Buonasera gentili dottori, Vi scrivo perché sono in una situazione alquanto assurda, intricata ed i

16 risposte
Buonasera gentili dottori,
Vi scrivo perché sono in una situazione alquanto assurda, intricata ed inesplicabile che va avanti da diversi anni. Premetto che sono in terapia da 20 anni e per metà percorso tutto è filato liscio e sono riuscita a risolvere la parte sintomatica dei miei problemi. La mia diagnosi era un coacervo di disturbi. Tutto è peggiorato quando leggendo varie articoli sulla meditazione mi sono dissociata e mi sono sentita trasformare negativamente in un nuova persona, con nuove credenze, nuove modalità di comportamento, la realtà mi è apparsa illusoria e da allora mi trastullo in questa realtà distaccata. Per uscire da qui avrei dovuto fare il processo inverso che mi ha portato ad entrarci ma non mi è possibile poiché quando la mia mente ha capito quali erano i miei problemi e che la terapia non ti guarisce " per sempre" , ha reagito male , l'inconscio si è chiuso come se avesse deciso che non vuole e può cambiare. Vorrei che si sbloccasse ma ogni volta che entro in contatto con tasti dolenti per me diventa impossibile farci i conti. Quindi per me è impossibile, accettare e cambiare e vedere il bello in quello che ingenuamente credevo fosse bello della vita, prima che diventassi più consapevole di miei problemi, del mio stallo, delle mie aspettative troppo alte. Quindi ho elaborato male, sto male ma allo stesso tempo sono rimasta intrappolata qui in questa realtà illusoria. Non riesco a vivere, ad avere relazioni di nessun tipo e nemmeno a lavorare. Non so se c'è una soluzione per me. Anche perché quelle tecniche e letture oltre ad avere creato una nuova realtà in cui credo hanno creato una sorta di danno che finora non riesco chiaramente a descrivere.
Gentile signora non ho compreso ciò che è successo durante la seconda metà del percorso di terapia. Ciò che mi colpisce è questa sofferenza che sembra aumentata di intensità successivamente alla pratica meditativa e colgo che il suo "coacervo di disturbi" non le permette di vivere serenamente né con Sé né con gli altri. Le chiedo anche se quando parla di terapia si riferisce alla psicoterapia o alla terapia farmacologica (...). Confido in una sua risposta e rimango a disposizione anche on line. Caramente, Maria dr. Zaupa

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Gentilissima,
L'esperienza della meditazione pare averla trascinata in uno stato confusivo. Ha già provato sensazioni di distacco dalla realtà in passato?
E' molto importante che condivida questi pensieri con il/la terapeuta e, inoltre, vista la persistenza dei sintomi e quanto questi le impediscano di vivere una vita serena, potrebbe essere utile consultare un* Psichiatr*.
Un caro saluto
D.ssa Simona Torrente - Psicologa e Psicoterapeuta- Torino
Sembra di percepire uno spunto delirante in questa descrizione. Un disturbo del pensiero non trattato potrebbe decisamente ostacolare la sua guarigione. Consiglierei un consulto psichiatrico dove valutare l'opportunità di un adeguato supporto farmacologico che possa aiutarla non perdersi per strada.
Gentilissima. In genere le pratiche meditative, come la Mindfulness, possono portare ad una "defusione" cioè ad una separazione tra un pensiero (o un ricordo) e lo stato emotivo ad esso associato, esito di per sè positivo. Lei però parla di una "dissociazione", di una sorta di "realtà illusoria" in cui si sente intrappolata. Dovrebbe parlarne con il suo terapeuta o il suo psichiatra; è possibile che questo suo stato attuale possa ricondursi a qualche parte di quel "coacervo di disturbi" che non è stato ancora del tutto risolto e che le letture e/o le pratiche meditative, se non elaborate correttamente e integrate in un percorso terapeutico, potrebbero aver slatentizzato. Non avendo più dettagli sul suo percorso, diagnosi e sintomatologia sarebbe azzardato dirle altro. Resto comunque a sua disposizione se desiderasse qualche chiarimento ulteriore sulla meditazione in psicoterapia o sulla bibliografia. Un cordiale saluto.
Dott. Dario Mazzagatti
Salve,

