Buonasera, chiedo una cortesia. Convivo da 10 anni con la mia compagna, stiamo assieme da 19 anni. A

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Buonasera, chiedo una cortesia. Convivo da 10 anni con la mia compagna, stiamo assieme da 19 anni. All'epoca pur avendo difficoltà oggettive, mi spinse a seguirla fuori regione per iniziare a vivere assieme. Lavorando con mio padre, tra l'incudine e il martello ho dato priorità a lei perché effettivamente avevo voglia di condividere con lei la vita. La sua formula però era, o sali o ci lasciamo. Ci siamo aiutati a vicenda fino a che non ci siamo stabilizzati entrambi. Da quando ci siamo stabilizzati sono iniziati i problemi e anziché approfittarne per goderci la vita, puntualmente scoppiano crisi (sue).
La domanda riguarda le modalità con cui avvengono, ovvero non mi sembrano proprio con un filo logico.

Ovvero, tre anni fa fece una cavolata grave ma dal mio pt di vista non da compromettere il rapporto (qualcun altro lo avrebbe fatto) lei quando si accorse che me ne fossi accorto sgranò gli occhi e andò subito nel panico nonostante non le avessi detto assolutamente nulla. Bene, di li a qualche giorno iniziò a crollare letteralmente (a livello da fare cose strane che non aveva mai fatto prima, stavo per chiamare l'ambulanza a un certo punto per le crisi isteriche che aveva senza motivo) lamentarsi che tra noi era finita che dovevo sloggiare e più cercavo di farla ragionare più lei si imbestialiva, manco fossi stato io a fare quella cavolata, manco l'avessi aggredita per quello che aveva fatto. Non so come, le ho fatto capire quanto fosse importante per me, lei si è allontanata io l'ho lasciata stare poi è tornata a chiedermi io come stessi e da li un po' alla volta ci siamo riavvicinati. C'è da dire che prima che accadesse la cavolata lei stava vivendo un periodo buio per via di un problema serio di salute, poi risoltosi.
Tre anni tranquilli, certo il rapporto non è tornato totalmente quello di prima ma abbiamo viaggiato, lei iniziava a riabbracciarmi, ci organizzavamo le.nostre cenette in casa, farci foto sorridenti, le chiedevo se sentiva qualcosa per me e mi rispondeva positivamente e via dicendo.
Importante, dutante questa fase lei continuava a sostenere che, pur non essendoci mai separati con le case, lei in quel periodo mi avesse lasciato, come per lei fosse di vitale importanza questo aspetto.. poco importa se siamo stati sotto allo stesso tetto nel frattempo e ci continuavamo a parlare e trattate.

Poi a gennaio è finita una sua collega e amica, persona squisita, gia sapevo che sarebbe ricrollata e ho cercato di starle molto vicino e di assecondare anche cose che faceva e mi sembravano un po' fuori luogo... Fino a che dopo alcuni mesi durante un viaggio di piacere, mentre ci organizzavamo sul da darsi il giorno dopo lei continuava intenta a chattare (mi era accanto e potevo scrutare), dopo due tre volte che le chiedo di darmi retta le chiedo con chi stesse chattando di così importante da non rispondermi e alla sua risposta senza manco guardarmi "fatti i c.. tuoi non sono cose che ti riguardano!" , mi spazientisco le dico che il viaggio l'avevo organizzato per noi due non per stare da solo, me ne torno in albergo innervosito, lei mi segue, una volta dentro lei inizia a dirmi che IO AVEVO RAGIONE ad esserci rimasto male, inizia a piangere sebbene non l'avessi crocifissa, sicuramente ero disgustato dalla situazione e facevo valere le mie ragioni sul fatto che non sono risposte da dare e che poi era un viaggio organizzato per far distrarre lei...
Bene, terminiamo alcuni giorni la vacanza, torniamo a casa, durante tale periodo lei non emanava gioia e felicità ma parlavamo tranquillamente come se avessimo messo alle spalle l'accaduto. Appena mette piede a casa dei genitori si trasforma e si distacca totalmente.. mi liquida per farmi tornare a casa mia.. e inizia a vavillare nuovamente ripetendo.frasi sentite tre anni prima, dicendomi che tra noi era finita e che dovevo fare la valigie e trovarmi altra sistemazione! Dopo 20 minuti di confronto i genitori mortificati, io lascio la stanza dopo che mi rinadisce tante volte che tra noi era finita, poi lei mi rincorre per non farmi andar via e mi riporta nella stanza col motivo "dobbiamo parlare"... e di cosa???
Fatto sta che ho deciso di lasciare veramente l'abitazione perché nemmeno io sto più bene con tutto il bene che posso volerle e la comprensione dei suoi momenti di difficoltà che peraltro.sono.anche i miei visto che è la mia compagna, anzi proprio perché le voglio bene preferisco lasciarla tranquilla con se stessa.
Io questa volta mi sento molto più lucido, non sto soffrendo come anni fa pur ovviamente dispiaciuto per come sono trattato e per quanto.credessi al nostro "noi".. sono consapevole.. e capisco che il problema fino a un certo punto è mio, ovvero che finché non corregge lei questa modalità comportamentale (con l'aiuto di uno specialista) io poco ci posso fare. Lei ha detto di voler fare terapia e spero per il suo bene che lo farà.

