Buonasera è vero che il disturbo borderline regredisce con l età indipendentemente dalla guida di un
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Buonasera è vero che il disturbo borderline regredisce con l età indipendentemente dalla guida di uno specialista.....visto che la persona che mi è accanto ha ridotto di molto la sua aggressività....anche se cmq le relazioni lavorative e interpersonali sono instabili cmq...riesce però a controllare molto la sua rabbia per paura di perdermi ma non so se cmq è amore o manipolazione perché cmq con me sembra calmo e accondiscendente e magari se si trova in giro racconta l inverso
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lui possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarlo ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che gli impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarlo a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essergli utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarlo ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che gli impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarlo a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essergli utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
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Concordo parzialmente con quanto scritto dal dott FDL. L'approccio più indicato è la terapia dialettico-comportamentale: rispetto a questo c'è un crescente consenso in letteratura, incluso il parere della Cochrane Database of Systematic Reviews.
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Gentile Amica o Amico,
benché ci siano evidenze che il disturbo borderline di personalità si mitighi nel tempo, questo non significa che "guarisca" spontaneamente.
E' sempre bene consultare uno specialista e intraprendere un serio piano di cura.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
benché ci siano evidenze che il disturbo borderline di personalità si mitighi nel tempo, questo non significa che "guarisca" spontaneamente.
E' sempre bene consultare uno specialista e intraprendere un serio piano di cura.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buonasera, a prescindere che il disturbo nel tempo si attenui, è sempre bene mantenere un piano di cura e periodicamente aggiornare lo specialista. Si comprende che lei è un'osservatrice attenta e tiene d'occhio gli ambienti frequentati dal suo partner. Periodicamente, se non lo fa già, potrebbe essere utile un sostegno psicologico anche per lei, perchè non è facile stare vicino ad una persona con disturbo borderline. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
Buonasera, il disturbo borderline di personalità può attenuarsi col progredire dell'età, ma non è una costante. Il paziente va seguito regolarmente in un contenimento psicoterapeutico. Particolarmente utile è la Schema Therapy oppure la psicoterapia dialettico comportamentale. Saluti, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buongiorno,
il disturbo borderline richiede supporto sia farmacologico che psicoterapico. Per tanto la persona che le è accanto, qualora non lo avesse fatto, dovrebbe rivolgersi ad uno psichiatra per la somministrazione di un adeguato trattamento farmacologico e iniziare un percorso psicologico che lo sostenga affinché possa migliorare gradualmente il proprio stile di vita.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
il disturbo borderline richiede supporto sia farmacologico che psicoterapico. Per tanto la persona che le è accanto, qualora non lo avesse fatto, dovrebbe rivolgersi ad uno psichiatra per la somministrazione di un adeguato trattamento farmacologico e iniziare un percorso psicologico che lo sostenga affinché possa migliorare gradualmente il proprio stile di vita.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno,
Ogni persona è a sè, non c'è una risposta universale alla sua domanda. Per iniziare ad "entrare" nel mondo borderline e capire un pò di più il funzionamento, io consiglio spesso un libro scorrevole ma chiaro sul disturbo borderline: si chiama "Crisi tempestose" di Federica Carbone che divulga quotidianamente contenuti sul tema.
Un saluto!
Ogni persona è a sè, non c'è una risposta universale alla sua domanda. Per iniziare ad "entrare" nel mondo borderline e capire un pò di più il funzionamento, io consiglio spesso un libro scorrevole ma chiaro sul disturbo borderline: si chiama "Crisi tempestose" di Federica Carbone che divulga quotidianamente contenuti sul tema.
Un saluto!
Buongiorno, concordo con i colleghi nel dire che ogni persona è a sè, e così ogni decorso di fatiche e disturbi mentali. Quello che mi sento di farle presente è l'importanza, nonostante una regressione dei sintomi e del comportamento problema, di continuare con la terapia, in modo da mantenere costanti i miglioramenti.
cordiali saluti
AV
cordiali saluti
AV
Buongiorno, effettivamente c'è generale accordo nel ritenere che i disturbi di personalità, in particolare borderline ed istrionico, tendano ad attenuarsi con l'età. Non è detto tuttavia che questo fenomeno riguardi tutti i tratti presenti allo stesso modo. è comunque caldamente consigliato intraprendere un percorso di psicoterapia. L'orientamento terapeutico che ha maggiori evidenze e riscontri nel trattamento del disturbo borderline di personalità è la terapia dialettico comportamentale o DBT.
