Buonasera,ho 18 anni e da quand’ero piccolo ho sempre vissuto in una famiglia disfunzionale con un f

17 risposte
Buonasera,ho 18 anni e da quand’ero piccolo ho sempre vissuto in una famiglia disfunzionale con un fratello disturbato mentalmente e un altro con ritardo mentale più grandi adesso il mio problema è il seguente: non ho mai vissuto la vita mi è sempre stato impedito di uscire(non con la forza ma ho sempre avuto una madre che mi minacciava stessa cosa mio fratello) e che credeva io fossi mancante di indipendenza perciò non mi ha mai fatto uscire di casa, quando esco adesso si è un po’ calmata ma comunque vede “strano” che io esca perché e infatti una vita sociale non ce l’ho, vengo al dunque: io mi son sempre sentito come se mi mancasse qualcosa, come se fossi autistico e adesso che ho 18 anni sto capendo cose che prima non capivo come se per magia mi stessi rendendo conto, io vorrei capire se è il fatto di stare lontano dalla vita, oppure che mi sto facendo grande, ma se mi sto facendo grande vuol dire che sono ritardato perché cose che sto capendo a 18 miei coetanei le capirebbero a 14 quindi cos’è che ho? Inoltre ho sempre avuto mutismo selettivo e non mi rendevo conto all’inizio, non capivo che era un problema io mi sentivo come se non potevo farci niente, adesso invece di botto capisco che è un problema è devo fare qualcosa, io mi rendevo conto già verso i 10 anni però mi sentivo impotente adesso invece mi sento ancora più consapevole, anche il fatto del narcisismo di mio fratello, già mi rendevo conto verso i 4 anni (lui 18 abbiamo 14 anni di differenza) che aveva qualcosa che non andasse, ma solo adesso mi rendo conto di chi ho in casa (perché si, vive ancora in casa nostra a 32 anni insieme a sua moglie e abbiamo anche casa piccola ) senza mai avere un lavoro da quando ha finito le medie. È come se mi stessi rendendo conto adesso di cose che prima già sapevo ma non consideravo neanche, come faccio inoltre ad essere più spensierato e andare avanti con la mia vita ? Grazie per lo sfogo
Gentile utente,
comprendo la complessità della sua esperienza e le sfide che sta affrontando.

La sofferenza che sta vivendo è reale e può derivare da vari fattori, tra cui l’ambiente familiare disfunzionale e il senso di isolamento. Alcuni punti importanti, possibili spunti di riflessione:

Il sentirsi privato di esperienze sociali e di indipendenza può influenzare la percezione di sé. Tuttavia, non è necessariamente legato a un ritardo o a essere “autistico”. Ognuno ha il proprio percorso di crescita e sviluppo.
Il riconoscimento del mutismo selettivo è un passo importante. Questo disturbo d’ansia può rendere difficile parlare in alcune situazioni sociali. Consideri di cercare supporto da uno psicologo specializzato in questo campo. Accettare le emozioni e cercare di capire cosa le stanno comunicando è essenziale. La sofferenza può essere un’opportunità per crescere e imparare.
Vivere con una persona con problemi di salute mentale può essere sfidante. Impari a stabilire confini sani e a prendersi cura di sé stesso.

Consideri, infine, di parlare con uno psicologo per esplorare ulteriormente questi sentimenti e sviluppare strategie per affrontarli.

