Buonasera Dottori, vorrei sapere per cortesia se ci sono analisi e/o esami che permettono di capir

10 risposte
Buonasera Dottori,
vorrei sapere per cortesia se ci sono analisi e/o esami che permettono di capire se ho problemi di parassiti intestinali, disbiosi, permeabilità, malassorbimento e carenze nutrizionali.
Inoltre chiedo se l'alimentazione può attenuare o far regredire i sintomi e i disturbi associati a malattie autoimmuni come la sindrome di Sjogren. Grazie
Per diagnosticare problemi intestinali, si possono eseguire:

Esami delle feci: ricerca di parassiti, disbiosi, calprotectina (infiammazione).
Esami del sangue: vitamina B12, D, ferro, acido folico, zinco.
Test di permeabilità intestinale: lattulosio-mannitolo.
Per la sindrome di Sjögren, un’alimentazione antinfiammatoria ricca di omega-3 (pesce, semi di lino) e antiossidanti (frutta e verdura) può alleviare i sintomi.
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini

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Gentile paziente, si, esistono vari test utili ad approfondire le questioni che ha proposto. Riguardo la sua seconda domanda, Le rispondo che l'alimentazione può sicuramente aiutare andando a contrastare lo stato infiammatorio presente. Resto a Sua disposizione, Dottoressa Giuseppina Nucera
Buonasera, sì esistono esami che può prescriverle il suo MMG che vanno a valutare la presenza di parassiti intestinali. Per quanto riguarda disbiosi, permeabilità intestinale e malassorbimento è un po' diverso, bisogna fare un'anamnesi approfondita (oltre, eventualmente, a qualche esame). L'alimentazione può supportare i sintomi della sindrome di Sjogren anche se ovviamente non è curativa. Cordialmente, dott.ssa Claudia Penzavecchia
Salve.
Per valutare se hai problemi di parassiti intestinali, disbiosi, permeabilità intestinale, malassorbimento e carenze nutrizionali, esistono diversi esami e analisi. Ecco un elenco delle principali indagini:
1. Parassiti intestinali
• Esame delle feci: un esame delle feci può identificare la presenza di parassiti o uova parassitarie. In alcuni casi, è necessario eseguire il test più volte per rilevare l'infezione, poiché i parassiti non sono sempre presenti in ogni campione.
• Esame coprocolturale: serve per identificare parassiti, batteri patogeni o altre infezioni nel tratto gastrointestinale.
• Test antigenico o PCR: questi test possono rilevare l'ADN o gli antigeni di specifici parassiti nelle feci.
2. Disbiosi intestinale (squilibrio della flora batterica)
• Analisi del microbiota intestinale: un test delle feci per analizzare la composizione del microbiota intestinale (spesso tramite sequenziamento del DNA) può rivelare se c'è un'alterazione del numero o del tipo di batteri presenti.
• Test del respiro (come il test del respiro al lattosio o al glucosio): può aiutare a verificare la presenza di intolleranza al lattosio, e di identificare la presenza di sovracrescita batterica nell'intestino tenue (SIBO), che è una forma di disbiosi.
3. Permeabilità intestinale
• Test della permeabilità intestinale: un esame che misura la capacità dell'intestino di assorbire certe sostanze (come il lattulosio e il mannitolo). Se il test evidenzia livelli alterati, potrebbe indicare un aumento della permeabilità intestinale (spesso associata al "leaky gut").
4. Malassorbimento
• Test delle feci per grassi: questo test valuta la quantità di grassi non digeriti nelle feci, che può indicare un problema di malassorbimento.
• Esami del sangue: alcune carenze nutrizionali (come quelle di vitamine, minerali o proteine) possono indicare un malassorbimento. Esami specifici per vitamine (B12, D, folato, etc.) o minerali (come ferro e calcio) possono essere utili.
• Test di funzionalità pancreatica: come la determinazione della lipasi pancreatica, che può essere alterata in caso di insufficienza pancreatica, un'altra causa di malassorbimento.
5. Carenze nutrizionali
• Esami del sangue: oltre a test per vitamine e minerali, possono essere richiesti esami per analizzare l'emoglobina (per escludere anemia), il ferro, la vitamina B12, la vitamina D, l'acido folico, e altri parametri utili a identificare eventuali carenze.
• Esame delle proteine totali e albumina: per verificare se ci sono carenze proteiche che potrebbero indicare malnutrizione o malassorbimento.
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Alimentazione e Malattie Autoimmuni come la Sindrome di Sjogren
L'alimentazione gioca un ruolo fondamentale nel gestire i sintomi di malattie autoimmuni come la sindrome di Sjogren. Anche se non esiste una cura definitiva, una dieta mirata può migliorare il benessere generale e attenuare alcuni disturbi associati.
• Dieta antinfiammatoria: una dieta ricca di alimenti anti-infiammatori come pesce grasso (salmone, sardine), noci (meglio le Macadamia), frutta (non troppo zuccherina) e verdura, olio d'oliva e spezie come la curcuma può ridurre l'infiammazione cronica tipica delle malattie autoimmuni.
• Evitare alimenti che peggiorano l'infiammazione: zuccheri raffinati, carboidrati raffinati, grassi trans e cibi altamente processati potrebbero aumentare l'infiammazione e peggiorare i sintomi.
• Dieta povera di glutine: alcune persone con malattie autoimmuni trovano sollievo da sintomi gastrointestinali ed extra-intestinali seguendo una dieta senza glutine, anche se non c'è una prova definitiva che dimostri che il glutine influisce direttamente sulla sindrome di Sjogren.
• Integrazione di vitamina D e omega-3: molte persone con malattie autoimmuni soffrono di carenze di vitamina D, e gli integratori di omega-3 (da pesce o alghe) possono ridurre l'infiammazione.
• Alimenti idratanti: Poiché la sindrome di Sjogren può causare secchezza delle mucose, alimenti ad alta acqua (come cetrioli, meloni, e zuppe) possono aiutare a mantenere l'idratazione.
L'alimentazione può, dunque, non solo alleviare alcuni sintomi, ma anche contribuire a migliorare il sistema immunitario, ridurre l'infiammazione e supportare la funzione intestinale. Tuttavia, è sempre consigliabile consultare un Nutrizionista specializzato per adattare la dieta alle tue specifiche necessità e condizioni cliniche.
Se sospetti di avere una condizione come la sindrome di Sjogren o altre problematiche intestinali, è fondamentale rivolgerti a uno specialista che possa guidarti nella diagnosi e nel trattamento, includendo eventuali analisi necessarie.
C Buongiorno, le malattie autoimmuni si curano con l'alimentazione - Metodo Kousmine o tutt'al più Seignalet - . Se impostate bene e seguite dal paziente, risolvono i sintomi. Se pensa di avere parassiti intestinali, si faccia prescrivere ricerca nelle feci di Giardia intestinale, se la prima volta la ricerca è negativa, la faccia ripetere un'altra volta, se negativa un'altra ancora. 3 volte. Le cisti si liberano non di continuo e sono difficilmente visibili al microscopio . Inoltre ricerca nelle feci per Entamoeba histolitica - l'ameba-.
Saluti cordiali.
Buongiorno,
sicuramente per quanto riguarda la sua ultima domanda sulla sindrome di Sjogren ci può essere un sostegno con l'alimentazione, è sempre una buona scelta mangiare bene in qualsiasi condizione
Per quanto riguarda la disbiosi o il malassorbimento è bene accertarsi con il medico e provare a parlare di una biopsia per capire la condizione
resto a disposizione
Dott. Bonola Paolo
Gentile paziente,