Salve, il disturbo borderline e spesso connesso alla componente ormonale e quindi ad una certa età si assiste ad una parziale remissione dei sintomi.
È comunque fortemente indicato il mantenimento di una dimensione terapeutica soprattutto come forma di azione contenitiva in modo da tenere la sintomatologia stessa sotto controllo. A seconda della dimensione borderline caratterizzante è possibile anche essere maggiormente attivi nella dimensione terapeutica.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
È comunque fortemente indicato il mantenimento di una dimensione terapeutica soprattutto come forma di azione contenitiva in modo da tenere la sintomatologia stessa sotto controllo. A seconda della dimensione borderline caratterizzante è possibile anche essere maggiormente attivi nella dimensione terapeutica.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, mi dispiace e comprendo quanto possa essere difficile affrontare situazioni del genere, ma vivere nella speranza che tutto si sistemi con il tempo è un'aspettativa deludente. Per dare un equilibrio nel quotidiano, occorre che il disturbo sia monitorato da una cura farmacologica e da un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera,
È vero che alcune caratteristiche del disturbo borderline di personalità, come la labilità affettiva e la rabbia esplosiva, possono mitigarsi nel tempo. Con l’età, anche per una minore spinta impulsiva, molte persone imparano a gestire meglio le loro emozioni o almeno, riescono a non passare all'agito. Tuttavia, è importante ricordare che i disturbi di personalità sono complessi e profondamente radicati, spesso influenzati da una combinazione di fattori genetici, ambientali e intrapsichici.
Mentre certi aspetti del disturbo possono sembrare meno evidenti con il passare del tempo, altri elementi, come i vissuti abbandonici e la visione non integrata di sé e degli altri e delle relazioni tendono a rimanere più stabili. Questi aspetti intrapsichici possono continuare a causare sofferenza sia per la persona che presenta questo disturbo, sia per chi le sta vicino.
Nel suo caso, è comprensibile avere dubbi riguardo a cosa muova i cambiamenti che osserva nel comportamento della persona a lei cara.
La capacità di controllare la rabbia per paura di perderla può essere vista come un segnale di impegno verso la relazione, ma è altrettanto importante considerare se vi è una reale consapevolezza e lavoro interiore che accompagni questo cambiamento.
In questi casi, il supporto di uno specialista può fare una grande differenza, non solo per favorire un ulteriore miglioramento, ma anche per aiutare a comprendere meglio le dinamiche della relazione e le emozioni sottostanti. Per questo la incoraggerei a considerare la possibilità di proporre alla persona a lei cara un intervento professionale, magari con professionisti specializzati in questi disturbi(che particano ad esempio al teoria dialettico comportamentale, la terapia basata sulla mentalizzazione o la transfert focused therapy) per esplorare più a fondo questi aspetti.
Spero che queste riflessioni possano esserle utili.
Un caro saluto.
Dott. Marco Andrea Piombo
È vero che alcune caratteristiche del disturbo borderline di personalità, come la labilità affettiva e la rabbia esplosiva, possono mitigarsi nel tempo. Con l’età, anche per una minore spinta impulsiva, molte persone imparano a gestire meglio le loro emozioni o almeno, riescono a non passare all'agito. Tuttavia, è importante ricordare che i disturbi di personalità sono complessi e profondamente radicati, spesso influenzati da una combinazione di fattori genetici, ambientali e intrapsichici.
Mentre certi aspetti del disturbo possono sembrare meno evidenti con il passare del tempo, altri elementi, come i vissuti abbandonici e la visione non integrata di sé e degli altri e delle relazioni tendono a rimanere più stabili. Questi aspetti intrapsichici possono continuare a causare sofferenza sia per la persona che presenta questo disturbo, sia per chi le sta vicino.
Nel suo caso, è comprensibile avere dubbi riguardo a cosa muova i cambiamenti che osserva nel comportamento della persona a lei cara.
La capacità di controllare la rabbia per paura di perderla può essere vista come un segnale di impegno verso la relazione, ma è altrettanto importante considerare se vi è una reale consapevolezza e lavoro interiore che accompagni questo cambiamento.
