Buonasera, Ho 40 anni ed una situazione familiare difficile alle spalle. Sin da piccola lo stress s
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Buonasera,
Ho 40 anni ed una situazione familiare difficile alle spalle. Sin da piccola lo stress si è sempre ripercosso a livello di stomaco, con problemi di appetito,soprattutto nei periodi di maggiore stress dove mi si chiudeva lo stomaco temporaneamente. Diciamo che mangiare è sempre stato un dovere per sopravvivere. Nonostante questo non sono mai stata né anoressica né bulimica, anzi devo dire che sto in perfetto peso-forma.Qualche anno fa,in un periodo in cui i miei problemi familiari erano molto pesanti, mi sono sentita male al ristorante dopo una cena,avendo degli episodi di conati di vomito.Da lì ho iniziato ad avere problemi a mangiare nei luoghi pubblici. Dopo un ulteriore periodo pesante in famiglia ho anche iniziato ad avere problemi a casa, arrivando ai conati anche dopo i pasti in famiglia.Ho iniziato pertanto 5 mesi fa, una terapia breve strategica ed attraverso l'uso della tecnica della peggiore fantasia ho ridotto drasticamente la paura di vomitare,riprendendo anche ad andare a mangiare fuori. Ad oggi però la tecnica a me sembra non funzionare più e durante l'esercizio provo stress e nausea.Addirittura mi basta pensare anche durante il giorno ad un pasto o mi basta vederne una foto e provo una profonda nausea,quasi un senso di schifo.Che può essere successo? Forse dietro la mia fobia del vomito si nasconde altro?O può essere solo un altro volto della fobia?è possibile che questa terapia non sia adeguata a me perché troppo specifica? Grazie se vorrete rispondermi.
Ho 40 anni ed una situazione familiare difficile alle spalle. Sin da piccola lo stress si è sempre ripercosso a livello di stomaco, con problemi di appetito,soprattutto nei periodi di maggiore stress dove mi si chiudeva lo stomaco temporaneamente. Diciamo che mangiare è sempre stato un dovere per sopravvivere. Nonostante questo non sono mai stata né anoressica né bulimica, anzi devo dire che sto in perfetto peso-forma.Qualche anno fa,in un periodo in cui i miei problemi familiari erano molto pesanti, mi sono sentita male al ristorante dopo una cena,avendo degli episodi di conati di vomito.Da lì ho iniziato ad avere problemi a mangiare nei luoghi pubblici. Dopo un ulteriore periodo pesante in famiglia ho anche iniziato ad avere problemi a casa, arrivando ai conati anche dopo i pasti in famiglia.Ho iniziato pertanto 5 mesi fa, una terapia breve strategica ed attraverso l'uso della tecnica della peggiore fantasia ho ridotto drasticamente la paura di vomitare,riprendendo anche ad andare a mangiare fuori. Ad oggi però la tecnica a me sembra non funzionare più e durante l'esercizio provo stress e nausea.Addirittura mi basta pensare anche durante il giorno ad un pasto o mi basta vederne una foto e provo una profonda nausea,quasi un senso di schifo.Che può essere successo? Forse dietro la mia fobia del vomito si nasconde altro?O può essere solo un altro volto della fobia?è possibile che questa terapia non sia adeguata a me perché troppo specifica? Grazie se vorrete rispondermi.
Salve, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Scrive di essere già seguito da un terapeuta, quindi la invito a confrontarsi direttamente con il professionista per evitare di confondersi. Vedrà che troverà le risposte che cerca.
Buona giornata.
Dott. Fiori
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Dott. Fiori
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Come il collega che mi ha preceduto le consiglio di portare questa problematica all'interno della terapia che già segue, la psicoterapia è un processo e come tutti i processi ha anche dei momenti di crisi, fra l'altro utilissimi se non si scappa...
