Buonasera, Ho 40 anni, una famiglia e 2 figli. Convivo con mia sorella in una villa molto grande

17 risposte
Buonasera,
Ho 40 anni, una famiglia e 2 figli.
Convivo con mia sorella in una villa molto grande che ci ha lasciato il nonno.
Abbiamo creato 2 appartamenti indipendenti.

Mio padre è stato alcolista e cocainomane per circa 25 anni.
Questi suoi vizi mi hanno portato ad un rigetto totale verso le droghe (che non ho mai utilizzato, vedendo fin da piccolo la sua autodistruzione)
Istintivamente ho sempre evitato anche tutte le persone che facevano uso di droghe. Amici di amici.. feste ecc ecc.

Al contrario mia sorella (38 anni) da ormai parecchi anni si "fidanza" soltanto con tossicodipendenti, oppure ex-tossici appena usciti da SERT che poi ci ricadono.
Ovviamente queste persone le porta in casa e mi trovo costretto a " conviverci " per anni o mesi a seconda della relazione.
Il penultimo lasciava cucchiaini bruciati ed ammoniaca/ bicarbonato e bottiglie di crack ovunque, spacciatori sempre davanti a casa.
L'ultimo ( strafatto di crack ) ha legato e violentato 5 prostitute puntando loro il coltello e pistola ... ora "riabilitato" me lo trovo in casa.

Mia sorella non utilizza sostanze ed ha una buona cultura scolastica.

La domanda specifica è:

il comportamento di mia sorella
E' CLASSIFICABILE COME DISTURBO MENTALE ?

Premetto che scrivo soltanto perché la vorrei aiutare e non per cause legali o altro.
I nostri genitori liquidano la situazione dicendo < se è felice lei allora va bene >

Come posso far capire ai miei che avrebbe bisogno di una terapia ? E quale terapia ?

Scusatemi x la lunghezza del messaggio
Salve, Mi spiace molto per la situazione che descrive. Non deve essere stata facile la vostra infanzia con un padre che purtroppo è caduto nella morsa della tossicodipendenza, probabilmente sua sorella purtroppo non ha trovato le forze per uscire da quella strada ma sarebbe fondamentale che si faccia seguire per provare a trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Cordialmente, dott FDL

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Buonasera, alla domanda che pone rispetto a sua sorella è difficile rispondere. Comprendo la sua situazione complicata in una casa dove abitano due famiglie dai comportamenti così opposti. Forse sua sorella avrebbe bisogno di un percorso per comprendere perché si ritrova a fare scelte di persone sempre simili fra loro; ma questo bisogno dovrebbe sentirlo lei stessa. Può consigliarlo, può suggerirlo ma sarà sua sorella a doverlo decidere.
Per quel che riguarda la sua situazione può cercare di comprendere cosa vi porta a posizioni così opposte nella vita e quali potrebbero essere eventuali alternative o scelte altre che lei potrebbe fare per salvaguardare la sua famiglia e se stesso. Se desidera parlarne, sono a sua disposizione. Cordiali saluti. Alessandra Domigno
Non è ai suoi genitori che "deve fare capire" che sua sorella necessita di un supporto psicoterapeutico: dal suo racconto ("se è felice lei allora va bene"), i suoi genitori si "difendono", negando il problema. Sarebbe utile riuscire a comunicare con sua sorella, facendole capire che tende a stabilire relazioni di dipendenza, relazioni "tossiche" con i suoi partners, senza tenere conto delle conseguenze. Non importa quale orientamento terapeutico: l'importante è riuscire a renderla minimamente consapevole. Solo un professionista della salute mentale sarebbe in grado di comprendere la tipologia del disagio di sua sorella - che affonda plausibilmente le sue radici nel suo vissuto con le figure genitoriali e che vi ha portati a sviluppare modi di pensare e comportamenti differenti e antitetici - e potrebbe aiutarla a fronteggiarlo in una prospettiva di cambiamento. A disposizione per ogni chiarimento.
MC
Salve, anche se non conosco la sua storia mi sento di poter dire che esprimere una diagnosi serve spesso a poco. Non credo serva tanto capire se sua sorella soffre o meno di “un disturbo mentale”, piuttosto essere consci del fatto che una determinata situazione può definirsi malata quando fa soffrire qualcuno. Certo la vita relazionale di sua sorella riguarda lei, ma comprendo le ragioni del suo disagio e ne sono dispiaciuto. Tuttavia qualsiasi ipotesi formulata sulla base delle sole informazioni presenti nel suo scritto sarebbe a mio avviso riduttivo a fronte di una situazione complessa come la sua (tutte quelle che riguardano il vissuto umano lo sono). La invito per questo a contattarmi in privato, anche con un semplice messaggio se vuole; mi limiterei a farle solo qualche ulteriore domanda in modo da offrirle una consulenza più accurata. Cordiali saluti Dott. Antonio Panza.
Salve, comprendo il suo disagio, e anche il senso d'impotenza di fronte ad una situazione che è costretto a subire. Sua sorella indubbiamente avrebbe necessità di un percorso psicologico, al fine di comprendere perché le sue scelte sono unilaterali, ma la volontà di farsi aiutare . deve venire da una sua scelta. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Gentile utente, la situazione che lei descrive è piuttosto difficile.
La storia di vostro padre che lei ha raccontato è certamente la causa dei vostri comportamenti così opposti.
Lei che rifugge ad ogni tipo di droga, avendo ben presente a cosa si va incontro.
Sua sorella che cerca di salvare la figura del papà che ha in mente, come se reiterasse sempre lo stesso comportamento, per dimostrare a se stessa o al mondo che lei sarebbe stata in grado di salvarlo.
Queste dinamiche sono deleterie e poco funzionali.
Sua sorella avrebbe sicuramente bisogno di un aiuto psicologico, perché sta consumando la sua vita, inseguendo una fantasia di salvezza che non si può raggiungere con queste modalità.
Sarebbe importante anche capire cosa stanno elaborando di tutta questa storia i suoi figli.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Buonasera, è penoso vedere un famigliare ripetere gli stessi errori, senza che si accorga che quanto sta agendo sia pericoloso e deviante. Credo che l' unico aggancio che potrebbe avere per portare sua sorella a riflettere sulle sue azioni, potrebbe essere il malessere che ne dovrebbe conseguire, se mai lo ha manifestato apertamente. Mi dispiace molto per lei e la sua famiglia che assistete a tutto ciò. Mi permetto di dirle che non è costretto a subire le frequentazioni di sua sorella, né lei né la sua famiglia.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Buongiorno,

