Buonasera, è da quando ho finito l'università ed ho iniziato ad interfacciarmi nel mondo del lavoro
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Buonasera, è da quando ho finito l'università ed ho iniziato ad interfacciarmi nel mondo del lavoro che ho cominciato ad avere pensieri intrusivi che mi portano a perdere varie ore del giorno e della notte nel tentativo di scacciarli, riguardanti la paura di cadere in miseria, di non riuscire mai a trovare un lavoro che mi permetta di vivere serenamente e di essere un fallito, buono a nulla. Nel frattempo mi è capitato di svolgere lavori saltuari (non sempre attinenti alle mie aspirazioni reali, ma giusto per fare esperienza e gavetta) e spesso mi è capitato di non rimanere nel posto di lavoro per mia volontà perché lo trovavo logorante, non più stimolante come agli inizi. Non sono amante del posto fisso, ma il dubbio e l'insicurezza dei lavori che faccio (spesso a p.iva) mi portano a pensare che solo un contratto a tempo indeterminato mi permettano di "tranquillizzarmi". Non ho problemi di soldi in realtà (i miei genitori lavorano e io ho dei soldi da parte che non mi permettono però una totale autonomia abitativa) e questo causa ancora più "paranoie" nella mia testa perché penso che non dovrei farmi tutti questi problemi, ma ho veramente il timore che i soldi prima o poi termineranno e che finirò per gravare sui miei familiari e recherò loro danni.
Non so se sia solo eccessiva preoccupazione e pensieri tipici di una "crisi del quarto di secolo" o qualcosa di più strutturato. Grazie a chi risponderà.
Non so se sia solo eccessiva preoccupazione e pensieri tipici di una "crisi del quarto di secolo" o qualcosa di più strutturato. Grazie a chi risponderà.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
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Capisco perfettamente la tua preoccupazione. È normale sentirsi così, soprattutto agli inizi della carriera, quando si è alla ricerca della propria strada. Questi pensieri intrusivi possono essere molto debilitanti, ma è importante ricordare che non sei solo e che ci sono strumenti per gestirli. Parlarne è già un ottimo inizio. Rimango a disposizione per ulteriori informazioni. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Gentile utente, mi dispiace che stia vivendo questo momento di tristezza. Le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico in modo da capire le cause d ciò che ha raccontato.
Sarei felice di seguirla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Gentile utente, comprendo lo stato di apprensione, comune a tantissimi giovani in questo momento storico. Le notizie di quello che accade nel mondo e in Italia, non contribuiscono al benessere. Come lei stesso dice, la sua realtà economica non è preoccupante, ma poi ci si mettono i pensieri intrusivi. Il dilemma posto fisso/P IVA è comprensibile, ognuno ha i suoi pro e i suoi contro. Come dicevano i nostri nonni (miei, non suoi), "andava tutto bene perchè si partiva dal niente." Era tutto in crescita. Ora non è così e tutti ne risentiamo nel senso di sicurezza. Fatti questi discorsi generali, mi sento di dirle che se questi pensieri intrusivi interferiscono troppo con la vita quotidiana, dovrebbe intervenire, perchè non può compromettersi vita e scelte per questo. Potrebbe consultare uno/una psicoterapeuta e lavorarci sopra. Potrebbe anche scoprire che le cose che la preoccupano sono altre. Rimango a disposizione, la saluto cordialmente, dott.ssa Silvia Ragni
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Gentile utente, grazie per la condivisione di questa sua difficoltà. Si ha l' impressione che lei sia tirato da due forze opposte, da due poli, uno è quello del posto fisso e l' altro quello di mettersi in proprio, come se ci fosse un oscillazione. Sarebbe interessante capire che lavoro svolge, in cosa consisterebbe il mettersi in proprio e che rischi ha. Le consiglio di iniziare un percorso terapeutico dove sicuramente potrà sviscerare nel dettaglio questa problematica che l' affligge anche con incubi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Buongiorno, le preoccupazioni che riporta possono essere legittime in una fase di vita come la sua. Se lievi, potrebbero addirittura essere un buon attivatore e promuovere il raggiungimento degli obiettivi. Tuttavia il vivere con pensieri intrusivi è sicuramente sfiancante e può impattare negativamente sulla qualità della vita quotidiana. Se la sua fatica permane, credo che potrebbe beneficiare di uno spazio terapeutico in cui dare voce ai suoi timori e alla sue paure. Un saluto.