La ringrazio per la sua domanda, che tocca diversi aspetti importanti della salute intestinale e dell’impatto dell’alimentazione sulle malattie autoimmuni. Le fornisco di seguito alcune indicazioni utili.

Esami e analisi consigliati
Parassiti intestinali:

Esame delle feci (parassitologico): utile per identificare la presenza di parassiti.
Test per Giardia e Cryptosporidium: se sospetta parassiti specifici.
Test del sangue (anticorpi IgG/IgA/IgM): per infezioni parassitarie croniche.
Disbiosi e permeabilità intestinale:

Test del microbiota intestinale: analisi delle feci avanzata per valutare la composizione del microbiota.
Zonulina sierica o fecale: marker della permeabilità intestinale.
Test del lattulosio/mannitolo: misura la permeabilità intestinale.
Malassorbimento e carenze nutrizionali:

Esami ematici completi: ferro, ferritina, vitamina B12, folati, vitamina D, calcio, magnesio, zinco, ecc.
Test per la celiachia: se non già diagnosticata, attraverso anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio.
L’alimentazione può svolgere un ruolo importante nel migliorare i sintomi e ridurre l’infiammazione.
Alcune strategie includono:
Dieta antinfiammatoria,
Probiotici e prebiotici:

Probiotici specifici (come Lactobacillus e Bifidobacterium) per riequilibrare il microbiota intestinale.
Fibra prebiotica da alimenti come radicchio e banane acerbe (se tollerati).
Glutine e latticini:

In alcune persone, una dieta priva di glutine e/o lattosio può ridurre l’infiammazione e migliorare i sintomi autoimmuni.
Vitamine e minerali:

Monitorare e, se necessario, integrare vitamina D, omega-3, e antiossidanti come la vitamina E e il selenio, utili per ridurre l’infiammazione.
Idratazione:

Nella sindrome di Sjögren, l’idratazione è fondamentale per alleviare la secchezza. Consigliati infusi e tisane senza zucchero.