In questi casi, il supporto di uno specialista può fare una grande differenza, non solo per favorire un ulteriore miglioramento, ma anche per aiutare a comprendere meglio le dinamiche della relazione e le emozioni sottostanti. Per questo la incoraggerei a considerare la possibilità di proporre alla persona a lei cara un intervento professionale, magari con professionisti specializzati in questi disturbi(che particano ad esempio al teoria dialettico comportamentale, la terapia basata sulla mentalizzazione o la transfert focused therapy) per esplorare più a fondo questi aspetti.
Spero che queste riflessioni possano esserle utili.
Un caro saluto.
Dott. Marco Andrea Piombo
Buonasera,
La tua osservazione è molto interessante e complessa. Dal punto di vista della psicoterapia interazionista, il concetto di “disturbo borderline” può essere visto come una costruzione sociale che emerge dalle interazioni e dalle dinamiche relazionali. Piuttosto che considerarlo come una condizione fissa e immutabile, possiamo esplorare come i comportamenti e le emozioni della persona siano influenzati dalle relazioni e dai contesti in cui si trova.
È possibile che con l’età e l’esperienza, alcune persone sviluppino strategie migliori per gestire le proprie emozioni e comportamenti, indipendentemente dall’intervento di uno specialista. Tuttavia, questo non significa necessariamente che il disturbo “regredisca” in senso clinico, ma piuttosto che la persona abbia trovato modi più efficaci per navigare nelle proprie relazioni e situazioni di vita.
Per quanto riguarda la tua preoccupazione sulla natura dei sentimenti della persona accanto a te, è importante considerare che il comportamento umano è complesso e multifattoriale. La calma e l’accondiscendenza possono essere segni di amore e rispetto, ma anche di altre dinamiche relazionali. Un dialogo aperto e onesto con la persona potrebbe aiutarti a chiarire questi aspetti.
Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
La tua osservazione è molto interessante e complessa. Dal punto di vista della psicoterapia interazionista, il concetto di “disturbo borderline” può essere visto come una costruzione sociale che emerge dalle interazioni e dalle dinamiche relazionali. Piuttosto che considerarlo come una condizione fissa e immutabile, possiamo esplorare come i comportamenti e le emozioni della persona siano influenzati dalle relazioni e dai contesti in cui si trova.
È possibile che con l’età e l’esperienza, alcune persone sviluppino strategie migliori per gestire le proprie emozioni e comportamenti, indipendentemente dall’intervento di uno specialista. Tuttavia, questo non significa necessariamente che il disturbo “regredisca” in senso clinico, ma piuttosto che la persona abbia trovato modi più efficaci per navigare nelle proprie relazioni e situazioni di vita.
Per quanto riguarda la tua preoccupazione sulla natura dei sentimenti della persona accanto a te, è importante considerare che il comportamento umano è complesso e multifattoriale. La calma e l’accondiscendenza possono essere segni di amore e rispetto, ma anche di altre dinamiche relazionali. Un dialogo aperto e onesto con la persona potrebbe aiutarti a chiarire questi aspetti.
Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Salve, il disturbo borderline di personalità può essere trattato con una buona efficacia clinica con approcci di terza generazione del cognitivo-comportamentale tra cui la Schema Therapy o la Dialectical Behaviour Therapy (DBT). La persona con un funzionamento di tipo borderline potrà apprendere delle tecniche di gestione riguardo tutti gli spetti disadattivi della sua personalità.
Dott.ssa Melania Filograna
Dott.ssa Melania Filograna
Salve, il disturbo borderline viene diagnosticato da uno specialista (psichiatra) che, oltre alla diagnosi, può suggerire il tipo di terapia da seguire. Ogni persona è a sé quindi posso rispondere per linee generali, cioè posso dirle che solitamente è consigliata una psicoterapia ed un aggiornamento nel tempo con lo psichiatra che possa valutare eventuali farmaci da somministrare/aumentare/ridurre.