Buongiorno.
Credo che oramai siano pochi i lavori che offrono quel genere di sicurezza di cui lei parla.
Ma correttamente le sue riflessioni vanno oltre il tema del lavoro in senso stretto.
Perciò le propongo un colloquio psicologico per provare ad approfondire in modo protetto.
Credo che oramai siano pochi i lavori che offrono quel genere di sicurezza di cui lei parla.
Ma correttamente le sue riflessioni vanno oltre il tema del lavoro in senso stretto.
Perciò le propongo un colloquio psicologico per provare ad approfondire in modo protetto.
Salve, posso comprendere bene la sua preoccupazione. Il mondo cambia velocemente e noi con lui, anche se spesso sembra che ci chieda molto di più di quanto possiamo dare. Probabilmente starà attraversando diverse fasi di cambiamento : dalla scuola al lavoro, dalla "dipendenza" all'autonomia e dalle aspettative alla realtà etc.. Può essere difficile riuscire ad adattarsi a tali mutamenti, soprattutto perchè richiedono tempo, compromessi e anche un po' di compassione verso noi stessi. Una disposizione che non è facile da raggiungere, visto che spesso la società ci impone l'aspettativa dell'"uomo fatto e finito", realizzato e autonomo. Il non sentirsi soli e/o sbagliati, l'avere uno spazio in cui dare voce alle paure e alle preoccupazioni e trovare nuovi strumenti e possibilità creative, potrebbe essere un gran sostegno in questo periodo della sua vita.
Non perda la speranza, cordiali saluti
Non perda la speranza, cordiali saluti
Buonasera, la ringrazio innanzitutto per aver condiviso la sua sofferenza, sicuramente non sarà facile. Da quello che racconta, mi sento di suggerirle di cercare un consulto con un psicoterapeuta di orientamento cognitivo comportamentale, in primo luogo per fare luce su questi pensieri, se sono delle ossessioni, dei pensieri intrusivi o delle preoccupazioni eccessivamente. Questo orientamento è quello maggiormente indicato per la gestione di tali problematiche, poi sicuramente andrà approfondita come mai per lei è così importante questo tema. Resto a disposizione, cordiali saluti. Dr.ssa Melodia
Sembrano tratti anancastici, difficile definirli in questo modo, parliamone
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Dai 20 ai 25 anni spesso accade che gli eventi di vita si spostino verso un cambiamento e l' l inizio di una vita diversa. Iniziamo ad autodeterminarci e a trovare faticosamente una strada verso l autonomia e il distacco dalle figure di attaccamento. Molti attacchi di panico, paure o depressioni non a caso iniziano anche a questa eta. L evento esterno, il nuovo lavoro ad esempio, precario, altro non e' che un trigger, uno stimolo che riattiva pensieri e convinzioni negative su se stessi. Il pensiero di essere un fallito ha in realtà origine antiche e solo ora e' venuto fuori con questi sintomi disturbanti in seguito a queste nuove esperienze. Con l approccio EMDR possiamo risalire alle origine di queste convinzioni negative, ad esperienze passate che possono sembrare oggettivamente poco rilevanti ma che possono aver assunto un peso soprattutto se ripetute nel tempo in momenti di particolare vulnerabilità o nell' infanzia. Per questo le consiglio una psicoterapia con approccio EMDR.
