Buonasera dottori. Vi scrivo perché da molto tempo sono in crisi con me stessa e con la psicoterapi

17 risposte
Buonasera dottori.
Vi scrivo perché da molto tempo sono in crisi con me stessa e con la psicoterapia. Ho avuto una diagnosi difficile e risolte alcune cose, la parte più semplice a quanto pare. Tutto è peggiorato quando mi sono dissociata. Da lì in poi la mia mente ha reagito male alla psicoterapia. So che dovrei lavorare sulla mia personalità e attuare dei cambiamenti per guarire, solo che io non sento i problemi come tali. Vivo di automatismi e di una costante depressione, sono molto abituata a vivere nella malattia e cambiare mi spaventa, ma non sento nemmeno quella spinta al cambiamento e vederci la felicità. Cambiare per me è diventata la perdita di tutto. Penso mi sia andata male la terapia. Sto davvero tanto male perchè vorrei riuscire a fare qualcosa per me ma proprio non ci riesco e ci vorrebbero ancora tanti anni per risolvermi e io sono una donna di mezza età, rimasta bambina, nemmeno adolescente.
Vorrei anche capirne di più su una situazione vissuta quando mi dissociai e inizia a reagire male alla psicoterapia. Ebbi un periodo in cui non mi sentii compresa, o assistita al cento per cento dal mio terapeuta, a volte ci sono rimasta male perché mi sono sentita fraintesa o abbandonata e rifiutata. Lui è molto bravo nel suo lavoro e sono molto legata a lui, ma non so se è stata la mia dipendenza a leggere in quel periodo i fatti come mancanza di empatia e comprensione o davvero è stato così. Anche su altre questioni , anche se collego i miei vissuti a dei transfert, tendo ad essere arrabbiata con lui e a non riuscire a canalizzare diversamente i miei vissuti, ma solo rabbia verso lui è la terapia che sento andata male e io che non riesco a progredire più di così per gravità della mia situazione.
La mia mente si rifiuta e non sento i problemi come tali.
Cosa ne pensate? Sto molto male per come sta andando la mia vita, terapia compresa.
Buonasera, credo che lei stia vivendo un periodo particolare. Bisogna vedere a che cosa è legata la sua rabbia, magari lei pensa che sia rivolta verso il suo terapeuta, ma in realtà chissà a chi si riferisca. Potrebbe essere la proiezione di qualcosa che non va e lei lo fa nei confronti del suo terapeuta.
Sono disposta ad aiutarla con molta tranquillità, cercando di lavorare sulle emozioni.
Mi contatti pure.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara

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Buonasera.
mi dispiace molto per il suo stato d'animo, non è facile percepire come fallimentare un percorso intrapreso con tanta fatica come quello psicoterapico.
Posso dirle che a volte capita che ci siano degli intoppi durante la terapia, è necessario analizzarne le cause per renderle motivo di un cambiamento funzionale al suo benessere
. Sono sicura che con il suo terapeuta capirete se sia il caso di proseguire o interrompere la terapia.
La saluto con affetto e sono a sua disposizione anche online.
Dott.ssa Laura Bova
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, grazie per avere condiviso questo disagio, già fare questo passo anche se soltanto in una "chat" mette in evidenza la sua volontà a reagire a questo periodo difficile. E' importante indagare a cosa è legata la sua rabbia, è importante che ne parli con il suo terapeuta, può essere un ottimo step di lavoro per entrambi splorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri, comportamenti e emozioni connesse, trovando così strategie utili per fronteggiare questi momenti particolarmente difficili. Rimango a disposizione anche online.
Dott.ssa Simona Adorni
Cara utente, da queste righe emerge tutta la sua sofferenza.. mi space per questa condizione. Mi piacerebbe approfondire meglio cosa intente lei per dissociata, nella descrizione parla anche di transfert nei confronti del suo terapeuta ( ha un'approccio psicoanalitico ? ).
