Buonasera, da circa un mese sto soffrendo di uno stato di derealizzazione/depersonalizzazione costa
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Buonasera,
da circa un mese sto soffrendo di uno stato di derealizzazione/depersonalizzazione costante, di intensità moderata e piuttosto variabile (non cessa mai del tutto, ma si registrano frequenti oscillazioni nell'arco della giornata). Ho sempre vissuto occasionali episodi di derealizzazione fin da piccolo, sebbene si presentassero sporadicamente e non si protraessero per più di qualche ora. Dopo un fortissimo e inaspettato episodio dissociativo verificatosi il mese scorso (causato semplicemente dall'ansia di poter sperimentare una situazione simile), si è innescato un circolo vizioso fatto di angoscia che ha alimentato e incrementato questa condizione di derealizzazione/depersonalizzazione, di fatto consolidandola e mantenendola viva sino ad oggi. Ora, io sono abbastanza fiducioso che, se mi sforzo di concentrarmi sul presente e sugli stimoli dell'ambiente circostante, "desensibilizzandomi" rispetto a certi meccanismi, nel giro di qualche settimana potrò tornare a percepire il mondo come prima. Tuttavia, più il tempo passa, più il timore che questa possa essere una situazione irreversibile aumenta, amplificando di conseguenza il disturbo. Un altro aspetto che mi rattrista e mi angoscia, oltre alla percezione del mondo esterno come irreale e onirico, è il fatto di non riuscire più a entrare in contatto con me stesso, i miei pensieri e le mie emozioni, quasi che si fosse creata una barriera che mi impedisce di scrutare a fondo nella mia interiorità. Mi confermate che questa è una situazione/un disturbo da cui posso guarire, per cui posso tornare a percepire gli altri e me stesso come un tempo? E nel caso, ritenete sia assolutamente necessario un percorso psicoterapeutico, o questa problematica può anche risolversi spontaneamente nel tempo? Vi ringrazio tantissimo per l'attenzione e rimango in attesa di un vostro gentile riscontro
da circa un mese sto soffrendo di uno stato di derealizzazione/depersonalizzazione costante, di intensità moderata e piuttosto variabile (non cessa mai del tutto, ma si registrano frequenti oscillazioni nell'arco della giornata). Ho sempre vissuto occasionali episodi di derealizzazione fin da piccolo, sebbene si presentassero sporadicamente e non si protraessero per più di qualche ora. Dopo un fortissimo e inaspettato episodio dissociativo verificatosi il mese scorso (causato semplicemente dall'ansia di poter sperimentare una situazione simile), si è innescato un circolo vizioso fatto di angoscia che ha alimentato e incrementato questa condizione di derealizzazione/depersonalizzazione, di fatto consolidandola e mantenendola viva sino ad oggi. Ora, io sono abbastanza fiducioso che, se mi sforzo di concentrarmi sul presente e sugli stimoli dell'ambiente circostante, "desensibilizzandomi" rispetto a certi meccanismi, nel giro di qualche settimana potrò tornare a percepire il mondo come prima. Tuttavia, più il tempo passa, più il timore che questa possa essere una situazione irreversibile aumenta, amplificando di conseguenza il disturbo. Un altro aspetto che mi rattrista e mi angoscia, oltre alla percezione del mondo esterno come irreale e onirico, è il fatto di non riuscire più a entrare in contatto con me stesso, i miei pensieri e le mie emozioni, quasi che si fosse creata una barriera che mi impedisce di scrutare a fondo nella mia interiorità. Mi confermate che questa è una situazione/un disturbo da cui posso guarire, per cui posso tornare a percepire gli altri e me stesso come un tempo? E nel caso, ritenete sia assolutamente necessario un percorso psicoterapeutico, o questa problematica può anche risolversi spontaneamente nel tempo? Vi ringrazio tantissimo per l'attenzione e rimango in attesa di un vostro gentile riscontro
Buongiorno,
In questi casi è necessario intraprendere un percorso di psicoterapia per comprendere le cause di questa sintomatologia e per imparare a gestirla più efficacemente. Detto questo esiste una piccolissima probabilità che il tutto "scompaia" come per magia ma non affiderei la mia salute mentale ed il mio benessere al caso...