Gentile utente, lei afferma che è cosciente di non avere problemi economici ,tuttavia non si sente sereno per quanto riguarda il futuro, ha paura che i soldi termineranno e che sarà costretto a gravare sui genitori.Tutto questo la porta a sviluppare ansia.Potrebbe essere utile per lei intraprendere un percorso psicologico per capire la reale natura di queste paure che in alcuni momenti le sembrano immotivate e in altri momenti molto più realistiche. saluti
Salve,non so quale sia il suo lavoro,tuttavia due aspetti emergono dal suo racconto.
Il primo riguarda la proiezione dei suoi pensieri sul futuro espressi in una forma direi catastrofica.
In seconda battuta la paura di prendersi delle responsabilità adulte che implicano la gestione complessiva del proprio ménage.
Tutto questo riporta a una continua fuga che non le permette di fermarsi da nessuna parte e che la condiziona.
Strutturare una psicoterapia seria la aiuterebbe nell’ apprendere nuove modalità di approccio alla sua stessa vita e le darebbe nuove sicurezze e maggiore senso di stabilità.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Il primo riguarda la proiezione dei suoi pensieri sul futuro espressi in una forma direi catastrofica.
In seconda battuta la paura di prendersi delle responsabilità adulte che implicano la gestione complessiva del proprio ménage.
Tutto questo riporta a una continua fuga che non le permette di fermarsi da nessuna parte e che la condiziona.
Strutturare una psicoterapia seria la aiuterebbe nell’ apprendere nuove modalità di approccio alla sua stessa vita e le darebbe nuove sicurezze e maggiore senso di stabilità.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentile utente,
le preoccupazioni che stai vivendo sono molto comuni in una fase delicata della vita come quella che stai attraversando, quando ci si affaccia al mondo del lavoro dopo aver concluso un lungo percorso di studi. La cosiddetta "crisi del quarto di secolo" è un fenomeno noto, e può comportare ansie legate alla carriera, all'indipendenza economica e alla paura di non realizzare le proprie aspettative. Tuttavia, questo non rende le tue preoccupazioni meno valide o reali.
I pensieri intrusivi che descrivi, riguardanti la paura di fallire o di non riuscire a costruire una vita stabile, sono indicativi di un'ansia che può nascere dall'incertezza e dalla pressione che spesso ci imponiamo. A volte, la società e noi stessi mettiamo l'accento sulla necessità di "riuscire" entro un certo lasso di tempo, alimentando la sensazione di non essere mai abbastanza. È importante ricordare che il percorso lavorativo è raramente lineare, e non tutte le esperienze lavorative saranno sempre appaganti o coerenti con le nostre aspirazioni.
Nel tuo caso, è significativo notare che non hai problemi economici immediati, eppure i timori persistono. Questo potrebbe indicare che le tue preoccupazioni non derivano da una reale difficoltà finanziaria, ma piuttosto da un livello di ansia che si manifesta attraverso pensieri intrusivi e preoccupazioni che consumano tempo ed energie. Può essere utile lavorare su tecniche di gestione dell'ansia e delle preoccupazioni, come la mindfulness o l'accettazione dei pensieri senza cercare di scacciarli, poiché spesso il tentativo di allontanarli può paradossalmente rafforzarli.
La tua insoddisfazione verso alcuni lavori e la ricerca di stabilità, pur non amando il posto fisso, potrebbe riflettere una tensione tra il desiderio di libertà e creatività e la necessità di sicurezza. È naturale avere dubbi e insicurezze riguardo a quale sia la strada giusta, specialmente all'inizio del proprio percorso professionale. È importante concedersi del tempo per esplorare diverse possibilità senza sentirsi falliti o inadeguati se le cose non vanno subito come ci si aspetta.
