame, ma piuttosto dalla capacità di rimanere fedele a sé stessa anche nelle difficoltà. Accettare che una relazione non funzioni non è segno di fallimento, ma di forza e consapevolezza.
La invito a riflettere sulla possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia che possa offrirle uno spazio sicuro per elaborare queste esperienze e trovare nuove prospettive per il futuro. Resto a disposizione, sia online che in presenza, qualora sentisse il bisogno di lavorare su queste tematiche insieme.
Un caro saluto, Dott. Gianluca Pignatelli
Gentile utente,
la sua disperazione è evidente dal suo racconto e appare inconsolabile. Sta rinunciando alla possibilità di vivere un amore sincero e profondo, segnato da stima e rispetto, da intelligenza emotiva e ricchezza di valori.
Si sta anche colpevolizzando di questo che lei percepisce come un fallimento, come se non fosse lei capace di essere salda nei suoi principi e di cadere in rapporti logoranti e demotivanti.
Intraprendere un percorso psicologico sarebbe quanto mai importante per lei, in questo momento di vita. Lo psicologo/a sarebbe quello specchio oggettivo e lucido di cui ha bisogno per rielaborare a fondo i suoi sentimenti e ripristinare le sue personali priorità.
Le relazioni sentimentali sono una parte importante della vita delle persone: molte di loro identificano il partner come la relazione più significativa. Ma il costrutto della felicità ha altre dimensioni altrettanto importanti e devono essere esplorate giorno per giorno per rimettere al centro della sua vita la cosa davvero fondamentale, cioè sé stessa!
Saper captare le emozioni positive e viverle a pieno, sentirsi realizzate nel lavoro o negli interessi, saper individuare uno scopo, un significato profondo della propria esistenza, vivere esperienze pienamente coinvolgenti, coltivare altri tipi di relazioni significative, altrettanto soddisfacenti di quelle sentimentali, se non di più in alcuni casi.
Ecco, questi sono gli aspetti su cui potrebbe concretamente lavorare, nel suo quotidiano, per riprendere salda in mano la sua vita e indirizzarla dove vuole, senza aspettative che non siano quelle che sono frutto delle sue libere azioni e decisioni.
Anche le emozioni negative che sta vivendo meritano di essere comprese con occhi più distaccati e con un barlume di speranza. La tristezza, ad esempio, nasconde un potenziale di rivalsa e informazioni preziose sui reali bisogni che devono essere ascoltati.
Il mio consiglio è di non rinunciare a sé stessa, e di mettere in discussione tutto ciò che sta pensando in questo periodo, sulla felicità, sull'amore, sulla vita. Abbia il coraggio di farsi supportare e cogliere l'opportunità di vedere le cose da altri punti di vista, da altre prospettive.
Se lo desidera, sarei lieta di fornirle informazioni su un percorso psicologico adatto alle sue eventuali esigenze.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
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Salve,
la sua sofferenza arriva forte, intensa e vera.
Nel leggere il suo racconto, mi veniva in mente una domanda che potrebbe rivolgere a se stessa. Anziché chiedersi se mai qualcuno la amerà ancora, provi a chiedersi "ma io mi amo?".
Il modo migliore per scegliere relazioni sane, arricchenti, gratificanti, senza accontentarsi delle briciole, è innanzitutto amarsi, prendersi emotivamente cura della propria persona, indipendentemente dalla presenza di un altro/a nella propria vita.
La saluto e resto a disposizione.

Dott.ssa Cecilia Caggianese
Gentile utente, grazie per aver condiviso un momento così difficile e doloroso. È evidente che ha investito molto in questa relazione ed è comprensibile sentirsi tristi e delusi dopo aver vissuto queste esperienze. Comprendo anche come possa sentirsi in conflitto tra il desiderio di avere una persona al suo fianco e il bisogno di proteggersi. La invito a riflettere su alcuni pensieri che lei stessa ha riportato: "sono una fallita", "una pagliaccia", "l'amore non esiste" e "sono terrorizzata al fatto di vivere una vita intera senza amore". Le chiedo di provare a riflettere sulle seguenti domande: "se una relazione finisce vuol dire necessariamente che sono fallita?", "giudicherei fallita una mia cara amica che ha interrotto una relazione o che non ha una relazione?", "ci sono aree della vita non legate all'amore in cui non mi sento fallita?", "posso essere meno severa con me stessa?". Le consiglio anche di chiedersi: "questi pensieri mi aiutano? o intensificano la mia sofferenza? cosa potrei pensare di diverso?."
È importante anche non perdere di vista il fatto che le esperienze negative passate e attuali non definiscono il suo valore.

