Buonasera, Ho 34 anni e con mio marito stiamo cercando di avere un bambino. Purtroppo i ginecologi

18 risposte
Buonasera,
Ho 34 anni e con mio marito stiamo cercando di avere un bambino. Purtroppo i ginecologi mi hanno detto che, a causa di un amh basso (1 ng/ml) sarà difficile avere una gravidanza naturale. Ma stiamo facendo dei tentativi per provarci (7 mesi). Tuttavia da due mesi sono entrata in una spirale di cistiti e infezioni che non mi consentono nemmeno di provarci e il tempo passa. Vivo ormai in un costante stato d'ansia nel prendere le decisioni sbagliate che mi allontaneranno sempre di più dalla possibilità di riuscire ad avere un bambino. Piango tutti i giorni e sta diventando difficile nascondere il mio stato d'animo anche a lavoro dove tutti mi fanno battute sull'avere un bambino, non sapendo dei miei problemi. Non so più come uscire da questo buco nero che mi sto creando. Come faccio ad accettare possibilità che non avrò figli senza perdere me stessa? So che la rabbia e il dolore mi cambieranno per sempre. Se continuo così credo che rovinerò anche il rapporto con mio marito e con tutte le persone che mi stanno intorno. Ho provato un percorso con uno psicologo ma al 'pensa a delle alternative' ho rinunciato.
Buongiorno. Sicuramente il periodo che sta affrontando è complesso, tuttavia proprio poiché fonte di sofferenza nella sua quotidianità, le consiglio di rivolgersi comunque ad uno specialista per avere il supporto di cui potrebbe necessitare per affrontarlo. Vedrà che un professionista saprà aiutarla, non si lasci scoraggiare dal consiglio che l'ha spinta poi a rinunciare, ma abbia fiducia, può star meglio.
Cordiali saluti

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Mi dispiace molto per il dolore e la frustrazione che sta vivendo in questo momento. L'angoscia di fronte alla difficoltà di avere un figlio può essere schiacciante e l'incertezza di cosa riserva il futuro alimenta sentimenti di ansia e impotenza.

Prima di tutto, è importante riconoscere che i suoi sentimenti sono validi. Il desiderio di avere un bambino è profondamente radicato e il percorso verso la maternità può essere un viaggio emotivo estremamente complesso. Le cistiti e le infezioni che sta sperimentando sono un ulteriore ostacolo che può sembrare insormontabile, soprattutto se si sente sotto pressione a causa del tempo.

È naturale sentirsi intrappolati in uno stato d'ansia quando si pensa di prendere decisioni sbagliate o quando il controllo della situazione sembra sfuggire. Una possibile via d'uscita è cercare di riprendere il controllo su quegli aspetti della sua vita su cui può ancora intervenire, magari concentrandosi sulla sua salute fisica ed emotiva e provando a ridurre, per quanto possibile, le aspettative e la pressione.

Accettare la possibilità di non avere figli è un processo doloroso e non lineare, ma non significa dover perdere sé stessi. Lavorare con un terapeuta che possa aiutarla a esplorare non solo le "alternative" ma anche il modo in cui può vivere il presente senza essere sopraffatta dalle aspettative future potrebbe essere un aiuto prezioso. Trovare uno spazio sicuro per parlare del suo dolore, senza sentirsi giudicata o spinta verso un determinato percorso, può darle l'opportunità di elaborare le sue emozioni.

Inoltre, parlare con suo marito dei suoi timori e dei suoi stati d'animo potrebbe rafforzare il vostro legame. La sua ansia, come ha già notato, rischia di avere un impatto sulle persone a lei vicine, ma con il supporto reciproco e la comunicazione aperta potrete affrontare insieme questa sfida.