Se senti che questi pensieri intrusivi stanno diventando troppo difficili da gestire e stanno interferendo con la tua quotidianità, potrebbe essere utile parlare con uno psicologo, che ti aiuterà a esplorare più a fondo queste dinamiche e a sviluppare strategie per gestire l'ansia e le preoccupazioni in modo più efficace.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o approfondimenti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Pinella Chionna
le preoccupazioni che stai vivendo sono molto comuni in una fase delicata della vita come quella che stai attraversando, quando ci si affaccia al mondo del lavoro dopo aver concluso un lungo percorso di studi. La cosiddetta "crisi del quarto di secolo" è un fenomeno noto, e può comportare ansie legate alla carriera, all'indipendenza economica e alla paura di non realizzare le proprie aspettative. Tuttavia, questo non rende le tue preoccupazioni meno valide o reali.
I pensieri intrusivi che descrivi, riguardanti la paura di fallire o di non riuscire a costruire una vita stabile, sono indicativi di un'ansia che può nascere dall'incertezza e dalla pressione che spesso ci imponiamo. A volte, la società e noi stessi mettiamo l'accento sulla necessità di "riuscire" entro un certo lasso di tempo, alimentando la sensazione di non essere mai abbastanza. È importante ricordare che il percorso lavorativo è raramente lineare, e non tutte le esperienze lavorative saranno sempre appaganti o coerenti con le nostre aspirazioni.
Nel tuo caso, è significativo notare che non hai problemi economici immediati, eppure i timori persistono. Questo potrebbe indicare che le tue preoccupazioni non derivano da una reale difficoltà finanziaria, ma piuttosto da un livello di ansia che si manifesta attraverso pensieri intrusivi e preoccupazioni che consumano tempo ed energie. Può essere utile lavorare su tecniche di gestione dell'ansia e delle preoccupazioni, come la mindfulness o l'accettazione dei pensieri senza cercare di scacciarli, poiché spesso il tentativo di allontanarli può paradossalmente rafforzarli.
La tua insoddisfazione verso alcuni lavori e la ricerca di stabilità, pur non amando il posto fisso, potrebbe riflettere una tensione tra il desiderio di libertà e creatività e la necessità di sicurezza. È naturale avere dubbi e insicurezze riguardo a quale sia la strada giusta, specialmente all'inizio del proprio percorso professionale. È importante concedersi del tempo per esplorare diverse possibilità senza sentirsi falliti o inadeguati se le cose non vanno subito come ci si aspetta.
Se senti che questi pensieri intrusivi stanno diventando troppo difficili da gestire e stanno interferendo con la tua quotidianità, potrebbe essere utile parlare con uno psicologo, che ti aiuterà a esplorare più a fondo queste dinamiche e a sviluppare strategie per gestire l'ansia e le preoccupazioni in modo più efficace.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o approfondimenti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Pinella Chionna
Buongiorno, grazie per il suo messaggio. Mai come in questo periodo storico il lavoro, come l'ambiente e il futuro, possono avere un impatto sulla nostra vita emotiva. I pensieri che riporta possono essere conseguenti ad una situazione di instabilità tangibile nella nostra società. Le consiglio vivamente di affrontare questo genere di pensieri e/o vissuti con un/a terapeuta, per alleggerirsene e prendere in mano con la corretta energia il futuro. Cordiali saluti,
Caro Utente, mi dispiace per il momento che sta passando. Entrare nella giovane età adulta mette a dura prova, le sfide sono tante e soprattutto il pensiero di non farcela e di non sentirsi realizzati convive con noi in maniera quotidiana ed invadente. D'altro canto ritengo sia normale sentirsi così, purtroppo; molto spesso le circostanze sembrano non aiutare a realizzare i nostri sogni, ritenuti troppo grandi ed impossibili. Le consiglierei comunque di poterne parlare con un professionista in modo tale da riuscire a mettere ordine ai suoi pensieri ed avere una visione più d'insieme, chiara e netta. Inoltre potrebbe scoprire che non vi è solo un lato negativo della medaglia ma che forse, questo momento difficile, potrebbe rappresentare per Lei una crescita! Rimango sicuramente a disposizione,
Dottt.ssa Ludovica Artuso
Dottt.ssa Ludovica Artuso
Salve, grazie per aver condiviso i tuoi pensieri e preoccupazioni.
