Buonasera, ho 22 anni e sono fidanzata all'incirca da sei mesi con un ragazzo che per motivi lavor

19 risposte
Buonasera,
ho 22 anni e sono fidanzata all'incirca da sei mesi con un ragazzo che per motivi lavorativi si è trasferito molto lontano.
Dopo abbastanza tempo, e aver presentato il mio fidanzato alla mia famiglia, e aver chiesto più volte di poter andarlo a trovare loro me l'hanno negato dicendomi che potrò effettivamente farlo quando sarò laureata e fuori casa. Premetto che la mia famiglia non mi permette neanche di fare viaggi, soprattutto all'estero (dove ho più volte espresso il desiderio di andare). Nella mia vita ho assolutamente compiuto sbagli, ma cose da adolescenti, e da un anno che sono molto serena grazie a un percorso terapeutico che però ho dovuto mettere in pausa a causa della mia scarsa possibilità economica. (ovviamente il viaggio dal mio compagno lo pagherei io, dato che in estate sono andata a lavorare appositamente per mettere da parte qualcosa per questa attesa partenza). Sono una persona comunque che nel suo piccolo cerca di essere indipendente, ma a causa della mia famiglia castrante mi risulta impossibile. A 22 anni non ho ancora le chiavi di casa, devo tornare a casa a mezzanotte se esco con gli amici e se faccio tardi dato che non ho la patente, vengo comunque sgridata. Avevo pensato drasticamente di andare a trovare comunque il mio ragazzo, anche se contro la loro opinione, ma la paura che i sacrifici fatti per essere vista come una figlia migliore vengano rovinati mi tormentano, ma il bisogno di vivere almeno per una settimana la mia relazione senza stare dietro uno schermo mi logora. non so che fare. potreste darmi qualche consiglio?
Salve, mi dispiace moltissimo per la situazione perché posso comprendere il disagio connesso.mi spiace molto per la sua famiglia la ostacoli nel raggiungimento dei suoi obiettivi personali e affettivi, mi chiedo però che cosa ci sia di così importante per lei nel dover essere la figlia migliore, ritengo che i suoi genitori purtroppo abbiano un atteggiamento chiuso tuttavia è molto più importante che lei lavori su questa sua tendenza a dover ricercare la loro approvazione perché ovviamente è un circolo vizioso: loro mi impediscono di fare delle cose, io non le faccio ma soffro nella Speranza di poter mantenere questo ruolo di figlia migliore, le mie emozioni però spingono da un’altra parte E questo mi rende colpevole per non fare ciò che dicono loro e il circolo riparte…
Ritengo dunque fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico per affrontare questa situazione e lavorare su se stessa, trovando strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile utente, la situazione che descrive sembra molto opprimente. Sarebbe da approfondire la motivazione per il quale i suoi genitori si comportano così nei suoi confronti. Consiglio una terapia familiare per poter arrivare ad un compromesso tutti insieme. Cordiali saluti
Buongiorno, immagino che la situazione che sta vivendo sia molto faticosa per lei. Credo che possa essere utile aiutarla a vivere la situazione con minor pressione e parallelamente indagare le ragioni per le quali i suoi genitori mettono in atto questi comportamenti nei suoi confronti. Le consiglierei una terapia familiare che possa aiutarla a comprendere quali sono le dinamiche che si innescano all'interno della famiglia.
Rimango a disposizione.

Dott.ssa Tronchi Ilaria
Cara utente, in una dinamica così opprimente, ben oltre iperprotettività dei genitori, andrebbero comprese le ragioni profonde sottostanti a tali comportamenti. Nessuno potrà dirle cosa fare nello specifico rispetto a questo viaggio. Poichè la scelta è molto personale. Rimane però un grande interrogativo cosa accade nella sua famiglia? Come mai non c'è possibilità d'indipendenza? Una terapia familiare potrebbe essere ciò che fa al caso vostro. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, mi dispiace molto per quello che sta vivendo in casa. Mi dispiace ancora di più che abbia dovuto interrompere il percorso terapeutico. È sicura che il suo obiettivo in questo momento sia essere una figlia migliore?Mi sembra stia cercando di raggiungere un obiettivo impossibile all'interno della sua famiglia. Probabilmente sarebbe utile in questo momento riprendere un percorso terapeutico che la sostenga.
Le auguro un grosso in bocca al lupo e le auguro di trovare la sua libertà di scelta.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Federica Moro
Cara utente, capisco il disagio che possa creare una situazione di questo tipo e quanto possa essere frustrante e opprimente, e soprattutto quanto possa essere sfiancante sentire di star facendo tutto il possibile per farsi apprezzare e guadagnare la fiducia della propria famiglia, senza però mai arrivare a riceverla.
A proposito di questo, però, mi sento di consigliarle di riflettere su questa sua frustrazione e sui motivi per cui sente di dover per forza essere la figlia perfetta e la figlia migliore, e provare a lavorare su questo. Inoltre, consiglierei anche una terapia familiare per provare ad indagare le dinamiche della vostra famiglia.