appare evidente che sua sorella nella frequentazione con questi uomini è come se ripristinasse un legame relazionale con suo padre a cui in qualche modo è rimasta legata. Sarò onesto con lei, non c'è nulla che può fare per sua sorella; piuttosto dovrebbe chiedere aiuto ad un professionista al fine di potersi far aiutare nella gestione dei confini relazionali sia per proteggersi, che per proteggere la sua famiglia, in primis i suoi figli. Resto disponibile anche on-line.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, probabilmente il vissuto di suo padre e le scelte di sua sorella sono correlate. Dovrebbe parlarle e cercare di vedere se è disposta a intraprendere una psicoterapia. Il punto è se sua sorella vive queste scelte come sofferenti per la sua vita, o meno. Nessuno purtroppo può sostituirsi ad un'altra persona nello scegliere un aiuto specialistico, ma sicuramente esprimere il proprio parere e le proprie valutazioni può essere uno spunto di riflessione. Spero di averle risposto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buon pomeriggio e grazie della condivisione. La situazione che descrive deve essere molto difficile per lei. Non è possibile rispondere in modo netto alla sua domanda perché ciò che racconta riguarda sua sorella quindi un'altra persona e sarebbero necessarie altre domande utili ad approfondire, per esempio, come vive nel quotidiano, se lavora ed è autonoma, se ha una buona rete di amicizie oppure no. Quello che consiglio è di cercare un dialogo aperto con lei su come lei si sente, su quali sono le sue preoccupazioni e su ciò che si può fare per gestire meglio la situazione. Sua sorella probabilmente ha una rappresentazione poco funzionale delle relazioni affettive ma la motivazione a cambiare deve venire da lei. Se ha bisogno di approfondire resto a disposizione. Saluti. Dott.ssa Giulia Ulivi
Salve, ci racconta una storia molto complessa ed estremamente delicata ed è per questo motivo che consiglio a lei e sua sorella un contatto con uno psicologo presso uno studio al fine di affrontare con la giusta attenzione e serietà quanto ci racconta. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve, immagino che viva una situazione decisamente complessa nel quotidiano e che sia stanco di gestire situazioni rischiose, illegali o al limite della legalità. Dal racconto non capisco se della situazione ne ha mai parlato con sua sorella, se non lo ha fatto potrebbe partire da lí condividendo con lei le sue paure le preoccupazioni ed anche il vostro modo (che sicuramente sarà stato diverso) di crescere con un papà che ha fatto uso di sostanze. Forse questo confronto può fare da apripista per contattare poi uno psicologo per un supporto.
Resto a disposizione per eventuali domande o dubbi!
Saluti,
Dott.ssa Baiardo Bruni
Cara utente, stare accanto a sua sorella cercando di farle comprendere che ha bisogno di aiuto, che ci possono essere altre vie da percorrere è l'unica sua possibilità aimè. Possibilità che comporta certamente una gran fatica emotiva per lei e che non va data per scontata. Alcune persone scelgono di non farsi aiutare e di fronte a tale scelta si è impotenti. Solo noi stessi possiamo decidere di chiedere aiuto quando necessario e di scegliere il nostro bene anche quando ciò comporta scelte dolorose.
Resto a disposizione, anche online.
Un caro saluto Dott.ssa Ramona Borla
Salve, mi dispiaccio per la situazione penosa che si trova a
vivere suo malgrado ma.....cvoler bene ad una sorella non significa assecondare le sue inclinazioni sentimentali soprattutto se le creano disagio!
Le suggerirei di mettere confini più chiari a sua sorella non per limitare le sue frequentazioni ma per proteggere se stesso.