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Buonasera,
Grazie per aver condiviso la tua storia e le tue preoccupazioni con noi. Posso capire quanto possa essere difficile crescere in una famiglia con dinamiche così complesse e carichi emotivi pesanti.
La sensazione di "non aver vissuto la vita" e la percezione di ritardo nel comprendere certe cose rispetto ai tuoi coetanei possono essere legate all'ambiente in cui sei cresciuto. Non è raro che persone cresciute in contesti difficili sviluppino consapevolezze e capacità in momenti diversi rispetto ai loro pari. Questo non significa che tu abbia un ritardo, ma piuttosto che le tue esperienze di vita ti hanno portato a concentrarti su altre sfide e adattamenti.
È positivo che tu stia iniziando a comprendere meglio te stesso e la tua situazione. Questa consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento e la crescita personale. Il mutismo selettivo e la sensazione di impotenza sono reazioni comprensibili al contesto in cui sei vissuto.
Riguardo alla tua domanda su come essere più spensierato e andare avanti con la tua vita, sicuramente un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarti a capire meglio te stesso e le tue emozioni. Parlare con un professionista della salute mentale può aiutarti a esplorare questi sentimenti più a fondo e sviluppare strategie per affrontarli.
Potrebbe essere utile anche costruire gradualmente la tua indipendenza, provando a fare piccoli passi verso l'autonomia. Inizia con attività che ti piacciono e che ti fanno sentire a tuo agio fuori casa. Col tempo, potrai affrontare situazioni più complesse.
Inoltre, cerca di coltivare una rete di supporto, connettendoti con persone che ti sostengono e ti comprendono. Può essere utile trovare gruppi di supporto o attività sociali dove puoi incontrare persone con esperienze simili.
La crescita personale e il superamento delle difficoltà richiedono tempo. Riconosci i tuoi progressi, anche se sembrano piccoli, e non essere troppo severo con te stesso. Ricorda, non sei solo in questo percorso. Prenditi il tempo necessario per capire cosa è meglio per te e non esitare a chiedere aiuto quando ne senti il bisogno.
In bocca al lupo per tutto,
Dott. Gianluca Pignatelli
Salve, racconti molte cose della tua vita e certamente si coglie tanta sofferenza. Dalle tue parole comprendo che stai comunque interrogandoti su molti punti della tua vita e, probabilmente, stai cercando molte risposte in internet. Lo fanno in tanti. Mi sembra anche però che queste risposte possono darti molta confusione e un senso di vertigine. Molto meglio sarebbe che tu ponessi i quesiti che presenti nel tuo scritto ad un professionista in carne ed ossa perchè si avverte anche tanta paura per le tante cose che vivi e che pensi. Tieni presente che potresti anche rivolgerti ad una struttura pubblica e fare una ricerca sul territorio in cui risiedi e magari trovare un terapeuta che possa seguirti inizialmente e dare risposte almeno ad alcune delle questioni che tu poni.
Trovo che questa fase di scoperta e di ricerca di consapevolezza dove mostri i tuoi dubbi e il tuo coraggio può aver bisogno del sostegno di specialisti del settore. Un percorso psicologico può essere proprio quell'aiuto che ti affianca nell'aprire le porte giuste e sostiene il tuo passo.
Grazie per la tua domanda.
Dott.ssa Erika Barone
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno la sua infanzia è stata piena di sofferenza ed ora sta iniziando a rendersene conto pienamente . Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la può aiutare anche a capire che la persona malata non è lei . Le auguro una buona giornata
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Salve, i quesiti sono molti, molto semplicemente direi che se ci deve essere una forma di disagio da ridimensionare è necessario il confronto con uno psicoterapeuta che possa aiutarla a raggiungere gli obiettivi.
Cerchi qualcuno che sente vicino e si affidi nel percorso, ricordi che quando ci sono situazioni “forti” alle spalle occorre tempo e pazienza per recuperare.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, riesco a comprendere le difficoltà che hai vissuto, che avete vissuto come.famiglia. Ci sta che la.tua famiglia si preoccupi per te, abituata a vivere due fratelli non indipendenti. Ora che hai preso consapevolezza di tutto questo e senti il desiderio di diventare adulto e fare la.tua.vita, non devi rinunciare, ne hai tutto il diritto!
Sicuramente farti aiutare da un esperto è il primo.passo da compiere, percorri la tua.strada ora che hai questa spinta, non rinunciare alla.tua.vita e non sentirti inferiore a nessuno!
Resto a disposizione e ti auguro di uscire dal guscio!
Un saluto
Claudi m
Buongiorno, grazie per avere condiviso la tua storia con noi. Adesso, da uomo adulto, è normale avere più auto-riflessività e consapevolezza sia di te stesso che delle relazioni con gli Altri significativi ed è altrettanto normale che senta la necessità di stabilire legami sociali al di fuori del nucleo famigliare. Ciò che posso consigliarti, non avendo informazioni più dettagliate, è valutare la possibilità di un colloquio con un professionista o, se lo reputassi più utile, una terapia famigliare. Attraverso i legami con la nostra famiglia costruiamo degli schemi che applichiamo sia alla visione che abbiamo di noi, sia nel rapporto con gli altri; possono diventare molto difficili da modificare e, se sono disfunzionali, ciò potrebbe essere nocivo.
Per ogni dubbio, resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
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Gentile utente,
comprendo bene lo stato di confusione in cui si trova considerata la crescita in un ambiente poco sicuro e costruttivo. Siamo esseri relazionali e nella relazione apprendiamo e conosciamo noi stessi e l'ambiente che ci circonda.
Nel periodo adolescenziale inoltre è importante condividere momenti ludici come attività sportive o artistiche dove il ragazzo impara davvero tanto.
Una esperienza di questo tipo potrebbe inizialmente rappresentare un modo per recuperare parti perdute ma se anche questo le appare difficile da fare da solo chieda supporto ad un professionista con il quale condividere il suo disagio
Dott.ssa Aida Faraone
Buongiorno, penso che sia a lei che ai suoi fratelli siano toccati ruoli faticosi, dati dal fatto che non erano i vostri. Penso che un incontro familiare tra lei, i suoi fratelli, sua madre e soprattutto suo padre (il grande assente), possa fare emergere questi ruoli sommersi, ed impedire di combattere nella vita degli altri una battaglia che in realtà è la propria, con la propria vita, avendo però maturato gli elementi giusti per intraprenderla. La situazione di impotenza in cui si trova adesso, è funzionale a questo tempo di preparazione che le occorre, per sciogliere quei nodi familiari che le impediscono di sentirsi libero, a prescindere di dove si trovi e con chi.

