Buonasera, Chiedo un consiglio sto per terminare la mia psicoanalisi, sarebbe dovuta terminare il 1

18 risposte
Buonasera,
Chiedo un consiglio sto per terminare la mia psicoanalisi, sarebbe dovuta terminare il 14 ottobre di quest’anno dopo 10 anni. Mi sono sempre trovata bene con il mio psicoanalista (ovviamente con i su e giù emotivi tipici si un’analisi). Ho deciso di prorogare la fine dell’analisi - d’accordo con l’analisi a - in quanto i primi di agosto mio marito dopo 19 anni di matrimonio ha messo tutto in discussione - una vera e propria crisi - che stiamo cercando di affrontare. Mio marito ha sempre affermato in questi due mesi che la crisi non sia dovuta all’interesse nei confronti di un’ altra donna, ma più che altro per problemi nostri emotivi che non abbiamo affrontato e lo hanno portato a perdere passione in me e nel nostro rapporto. In questo momento ci siamo rivolti a una terapista di coppia. Io da subito avevo chiesto al mio analista se conoscesse qualcuno, se poteva indicarmi qualcuno a cui rivolgermi ma mi ha detto che non facendo parte del suo orientamento terapeutico la terapia di coppia non sapeva a chi indirizzarmi, pertanto ci siamo organizzati in autonomia. Ora il mio problema riguarda il fatto che il mio psicoanalista non mi sta aiutando per nulla, continua a insistere sull’atteggiamento contraddittorio di mio marito, orienta sempre il discorso sulla possibilità che pensi ad altre donne (grazie lo so da sola!) e oggi in più mi chiedeva se in caso di separazione anche non avendo figli mio marito si debba prendere cura a livello economico di me (che guadagno meno di mio marito). A parte che fare illazioni sull’atteggiamento di mio marito senza conoscerlo e senza che sia lui sul lettino in analisi non mi sembra molto utile inoltre non mi sembra utile porre domande su una possibile separazione quando sto raccontando che stiamo cercando di recuperare il nostro rapporto. Domanda dovrei terminare la mia analisi come prestabilito a metà ottobre oppure questo atteggiamento dell’’analista è funzionale a qualcosa?
Ringrazio tutti per l’attenzione.
Salve, mi spiace molto per la situazione che si è creata con suo marito e per il blocco che sta avvenendo nel suo percorso di analisi.
Credo che sia meglio separare i due setting e comunque esporre al suo terapeuta i suoi pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione possa essere utile per trovare nuovi spunti su cui poter riflettere.
Cordialmente, dott FDL

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Salve. Esprima al suo analista i dubbi che sta esprimendo qui, in modo chiaro.
Le servirà a non lasciare le cose in sospeso e ad agire con chiarezza. Distinti saluti
Salve, si confronti direttamente con il suo terapeuta, vedrà che troverà le risposte che cerca. Dopo dirci anni di terapia sicuramente avrete un confronto costruttivo e funzionale.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, può essere utile confrontarsi con il suo terapeuta in merito ai suoi pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione che riferisce.
Cordiali saluti. Dott.ssa FM
Gent.ma, concludere una analisi può essere emotivamente significativo. Non è davvero possibile entrare nel merito di un’esperienza analitica, pertanto qualsiasi suggerimento risulterebbe fuorviante. Sarebbe molto più opportuno riuscisse a comunicare questi suoi pensieri e sentimenti in seduta. Il suo scritto evoca però la complessità che un rapporto analitico porta con sé anche nel momento della sua conclusione. E a questo proposito sembra che la separazione (reale, temuta o fantasticata) sia nell’aria e sembra coinvolgere tanto la separazione-prosecuzione del rapporto con l’analista (con la prospettiva di fine dell’analisi), quanto il suo riferimento ad una sua separazione-prosecuzione del rapporto col marito: esperienze che sembrano intrecciarsi e connotarsi per una loro ambivalenza affettiva che può essere oggetto di analisi, comprensione e trasformazione al pari di altre esperienze. SG
Gentile, ho letto con interesse e partecipazione il suo scritto. La conclusione di una terapia, per di più pluriennale, è un momento difficile ed emotivamente carico, sia per il paziente sia - talvolta - per l'analista. Tenderei a tenere in seria considerazione il suo percepito, ovvero l'idea che il suo analista stia agendo comportamenti poco utili al suo benessere, a quello della sua copia oltre che poco comprensibili. Ne parli con lui. Come spesso dico ai miei pazienti, ogni percorso ha senso fintanto che la motivazione del paziente resta elevata. Forse il poterne parlare e le sensazioni che questo dialogo le porteranno potrebbero essere chiarificatorie. Un caro saluto. SR
Buonasera Gentile Utente, credo che dovrebbe parlare chiaramente col suo analista ed esporgli le sue perplessità. La decisione di interrompere l'analisi spetta solamente a lei, non posso esprimermi in tal senso. Cordialmente, dott. Simeoni.
Buongiorno,comprendo la sua sofferenza,si stanno svolgendo due separazioni difficili e in questa fase la crisi si svolge su due fronti con il marito e con l analista.Questa situazione va senz' altro affrontata con il suo analista questi dubbi e questi risentimenti devono essere trattati,Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Gentile Signora gli elementi che condivide non sono molti e non permetto delle valutazioni che in ogni caso si baserebbero su pochi dati anche se onestamente si potrebbero azzardare delle ipotesi. Diversamente lei ha una rapporto di lavoro con un professionista che ha una conoscenza molto approfondita delle sue dinamiche. Pertanto è sicuramente molto utile affrontare questo tema con il suo analista anche in relazione al fatto che state valutando la fine di un lavoro molto importante. Un cordiale saluto
Gentile Signora, dalle sue parole si evince la difficoltà che sta vivendo e tutti i dubbi in merito alla terapia e soprattutto al rapporto terapeutico. Credo sia opportuno si confronti con il suo analista ed esprima tutto il suo vissuto per poter dare un senso a quello che sta accadendo. Cordiali saluti
Buonasera, mi dispiace per il delicato e difficile periodo che sta vivendo.
Proprio perché le emozioni che vive sono molte ed intense e il momento stressante, mi sento di consigliarle di parlare apertamente con il suo analista. Dirgli tutto quello che ha scritto qui, dirgli anche che ha sentito il bisogno di scrivere per cercare suggerimenti ed indicazioni. Parlare insieme di ciò che lei sta provando e che sta accadendo in analisi, la aiuterà sicuramente a vivere meglio il rapporto analitico, soprattutto se si sta avvicinando alla fine, e a fare chiarezza.
Un caro saluto, Dott.ssa Alice Carbone
Buonasera, non immagini quante ipotesi avrei per ciò che ho letto. Due relazioni che durano da anni, non so quanto tempo quella con suo marito, che sono per una in chiusura per l'altra in trasformazione e lei che sta guardando già oltre. Si!perché se ha posto la domanda su una piattaforma di psicoterapeuti penso che il significato potrebbe essere che dentro di lei qualcosa "si muove". Mi rendo a disposizione per continuare a condivere con lei alcune ipotesi. Saluti a presto.
Buonasera, sicuramente il rimando del suo analista ha precise indicazioni, dove sarebbe buona norma dipanare insieme a lui. Un caro saluto