In assenza di questa possibilità, un consiglio che posso darle è quello di indagare le ragioni per cui i suoi genitori cerchino di impedirle questo viaggio o qualsiasi altra attività di questo tipo, e magari provare a conquistarsi questa libertà a poco a poco, provando a fare qualche compromesso, a piccoli passi.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento. Dott.ssa Chiara Cuoco
Carissima, mi arriva tutta la difficoltà dicotomica di vivere da una parte la pulsione evolutiva dell'indipendenza e dell'autonomia a realizzare i propri desideri e dall'altra la paura di essere emarginata dall'amore dei suoi genitori qualora scegliesse di contrapporsi alle loro prescrizioni.
Sarebbe importante lavorare sulla definizione della sua identità e sulla separazione psicologica dai suoi genitori, per una transizione sana verso la sua adultità.
Sono a disposizione per eventuali consulti . Dott.ssa Rosa Defilippis Psicologa-Psicoterapeuta
Gentilissima, capisco la sua situazione. È comprensibile che desidera vedere il suo ragazzo e vivere la sua relazione in modo più diretto. D'altro canto, sembra che la sua famiglia sia molto protettiva nei suoi confronti. Ecco alcuni consigli:
Inizi con una comunicazione aperta e rispettosa con la sua famiglia. Cerchi di comprendere le loro preoccupazioni e spieghi loro i suoi desideri e sentimenti in modo calmo e ponderato. Trovare un terreno comune nella discussione può aiutare a raggiungere un accordo che tenga conto delle esigenze di entrambe le parti.
Nel frattempo, continui a lavorare sulla sua indipendenza. Ottenere la patente e risparmiare denaro sono passi positivi verso la sua autonomia. Essere indipendente le permetterà di prendere decisioni più autonome sulla sua vita.
Anche se il percorso terapeutico è stato messo in pausa per motivi economici, cerchi alternative. Molte comunità offrono servizi di salute mentale a basso costo o gratuiti. Il supporto terapeutico può aiutarla a gestire lo stress e a prendere decisioni ponderate.
Infine, prenda il tempo necessario per riflettere sulle sue priorità e obiettivi a lungo termine. Consideri come le sue decisioni influiranno sulla sua felicità e la sua crescita personale. Ricordi che la sua vita è sua, e le sue decisioni dovrebbero rispecchiare ciò che è meglio per lei. Un caro saluto. Dr.ssa Marina Lumento.
Gentile utente,
Sono dell'idea che dovrebbe riprendere la terapia interrotta e lavorare accuratamente sulle questioni da lei citate rispetto al suo vissuto in relazione ai suoi genitori. Fare psicoterapia è un impegno economico importante, è vero, ma di fronte al suo racconto mi sento di dirle che questo percorso è ciò che può farle più bene in assoluto e che sia un investimento che valga la pena fare. Provi a capire se c'è un modo per finanziare la sua terapia, se non si tratta magari di una resistenza, di una paura di entrare a contatto con ciò che le fa male. Va affrontata, per poter cambiare davvero la propria vita.
Le porgo un cordiale saluto.

Dott.ssa Cecilia Bagnoli
Gentilissima, comprendo quanto in questo periodo possa sentirsi "soffocata". Ha interrotto un percorso terapeutico e probabilmente potrebbe considerare l'idea di riavvicinarcisi, sono appunto percorsi ed i cambiamenti non avvengono dall'oggi al domani. Le porgo i miei più cordiali saluti, Paolo Mirri
Gentilissima in prima battuta la ringrazio per il coraggio che avuto nel raccontarsi che credo non sia mai facile soprattutto quando si provano e si vivono situazioni come quelle che sta vivendo lei. Io credo che potrebbe considerare l'idea di riprendere la terapia che ha interrotto per cercare di comprendere quali sono le ragioni profonde che la portano a continuare a vivere questa situazione. Anche perchè la terapia è un fondamentale investimento che si fa su se stessi per poter la miglior versione di noi stessi.
Le auguro che possa trovare un professionista adatto e lei. Infine le porgo un caloroso saluto, Dott. Domenico De Falco
Salve, mi dispiace moltissimo per la situazione perché posso comprendere la sofferenza connessa. Cerchi di provare a pensare perché per lei é così importante dover essere la figlia migliore e lavorare magari attraverso un sostegno psicologico sulla tendenza di dover ricercare la loro approvazione e la perfezione come figlia . Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dottoressa Andreozzi Jasmine
Buonasera, mi arrivano da una parte la fatica ed i sacrifici dietro al "dover essere vista come una figlia migliore", dall'altra la forza ed il coraggio che l'hanno portata a tentare la strada verso una sua personale autonomia. Quali emozioni si muovono dentro di lei ?
Due parole mi hanno particolarmente colpito: "Castranti" riferito ai suoi genitori e "Serena" riferito a se stessa Grazie al percorso che Lei ha intrapreso.
