Buonasera, da quando ho scoperto di diventare padre (gravidanza voluta), dopo qualche giorno di sere

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Buonasera, da quando ho scoperto di diventare padre (gravidanza voluta), dopo qualche giorno di serenità, sono completamente diventato un altra persona.
In primis ho iniziato a soffrire di problemi fisici (gastrointestinali), dopo sono subentrate insicurezze e incertezze sul mio ruolo genitoriale e sulla mia vita lavorativa e infine, da qualche mese tutti i giorni penso che qualcosa non va nel rapporto con la mia compagna. Sono più di 6 anni che stiamo insieme e mai una crisi.
Premetto che tengo molto alla mia compagna e appunto questa situazione non mi fa vivere. Vorrei poterle dare quello che merita, ma ogni volta analizzo i miei comportamenti, quello che provo ecc...
Se vedo persone felici insieme, sto male. Se sento canzoni d'amore penso a lei e piango. Se siamo con coppie amiche analizzo i loro comportamenti. Ovviamente prima nulla di tutto questo e lei non mi ha mai fatto notare mie mancanze.
Molto spesso però mi capita di provare antipatia per lei; se magari mi manda un messaggio mi da fastidio, la chiamo meno al telefono ecc..ma quando la sera sono a casa con lei rilassato, magari a vedere un film, è tutto ciò che desidero e che mi fa stare tranquillo.
Anche a casa come a lavoro, ho voglia di fare poco o nulla ed è tutto uno sbuffare e pensare "non ce la faccio". Vivo costantemente di brutti pensieri e scenari distopici relativi alla mia vita in generale.
Purtroppo da quando è iniziato questo brutto momento, mi sono isolato dalle amicizie come se mi sentissi in "difetto" con loro e avessi vergogna del mio momento no che è subentrato per quello che dovrebbe essere un episodio bello (paternità).
Inoltre è come se mentalmente pensassi che non potrò più divertirmi. Non riesco più a praticare sport e quasi fatico a staccarmi da lei e dalla casa. Se penso a qualcosa per me, mi dico "ma che lo fai a fare?", come se fossi in castigo e non riesco a reagire a questa cosa.
Sto seguendo un percorso psicologico da mesi che mi sta aiutando a gestire un pò meglio la mia angoscia ma non a stoppare i pensieri sul rapporto, che ovviamente mi oscurano anche il diventare padre in quanto, mi sento freddo e anestetizzato anche nei confronti della bambina (in pancia).
Sono sempre concentrato sul mio problema e non riesco a pensare agli altri ne ad altro.
Sono stato anche da un psichiatra che mi avrebbe prescritto zoloft per curare il mio stato depressivo, che procrastino a prendere per paura di questa categoria di farmaci.
Ma così non riesco ad andare avanti perchè vivere non so più cosa voglia dire e, così triste e demoralizzato, non sono mai stato in vita mia.
Secondo voi che mi sta succedendo? Riuscirò a riprendere in mano la mia vita?
Gentile utente, buonasera. comprendo che stia attraversando un periodo molto difficile e complesso.
Sembrerebbe che lei stia vivendo un miscuglio di forti emozioni specialmente legate alle incertezze dovute ad un cambiamento imminente nella sua vita. È normale sentirsi preoccupati e insicuri di fronte a un cambiamento così significativo. La paura del futuro, la pressione delle aspettative personali e sociali possono contribuire allo sviluppo di un'emotività così forte e potenzialmente negativa.

È positivo che lei stia già seguendo un percorso psicologico e che abbia cercato l'aiuto di uno psichiatra. La terapia psicologica può essere un passo importante per affrontare i pensieri negativi e le difficoltà che sta vivendo. Tuttavia, è fondamentale che lei segua le raccomandazioni del professionista che la sta seguendo e che discuta con lui/lei i suoi dubbi o paure riguardo alla terapia farmacologica.