Dott. Marco Cenci
In questi casi è necessario intraprendere un percorso di psicoterapia per comprendere le cause di questa sintomatologia e per imparare a gestirla più efficacemente. Detto questo esiste una piccolissima probabilità che il tutto "scompaia" come per magia ma non affiderei la mia salute mentale ed il mio benessere al caso...
Dott. Marco Cenci
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Buongiorno, come afferma anche il collega qui sopra, è il caso che lei si rivolga a un professionista, uno psicoterapeuta. Con il quale assieme valuterà il percorso da intraprendere. A mio avviso tale situazione può risolversi anche in modo spontaneo, ma ciò non vuol dire che non possa ripresentarsi e magari con modalità non gestibili. Per cui la invito a contattare un collega anche solo per avere un parere e per meglio comprendere la situazione, in quanto con le poche informazioni fornite è difficile sapere con certezza la sua problematica.
La tua situazione di derealizzazione e depersonalizzazione è certamente complessa e coinvolge molteplici aspetti. Dal punto di vista psicologico sistemico-relazionale, è importante considerare che i sintomi dissociativi, come quelli che stai vivendo, possono essere il risultato di interazioni tra vari fattori, inclusi stress ambientali, relazioni significative e esperienze passate, piuttosto che attribuirli a una sola causa.
Iniziando dalla tua esperienza di ansia e dal forte episodio dissociativo che hai vissuto, è chiaro che questo ha attivato una risposta emotiva intensa, creando un circolo vizioso in cui l'ansia alimenta la derealizzazione. Questa reazione è tipica: la mente cerca di proteggersi da esperienze percepite come minacciose, ma può finire per generare un senso di distacco non solo dalla realtà, ma anche da te stesso e dalle tue emozioni.
La sensazione di irrealtà e la difficoltà nel contattare la propria interiorità possono essere viste come una forma di autoconservazione, in cui il disagio emotivo viene “dissociato” per evitare il dolore. È naturalistico sentirsi angosciati da questa condizione, specialmente quando si teme che possa diventare permanente.
In termini di guarigione, esistono molteplici vie possibili. Il tuo desiderio di concentrarti sul presente e sugli stimoli ambientali è un passo importante che può definitivamente aiutarti a “desensibilizzarti”. Tuttavia, è anche fondamentale garantire che le emozioni sottostanti non vengano semplicemente ignorate. Infatti, una comprensione e una gestione adeguata di queste emozioni possono facilitare un processo di guarigione più profondo e duraturo.
A riguardo della terapia, un percorso psicoterapeutico potrebbe rivelarsi estremamente utile. La terapia sistemico-relazionale può fornire uno spazio sicuro in cui esplorare i tuoi sentimenti e le tue esperienze, affrontare l’ansia e identificare eventuali schemi relazionali che possono contribuire ai tuoi sintomi. Inoltre, un terapeuta può aiutarti a sviluppare strategie per affrontare la derealizzazione, fornendo supporto emotivo e strumenti pratici.
In ogni caso, è importante ricordare che il percorso di guarigione è individuale e che molte persone sperimentano miglioramenti significativi attraverso il supporto psicologico. Non è inusuale che la derealizzazione e la depersonalizzazione possano risolversi col tempo, ma avere una guida esperta può rendere quel processo più gestibile e meno angosciante.
Ti incoraggio a considerare l'idea di cercare supporto professionale e a conoscere meglio le dinamiche interiori che stanno influenzando la tua esperienza. Con il giusto supporto, è assolutamente possibile che tu possa tornare a percepire te stesso e il mondo in modo più integrato e autentico.
Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
Iniziando dalla tua esperienza di ansia e dal forte episodio dissociativo che hai vissuto, è chiaro che questo ha attivato una risposta emotiva intensa, creando un circolo vizioso in cui l'ansia alimenta la derealizzazione. Questa reazione è tipica: la mente cerca di proteggersi da esperienze percepite come minacciose, ma può finire per generare un senso di distacco non solo dalla realtà, ma anche da te stesso e dalle tue emozioni.
La sensazione di irrealtà e la difficoltà nel contattare la propria interiorità possono essere viste come una forma di autoconservazione, in cui il disagio emotivo viene “dissociato” per evitare il dolore. È naturalistico sentirsi angosciati da questa condizione, specialmente quando si teme che possa diventare permanente.