Gli esami indicati possono aiutarla a identificare eventuali problematiche sottostanti. Una dieta personalizzata, basata sui suoi sintomi e sulla diagnosi, può contribuire a ridurre l’infiammazione e migliorare il benessere generale. Le consiglio di consultare un professionista per una valutazione approfondita e per definire un piano mirato.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Cordiali saluti,
Elisa Tripoli
Nutrizionista
Buonasera! Per una valutazione accurata, le consiglio di rivolgersi a uno specialista, come un gastroenterologo, che potrà identificare gli esami più appropriati per la sua situazione. Eviti autodiagnosi e percorsi non mirati: una guida professionale è essenziale.

Per quanto riguarda la sindrome di Sjögren, l'alimentazione e uno stile di vita sano possono essere parte di un approccio multidisciplinare utile a gestire i sintomi, ma è fondamentale seguire le indicazioni dello specialista.
Buongiorno! Certo ci sono esami che consentono di vedere queste cose, per quanto riguarda i parassiti si possono fare delle analisi delle feci andando a ricercare il parassita specifico, stessa cosa per il microbiota. Dopodichè anche analisi del sangue come emocromo e proteina C reattiva (pcr). Per eventuale malassorbimento dipende da cosa sta cercando, potrebbe intanto fare dei dosaggi di vitamine e vedere cosa esce e in caso col medico di base cominciare a integrare tenendo anche conto di un'alimentazione corretta a sostegno di eventuali problemi e/o carenze.
Un saluto, Dott.ssa Clelia Staibano.
Buonasera, grazie per la sua domanda.

Per quanto riguarda i parassiti intestinali, la disbiosi, la permeabilità intestinale, il malassorbimento e le carenze nutrizionali, esistono vari test ed esami che possono aiutare a valutare queste condizioni:

Parassiti intestinali:

Esame delle feci: è il test di riferimento per diagnosticare infezioni parassitarie intestinali. Può essere richiesto per identificare uova, larve o parassiti presenti nelle feci.
Esami antigenici o PCR (Reazione a catena della polimerasi): questi test possono rilevare specifici parassiti o infezioni batteriche.
Disbiosi intestinale:

Analisi del microbioma intestinale: attraverso un campione di feci, è possibile analizzare la composizione della flora batterica intestinale. Questi test possono identificare uno squilibrio tra i diversi gruppi batterici, suggerendo disbiosi.
Esame delle feci per lactoferrina e calprotectina: possono indicare segni di infiammazione intestinale, che talvolta è legata a disbiosi.
Permeabilità intestinale:

Test della permeabilità intestinale (test della mannitolo e lattulosio): misura la capacità della parete intestinale di permettere il passaggio di determinate molecole. Un aumento della permeabilità è un indicatore di "leaky gut", ossia una parete intestinale più permeabile del normale.
Malassorbimento:

Test di funzione pancreatica: misurano l'attività degli enzimi digestivi per determinare se ci sono problemi nell'assorbire i nutrienti.
Test del respiro (Breath test): utilizzato per diagnosticare infezioni batteriche intestinale (come l'overgrowth batterico intestinale) che possono causare malassorbimento.
Esami delle feci: per verificare la presenza di grassi non digeriti, che possono essere segno di malassorbimento.
Carenze nutrizionali:

Esami del sangue: test come emocromo, ferritina, vitamina D, vitamine B12, acido folico, calcio, magnesio e zinco, tra gli altri, possono rilevare eventuali carenze nutrizionali che potrebbero essere legate a problemi intestinali o a malassorbimento.
Per quanto riguarda la sindrome di Sjögren e l'alimentazione, è importante sottolineare che non esistono alimenti che possano "curare" o "far regredire" la malattia autoimmune, ma una dieta equilibrata e mirata può sicuramente aiutare a ridurre alcuni dei sintomi e migliorare la qualità della vita.

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