È comprensibile che il cambiamento nella sua vita, possa generare preoccupazioni e insicurezze. Il coinvolgimento emotivo che sta provando, tra alti e bassi, può essere parte del processo di adattamento a questa nuova fase della sua vita. La terapia può aiutarla a esplorare e comprendere meglio queste emozioni, così come ad affrontare i pensieri distorti sul suo rapporto con il partner.

Ricordi che è normale sentirsi preoccupati e ansiosi di fronte ai cambiamenti, ma è anche importante cercare di focalizzarsi sugli aspetti positivi della riorganizzazione che sta per arrivare. Cerchi di coinvolgersi attivamente nella preparazione per l'arrivo del bambino, partecipando ai momenti speciali e condividendo le sue preoccupazioni con il partner in un dialogo aperto e sincero.

Continui a seguire il percorso terapeutico e consideri anche il supporto di un gruppo di sostegno per futuri genitori. Questi gruppi possono fornire un ambiente sicuro per condividere esperienze simili e ricevere supporto reciproco.

Ricordi che è un processo, e il fatto che lei stia cercando aiuto è un passo fondamentale verso il miglioramento della sua situazione. Non esiti a parlare con i professionisti che la stanno seguendo per affrontare le sue preoccupazioni specifiche e trovare strategie concrete per gestire il suo stato d'animo.
Un carissimo saluto, dott. Daniele D'Amico.
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, il diventare padre, è sicuramente una 'novità' ed in quanto tale, come la maggior parte degli eventi nuovi che ci capitano nella vita, ci portano a sperimentare emozioni nuove e contrastanti: se da un lato la scoperta di stare per diventare genitori può essere una cosa positiva, dall'altro può suscitare timori ed insicurezze. Quindi le consiglio di accettare queste emozioni che prova ma cercare di non far prendere loro il sopravvento nella sua vita. È una buona cosa l'aver intrapreso un percorso di supporto psicologico che sicuramente la aiuterà a vivere con più serenità questi momenti.
Le faccio i miei migliori auguri!
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Mi dispiace sentire che sta attraversando un momento così difficile e capisco quanto sia frustrante e angosciante. È importante sottolineare che la mia risposta non vuole sostituire la certa competenza professionale del collega, ma posso cercare di darle qualche orientamento generale.
La sua esperienza sembra coinvolgere una serie di sfide emotive, mentali e fisiche che potrebbero essere collegate tra loro. La scoperta di diventare padre è un evento significativo e può portare a una gamma molto ampia di emozioni, comprese l'ansia, l'insicurezza e il cambiamento delle dinamiche relazionali.
È positivo che lei stia già seguendo un percorso psicologico, il che indica la volontà di affrontare e comprendere queste sfide. Tuttavia, è importante comunicare apertamente con il suo terapeuta questi pensieri e sentimenti legati al rapporto con la sua compagna e al suo ruolo di futuro genitore.
Le fluttuazioni emotive, la sensazione di distacco e l'ansia che sta sperimentando potrebbero essere legate a vari fattori, tra cui l'adattamento alle nuove responsabilità, le aspettative personali, e possibili cambiamenti ormonali durante la gravidanza della sua compagna. Inoltre, la sua esitazione nel prendere farmaci antidepressivi come lo Zoloft è comprensibile, ma è importante discutere apertamente con il suo psichiatra i pro e i contro, così come le sue paure, per prendere una decisione finale informata e consapevole.