I pensieri intrusivi che descrivi, come la paura di cadere in miseria o di non trovare un lavoro stabile, sono comuni in periodi di cambiamento e incertezza, soprattutto tra i giovani. È importante riconoscere che queste preoccupazioni, sebbene valide, possono essere amplificate dall’ansia e dalla pressione che senti di dover avere tutto sotto controllo.
Il fatto che tu abbia svolto lavori saltuari e che non sempre siano stati in linea con le tue aspirazioni può contribuire a questa sensazione di instabilità. Tuttavia, è anche un segno di adattabilità e di volontà di fare esperienza, che sono qualità preziose nel mondo del lavoro.
La tua preoccupazione per la sicurezza finanziaria, nonostante tu non abbia attualmente problemi economici, riflette un desiderio di indipendenza e di non voler gravare sui tuoi familiari. Questo è un sentimento molto comune e comprensibile, ma è importante ricordare che avere delle risorse di supporto, come la famiglia, è una cosa positiva e non un segno di fallimento.
Potrebbe essere utile esplorare queste preoccupazioni con un professionista che può aiutarti a sviluppare strategie per gestire l’ansia e i pensieri intrusivi. Inoltre, potrebbe essere utile lavorare su tecniche di mindfulness e rilassamento per ridurre lo stress e migliorare il tuo benessere generale.
Ricorda che è normale avere dubbi e incertezze, soprattutto in una fase di transizione come quella che stai vivendo. Prenditi il tempo per riflettere su ciò che desideri veramente e su come puoi raggiungere i tuoi obiettivi in modo sostenibile e gratificante. Sei già sulla buona strada riconoscendo e affrontando queste preoccupazioni. Dott. Andrea Boggero
I pensieri intrusivi che descrivi, come la paura di cadere in miseria o di non trovare un lavoro stabile, sono comuni in periodi di cambiamento e incertezza, soprattutto tra i giovani. È importante riconoscere che queste preoccupazioni, sebbene valide, possono essere amplificate dall’ansia e dalla pressione che senti di dover avere tutto sotto controllo.
Il fatto che tu abbia svolto lavori saltuari e che non sempre siano stati in linea con le tue aspirazioni può contribuire a questa sensazione di instabilità. Tuttavia, è anche un segno di adattabilità e di volontà di fare esperienza, che sono qualità preziose nel mondo del lavoro.
La tua preoccupazione per la sicurezza finanziaria, nonostante tu non abbia attualmente problemi economici, riflette un desiderio di indipendenza e di non voler gravare sui tuoi familiari. Questo è un sentimento molto comune e comprensibile, ma è importante ricordare che avere delle risorse di supporto, come la famiglia, è una cosa positiva e non un segno di fallimento.
Potrebbe essere utile esplorare queste preoccupazioni con un professionista che può aiutarti a sviluppare strategie per gestire l’ansia e i pensieri intrusivi. Inoltre, potrebbe essere utile lavorare su tecniche di mindfulness e rilassamento per ridurre lo stress e migliorare il tuo benessere generale.
Ricorda che è normale avere dubbi e incertezze, soprattutto in una fase di transizione come quella che stai vivendo. Prenditi il tempo per riflettere su ciò che desideri veramente e su come puoi raggiungere i tuoi obiettivi in modo sostenibile e gratificante. Sei già sulla buona strada riconoscendo e affrontando queste preoccupazioni. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente,
le sue preoccupazioni sono comprensibili e condivise da molti giovani.