Sono contenta che la persona al suo fianco abbia diminuito le manifestazioni connesse alla rabbia ma sarebbe il caso di indagare se questa rabbia viene gestita o solo soffocata oppure spostata altrove. Personalmente consiglierei una consulenza specialistica e, magari, un aggiornamento della diagnosi.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti
Sono contenta che la persona al suo fianco abbia diminuito le manifestazioni connesse alla rabbia ma sarebbe il caso di indagare se questa rabbia viene gestita o solo soffocata oppure spostata altrove. Personalmente consiglierei una consulenza specialistica e, magari, un aggiornamento della diagnosi.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti
Gentile utente, grazie per la condivisione di questo suo disagio. Il disturbo borderline è un disturbo importante che va contenuto tramite un percorso terapeutico e alle volte necessita anche di farmaci. Chi ha diagnosticato al suo compagno questo tipo di disturbo? Le consiglio di iniziare un percorso terapeutico, se già non lo sta facendo, perché deve essere complicato stare insieme ad una persona con difficoltà. Cordialità dott. Gaetano Marino
Buonasera,
capisco la complessità della situazione che sta vivendo, soprattutto quando ci si trova accanto a una persona che ha un disturbo come il borderline. Questo tipo di disturbo può creare molta confusione nelle relazioni, specialmente quando si cerca di distinguere tra comportamenti autentici e possibili manipolazioni.
Per rispondere alla sua prima domanda, è vero che alcune caratteristiche del disturbo borderline, come l’impulsività e la reattività emotiva, tendono ad attenuarsi con l’età. Questo non significa però che il disturbo "regredisca" completamente senza supporto. Alcune persone possono sviluppare strategie per gestire meglio la loro emotività, mentre altre continuano a lottare con instabilità relazionali e lavorative. Un percorso terapeutico, soprattutto con la guida di uno specialista, può fare una grande differenza nel miglioramento e nella stabilità a lungo termine.
Nel caso della persona che le è accanto, il fatto che riesca a controllare maggiormente la rabbia per paura di perderla potrebbe indicare uno sforzo consapevole per mantenere la relazione. Tuttavia, questo può anche far sorgere dubbi sulla sincerità dei suoi sentimenti, come quando si chiede se sia amore o manipolazione. È comprensibile che si senta confusa, specialmente se osserva un comportamento calmo e accondiscendente con lei, ma una versione diversa quando questa persona è lontana da lei o in altri contesti.
Questo tipo di oscillazione tra il mostrare calma e l'essere forse diverso in pubblico può essere parte della natura stessa del disturbo borderline, che è caratterizzato da una grande instabilità nelle emozioni e nelle relazioni. Le persone con questo disturbo spesso temono l’abbandono, e questo può portarli a comportarsi in modo diverso a seconda del contesto, cercando di mantenere vicine le persone che amano, anche se a volte in modo disfunzionale.
La domanda che si pone – se sia amore o manipolazione – è delicata. Potrebbe essere una combinazione di entrambi: un desiderio genuino di mantenere la relazione e allo stesso tempo una difficoltà nel gestire in modo sano le emozioni e i comportamenti. Parlare apertamente con questa persona di come si sente, e magari considerare un percorso di coppia o individuale con uno psicoterapeuta, potrebbe aiutare a chiarire meglio le dinamiche della vostra relazione e offrire strumenti per affrontarle in modo più sano e costruttivo.
Non deve portare questo peso da sola. Le relazioni con persone con disturbo borderline possono essere molto impegnative, e cercare supporto per se stessa – non solo per capire meglio l’altro, ma per proteggere anche il proprio benessere emotivo – è fondamentale.
Resto a disposizione se ha bisogno di ulteriori consigli o riflessioni. La sua preoccupazione è valida e merita di essere affrontata con attenzione.
Un saluto,
D.ssa Violeta Raileanu
capisco la complessità della situazione che sta vivendo, soprattutto quando ci si trova accanto a una persona che ha un disturbo come il borderline. Questo tipo di disturbo può creare molta confusione nelle relazioni, specialmente quando si cerca di distinguere tra comportamenti autentici e possibili manipolazioni.
Per rispondere alla sua prima domanda, è vero che alcune caratteristiche del disturbo borderline, come l’impulsività e la reattività emotiva, tendono ad attenuarsi con l’età. Questo non significa però che il disturbo "regredisca" completamente senza supporto. Alcune persone possono sviluppare strategie per gestire meglio la loro emotività, mentre altre continuano a lottare con instabilità relazionali e lavorative. Un percorso terapeutico, soprattutto con la guida di uno specialista, può fare una grande differenza nel miglioramento e nella stabilità a lungo termine.