La dissociazione è un modo che ha la mente per difendersi da eventi traumatici gravi o accaduti durante l'infanzia, naturalmente servirebbero molti più dati per confermare queste ipotesi, e sarebbe interessante capire quale evento le ha riattivato o attivato tale difesa. Io credo che il rapporto col suo terapueta non sia ancora concluso e che potrebbe portare ad un'evoluzione più positiva per lei, ma per fare questo a volte potrebbe essere utile fare qualche seduta consultiva con un'altro esperto che la aiuti a capire cosa sta succedendo col suo terapeuta. Rimango a sua disposizione. Un caro abbraccio.
Buonasera gentile utente.
Credo che sia necessario portare nella sua terapia questi pensieri e queste difficoltà che sta vivendo in relazione al suo terapeuta e alla relazione terapeutica.
Comprendere le dinamiche ed i vissuti che il rapporto di relazione le attivino significa potere poi affrontare le radici di tutto ciò, il suo passato, le relazioni e dinamiche familiari, la rabbia non espressa, i traumi ancora attivi.
Valuti insieme al suo psicoterapeuta se sia necessario un percorso integrativo di terapia EMDR per lavorare sugli aspetti traumatici.
Rimango a sua disposizione
Un saluto cordiale
Buonasera. Credo abbia molto valore per lei ciò che ha condiviso con noi in questo spazio, frutto di tanto lavoro e tanta fatica che ha fatto e sta facendo nel proprio percorso terapeutico, e penso sia molto importante poter condividere questi suoi pensieri e sentimenti con il suo terapeuta per esplorare e comprendere la sua esperienza ed i suoi vissuti all'interno del proprio spazio e della propria relazione terapeutica. Vorrei ad ogni modo lasciarle uno spunto di riflessione legato alla paura che condivide relativa al proprio cambiamento personale: potrebbe essere che ciò che sta "vedendo" e vivendo in questo momento come fallimentare, la terapia e la sua vita più in generale, sia legato ed influenzato in qualche modo o in qualche misura proprio da questa paura? Se così fosse, questo potrebbe dirle qualcosa in più in merito a ciò che sta vivendo? Buon lavoro e un saluto, Dott. Felice Schettini
Buonasera, le direi di approfondire i suoi vissuti parlandone col terapeuta. Dal racconto non è chiaro se l'ha fatto, sembrerebbe si sia tenuta queste sensazioni per sé. La cosa più probabile è che possa essersi aggravata la dissociazione in atto ed abbia iniziato a sentire ambivalenza anche nella terapia, sperimentandola già riguardo al suo cambiamento più in generale. Le emozioni che insorgono durante le sedute sono parte del processo terapeutico ma solo se affrontate e non evitate, altrimenti diventano un ostacolo spesso percepito come insormontabile e potrebbero portare all'interruzione dello stesso.
Cara utente, credo che molte delle cose che ha raccontato a noi andrebbero condivise con la sua terapeuta per ri elaborare i vostri obbiettivi terapeutici. Lei mi pare di comprendere dalle sue parole che si sente molto sfiduciata, tuttavia ci racconta che alcune delle sue fatiche lei ad oggi non le sente come problematiche ("solo che io non sento i problemi come tali"). Forse varrebbe la pena partire proprio da qui, da ritrovare la motivazione al cambiamento. Inoltre ci racconta che avrebbe bisogno di parlare della sia dissociazione, lo condivida con la sua terapeuta, condivida le ragioni di questo suo bisogno. Ripartire dall'alleanza tra lei e la sua terapeuta. Comprendo che fare ciò potrebbe non essere semplice, ma la relazione terapeuta ha bisogni anche di questo. Di comunicazioni oneste e sincere, su ciò che funziona e ciò che non funziona. Spero di esserle stata di aiuto Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno ha scritto un messaggio molto chiaro mi viene da pensare che la psicoterapia stia funzionando. Consideri che può capitare in alcuni momenti di non sentirsi compresi dal terapeuta,come lei stessa scrive anche di sentirsi abbandonati o rifiutati. Molte di queste reazioni sono legate alla sua storia personale, provi a parlarne con il suo psicoterapeuta di come si sente a volte con lui. È solo affrontando nella relazione con lui i suo vissuti che può elaborare e sciogliere dei nodi della sua storia personale. Un caro saluto,Rossella Chiusolo
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi. Conviene parlarne approfonditamente con uno psicoterapeuta a cui dare fiducia, in modo articolato.