Resto a disposizione per le sue necessità.

Dott. Festa Simone
Grazie per la condivisione della sua storia. Da ciò che racconta si capisce molto bene quanti momenti difficili e sofferenza ha accumulato. Lei è un grande osservatore, e ha mostrato molta resilienza in un ambiente tossico. Il suo spirito di osservazione, la sua capacità di giudizio le hanno dato degli strumenti per distinguere le situazioni malate da quelle sane. Ora ha tanti strumenti mentali per avviarsi verso la autonomia e l'indipendenza. Queste si costruiscono piano piano, a piccoli passi, con la determinazione a diventare sè stesso. Da un punto di vista pratico veda se può costruirsi una rete sociale, fondamentale per un confronto sano e per uscire dal gruppo. Potrebbe essere uno sport, un'attività artistica, insomma qualcosa che le piaccia e le faccia incontrare coetanei. Se economicamente fosse possibile, sarebbe importante iniziare un percorso psicoterapeutico, che l'aiuti a conoscersi meglio, a distinguere ciò che appartiene a lei piuttosto che all'altro e che rafforzi la stima in sè stesso, il suo valore e il diritto a stare bene. Si apprezzi per quello che ha fatto finora, riuscendo a difendere da un ambiente familiare disfunzionale. Le faccio tanti cari auguri e rimango a disposizione, SR
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Buongiorno,
credo che uno spazio individualizzato sia opportuno per riflettere su alcuni spunti/temi che scrive. Soprattutto perchè ora si sente più consapevole di alcune dinamiche potrà dedicarci uno spazio di elaborazione e capire come meglio potersi relazionare.
Saluti
Buonasera,

Capisco che stai attraversando un periodo di grande confusione e incertezza. Crescere in un ambiente familiare disfunzionale può avere un impatto significativo sul tuo sviluppo emotivo e sulla tua autopercezione. È normale che tu ti stia facendo domande sul tuo posto nel mondo e sul tuo futuro.

Non esiste un percorso “normale” o “giusto” per la crescita e lo sviluppo. Ognuno di noi ha il suo ritmo e le sue esperienze uniche. Il fatto che tu stia iniziando a capire cose che prima non capivi non significa che tu sia “ritardato”. Piuttosto, indica che stai crescendo e maturando in base alle tue esperienze personali.

Il mutismo selettivo è una condizione complessa che può essere molto difficile da gestire da soli. Potrebbe essere utile cercare il supporto di un professionista della salute mentale che può aiutarti a navigare attraverso queste sfide.

Infine, ricorda che non sei responsabile per le azioni o i comportamenti dei tuoi fratelli. Puoi offrire il tuo supporto, ma alla fine, le loro scelte e il loro benessere sono nelle loro mani.