Ma quale meccanismo scatta in queste occasioni in cui chi commette una cavolata, lo riconosce ma poi a distanza di qualche giorno tenta di ribaltare la frittata come se la cavolata l'avesse fatta il partner, fino al punto da liquidarlo senza pietà?

Ps. Dopo avermi lasciato io non l'ho più cercata anche per farla tranquillizzare, lei però ogni tot di giorni mi scrive per rinnovarmi l'abbandono in pratica, e per trovare un appiglio per scrivermi e discutere per poi dirmi che non vuole discussioni come fossi io il portatore di discussioni. Ovviamente mi scrive in modo telegrammatico per farmi avvertire il distacco (e già questo dice tanto di come sta) come se stesse parlando con un nemico, come se le avessi ucciso il cane o messo le corna e fatta soffrire.. quando persino la madre dinanzi a lei ha ammesso che in questi anni la figlia le raccontava che io ero molto migliorato, ero molto affettuoso ed empatico nei suoi confronti. E meno male...
Sicuramente la compagna ha bisogno di un percorso psicoterapeutico con lo specialista. Il problema può avere radici profonde e remote.
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve! Il momento che sta attraversando, sicuramente, non è facile a livello emotivo, a volte, volere bene qualcuno non vuol dire riuscire ad aiutarlo o confortarlo. La sua campagna dovrebbe fare un percorso terapeutico e lei prendersi uno spazio proprio per capire meglio quali sono i suoi sentimenti. un abbraccio.
Buongiorno, sono dispiaciuta per la situazione. Credo la sua compagna abbia bisogno di fare un lavoro terapeutico, di autoriflessione profonda dove temi importanti saranno riconoscere le proprie responsabilità e i motivi delle proprie azioni, capire cosa le scatta e le radici del suo bisogno talora impellente di allontanarsi o divenire astiosa. Ci sono dei meccanismi di difesa inconsci, come ad esempio la proiezione, che scattano e portano la persona a volte ad agire impulsivamente e scaricare le colpe sull'altro. La sua compagna ha provato a spiegarle almeno in parte il perchè di questo suo bisogno di staccare? Questo potrebbe aiutare anche lei a conoscerla meglio e capire delle cose anche su di voi e su di sè; infine, cosa molto importante, a fare le sue valutazioni sulle possibilità reali che questa relazione possa avere un esito favorevole.
Gentile utente, dal suo racconto si evince una relazione sentimentale immatura, dove c'è poca riflessione sulle dinamiche di coppia. Nel post crisi, la sua compagna non le ha mai spiegato cosa le accade, quali sono i suoi pensieri, emozioni, bisogni che la spingono ad attuare certi comportamenti, e credo che neanche lei si è posto tali domande, se non a fine relazione. Purtroppo i viaggi non sono una terapia di coppia e neanche una psicoterapia individuale, i problemi vi seguono ovunque voi andiate. Sicuramente le farà bene il distacco da questa donna, in modo da poter ritrovare la sua lucidità mettendo se stesso al primo posto. Le auguro buone cose. Cordiali saluti, dott.ssa Emanuela Chiodi.
Gentilissimo, da ciò che evinco da questo post (non voglio scadere nell'interpretazione, ma è proprio ciò che si osserva) noto una riflessione un po' caotica sulle dinamiche della coppia. Credo che un eventuale percorso psicologico farebbe bene sì alla moglie, ma forse - mi permetto di dire - anche a lei, ho l'impressione che si porti dentro tante cose, che forse necessitano un ordine o una rilettura.
Le auguro di star meglio, Cordiali Saluti
Paolo Mirri
Gentile utente, mi dispiace per la sua situazione e per l'impatto che sta avendo sulla vostra serenità. Da ciò che riporta, pur non avendo pretesa d'oggettività e completezza, emerge un senso di confusione nelle dinamiche di coppia e nel comprendere e vivere i sentimenti verso la sua compagna. Un percorso psicologico, individuale e/o di coppia, potrebbe giovare a entrambi, così da trovare o ri-trovare una dimensione di unione e condivisione. Le auguro buona fortuna
Gentile utente, da quello che ci racconta la sua (ex) compagna potrebbe sicuramente beneficiare di un percorso di psicoterapia, ma credo che anche a lei potrebbe essere utile per capire meglio alcune dinamiche di coppia e sue personali.