Buon giorno. La terapia strategica si è certamente rivelata utile per contenere il sintomo ma evidentemente non la causa che ha portato alla manifestazione di tele suo vissuto. Le consiglio pertanto un percorso di Psicoterapia individuale per meglio indagare i suoi vissuti e risorse al fine da meglio riuscire ad affrontare e superare la sua situazione. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Buongiorno, sicuramente dietro alla sua fobia ci sono altre motivazioni più profonde che le creano disagio e che lei sposta inconsciamente su tale sintomo. Tutto è partito da una situazione che ha fatto scatenare la fobia e lei riversa lì le sue angosce. E utile lavorare sul ridurre il sintomo ma, a mio avviso, dovrebbe lavorare anche sull’individuazione delle cause che ci sono dietro, sennò non andranno mai via e si sposteranno su altre fobie.
La abbraccio
Dott. Ssa V. Barucci
La abbraccio
Dott. Ssa V. Barucci
Buongiorno, in accordo con i colleghi, la invito ad approfondire la causa di questo disagio.
Ogni sintomo infatti ha un significato profondo, che se elaborato, scompare.
Buona fortuna.
Giada Bruni
Ogni sintomo infatti ha un significato profondo, che se elaborato, scompare.
Buona fortuna.
Giada Bruni
Gentile utente, la scelta di un percorso di terapia non è mai facile, perché indipendentemente dalla tecnica utilizzata, l'incontro tra le due persone (paziente e terapeuta) è qualcosa di alchemico e, quindi molto soggettivo. La fiducia è una condizione senza la quale è difficile che la terapia funzioni, perché le difese massicce che il paziente inconsciamente mette in atto, sono un ostacolo al percorso di cura. Ne parli con il suo terapeuta di questo empasse, magari ne esce qualcosa di buono e, se così non fosse, non demorda, e si diriga verso altro. Cordiali saluti L.C.
Buongiorno, in psicoterapia, a seconda degli orientamenti e degli approcci diversi si può lavorare sui sintomi, sulle cause o su entrambi, inoltre si può lavorare sui significati attribuiti agli eventi del passato che condizionano il presente o direttamente sul corpo (terapie botton-up) per risalire al significato in modo indiretto ma efficace. A seconda del problema riportato dal paziente si scelgono l'approccio e/o le strategie più adatte, e quando qualcosa non funziona, si cambia. Sicuramente il/la collega che ha lavorato con un intervento strategico, l'ha aiutata ad ottenere dei risultati e se ora c'è una recidiva dei sintomi bisogna parlarne in terapia e capire se è necessario insistere o è possibile fare qualcosa di diverso, di comune accordo. Un augurio di buona risoluzione del problema.
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buongiorno,le sue domande, i suoi dubbi e le sue riflessioni meritano sicuramente un approfondimento. Non tema di confrontarsi con la sua terapeuta, questa apertura potrebbe portarvi a vedere il problema "da un'altra prospettiva". Talvolta lavorare sul sintomo e non sul suo "significato" può portare a ricadute, questo non significa che il lavoro che ha già fatto non le abbia giovato. Le auguro di poter trovare dal confronto una nuova strada da percorrere che la porti a risolvere definitivamente il suo malessere.
Dott.ssa Giorgia Carletti
Dott.ssa Giorgia Carletti
La terapia Breve Strategica mira, attraverso strategie e compiti, a modificare primariamente i comportamenti ed i pensieri più coscienti al fine di arrivare anche a strati più profondi della psiche. Spesso però, a questo scopo, c'è bisogno di prendere in esame problemi relazionali o esistenziali che sostengono il problema anche con tecniche colloquiali. La Terapia della Gestalt ad esempio può essere un validissimo complemento alla Breve Strategica per raggiungere il risultato desiderato.
Buongiorno, le direi di confrontarsi con il suo attuale terapeuta per valutare tutta la situazione con lui. Se poi dovesse accorgersi che questo tipo di terapia non le basta più, puó provare a cambiare magari puntando a un approccio che indaghi più gli aspetti profondi dei suoi vissuti attuali o passati. Il vomito metaforicamente è il tentativo di eliminare qualcosa che non è stato accettato e diferito dalla nostra mente.
Saluti, dott.ssa Marini
Saluti, dott.ssa Marini
Salve, mi dispiace per la situazione che sta attraversando. Si confronti con la sua terapeuta e condivida con lei la problematica che riferisce.