In termini di guarigione, esistono molteplici vie possibili. Il tuo desiderio di concentrarti sul presente e sugli stimoli ambientali è un passo importante che può definitivamente aiutarti a “desensibilizzarti”. Tuttavia, è anche fondamentale garantire che le emozioni sottostanti non vengano semplicemente ignorate. Infatti, una comprensione e una gestione adeguata di queste emozioni possono facilitare un processo di guarigione più profondo e duraturo.
A riguardo della terapia, un percorso psicoterapeutico potrebbe rivelarsi estremamente utile. La terapia sistemico-relazionale può fornire uno spazio sicuro in cui esplorare i tuoi sentimenti e le tue esperienze, affrontare l’ansia e identificare eventuali schemi relazionali che possono contribuire ai tuoi sintomi. Inoltre, un terapeuta può aiutarti a sviluppare strategie per affrontare la derealizzazione, fornendo supporto emotivo e strumenti pratici.
In ogni caso, è importante ricordare che il percorso di guarigione è individuale e che molte persone sperimentano miglioramenti significativi attraverso il supporto psicologico. Non è inusuale che la derealizzazione e la depersonalizzazione possano risolversi col tempo, ma avere una guida esperta può rendere quel processo più gestibile e meno angosciante.
Ti incoraggio a considerare l'idea di cercare supporto professionale e a conoscere meglio le dinamiche interiori che stanno influenzando la tua esperienza. Con il giusto supporto, è assolutamente possibile che tu possa tornare a percepire te stesso e il mondo in modo più integrato e autentico.
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Dott. Cordoba
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, le consiglio di rivolgersi ad un medico psichiatra in modo da valutare l'opportunità di una terapia farmacologica che possa far rientrare la sintomatologia che dalla sua descrizione sembrerebbe necessitare di terapia psicologica e farmacologica. Mi capita spesso che dei pazienti facciano autodiagnosi, ma la diagnosi è ad appannaggio esclusivo di noi professionisti. La invito a non avere remore sulle cure, sia psicologiche che farmacologiche. La rassicuro sulla loro transitorietà ma quando è necessario (come credo nel suo caso) vanno assolutamente prese in considerazione. Se si sottoporrà ai protocolli previsti in casi come il suo avrà i miglioramenti sperati e con i suoi terapeuti potrà decidere quando e come allentare le terapie.
Buongiorno,
Mi colpiscono la consapevolezza e la terminologia tecnica con cui descrivi ciò che provi e vivi.
E per certi aspetti mi preoccupano: se non ben canalizzate e gestite, queste consapevolezze e questi saperi, potrebbero essere un boomerang rispetto a ciò che potrebbe essere situazione e non condizione.
Penso di si, sarebbe assai utile un percorso con un professionista che possa accompagnarti nella definizione e nella gestione di ciò che provi.
Mi colpiscono la consapevolezza e la terminologia tecnica con cui descrivi ciò che provi e vivi.
E per certi aspetti mi preoccupano: se non ben canalizzate e gestite, queste consapevolezze e questi saperi, potrebbero essere un boomerang rispetto a ciò che potrebbe essere situazione e non condizione.
Penso di si, sarebbe assai utile un percorso con un professionista che possa accompagnarti nella definizione e nella gestione di ciò che provi.
Gentile utente, mi dispiace tanto per questo periodo di sofferenza, dalle sue parole leggo tanta tristezza. Sicuramente un percorso di supporto psicologico può aiutarla.
Le auguro il meglio!
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Le auguro il meglio!
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Dott. Luca Rochdi
La derealizzazione/depersonalizzazione può essere trattata con successo attraverso interventi psicoterapeutici mirati. È possibile guarire e recuperare la percezione autentica di sé e del mondo esterno. Tuttavia, è consigliabile consultare uno psicoterapeuta per affrontare efficacemente questa condizione e accelerare il processo di recupero. Rimango a disposizione per ulteriori informazioni. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Penso che l'aiuto terapeutico sia necessario in primo luogo per aiutarla a rompere questo circolo vizioso in cui più teme la dissociazione, l'ansia che questa possa ripetersi, la paura di non riuscire a entrare in contatto con le sue emozioni e pensieri, la paura di essere malata... più teme queste cose più questi fantasmi la inseguiranno, nel momento in cui smetterà di fuggire tutto cambierà. Naturalmente non è così facile, ma è il percorso da percorrere.