Il sostegno sociale è fondamentale in momenti come questi. Non si isoli dagli amici; parli con loro apertamente sulla sua situazione e cerchi il loro supporto, almeno di quelli fidati. Anche coinvolgere la sua compagna in questo percorso può essere utile per creare una comprensione reciproca e trovare il modo di affrontare il tutto.
Ricordi che la paternità è un viaggio che può comportare una serie di emozioni contrastanti. Dare il giusto peso ai suoi sentimenti, cercare supporto professionale e comunicare apertamente con la sua compagna sono passi importanti verso il superamento di questa fase difficile. Con il tempo e con il giusto supporto, è possibile riprendere in mano la sua vita e affrontare con più serenità le nuove sfide che la paternità porta con sé.
Per qualunque suo dubbio o curiosità, sono disponibile. Le auguro il meglio. Dott.ssa Thelma D'Amico
Buonasera, da quello che racconta sta affrontando un importante momento di transizione, ovvero quello verso la genitorialità, che può essere portatore, come qualsiasi cambiamento di vita importante, di ansie e preoccupazioni. Questo è però un aspetto della sua vita e mi sento di dirle che può essere opportuno allargare lo sguardo per apprezzare nel complesso la sua storia di vita. Con questo intendo dirle che è difficile per noi, e forse riduttivo, rispondere rispetto a "cosa le sta succedendo" (per riprendere le sue parole) senza avere ulteriori elementi: si è giustamente rivolto a dei professionisti che saranno di certo in grado di supportarla in questo percorso; tale percorso si accompagnerà di difficoltà e timori (alcuni dei quali li ha espressi in questo messaggio) ma si ricordi che non è solo. Si fidi e si affidi al suo terapeuta, parli dei suoi timori e delle sue preoccupazioni, anche quelle relative alla terapia farmacologica.
Un caro saluto, dott.ssa Claudia Pitzalis
Buongiorno, si trova ad affrontare un momento che, se pur previsto, l'ha spiazzata. Deve focalizzarsi sull'oggi e sul raggiungimento dei piccoli obiettivi. Ne verrà sicuramente fuori, sia clemente con sé stesso e lo prenda come un periodo utile per affrontare la novità e rimettersi piano piano in carreggiata. Nel caso in cui volesse avere uno spazio in cui approfondire il discorso , rimarrò a sua disposizione. Saluti,
Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Quello che racconta è un vissuto molto più comune tra i padri di quanto non si tenda a pensare. La nascita di un figlio, anche quando voluto, porta un grosso cambiamento nella vita delle persone, sia come coppia che come singoli individui, sia nelle abitudini di tutti i giorni che nella percezione di sé. Diventare padre comporta tante responsabilità, si smuovono ricordi, si riflette sullo stile genitoriale ed educativo che la propria madre e il proprio padre hanno messo in atto, si viene invasi dalle aspettative degli altri su di noi e anche da quelle che noi stessi ci mettiamo, ecc. Ecco perché in tutto questo "movimento" è facile perdersi, non sentirsi all'altezza, arrabbiarsi, o addirittura distaccarsi emotivamente (sentirsi freddi o anestetizzati). Capisco la difficoltà che riporta, così come il grande peso e dolore che sta vivendo e che comunque sta affrontando con la voglia di superarlo. Questo lo dimostra il chiedere aiuto allo psichiatra e scrivendo qui in chat. Credo che questo sia un ottimo punto di partenza per riprendere in mano la sua vita. Se ha piacere, possiamo lavorarci insieme. Partiremo da come si sente, troveremo le risorse che lei ha e da cui può attingere per "riprendersi" e troveremo insieme il suo modo "giusto" per stare meglio e riappropriarsi del bello di questo momento. A presto