Un grande in bocca al lupo per tutto.
Dott.ssa Emanuela Graziano
Gentile utente, grazie per aver con noi condiviso la sua situazione...
Partiamo da un presupposto fondamentale: le persone, non cambiano!
Non si va in terapia per cambiare sé stessi; al massimo ci si va per imparare a conoscersi più a fondo, per esplorare altri lati di sé...
Da quello che ci racconta, questa donna ha degli atteggiamenti molto particolari, dietro i quali è difficile poter correre...
Io le consiglierei di valutare l'idea di un percorso psicoterapeutico, per prendersi cura di sé in un modo che forse, in questi anni, non ha mai fatto, proprio perché ha anteposto alla sua persona, le esigenze della sua ex compagna.
Spero di averle dato qualche spunto di riflessione.
Rimango a disposizione, anche online
Cordialmente, Dr. E. Nola
Buongiorno, al di là della sua compagna nei confronti della quale mi pare fuori luogo parlarne da parte mia visto che non la conosco, io mi concentrerei su di lei e sul fatto che si è coinvolto in una relazione “tossica” per così dire. Certo che in questa chat non si possono dettagliare i discorsi, perciò, se crede, può tranquillamente contattarmi per approfondire la situazione.
Cordiali saluti.
Dr Elena Santomartino
Salve, racconto complesso e ovviamente pieno di dettagli da approfondire. Credo che un percorso terapeutico sia la strada migliore e forse dovreste discutere la possibilità di una terapia di coppia che consentirà di analizzare con attenzioni le dinamiche che si sono innestate tempo fa nella vostra relazione e che vi hanno condotto al doloroso distacco. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve, ho letto con interesse ed empatia il suo messaggio. Mi arriva il bisogno di confronto attraverso il quale possa ascoltare i suoi bisogni e dare voce alla sofferenza che queste modalità relazionali fanno nascere in lei al fine di scegliere come muoversi anche all'interno della relazione. Cordiali saluti. Sara Genny Chinnici
Gentile Utente,
dalle sue parole emerge la sofferenza e le difficoltà che sta vivendo e che ha vissuto per anni. Le dinamiche instauratesi tra lei e la sua compagna paiono avere radici profonde. Un percorso terapeutico che la possa aiutare ad elaborare quanto accaduto in questi anni potrebbe sicuramente giovarle.
Per quanto concerne la sua compagna l'unico vero aiuto che può darle e quello di consigliarle di iniziare anche lei un percorso psicoterapico in cui affrontare le sue difficoltà.
Cordiali saluti, Dott.ssa Ramona Borla
Buona sera, dalla sua scrittura si evince l'urgenza e l'angoscia di trovare una soluzione a questa relazione così difficile ed ambivalente, non essendo qui la sua compagna ma lei, la esorto a confrontarsi con un professionista per aiutarla a prendere la decisone più utile per se stesso e gestire meglio questa relazione così complessa che evidentemente non ancora del tutto finita. Resto a sua disposizione. Un caro saluto.
Salve, sicuramente la sua compagna ha bisogno di aiuto per fare chiarezza nei suoi vissuti . Anche lei probabilmente in questa fase avrebbe bisogno di un supporto psicologico per vedere con maggiore lucidità e amor proprio quanto male la situazione la fa stare. In attesa che la sua compagna risolva i suoi problemi, per non sentirsi solo, si faccia aiutare anche lei.
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Salve, il suo dispiacere e un senso di confusione emergono dalla sua dettagliata lettera. Anche il suo amore per questa donna dopo una lunga storia. Fa bene a prendere un attimo le distanze, servono ad entrambi. A lei sicuramente per rimettere in ordine le idee e ritrovare lucidità. Credo che una terapia di coppia potrebbe esservi utile, non con l'obiettivo di tornare necessariamente insieme, ma per capire a che punto state l'uno verso l'altro, che cosa vi va bene dell'altro e cosa non. Se la sua compagna non fosse d'accordo, potrebbe fare lei una terapia di supporto, confidando che anche la sua compagna la stia facendo. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno.

