Buonasera, cercherò di descrivere in breve la mia situazione che ritengo essere molto complessa. Sin

17 risposte
Buonasera, cercherò di descrivere in breve la mia situazione che ritengo essere molto complessa. Sin da piccola soffro di un disturbo d'ansia abbastanza grave che "rovina" tutto ciò in cui mi cimento. Mi sono iscritta alla triennale di psicologia e ho affrontato i tre anni con la solita ansia e il solito malessere, in una città a due ore di distanza dalla mia. Alla fine del terzo anno ero indietro con alcuni esami ma avevo comunque lo spirito "giusto". Poi mio padre si è ammalato di tumore e in due anni ci ha lasciati. Io mi sono praticamente sostituita a lui supportando la famiglia, pur soffrendo immensamente per il lutto. Sono passati sei anni dall'ultimo esame dato, da quando abbiamo saputo della malattia. Vivo in un perenne stato di ansia, con tachicardia, nausea, insonnia, affanno, sensi di colpa per il tempo che passa, per la volontà di dare gli otto esami restanti e allo stesso tempo il blocco e la paura che provo al solo pensiero di ricominciare. Mi sento una fallita, è passato troppo tempo. Ma non ho intenzione di abbandonare. Vorrei solo ricominciare il percorso di studi con uno stato psicofisico adeguato. Sono in terapia da un anno ormai ma l'ansia non mi abbandona mai. È una prigione.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Elaborare il lutto è un vero lavoro psichico che può rilevarsi particolarmente difficile.
Il tempio medio per un lutto grave è un anno, che è esattamente il tempo in cui lei ha iniziato una psicoterapia.
Può sembrare strano me in realtà è assolutamente in linea, il passaggio verso una maggiore leggerezza ed investimento nella vita può essere difficile.
La persona si sente in colpa a stare meglio e preferisce rifugiarsi nei sintomi e dolori noti.
Sentirsi meglio può essere vissuto come una sorta di tradimento.
Le consiglio di proseguire il suo percorso terapeutico con fiducia.
Dott Maria Grazia Antinori, Roma
Buongiorno gentile utente,in genere proviamo l'ansia quando ci sentiamo in pericolo. se è in terapia avete sicuramente compreso il motivo dell'insicurezza, trauma pregresso? Il carattere cioè la personalità? Etc... Consiglio di insistere con la terapia. Resto disponibile Saluti Dott.ssa Silvana Zito
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Buonasera cara e piacere di conoscerti, da quanto ho capito l'ansia è spesso stata presente anche prima della perdita del tuo papà però tu hai sempre tenuto duro e sei andata avanti, come sei stata di sostegno per la tua famiglia pur soffrendo intensamente: non ti conosco ma mi sembri una persona con molte risorse e coraggio anche se hai sensazioni di fallimento. Portare il peso di sostituirsi al papà non dev'essere stato semplice ed elaborare un lutto è sicuramente lungo e complicato, quindi anche se posso solo immaginare la tua frustrazione, proverei intanto "ad accoglierti", riconoscerti per tutto ciò che hai fatto, giudicarti meno. Ti consiglierei di confrontarti con la/il terapeuta che ti segue rispetto a queste tue emozioni di fallimento e di prigione, e se possibile usare l'EMDR, ma questo ovviamente lo deve dire il professionista che ti accompagna.
Ti faccio i migliori auguri di proseguire nel percorso che più desideri dandoti fiducia, sicuramente ne hai gli strumenti, li devi solo ritrovare nello zaino
Dott.ssa Helene Vacchero
Buonasera, complimenti per la tenacia che ha dimostrato nell'iniziare un percorso e nel non mollare i suoi progetti. Non c'è un'età per fare ciò che si desidera. La sensazione di fallimento e il lutto che ha subìto sono elementi importanti da lavorare con la sua terapeuta. Provi a parlare con lei e valutare se sia il caso di richiedere il parere di uno psichiatra per affiancare una terapia farmacologica.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, mi spiace per la sua situazione, la morte di una persona cara lascia sempre un vuoto incolmabile. Ha scritto una lettera dai toni emotivi molto chiari, pregnanti. Non ho il piacere di conoscerla, altrimenti le domanderei quale fu la motivazione che la spinse ad intraprendere il percorso di studi in psicologia. Non è un dettaglio perché può capitare che si scelga questo orientamento per ottenere delle risposte a ciò che ci opprime. Afferma che la sua ansia ha origini lontane e giacché essa in genere può essere la risultante di una fonte di educazione ansiogena, mi chiedo se i suoi genitori siano stati da sempre carichi di preoccupazioni e timori nei suoi confronti.
Rielaborare il lutto è frutto di un lungo percorso, le posso garantire che in molti casi affrontare e condividere esperienze luttuose nell'ambito di un gruppo terapeutico creato con queste finalità può essere per lei funzionale. I miei migliori In bocca al lupo. Dr. Luca Parri
Il problema è proprio che si sente una fallita al netto delle situazioni problematiche che ha affrontato. Da come le racconta ne sembra consapevole, ma poi quando deve giudicare se stessa questa consapevolezza sparisce. Dovrebbe affrontare queste cose in terapia, dal punto di vista strutturale
Gentile utente di mio dottore,