scrive di esser in terapia da tanti anni, ciononostante sente il bisogno di aver un confronto all'esterno della terapia. Non è molto chiaro quanto le sia accaduto dopo i primi 10 anni di terapia e allo stesso tempo sarebbe opportuno riflettere sul perché non continui a confrontarsi con lo specialista che la segue. I suoi dubbi potrebbero esser un interessante punto di riflessione dal quale magari poter lavorare e ripartire.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Carissima, per prima cosa vorrei chiederle quale tipo di terapia ha portato avanti per 20 anni, perché se si tratta di una terapia farmacologica che per 10 anni ha avuto un buon successo nella gestione di sintomi complessi allora mi chiedo cosa sia cambiato dopo. Lei parla di lettura di articoli sulla meditazione che non significa praticare la meditazione, sembra quasi che abbia trovato una "teoria" per non cambiare cose concrete della sua vita che non la fanno vivere al meglio solo perché adesso rispetto a queste esprime un giudizio negativo. Credo che il supporto di una psicoterapia potrebbe aiutarla a trovare una direzione, un orientamento, una volontà da esprimere nella vita. Le auguro tutto il meglio, Dott.ssa Giuditta Fagnani
Buongiorno gentile Utente,
ha parlato di una prima parte della sua terapia che le ha arrecato dei benefici, poi di un periodo di meditazione che l'ha fatta entrare in uno stato di confusione/dissociazione che le ha cambiato in negativo la vita ma anche a me sembra mancare come è stata la seconda parte della terapia. Ritengo comunque che forse insieme al suo terapeuta dovrebbe discutere di questa condizioni per lei ormai stabile e insieme valutare anche la possibilità di un consulto psichiatrico per una terapia farmacologica che potrebbe darle la spinta per iniziare ad uscire da questo suo momento così complesso. Cordiali saluti. Dott.ssa Alessandra Domigno
Buongiorno, chi lo ha detto che una psicoterapia non guarisce per sempre? Cambiando o nutrendo alcuni nostri vissuti, cambia tutto il resto. Forse ha cercato altrove delle idee per evitare quel dolore tanto difficile da affrontare. Ne parli in terapia e valuti la possibilità che di continuare oppure provare altre tecniche. L'emdr non so se possa fare al caso suo perché non conosco il suo quadro generale psichico, ma di sicuro dà ottimi risultati.
Non si arrenda.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve,
La terapia può aiutare a cambiare per sempre solo se siamo disposti ad andare a fondo. Sta avendo soltanto un blocco degli immaginali e delle immagini, ma non vuol dire che lei non vuole conoscersi, vuol dire solo che ad oggi non ce la fa. Ma la spinta c'è. Nel mondo inconscio esistono immagini che possono tornare in quello conscio. Penso che attraverso una buona terapia possa tornare di qua, e aiutarsi.
Se ha bisogno sono qua anche online.
Dottor Matteo Salvucci
Gentile Signora, colgo nelle sue parole un profondo senso di smarrimento, che va certamente indagato. Tecniche di meditazione non possono destabilizzarLa in questo modo, certamente un'analisi appropriata potrebbe dirci perchè ciò è accaduto. La psicoterapia produce risultati stabili nel tempo.
La domanda vera é, invece, quale scopo inconsapevole potrebbero avere questi sintomi disfunzionali??
Se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti, l'attendo.
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gentilissima, in Psicosintesi si parla di "meditazione riflessiva" che sta ad indicare una tecnica attiva che la persona utilizza per far crescere dentro di sé una qualità che in quel momento è assente, per consentirle concreti cambiamenti nella vita. Si tratta però di una meditazione in cui "non ci si lascia travolgere" e ciò richiede impegno, volontà e costanza. Questo per dire che spesso la meditazione può essere una scusante per non lavorare su di sé e senza una guida autorevole può rischiare di fare peggio. Sarebbe opportuno anche capire cosa ha funzionato e cosa meno nella terapia precedente: sono disponibile per parlarne attraverso un colloquio psicologico, anche con una seduta online. In bocca al lupo per la sua vita.
Salve, riscontro qualche difficoltà nel comprendere le motivazioni del suo attuale stato emotivo che non possono di certo essere imputate alla meditazione. Le consiglio di parlarne con un medico specialista al più presto. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
buongiorno signora, mi dispiace che stia attraversando da così tanto tempo tali problematiche al punto che non le permettono di vivere appieno e apprezzare il presente, è come che le dinamiche passate condizionino il suo essere di adesso, io non rinnegherei il suo vissuto e cercherei di prendere ciò che l'ha rafforzata come strumento di vita e concentrarsi su ciò che ha adesso cercando di godersi ciò che la fa star bene senza farsi condizionare dalle dinamiche passate.
Buonasera.
Il suo messaggio apre a molte possibilità interpretative e non rende possibile fornire una risposta sensata senza avere un quadro preciso della sua storia personale e psicopatologica.
Mi sento in grado di affermare che necessita di un intervento combinato tra psicoterapeuta e psichiatra.
Rimango a disposizione.
Salve, le consiglio di riprendere contatti con la sua terapeuta. Può darsi che la fine sia stata troppo brusca o male elaborata. Non si scoraggi e vedrà che con l'aiuto di qualcuno riscoprirà il bello della vita.
Buongiorno, mi scusi ma la sua lettera non mi è chiara, per cui è difficile risponderle. I 10 anni di terapia sono stati farmacologici o psicoterapeutici? Cosa è successo dopo i primi 10 anni. Per uscire da questa realtà illusoria che le si è creata, le suggerisco una consulenza con uno psicoterapeuta con il quale anche valutare l'aspetto farmacologico. Non è bene che stai troppo sola e non faccia nulla. Provi ad avere qualche rapporto reale almeno una volta al giorno. La saluto cordialmente, dott.ssa Silvia Ragni

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