Nel caso della persona che le è accanto, il fatto che riesca a controllare maggiormente la rabbia per paura di perderla potrebbe indicare uno sforzo consapevole per mantenere la relazione. Tuttavia, questo può anche far sorgere dubbi sulla sincerità dei suoi sentimenti, come quando si chiede se sia amore o manipolazione. È comprensibile che si senta confusa, specialmente se osserva un comportamento calmo e accondiscendente con lei, ma una versione diversa quando questa persona è lontana da lei o in altri contesti.
Questo tipo di oscillazione tra il mostrare calma e l'essere forse diverso in pubblico può essere parte della natura stessa del disturbo borderline, che è caratterizzato da una grande instabilità nelle emozioni e nelle relazioni. Le persone con questo disturbo spesso temono l’abbandono, e questo può portarli a comportarsi in modo diverso a seconda del contesto, cercando di mantenere vicine le persone che amano, anche se a volte in modo disfunzionale.
La domanda che si pone – se sia amore o manipolazione – è delicata. Potrebbe essere una combinazione di entrambi: un desiderio genuino di mantenere la relazione e allo stesso tempo una difficoltà nel gestire in modo sano le emozioni e i comportamenti. Parlare apertamente con questa persona di come si sente, e magari considerare un percorso di coppia o individuale con uno psicoterapeuta, potrebbe aiutare a chiarire meglio le dinamiche della vostra relazione e offrire strumenti per affrontarle in modo più sano e costruttivo.
Non deve portare questo peso da sola. Le relazioni con persone con disturbo borderline possono essere molto impegnative, e cercare supporto per se stessa – non solo per capire meglio l’altro, ma per proteggere anche il proprio benessere emotivo – è fondamentale.
Resto a disposizione se ha bisogno di ulteriori consigli o riflessioni. La sua preoccupazione è valida e merita di essere affrontata con attenzione.
Un saluto,
D.ssa Violeta Raileanu
Buongiorno, dalle sue parole emerge la complessità della situazione che sta vivendo con il suo compagno. Come già esplicitato dai collegi il suo compagno dovrebbe consultare uno specialista. Le consiglio inoltre di intraprendere un percorso di sostegno psicologico, volto a trovare lei stessa un luogo dove poter esser supportata a livello emotivo. Resto a disposizione dott.ssa Elena Epilotti
Salve, il disturbo Borderline con l'avanzare del tempo e dell'età tende a ridursi nelle sue forme più "esplosive" (appunto nell'aggressività, nell'espressione della rabbia o ad esempio nella manifestazione di disturbi alimentari o di uso di sostanze), ma senza l'aiuto di un professionista resta comunque una forte instabilità nella percezione di se stessi, nelle relazioni interpersonali e nell'affettività. Comprendo il dubbio sul se ciò che prova la sua compagna, con questo disturbo di personalità, sia amore o manipolazione: purtroppo l'angoscia di abbandono e l'insicurezza tipica del disturbo Borderline possono minare la possibilità di provare e dare amore, amore che risulta spesso e appunto subordinato alla necessità (che sfocia anche in dipendenza affettiva) che la persona resti e ci sia e non abbandoni e sopporti e regga le emozioni intense del Borderline. Spero di aver dato una risposta comprensiva di quanto da lei descritto e richiesto. Resto disponibile sull'argomento. Grazie
Buonasera, il disturbo borderline di personalità (DBP) non regredisce automaticamente con l’età, ma con il trattamento adeguato, come la psicoterapia (in particolare la Terapia Dialettico Comportamentale o DBT), è possibile che una persona sviluppi maggiore consapevolezza emotiva e impari a gestire meglio le proprie reazioni, come la rabbia e l’aggressività. La riduzione dei comportamenti impulsivi, come la rabbia, non significa necessariamente che il disturbo sia “regredito” o che la persona abbia risolto tutte le difficoltà relazionali o interpersonali.
Per quanto riguarda il comportamento che descrivi, è possibile che ci siano dinamiche complesse. Se la persona sembra essere calmo e accondiscendente con te ma poi racconta una storia diversa in altre situazioni, potrebbe esserci una manipolazione emotiva. Il DBP può includere difficoltà nell’integrare emozioni contrastanti, come l’amore e il desiderio di controllo, e questo può creare confusione nei comportamenti. Tuttavia, non tutte le persone con DBP sono manipolative: talvolta questi comportamenti derivano da una difficoltà a gestire l’ansia o la paura dell’abbandono.