A disposizione per ulteriori chiarimenti.
dr.ssa Elena Santomartino
Buongiorno,

lei qui porta tutti validi spunti di riflessione che varrebbe la pena condividere con il suo terapista. Durante un percorso possono esserci delle battute di arresto, proprio perché parliamo di un lavoro assai faticoso. Resta di fondamentale importanza esprimere questi dubbi al suo analista, da questi potrebbero emergere nuovi importanti elementi da cui poter ripartire.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, dimostra capacità di lettura razionale di ciò che le sta accadendo e questo non può che essere frutto di una buona terapia. I suoi dubbi e le sue difficoltà sono comprensibili ma è dibattuta fra vissuti contrastanti, alcuni tendono al cambiamento e altri la legano al presente, per quanto sofferto. Io le suggerirei di parlare apertamente con il suo terapeuta, i progressi non sono lineari e i periodi più bui possono rivelarsi momenti di grandi passi in avanti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza. La rabbia che prova può essere spiacevole e fonte di empasse o regressione se usata in modo distruttivo, ma mi creda che se viene usata bene può diventare grinta e portarla, a piccoli passi, nella direzione giusta. L'uso costruttivo della rabbia sarà molto importante. Potrà parlare col suo terapeuta, scoprire le origini della sua rabbia ed elaborarla. Vedrà col tempo se e come proseguire il suo percorso con quel terapeuta. Potrà scoprire la forza che si nasconde in lei e unirla armoniosamente alle sue fragilità e sensibilità diventando così più completa e sicura.
Rimango a disposizione e le porgo i miei saluti, dr.ssa Elisa Paganini
Buongiorno, ciò che descrive è una situazione normale che può configurarsi tra paziente e professionista: i momenti di rottura durante la psicoterapia possono presentarsi sotto forma di rabbia, senso di fallimento o disaccordo con la figura di riferimento. Tuttavia questi momenti possono essere seguiti dalla "riparazione" del rapporto professionale. È possibile che insieme al suo terapeuta, lei abbia lavorato su temi che non erano ancora pronti per essere messi a nudo. Per un paziente è essenziale che lo psicoterapeuta sia attento alle sue fragilità evitando di forzarle. In qualunque momento lei è autorizzata a esprimere il suo dissenso nei confronti del tipo di lavoro che le viene proposto dal professionista.
La rabbia verso il suo terapeuta in questo momento potrebbe farla sentire bloccata nel percorso perchè sta ostacolando la condivisione degli scopi, del lavoro e del legame tra voi. È necessario esprimere questa emozione che verrà sicuramente accolta dal suo psicologo, al fine di rinegoziare e ridefinire gli scopi, gli ambiti di intervento e le modalità utilizzate, e ricominciare insieme, oppure decidere serenamente e consapevolmente di terminare il percorso, se non le offre il beneficio atteso ed eventualmente trovare un nuovo professionista, o farselo indicare dal suo psicoterapeuta.
Resto a disposizione per ulteriori dubbi.
Le porgo i miei saluti.
Dott. Giacomo Ginestrone
Buongiorno, mi sento di suggerirle di affrontare con il suo terapeuta dubbi e sentimenti negativi verso di lui in modo chiaro e diretto come li ha espressi a noi. Sarà sicuramente una esperienza di crescita e se questo chiarimento potrà ricreare la fiducia l'alleanza terapeutica allora avrà fatto un bel passo in avanti verso la guarigione.....distinti saluti dott lorenzo truffi
Salve, ha mai provato ad elaborare in sede di terapia le sue difficoltà? A volte semplicemente pensiamo ed interpretiamo la realtà dei fatti senza i termini di un confronto rivelatore.
Provi a lavorare con il suo terapeuta relativamente alle difficoltà che incontra.
Potrebbe scoprire nuove attitudini e incominciare a sciogliere i nodi del problema.
Sa poi non dovesse davvero funzionare allora farà le sue scelte.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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