Buonasera, Ho 22 anni e frequento il terzo anno di università. Vi scrivo perché è ormai da molto ch

20 risposte
Buonasera,
Ho 22 anni e frequento il terzo anno di università. Vi scrivo perché è ormai da molto che mi sento un vero e proprio fallimento; ho cercato di aggirare il problema, ma adesso è diventato fin troppo soffocante per essere ignorato. Ho sempre avuto una bassa autostima di me stessa e delle mie capacità ma, appena ottenuti dei risultati in ambito scolastico, ho iniziato a guardarmi sotto una luce diversa, credendo che forse non fossi poi completamente da buttare. Iniziata l'università però, mi sembra di essere ritornata la vecchia me stessa. I miei risultati sono sempre ottimi, con una media al di sopra del 29, ma non mi sembra mai abbastanza. Tutto quello che raggiungo non mi rende mai felice, mai soddisfatta, anzi, mi lascia sempre con una sensazione a metà fra l'insapore e l'inconsistente. Per altro, se al primo anno ero entusiasta di quanto studiato (vorrei aggiungere che, purtroppo, sono il tipo di persona che se si appassiona lo fa in maniera totalizzante; in quel periodo persi 7kg in una sessione perché, pur di concentrarmi sullo studio, rimanevo inconsapevolmente giorni interi senza toccare cibo) adesso al contrario, mi sento solo stanca ed esausta. Tuttavia ciò non è indice di uno sbagliato percorso di studi; io amo assolutamente quello che faccio, ne sono sicura. Questo atteggiamento mi ha portato ad arretrarmi tre esami, ed adesso sento che, qualsiasi voto possa prendere, debba essere percepito come un fallimento. È una pressione invisibile che proprio non sopporto (nessuno mi mette fretta, nessuno mi giudica per il mio ritardo, eppure io lo faccio; mi giudico perché probabilmente è quello che penserei verso chi, come me, non ha rispettato i canoni di scadenza forse). Sento che, se non mi laureassi in tempo come le mie amiche, non importerebbe il risultato finale, perché sarebbe tardivo rispetto agli altri, quindi sconfitto in partenza. Ho dentro questo misto di rabbia e di invidia (addirittura verso le mie amiche, cosa di cui mi vergogno da morire) che si tramuta in disperazione, e poi in rassegnazione. Non capisco il perché di questo atteggiamento; lo so che alla fine ognuno ha i propri tempi, ma sembra che, per me, non sia importante la vittoria in sé, quanto quello che nei miei confronti gli altri possano percepire come tale
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso.
Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause, origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche.
Cordialmente, dott FDL