Il fatto che la persona sembri agire per paura di perderti potrebbe essere indicativo di una relazione di dipendenza emotiva. In ogni caso, è fondamentale che questa persona continui a ricevere un trattamento psicoterapeutico e che tu ti senta sicuro/a e rispettato/a nella relazione.
Se hai dubbi sul comportamento manipolativo, è importante parlarne apertamente con la persona coinvolta, cercando di capire le sue reali intenzioni e sentimenti. Allo stesso tempo, anche tu meriti di essere in una relazione sana e stabile. Se ti senti confuso/a o sopraffatto/a, potrebbe essere utile un supporto psicologico per te, per affrontare le dinamiche e proteggere il tuo benessere.
Per quanto riguarda il comportamento che descrivi, è possibile che ci siano dinamiche complesse. Se la persona sembra essere calmo e accondiscendente con te ma poi racconta una storia diversa in altre situazioni, potrebbe esserci una manipolazione emotiva. Il DBP può includere difficoltà nell’integrare emozioni contrastanti, come l’amore e il desiderio di controllo, e questo può creare confusione nei comportamenti. Tuttavia, non tutte le persone con DBP sono manipolative: talvolta questi comportamenti derivano da una difficoltà a gestire l’ansia o la paura dell’abbandono.
Il fatto che la persona sembri agire per paura di perderti potrebbe essere indicativo di una relazione di dipendenza emotiva. In ogni caso, è fondamentale che questa persona continui a ricevere un trattamento psicoterapeutico e che tu ti senta sicuro/a e rispettato/a nella relazione.
Se hai dubbi sul comportamento manipolativo, è importante parlarne apertamente con la persona coinvolta, cercando di capire le sue reali intenzioni e sentimenti. Allo stesso tempo, anche tu meriti di essere in una relazione sana e stabile. Se ti senti confuso/a o sopraffatto/a, potrebbe essere utile un supporto psicologico per te, per affrontare le dinamiche e proteggere il tuo benessere.
Buonasera! È vero che, in alcuni casi, il disturbo borderline di personalità (DBP) può attenuarsi con l'età, anche senza un trattamento specifico. Questo non significa che il disturbo "scompaia" del tutto, ma piuttosto che alcuni aspetti, come l'impulsività e l'intensità delle crisi emotive, tendono a ridursi nel tempo. Questo cambiamento può essere legato a una maggiore consapevolezza, a esperienze di vita, o alla maturazione emotiva.Spesso, chi ha il DBP può essere autentico e desiderare davvero di mantenere la relazione, ma le insicurezze e le paure dell'abbandono possono portare a comportamenti ambivalenti. Un caro saluto
Il disturbo borderline appartiene alla struttura di personalità e non regredisce. Può essere gestito e controllato e viene trattato solo attraverso la psicoterapia e psichiatria, quindi è molto probabile che più che una vera comprensione delle conseguenze, agisca attraverso la paura delle conseguenze, che è anche uno dei tratti che definisce il disturbo borderline.
Buonasera,
la sua domanda è molto importante e complessa, e mostra quanto lei sia attenta non solo ai comportamenti esterni, ma anche alle dinamiche più profonde che si celano nelle relazioni.
È vero che il Disturbo Borderline può regredire con l’età?
In parte sì. Studi longitudinali hanno mostrato che molte persone con Disturbo Borderline di Personalità (DBP) tendono, nel tempo, a mostrare una diminuzione di alcuni sintomi più intensi e destabilizzanti, come l’impulsività e l’aggressività. Questo non sempre accade “indipendentemente” dal supporto psicoterapeutico, ma la maturazione personale, le esperienze di vita e il desiderio di non perdere legami importanti possono incentivare un certo autocontrollo.
Tuttavia, il fatto che alcune aree si stabilizzino non implica una “guarigione” completa, soprattutto se permangono instabilità relazionali, lavorative, o una profonda insicurezza identitaria. Il disturbo può diventare più “silenzioso”, ma i suoi effetti — anche sottili — possono continuare a pesare nelle relazioni.
È amore o manipolazione?
Capisco il suo dubbio, e glielo dico con la massima delicatezza: quando si è in relazione con qualcuno che soffre di DBP, spesso si oscilla tra momenti di grande vicinanza e altri di profonda confusione.
Il fatto che lui temendo di perderla riesca a controllarsi è un segnale positivo in termini di consapevolezza del rischio, ma non ci dice necessariamente nulla sulla natura profonda del legame.