Mi rendo conto che la mia risposta non sia esaustiva, ma penso che potrebbe essere utile rivolgersi ad un professionista, come un terapeuta, per esplorare questi pensieri e le emozioni che sperimenta in modo più approfondito.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott.ssa Margherita Raffaelli


Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. È stata una vita affettiva davvero travagliata fatta di amori spesso interrotti. Quello che posso consigliarle è di iniziare un percorso terapeutico dove poter approfondire queste dinamiche di coppia. Il mio approccio consiste in una prima call gratuita dove avviene una raccolta anamnestica a cui far seguire un percorso terapeutico in presenza oppure online. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Carissima comprendo benissimo il suo dolore, nelle sue parole colgo la sofferenza di un cuore in frantumi, proverò ad aiutarla per quanto mi è possibile a distanza. La sua lettera inizia esponendo diverse situazioni affettive in cui lei mostra un atteggiamento bonariamente ingenuo, quasi da sognatrice fanciullesca. Non a caso è stata attratta da quest’uomo di 55 anni che a suo dire mette in atto comportamenti infantili e contraddittori che richiedono un intervento psicologico ma su cui non possiamo intervenire, diversamente, lei potrà intervenire su sé stessa per guardare la realtà eliminando il “velo delle illusioni”, acquisendo uno sguardo più maturo e consapevole .
Durante la fase “finale” delle relazioni tormentate è frequente provare rabbia e sentirsi usati, manipolati e umiliati, soprattutto quando la conclusione non è stata serena. In questa fase è normale avvertire il bisogno di piangere, di ritirarsi e fare mente locale su quanto è successo, seguendo la psicoterapia bioenergetica le dico che il pianto permette al corpo di esprimere il dolore che non possiamo esprimere con le parole, non abbia timore delle sue lacrime, ma, al contempo, ricerchi il supporto dei familiari, delle amiche o si rivolga ad un terapeuta. Lo psicologo potrà aiutarla a comprendere l’origine delle sue scelte affettive, i suoi bisogni più profondi, le aspettative mancate, i desideri inascoltati. Sia paziente e compassionevole con sé stessa, abbracci il suo dolore come si abbraccia un bambino addolorato, quell’amore assoluto che lei ricerca e vorrebbe donare provi a riversarlo su sé stessa. Nei momenti di sofferenza e disperazione è naturale ricordare solo “i momenti brutti”, superata questa fase di turbolenza vedrà che verranno alla mente anche i momenti piacevoli in cui si è totalmente donata e ciò non vuol dire che è una fallita o una buffona, cacci dalla mente i sensi di colpa facendosi aiutare da uno psicologo. Riguardo alla sua frase “avrei dovuto accettarlo così come è “, l’ACCETTAZIONE di ciò che non condividiamo porta all’infelicità, in quanto vorrebbe dire scendere a compromessi che portano alla rinuncia dei nostri sogni e bisogni. Inizi un viaggio di “guarigione” del suo cuore, delle sue emozioni ferite, attraverso uno sguardo compassionevole e privo di giudizio da parte di un professionista. L’abbraccio e le offro la mia vicinanza, il mio conforto con la mia disponibilità professionale.
Cordialmente
Dott.ssa Maria Graziano
Gentile Utente
Grazie per la condivisione,
Comprendo la sua rabbia e la sua delusione, ma la invito a chiedersi una cosa? che tipo di relazione si auspica o vuole? Che tipo di valori ricerca in una relazione? Bagnerebbe avere accanto una persona che abbia i tuoi valori e simili obiettivi. Perchè ti senti una fallita? bisogna che cominci a capire il perchè ti giudichi cosi tanto e sopratutto penso che ci voglia un percorso per imparare a volersi piu bene. Tu vali. Devi cominciare ad amarti di più per il tuo bene e per il tuo percorso di vita
Buongiorno,
innanzitutto grazie per aver voluto condividere il suo vissuto. Comprendo la sua sofferenza e le sono vicino. Probabilmente, esplorare il suo dolore, la sua sensazione di essere stata sfruttata e umiliata, il significato che la relazione con quell’uomo ha avuto per lei potrebbe aiutarla ad acquisire maggiore consapevolezza su se stessa e su quanto avvenuto. La condivisione del suo racconto nella relazione sicura con un professionista può accompagnarla ad accogliere, elaborare e trasformare la sua sofferenza, a darle significato e a transitare verso modalità altre di essere. Per quanto comporti fatica, è comprensibile che in questo momento si senta persa e triste, ma con il tempo e l’opportuno supporto, potrà darsi l’opportunità di esplorare modalità nuove di raccontarsi e di guardare a se stessa, agli altri, al mondo circostante.