Se avrà bisogno di ulteriori riflessioni o di supporto, sono qui per ascoltarla e accompagnarla nel suo percorso.
Buongiorno
Sarebbe importante capire cosa rappresenta per Lei avere un figlio e come mai parla di perdere sé stessa.
Oltre all'elemento organico (a 34 anni ha ancora tanto tempo per provarci) è chiaro che in questa spirale che si é creata ci sono altri elementi della Sua storia che sarebbe importante individuare ed approfondire.
Spesso la maternità risveglia nelle donne problemi avuti con la propria madre.
Penso che La aiuterebbe iniziare un percorso su di sé.
Salve, immagino che la sua situazione sia molto dolorosa, ma le consiglio di rivedere le sue idee sugli psicologi. Forse troverà qualcuno in grado di supportarla in questo difficile momento. Non può tenere tutto dentro con il rischio di somatizzare. Abbia fiducia e si apra con qualcuno. Auguri
Buongiorno cara utente, comprendo perfettamente il dolore e la frustrazione che stai provando. È normale sentirsi così quando si affronta un percorso verso la maternità che sembra pieno di ostacoli.
Questo percorso è un viaggio emotivamente complesso ed è normale provare tanti sentimenti, speranza, paura, tristezza. È importante affiancare a questo percorso anche uno di psicoterapia per trovare il giusto sostegno e la tranquillità per affrontare questa situazione. Con la serenità mentale si possono superare anche gli ostacoli più insormontabili e dissipare le angosce che ci affliggono. Sono disponibile per qualsiasi chiarimento, anche per terapie online. Un carissimo saluto, dott.ssa Cristina Sinno
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissima, forse il riuscire a ridimensionare la sua responsabilità individuale potrebbe almeno in parte alleviare la sua angoscia. Dietro al "pensare a delle alternative" c'è un mondo intero fatto di accettazione di un dolore profondo, che coinvolge la propria identità femminile. Credo che il problema con il percorso con il collega non sia stata l'idea di poter pensare a un'immagine alternativa di sé, che possa andare oltre alla maternità (nel senso di comprendere altro, di arricchirsi di diversi aspetti), ma l'esperienza di non sentir riconosciuta la propria sofferenza. Questo la ha portata ad allontanarsi. Non sappiamo se il fatto che lei l'abbia sperimentata sia dipesa da lei, dal professionista o da entrambi. Sembra che per lei sia difficile condividere quello che sta passando. Non tutti gli ambienti sono adatti ad accogliere certi temi (veda l'ambiente di lavoro), altri però dovrebbero esserlo. Si faccia guidare da un professionista in questo difficile momento, esplori i significati che hanno le sue aspettative e fantasie per il futuro e soprattutto porti al professionista che sceglierà il bisogno che il suo malessere sia prima di tutto accolto e non "risolto".
Buon pomeriggio e grazie per aver scritto.
Data la delicata situazione non posso che consigliarLe una nuova presa in carico che Le possa essere di supporto. A volte ci si può sentire solo parzialmente compresi e può essere utile un professionista-relazione differente.
Mi auguro trovi presto uno spazio di cura per il Suo benessere in modo che la visione più triste che teme possa essere presto tamponata.
Saluti
Gentile utente, il suo malessere è assolutamente legittimo e comprensibile. Elaborare tali vissuti ritengo però possa essere importante per lei. Il suo malessere teme e sente stia diventando pervasivo nella sua vita dentro e fuori dal suo nucleo familiare.
Se non si sente pronta ad affrontare il tema delle alternative potrebbe iniziare a lavorare su questo stato emotivo di tristezza e ansia che è presente nel qui ed ora. Solo se e quando sarà pronto ad esplorare altro potrà farlo. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve la comprendo bene.
Il suo terapeuta le dava del TU?
La invito a contattarmi per approfondire le radici di questo dolore e contestualizzare il suo significato emotivo e relazionale.
Cordialità
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Cara, immagino quanta sofferenza possa portare una situazione come quella che sta attraversando, sofferenza che merita di essere presa in carico da mani esperte. Mi viene da dirle, così su due piedi, che l'accettazione è solo una parte del percorso e che, connessi alla maternità, ai figli, alla genitorialità in generale, ci sono moltissimi significati che andrebbero esplorati, perchè per ognuno possono essere diversi. Cosa significa/significherebbe per lei essere madre? Quali aspetti di sè mette in gioco la maternità? La maternità gioca un ruolo importante sul futuro, è un progetto a lunga distanza, che ci consente anche di vederci in un ruolo e di identificarci con esso, sicuramente accettare di non diventare madre diventa doloroso anche perchè significa rinunciare a una sua possibile identità, non poterla realizzare. Le auguro di poter lavorare su tutti questi e molti altri aspetti nella stanza di terapia, qualora volesse mi contatti! Un abbraccio.
Gentile utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Penso sia importante chiedere un supporto psicologico. Forse potrebbe essere di aiuto pensare ad uno spazio terapeutico di coppia per affrontare insieme le emozioni e i vissuti che state sperimentando in questa esperienza comune e trovare insieme delle strade da percorrere.
Un caro saluto,
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Leggo molta sofferenza in quello che scrive. È sicuramente doloroso pensare di non poter avere figli propri
Immagino sia doloroso sia per lei che per suo marito. Questa tematica potrebbe indurre cambiamenti e riflessioni all' interno della coppia. Da anni mi occupo di percorsi terapeutici di coppia. Le consiglio di provare a prendere in considerazione un percorso terapeutico di coppia. Cordialità dott. Gaetano Marino
Buonasera, le difficoltà che sta affrontando, sia dal punto di vista fisico che emotivo, sono comprensibili e le sue preoccupazioni sono del tutto valide. La paura di non riuscire a raggiungere questo obiettivo, insieme al dolore che sta provando, può rendere la situazione ancora più pesante, specie quando sente di non avere il controllo.