Quello che descrive potrebbe indicare una dinamica di proiezione e di auto-protezione che la sua compagna mette in atto. La proiezione avviene quando una persona ha difficoltà a gestire emozioni come il senso di colpa o la vergogna, e di conseguenza tende a proiettare queste emozioni sull'altro, quasi come un meccanismo difensivo per alleggerire il proprio carico emotivo. È possibile che quando la sua compagna si trovi di fronte a situazioni che percepisce come minacce, anche inconsciamente, cerchi di "ribaltare la frittata" per evitare di affrontare il suo stesso disagio o la propria responsabilità.

Le crisi che descrive sembrano emergere nei momenti in cui potrebbe sentirsi vulnerabile o percepire un fallimento personale, come il tradimento della vostra fiducia o la perdita della collega. Questi eventi sembrano innescare una risposta molto intensa, caratterizzata da distacco emotivo, comportamento difensivo e tentativi di allontanare chi le sta vicino. È come se, sentendosi sotto pressione o in colpa, preferisse allontanare le persone che ama per evitare il dolore della consapevolezza di averle ferite.

L'altro aspetto che emerge è la sua tendenza a voler "liquidare" la relazione, come se la fine del rapporto fosse una soluzione per gestire il proprio malessere o la propria difficoltà emotiva. Questo comportamento potrebbe anche essere legato alla paura di essere abbandonata o di sentirsi insufficiente, e quindi decide di anticipare l'abbandono per sentirsi in controllo. In questi momenti, la sua compagna sembra essere spinta da un impulso a difendersi emotivamente, anche se ciò significa allontanare qualcuno che ama.

Dal suo racconto emerge anche che lei ha fatto moltissimo per mantenere la relazione, mostrando pazienza, empatia e comprensione. Ha cercato di supportarla e di restare vicino anche nei momenti più difficili, ma è importante che consideri anche il suo benessere. Vivere costantemente in una situazione di incertezza, cercando di capire come "non far scattare" una crisi, può essere emotivamente logorante. E il fatto che ora si senta più lucido e consapevole di cosa non può fare per cambiare la situazione indica una sua maturità e un senso di protezione verso se stesso.

La sua scelta di lasciare l'abitazione e di permettere alla sua compagna di fare il suo percorso, anche con l'aiuto di uno specialista, sembra essere una decisione equilibrata. È chiaro che lei tiene ancora molto alla sua compagna, ma si rende anche conto che non può essere l'unico a portare il peso della relazione. È essenziale che anche lei si assuma la responsabilità del suo benessere e lavori sui propri problemi.

Per quanto riguarda i messaggi che le manda, potrebbero essere un segnale del suo stato di confusione e di conflitto interno. È come se, da un lato, volesse confermare la separazione per sentirsi autonoma, ma dall'altro cercasse un contatto, anche se indirettamente, perché non riesce a lasciar andare del tutto la relazione.

Il mio consiglio è di mantenere una certa distanza per il suo benessere, soprattutto fino a quando la sua compagna non mostrerà un impegno reale e costante nella terapia. Potrebbe essere utile anche per lei parlare con un professionista, per elaborare questa esperienza e capire come gestire al meglio il suo percorso, indipendentemente dalle scelte della sua compagna.

Le auguro di trovare la serenità che merita, sia nella relazione con la sua compagna, se possibile, sia, eventualmente, in un nuovo percorso che possa offrirle maggiore stabilità e felicità.

d.ssa Raileanu

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