Resto a disposizione.
dott. Matteo Totaro
Buonasera gentile Utente, comprendo quanto possa essere difficile la situazione che sta attraversando. Le sue parole esprimono una profonda sofferenza e un senso di smarrimento che spesso accompagna esperienze di relazioni che ci hanno ferito profondamente, come quella che ha vissuto con quest'uomo.

Quello che descrive sembra essere stato un legame in cui le sue aspettative e i suoi desideri, come quello di costruire un futuro insieme e persino avere un figlio, sono stati frustrati da atteggiamenti contraddittori e da un impegno che non è mai stato pienamente reciproco. Questo tipo di esperienza può lasciare un profondo senso di ingiustizia e di disillusione, facendola sentire svalutata e tradita nei suoi sentimenti.

Il dolore che prova è reale e legittimo, così come la paura che questo possa accadere di nuovo o, peggio, che non possa più trovare qualcuno che la ami davvero. Tuttavia, è importante riconoscere che non è lei a essere "fallita" o "pagliaccia". Il valore di una persona non si misura dal successo di una relazione, e il suo dolore non è un segno di fallimento, ma una risposta naturale a una profonda delusione.

L'amore che ha dato, anche se ora le sembra sprecato, è comunque un riflesso della sua capacità di amare con autenticità e dedizione. La sofferenza che prova non cancella il fatto che ha amato e ha cercato di costruire qualcosa di significativo. Questa esperienza, per quanto dolorosa, non definisce chi lei è o cosa può ancora dare e ricevere in futuro.

È comprensibile che i consigli comuni come "uscire", "fare sport" o "amarsi di più" le sembrino vuoti in questo momento. Quando si è dentro un dolore così profondo, è difficile trovare conforto nelle soluzioni standard. Quello che può aiutarla è forse iniziare un percorso di accettazione del dolore che sta vivendo, senza cercare di affrettare il processo di guarigione.

A volte, la sofferenza ha bisogno di essere riconosciuta e accolta per essere superata. Può anche essere utile esplorare, magari con l’aiuto di un professionista, come mai è rimasta in una relazione che, pur avendola fatta soffrire a lungo, sentiva che non poteva lasciare. Questo potrebbe aiutarla a capire meglio se stessa e i suoi bisogni, e a prepararsi per un futuro in cui non si senta più "costretta" ad accettare briciole d’amore.

Il fatto che lei abbia chiuso questa relazione è già un passo verso una maggiore consapevolezza del suo valore. Anche se adesso la solitudine le sembra più dura da affrontare rispetto alla relazione stessa, questo periodo può diventare un’opportunità per riscoprire cosa davvero desidera e merita in una relazione, anche se ci vorrà del tempo.

Non si colpevolizzi per i suoi sentimenti e non perda la speranza nell'amore. La strada può essere difficile, ma il fatto che lei sia capace di amare profondamente è una risorsa preziosa che la porterà, quando sarà pronta, a vivere relazioni più appaganti e rispettose.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Buongiorno, intanto sono io che ringrazio lei per essersi aperta con me e avermi confidato il suo forte disagio.
Volevo inviarle tutto il mio sostegno e provare, anche se da lontano, ad avvicinarmi al suo dolore con delicatezza.
Immagino quanto in questo momento la sua solitudine possa pesarle, al punto da sentirsi "sbagliata/diversa", ma tenga a mente che è proprio quando il cielo è più buio che si vedono le stelle!
Mi chiedo...quando si rapporta ad un partner, quale posizione esistenziale assume? Cioè, in altri termini, cosa pensa di sé?