in genere per i disturbi d'ansia è fondamentale un approccio di tipo integrato. La farmacoterapia, e la psicoterapia devono camminare di pari passo. Entrambe le cose, possono nel tempo migliorare la qualità della vita del paziente. La chiave del cambiamento sta tutta li. Sino a che non avrà acquisito degli strumenti con cui uscirne, il farmaco le consentirebbe di tenere a bada i sintomi ad oggi presenti in maniera così forte ed acuta. Parli di questi aspetti anche con il suo terapeuta, sarebbe importante avere un confronto su questo.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Cara utente, complimenti per la sua tenacia e per la sua forza. La vita l'ha messa di fronte ad un evento improvviso e davvero difficile da gestire, per sé e per la sua famiglia ma ha chiari i suoi obiettivi mi sembra. Faccia di questo una forza e cerchi di alleggerire quel peso immenso che porta per tutta la sua famiglia, come ci ha detto, già il suo è grande. Continui con la terapia e se ne avrà bisogno pensi ad un aiuto farmacologico. Rimango a disposizione. Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Buonasera, grazie per la sua condivisione. Leggo con piacere che è stata in grado di chiedere aiuto. E'una grande risorsa. Parli di questa sua insoddisfazione con la persona che la sta seguendo. CI vuole pazienza, ma si sistemerà tutto. Un caro saluto.
Buonasera condivida con la sua terapeuta ciò che prova. È importante che lei comprenda come mai l' ansia persiste. A volte può capitare che le parti critiche siano forti e ci impediscono di sostenerci nei nostri obiettivi. Lei si sente fallita e mi sembra che sia una critica troppo grande se lei ha dovuto interrompere il suo percorso di studi per accompagnare suo padre nella malattia. Forse conoscere meglio la parte critica e dove ha imparato a parlare così a se stessa potrebbe esserle di aiuto. Cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Salve, io credo che, per il suo caso, potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicoterapeutico al fine di individuare le cause più profonde della sua problematica relazionale. Cordiali saluti
I disturbi d'ansia non sono una condanna, al contrario, adeguatamente affrontati possono essere guariti e non interferire con i propri obiettivi. E' fondamentale che li risolva, in particolar modo se intende diventare psicologa, perchè non può aiutare altri a risolvere disturbi che non ha risolto. Ascolti il Podcast Le Stanze della Paura, disponibile gratuitamente su Google e Spotify. E' un Podcast rivolto alle persone che soffrono di disturbi d'ansia. Troverà informazioni e strumenti di auto aiuto per attraversare i momenti più difficili. Segua la pagina Facebook Le stanze della Paura. Buona giornata . Bruno Ramondetti
Per anni hai svolto la funzione di caregiver che, notoriamente, comporta un dispendio di energie psichiche notevoli. Non tutti sono in grado di svolgere questo ruolo, di prendersi cura degli altri. Non mi sembra esattamente un fallimento...E' vero, il tempo passa, ma tu sai meglio di chiunque altro che il tempo è relativo e questo è il tuo momento: il momento di prenderti cura di te.
Salve, mi viene da chiederle cosa vorrebbe conseguire se si immagina in un futuro a medio o lungo termine e cosa desidera maggiormente. Mi viene da pensare che c'e' una parte di lei che desiderosa, progettuale e un'altra che ravvisa perplessità, paura, emozioni e pensieri correlati al modo in cui ha costruito e modellato, per motivi adattivi, la sua percezione del mondo. Sarebbe interessante approfondire in terapia la connotazione di tali schemi mentali e interpersonali, sostenendo e dando spazio ad una loro messa in discussione. D'altronde se è stata capace di affrontare cio' che descrive ha un notevole bagaglio di risorse, ecco che credo che abbia la possibilità oggi di provare a gestire in modo piu' funzionale i suoi stati affettivi. Le suggerisco di provare a familiare anche con lo yoga e la mindfulness, normalmente hanno una buona efficacia nella regolazione degli stati affettivi.
Resto a disposizione per ulteriori domande.
Cordiali saluti.
Salve, il grave episodio che ha colpito suo padre metterebbe alla prova qualsiasi persona e per questo motivo lei non deve colpevolizzarsi e sentirsi una fallita ma tutt'altro vista la dedizione e l'affetto che ha dato e sta dando alla sua familglia sacrificando i suoi obbiettivi. Tuttavia lei deve trovare il giusto equilibrio tra ciò che la vita le ha riservato e i suoi giusti traguardi. L'ansia si combatte con una terapia adeguata, che deve essere breve e nel caso di crisi ansiose particolarmente intense anche col supporto di farmaci, sempre per brevissimo tempo. Inoltre ha bisogno di uno psicologo che la sostenga e le fornisca gli strumenti per riprendere in mano la sua vita e raggiungere i traguardi che si è prefissata. Esistono terapie mirate per questo tipo di necessità. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Cara, grazie per aver condiviso l'esperienza. In psicoterapia ha provato a confrontarsi con il/la/* collega per provare a capire come mai l'ansia è sempre lì? Sente di star effettivamente lavorando sulle motivazioni che rendono difficile il percorso e l'esistenza? Sente un effettivo cambiamento nei suoi modi di fare esperienza? Sono alcune delle domande che può farsi e le cui risposte potrebbero essere viste insieme al/alla/a* terapeuta, per capire come meglio direzionare il percorso e per cercare di trovare un momento di respiro in un'esistenza che, da come descrive, appare soffocante. Un caro saluto.

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