Quali emozioni si muovono dentro di lei? in altre parole "Cosa sente?"
Le auguro, in qualunque formula, che lei riesca a riavvicinarsi ad un percorso terapeutico, che si dia il permesso e la libertà di dare voce a quelle parti di lei che in questo momento desiderano essere ascoltate e viste.
Un caloroso Saluto, Dott. Lorenzo Angiolucci
Buonasera, immagino non sia facile affrontare queste situazioni così restrittive soprattutto quando si è già un giovane-adulto. Dalla sua storia emergono molti elementi che andrebbero approfonditi per capire meglio le sue dinamiche familiari, ma una cosa mi ha sicuramente colpito: il suo bisogno di non venir meno al ruolo di figlia migliore. Cosa significa per lei questo ruolo? E che valenza ha per i suoi genitori?
Quello che si evince dal suo racconto è anche una forte mancanza di fiducia da parte dei suoi genitori. Avete mai avuto modo di parlare di questo e trovare un punto d'incontro?
Se attualmente non ha le possibilità di riprendere la terapia, può provare ad esplorare altri modi per alimentare il suo benessere, in attesa di riprendere questo percorso. Ci sono molte opportunità anche gratuite che sono facilmente reperibili online o nel suo territorio.
Le auguro di trovare presto la sua libertà e serenità, le mando un abbraccio.
Dott.ssa Stefania La Torre
Le comprendo e sono qui per aiutarla. Posso immaginare quanto questa situazione possa essere difficile. È normale desiderare una connessione più diretta con il suo ragazzo dopo sei mesi di relazione. Questi sentimenti possono creare molta confusione e ansia, specialmente se sente che le restrizioni familiari le impediscono di seguire ciò che il suo cuore desidera.
Ora, considerando la sua situazione, è importante iniziare con un po' di auto-riflessione. Cosa è più importante per lei in questo momento? Qual è il valore della sua relazione con il suo ragazzo? Allo stesso tempo, cerchi di capire meglio le ragioni e le preoccupazioni della sua famiglia. Potrebbe essere utile avere una conversazione aperta e rispettosa con loro, cercando di far emergere i suoi sentimenti e desideri. La comunicazione può essere la chiave per trovare una soluzione equilibrata.
Inoltre, è importante ricordare che è in un percorso di crescita e auto-scoperta. Questo processo spesso comporta la necessità di prendere decisioni difficili e responsabilità per il suo benessere emotivo e il suo sviluppo personale. La sua relazione con il suo ragazzo è significativa, ma allo stesso tempo, è importante cercare un equilibrio che rispetti le dinamiche familiari.
Ricordi che è un adulto e ha il diritto di prendere decisioni riguardo alla sua vita e alle sue relazioni. Cerchi di farlo con rispetto per gli altri e, soprattutto, per lei stessa.
Buongiorno, mi dispiace che stia vivendo un momento di tanta confusione e difficoltà, divisa fra l’affetto e il rispetto verso la propria famiglia, e l’affetto verso il partner. Credo sia naturale il suo desiderio di maggiore indipendenza e fiducia da parte dei suoi familiari che dal canto loro sembrano essere molto protettivi, di quella protezione che a volte mette a rischio però la crescita dei figli. Mi domando quali siano le paure e quali le esperienze che portano i suoi genitori a sentire di doverla tenere tanto al sicuro? Come altri colleghi prima di me, consiglio anche io una terapia familiare, mi sembra il contesto più adeguato in cui potersi confrontare tutti insieme, porre domande, incuriosirsi l’un l’altro e costruire una buona fiducia per cercare di stabilire nuovi equilibri che permettano ad ognuno di sentirsi accolto e compreso in famiglia. Un caro saluto, dottoressa Stefania Sica.
Buongiorno, nessuno psicologo può dirle come comportarsi o cosa sia meglio fare... È giusto che sia lei a scegliere cosa fare della sua vita. Detto questo, la situazione sembra le stia pensando molto; questo è un aspetto che, secondo me, merita di essere approfondito.
Dott. Marco Cenci
Buongiorno, comprendo che la situazione sia complessa. Potrebbe cercare un dialogo aperto con i suoi genitori, esprimendo i suoi sentimenti e cercando di comprendere le loro preoccupazioni. Magari potreste trovare un compromesso che rispetti il suo bisogno di indipendenza. Spero che quanto prima riesca a riprendere un percorso terapeutico che la possa supportare e darle il cambiamento di cui sente necessità. Un caro saluto. Dott. Edoardo Bunone.
Buonasera,
mi dispiace per la brutta situazione in cui si trova.
I suoi genitori, forse a causa degli sbagli di cui parla, hanno sviluppato nei suoi confronti un senso non adeguato di iper-protezione e lei un continuo bisogno di approvazione da parte voi.
Parli con i suoi genitori e cerchi di intraprendere con loro un percorso di psicoterapia familiare così da analizzare le dinamiche relazionali e far fronte al problema.
Un caro saluto Dott.ssa. Giorgia Caputo

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