Gentile Utente, i sintomi dissociativi, scartate le cause organiche sono riconducibile a traumi dell'attaccamento, spesso risalenti all'infanzia e comunque alla propria storia di crescita. Spesso il disturbo nasce dalla non integrazione delle varie parti del proprio Sè. In questi casi una psicoterapia sarebbe proprio d'aiuto, onde integrare tali parti. Bisognerebbe capire qual'è stato il trigger che di recente l'hanno portata a rivivere tali sintomi e se c'è qualche correlazione con il passato. Una vita affettiva soddisfacente che rafforzi la sicurezza a livello relazionale, sarebbe anch'essa d'aiuto. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buonasera,
Capisco quanto possa essere angosciante vivere con uno stato costante di derealizzazione e depersonalizzazione. È importante sapere che non sei solo e che ci sono modi per affrontare e gestire questi sintomi.
La tua fiducia nel concentrarti sul presente e sugli stimoli dell’ambiente circostante è un buon punto di partenza. Tuttavia, è comprensibile che il timore di una situazione irreversibile possa amplificare il disturbo.
È possibile guarire da questa condizione e tornare a percepire il mondo e te stesso come prima. La terapia interazionista potrebbe essere una strada da esplorare, poiché si concentra sulle dinamiche relazionali e può aiutarti a comprendere meglio come le tue interazioni influenzano i tuoi sintomi.
Anche se alcune persone possono vedere un miglioramento spontaneo nel tempo, un percorso psicoterapeutico può offrire un supporto strutturato e strategie specifiche per affrontare e gestire i sintomi. Parlare con un professionista della salute mentale può aiutarti a trovare il percorso più adatto a te.
Rimani fiducioso e continua a cercare il supporto di cui hai bisogno. Con il tempo e le giuste strategie, è possibile migliorare la tua qualità di vita.
Cordialmente, Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Capisco quanto possa essere angosciante vivere con uno stato costante di derealizzazione e depersonalizzazione. È importante sapere che non sei solo e che ci sono modi per affrontare e gestire questi sintomi.
La tua fiducia nel concentrarti sul presente e sugli stimoli dell’ambiente circostante è un buon punto di partenza. Tuttavia, è comprensibile che il timore di una situazione irreversibile possa amplificare il disturbo.
È possibile guarire da questa condizione e tornare a percepire il mondo e te stesso come prima. La terapia interazionista potrebbe essere una strada da esplorare, poiché si concentra sulle dinamiche relazionali e può aiutarti a comprendere meglio come le tue interazioni influenzano i tuoi sintomi.
Anche se alcune persone possono vedere un miglioramento spontaneo nel tempo, un percorso psicoterapeutico può offrire un supporto strutturato e strategie specifiche per affrontare e gestire i sintomi. Parlare con un professionista della salute mentale può aiutarti a trovare il percorso più adatto a te.
Rimani fiducioso e continua a cercare il supporto di cui hai bisogno. Con il tempo e le giuste strategie, è possibile migliorare la tua qualità di vita.
Cordialmente, Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Gentile utente, prima di tutto ti ringrazio per aver condiviso il tuo vissuto. Dalla padronanza linguistica che mostri nel descriverlo, è evidente che hai avuto modo di rifletterci a lungo e che possiedi un buon grado di consapevolezza. Detto questo, mi è impossibile darti una risposta certa sulla sola base delle informazioni che hai condiviso. Bisognerebbe indagare l'evento che ha generato per la prima volta i sintomi, le circostanze che li innescano ed il significato personali di essi. Certamente l'adozione di un approccio "mindful", improntato sul rimanere presenti e disponibili nel loro emergere, può permetterti di familiarizzare con queste sensazioni e disinnescare quella "paura della paura" che altrimenti ingenererebbe un circolo vizioso che andrebbe solo ad aggravare la tua situazione. Non posso inoltre escludere che questi sintomi abbiano una radice più profonda, forse di radice traumatica, a maggior ragione se si considera che essi ti accompagnano fin dalla tenera età. Per cui mi sento di dirti che se questi sintomi costituiscono per te motivo di disagio, non esitare a rivolgerti ad un professionista. Spero di averti dato una risposta utile e rimango a disposizione. Un caro saluto, Dott. Alessandro Pittari