È chiaro che il suggerimento di “pensare a delle alternative” non ha trovato spazio nella sua esperienza emotiva in questo momento. La perdita delle aspettative di avere un figlio può far emergere un profondo senso di lutto, rabbia e frustrazione, ed è importante prendersi il tempo necessario per elaborare questi sentimenti. Spesso, il processo di accettazione richiede di essere accompagnato, con delicatezza, in modo che le emozioni possano trovare uno spazio di espressione, senza sentirsi dire cosa “dovrebbe” fare o come “dovrebbe” sentirsi.

Potrebbe essere utile considerare un percorso psicoterapeutico che si focalizzi sull'accoglienza del dolore che sta provando, senza la pressione di trovare subito soluzioni alternative. Un approccio che la aiuti a riconnettersi con se stessa e con il suo valore, al di là della possibilità di avere figli. Un lavoro sulle emozioni, magari anche con tecniche esperienziali e metodologie attive come lo psicodramma, potrebbe aiutarla a esplorare e dar voce ai suoi sentimenti, alleviando il peso che sta portando e permettendole di vedere la situazione da un’altra prospettiva, senza il bisogno di trovare risposte immediate.

Se desidera, posso accompagnarla in questo percorso, offrendole uno spazio sicuro in cui esplorare il dolore e la paura, per non sentirsi più sola in questo momento così difficile.
D.ssa Raileanu
Salve, la sua condizione è quella di tante donne che hanno intrapreso il lungo iter della maternità assistita.
Per dirle di trovare delle alternative non vi sono abbastanza elementi in questa sede.
Le vorrei far notare però, che la spirale di stress nella quale è entrata non la aiuterà affatto.
Gli ormoni stress indotti potrebbero limitare molto possibilità già esigue.Per cui la invito al procurarsi strumenti che aiutino a preservarsi dagli effetti dello stress stesso.
La mindfulness potrebbe essere uno di quelli. Le potrebbe essere utile per ritrovare con il tempo le corrette proporzioni di vita e a farle ritrovare una dimensione relazionale più serena.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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Gent.le, la ricerca di genitorialità è davvero un tema universale che spaventa e che occorre affrontare, soprattutto nei suoi risvolti dolorosi, specifici e soggettivi (somatizzazioni comprese), nelle sedi opportune. Mi auguro che lei possa depositare il suo desiderio di diventare madre in un percorso psicoterapico che non si proponga di trovare soluzioni, quanto di esplorare la suddetta sofferenza per accoglierla e trasformarla.
Rimanendo a disposizione, porgo cordiali saluti.
Frasca dott.ssa Amelia
Mi dispiace per il suo dolore, spero che abbia possibilità e tempo di intraprendere un percorso cosi da poter andare a fondo a questa situazione. Purtroppo questi sono temi così personali che impediscono di poter dare risposte davvero utili in questa sede. In bocca al lupo
Buongiorno carissima,

il dolore che la attraversa in questo momento, può capirlo solo lei. Nessuno ha il diritto di sdrammatizzare presentandole delle alternative, non è questo il momento. Questo, per lei, è il momento dell'accoglienza e dell'ascolto del suo dolore in modo da trovare sostegno e aiuto nell'elaborazione dello stesso. Sono convinta che con il giusto ascolto, ed il professionista giusto per lei, riuscirà a trovare il sostegno di cui lei necessita. Le consiglio davvero di comuniciare un percorso di sostegno psicologico che le potrà far ritrovare quella gioia nella vita e, soprattutto, fiducia nel futuro che al momento manca. Le auguro di trovare la strada.

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