Cordialmente, Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
18 anni, può essere il momento giusto per ripartire, ad esempio per l'anagrafe è così, parliamone, saluti
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Buongiorno, dal modo in cui racconti la tua storia e quella della tua famiglia, traspare chiaramente il peso che ti stai portando addosso. Per quanto la tua sofferenza e il disagio che provi in questo momento possano sembrare insormontabili, il lavoro di consapevolezza e riflessione che stai iniziando a fare, è fondamentale per iniziare un percorso di cambiamento e trasformazione. Le dinamiche familiari che racconti sono, in realtà, molto più comuni di quanto si pensi. Capita spesso infatti, che nelle famiglie in cui sono presenti persone con disabilità, lo sperimentare quotidianamente situazioni di fragilità, porti a sviluppare maggiori preoccupazioni e ansie, per questo subentra una necessità di proteggere i vari membri della famiglia, anche laddove non ce ne sarebbe un reale bisogno. E' quindi molto probabile, che tua madre abbia per questo motivo sviluppato anche nei tuoi confronti un istinto di protezione, che però in certe situazioni risulta "esagerato" e rischi di bloccarti e impedirti di vivere esperienze necessarie per poter maturare e diventare così indipendente, facendoti così avvertire questo senso di impotenza (la stessa cosa accade con tuo fratello, che ancora vive con voi, quasi come se il messaggio fosse che finche restiamo tutti insieme, si possono controllare ed evitare i pericoli). Sarebbe necessario lavorare su tutto il nucleo familiare, dato che i ruoli che si sono venuti a creare sembrano molto rigidi ed è quindi facile spezzarli. Nel caso non fosse possibile lavorare con tutto il nucleo, ti consiglio di non perdere l'occasione che ti si presenta adesso, che senti di avere questo desiderio di cambiamento e stai iniziando a mettere alcuni tasselli al posto giusto, facendoti domande e riflettendo su quello che ti accade. Il percorso di indipendenza dalla propria famiglia può essere molto complicato ed è caratterizzato da alti e bassi, dal desiderio di separarsi e dalla necessità di restare legato a chi si ama, quindi sarebbe importante in questi momenti avere l'aiuto di un terapeuta che ti supporti. Non ti arrendere, perché la sensazione di libertà che si prova al termine del percorso è impagabile! Ti auguro il meglio!
Ciao, grazie per aver condiviso la tua storia, capisco quanto possa essere difficile affrontare tutto ciò che hai vissuto e stai ancora vivendo.
È normale, soprattutto crescendo, iniziare a vedere le cose sotto una nuova luce, e il fatto che tu ora stia riflettendo su questi aspetti della tua vita dimostra una grande consapevolezza.

La sensazione di "mancarti qualcosa" potrebbe derivare dal fatto che, crescendo in un ambiente complesso, ti sei trovato a gestire situazioni che forse ti hanno impedito di vivere alcune esperienze sociali o di autonomia che i tuoi coetanei hanno affrontato prima. Questo non significa affatto che tu sia "ritardato" o che ci sia qualcosa di sbagliato in te. Ogni persona ha il proprio percorso e i propri tempi, e le tue riflessioni indicano che stai cominciando a capire meglio chi sei e cosa vuoi.

Il mutismo selettivo e la difficoltà a esprimerti in passato possono essere state delle reazioni al contesto familiare in cui ti trovavi. Ora che sei più consapevole di queste difficoltà, è un buon momento per esplorare come andare avanti. Forse, un percorso psicologico potrebbe aiutarti a dare un senso a tutto questo e a capire come costruire la tua autonomia, a prescindere dalle dinamiche familiari.

Per quanto riguarda il sentirsi "spensierato", non è facile lasciarsi alle spalle anni di una vita familiare complicata, ma il primo passo è riconoscere che hai il diritto di vivere la tua vita e costruire esperienze che ti appartengano. Piccoli passi verso l'indipendenza, come uscire più spesso, socializzare con nuove persone e prendere decisioni per te stesso, ti aiuteranno a sentirti più libero e sicuro.

Se senti che hai bisogno di un aiuto in più per affrontare queste questioni, potrebbe essere utile parlare con un terapeuta che possa offrirti uno spazio sicuro per esplorare le tue emozioni e supportarti in questo cammino verso l'indipendenza.

Sono qui per qualsiasi altra riflessione o domanda.

Un caro saluto,

d.ssa Violeta Raileanu

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