Buongiorno! sicuramente è un periodo di grande cambiamento, e come tale il sentirsi destabilizzati è normale. Visto che sei già seguito da una collega, e sei all'inizio del percorso, porta tutto ciò in terapia, i tuoi dubbi, le tue ansie, tutte le tue emozioni...magari insieme trovate la modalità più giusta per condividere questo tuo stato anche con tua moglie...diventare genitori, anche se uno lo vuole, è sempre un passo molto importante ed emotivo che porta a cambiamenti significativi...per quanto riguarda lo psicofarmaco, se non ti va, prova con qualcosa di naturale, come i fiori di bach.
Buon cammino
Jessica Scheggi
Salve, il passaggio alla paternità può attivare, come tutte le fasi di cambiamento, importanti conflitti interni: in particolare la nascita di un figlio può essere vissuta come il venir meno di molte possibilità future, e questo scatenare ansia e tristezza. Il sentirsi padre coinvolge inoltre il proprio ideale di padre, costruito per somiglianza o differenza rispetto alle proprie esperienze infantili con la figura paterna. Infine la paternità coinvolge fortemente il rapporto con la propria compagna, introducendo un terzo in una relazione che prima era tra due persone. Anche se non ancora nato il bambino è nella mente di sua moglie, con un cambiamento nel vostro rapporto che può spaventare o rattristare. Un consulto psicologico potrebbe portarla ad esplorare questi aspetti, aiutandola a superare questa fase di empasse e a godersi questa fase della sua vita. Con cordialità Dr. Preziosi
Buongiorno,
Dal suo racconto si evince che lei sta vivendo un momento difficile e stressante. La nascita di un figlio è un momento complesso in cui si devono affrontare molti cambiamenti: pensarsi come padre, pensare la propria compagna come madre e la coppia come coppia genitoriale.
È normale sentirsi in crisi.
Ha fatto bene a rivolgersi a uno psicoterapeuta che la può accompagnare in questo periodo difficile e aiutarla ad analizzare cosa ha scaturito queste sue preoccupazioni. Le consiglio di seguire la cura farmacologica prescritta e in caso confrontarsi con il suo psichiatra circa i suoi dubbi.
Nella speranza di aver risposto ai suoi dubbi, le porgo i miei saluti.
Dott.ssa Giorgia Sapienza
rispondo per punti:
1-Evento di grande valenza transgenerazionale che rimette in campo non solo il tuo ruolo ma anche la tua relazione con il maschile. Riattiva memorie profonde e condiziona anche il benessere psicofisico. Prendi tempo per te, esplora le risorse che puoi mettere in campo e inizia da uno spazio di terapia e uno spazio rituale tuo (qualcosa che davvero ami fare e ti riporta al tuo centro).
La somatizzazione ( escluse chiaramente diagnosi mediche per cui è sempre utile farsi vedere) è conseguente.
Probabilmente il tuo sistema nervoso autonomo è al momento in crash nel regolare le risposte automatiche allo stress. Si può attingere a tutti gli strumenti possibili in primis il respiro e il corpo, tuttavia è fondamentale che tu trovi ciò che funziona per te.
E' un processo di trasformazione e cambiamento non avere paura.