In quanto alla terapia per sua sorella suggerirei una terapia Analitica visto il livello di imbrigliamento transferale che condiziona le sue scelte sentimentali. Distinti saluti dott lorenzo truffi
Capisco pienamente il suo dolore, tuttavia se sua sorella per prima non riconosce i segni di una criticità è davvero improbabile che lei possa "convincerla" ad iniziare un percorso terapeutico. Tuttavia potrebbe provare a farle vedere come questo "innamorarsi di ex tossicodipendenti" stia diventando un fenomeno rigido e ripetitivo e potrebbe incuriosirla rispetto alla possibilità che forse non è veramente un amore del presente, quanto una storia del passato che attende di essere elaborata.
Esistono diversi approcci, nessuno può dirsi effettivamente migliore di un altro. Anche l'EMDR potrebbe essere molto utile.
Saluti, Dott.ssa Michela Saviano
Buongiorno, capisco bene il suo disagio e il dispiacere per sua sorella.Se ho compreso bene le domande, lei vorrebbe sapere se sua sorella ha un disturbo mentale e come convincere i suoi che lei sta male. Alla prima domanda non si può rispondere così su due piedi, mancano troppe informazioni. Ma da quel che riporta ha uno stile di vita e relazioni poco sane.Lei come la vede? Contenta, agitata, fa uso di sostanze? Sicuramente sarebbe utile una consulenza con un professionista della salute mentale. Solo che se sua sorella non lo accetta non si può fare niente. Come vivono i suoi figli tutto questo movimento di persone, spacciatori ecc? I suoi genitori avranno le loro idee in merito alla questione. Visti i trascorsi di suo padre, ora di sua sorella e la convivenza della sua famiglia con figli in questo quadro, potrebbe anche proporre una terapia familiare, dove non c'è nessun "colpevole" ma un sistema che ha bisogno di equilibrio. Ho solo ipotizzato, la situazione la conosce lei. Comunque un argine a sua sorella andrebbe messo da quello che racconta. Rimango a disposizione, la saluto cordialmente, dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno, capisco la sua preoccupazione per la situazione di sua sorella e il contesto complesso in cui vive. Il comportamento che descrive, ovvero la tendenza di sua sorella a cercare relazioni con persone tossicodipendenti o con un passato problematico, potrebbe effettivamente indicare la presenza di un disagio emotivo o una dinamica relazionale disfunzionale, piuttosto che un disturbo mentale specifico.

Questo tipo di comportamento potrebbe rientrare in ciò che viene definito co-dipendenza, ovvero la tendenza a cercare relazioni con persone problematiche per sentirsi in qualche modo "necessarie" o per cercare di salvarle. Potrebbe anche essere legato a vissuti familiari complessi, come l'esperienza con vostro padre. Tuttavia, solo un professionista può fare una valutazione accurata.

Per aiutare sua sorella, potrebbe essere utile proporle di considerare un percorso di psicoterapia, come ad esempio la terapia con le metodologie attive o un approccio orientato alla psicoterapia sistemico-relazionale, che lavora sulle dinamiche familiari e relazionali. Il primo passo, però, è cercare di coinvolgere sua sorella in un dialogo aperto, facendo leva su quanto le vuole bene e spiegando che il suo comportamento potrebbe essere un segnale di un disagio che merita attenzione e cura.

Riguardo ai suoi genitori, potrebbe essere utile spiegare loro che, sebbene il desiderio di vederla "felice" sia comprensibile, ignorare certi segnali può peggiorare la situazione nel lungo periodo.

Le auguro di trovare serenità, d.ssa Raileanu

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