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Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Gentilissima, grazie per la sua condivisione. Nel sua racconto ha portato a galla diverse tematiche e descritto numerose emozioni che caratterizzano questo suo momento. Tra la tante mi ha particolarmente la questione del tempo: "...sento che se non mi laureassi in tempo..." e "ognuno ha i propri tempi". Mi sono fermata a chiedermi quale sia la sua concezione di tempo e che importanza ha nella sua vita, come utilizza il suo tempo al di fuori dello studio e se si concede del tempo per altro. In questo momento rivolgersi ad un professionista potrebbe aiutarla a concedersi proprio del tempo per sè e situarsi emotivamente, oltre che potenziare la sua autostima e trovare le risorse necessarie per affrontare ciò che le sta accadendo, dando un nuovo significato al suo stato d'animo attuale. Resto disponibile per eventuali approfondimenti.
Cordialmente
Dott.ssa Chiara Piazzolla
Buongiorno,
mi dispiace per il suo disagio.
La invito ad non ignorare il suo sentire ma ad affrontarlo magari con il supporto psicologico che le possa permettere di analizzarlo ed elaborarlo.
Resto a disposizione.
Un saluto Paola Tucci
Salve, credo che sia opportuno per lei intraprendere un percorso di psicoterapia per lavorare su alcuni aspetti di se stessa, tra cui l'autostima. Può cercare un professionista direttamente qui sul portale.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Cara, grazie per la tua domanda. A volte il giudice che portiamo dentro è molto più severo dei giudizi che ci arrivano dall'esterno, anche se non sempre ne siamo consapevoli. L'università, potrebbe non aiutare proprio perché favorisce la logica della produttività e della competizione. Quello che stai sperimentando è molto comune, capita a molte persone come te, fossi in te valuterei la possibilità di intraprendere un percorso psicologico per imparare nuovamente a volerti bene e liberarti da queste catene invisibili. Se hai bisogno sono disponibile. Buona giornata
Gentile Utente, mi dispiace per il disagio che sta vivendo. Allo stesso tempo mi permetto di complimentarmi: cogliere la sua sofferenza, riuscire ad esprimerla e chiedere aiuto per fronteggiarla è un grande movimento! Nel compierlo, ha condiviso contenuti importanti che meritano l'attenzione e lo spazio adeguato per essere esplorati. Resto a sua disposizione qualora scelga di intraprendere un percorso di supporto psicologico. Dott.ssa Valentina Cecchi
Salve, comprendo il suo disagio espresso e allo stesso tempo le evidenzio le risorse di consapevolezza e introspezione in merito a quanto vissuto. Mi chiedo che rapporto ha lei con i confronti e con chi ha imparato a farli, tuttavia è importante che lei trovi un suo spazio e si dedichi del tempo per elaborare queste emozioni. Sicuramente all'interno di una relazione terapeutica potrà trovare ciò di cui ha bisogno e dare spazio a ciò che prova.
Un caro saluto
Dott.ssa Martina Russo
Salve, iniziamo dalla fine ovvero da "Non capisco il perché di questo atteggiamento". E' difficile rispondere a questa domanda sulla base delle indicazioni che condivide. Certo si possono fare delle ipotesi molto fondate sulle regole, sui modelli o sui meccanismi che lei utilizza ma, sarebbero solo delle ipotesi molto teoriche e poco utili per lei. Diversamente lavorare con un specialista permette di capire i suoi vissuti e quindi di dare parole ai suoi personali motivi legati alle sue regole, ai sui modelli, ai suoi bisogni e ai suoi meccanismi. Tutto questo è sicuramente molto più utile per lei. Se la media degli esami alta, la voglia di studiare che le fa dimenticare di mangiare e la sua insoddisfazione sono così importanti forse è utile un consulto con uno specialista o uno psicoterapeuta per valutare la situazione e stabilire le eventuali attività. Consideri che il passo più difficile è quello di raccontare le proprie difficoltà e lei lo ha già fatto. Quindi gli altri sono meno difficili. Valuti l'opportunità di consultare uno specialista anche fra quelli che hanno risposto. Un cordiale saluto
Hai descritto una situazione molto difficile da sopportare, il peso del giudizio soprattutto quando arriva da noi stessi può essere davvero soffocante. Tuttavia hai un'ottima consapevolezza del problema e per questo ti consiglio di rivolgerti a uno specialista.
Trova il professionista più adatto a te (puoi fare qualche colloquio conoscitivo).
Salve.
Un percorso psicoterapeutico sarebbe opportuno per poter affrontare il giudice interiore che le impedisce di concentrarsi su di sé e di godersi i risultati che raggiunge. Giudice che la fa stare più a contatto col fallimento perché la fa concentrare sull'immagine che vorrebbe dare di sé, immagine collegata al mito del perfezionismo.
Un percorso che possa stimolare la fiducia in se stessa, fiducia che l'aiuterà a vivere più liberamente.
Distinti saluti
Salve, lei ha una notevole capacità descrittiva ed è anche molto chiara nel mettere in parole il suo attuale stato d'animo e questo non è da poco. Non sa, però, ancora a cosa poter ricondurre quello che percepisce come malessere e come (lo dice lei stessa) una sorta di pressione invisibile. Si tratta forse di provare a fare un lavoro per ricostruire le possibili associazioni causali che hanno determinato lo stato attuale provando poi a ritrovare la forza di continuare il suo cammino. Se ha compreso che non è più possibile aggirare il problema ma è arrivato il momento di affrontarlo consideri la crisi come un'opportunità e ci lavori. La saluto cordialmente, Marina Montuori
Gentile utente,
quanto è severa con se stessa!
Quanto sono sadici i suoi sensi di colpa!
E dire che il peggior giudice di se stessa è proprio lei, sono proprio i suoi sentimenti.
Ha talmente ansia di stare al passo coi tempi, con le sue amiche che rischia di bloccarsi, di paralizzarsi completamente e paradossalmente e’lei stessa a rallentarsi.
Si fermi e rifletta.
Rifletta sulla possibilità di un aiuto, di un sostegno in un momento di difficoltà come questo.
Sento forte il bisogno dì contenimento dei suoi sentimenti ed emozioni.
Saluti,
Dott. Diego Ferrara
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare e pesante da sopportare, che meriterebbe di essere condiviso per alleviarne il dolore. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento, così difficile per lei. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto

Cara ragazza, poichè sei giunta alla consapevolezza di non poter più ignorare, come tu dici, il tuo "problema", identificato con sentimenti di fallimento, sensazione "soffocante", bassa autostima, la perenne insoddisfazione (e forse saresti in grado di aggiungere altro), ti invito col cuore a prenderti cura di tutto questo, ossia del tuo vissuto di sofferenza, e di farlo al più presto. E per rimanere nella tematica dei "tempi", immagino che tu abbia preso il tempo sufficiente a comprendere che è necessario non perderne altro. Per capire cosa gli altri percepiscono di noi, dobbiamo fare un atto di coraggio e chiederglielo. In definitiva dobbiamo assumerci la responsabilità del nostro stare in relazione con gli altri. La psicoterapia in tal senso può aiutare. Ti serve un pò di coraggio..
Buona fortuna,
Rosella Pettinari
Gentile ragazza,
focalizzare la propria attenzione sul giudizio che gli altri possono avere di lei, le fa perdere di vista le sue competenze (che infatti passano in secondo piano perché non è mai soddisfatta del risultato) e soprattutto i suoi obiettivi futuri. Questi ultimi sono la leva per uscire da questi sentimenti negativi. Provi a proiettarsi nel suo futuro lavorativo, cosa le piacerebbe fare? Una consulenza psicologica può esserle utile. Un cordiale saluto
Buonasera, ha descritto probabilmente il punto del suo disagio: vivere in base al giudizio degli altri!! Sa, finché pensiamo di fare o non fare in base a cosa gli altri possano pensare di noi, sarà difficile essere felici. Ognuno di noi è diverso, abbiamo caratteristiche diverse, situazioni diverse e opinioni diverse. Non possiamo vivere in base a quello che pensano gli altri di noi, ma in base a quello che noi pensiamo di noi stessi.
Potrei consigliarle di parlarne con uno psicologo del disagio che sta provando, per ritrovare sicurezza e di conseguenza voglia di mettersi alla prova.
Resto a disposizione, un caro saluto, dottoressa Paola De Martino
Salve,
ci sono alcuni momenti nella vita in cui sentiamo di dover dare prova di noi, di quanto valiamo, di chi siamo, misurandoci sui risultati che otteniamo. Forse convinti che le nostre prestazioni ci definiscano, dimentichiamo di chiederci per chi facciamo tanti sforzi e ci maceriamo nel bisogno di essere qualcuno attraverso i risultati che otteniamo. Così facendo rischiamo di dimenticare che non esiste solo la fierezza dei nostri risultati a dare senso alla vita, ma anche le nostre passioni, il piacere che ne deriva, e le nostre relazioni. Senza, nessun successo può appagarci - sarebbe come cercare di estinguere la sete mangiando...
Credo che nella sua situazione un percorso di terapia potrebbe farle riscoprire anche questi altri due ambiti (amore e piacere), che sembrano mancarle profondamente.

Con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno, da quello che scrive ho l'impressione che, in questa fase della sua vita, l'aspettativa che nutre nei confronti di sé stessa (proiettata poi sugli altri) le impedisca di riconoscere e valorizzare le sue "effettive" capacità e i traguardi raggiunti. Sicuramente, un percorso psicologico la aiuterà a mettere a fuoco l'origine di questo processo, ridimensionanadone la portata. Un caro saluto. DC
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online

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