MT
Cara donna,

la psicanalisi è un percorso di psicoterapia individuale volto a risolvere problematiche prettamente personali e nel suo caso potrà molto probabilmente terminare ad ottobre perché gli obiettivi prefigurati col suo analista saranno stati raggiunti. Ad oggi lei si ritrova a dover fronteggiare un problema con suo marito che richiede uno specialista di tipo diverso. Gli psicoterapeuti sistemico-relazionali sono le figure più indicate a poter prendere in carico problematiche di coppia. E’ la coppia che si mira a far funzionare in una terapia di coppia.
In terapia di coppia avreste la possibilità di contattare le vostre autentiche emozioni e i vostri profondi bisogni affettivi (spesso frustrati). Ciò viene facilitato dal fatto di trovarsi in un ambiente riservato e protetto che è quello appunto della psicoterapia di coppia.
Durante il percorso psicoterapeutico potreste accorgervi gradualmente che i comportamenti distruttivi sono il risultato di emozioni e di bisogni non riconosciuti né soddisfatti.
Potreste rendervi conto di non essere mai riusciti ad esprimere ciò che profondamente vi interessa. Ed avreste la possibilità, qualora lo desideriate e sareste pronti ad impegnarvi, di apprendere nuove modalità di comunicare e di prendersi cura dei bisogni emotivi di entrambi. Potrebbe aiutarvi a trovare un nuovo equilibrio e consentirvi di stare ancora insieme.
Nella speranza di aver orientato con queste poche righe la domanda di cui si è fatta portatrice.

Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
Gentile utente, difficile darle una risposta in merito alla scelta operata dal suo analista. Credo che sia opportuno portare i suoi dubbi al diretto interessato anche solo per onorare la conoscenza di dieci anni trascorsi insieme. Rimane il dato di fatto che se non si sente accettata e compresa è necessario parlarne perchè ciò inficia il processo di cura.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Provi a portare i suoi dubbi all'analista che la segue, cercando di dare un senso insieme. Indubbiamente, ogni separazione, non solo quella di coppia è una fase a volte difficile, a volte complicata da elaborare. Cordialmente, dott.ssa Giakoumi Alexandra
Buonasera, sicuramenre la base di un percorso terapeutico è la fiducia tra professionista e paziente, per questo le consiglio di confrontarsi direttamente con il suo analista, gli confidi i suoi dubbi in modo da trovare la risposta insieme sul proseguire o meno il vostro percorso.
gentilissima, d'accordo con i colleghi le rimando anche io la necessità di un confronto autentico con il suo analista. Ciò è importante anche perché potrebbe essere un'occasione preziosa per lei di comunicare apertamente i suoi sentimenti, le domande ed i pensieri che si sta ponendo; in terapia si "usa" tutto e a volte proprio grazie alle resistenze emerse si possono affrontare le proprie ombre. Inoltre c'è anche la possibilità che lei decida di interrompere l'analisi e questo è suo diritto, ma le risposte che cerca non possono giungerle dall'esterno. La terapia è uno spazio privato e sacro e non è possibile poter comprendere o giudicare le reali dinamiche che si stanno muovendo tra paziente e terapeuta. Domandi al suo analista le ragioni delle sue domande, accogliendo lei stessa il suo bisogno di comprendere meglio ciò che le appare "sfuocato". Molti auguri, Dott.ssa Elena Lattanzi «Lo strumento più importante nel mio lavoro si chiama relazione ed ogni teoria o tecnica sottostanti agiscono in funzione e a servizio di essa.»

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