Gentilissimo Salve ,
mi dispiace per quello che sta passando . Io consulterei uno psicoterapeuta . Ho letto che lei parla di episodi presenti da un mese quindi conviene assolutamente prendere in tempo la cosa e parlarne con uno specialista . Lei sembra pieno di risorse da come affronta il problema anche in senso dialettico . Credo che lei si sia documentato sulla questione . Ed è davvero encomiabile ma ora ne parli con un professionista . Resto a disposizione anche online
mi dispiace per quello che sta passando . Io consulterei uno psicoterapeuta . Ho letto che lei parla di episodi presenti da un mese quindi conviene assolutamente prendere in tempo la cosa e parlarne con uno specialista . Lei sembra pieno di risorse da come affronta il problema anche in senso dialettico . Credo che lei si sia documentato sulla questione . Ed è davvero encomiabile ma ora ne parli con un professionista . Resto a disposizione anche online
Gentilissimo,
l'esperienza che sta vivendo è sicuramente molto complessa e delicata, pertanto richiederebbe uno spazio e un tempo dedicati all'approfondimento della sua specifica situazione per individuare risorse e punti di vulnerabilità. Il tutto servirebbe a definire un percorso che mirerebbe al raggiungimento di un equilibrio e di benessere per Lei. Sarebbe opportuno iniziare un percorso terapeutico con un professionista senza escludere la possibilità di lavorare in squadra con altre figure professionali mediche specializzate come un medico psichiatra per poter avere un prospetto completo della sua condizione e poter lavorare con tutte le energie possibili per l'obiettivo sopra descritto, sicuramente raggiungibile ma mettendo in atto azioni terapeutiche idonee.
In alternativa potrebbe parlarne con il suo medico di base che sicuramente potrebbe indicarle figure o servizi territoriali idonei per rispondere a pieno alla sua richiesta di benessere. In quest'ultimo caso, diventa essenziale una conoscenza specifica del suo territorio di residenza.
Resto a disposizione per una consulenza se ritiene.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Maria Ciaramella
l'esperienza che sta vivendo è sicuramente molto complessa e delicata, pertanto richiederebbe uno spazio e un tempo dedicati all'approfondimento della sua specifica situazione per individuare risorse e punti di vulnerabilità. Il tutto servirebbe a definire un percorso che mirerebbe al raggiungimento di un equilibrio e di benessere per Lei. Sarebbe opportuno iniziare un percorso terapeutico con un professionista senza escludere la possibilità di lavorare in squadra con altre figure professionali mediche specializzate come un medico psichiatra per poter avere un prospetto completo della sua condizione e poter lavorare con tutte le energie possibili per l'obiettivo sopra descritto, sicuramente raggiungibile ma mettendo in atto azioni terapeutiche idonee.
In alternativa potrebbe parlarne con il suo medico di base che sicuramente potrebbe indicarle figure o servizi territoriali idonei per rispondere a pieno alla sua richiesta di benessere. In quest'ultimo caso, diventa essenziale una conoscenza specifica del suo territorio di residenza.
Resto a disposizione per una consulenza se ritiene.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Maria Ciaramella
Buon pomeriggio caro ansioso,
per prassi una visita psichiatra aggiunge arricchisce la comprensione di te stesso, dopodiché puoi ambire a stare meglio e in questo un percorso terapeutico può esserti utile.
Se desideri affrontare ciò che ti angoscia, contattami.
Un caro saluto
Dott. Claudio Cianci
per prassi una visita psichiatra aggiunge arricchisce la comprensione di te stesso, dopodiché puoi ambire a stare meglio e in questo un percorso terapeutico può esserti utile.
Se desideri affrontare ciò che ti angoscia, contattami.
Un caro saluto
Dott. Claudio Cianci
Salve, è q lodevole l'impegno.che lei mette nella gestione di una sintomatologia cosi ricca. Tuttavia l'evitamento attivo di una psicoterapia potrebbe non aiutarla.