Attendo sue, qualora desiderasse rispondermi. Un caro saluto!
Carissima, leggo tanto dolore e tanto smarrimento. Sta navigando in un mare in tempesta, fatto di emozioni difficili che sembrano non trovare un giusto ascolto e una adeguata corrispondenza. La fine di una storia come quella che ha qui raccontato, dove si è fatto i conti con la disillusione e una profonda ferita come quella che le è stata inferta, confronta a un vissuto simile a quello del lutto che, sappiamo, incontra diverse fasi. Si è sentita sfruttata, umiliata, sente di aver investito amore, sogni, ambizioni con qualcuno che non ha saputo sintonizzarsi e corrisponderle con la stessa serietà e coscienziosità. Non è possibile prevedere un tempo perché questa sofferenza si affievolisca e ogni tentativo per "non sentire" o per "distrarsi" appare vano, come ha ben specificato. Ha mai pensato di rivolgersi a un professionista per poter rimettere insieme i pezzi, gestire le sue emozioni e navigare in compagnia di qualcuno in questo mare in tempesta? Il lutto è un processo, caratterizzato da varie fasi, che va attraversato e, con un aiuto specifico, potrebbe essere una transizione più "leggera". Le auguro ogni bene, un caro saluto
Buon giorno, dalla tua condivisione emerge tutto il dolore e la sofferenza provati rispetto a quanto vissuto in questi anni e la delusione delle relazioni precedenti. Ciò che mi colpisce in ciò che scrivi e che secondo il mio parere traspare, è la "perfezione" di cui parli, come se ci fosse un prototipo di relazione perfetto. Forse un tentativo di idealizzare l'ultima relazione per compensare le precedenti andate male? Dobbiamo, nostro malgrado, accettare che la relazione è un qualcosa che può e non è perfetto, di cui ci si deve prendere cura in due. Da come scrivi eri e sei tu che si prende cura della relazione così facendo il rapporto diviene unidirezionale. In tutto questo mi viene da domandarti quanto amore c'è nei tuoi confronti? Da dove viene questo forte giudizio che hai su te stessa e su ciò che fai? Forse prima di amare un'altra persona dovresti dare più amore alla persona che sei e che vuoi essere.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Lorena Ghiotto Psicoterapeuta e Psicodrammatista
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera ,
spesso non è visibile a tutti che anche la perdita di un compagno è pur sempre un lutto e come tale va rispettato. Come si è accorta, certi commenti più che aiutare affossano e c'entrano ben poco sia con l'empatia sia con la simpatia nonostante gli intenti possano essere benevoli. Spero che questo dolore si trasformi nell'occasione di incontrare se stessa, qualunque parte incontrerà, grazie all'aiuto di un professionista qualificato e sottolineo umano, che vada al di là delle mere tecniche.
Buon proseguimento, Valentina.
Le sue parole mi risuonano una grande sofferenza e la sofferenza non va derisa o banalizzata, ma sempre rispettata. Forse è sulla questione del rispetto e del valore da riconoscere a se stessa che varrebbe la pena soffermarsi. Si sono aperte molte domande dentro di lei e questo può essere il momento giusto per guardarsi dentro e capire, così come nell'antica arte del Kintsugi quelle ferite possono diventare preziose.
Quanto dolore nelle sue parole. Lei è un essere umano e come tale merita rispetto e la prima a doverlo pretendere per se stessa è proprio lei.
Da quello che ha raccontato mi sembra che faccia tanto fatica a mettere dei confini emotivi con l'altro e mi chiedo se dopo tutte queste esperienze negative non sia arrivato il momento di fermarsi un pò a pensare davvero a se stessa per poi poter entrare in una relazione sana e rispettosa per lei. Ci pensi davvero, glielo consiglio spassionatamente. Se ha bisogno sono a disposizione
Gentile Utente, la sua esperienza così dolorosa e complessa, riflette quanto sia stata disposta a investire emotivamente. Dall'altra parte non ha ricevuto la stessa apertura, tanto da arrivare a non sentirsi riconosciuta né rispettata nei suoi bisogni. Questo può lasciare un senso di vuoto e una grande delusione, soprattutto dopo aver dato tanto amore e aver creduto in qualcosa che sembrava promettere un futuro. Un futuro che ha anche toccato ruoli possibili e diversi: compagna, moglie, madre.
Appare chiaro quanto sia doloroso ritrovarsi con la sensazione di non essere stata vista o amata nel modo di cui lei aveva bisogno. In questo momento, potrebbe essere utile concentrarsi su se stessa, esplorando cosa desidera realmente in una relazione e lavorando sulla sua autostima. Questo le permetterà di riconoscere il suo valore e di non lasciare che gli altri lo definiscano per lei. Anche se il dolore è forte, dare spazio a queste riflessioni potrebbe aiutarla a ritrovare equilibrio e chiarezza.
Un caro saluto

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