Il passaggio dall'Università al mondo del lavoro crea spesso molta incertezza e ansia. In questa fase di cambiamento infatti entrano in gioco diversi fattori che possono creare tensione, quali la paura di non essere scelti, il senso di autoefficacia che vacilla, il minor controllo che si ha sulla situazione, la paura di deludere le aspettative (proprie e altrui) e la preoccupazione di non riuscire a sostenersi economicamente.
Le consiglierei di intraprendere un percorso di supporto in modo da riuscire a mettere in ordine i pensieri e mantenersi focalizzato sui suoi obbiettivi personali e professionali.
Rimango a disposizione. Dott.ssa Giorgia Purisiol
le sue preoccupazioni sono comprensibili e condivise da molti giovani.
Il passaggio dall'Università al mondo del lavoro crea spesso molta incertezza e ansia. In questa fase di cambiamento infatti entrano in gioco diversi fattori che possono creare tensione, quali la paura di non essere scelti, il senso di autoefficacia che vacilla, il minor controllo che si ha sulla situazione, la paura di deludere le aspettative (proprie e altrui) e la preoccupazione di non riuscire a sostenersi economicamente.
Le consiglierei di intraprendere un percorso di supporto in modo da riuscire a mettere in ordine i pensieri e mantenersi focalizzato sui suoi obbiettivi personali e professionali.
Rimango a disposizione. Dott.ssa Giorgia Purisiol
Gentile utente, capisco perfettamente la sua preoccupazione. È normale sentirsi così, soprattutto agli inizi della carriera, quando si è alla ricerca della propria strada. Se lievi, questi pensieri potrebbero addirittura essere un buon attivatore e promuovere il raggiungimento degli obiettivi. Tuttavia il vivere con pensieri intrusivi è sicuramente sfiancante e può impattare negativamente sulla qualità della vita quotidiana. Se la sua fatica permane, credo che sia importante ricordare che ne può parlare, se vuole, con un professionista. Rimango a disposizione per ulteriori informazioni.
Dott.ssa Martina Panzeri
Dott.ssa Martina Panzeri
Buonasera Gentile Utente, sono dispiaciuto per il periodo di ansia e preoccupazioni intense che sta attraversando.
I pensieri intrusivi che descrive, legati alla paura di cadere in miseria e di non trovare stabilità lavorativa, sono comprensibili in un contesto come quello attuale, dove la precarietà lavorativa può generare grande incertezza e paura per il futuro. Il fatto che questi pensieri occupino molte delle sue ore quotidiane e notturne, però, suggerisce che potrebbero essere più di una semplice preoccupazione.
Le "crisi del quarto di secolo" sono piuttosto comuni, in quanto rappresentano un momento di transizione in cui si fanno i conti con le aspettative personali e sociali. Tuttavia, i suoi sintomi potrebbero anche essere indicativi di una forma d'ansia più strutturata, soprattutto se questi pensieri intrusivi diventano debilitanti e le impediscono di vivere serenamente. La preoccupazione costante, il bisogno di rassicurazione attraverso un contratto fisso, nonostante non sia la sua aspirazione ideale, e il senso di colpa per i pensieri che considera "irrazionali" sono segnali di una sofferenza emotiva che merita attenzione.
Una riflessione utile potrebbe essere quella di esplorare come le sue paure di "fallimento" e di "inadeguatezza" siano legate alle aspettative che ha di sé e che percepisce dagli altri. Può essere importante valutare se le sue preoccupazioni derivino da una visione rigida del successo e della sicurezza, magari influenzata da confronti sociali o pressioni familiari.
Un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio l'origine di questi pensieri e a sviluppare strategie per gestirli in modo più sano e funzionale. Potrebbe anche essere utile esplorare come conciliare il desiderio di stabilità con il suo bisogno di stimoli e di cambiamento, trovando una via che le permetta di sentirsi realizzato e sicuro, anche al di fuori di schemi prestabiliti.