Si metta nelle mani di un collega, trattici traumi con la terapia corporea di stampo bioenergetico e tocchi con mano l'entità degli stessi, imparando cosi a dare il giusto peso anche alla sintomatologia.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Si metta nelle mani di un collega, trattici traumi con la terapia corporea di stampo bioenergetico e tocchi con mano l'entità degli stessi, imparando cosi a dare il giusto peso anche alla sintomatologia.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentilissimo,
come hanno già comunicato i miei colleghi, un percorso psicoterapeutico è essenziale se non fondamentale per poter riuscire a sentire di avere contatto con se stesso e con la realtà. L'incontro con uno specialista permetterà di comprendere se vi sia la necessità di altri percorsi che possano aiutarla, come un percorso parallelo con uno psichiatra. Questo proprio perché i sintomi e le sensazioni descritte possono avere un forte impatto nella vita quotidiana. E' essenziale in questo caso comprendere sia i motivi per cui nascono certi episodi, cosa e come si vivono e soprattutto cosa può essere fatto per poterle dare sollievo. Per la prognosi è difficile dare delle tempistiche o certezze, dipende sempre dall'impegno nella terapia (sia che sia psicoterapeutica o farmacoterapeutica) e da altri numerosi fattori, tra cui la relazione col proprio psicoterapeuta, gli stimoli esterni o altre possibili difficoltà che possono emergere dalla terapia (es. ansia).
Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
come hanno già comunicato i miei colleghi, un percorso psicoterapeutico è essenziale se non fondamentale per poter riuscire a sentire di avere contatto con se stesso e con la realtà. L'incontro con uno specialista permetterà di comprendere se vi sia la necessità di altri percorsi che possano aiutarla, come un percorso parallelo con uno psichiatra. Questo proprio perché i sintomi e le sensazioni descritte possono avere un forte impatto nella vita quotidiana. E' essenziale in questo caso comprendere sia i motivi per cui nascono certi episodi, cosa e come si vivono e soprattutto cosa può essere fatto per poterle dare sollievo. Per la prognosi è difficile dare delle tempistiche o certezze, dipende sempre dall'impegno nella terapia (sia che sia psicoterapeutica o farmacoterapeutica) e da altri numerosi fattori, tra cui la relazione col proprio psicoterapeuta, gli stimoli esterni o altre possibili difficoltà che possono emergere dalla terapia (es. ansia).
Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
Gentile utente, circa la significativa e complessa situazione da lei descritta, per la quale è difficile in questa fase prevedere una regressione o remissione sintomatologica, è raccomandabile rivolgersi ad uno psichiatra, usufruendo al contempo del supporto di uno psicoterapeuta.
Rimango a disposizione qualora desiderasse svolgere una consulenza online o essere ricevuto in studio.
Cordialmente MDL
Rimango a disposizione qualora desiderasse svolgere una consulenza online o essere ricevuto in studio.
Cordialmente MDL
Buonasera,
È importante sapere che non è solo in questa esperienza e che ci sono modi per affrontarla e superarla.
Prima di tutto, è fondamentale sottolineare l’importanza di consultare uno psichiatra, il quale può valutare se sia necessario un trattamento farmacologico per alleviare i sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione. I farmaci possono essere un supporto efficace nel ridurre l’ansia e migliorare il benessere generale, permettendo di affrontare meglio la terapia psicologica.
Capisco quanto possa essere angosciante e destabilizzante vivere in uno stato di derealizzazione e depersonalizzazione costante. La derealizzazione e la depersonalizzazione sono spesso reazioni del nostro cervello a situazioni di stress o ansia estrema. Sono meccanismi di difesa che, sebbene sgradevoli, non sono pericolosi di per sé. È importante ricordare che queste sensazioni, per quanto intense, non indicano una perdita di contatto con la realtà.
Molte persone che sperimentano questi disturbi riescono a recuperare e tornare a una percezione normale del mondo e di sé stessi. La chiave è spesso trovare il modo di ridurre l’ansia e lo stress che alimentano questi stati dissociativi. Concentrarsi sul presente e sugli stimoli dell’ambiente circostante è una buona strategia. Tecniche di grounding, come focalizzarsi su oggetti tangibili o su sensazioni fisiche, possono aiutare a riportare la mente al momento presente.
Sebbene alcune persone possano vedere un miglioramento spontaneo, un percorso psicoterapeutico può essere molto utile. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è spesso efficace nel trattare i disturbi dissociativi, aiutando a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti che alimentano l’ansia. Cercare di non monitorare costantemente il proprio stato mentale può essere utile. Più ci si concentra sui sintomi, più questi possono sembrare intensi. Cercare di impegnarsi in attività che si trovano piacevoli e coinvolgenti può aiutare a distogliere l’attenzione dai sintomi.