Manipolazione e amore non sono sempre nettamente distinti. Una persona può aver paura dell’abbandono e mettere in atto comportamenti manipolativi (spesso inconsci) pur avendo un attaccamento autentico. Quindi non si tratta tanto di etichettare quanto piuttosto di chiedersi:
Mi sento rispettata e libera in questa relazione, anche nei momenti difficili?
C'è uno spazio emotivo in cui posso esprimermi senza paura di essere fraintesa, svalutata o colpevolizzata?
Mi sento amata per ciò che sono, o sento di dover costantemente adattarmi per mantenere l’equilibrio?
Cosa può fare lei?
Osservi i fatti, più che le parole. Se nota che i comportamenti pubblici e privati divergono molto, può essere un segnale da esplorare.
Si ascolti. Se sta iniziando a dubitare della qualità del rapporto, è importante dare spazio a questa voce interna.
Valuti un confronto terapeutico, anche individuale, per chiarire i suoi bisogni e i suoi confini, e comprendere meglio il tipo di legame che si è costruito.
In conclusione, è positivo che la persona accanto a lei stia mostrando un miglior controllo della rabbia, ma il benessere di una relazione si misura anche nella reciprocità, nella sincerità e nella libertà emotiva. Si prenda lo spazio per riflettere su ciò che davvero sente e desidera.
Resto a disposizione se volesse approfondire.
Un caro saluto,
Dott. Valerio Ancis
la sua domanda è molto importante e complessa, e mostra quanto lei sia attenta non solo ai comportamenti esterni, ma anche alle dinamiche più profonde che si celano nelle relazioni.
È vero che il Disturbo Borderline può regredire con l’età?
In parte sì. Studi longitudinali hanno mostrato che molte persone con Disturbo Borderline di Personalità (DBP) tendono, nel tempo, a mostrare una diminuzione di alcuni sintomi più intensi e destabilizzanti, come l’impulsività e l’aggressività. Questo non sempre accade “indipendentemente” dal supporto psicoterapeutico, ma la maturazione personale, le esperienze di vita e il desiderio di non perdere legami importanti possono incentivare un certo autocontrollo.
Tuttavia, il fatto che alcune aree si stabilizzino non implica una “guarigione” completa, soprattutto se permangono instabilità relazionali, lavorative, o una profonda insicurezza identitaria. Il disturbo può diventare più “silenzioso”, ma i suoi effetti — anche sottili — possono continuare a pesare nelle relazioni.
È amore o manipolazione?
Capisco il suo dubbio, e glielo dico con la massima delicatezza: quando si è in relazione con qualcuno che soffre di DBP, spesso si oscilla tra momenti di grande vicinanza e altri di profonda confusione.
Il fatto che lui temendo di perderla riesca a controllarsi è un segnale positivo in termini di consapevolezza del rischio, ma non ci dice necessariamente nulla sulla natura profonda del legame.
Manipolazione e amore non sono sempre nettamente distinti. Una persona può aver paura dell’abbandono e mettere in atto comportamenti manipolativi (spesso inconsci) pur avendo un attaccamento autentico. Quindi non si tratta tanto di etichettare quanto piuttosto di chiedersi:
Mi sento rispettata e libera in questa relazione, anche nei momenti difficili?
C'è uno spazio emotivo in cui posso esprimermi senza paura di essere fraintesa, svalutata o colpevolizzata?
Mi sento amata per ciò che sono, o sento di dover costantemente adattarmi per mantenere l’equilibrio?
Cosa può fare lei?
Osservi i fatti, più che le parole. Se nota che i comportamenti pubblici e privati divergono molto, può essere un segnale da esplorare.
Si ascolti. Se sta iniziando a dubitare della qualità del rapporto, è importante dare spazio a questa voce interna.
Valuti un confronto terapeutico, anche individuale, per chiarire i suoi bisogni e i suoi confini, e comprendere meglio il tipo di legame che si è costruito.
In conclusione, è positivo che la persona accanto a lei stia mostrando un miglior controllo della rabbia, ma il benessere di una relazione si misura anche nella reciprocità, nella sincerità e nella libertà emotiva. Si prenda lo spazio per riflettere su ciò che davvero sente e desidera.
Resto a disposizione se volesse approfondire.
Un caro saluto,
Dott. Valerio Ancis
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