Il primo passo per affrontare queste preoccupazioni è quello di riconoscerle e di prendersi cura di sé, come già sta facendo scrivendo qui. Se desidera approfondire, una consulenza psicologica potrebbe offrirle il supporto necessario per gestire queste paure e trovare un equilibrio più sereno nella sua vita.
Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
I pensieri intrusivi che descrive, legati alla paura di cadere in miseria e di non trovare stabilità lavorativa, sono comprensibili in un contesto come quello attuale, dove la precarietà lavorativa può generare grande incertezza e paura per il futuro. Il fatto che questi pensieri occupino molte delle sue ore quotidiane e notturne, però, suggerisce che potrebbero essere più di una semplice preoccupazione.
Le "crisi del quarto di secolo" sono piuttosto comuni, in quanto rappresentano un momento di transizione in cui si fanno i conti con le aspettative personali e sociali. Tuttavia, i suoi sintomi potrebbero anche essere indicativi di una forma d'ansia più strutturata, soprattutto se questi pensieri intrusivi diventano debilitanti e le impediscono di vivere serenamente. La preoccupazione costante, il bisogno di rassicurazione attraverso un contratto fisso, nonostante non sia la sua aspirazione ideale, e il senso di colpa per i pensieri che considera "irrazionali" sono segnali di una sofferenza emotiva che merita attenzione.
Una riflessione utile potrebbe essere quella di esplorare come le sue paure di "fallimento" e di "inadeguatezza" siano legate alle aspettative che ha di sé e che percepisce dagli altri. Può essere importante valutare se le sue preoccupazioni derivino da una visione rigida del successo e della sicurezza, magari influenzata da confronti sociali o pressioni familiari.
Un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio l'origine di questi pensieri e a sviluppare strategie per gestirli in modo più sano e funzionale. Potrebbe anche essere utile esplorare come conciliare il desiderio di stabilità con il suo bisogno di stimoli e di cambiamento, trovando una via che le permetta di sentirsi realizzato e sicuro, anche al di fuori di schemi prestabiliti.
Il primo passo per affrontare queste preoccupazioni è quello di riconoscerle e di prendersi cura di sé, come già sta facendo scrivendo qui. Se desidera approfondire, una consulenza psicologica potrebbe offrirle il supporto necessario per gestire queste paure e trovare un equilibrio più sereno nella sua vita.
Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Gentilissimo, gestire la pressione schiacciante di pensieri come quelli che ha descritto deve essere davvero logorante e stancante, comprendo la fatica e lo smarrimento. Per quanto le motivazioni alla base siano assolutamente condivisibili, complice il momento storico che stiamo attraversando e che preoccupa tante persone, sopratutto i più giovani che stanno costruendo il loro avvenire, la modalità attraverso la quale sta gestendo tali motivazioni non la aiuta a progredire e ad evolvere come probabilmente vorrebbe e come merita. Le suggerisco di farsi supportare nel superare questo momento delicato da un professionista psicologo psicoterapeuta. Le auguro il meglio, un caro saluto
Gentilissimo,
situazioni simili sono molto più frequenti di quello che si può pensare.
Le suggerisco di approfondire il significato latente di questa situazione di crisi in cui si trova.
A mio parere spesso ci si viene a trovare in situazioni conflittuali che esteriormente spieghiamo con la ragione, ma esse rappresentano altro.
Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico che le permetta di divenire consapevole dei significati più profondi che stanno dietro tale crisi.
Cordiali saluti.
Dott. Paolo Cavallin
situazioni simili sono molto più frequenti di quello che si può pensare.
Le suggerisco di approfondire il significato latente di questa situazione di crisi in cui si trova.
A mio parere spesso ci si viene a trovare in situazioni conflittuali che esteriormente spieghiamo con la ragione, ma esse rappresentano altro.
Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico che le permetta di divenire consapevole dei significati più profondi che stanno dietro tale crisi.
Cordiali saluti.
Dott. Paolo Cavallin
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