Parlare con uno psicologo o uno psichiatra può fornire ulteriori strumenti e strategie per gestire e superare questi stati. Non esiti a cercare aiuto professionale, che può offrire un supporto personalizzato e continuo. Ricordi che non è solo in questa esperienza e che ci sono risorse e persone pronte ad aiutarla. La sua determinazione a cercare una soluzione è già un passo importante verso la guarigione. Se ha ulteriori domande o ha bisogno di parlare, non esiti a chiedere. Siamo qui per supportarla.
Dott Andrea Boggero
È importante sapere che non è solo in questa esperienza e che ci sono modi per affrontarla e superarla.
Prima di tutto, è fondamentale sottolineare l’importanza di consultare uno psichiatra, il quale può valutare se sia necessario un trattamento farmacologico per alleviare i sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione. I farmaci possono essere un supporto efficace nel ridurre l’ansia e migliorare il benessere generale, permettendo di affrontare meglio la terapia psicologica.
Capisco quanto possa essere angosciante e destabilizzante vivere in uno stato di derealizzazione e depersonalizzazione costante. La derealizzazione e la depersonalizzazione sono spesso reazioni del nostro cervello a situazioni di stress o ansia estrema. Sono meccanismi di difesa che, sebbene sgradevoli, non sono pericolosi di per sé. È importante ricordare che queste sensazioni, per quanto intense, non indicano una perdita di contatto con la realtà.
Molte persone che sperimentano questi disturbi riescono a recuperare e tornare a una percezione normale del mondo e di sé stessi. La chiave è spesso trovare il modo di ridurre l’ansia e lo stress che alimentano questi stati dissociativi. Concentrarsi sul presente e sugli stimoli dell’ambiente circostante è una buona strategia. Tecniche di grounding, come focalizzarsi su oggetti tangibili o su sensazioni fisiche, possono aiutare a riportare la mente al momento presente.
Sebbene alcune persone possano vedere un miglioramento spontaneo, un percorso psicoterapeutico può essere molto utile. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è spesso efficace nel trattare i disturbi dissociativi, aiutando a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti che alimentano l’ansia. Cercare di non monitorare costantemente il proprio stato mentale può essere utile. Più ci si concentra sui sintomi, più questi possono sembrare intensi. Cercare di impegnarsi in attività che si trovano piacevoli e coinvolgenti può aiutare a distogliere l’attenzione dai sintomi.
Parlare con uno psicologo o uno psichiatra può fornire ulteriori strumenti e strategie per gestire e superare questi stati. Non esiti a cercare aiuto professionale, che può offrire un supporto personalizzato e continuo. Ricordi che non è solo in questa esperienza e che ci sono risorse e persone pronte ad aiutarla. La sua determinazione a cercare una soluzione è già un passo importante verso la guarigione. Se ha ulteriori domande o ha bisogno di parlare, non esiti a chiedere. Siamo qui per supportarla.
Dott Andrea Boggero
Buona sera, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Si percepisce che questa situazione sia molto angosciante per te ed è comprensibile perché è come se ci fosse una sorta di filtro che ti impedisce di entrare realmente in contatto con la realtà esterna e quindi questo può preoccupare molto.
Dalle informazioni che hai scritto, è difficile riuscire a fare prognosi perché servirebbe una visione più ampia e approfondita. Sicuramente un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarti intanto ad approfondire cosa stia succedendo e ad analizzare meglio questi fenomeni di derealizzazione/depersonalizzazione (esempio: ci sono situazioni specifiche in cui avvengono? ecc) ed eventualmente lavorarci sopra. Il tutto in un contesto di accoglienza e di protezione.
Spero di esserti stato d'aiuto.
Un caro saluto. Carmelo Pacino.
Dalle informazioni che hai scritto, è difficile riuscire a fare prognosi perché servirebbe una visione più ampia e approfondita. Sicuramente un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarti intanto ad approfondire cosa stia succedendo e ad analizzare meglio questi fenomeni di derealizzazione/depersonalizzazione (esempio: ci sono situazioni specifiche in cui avvengono? ecc) ed eventualmente lavorarci sopra. Il tutto in un contesto di accoglienza e di protezione.
Spero di esserti stato d'aiuto.
Un caro saluto. Carmelo Pacino.
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