2- certo che si. La tua e quella del tuo/ttua piccolo/a. C'è da ritrovare la fiducia in te stesso.

In Bocca la lupo!
Il cambiamento molto spesso spaventa, lei già ha intrapreso un percorso e questo è fondamentale per poter comprendere i movimenti interni, non sono cose immediate, si dia tempo di attraversare le sue emozioni.
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi una parte così importante di sè. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso ai sintomi che descrive da un alto e al non godersi pienamente un momento così importante dall'altro.
Il passo che ha fatto intraprendendo un percorso psicologico è molto importante al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, sviluppando insieme al professionista strategie utili per far fronte a situazioni di difficoltà e sentirsi più efficace nella sua quotidianità. Tuttavia questi percorsi non sono immediati e hanno bisogno di tempo per produrre i frutti desiderati: si conceda tempo per ascoltarsi e accettare le difficoltà che sta vivendo, magari rivalutando anche la prescrizione del farmaco che potrebbe aiutarla col suo tono dell'umore.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Gentile utente, la venuta al mondo di un figlio è sempre un cambiamento che scombussola gli equilibri. Lei è già seguito, pertanto la rassicurerei sul fatto che è già a buon punto. Si lasci andare al percorso e non abbia paura di porsi domande. Un caro saluto, dott.ssa Marta Enrica Giordano
Gentile utente, diventare padre comporta un significativo cambiamento nella vita di un uomo, sia per le nuove responsabilita’ come genitore che per le nuove dinamiche di coppia che si vengono ad instaurare. Il cambiamento puo’ provocare anche molto dolore che si esprime attraverso emozioni spiacevoli e sintomi fisici. L’aspetto piu’ importante consiste nel concedersi di attraversare la tempesta emotiva che ne consegue fiduciosi nel fatto che, se non soffocate o represse, le emozioni hanno vita breve… E’ positivo che si sia affidato tempestivamente alle cure di uno psicologo che sapra’ guidarla verso l’uscita dal ‘ tunnel’.Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti anche online. Un caro saluto! Dott.ssa Angela Fortini
Salve, leggendo la sua storia mi viene in mente un po' l'immagine di un orologio che ha sempre funzionato bene e che tutto admun tratto ha cominciato ad avere qualche piccolo intoppo ogni tanto. La terapia è utile ad approfondire cosa abbia causato il guasto dell'orologio e a capire come risolverlo. Del resto, proprio come un orologio guasto, anche la nostra vita può tornare come prima e anche meglio, bastano i giusti strumenti. Con questa immagine resto a disposizione. :)
Gentile utente, mi spiace molto per il periodo difficile che sta attraversando. Diventare genitori non ce lo insegna nessuno, ed è chiaro che questa novità possa portare a diversi dubbi e paure, oltre che gioie.
Per capire meglio come gestire questi pensieri rimuginanti le suggerirei di parlarne col suo terapeuta in primis, in modo da rendere chiaro cosa non la sta aiutando ad affrontarli in questo momento. La terapia cognitivo comportamentale è comunque una delle terapie più indicate per lavorare sui pensieri negativi e sul miglioramento dell'umore, come in questo caso. Sono certa che riuscirà a trovare risposta a queste sue preoccupazioni e a riprendere in mano la sua serenità. Resto a disposizione, un caro saluto. Dott.ssa Giulia Pelini
Gentilissimo utente innanzi tutto la vorrei ringraziare per aver condiviso qui un suo vissuto che lei attualmente sta vivendo come disagio. Non c'è da vergognarsi o sentirsi inadeguato quando si esprimono le proprie paure, le proprie debolezze, angosce. La paternità come del resto anche la maternità è un momento importante che se anche è tanto desiderato e voluto porta con Sè dei cambiamenti importanti nella vita. Si passa ad essere un diade a diventare triade e quindi una nuova entità che stravolge un menagè già colloaudato, è un cambiamento, un gran cambiamento e come tale necessita di un tempo per essere accettato, compreso. La gestazione dura 9 mesi e il tempo gioco a suo favore, può avere modo di prefigurarsi tante buone opportunità di conoscenza con la nuova arrivata. Le paure che lei prova sono tutte legittime ma vedrà il tempo le sarà amico e la aiuterà in questo suo percorso di accoglimento e di ristrutturazione della coppia. Avverrà tutto in modo molto naturale come è naturale l'evento di una nascita.
Buongiorno, mi spiace molto leggere del suo dolore. La paternità è spesso trascurata e i futuri padri come lei sono purtroppo spesso lasciati soli a gestire questo enorme cambiamento nella loro vita, e sembra quasi che non abbiano il diritto a lamentarsi dato che sono le madri ad affrontare la parte fisica. Premesso questo, credo che abbia fatto molto bene a chiedere aiuto a dei professionisti, perchè non merita di vivere tutta questa angoscia da solo. La invito a riflettere sulla possibilità di assumere i farmaci che le hanno prescritto perchè la aiuterebbero davvero molto ad affrontare le emozioni negative che la stanno assalendo. Comprendo le sue preoccupazioni in merito, ma vorrei rassicurarla che oggi tali farmaci sono molto più sicuri che in passato e fanno davvero la differenza nel trattamento. Le consiglio di esprimere comunque tutti i suoi timori allo psichiatra che potrà risponderle in maniera puntuale e precisa su ogni effetto collaterale temuto. Infine, vorrei rassicurarla sulla "normalità" della sua crisi di fronte ad un evento così importante come è quello di diventare genitore: interrogarsi su come sarà la propria vita e avere paura della risposta è normale e significa che si prende l'evento con impegno e serietà. Vedrà che l'attesa è molto più impegnativa dell'evento in sè e proprio perchè si mette così in discussione sarà capace di affrontare la situazione al meglio. Resto a disposizione Dott.ssa Roberta Maccarone

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