Cordiali saluti. Dott.ssa FM
Cordiali saluti. Dott.ssa FM
Buongiorno, condivido l'indicazione di altri colleghi di parlare col suo terapeuta di quello che le sta accadendo, così che egli possa valutare se proporle "altre strade" in terapia che non ha ancora percorso con lei. Eventualmente il terapeuta potrà essere in grado di suggerirle un tipo di cura differente e inviarla ad un altro collega. Cordiali saluti. Dott.ssa Mabel Filippini Fantoni
Buongiorno, i sintomi sono segnali che il nostro corpo ci manda, qualcosa che non va e che non riusciamo ad esprimere in altro modo. E' molto importante ascoltarli per poter andare all'origine del disagio. La terapia strategica sicuramente è stata efficacie nel controllarli ma se non va affondo non riuscirà a star meglio. Si confronti con la sua terapeuta e sicuramente troverete una via.
Buonasera,
le sono vicina in questo momento per lei difficile. La capisco. Dietro a ogni sintomo o nostra emozione/comportamento c'è sempre una motivazione. Si dia tempo per comprendere che significato ha la sua paura di vomitare in pubblico.
Le faccio i miei cari auguri.
Dott.ssa Daniela Vargiolu
le sono vicina in questo momento per lei difficile. La capisco. Dietro a ogni sintomo o nostra emozione/comportamento c'è sempre una motivazione. Si dia tempo per comprendere che significato ha la sua paura di vomitare in pubblico.
Le faccio i miei cari auguri.
Dott.ssa Daniela Vargiolu
Salve. Sarebbe importante indagare sulle cause del suo rapporto difficile con il cibo. Mangiare come un dovere per sopravvivere. Partire da lì per arrivare al sintomo che si manifesta oggi. Un percorso psicoterapeutico che possa approfondire il suo vissuto fin da bambina, chiarire le cause, elaborare i vissuti emotivi collegati ad esso, individuare le cause scatenanti del sintomo attuale, per potersi liberare del suo malessere, sarebbe consigliabile. Ne parli anche con la sua terapeuta e valutate insieme cosa è buono per lei. Distinti saluti
Buonasera, ne parli con il suo terapeuta. I sintomi che prova appaiono un aggravamento della stessa sintomatologia precedente. I sintomi non provengono mai dal nulla ma sono collegati a ciò che viviamo emotivamente, sempre. Forse avrebbe bisogno di indagare bene cosa prova nei confronti della situazione familiare attuale e riappropriarsi di ciò che le accade di volta in volta nei vari contesti. Il sintomo è un meccanismo che si autogena a fronte dello stesso stato emotivo. Trovi uno spazio per raccontarsi oltre al sintomo.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Dott.ssa Camilla Ballerini
Gentile utente di mio dottore,
la terapia strategia generalmente lavora solo sul sintomo ed è una terapia volta a ridurre il sintomo in un momento in cui appare come particolarmente invalidante. In diversi casi può rivelarsi non sufficiente ed è opportuno fare una lavoro psicoterapico più profondo che guardi agli aspetti emotivi e relazionali del sintomo. La sua sintomatologia assolve ad una funzione ed è su quello che bisogna lavorare acquisendo nel tempo degli strumenti che le possano consentire di assumere una posizione adattiva rispetto alle problematiche in toto ed in particolare in famiglia. Contatti quanto prima uno psicoterapeuta e intraprenda un percorso psicoterapico che le consenta di lavorare più nel profondo, vedrà che con il tempo potrà guardare ad un benessere più a lungo termine.
Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
la terapia strategia generalmente lavora solo sul sintomo ed è una terapia volta a ridurre il sintomo in un momento in cui appare come particolarmente invalidante. In diversi casi può rivelarsi non sufficiente ed è opportuno fare una lavoro psicoterapico più profondo che guardi agli aspetti emotivi e relazionali del sintomo. La sua sintomatologia assolve ad una funzione ed è su quello che bisogna lavorare acquisendo nel tempo degli strumenti che le possano consentire di assumere una posizione adattiva rispetto alle problematiche in toto ed in particolare in famiglia. Contatti quanto prima uno psicoterapeuta e intraprenda un percorso psicoterapico che le consenta di lavorare più nel profondo, vedrà che con il tempo potrà guardare ad un benessere più a lungo termine.
Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
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